Articolo di prova RAM/DUCATI 1098 S

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Articolo di prova RAM/DUCATI 1098 S
ESTRATTO DAL NUMERO 58 DI MOTO ITALIANE - NOVEMBRE 2007
1098 Ram-BST
Il fascino della leggerezza
PESO PIUMA
cerchi in carbonio e
forcellone in magnesio
per la
Ducati 1098
di Lorenzo Miniati
foto Giovanni Del Bravo
L
a RAM (Race Applications Monaco)
nasce nel 1996 con il motto “Lightness
is Rightness”. Specializzata in sospensioni posteriori monobraccio in alluminio e
in magnesio, basa la sua forza sulla grande
esperienza maturata nelle competizioni, dove
ha equipaggiato famosi team del Mondiale Endurance e del Campionato Superbike
AMA, la serie nazionale americana.
L’ultimo prodotto dell’azienda monegasca
è rappresentato da un forcellone in magnesio
per la 1098. Questa unità porta a un risparmio
di peso di circa 750 grammi, il che corrisponde, in termini di prestazioni, a una diminuzione
di circa 6 Kg da parte del veicolo, secondo la
regola che vuole in rapporto di 1 a 8 le masse
non sospese con l’alleggerimento percepito a
livello dinamico.
Tra poco, inoltre, sarà disponibile anche
un eccentrico in magnesio dedicato (per il
momento può essere impiegato quello di
serie) che tende a offrire un ulteriore abbassamento dell’ago della bilancia calcolato a circa
350 grammi.
Dunque, montando entrambi si otterrà un
risparmio delle masse non sospese di oltre 1
Kg, con conseguenti effetti di alleggerimento
dinamico.
Chi monta il forcellone in magnesio della Ram
non deve modificare nulla, a livello strutturale, per
quanto riguarda il veicolo, se non montare una
maglia in più alla catena di trasmissione, in virtù
della sua lunghezza “maggiorata” di 15 mm.
Parlando in termini prettamente tecnici, rispetto ai monobracci originali in alluminio che vengono realizzati dai costruttori con metodi di grande
produzione, i monobracci Ram dispongono di
una struttura più raffinata, più rigida, in grado
cioè di offrire vantaggi in termini di resistenza
meccanica alla torsione e alla flessione dell’ordine del 20% o più.
La filosofia costruttiva di questo particolare
componente, infatti, è quella di sfruttare solo una
parte, ovvero circa la metà, della differenza di
circa il 30% di peso specifico tra le leghe di alluminio e di magnesio, per alleggerire l’insieme.
Questo è possibile utilizzando la moderna
tecnologia degli stampi in sabbia fine caricati
con resina: strutture solide e tecnicamente molto
affidabili.
L’altra metà del peso risparmiato viene invece
utilizzata per creare, all’interno del forcellone, una
struttura compartimentata di rinforzi, centine e
ordinate, come se si trattasse della fusoliera di
un aeroplano.
I cerchi BST, invece, rappresentano una novità
assoluta sul mercato per via del particolare disegno a sette razze (in precedenza questo marchio
In questa immagine si notano i cerchi in carbonio della BST, caratterizzati da un disegno a sette razze e sviluppati apposta per la 1098.
La foto mostra la 1098 S equipaggiata con forcellone Ram in magnesio. Questo elemento aumenta di 15 mm il valore dell'interasse rispetto alla moto di serie (sullo sfondo).
ha sviluppato una versione a cinque) studiato
appositamente per la 1098, anche se in futuro
non si escludono altre applicazioni, come ad
esempio sul Monster e sulla Hypermotard.
Ad ogni modo, la particolarità di queste ruote
è che possiedono una struttura monoscocca, nel
senso che non ci sono parti che vengono assemblate o incollate tra loro, ma il cerchio esce dallo
stampo esattamente come lo si vede montato
sulla moto.
L’unica cosa che viene aggiunta in seguito
è il mozzo, che viene inserito all’interno di una
sfaccettatura laterale e fissato con un sistema
aeronautico irreversibile, mentre le lavorazioni
successive del canale vengono effettuate in rap-
porto al centraggio dei mozzi. A tal proposito, la
BST garantisce per il canale una precisione di 0,1
centesimi di millimetro, sia in senso radiale che in
senso trasversale. La tecnologia di costruzione
delle razze deriva da quella, molto avanzata, utilizzata all’interno del gruppo BST per realizzare le
pale dei rotori di elicottero.
