Eurispes-Coldiretti Sondaggio Consumi di prodotti

Transcript

Eurispes-Coldiretti Sondaggio Consumi di prodotti
 ALLA RICERCA DELLA QUALITÀ
E DELLA SICUREZZA ALIMENTARE
©DOCUMENTO NON RIPRODUCIBILE INTEGRALMENTE
L’Italia è, anche agli occhi del mondo, il Paese del buon cibo, il regno dell’eccellenza, testimoniata dal costante primato mondiale di prodotti certificati (prodotti iscritti nel registro Ue come Dop, Igp e Stg) e dal volume dell’export. Lo confermano i dati del XII Rapporto Ismea Qualivita che indicano l’Italia quale leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue: 161 Dop, 106 Igp, 2 Stg. Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf, 48 organismi di certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici (campione di 150 prodotti). Se l’agroalimentare è un punto di forza per il nostro export, lo stesso non si può dire per i consumi interni dove si osserva per il 2013 un meccanismo di “concentrazione”: le prime dieci DOP e IGP generano infatti l’81% del fatturato. La crisi ha inoltre inciso sul fatturato al consumo sul mercato nazionale che registra un -­‐3,8%. Se l’attenzione all’alimentazione rappresenta da sempre una tradizione italiana, negli ultimi anni si osservano una riscoperta del valore culturale del cibo e una sempre maggiore centralità dei temi della qualità e della sicurezza alimentare. Lo dimostrano il crescente interesse nei confronti del rapporto tra cibo e territorio e la diffidenza verso l’industrializzazione eccessiva del settore agroalimentare. La diffusa esterofilia che ha caratterizzato buona parte della popolazione italiana negli anni relativamente recenti dell’invasione dei fast food sul modello americano prima e dell’etnico generico poi – indefinito e spesso di scarsa qualità – sembra ora in ribasso rispetto alla predilezione per il Made in Italy. Benché le diverse mode portino molti italiani alla sperimentazione culinaria e si affermino con innegabile successo – si pensi alla sushi-­‐mania degli ultimi anni –, la maggioranza dei nostri connazionali appare propensa ad affidarsi ai sapori nazionali, locali, regionali, come più certa garanzia di qualità e di affidabilità. Gli ultimi anni raccontano una innegabile diffusione della cultura del mangiar sano, amplificata dallo spazio su Tv e giornali dei consigli dei nutrizionisti. 1
Se i consumi alimentari rimangono fermi in questa difficile congiuntura, quelli di nicchia (biologici, di origine controllata e protetta, equo solidali, ecc.) segnano invece un incremento: nelle scelte di molti italiani la qualità prevale sulla quantità. Nell’ambito di questa tendenza va letta anche la crescita dei farmer markets e della spesa a km zero, il cui successo testimonia la sensibilità verso il rispetto della stagionalità dei prodotti. Lo dimostrano la sempre maggiore diffusione dei punti vendita in Italia che aderiscono alla Campagna Amica promossa da Coldiretti ed i Mercati della terra di Slow Food. Queste iniziative rappresentano il tentativo di riavvicinare città e campagna, di accorciare la filiera, di riscoprire prodotti di stagione e territorio, di promuovere consumi alimentari consapevoli e responsabili. I princìpi cardine sono il rispetto della stagionalità e la volontà di valorizzare le peculiarità del territorio. Non è un caso se questo settore dell’alimentare risulta meno in crisi rispetto agli altri. Come la maggiore attenzione al biologico, in parte ciò può essere conseguenza dei frequenti scandali alimentari che tanto risalto hanno avuto sui media. Sta quindi emergendo una rinnovata cultura del cibo. È una mentalità che si può definire Slow food – come l’associazione internazionale fondata in Italia da Carlo Petrini in contrapposizione allo stile alimentare del Fast food, la cui filosofia si basa sull'educazione al gusto, al piacere del cibo, alla difesa delle tradizioni agricole locali dall’omologazione e dalle manipolazioni genetiche. I consumatori Slow food sono la parte più istruita ed esigente della popolazione, con una buona percentuale di giovani: consultano le guide cartacee ed online ai locali di ristorazione, praticano il turismo enogastronomico, si interessano ai percorsi del gusto, partecipano a degustazioni, mangiano cibo biologico con una buona frequenza. Prestano inoltre attenzione alla dimensione etica e dimostrano fiducia nelle associazioni dei consumatori. Lo dimostra anche il successo di Eataly, supermarket degli alimenti di alta qualità, legati al territorio, che continua a moltiplicare i propri punti vendita. Questa diffusione anche presso le masse di una più consapevole cultura dell’alimentazione trova espressione anche nel rinnovato interesse verso i mercati in città, nel successo degli itinerari enogastronomici in cui il turismo sposa sempre più spesso il piacere della buona tavola (con i prodotti locali) e dell’agriturismo. Anche sul fronte dell’offerta ristorativa si possono osservare tendenze coerenti con questa crescente ricerca di qualità. Nascono e si moltiplicano i concept food, locali estremamente specializzati che offrono un unico tipo di alimento (hamburger, pesce, baguette, panini, ecc.), in ogni versione e con l’obiettivo della massima qualità. E divengono sempre più frequenti in questi locali le indicazioni, in evidenza per i consumatori, delle materie prime con la loro origine geografica, il marchio, l’etichetta che ne richiama l’eccellenza. I CONSUMI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI
Gli italiani si affidano sempre più al raziocinio e sempre meno all’istinto per i loro acquisti. La difficile congiuntura economica sta cambiando le abitudini di 2
spesa delle famiglie, non solo per le ragioni più scontate legate all’incertezza sul futuro e al calo del reddito disponibile, ma anche a seguito di un ripensamento più generale nelle scelte di consumo. Le crisi sono sempre state occasione di rinnovamento profondo e, anche questa volta, dalla difficoltà sembra emergere l’obiettivo di uno stile di vita più sostenibile. Gli italiani spendono con più attenzione perché diventano più esigenti: alla ricerca di prodotti più efficienti, durevoli. In una parola, si tende alla qualità. Un concetto che vale nei diversi settori, dall’innovazione tecnologica ai comparti più tradizionali, come quello alimentare. Gli acquisti in periodi di crisi sono dunque più “essenziali”. Si scarta il superfluo per concentrarsi su ciò che è indispensabile o su ciò che possa assicurare benessere e salute. Si ritorna alle preparazioni fatte in casa mentre si riducono le merendine industriali; si predilige acqua di fonte o spremute artigianali rispetto a bevande gassate; si scelgono confezioni più piccole per ridurre lo spreco. E, contemporaneamente, si acquistano più prodotti legati al biologico, alla filiera corta e di maggiore freschezza. In sostanza, il motto della spesa alimentare sembra essere: comprare meno, senza rinunciare alla buona tavola e alla qualità. Risulta in aumento la vendita dei prodotti più economici e di quelli di alta qualità, in calo quella di tutti i prodotti di fascia intermedia. Anche il settore alimentare, dunque, tradizionalmente anticiclico e quindi impermeabile ai periodi di crisi economica, negli anni più recenti sta invece facendo registrare una battuta d’arresto. Il comparto ha in parte subìto le conseguenze della crisi economica, pur mantenendosi decisamente più solido rispetto agli altri settori industriali. Gli ultimi dati Eurispes parlano di una riduzione generalizzata di quasi tutti i tipi di spesa, indice di una condizione di sofferenza delle famiglie. In un contesto di crisi tangibile i comparti nei quali la quasi totalità degli italiani si sono impegnati per risparmiare sono in primo luogo quelli del superfluo – regali, pasti fuori casa, tempo libero. Rispetto a tutti questi àmbiti, per i prodotti alimentari si riscontra una maggiore resistenza a risparmiare a scapito della qualità, tuttavia la maggioranza afferma di averlo fatto. Nell’ultimo anno l’81,7% degli italiani ha cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente, il 70,9% ha cercato punti vendita più economici per l’acquisto di prodotti alimentari. Le difficoltà economiche sembrano aver modificato molte abitudini della vita quotidiana degli italiani, anche in àmbito alimentare, inducendo la maggioranza a prestare attenzione ai propri comportamenti di spesa ed adottare accorgimenti per limitare gli sprechi, anche in settori apparentemente poco rilevanti. I RISULTATI DELL’INDAGINE EURISPES
L’Eurispes ha indagato i comportamenti di acquisto di un campione rappresentativo di cittadini italiani nell’ambito dei prodotti alimentari Made in Italy e di qualità. 3
La grandissima maggioranza degli italiani (84,5%) nei propri consumi alimentari privilegia prodotti Made in italy. Ben l’80% controlla inoltre l’etichettatura e la provenienza dei prodotti alimentari che acquista. Meno frequente risulta l’abitudine di acquistare spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc: afferma di farlo meno della metà del campione (43,8%). Più di un terzo (34,4%) compra spesso prodotti alimentari biologici. Oltre un terzo degli intervistati dichiara invece di scegliere i prodotti più economici indipendentemente dalla loro provenienza (34,8%). La quasi totalità degli italiani afferma di preferire gli alimenti di origine italiana, garanzia a loro avviso di qualità e di sicurezza ed espressione di un territorio in grado di produrre una varietà senza pari di eccellenze nel settore. Gli intervistati si presentano inoltre come consumatori quasi sempre attenti alle caratteristiche dei prodotti, come testimonia l’abitudine di leggere le informazioni riportate sulle etichette. D’altra parte, l’acquisto dei prodotti di eccellenza – quelli con marchio e quelli biologici – è un’abitudine ancora minoritaria, almeno in parte, si può presumere, per ragioni di costo. Non sono pochi gli italiani che nei propri consumi alimentari si dimostrano orientati non alla qualità ma al risparmio, scegliendo sempre l’offerta più economica senza tener conto della provenienza. Si tratta senza dubbio di una quota di consumatori lievitata nel corso di questi anni di pressante crisi economica. TABELLA 1
Acquistando prodotti alimentari
Anni 2015 e 2012
Valori percentuali
Acquistando prodotti alimentari
Privilegio i prodotti made in Italy
Compro spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc
Compro spesso prodotti biologici
Controllo l’etichettatura e la provenienza dei prodotti
Indipendentemente dalla provenienza scelgo i
prodotti più economici
Fonte: Eurispes.
