Giustizia e Libertà

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Giustizia e Libertà
W W W . G I U S T I Z I A - e- LIBERTA.CO M
Anno 2 - n° 45
5 Dicembre 2003
Giustizia e Libertà
Distribuzione telematica
Periodico politico indipendente
Copia gratuita
Previti condannato
Ripensando Pertini
GL
(a pagina 2, 3)
Sabina Guzzanti
Oggi come oggi è noto solo il dispositivo della sentenza, e noi fedelmente lo riportiamo, quando saranno note le motivazioni, come già avvenne
per il primo processo, sarà nostra cura riportarle, anche se solo in parte.
di Alessandro Menchinelli
(a pagina 2, 3)
Previti esulta ...
di Mirella Fera
(a pagina 4)
L’Italia appoggia Sabina
L’Italia contro Gasparri
di A.R.
(a pagina 2, 3, 11)
(a pagina 4)
23 novembre 2003,
Ottimisti per forza
"In nome del popolo italiano il
Tribunale di Milano, prima
sezione penale, all'udienza del
22 novembre 2003 ha pronunciato la seguente sentenza:
visti gli articoli 533, 535 del
codice di procedura penale
dichiara Pacifico Attilio, Previti Cesare e Squillante Renato, responsabili del reato loro
ascritto al capo A ed esclusa la
continuazione interna e qualificato il fatto nei confronti di Pacifico e Previti come violazione
degli articoli 319 e 321 del codice penale condanna Pacifico
Attilio alla pena di 4 anni di
reclusione, di Previti Cesare
alla pena di anni 5 di reclusione, Squillante Renato alla pena
di anni 8 di reclusione e tutti i
(Continua a pagina 9)
di Jacopo Fo, da http://www.alcatraz.it)
(a pagina 6)
Bocciato Previti
di Liana Milella, www.Larepubblica online
(a pagina 7, 18 )
Intervista a D’Ambrosio
di Marco Mensurati da www.laRepubblica
(a pagina 8)
Una doverosa
precisazione
di Salvatore Camaioni, www.listasinistra.it
(a pagina 9, 18)
La Toga
Paola Di Nicola, magistrato
(a pagina 10, 11)
Parlando di pace facendo
la guerra
di Alessandro Blasetti
(a pagina 12)
All’Eu, tutti giustificati
Paolo Di Roberto
(a pagina 13)
27 novembre 1962, J.F.K.
di Alessandro Rizzo
(a pagina 14, 15)
Tutto per bene ...
di Bruna Gazzelloni
(a pagina 16)
Film: Era notte a Roma
di Fiore di Cactus
(a pagina 17)
Adesso ho capito ! !
di AnnaMaria
Il nostro premier, Silvio Berlusconi
da Arcore soffre di un complesso di
inferiorità, psicologica ed intellettuale nei confronti dei grandi della
terra.
È per questo che, nella foga parossistica di accreditarsi nei confronti di
costoro, ne combina di tutti i colori.
Di fronte ad una costernata ed allibbita platea di giornalisti, a precisa
domanda di un giornalista di "Le
Monde” rivolta a Putin sul caso Jukos e sui diritti umani in Cecenia,il
cavaliere ha perso il controllo.
Da vassallo qual’é si é prostrato ai
piedi di Putin rispondendo in sua
vece difendendolo a spada tratta e
definendo il caso Jukos un semplice
caso di corruzione e la Cecenia un
covo di terroristi ai cui attentati la
Russia ha risposto con l’offertà di
elezioni democratiche.
Il tutto ponendo a protezione fisica
braccio sul braccio dello smarrito
ed incredulo Putin.
(Continua a pagina 8)
Giustizia e Libertà
Ripensando a
Sandro Pertini
di GL
Chi sa perché mi è venuto in mente
Sandro Pertini, amatissimo e mai
dimenticato Presidente della Repubblica. Presidente, lui sì, di tutti gli
italiani !
Lo rivedo con la sua inseparabile pipa, con i suoi occhiali spessi che però
non gli impedivano di vedere; probabilmente collegati ad un impianto
acustico che, certamente, non gli impediva di sentire e, soprattutto di capire.
Si, io credo che lui vedesse, capisse e
sentisse soprattutto la voce del popolo, di quegli italiani che riponevano
in lui una fiducia illimitata, sentendosi, come erano, rappresentati al meglio, tutelati
dalle istituzioni mai venute meno,
per merito di chi, supremo garante ne
verificava la correttezza.
Bei tempi, tempi di coraggio, di statura morale, tempi irripetibili.
Pertini aveva un background politico
di grande spessore ma non aveva,
credo, la bramosia del potere appartenente a molti politici di oggi.
Una volta assurto al massimo livello
istituzionale, si è distinto per equanimità e severità di giudizi.
La sua non più tenera età lo aveva
messo nella condizione di essere sottovalutato da una parte della classe
politica con la quale, lui, scevro da
condizionamenti politici, era stato
critico.
Il popolo, invece, lo ha amato svisceratamente rendendolo insostituibile
nell’immaginario collettivo.
Nei momenti delle decisioni importanti gli italiani sapevano che avrebbe scelto per il meglio, senza condizionamenti o pressioni di sorta.
La sua integrità morale lo metteva al
riparo dagli attacchi dei “falchi del
potere”, dagli “arrampicatori
dell’Azienda-Stato”.
Siamo certi che, se fosse stato ancora
con noi, non avremmo avuto dubbi.
Avrebbe operato nell’interesse di
tutti, non dei singoli.
Avrebbe rispettato la Costituzione
che aveva contribuito a redigere.
In una parola, avrebbe agito da Presi-
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SABINA GUZZANTI
di Alessandro Menchinelli
Il processo aperto dai
dirigenti Rai, e da chi
sta loro dietro, contro
Sabina Guzzanti, dopo la prima puntata di
Raiot, non è solo una
conferma della pratica
della censura, ma anche una manifestazione di spavalda ignoranza.
I consiglieri Rai ed il
direttore Cattaneo, i
loro fiancheggiatori
esterni, oltre naturalmente i loro superiori
interessati, hanno sostenuto che quella di
Sabina Guzzanti non
era un opera satirica,
ma un espediente per
far passare in modo
improprio una semplice controinformazione.
Per loro la satira sarebbe una cosa e
l’informazione sareb-
be un’altra, del tutto
diversa.
L’informazione sarebbe compito di altri
e non di chi è preposto a divertire e che,
per assolvere a questo
compito, può anche
essere tollerato per
l’audacia pungente
diretta contro i potere.
