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ORDINEDEGLIPSICOLOGI
ConsiglioNazionale AreaComunicazione
Ilruolodeglipsicologinell’emendamento“CODICEROSA”allaLeggediStabilità.
Roma,10dicembre2015
diDominellaQuagliata
Consulente del Consiglio Nazionale
dell’Ordine degli Psicologi per le Pari
Opportunità.
In questi giorni si sta molto discutendo
sull’opportunità
dell’emendamento
Giuliani alla legge di stabilità, il
cosiddetto“CodiceRosa”.
L’emendamenton.1.131alddlAttodella
camera3444cd.LeggediStabilitàafirma
Giuliani, Verini, Ferranti, Ermini,
Gribaudo, Tartaglione, Bazoli, Amoddio,
Mattiello,Zan,Campana,Guerini,Morani,
Rostan,Pini,Locatelli,Galgano,Milanato,
Polverini, Bianchi, è da molti percepito
comeminacciaallalibertàeaidirittidelle
donnechesubisconoviolenza.
Dunqueunaminacciaoun’opportunità?
Le critiche mosse indicano uno scenario
caratterizzato sia da un iter prestabilito e
obbligatorio,incuiladonnachehasubito
violenza non ha potere di scelta rispetto
alla modalità con cui sottrarsi agli abusi,
che da un automatismo che tradurrebbe
una richiesta di aiuto e di prestazioni
sanitarieinazionidipoliziaegiudiziarie.
Certamente questa prospettiva è
inquietante,maleggendol’emendamento
potrebbededursitutt’altro.
Il comma 451-bis istituisce un nuovo
codice di accesso alle strutture
ospedaliere
di
pronto
soccorso
denominato«CodiceRosa»,conlafinalità
di tutelare le persone appartenenti alle
fasce della popolazione cosiddette
«vulnerabili» che, nell'ambito delle
relazioni affettive o di fiducia, più
facilmente
possono
essere
psicologicamentedipendentieperquesto
vittime della altrui violenza, con
particolare riferimento alle vittime di
violenza sessuale, maltrattamenti o
stalking.
Il comma 451-ter, considerate le
esperienzeterritorialigiàoperative,come
ad esempio tutte le Aziende sanitarie e
ospedaliere della Toscana1, stabilisce
l'istituzionediunGruppomultidisciplinare
coordinato tra le Procure della
Repubblica, le Regioni e le Aziende
sanitarie locali (ASL), finalizzato a fornire
assistenza giudiziaria e sanitaria riguardo
ad ogni possibile aspetto legato alla
violenza o all'abuso sui soggetti di cui al
comma precedente, costituito da
magistrati e rappresentanti della polizia
giudiziaria, da personale sanitario
dipendente delle ASL, volontario o
individuato dal Direttore Sanitario, da un
magistrato nominato dal Procuratore
Capo e da un sanitario nominato dal
DirettoregeneraledellaASL,Gruppoche
può essere supportato da altre figure
professionali, ivi comprese quelle di
ambito
socio-amministrativo
e
rappresentanti del volontariato ed
associazionismo.
Inoltre
sancisce
l'istituzione di un Coordinamento
nazionale dei Gruppi, da parte del
MinistrodellagiustiziaedelMinistrodella
salute, allo scopo di delineare, sulla base
delle esperienze pregresse nazionali ed
estere, le linee guida nazionali per la
definizione delle modalità di formazione
delpersonaleedelleproceduredaseguire
durante l'iter del Percorso Rosa. Infine
prevede l'istituzione, presso i Pronto
Soccorso e i DEA di 1o e 2o livello, di un
percorsodenominato“PercorsoRosa”,da
attivare in seguito all'assegnazione del
cosiddetto Codice Rosa in fase di
accettazione sanitaria, nonché quella di
un Gruppo multidisciplinare formato da
figure professionali sociosanitarie e
appartenentialleforzedell'ordine,nonché
da rappresentanti del volontariato e
dell'associazionismo,confunzionidipresa
in carico della vittima in seguito
all'assegnazionedel«Codicerosa».
Valutato che nessuna modifica viene
apportata alla legge sul femminicidio,
approvatanell’ottobredel2013,incasodi
abuso si procede d’ufficio solo se una
donnahasubitolesionigraviogravissime;
se invece la vittima riceve una prognosi
inferiorea20ilprocedimentoèattivabile
esclusivamente dalla querela di parte,
ossialasuadenuncia.C’ètempotremesi
per rivolgersi alle autorità e il limite si
eleva a sei mesi per gli atti persecutori
(stalking,appostamenti,smsotelefonate
continui)elaviolenzasessuale.
Alla luce di quanto evidenziato,
nonostante le modalità di attuazione
dell’emendamento siano ancora in parte
da definire, sembra che non si possano
evincere minacce per le persone che
subisconoabusi,soggettiacuicontinuerà
adesseregarantitalalibertàdisceltasulla
ossibilitàdisottrarsiomenoalleviolenze
subite, nonché sulle modalità con cui
realizzare tale affrancamento. Nessuna
restrizionedunquerispettoaciòchegiàsi
realizzaneiprontosoccorsodegliospedali
italiani,
bensì
una
maggiore
attenzione/formazione che prevede il
coinvolgimento, al fianco dei medici, di
personale socio-sanitario specializzato,
nonché l’attivazione immediata, ove
opportuno,dimagistratierappresentanti
della polizia giudiziaria e in seguito delle
organizzazioni di volontariato e delle
associazioni, tra cui prioritariamente i
centri anti violenza che ci si auspica
possano essere valorizzati in un
immediatofuturoechenonsonoinalcun
modosostituitidallaproceduradi“codice
rosa”.
Inattesacheil“codicerosa”diventirealtà
sarebbe bene che gli psicologi, figura
chiavediquestoprocesso,sipreparassero
acontribuireattivamentenonsoloinfase
operativa, valutata la loro necessaria
presenza in triage, ma anche in fase di
progettazione esecutiva, per cui saranno
necessarie
solide
competenze
organizzative,diprogettazioneecliniche.
Ed infine, ma sicuramente non per
importanza,ènecessariocheglipsicologi
stabiliscano
azioni
di
politica
professionale, atte a garantire la loro
presenza ai tavoli decisionali, per
scongiurare il mero coinvolgimento nei
ruoliesecutivi.
1
I “codici rosa” nei pronto soccorso delle
aziende sanitarie toscane nel 2014 sono stati
3.268, di cui: 2.827 hanno riguardato gli adulti
(2.629maltrattamenti,127abusi,71stalking)e
441 i minori (355 maltrattamenti, 86 abusi).
(FonteRegioneToscana).
Perricevereulterioriinformazioni
AreaComunicazione
CoordinatoreRaffaeleFelaco
[email protected]
06-44292351