Sì
No
Totale
84,5
43,8
34,4
80,0
15,5
56,2
65,6
20,0
100,0
100,0
100,0
100,0
34,8
65,2
100,0
Mettendo a confronto le risposte fornite quest’anno con quelle del 2012 emerge una maggiore propensione degli italiani a scegliere gli alimenti Made in Italy: lo fa l’84,5% contro il 77,6% di tre anni fa. Sono in aumento anche i soggetti che controllano etichettatura e provenienza dei prodotti (80% contro 76,8%). Sebbene raccolga quasi il 50% consumatori, non si riscontra invece una accresciuta ricerca della qualità per quanto riguarda l’acquisto di prodotti con marchio Dop, Igp, Doc (dal 43,8% del 2012 al 46,4% del 2015). Sono inoltre in lieve aumento i consumatori che affermano di scegliere in ogni caso gli alimenti più economici, indipendentemente dalla loro provenienza (passati dal 30,7% al 34,8%). 4
TABELLA 2
Acquistando prodotti alimentari
Anno 2015
Valori percentuali
Acquistando prodotti alimentari
2015
2012
Privilegio i prodotti made in Italy
Compro spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc
Compro spesso prodotti biologici
Controllo l’etichettatura e la provenienza dei prodotti
Indipendentemente dalla provenienza scelgo i prodotti più
economici
84,5
43,8
34,4
80,0
77,6
46,4
76,8
34,8
30,7
Fonte: Eurispes.
I 18-­‐24enni si distinguono rispetto alle fasce d’età più elevate per la minore propensione ad acquistare in modo privilegiato i prodotti alimentari Made in Italy: dichiara di farlo il 69,6%, contro percentuali superiori all’85% di tutte le altre classi di età. Le diverse fasce d’età si differenziano, rispetto all’acquisto di prodotti alimentari con marchio d’origine, per la percentuale lievemente inferiore alla media di anziani e giovanissimi che affermano di comprarli spesso (39,6% dai 65 anni in su e 41,3% dai 18 ai 24 anni). I giovanissimi sono meno abituati, rispetto agli altri, a controllare l’etichettatura e la provenienza dei prodotti alimentari (70,7%, a fronte di una media dell’80%). I ragazzi più giovani sono anche quelli che in percentuale maggiore, rispetto alle altre fasce d’età, affermano di privilegiare gli alimenti più economici indipendentemente dalla provenienza (40,2%).Si nota dunque nei ragazzi una minore attenzione alla qualità ed alla provenienza italiana degli alimenti, rispetto agli adulti. Non si tratta probabilmente soltanto di minori disponibilità economiche dei più giovani, ma anche di una consapevolezza dell’importanza della qualità e del valore dei prodotti del territorio italiano che evidentemente cresce con gli anni. TABELLA 3
Acquistando prodotti alimentari. Per fasce d’età
Anno 2015
Valori percentuali
Acquistando prodotti alimentari
Privilegio i prodotti made in Italy
Compro spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc
Compro spesso prodotti biologici
Controllo l’etichettatura e la provenienza dei prodotti
Indipendentemente dalla provenienza scelgo i prodotti più
economici
Fasce d’età
Risposte
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
18-24
anni
69,6
30,4
100,0
41,3
58,7
100,0
35,9
64,1
100,0
70,7
29,3
100,0
40,2
59,8
100,0
25-34
anni
85,8
14,2
100,0
45,2
54,8
100,0
31,0
69,0
100,0
80,6
19,4
100,0
36,8
63,2
100,0
35-44
anni
85,9
14,1
100,0
47,9
52,1
100,0
34,4
65,6
100,0
80,7
19,3
100,0
32,3
67,7
100,0
45-64
anni
85,9
14,1
100,0
44,3
55,7
100,0
35,3
64,7
100,0
80,2
19,8
100,0
34,0
66,0
100,0
Oltre 65
anni
86,0
14,0
100,0
39,6
60,4
100,0
34,5
65,5
100,0
82,6
17,4
100,0
34,9
65,1
100,0
Fonte: Eurispes.