Ma solo per ridere e
non per altro, e tanto
meno per informare.
Anche in un commento apparso su “La
Repubblica” si fa risalire una caduta di efficacia satirica del lavoro della Guzzanti,
in quella parte in cui
ella avrebbe ceduto
alla tentazione di fare
informazione, anziché
spettacolo.
Ora è proprio questa
distinzione che si
vuole netta, fra satira
e informazione, che
lascia francamente
perplessi, per non dire
altro.
Tutti i grandi mezzi di
comunicazione, gestiti da professionisti
dell’informazione,
come sono i giornalisti, quando quotidianamente sfornano il
loro prodotto, presentano in mezzo ai servizi ed agli articoli, la
finestra della satira. In
(Continua a pagina3)
L’Italia appoggia la Guzzanti
di A.R.
No CensureRAI: l’Italia dei movimenti, della
società civile è scesa in
piazza, in diverse città,
per manifestare contro
un nuovo provvedimento che mette in ginocchio lo spirito democratico e di stato di
diritto della nostra Repubblica: la sospensione, voluta dal consiglio
di amministrazione
RAI, dello spettacolo,
seguito da milioni di
utenti, di Sabina Guzzanti “Raiot – prove di
distrazione di massa”.
L’opposizione, tramite i
propri rappresentanti,
ha inviato un messaggio di solidarietà a Sabina Guzzanti in nome
della tutela e della dife-
sa della libertà di espressione e di satira: in
questa RAI del governo
di centrodestra il diritto
al dissenso e alla critica
non trova spazio. Si
promettono nuove mobilitazioni future per
esprimere la generale
indignazione contro atti
che limitano fortemente
la libertà e il pluralismo
mediatico e che provvedono a istituire legalmente forme di tutela
degli interessi del capo
dell’esecutivo, detenente l’85% dei mezzi di
informazione nazionali
e il 90% della proprietà
delle agenzie pubblicitarie, lasciando totalmente sospesa la questione grave riguardante
il conflitto.
ROMA
Un lungo serpentone
davanti all’Auditorium
di Roma, fuori di cancelli, di 1500 forse 2000 persone, per tutto il
Viale De Coubertin fino ad arrivare al Palazzotto dello Sport di
Viale Tiziano ha testimoniato che la Sala
Santa Cecilia era piena
di cittadini e di spettatori.
All’appuntamento erano presenti in palco Paolo Rossi, Serena Dandini, Fiorella Mannoia,
Dario Fo e Daniele Luttazzi. Vi è stata anche la
partecipazione di Paolo
Serventi Longhi, segre(Continua a pagina3)
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(Continua da pagina 2)
(Continua da pagina 2)
Sabina Guzzanti
Ricordando Pertini
ragione del loro mestiere di informatori
essi non relegano la
satira nell’angolo della risata, ma la mettono ben in evidenza in
prima pagina, proprio
come chiave di lettura
della loro informazione.
una
espressione
dell’arte e se questa è
una continua sincera
ricerca della verità,
senza compromessi di
nessun genere, solo
ottusi commentatori
possono sostenere poi
che la satira ha il solo
fine di divertire, di far
ridere.
Del resto la satira come strumento di informazione era ben
conosciuta anche dal
monarca medioevale
che adottava e proteggeva il buffone di corte. Nei suoi spettacoli,
scherzando e ridendo,
Tartarin di Tarascona
poteva far capire il
nocciolo della verità,
che il monarca voleva
conoscere e che i suoi
consiglieri di corte
volevano tenergli nascosta.
Se infatti la satira è
Costoro sarebbero
anche capaci, per non
smentirsi, di sostenere
che un’opera d’arte in
chiave drammatica ha
il solo fine di far
piangere.
Per loro si riduce a
non essere concepibile, e perciò dovrebbe
essere bandita, l’arte
per stimolare e diffondere riflessioni, per
far pensare, per far
capire, per vedere ol- Alessandro
tre ciò che appare.
Menchinelli
Qui si vuole prescin-
(Continua da pagina 2)
L’Italia appoggia la Guzzanti
tario dell’FNSI, di Serena Dandini, padrona
di casa, di Michele
Santoro, di Federico
Orlando, e del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. Alla fine
della kermesse sulla
satira Serena Dandini
ha letto pubblicamente
la diffida del consiglio
di amministrazione della RAI dove viene denunciato severamente il
comportamento di Sabina Guzzanti che ha
utilizzato altrove testi,
energie e attori per realizzare un programma
che è della RAI. Ma
pronta e ad effetto è
stata la risposta della
diretta interessata: dopo
aver censurato il mio
programma la Rai vuo-
le censurate anche il
mio pubblico. Ma ha
scelto un nemico troppo forte.
Ed ecco una breve lista
di città -tra le tanteche hanno voluto manifestare il loro appoggio
a Sabina Guzzanti.
ANCONA, REGGIO
EMILIA e MODENA
Sono stati i Circoli
dell’ARCI locali che
hanno deciso per la domenica di non trasmetter ela consueta partita
di calcio serale, am di
dare spazio dovuto allo
spettacolo contro la
censura e per la libertà
di satira di Sabina Guzzanti. Le sale dei circoli
erano piene di persone
che hanno potuto vede-
dere dal valore artistico da attribuire al lavoro di Sabina Guzzanti, ci si vuole astenere dal dare voti
sull’opera in sé e lasciamo questo compito ad altri. Qui si
vuole però affermare
con forza che gli argomenti su cui si sono
incentrate le “accuse”
contro quell’opera
sono argomenti falsi e
oscurantisti, buttati
giù alla rinfusa, tanto
per impedire in linea
di principio lo svolgimento di un campo di
riflessioni aperte alla
verità, quella che si
vuole tenacemente
tener nascosta.
Quegli argomenti non
possono essere accettati.
3
dente.
Che garanzie hanno oggi gli italiani,
soprattutto, che garanzie vogliono
avere ?
Si tappano le orecchie per non sentire i richiami delle sirene di Ulisse o
si lasciano sedurre da esse ?
Tutti siamo condizionati dalla pubblicità che indirizza le nostre scelte,
soprattutto se i messaggi sono insistenti ed a largo raggio e spesso subliminali.
La psiche è una spugna che assorbe
ogni cosa in specie se il soggetto
bombardato ha una debole capacità
di autodifesa.
Va da sé quindi, che il messaggio
pubblicitario è tanto più forte quanto
più lo si vuole recepire.
Nell’era della multimedialità quindi
tale messaggio condiziona inevitabilmente le scelte.