Sempre a testimonianza della grande attenzione che la BST ha riservato a questo prodotto, i
cerchi vengono numerati singolarmente e, per un
periodo di venti anni, la casa produttrice garantisce la reperibilità presso il suo archivio di tutte
le informazioni relative alla fabbricazione di ogni
cerchio costruito, esattamente come si fa per i
materiali aeronautici destinati ad uso critico.
Oltre a questa, poi, c’è anche la tradizionale
garanzia di due anni sui difetti di produzione.
Un’eventualità alquanto remota, come ci spiega
Dino Cappa, titolare della RAM, visto che i cerchi
BST, di cui oggi circolano migliaia di esemplari su
tutte le strade del mondo, sono omologati sia per
la circolazione su strada che in circuito, e sono
stati sottoposti ai test previsti dai principali organi
certificatori, vale a dire l’inglese RimTech Institute
del MIRA (Motor Industry Research Association)
e il TÜV in Germania.
Le misure sono le stesse dei componenti di
serie: ovvero 3,50” di canale per l’anteriore e
6,00” per il posteriore, con un diametro di 17”
per entrambi.
Sopra: il lato interno del forcellone in magnesio Ram. Sotto: un particolare della targhetta presente
su tutti i cerchi in fibra di carbonio BST attraverso il quale è possibile identificare ciascun esemplare.
A livello di pneumatici, in occasione della
nostra prova erano stati montati dei Pirelli Diablo
Supercorsa: SC1 al posteriore, nella misura di
190/55, e SC2 all’anteriore di 120/70, vale a dire
un “pacchetto” tra i migliori per l’utilizzo in pista.
Per quanto riguarda il peso, un cerchio BST
arriva fino a un risparmio del 45% in termini di
massa nei confronti del componente originale: il
dato più interessante per il pilota è che in base
alla legge del volano, il risparmio in peso si traduce in una diminuzione dell’inerzia fino al 65%.
E’ bene ricordare che, nella dinamica della
moto, l’inerzia è una sorta di nemica, perché per
sua stessa natura va a opporsi in modo uguale e
contrario ai comandi impartiti dal pilota.
La diminuzione dell’inerzia è sempre maggiore
per il cerchio posteriore perché circa il 90% dell’inerzia di un cerchio è dovuta al canale, mentre
le razze e il mozzo influiscono solo per la differenza. Per quanto concerne invece l’effetto dei
cerchi sulle prestazioni, possiamo considerare
preponderante il cerchio anteriore.
Per quanto riguarda la manutenzione, poi,
Cappa assicura che si tratta di un accessorio
che si può benissimo montare per poi… dimenticarsene. Per la sua pulizia, inoltre, basteranno gli
stessi prodotti che si usano per tenere pulita la
carrozzeria della moto stessa.
LA PROVA IN PISTA
C’è una parola che a me personalmente non
piace molto ed è pubblicità. In pratica, in questo
vocabolo è talvolta racchiuso il concetto di convincere le persone ad acquistare un determinato
prodotto, spendendo dunque dei soldi, perché
questo ha particolari caratteristiche, senza tuttavia farglielo prima provare.
Un’impresa non da poco, dunque, che lascio
volentieri a chi lo fa di mestiere.
Tuttavia, dopo aver provato la 1098 equipaggiata con i cerchi in fibra di carbonio della BST
e il forcellone in magnesio della Ram mi sento
un po’ come se dovessi convincere una schiera
di appassionati più o meno nutrita che questi
componenti, effettivamente, fanno il loro mestiere! Visto che si tratta di accessori relativamente
costosi in virtù del loro importante contenuto a
livello di ricerca e materie prime (Iva compresa
stiamo pur sempre parlando di 2960 Euro per
il monobraccio e di 3277 Euro per la coppia di
cerchi), immagino sia difficile che un motociclista
ponga in dubbio il loro effettivo funzionamento
senza aver prima preso in seria considerazione
l’aspetto economico della faccenda.
Ecco, da questo punto di vista, quello che
posso dire è che i componenti in questione, una
volta montati, si sentono eccome.
Non saprei stabilire in che percentuale incidano gli uni o l’altro, visto che abbiamo avuto la
possibilità di provarli entrambi contemporaneamente montati, ma di sicuro producono gli effetti
desiderati, vale a dire una maneggevolezza nettamente superiore e una rigorosità del retrotreno
ancora più accentuata.
