Come genitore di un adolescente, qual è la tua paura più grande
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Come genitore di un adolescente, qual è la tua paura più grande
Riportiamo di seguito il resoconto delle interviste fatte ai genitori, presentate nel corso della serata del 22 aprile. Siamo convinti che meritano una lettura ed una riflessione per la ricchezza e la serietà del contenuto. Come genitore di un adolescente, qual è la tua paura più grande? La mia paura è non riuscire più ad essere un punto di riferimento importante per mio figlio, e che di conseguenza lo cerchi altrove. In un’età come quella adolescenziale la parola dell’adulto viene meno, la propria identità non è ancora definita e prevale una voce sociale (quella del gruppo) e la necessità di andare contro le regole. Forse la paura più grande è che in balia di pressioni esterne ed interne perda il contatto con le parti buone di sé e compia azioni contro di sé o contro gli altri, che potrebbe rimpiangere per tutta la vita. Ho paura che sentendosi “grande”, possa incappare in cattive compagnie e nelle dipendenze da alcool e droga, che scelga delle amicizie sbagliate e non sappia discriminare tra chi veramente gli è amico e chi lo vuole usare. Sono molto spaventata dal giro di droga e dalla facilità con cui può essere recuperata. Ho paura che mio figlio si faccia trascinare dagli amici a provarla anche se è al corrente degli effetti negativi che può avere. Ho paura che non riesca ad essere felice e ad apprezzare le cose semplici della vita. Temo che mia figlia non si senta all’altezza degli stereotipi (veline, cantanti, protagonisti dei reality) che la società continua a proporci come modelli per avere successo e soldi. Mi spaventa la facilità con cui i ragazzi di oggi hanno rapporti sessuali in giovanissima età senza pensare alle conseguenze. Abbiamo paura che, “ora che devono farsi le ossa” e costruire la loro personalità, restino imprigionati dal pessimismo, dalla negatività e dai disvalori che i mass-media sono così abili a celebrare. Ho paura di sentirmi colpevole per non averlo preparato abbastanza ad affrontare la sua sessualità/affettività. Qualche errore lo farà comunque… sarebbe importante che evitasse quelli che hanno ripercussioni pesanti sulla vita sua e su quella degli altri. Mi fa paura la loro mancanza di ideali. Mi preoccupa la loro dipendenza tecnologica, sono troppo presi da internet, telefonini, televisione… La paura più grande è che, superata la fase di insofferenza e/o rifiuto dell’età adolescenziale, non recuperino la fede come guida per la loro vita, ma restino invischiati nel materialismo. Ho paura che uscendo dal suo mondo conosciuto per andare alle superiori possa incontrare qualcuno che si approfitti di lui, lo vedo troppo ingenuo per la sua età. Vorrei che affrontasse con serenità il passaggio alle scuole superiori nonostante il suo handicap. Mi fanno molta paura le scarse ed incerte prospettive del futuro , spero che sappia fare delle scelte responsabili, per il proprio bene e per il bene delle persone a cui tiene. Mi preoccupa il suo futuro scolastico, lavorativo e sociale; ho paura di non riuscire a trasmettergli la mia cultura di origine e che cresca senza radici. Mi spaventano i suoi silenzi… mi sento impotente di fronte alla sua sofferenza. La paura nei riguardi di mio figlio è quella di non essere più così presente come quando era piccolo, per aiutarlo nei momenti di difficoltà. Penso sia giusto che impari dai suoi errori, ma vorrei capisse che i suoi genitori ci saranno sempre per consigliarlo ed aiutarlo in ogni problema che si troverà ad affrontare. Temo che i miei continui rimproveri per tutto quello che non fa o che fa male, lo blocchino e non gli permettano di crescere fiducioso nelle sue capacità. A volte, quando lo vedo triste o annoiato, mi sento responsabile… La mia paura più grande è di non saperla ascoltare.. Ho paura di non riuscire a comunicare con lui. Quali risorse, positività, ricchezze incontri nella relazione con tuo figlio adolescente? Mi