Ricordo Sandro Pertini con nostalgia, la nostalgia di ciò che rappresentava: Giustizia, Correttezza Istituzionale, Fermezza, Coraggio, Senso
dello Stato.
E’ singolare, ma non troppo, che nei
discorsi pomposi e ridondanti di
“iperbole” dei nostri politici non ci
sia mai un riferimento alla sua persona, citata una frase delle sue, un penre e seguire una mani- siero grato per la sua presidenza.
festazione artistica contro il provvedimento Era certamente troppo giusto, troppo
autoritario del Consi- serio, troppo istituzionale, per allocaglio di Amministrazio- re nelle mediocri menti dei nostri
ne della RAI.
attuali politici i valori da lui perseguiBOLOGNA
ti sono oggi desueti e retorici.
Anche a Bologna la
mobilitazione ha avuto Oggi, come dice Previti, «si attacca
il
suo
seguito. non ci si difende», chi se ne frega
All’Arena del Sole di- delle regole, è roba per gente per beverse persone si sono ne.
riversate e molte sono
rimaste fuori dalla por- Nutro la speranza che il fantasma di
ta, seguendo ugualmen- Pertini si aggiri tra le mura del Quirite lo spettacolo, proiet- nale per suggerire all’attuale inquilitato dagli schermi. Il no, senza mezzi termini come era
comitato organizzatore uso fare, il comportamento giusto nel
dei movimenti si di- momento delle grandi decisioni.
spiace per non aver potuto, per difficoltà og- Che Sandro ci aiuti e, in maniera laigettive, reperire uno ca, ci protegga.
spazio più ampio: la
manifestazione è riusci- GL
(Continua a pagina11)
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Previti esulta: solo cinque anni
Il merito per i rtisultati di questo processo è vero che vanno al “collegio giudicnte”, ma non si può sottacere l’impegno al limite delle
posibilità umane profuso dai PM, tra cui emergeva per la sua forza di carattere, la tenacia e l’ incisività dei suoi interventi Ilda Boccassini - Onore e merito va a Stefania Ariosto, la ben nota “teste Omega, che con le sue dichiarazioni ha dato modo che si impiantesse il
processo, teste sempre più vituperato -non sempre in termini “legali”- dalla difesa e da tutti i comprimari, cavaliere compreso . Stefania Ariosto che nonostante le innumerevoli minacce subite (perché non ricordare la molotov lanciata contro il suo studio all’indomani
della sentenza ?) ha, con coraggio ,sempre tirato diritto per la sua strada.
di Mirella Fera
Il sipario è calato sul primo atto.
Breve riassunto dello
spettacolo fin qui eseguito: a conclusione del processo, detto Sme, l’imputato Previti Cesare è
stato condannato a cinque anni di reclusione
per essere stato riconosciuto colpevole di
“corruzione semplice”,
cioè per aver corrotto
esponenti della magistratura romana, a ciò va aggiunta la condanna a undici anni precedentemente raccolta a conclusione
del processo detto Imi
Sir – Lodo Mondatori;
totale sedici anni.
Evviva !
Esulta Previti, esulta il
Collegio di difesa ed esulta la Maggioranza forzaitaliota che si affanna
a dire che questa sentenza scagiona totalmente
Berlusconi.
Saranno ragionamenti
troppo sublimi per i comuni mortali, ma sinceramente non si riesce a
capire di cosa si possa
essere felici.
Avere la spada di Damocle di ben sedici anni da
scontare nelle patrie galere, se al processo d’
appello la condanna venisse confermata ?
Essere “corruttore
semplice” anziché
“corruttore aggravato”?
Ma che, è un avanzamento di carriera ?
Berlusconi innocente ?
Glielo auguriamo, ma
per essere dichiarati innocenti, finora, ci voleva
una sentenza emessa da
un tribunale giudicante.
la severità della toga, le
sue collane e gli splendidi, grandi orecchini.
Ci piace cogliere nella
chioma ribelle quasi il
Saranno cambiate le co- segno di un’indomabilità
se senza che ce ne siamo del carattere.
accorti ?
Ci piace il suo sguardo
Molti sono gli interroga- acuto e serio.
tivi, se seguiamo le dichiarazioni succedutesi. Quando l’inchiesta coRischiamo davvero di minciò, circa dieci anni
perderci la testa e, ancor fa, fu incaricata di conpiù, possiamo dire addio trollare la veridicità delle
al buonsenso.
dichiarazioni di Stefania
L’intelligenza, il buon- Ariosto, la teste omega, e
senso e la statura morale, la conclusione fu
però, c’erano in quei l’arresto, nel marzo ’96
processi; li ha mostrati del gip.di Roma, Renato
chiaramente il Tribunale Squillante.
di Milano, che con serietà e grande professio- Anche il coraggio civile
nalità è riuscito ad anda- dell’Ariosto, la denuncia
re avanti fino in fondo, di un mondo corrotto e
concludendo i due dibat- fuori dalla realtà sociale,
timenti malgrado gli o- è stato demonizzato e
stacoli infiniti posti dalla concretamente minacciadifesa.
to da un certo altro mondo che, pur restando nell’
Giornali e tg ci hanno anonimato, della corretmostrato in particolare le tezza e del bene comune
immagini dei due p.m. non fa suo vanto.
Gherardo Colombo e Due donne il cui destino
Ilda Boccassini.
per un attimo si incrocia
Serio e pensoso, il pri- e che hanno la tenacia di
mo, determinata e ferma arrivare diritte allo scoil secondo.
po; quello del ripristino
Ci piace vederla, la Boc- della giustizia.
cassini, e ascoltare le sue
parole quando si scaglia Non è piaciuto, ad alcuni
contro la corruzione nel- personaggi, questo opela magistratura, ci sem- rare “testardo” e le critibra di cogliere un dolore che hanno echeggiato,
personale, quasi, nel do- nei giorni successivi alla
ver constatare che anche sentenza, tra un “gaudio
tra i suoi colleghi si anni- e l’altro” degli imputati
dano persone corruttibili di cui uno solo è risultato
e corrotte.
essere estraneo ai fatti.
E così l’Ariosto si è ritroCi piace il tocco di fem- vata con una molotov nel
minilità che traspare dal- suo ufficio e la Boccassi-
ni è stata aspramente criticata per una sua brillante intervista a la Repubblica, intervista presa a
pretesto per affermare la
politicizzazione (a sinistra naturalmente) dei
giudici, da taluno definiti
come “esseri antropologicamente diversi” (…e
questa poi ce la dovrebbe spiegare…), mentre
tutto l’iter processuale
non ha fatto che dimostrare l’autonomia dei
giudici medesimi e la
loro appartenenza al
”genere umano”, visto
che anche tra loro si annidano persone corrotte e
che anche a questi non è
stata
risparmiata
l’espiazione della colpa.