5
L’abitudine di privilegiare i prodotti alimentari Made in Italy risulta radicata in tutte le aree geografiche del Paese, ma in particolare nelle Isole (89,1%) ed al Nord-­‐Ovest (88,8%). Un valore lievemente più contenuto si registra al Nord-­‐Est (78,6%). Al Nord-­‐Ovest si registra il primato per l’acquisto di prodotti con marchio Dop, Igp e Doc (68%). Un valore decisamente basso si trova invece al Sud (17,3%); inferiore alla media anche il 34,4% delle Isole. Una tendenza simile si rileva per l’acquisto di prodotti biologici: anche in questo caso il primato spetta al Nord-­‐
Ovest (55,4%) ed il valore più basso al Sud (13,3%). Esaminando invece le percentuali relative alla scelta di privilegiare i prodotti più economici indipendentemente dalla loro provenienza, il Sud si distingue per un elevato 62,9%, in controtendenza rispetto alle altre aree geografiche, dove questa tendenza rimane minoritaria (37,2% al Centro, 22,9% al Nord-­‐Est, 22,7% al Nord-­‐
Ovest, 21,1% nelle Isole – dove infatti l’89,1% riferisce di preferire il Made in Italy). TABELLA 4
Acquistando prodotti alimentari. Per area geografica
Anno 2015
Valori percentuali
Area geografica
Acquistando prodotti alimentari
Privilegio i prodotti made in Italy
Compro spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc
Compro spesso prodotti biologici
Controllo l’etichettatura e la provenienza dei prodotti
Indipendentemente dalla provenienza scelgo i prodotti più economici
Risposte
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
NordOvest
88,8
11,2
100,0
68,0
32,0
100,0
55,4
44,6
100,0
86,2
13,8
100,0
22,7
77,3
100,0
NordEst
78,6
21,4
100,0
46,8
53,2
100,0
37,8
62,2
100,0
84,6
15,4
100,0
22,9
77,1
100,0
Centro
82,7
17,3
100,0
46,9
53,1
100,0
30,1
69,9
100,0
69,4
30,6
100,0
37,2
62,8
100,0
Sud
83,5
16,5
100,0
17,3
82,7
100,0
13,3
86,7
100,0
78,2
21,8
100,0
62,9
37,1
100,0
Isole
89,1
10,9
100,0
34,4
65,6
100,0
32,0
68,0
100,0
79,7
20,3
100,0
21,1
78,9
100,0
Fonte: Eurispes.
