Acne: indice di giovinezza?
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Acne: indice di giovinezza?
14 marzo2003 DERMATOLOGIA DENTISTA Acne: indice di giovinezza? Nuovi paracolpi su misura Oggi si possono curare sia i brufoli che gli esiti cicatriziali che spesso ne conseguono La comparsa di brufoli sul volto è un problema che interessa molte persone, in particolare durante l’adolescenza. È difficile trovare un ragazzo od una ragazza che ogni tanto non debba lottare con l’insorgenza di punti neri e pustole, magari esattamente prima di una festa o di un incontro galante. L’acne è sicuramente una delle affezioni dermatologiche più diffuse e frequenti; colpisce il 50% della popolazione fra i 14 e i 20 anni mentre il 90% dei giovani adulti (anche oltre i 30 anni), ha manifestazioni acneiche transitorie. L’acne è una infiammazione cronica delle ghiandole sebacee (che producono il grasso sulla pelle), le cui cause sono molteplici e non del tutto conosciute. Clinicamente si manifesta con la comparsa a livello della cute (spesso untuosa) del volto di punti bianchi o neri (chiamati comedoni), pustole, noduli e talora anche di cisti. Si va da forme di acne lieve, prevalentemente comedonica, a forme gravi (nodulo-cistica) anche fortemente invalidanti da un punto di vista estetico. Oggigiorno l’acne può essere curata in modo efficace grazie a terapie locali e sistemiche di potenza crescente, che lo specialista prescrivere in base al quadro clinico. È comunque necessaria una stretta collaborazione fra paziente e dermatologo per individuare le strategie terapeutiche più adatte a superare il problema, evitando così fastidiosi effetti collaterali. Infatti una delle più temibili conseguenze dell’acne, in particolare se trascurata o malcurata, è la comparsa di esiti cicatriziali sul volto. Le cicatrici postacneiche rappresentano un importante problema estetico e sociale che affligge migliaia di persone nel mondo. Infatti tali esiti colpiscono soggetti in età giovane, si localizzano al volto e per la loro conformazione (depressioni crateriformi, a stampino, avallamenti più o meno marcati) sono difficili da mascherare o correggere. Le metodiche fin qui impiegate per trattare le cicatrici dell’acne, dai peeling chimici superficiali (acido glicolico) a quelli profondi (acido tricloroacetico, etc), dalle iniezioni di collagene alla chirurgia, dalla dermoabrasione sino ai trattamenti con laser chirurgici (laser resurfacing con laser CO2 ed Er:Yag), hanno dato risultati alterni. Infatti spesso si ottengono effetti clinici parziali (peeling) o temporanei (iniezioni di collagene) mentre i risultati estetici migliori e più duraturi si possono raggiungere solo con le metodiche più invasive. Tale tecniche (chirurgia, dermoabrasione, laser resurfacing) a fronte di una certa efficacia, espongono però a rischi operatori (spesso è necessaria l’anestesia locale o generale) e post operatori (frequente incidenza di ulteriori cicatrici, ipopigmentazioni, macchie), impedendo alle persone di condurre per lungo tempo una normale vita di relazione. Ecco perché recentemente è stata sviluppata una nuova metodica, quella del trattamento degli esiti cicatriziali dell’acne con laser non ablativo, in grado di stimolare la neoformazione di collagene dermico senza danneggiare la cute. Il trattamento delle cicatrici con laser non ablativo è una metodica recentissima che consente di avere risultati estetici eccellenti senza alcun rischio di effetti collaterali e periodi di ricovero per i pazienti. Fra i vari laser non ablativi oggi disponibili, il laser Q-Switched Nd:Yag si sta rapidamente affermando come uno degli strumenti più efficaci e sicuri. Infatti questo apparecchio emette un raggio di 1064 nm di lunghezza d’onda che per le sue caratteristiche tecniche è in grado di attraversare l’epidermide senza danneggiarla, andando a stimolare in modo selettivo i fibroblasti del derma su- perficiale. Si genera così un processo infiammatorio locale in grado di attivare la formazione di collagene dermico; questa progressiva neoformazione di collagene attenua gli esiti cicatriziali, riduce la dimensione dei pori e rende la pelle più liscia, tonica e luminosa. Il trattamento inizia con un colloquio accurato fra dermatologo e paziente compilando una cartella clinica per evidenziare tutte le variabili