Giudici politicizzati o
politici giudicanti ?
Delle due la seconda,
come avrebbe detto un
censurato o censurando
autore satirico e cioè che
la politica si vuole sostituire alla magistratura,
altrimenti perché mai
l’ex imputato Previti dovrebbe gioire tanto per
essere stato condannato a
soli sedici anni di prigione?
Ma non lasciamoci confondere e torniamo al
buon senso augurando
alla bella Ilda Boccassini
dei buoni e meritati week
ends.
Con la nostra stima e il
nostro affetto.
Mirella Fera
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In Piazza contro la Gasparri
Quanto è accaduto in Italia dopo che le Camere hanno approvato il Testo di Legge tristemente noto anche come “LODO GASPARRI”
che mira a vieppiù imbavagliare i media e ad accrescere smpre di più il dominio (ed il patrimonio) del Cavalier Presidnte
di A.R.
La società civile, i movimenti e i partiti del centrosinistra sono scesi in piazza, ieri, 3 dicembre, per
esprimere il proprio forte
dissenso verso un nuovo
provvedimento fatto ad
personam per tutelare gli
interessi del padrone delle
ferriere, Silvio Berlusconi.
La legge Gasparri sulla
regolazione del sistema
radiotelevisivo è ormai legge dello stato: le conseguenze per il pluralismo
informativo e per la libertà
di espressione del pensiero
sono
devastanti.
L’incostituzionalità
dell’atto è, a detta di molti
insigni giuristi, tra cui il
liberale Sartori, evidente:
l’articolo 21 viene violato e
vengono disattese le sentenze della Corte che tutelano il carattere pubblico
del servizio radiotelevisivo
e che invitano rete 4 a lasciare spazio, andando sul
satellite, al concessionario,
da sempre illegittimamente
e illegalmente escluso
dall’etere, Europa 7. (v.
Giustizia e Libertà, a.2°,
n.29; “Il Signore che rubò
una televisione, anzi due”
di Dario fo e Franca Rame,
pag, 1-4)
ROMA
I girotondi si danno appuntamento a Piazza San Macuto alle 14,30 per vigilare
la Commissione di Garanzia della RAI che dovrà
dirimere il caso RAIOT.
Alle 18,30 movimenti, partiti e cittadini si ritrovano al
Pantheon per contestare
l’approvazione della legge
Gasparri. Dopo il successo
avuto con la messa in scena dello spettacolo di Sabina Guzzanti, il simbolo
della satira ritorna in piazza
per la libertà.
BARI
Davanti alla sede della
RAI regionale in via Dal-
mazia il Gruppo Oltre il
girotondo invita al presidio
di protesta contro la legge
Gasparri, con un singolare
annuncio:
“Non CENSURE…RAI,
ma nemmeno GASPAR…RAI !!”. In piazza ci sono non solo i movimenti, ma molti esponenti
dell’Ulivo locale e amministratori, nonché lavoratori dell’azienda pubblica.
nell’invito alla mobilitazione dei Girotondi di Bologna , viola gravemente la
Carta Costituzionale e la
democrazia.
FIRENZE
Tutti alla Stazione Santa
Maria Novella, presso la
pensilina Toraldo di Francia, nella piazza antistante,
per protestare insieme a
tanti cittadini della città di
Firenze e di tutto il Paese.
BAOBAB
Non se l'aspettava proprio il ministro Castelli
Dopo la votazione alla Camera, nella quale, alcuni
benemeriti franchi tiratori hanno affossato la sua
Riforma relativa ai tribunali minorili, attraversava
la piazza di Montecitorio con le ginocchia piegate,
senza quella spocchia che lo ha contraddistinto fino
all'evento.
Siamo grati a quegli anonimi giustizieri del ministro per avergli spento. momentaneamente quel tono arrogante con il quale sindacava tutto e tutti.
Forse per un po' la smetterà di praticare il suo sport
preferito, l'invio di ispettori nelle procure ita1iane,
con particolare attenzione a quella di Milano, in
particolari momenti e -absit injuria verbis- in coincidenza con i processi più famosi e scomodi a ...
Qualcuno.
Non so se il Senato boccerà, come la Camera questa indecente riforma, se lo farà molti bambini gliene saranno grati e con loro, tutti noi.
Manterrà le dimissioni preannunciate ?
Magari !
Ma poi, il Castelli, temendo che sarebbero state accettate ha dichiarato che solo La Lega poteva autorizzarlo a dimettersi ... !
Ci augureremmo solo che non si dimetta troppo
tardi in modo che per sostituir1o si facesse in tempo
a rendere disponibili Previti e Dell'Utri.
con l'aria che tira …
AM
BOLOGNA
Piazza San Macuto è invasa da una discreta folla di
persone, cittadini, associazioni, movimenti ed esponenti di partiti e sindacati
indignati contro un atto
che, secondo le fondate
motivazioni addotte
La mobilitazione viene indetta dai movimenti locali
e dai partiti del centrosinistra ed è finalizzata a esprimere dissenso contro la
legge ad personam della
“sartoria” Gasparri e contro la censura dello spettacolo satirico RAIOT.
GENOVA
“Per l’avvento della libertà
di informazione”: con questo motivo i movimenti di
Genova chiamano a raccolta la cittadinanza in
piazza contro la legge Gasparri a Largo Eros Lanfranco - Via Roma, davanti
alla Prefettura. A organizzare la manifestazione vi è
una gran parte del mondo
accademico, tra cui il Movimento Università Opinione.
MILANO
Sindacati della Carta Stampata e della comunicazione, partiti dell’opposizione,
movimenti, associazioni,
studenti, lavoratori, intellettuali, cantanti, tra cui Roberto Secchioni e Franco
Trincale, il cantastorie censurato nelle piazze dal sindaco Alberini, hanno manifestato lo sdegno e
l’indignazione nei riguardi
della legge Gasparri. Presente anche l’associazione
Articolo 21 liberi di, simbolo della libertà di informazione e di comunicazione.
NAPOLI
I movimenti di Napoli invitano tutti alle ore 19.00
davanti alla sede RAI di
Napoli, Via Marconi 9,
con un esplicito appello
“Adesso Basta!”, testimoniante l’intollerabilità raggiunta verso gli atti illiberali dell’attuale governo.