Diciamo ciò alla luce di una comparativa tra la
moto “kittata” e una in configurazione originale.
Scesi da una e montati sull’altra la differenza è
tangibile, anche ad andatura ridotta.
In particolar modo, dopo aver inanellato qualche giro di pista con la 1098 S di serie (il test si
è svolto sul circuito di Adria), si corre il rischio
di andare a finire sull’erba interna alla curva una
volta inforcata la versione con forcellone Ram e
cerchi BST!
Arrivati in curva, infatti, quest'ultima offre un'insospettata rapidità nell'andare alla corda, senza
opporsi ai comandi come fa la moto di serie, il
che si traduce in un minor sforzo nella guida.
Inoltre, la 1098 S di serie ha la tendenza a
impennarsi più del dovuto, in particolar modo in
seconda marcia, soprattutto quando a guidarla
c’è un pilota più alto della media, che siede
dunque in fondo alla lunga sella, andando così a
caricare ulteriormente l’asse posteriore.
Invece, con il forcellone in magnesio, più lungo
di 15 mm, questo fenomeno risulta attenuato.
Al di là di questo, comunque, l’aspetto più interessante di tali componenti è che essi migliorano
Ancora la moto di serie e quella protagonista del nostro test: in pista, la 1098 equipaggiata con i cerchi BST
e il forcellone Ram si dimostra molto più maneggevole e al tempo stesso manifesta una minore tendenza a impennarsi.
le caratteristiche dinamiche del mezzo senza
tuttavia stravolgerne l’equilibrio.
Riprova di ciò è il fatto che i cerchi siano stati
omologati per l’utilizzo su strada e, dunque, risultino particolarmente affidabili dal punto di vista
delle sollecitazioni.
Lo stesso vale per il forcellone, che presenta
lo stesso layout dell’unità originale e, dunque,
ricalca fedelmente quelle che sono le principali
specifiche dimensionali, fatta eccezione per la
lunghezza, naturalmente; fattore, quest’ultimo,
che consente anche di montare qualsiasi tipo di
pneumatico, sia con cerchi da 17” che da 16,5”,
senza interferenze di sorta con il forcellone stesso
(cosa che, viceversa, sulla moto di serie ha dato
adito a qualche problema…).
La sensazione, se non proprio di trazione
quantomeno di stabilità in curva, è dunque
superiore a quella percepita in sella alla moto
standard. La 1098 con il forcellone Ram si muove
di meno in piega e trasmette una sensazione di
maggior scorrevolezza, pur essendo nettamente
più maneggevole per via dei cerchi in carbonio.
Non abbiamo avuto modo di quantificare in termini cronometrici il divario tra le due moto, ma a
livello di sensazioni potremmo benissimo essere
di fronte a un vantaggio dell’ordine di circa due
secondi al giro.
A nostro avviso, comunque, il contributo maggiore in termini di prestazione pura lo forniscono i
cerchi, mentre l’ulteriore abbinamento del forcellone rappresenta una sorta di ciliegina sulla torta.
Una ciliegina tutt'altro che trascurabile a livello di
fedeltà e rigore da parte della ciclistica, visto che
Scesi dalla moto di serie e montati sulla 1098 con forcellone in magnesio Ram e cerchi in carbonio BST
si avvertono subito la maggior rapidità e il minor sforzo con cui la ciclistica reagisce ai comandi impartiti dal pilota.
stiamo parlando di una moto che ha pur sempre
160 Cv da tenere a bada...
In conclusione, si tratta di due prodotti validi,
per i quali, com'è ovvio che sia, c’è un prezzo
da pagare.
Probabilmente, chi spende circa 17.000 Euro
per comprare una 1098 (20.000 nel caso della
versione S) riuscirà a percepire e, soprattutto,
a giustificare una spesa non trascurabile per
ottenere un mezzo ancor più performante e gratificante da guidare, fermo restando il fatto che
non è indispensabile installare, in un solo colpo,
entrambi gli elementi.
Ne può bastare uno, in quanto il solo monobraccio Ram o i soli cerchi BST rimangono
comunque accessori perfettamente motivati in
termini di performance.
"LIGHTNESS IS RIGHTNESS"
Progettazione e costruzione di monobracci in alluminio e magnesio
"POWER ON WHEELS"
Importazione e Distribuzione dei cerchi BST per l'Italia
RAM (Race Applications Monaco)
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