che possono influenzare il risultato finale (sede e età di insorgenza della cicatrice, profondità, precedenti terapie, grado di invecchiamento cutaneo, etc). Durante la seduta il raggio viene passato su tutta la zona interessata dalle cicatrici così da stimolare in modo uniforme la cute. Vengono effettuati due - tre passaggi del raggio laser (soprattutto sulle cicatrici più profonde) fino a provocare la comparsa di un rossore più o meno evidente. Subito dopo la seduta la cute si presenta arrossata ed è presente una sensazione di lieve bruciore (simile ad una scottatura solare); il tutto si risolve in 2-3 ore. Talora possono comparire piccoli gonfiori (tipo pinzatura di insetto) e/o lievi ematomi puntiformi di colore bluastro che regrediscono senza esiti nell’arco di 48 ore. Nella maggior parte dei casi le persone possono tornare immediatamente alle normali attività lavorative senza alcun inconveniente o limitazione. È anche possibile applicare un make-up subito dopo la seduta così da mascherare i lievi segni del trattamento app ena avvenut o. La te rapia post-operatoria è semplice e consiste nell’applicare una crema antifiammatoria per alcuni giorni ed una protezione solare per qualche settimana. Nella maggior parte dei casi il trattamento è indolore o si avverte un fastidio minimo, paragonabile ad un colpo di elastico sulla pelle. Il laser non ablativo Q-Switched Nd:Yag rie- sce a “riattivare” in modo fisiologico la cute che diviene progressivamente più liscia riacquistando tono e luminosità mentre gli esiti cicatriziali si attenuano e i pori si riducono di dimensione. Per ottenere questi risultati sono necessari più trattamenti, di media cinque distanziati fra loro di 4 settimane. Essendo una terapia che riattiva in modo naturale la neoformazione di collagene dermico i risultati clinici sono soggettivi e variano in base all’età del paziente, alla profondità e alla sede delle cicatrici, al grado di invecchiamento della cute, allo stile di vita, etc. In circa l’80% dei casi si hanno risultati estetici eccellenti, superiori a quelli ottenibili con creme e peeling e di poco inferiori alla chirurgia. È evidente che i trattamenti, ambulatoriali e della durata di circa 20 minuti, pur riuscendo a “risvegliare” la pelle non possono arrestare e/o eliminare le cause biologiche che sono alla base degli esiti cicatriziali. Non si può perciò escludere, a distanza di tempo, una attenuazione dei risultati clinici ottenuti. L’estrema efficacia clinica, tollerabilità e sicurezza (anche nei soggetti di carnato scuro) del laser non ablativo Nd:Yag consentono però di effettuare sedute periodiche di mantenimento, senza alcun rischio di effetti collaterali. In conclusione se siete affetti dall’acne non fatene un dramma, è una fase transitoria della vita ed è anche un indice di giovinezza ma soprattutto i brufoli si possono efficacemente curare così come gli esiti cicatriziali che talora ne conseguono. dott. Maurizio Bellini specialista in dermatologia per ulteriori Informazioni: tel. 055705351 e-mail: [email protected] http:// www.studioagape.com Redazione giornale tel.055340811 fax 055340814 e-mail: [email protected] PALLIVM Cercasi volontari per stare accanto a chi soffre Inizierà il 1° aprile il corso di formazione e qualificazione del volontariato in cure palliative, organizzato dallassociazione Pallium, in collaborazione con gli Istituti Riuniti di Montedomini, con lOspedale Meyer, e con la Facoltà di Psicologia dellUniversità degli Studi di Firenze. Lassociazione Pallium circa cento persone fra operatori (11) e volontari - ha assistito nel 2002, gratuitamente a casa, circa cinquecento persone di cui 93 abitanti nel Quartiere 5 con lobiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone gravemente ammalate, attraverso un intervento sanitario e umano qualificato, e di far sì che vengano rispettati alcuni fra i diritti fondamentali delluomo come quello di partecipare alle scelte, di non avere dolore, di mantenere il più possibile la propria autonomia e dignità. I bisogni di tipo sanitario si intrecciano spesso con quelli di tipo sociale e lintervento assistenziale non può che comprenderli entrambi; per questo è fondamentale la presenza del volontario che interviene nei casi in cui, per esem- pagina precedente pio, è necessario dare il cambio ad un