TORINO
Nella capitale della RAI e
dell’emittente statale, davanti alla sede storica del
servizio pubblico informativo, oggi gravemente
compromesso dagli interessi privilegiati del capo
del governo, padrone di
Mediaset, i Girotondi di
Torino scendono in piazza
contro la legge Gasparri e
per la tutela dell’articolo 21
della Costituzione.
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23 novembre 2003, Ottimisti per forza
di Jacopo Fo, da http://www.alcatraz.it)
Tocca essere ottimisti. E'
un imperativo assoluto. La
situazione e' gia' nel caos,
bastano due gocce di pessimismo per farla precipitare. Abbiamo bisogno di
una rivoluzione delle coscienze più del pane.
Una rivoluzione delle coscienze avviene in modo
inspiegabile e repentino
quando la situazione storica è matura. In pratica
succede che un paio di milioni di esseri umani sparsi
sul pianeta si svegliano e si
dicono: "Se po' fa !".
Avete presente il '68 ? Suc
cesse esattamente questo.
Dal giorno dopo minigonne, capelli lunghi e musica
rock per tutti. E giu' a fare
sesso che erano almeno 5
mila anni che nessuno ci
dava dentro con tanta convinzione morale.
Willyam Reich l'aveva
detto che era la repressione
sessuale il cemento dei regimi totalitari. E anche chi
non aveva letto Reich si
trovo' nudo e sudato a portare avanti il suo pezzetto
di sex liberation.
Il problema fondamentale
e' percio' quello di tirar
fuori dei bei motivi per essere ottimisti.
Previti ad esempio.
Per lui oggi è una pessima
giornata. Oggi e' stato condannato ad altri 4 anni di
galera. Che con l'altra condanna che ha gia' incassato
fanno 15 anni. Certo prima
che varchi il cancello delle
patrie galere ce ne vorrà e
forse non succederà mai,
questi sembrano anguille
piu' che esseri umani. Acchiapparli è un'impresa.
Comunque fa onore al sistema democratico italiano
il fatto che nonostante 25
leggi speciali, 18 inchieste
disciplinari e 8 tentativi di
ingrippamento con spostamento del processo carpiato, l'appoggio di 72 televisioni commerciali, 27 quo-
tidiani e 400 ballerine disposte a spogliarsi per lui,
Previti non sia riuscito a
bloccare il proprio processo.
E resistere al Previti volere
non è stata peraltro cosa
semplice visto lo stato fallimentare del sistema giudiziario intasato da una
classe politica che non ha
nessun interesse a far funzionare la giustizia essendo
per lo piu' imputata.
Ma la Bocassini, esile
donna con grande anima e
i suoi colleghi ci sono riusciti.
E non si puo' dire che il
popolo italiano o la sinistra
abbiano fatto molto...
Vogliamo parlare di droga
Anche qui le cose vanno in
modo interessante.
Avvincente.
Hanno fatto la nuova legge
sulla dose minima consentita che è particolarmente
benevola con chi tira la
cocaina, considerato il potere sballante te ne puoi
portare dietro circa dieci
dosi (500 milligrammi che
tagliati diventano almeno
un grammo e mezzo), di
erba solo due o tre canne
(150 milligrammi). E' evidente che c'e' tutta una pletora di cocainomani annidati nelle alte sfere, in
mezzo a prostitute di lusso
e uomini della scorta incaricati di trasporti nasali.
Beati loro.
Ma comunque la solerte
polizia dell'Impero, incredibile ma vero, ogni tanto
ti pizzica un senatore a vita
otorinolaringoiatra, un sottosegretario alle narici di
stato, un'assessore con cannello incandescente. E magari tu ti lamenti della polizia perchè non fa una bella
piazza pulita...
Invece bisogna stupirsi che
ci sia qualcuno che, forse
influenzato da Distretto di
polizia 429 si crede veramente di essere lì a difen-
dere la legalità.
Ecco vedi, anche la tv ha i
suoi lati positivi. E per
quanto Canale 5 sia putrido, comunque, alla fin
fine, fa avanzare i capisaldi di una democrazia moderna: il poliziotto corrotto non è buono.
E neanche bello. Raul Bova e' uno che non fa sconti
ai potenti, e la Arcuri se
trova un ministro disonesto lo abbatte a tettate.
Sono cose che non dovrebbero trasmettere mai
in tv, se fossero intelligenti. Che poi ti capita che la
commissaria di Quarto
Oggiaro, che c'ha la prima
di reggiseno, si gasa e ti
mette dentro il fratello del
Primo Ministro perchè si
è discaricato l'anima in un
area adibita a parco verde
per disabili sordomuti.
Se poi guardiamo lo scacchiere internazionale ci
accorgiamo che a Bush,
Putin e Berlusconi non
poteva andare peggio.
La cosa che la gente inizia
a capire che la guerra non
si può lasciare in mano a
gente che è convinta che
la Cecoslovacchia sia in
Sud America (lo ha detto
Bush, giuro!).
Si scopre ogni giorno che
sono bravi solo a mentire
e a mandare i soldati al
massacro.
Il Sismi, i capi villaggio,
gli sciiti, i poliziotti iracheni e forse anche la Madonna di Fatima avevano
avvertito i nostri vertici
militari che c'era un camion bomba in giro e che
aveva come obiettivo la
base italiana a Nassirya, si
conoscevano persino i numeri di targa del mezzo. A
nessuno e' venuto in mente di spostare in avanti i
blocchi di cemento che
circondavano il comando,
e si' che lo spazio c'era:
"Come potevamo immaginare che ci avreb-
bero attaccato con un
camion bomba?"
Ma non so proprio come
avrebbero potuto, visto
che da mesi scoppiano
camion bomba in tutto il
mondo e in particolare in
Iraq. E in piu' glielo avevano detto, scritto e telefonato. Ma non si può pretendere che i nostri governanti siano dotati di capacità di preveggenza.
I super poteri devono averceli solo i comuni cittadini impegnati nel salto
carpiato della burocrazia,
nello strisciamento tra le
truffe commerciali e le
etichette incomprensibili
dei prodotti edulcorati, la
mucca pazza, gli ingorghi
urbani, il sonno arretrato,
gli interessi bizzantini del
mutuo, l'inflazione modello uomo invisibile, i gas di
scarico alla fragola, i software con dei bachi dentro
che sembrano tir cannibali
e il terrorismo delle soap
opera (l'amore non esiste è
tutto e soltanto uno status
symbol).