Sono numerosi soprattutto tra gli intervistati con livello di istruzione medio-­‐
alto i soggetti che privilegiano il Made in Italy nei consumi alimentari: l’88,2% dei laureati/possessori di master e l’86,6% dei diplomati, a fronte del 76,1% dei possessori di licenza media ed il 67,9% dei privi di titolo o possessori di licenza elementare. È d’altra parte interessante notare come in tutti i livelli di istruzione la maggioranza dei soggetti sia sensibile alla provenienza nazionale degli alimenti. La tendenza appare ancora più evidente rispetto al consumo frequente di prodotti con marchio Dop, Igp e Doc: la percentuale aumenta all’aumentare del titolo di studio passando dal modesto 13% di chi non ha titolo o ha la licenza 6
elementare al 31,3% di chi ha la licenza media, al 46,6% dei diplomati ed il 51% dei laureati. Risultati analoghi per il consumo regolare di prodotti biologici: dal 17% di chi possiede il livello di istruzione più basso al 23,3% di chi ha la licenza media, al 37,4% dei diplomati ed il 38,2% dei laureati. In questo caso, nonostante il trend crescente in relazione al titolo di studio, i valori si stabilizzano tra diplomati e laureati poco sopra un terzo del campione. Al un maggiore titolo di studio corrisponde anche una crescente scrupolosità nel controllo dell’etichetta e della provenienza degli alimenti: 60,4% tra privi di titolo e possessori di licenza elementare; 70,6% tra i possessori di licenza media, 80,2% tra i diplomati, 88,5% tra i laureati. Tra gli intervistati senza titolo di studio o con la licenza elementare prevalgono, con il 67,9%, coloro che affermano di scegliere i prodotti alimentari più economici indipendentemente dalla loro provenienza geografica. La quota scende al 40,5% tra i possessori di licenza media ed al 33% tra i diplomati, fino al 29,1% tra i laureati. Si può affermare che, in generale, ad un più elevato livello di istruzione corrisponde anche una maggiore attenzione alla provenienza nazionale e alla qualità degli alimenti. TABELLA 5 Acquistando prodotti alimentari. Per titolo di studio
Anno 2015
Valori percentuali
Acquistando prodotti alimentari
Privilegio i prodotti made in Italy
Compro spesso prodotti con marchio
Dop, Igp, Doc
Compro spesso prodotti biologici
Controllo l’etichettatura e la
provenienza dei prodotti
Indipendentemente dalla provenienza
scelgo i prodotti più economici
Risposte
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Nessuno/
licenza elementare
67,9
32,1
100,0
13,2
86,8
100,0
17,0
83,0
100,0
60,4
39,6
100,0
67,9
32,1
100,0
Titolo di studio
Diploma di
maturità
76,1
86,6
23,9
13,4
100,0
100,0
31,3
46,6
68,7
53,4
100,0
100,0
23,3
37,4
76,7
62,6
100,0
100,0
70,6
80,2
29,4
19,8
100,0
100,0
40,5
33,0
59,5
67,0
100,0
100,0
Licenza media
Laurea/mast
er
88,2
11,8
100,0
51,0
49,0
100,0
38,2
61,8
100,0
88,5
11,5
100,0
29,1
70,9
100,0
Fonte: Eurispes.
L’insieme dei risultati conferma come, nonostante la difficile congiuntura economica, la cultura degli alimenti di qualità e della buona cucina sia ancora fortemente radicata, come da tradizione, nel nostro Paese. Per le fasce di popolazione in maggiore difficoltà, d’altra parte, si osserva un innegabile abbassamento della qualità dei cibi consumati. Ne è prova la fioritura nelle città italiane di negozi – soprattutto di frutta e verdura – caratterizzati da prezzi bassi e qualità scadente. 7
Aperti 24 ore su 24, con un’offerta di prodotti di seconda scelta, spesso sottoposti a controlli scarsi o con standard bassi, sostituiscono oggi molti piccoli negozi italiani. L’analisi dei dati scorporati per tipologia familiare mette in luce una particolare attenzione da parte delle coppie con figli nei consumi alimentari. Più spesso delle altre categorie considerante, infatti, indicano di privilegiare prodotti Made in Italy, di acquistare con frequenza prodotti DOP, Igp e Doc, ma anche prodotti bio; soprattutto hanno un’attenzione particolare per l’etichettatura. Mentre invece la voce che indica l’acquisto di prodotti perché più economici senza badare alla provenienza trova maggiore riscontro tra le tipologie familiari monogenitoriali (50%) e tra i single (42,6%). TABELLA 6 Acquistando prodotti alimentari. Per tipologia familiare
Anno 2015
Valori percentuali
Acquistando prodotti
alimentari
Privilegio i prodotti made in
Italy
Compro spesso prodotti con
marchio Dop, Igp, Doc
Compro spesso prodotti
biologici
Controllo l’etichettatura e la
provenienza dei prodotti
Indipendentemente dalla
provenienza scelgo i prodotti
più economici
Fonte: Eurispes.
8
Tipologia familiare
Risposte
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Sì
No
Totale
Single
80,9
19,1
100,0
38,9
61,1
100,0
33,0
67,0
100,0
78,9
21,1
100,0
42,6
57,4
100,0
Coppia senza figli
84,5
15,5
100,0
46,9
53,1
100,0
34,3
65,7
100,0
76,8
23,2
100,0
33,8
66,2
100,0
Coppia con figli
87,0
13,0
100,0
48,5
51,5
100,0
36,8
63,2
100,0
82,8
17,2
100,0
28,7
71,3
100,0
Monogenitore/ altra
tipologia
81,5
18,5
100,0
16,7
83,3
100,0
20,4
79,6
100,0
74,1
25,9
100,0
50,0
50,0
100,0