familiare, preparare il pranzo, fare piccole commissioni, o semplicemente fare compagnia. Il volontario diventa quindi spesso figura essenziale, ma è necessario che sia preparato, sia per essere adeguato al suo compito, sia per riuscire a sostenerlo. Da qui la necessità del corso di formazione che parte ad aprile. Un unico requisito viene richiesto: la voglia di aiutare gli altri Gli interessati ad ottenere maggiori informazioni possono telefonare al 0552001292, 3478626688 o utilizzare lindirizzo di posta elettronica . Servizi del Pallium (tutti gratuiti) n Assistenza domiciliare (unità operativa: 1 oncologo, 1 geriatra, 1 medico generico tutti esperti in cure palliative, 1 infermiere caposala, 3 infermieri professionali, 2 Ota, 1 medico psicoterapeuta, 1 coordinatore dei Servizi alle Famiglie, 50 volontari preparati specificamente); n consulenze oncologiche; consulenze psicologiche; formazione del volontariato; n prelievi ematochimici a domicilio; n Servizi alle famiglie (fornitura di presidi sanitari, trasferimento di pazienti presso luoghi di diagnosi e terapia, assistenza per pratiche di invalidità). Soggetti interessati n Cittadini malati di tumore; n cittadini affetti da malattie croniche in fase avanzata. Modalità di accesso n Richiesta del Medico di Medicina Generale; n richiesta diretta del malato o dei suoi familiari: visita e piano assistenziale concordato col Medico di Medicina Generale n n Sede operativa Firenze, via dei Malcontenti, 6; presso Montedomini Tel. 0552001292-3890799720 24 ore su 24, compresi i festivi La causa più frequente di rottura o perdita dei denti anteriori nei giovani è un trauma durante un evento sportivo, sia durante gli allenamenti che in gara. Perdere un incisivo a 14 anni significa condizionare la nostra vita per anni e anni oltre cure noiose per inserire un dente sostitutivo. Magari provvisorio fino a 18 anni e poi definitivo. Le terapie definitive possibili sono varie. Per esempio si può utilizzare un impianto che sorregge un nuovo dente in ceramica oppure un ponte dopo aver limato i denti adiacenti. Quando è possibile si può anche rimediare con un nuovo dente incollato a quelli accanto, senza che questi debbano essere limati (Maryland bridge). Inevitabilmente però ogni 10 anni circa la soluzione scelta, che sia un dente su impianto, un ponte tradizionale o un Maryland, andrà adattata alla nuova estetica del sorriso, che col passare degli anni si è certamente modificata. Cosa si può fare per evitare questo danno e le ingenti spese conseguenti? Una soluzione molto interessante è rappresentata dai nuovi tipi di paracolpi, fatti su misura dei propri denti dal dentista. Vengono realizzati con una materia morbida al cui interno invece è possibile includere un rinforzo della durezza necessaria. Sport di contatto come il karate sicuramente richiedono paracolpi dotati di rinforzi più forti di quelli necessari per giocare a basket o a calcio. Questi paracolpi rimangono in posizione, ben aderenti ai denti superiori, permettendo allatleta di aprire la bocca, parlare, urlare, bere, respirare a bocca aperte. Insomma di vivere liberamente la sua carica agonistica. In caso di urto il colpo è distribuito su tutta la superficie e quindi fortemente attutito. Anche durante un forte trauma i denti non sono più danneggiati. Il costo del paracolpi è in genere modesto e comunque assolutamente irrisorio se confrontato a quali costi ben maggiori il giovane atleta può andare incontro in caso di perdita anche di un solo dente Comunque è il dentista di fiducia o il medico sportivo che deve valutare durante le annuali visite di controllo se latleta ha i denti sporgenti e quindi più esposti a traumi o meno. La valutazione se è necessario o meno un paracolpi ed eventualmente di quale tipo di rinforzo utilizzare, dipende infatti sia dallo sport praticato sia dalla conformazione della bocca. Un atleta con i denti sporgenti deve infatti sapere che qualsiasi colpo, anche solo una gomitata involontaria in un contrasto di gioco corretto, per lui sarà comunque una grave minaccia alla salute dei propri denti incisivi. Questi paracolpi inoltre possono avere il nome dellatleta ed i colori della squadra incisi sopra: quando latleta sorriderà allavversario sarà come sventolare le bandiere della propria tifoseria dott. Cesare Paoleschi pagina successiva