Ed e' questo che ci può
dare speranza.
Questo sistema delirante
si regge sulla possibilita'
di credere che il capitalismo sadomasochista sia
l'unica realta' possibile.
Ma ogni giorno di piu' si
scopre che questa realtà è
incredibile.
E' tutto un grande castello
di carte che vacilla mentre
l'inquinamento, la criminalità, la corruzione, le
truffe e i camion bomba
fanno evaporare i sogni
più luccicanti e i montepremi astronomici.
Milioni di persone iniziano a pensare che, forse, è
meglio sognare roba fatta
in casa.
Almeno non rischi di trovarti nell'incubo di un altro con l'obbligo di pagarlo a rate.
INTERNI
Giustizia e Libertà
5 Dicembre 2003
7
La Cassazione boccia Previti
di Liana Milella da: www.larepubblica on line
Il processo Sme resta a
Milano.
La Cassazione ha respinto anche la seconda
istanza di Previti per ottenerne il trasferimento.
La tesi del deputato di
Forza Italia, imputato di
corruzione, era che il
processo sarebbe stato
"inquinato" da scorrettezze dei pm Boccassini
e Colombo. I supremi
giudici l´hanno ritenuta
infondata.
Ora il processo Sme può
riprendere e arrivare a
sentenza nel giro di pochi giorni: restano le repliche dei pm e le controrepliche delle difese.
La prossima udienza dovrebbe svolgersi venerdì
e già sabato potrebbe
arrivare il verdetto.
Previti perde di nuovo in
Cassazione.
E Berlusconi dice sconsolato ai suoi: «Era tutto previsto. Sapevano
che non avrebbero
smentito la procura di
Milano».
La richiesta dell´ex ministro della Difesa di trasferire il processo da
Milano in un´altra sede è
stata bocciata ieri sera
dalla sesta sezione penale della Suprema corte.
Un´intera giornata
d´udienza, chiusa al
pubblico com´è nella
prassi. Il procuratore generale che si schiera subito per la «manifesta
inammissibilità» del
ricorso presentato in base alla legge Cirami sul
legittimo sospetto, un
contraddittorio serrato
tra le difese Previti, Pacifico e la parte civile.
Alle 19, i giudici entrano
in camera di consiglio.
Ne escono due ore dopo: il processo resta là
dov´è sempre stato, Previti è condannato a rifondere anche le spese
processuali.
Sammarco e Perroni, i
due legali dell´ex ministro, in una Cassazione
deserta e spettrale, danno la notizia al loro assistito.
Sia loro che lui sanno
bene che la scelta della
Cassazione avvicina la
sentenza.
Tra venerdì e sabato sono previste le ultime repliche delle parti, poi ai
giudici non resta che
chiuder-si in conclave
per la sentenza.
Potrebbero farlo già sabato, salvo ulteriori iniziative di Previti, come
la richiesta di nuove carte o un´ennesima ricusazione.
Anche così si andrebbe
alla settimana seguente,
come prevede Patanè,
legale di Pacifico.
Che la giornata stesse
volgendo al peggio, gli
avvocati di "Cesarone"
lo avevano capito da subito.
Un primo, e poi un secondo segnale, che vedremo subito nel dettaglio, li avevano spinti a
mettere in allarme il loro
cliente. E, pur incrociando le dita, li avevano
portati a pronostici negativi.
Forse per questo Perroni
prima e Sammarco poi
hanno parlato quasi due
ore, spiegando alla corte
quali fossero le pezze
d´appoggio che li avevano portati a chiedere una
nuova rimessione dopo
quella del giugno 2002.
Verso le 11 era accaduto che le toghe della sesta (il presidente Fulgenzi, il relatore Deriu, i
giudici Serpico, Martella, Conti che ha sostituito Di Casola per il suo
precedente incarico al
Csm dove si era occupato di Milano) avevano deciso di trattare una
sola delle 13 cause in
calendario per dedi-carsi al solo caso Previti.
Una scelta che ha incupito la difesa Previti, in
quanto letta come un
segno della volontà di
andare a sentenza.
Iniziata l´udienza verso
le 13, quando Sammarco e Perroni hanno
chiesto di acquisire in
via preli-minare una
ventina di pagine della
richiesta
d´archiviazione presentata alla
procura di Brescia per
l´abuso d´ufficio contestato ai pm Boccassini e
Colombo, e un interrogatorio del pm Ielo, la
replica della corte è stata immediata.
Una rapidissima camera
di consiglio e la decisione di valutare la richiesta nell´ambito di tutto
il caso.
Verso le 15,30, e la difesa Previti lo ha ben
compreso, la scelta finale era già in nuce.
Se un´integrazione del
fascicolo veniva respinta, la lettura possibile
era solo una: i giudici
volevano sciogliere subito la riserva sull´intero
caso.
Così è stato.
Con il sostituto procuratore generale Veneziano
che ha anticipato le conclusioni.
La richiesta di rimessione era «inammissibile
in modo manifesto»: la
difesa Previti non aveva
porta-to carte sufficienti
per dimostrare che a
Milano esistono gravi
situazioni locali, tali da
rendere im-pos-sibile
serenità e imparzialità
di giudizio.
La stessa linea addotta
da Pisapia, il legale di
De Benedetti.
Sammarco e Perroni si
sono comunque battuti
fino all´ultimo per sostenere la necessità di
trasferire il processo.
E Perroni ha definito
«ingiusta» la conclusione convinto com´era di
aver portato «sufficienti
e valide argomentazioni
per supportare la richiesta di rimessione».
Secondo i due legali
l´esistenza del processo
bresciano e l´inchiesta
ministeriale stanno provocando il «condizionamento» dei due
pubblici ministeri.
Ha spiegato Sammarco:
«La pubblica accusa
deve tener presenti
due interessi, di per sé
incompatibili: la difesa
personale e quella
pubblica nel processo.
Era inevitabile che la
condotta in udienza
dovesse risentire di una situazione estranea
al processo».
Ma non c´è solo questo.
Sammarco ha insistito
su Brescia e sulle carte
di Brescia che, a suo
avviso, conterrebbero
delle sorprese relative
soprattutto ai processi
dell´ex capo dei gip
(Continua a pagina 18)
INTERNI
Giustizia e Libertà
5 Dicembre 2003
8
Intervista a Gerardo D’Ambrosio
di Marco Mensurati da www.la Repubblica.online
Gerardo D´Ambrosio (Procuratore della Repubblica
preso il tribunale di Milano,
attualmente in pensione ndr),
come commenta le notizie
che arrivano da Roma ?