piace il suo modo di vedere la vita: aperto, immediato,spontaneo. Ho un buon rapporto con mio figlio, mi racconta volentieri quello che gli succede nella sua vita, i suoi pensieri ed i suoi sentimenti. Mi rende felice vedere ogni giorno stampata sul suo viso la gioia di vivere la propria vita. Sono contenta di scoprire come riesca a gestire la nuova realtà che sta vivendo: nuove dinamiche con amici, compagni di classe e professori. Malgrado sia cresciuta è ancora affettuosa verso i suoi genitori e non ritiene queste effusioni superate per la sua età. Mi sembra stia diventando più aperto nei miei confronti, ogni tanto si confida, mi racconta anche delle ragazze che gli piacciono o dei “bulli” che lo prendono in giro. Si impegna per raggiungere gli obbiettivi che si è prefissato. Mi dà tanto, ogni giorno vedo un ragazzino che, anche con il nostro aiuto, sta creando le basi per diventare un uomo. La positività del nostro rapporto è quella di riuscire a comunicare, a ridere insieme, ma i consigli che si danno non vengono sempre ascoltati. Mi piace vedere il sorriso, la voglia di parlare e di condividere gioia e il tempo che riusciamo a trascorrere insieme. Tutto questo mi dà la possibilità di realizzare che l’adolescenza di mio figlio è una fase transitoria di cambiamento che sta vivendo. Trovo stimolante stare con mio figlio adolescente: quando lo ascolto riesce a risvegliare i sogni e gli ideali che un po’ da adulto mi sono scordato. Stare con loro ogni giorno è una sorpresa: il loro entusiasmo aiuta a vedere le cose in modo più positivo. Sono bravissimi con la tecnologia, invidio un po’ la loro abilità nel destreggiarsi con disinvoltura tra computer, internet, telefonini e quant’altro... Trovo positivo il fatto che sia più indipendente e con lui si possa parlare come una persona adulta, mi fa compagnia, non mi sento più di doverlo accudire. E’ faticoso metterci a confronto ogni giorno con nostro figlio adolescente, su argomenti che lui mette in discussione, anche solo per spirito di contraddizione. Quando riusciamo a superare lo scontro, è però arricchente per entrambi. Gli scontri sono senza dubbio di più delle positività… forse è per questo che mi piace molto ascoltarlo le rare volte che ha voglia di raccontarmi le sue cose. In queste occasioni lo vedo come una persona ben distinta da me, con idee e pensieri suoi, a volte così sorprendentemente belli! Proprio per la diversità dei nostri caratteri, l’amore è il “carburante” della relazione con mio figlio; è, nonostante la complessità della nostra famiglia, gioia di stare insieme e di fare progetti, vivere insieme nuove esperienze. Mi piace guardarlo mentre diventa grande! La sfida con un mini-adulto è stimolante. Non si può cavarsela con risposte banali o evasive. Bisogna lavorare con fatica e dedicare tempo per conquistare la fiducia di un adolescente. In caso di vero bisogno dovrebbe essere chiaro che può sempre contare sui genitori, che siamo disponibili anche quando ha torto. Soprattutto se ha torto, abbiamo il dovere di esserci sempre. Un ricchezza è poter costruire un dialogo aperto attraverso un rapporto di reciproco rispetto,dove il genitore dà consigli, ma lascia prendere al figlio le proprie decisioni. Nonostante i contrasti vivere con un adolescente consente di entrare in contatto con aspetti della realtà e delle trasformazioni sociali di cui altrimenti si rimarrebbe all’oscuro. Inoltre mette continuamente alla prova la tua capacità di cambiamento, perché non sono mai come te li aspetti, devi continuamente sperimentare nuove strategie per non perdere il contatto e chiudere la comunicazione, come spesso fanno loro e come a volte viene voglia di fare. La relazione con i nostri figli adolescenti rappresenta una possibilità di crescita personale costante.. ogni giorno siamo stimolati a “tenere testa” nelle discussioni rispetto ai “valori” di fondo. Ci stimola a mantenere un agire responsabile e coerente rispetto a quello che diciamo, per poter essere credibili ai loro occhi… A loro non sfugge niente!