«Quali novità ?».
Non lo sa ? La Cassazione
ha respinto la richiesta della difesa Previti. Il processo
Sme resta a Milano.
«Appunto, quali novità ?».
Beh, nel pomeriggio a palazzo di Giustizia non tutti
erano così sicuri della
decisione della Cassazione.
«Io invece sono sempre stato certo che
sarebbe finita così.
Anche perché a pensarci bene qualunque
altro esito non avrebbe avuto alcun senso».
E perché ?
«Perché l´istituto della
rimessione si fonda su
alcuni criteri ben delineati.
E questi criteri non
sono certo riscontrabili nella situazione di
Milano. Non lo erano
prima, non lo sono
oggi».
Gli avvocati di Previti
la pensano diversamente. Visto che ieri sera,
ancora dopo la sentenza, insistevano sulla
loro tesi.
«Gli avvocati di Previti avevano già provato una prima volta e la Cassazione,
per giunta a sezioni unite,
aveva dato loro torto».
Va bene, dicono, ma nel frattempo sono finiti sotto processo i due pubblici ministeri
titolari del fascicolo, e sono
pure sparite alcune carte.
«Che facciamo ? Vogliamo
fare finta che la Procura di
Brescia non abbia richiesto
l´archiviazione per Colombo e Boccassini ?
Non credo proprio che si
possa.
Ma, ripeto: anche ammesso che questo non fosse
successo, si tratta di una
vicenda che non ha nulla a
che vedere con quei criteri
di cui parlavamo prima.
Criteri che riguardano la
serenità della sede».
E quelle carte sparite ?
«Quelle carte sparite sono
state ritrovate. Ritrovate e
prodotte in aula. E se vogliamo dirla tutta bisogna
pure aggiungere che lì den-
Non può negare di essere
soddisfatto del risultato.
«E chi lo nega ?
Quello che è successo ieri a
Roma significa che la magistratura è un organismo
sano e sereno».
E adesso cosa succede ?
«Succede che ci sarà la sentenza».
Tempi ?
«Rapidi. Molto rapidi, credo».
Rimane però in sospeso la
tro non c´erano, come preteso dalle difese, prove a
favore di Previti. Ma l´esatto contrario.
La vuole sapere, invece,
qual è la verità?»
Certo.
«La verità è che hanno
presentato alla Cassazione
la stessa richiesta dell´altra
volta. E senza che nulla
fosse mutato. E la Cassazione, coerentemente e inevitabilmente, l´ha respinta.
Ecco perché ero tranquillo».
questione Berlusconi.
«Sì. Per quella ci sarà bisogno di più tempo: aspettiamo che la Corte costituzionale decida sulla legittimità
della legge che concede
l´immunità al premier».
Qualcuno parlava di una
possibile riunione di Berlusconi al filone principale del
processo Sme.
«Non credo che ci sarebbe
il tempo materiale per la
riunione, ammesso che ci
siano le condizioni. Perché da : http://it.groups.yala sentenza di Previti do- hoo.Com/group/ListaSivrebbe arrivare prima del- nistra
la decisione della Corte costituzionale. Decisione di cui
peraltro bisognerà attendere
anche le motivazioni».
Parecchio tempo, insomma.
«Parecchio, sì. Alla fine credo che il processo a Berlusconi, se lo si riuscirà a fare, verrà celebrato con il reato già
di fatto prescritto».
E questo le fa meno piacere.
«Non è certo questo il problema. Il problema è che nel
nostro Paese, negli ultimi due
anni, si è lavorato attorno a una serie di
leggi che hanno distratto il Parlamento
dai problemi veri che
ha la magistratura
italiana.
Problemi che non è
difficile individuare.
Uno su tutti i tempi
della giustizia penale,
che sono troppo lunghi, tanto lunghi da
rendere impossibile la
giustizia.
Bene: in Italia abbiamo buttato via gli ultimi due anni per fare
leggi che, alla fine, non
hanno giovato a nessuno, nemmeno a
quelli a cui avrebbero
dovuto giovare».
Qualche esempio ?
«Esempi me ne vengono in mente fin troppi:
valga ricordare di
quando, il giorno dopo la
decisione della Cassazione a
sezioni unite, in televisione,
l´onorevole Jannuzzi ammise
che il governo aveva sbagliato.
Perché -disse così- aveva operato attraverso le leggi,
dimenticando però che le
leggi le applicano i giudici.
Quindi annunciò l´imminente riforma del sistema
giudiziario».
Giustizia e Libertà
INTERNI
5 Dicembre 2003
9
(Continua da pagina 1)
Previti condannato
suddetti in solido al pagamento delle spese
processuali".
"Si dichiara Pacifico
Attilio interdetto dai
pubblici uffici per la
durata di anni 5, Previti Cesare e Squillante
Renato interdetti in
perpetuo dai pubblici
uffici e in stato di interdizione legale durante
l'esecuzione della pena.
Dichiara Pacifico Attilio e Cesare Previti interdetti dall'esercizio
della professione di avvocato per la durata di
anni 5".
"Condanna i suddetti
imputati in via tra loro
solidale al risarcimento
dei danni non patrimoniali e morali causati
alla parte civile Presidenza del Consiglio,
che si liquidano nella
misura di euro 1 milione, nonché al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva, che si determina nella misura di
euro 300 mila ed altresì condanna alla rifusione delle spese di
costituzione e difesa
che si liquidano in favore della predetta
parte civile nella misura di euro 130 mila".
"Il Tribunale assolve
Pacifico Attilio, Previti
Cesare e Verde Filippo dalla imputazione
loro ascritta al capo B
perchè il fatto non sussiste.
Assolve Misiani Francesco dalle imputazioni a lui ascritte, perchè
il fatto non sussiste.
Assolve Savtchenko
Olga dalla imputazione a lei ascritta perché
il fatto non costituisce
reato".
"Dichiara di non doversi procedere nei
confronti di Squillante
Fabio e Squillante Mariano in ordine alle imputazioni loro ascritte,
perché, riconosciute
ad entrambi le circostanze attenuanti generiche, il reato estinto
per intervenuta prescrizione.
Viene poi fissato in 90
giorni -conclude il testo- il deposito delle
motivazioni della presente sentenza.
Milano, 22 novembre.
Il presidente: Luisa
Ponti,
i giudici: Guido Brambilla e Carmen d'Elia".
Una doverosa precisazione
di Stefano Camaione da www.ListaSinistra.it
Riceviamo
&
Pubblichiamo
Colgo l'occasione di
questa sentenza per avvertire che sui media,
un po' per imprecisione
e un po' per malafede, si
sta accreditando l'idea
che Previti sia stato
condannato per corruzione semplice e non
per la più grave corruzione in atti giudiziari
per la quale è stato condannato Squillante.
Non è vero.
Se si riguarda il testo
del dispositivo della
sentenza si nota come
tutti e tre gli imputati
(Pacifico, Previti e
Squillante) sono stati
ritenuti responsabili
"del reato loro ascritto",
e cioè di un fatto che è
identico per tutti e tre i
prevenuti.
Il fatto, identico per tutti
e tre, si qualifica come
corruzione in atti giudiziari (art.319-ter c.p.),
che è un particolare e
più grave tipo di corruzione in cui lo scambio
di denaro è correlato ad
un particolare atto d'ufficio, e cioè l'atto giudiziario.
La confusione -voluta o
meno- sui media deriva
dal fatto che mentre la
pena per Squillante,
pubblico ufficiale, è stata tratta dall'art.319-ter
c.p., quella per i privati
Pacifico e Previti è stata
tratta da un'altra disposizione, l'art.319 c.p., che
prevede la meno grave
corruzione semplice.
La ragione tecnica di
tale
apparente
'stranezza', per cui un
medesimo reato dà luogo a pene diverse, tratte
da disposizioni differenti, si spiega con il fatto
che al tempo in cui il fatto è stato commesso, 1991, l'art.319-ter (corruzione in atti giudiziari)
era (a causa di una dimenticanza del legislatore del '90 corretta soltanto nel 1992) espressamente applicabile soltanto al pubblico ufficiale
corrotto (Squillante) e
non anche al privato corruttore (Pacifico, Previti).
Ciò ha impedito al Tribunale di Milano di
comminare ai privati
corruttori Previti e Pacifico la pena prevista dall'art.319-ter c.p., dovendo quindi ricorrere alla
pena prevista dalla più
generica e mite fattispecie prevista dall'art.319
c.p. (corruzione cosiddetta semplice).
Ciò però non toglie, come sopra ho detto, che il
fatto loro ascritto si qua-
lifichi per tutti e tre come corruzione in atti
giudiziari; solo che a
tale parificazione “quo
ad factum” non corrisponde analoga parificazione “quo ad poenam”.
Se il Tribunale di Milano avesse ritenuto che i
fatti di reato commessi
dagli imputati fossero
stati diversi, nella loro
consistenza storica e comunque nella loro qualificazione giuridica, non
avrebbe detto "il fatto
loro ascritto" ma avrebbe parlato di
"fatti", al plurale.
Che il "fatto", unitariamente considerato, sia
qualificabile come corruzione in atti giudiziari
è dimostrato da ciò che
a Squillante è stata comminata la pena di otto
(Continua a pagina 18)
Giustizia e Libertà
INTERNI
5 Dicembre 2003
10
(Continua sa pagina 1)
Adesso ho capito ! !
Mancava solo che lo ba- Grande !
ciasse in bocca ed il quadro sarebbe stato comple- L'unione europea, in ogni
caso, ha fatto sapere a pato.
lazzo Chigi che l'opinione
Qualcuno dovrebbe infor- del presidente del semestre
mare il Sig. Berlusconi da italiano è personale e non
Arcore sugli scempi per- rispecchia quella di tutti gli
petrati dalle milizie merce- altri appartenenti.
narie pagate da Mosca per E' la prima volta che la
distruggere i villaggi cece- "UE" si vede costretta a
ni, stuprare le donne, sven- smentire in maniera inetrarle e uccidere i bambini quivocabile le dichiarazionei loro grembo.
ni del suo presidente di
turno, non era mai avveLui sa dai suoi precisissimi nuto !
informatori che i soldati
russi non sono reponsabili Per chiudere, mi domando
di eccidi, certo, non hanno di quali distorsioni mentali
necessità di sporcarsi le soffra il “premier” per vemani, loro.
dere tutto il male possibile
Prodi,con il suo gelido lin- nel comportamento dei
guaggio,ha trafitto con una comunisti italiani ed essere
spietata battuta l'impianto completamente cieco su
difensivo del “premier", ha quello dei comunisti cinesi
detto: “… spero che Berlu- o quelli russi, nel pensare
sconi conosca la situazione che il muro di "Berlino stia
russa meglio di quanto co- ancora in piedi da noi pernosca quella italiana”.
chè sorretto da Diliberto e
Bertinotti mentre nei paesi che in questo momento gli
dei suoi nuovi amici im- serve per i suoi traffici e
pazza la libertà ?
per consentirgli di passare
alla storia.
Ancora di libertà di stampa farnetica, possibile non E allora, che lo ricordino,
sappia che quest’ultima in come colui che ha approRussia latita, è in gravissi- vato la guerra in Iraq, riame difficoltà grazie al suo bilitato il fascismo, esaltaamico Putin ?
to il capo del KGB, definito un membro del parlaCosa c'è sotto questo a- mento europeo"kapò”,
more fulminante, improv- del “Romolo e Remolo”
viso, inspiegabile per l'ex fondatori di Roma e l'aucapo del KGB, qualcuno tore del Capitale Carlo
dovrebbe spiegargli che MAX.
gestiva una struttura altret- Ce n'è quanto basta per
tanto feroce che la Ghe- considerarlo indimenticastapo o non lo interessa ? bile !
Ritorno alla prima ipotesi, Una proposta al posto delritengo che lui abbia biso- la stele di Axum al viaggno di farsi bello agli oc- gio di ritorno in patria,
chi di quelli. che contano, mettiamoci la sua statua
ai potenti, ai più potenti di ovviamente in cima ad
tutti.
altrettanta stele, sarà felice
Si realizza come “Yes- di essere considerato fiMan” di lusso, dice sì a nalmente all'altezza !
Bush, a Putin, ai nuovi AnnaMaria
leaders cinesi, tutta gente
22 novembre 2003: Giornata per la Giustizia indetta dall'ANM
"La toga"
di Paola Di Nicola, Magistrato a Latina
Riceviamo
&
Pubblichiamo
Stamattina, venendo qui,
ho deciso di portare la toga, quell'indumento che
ciascuno di noi indossa
ogni giorno, per sentirmi
più forte nel denunciare la
mia rabbia e, allo stesso
tempo, per manifestare il
mio orgoglio.
E' in suo nome che intervengo.
"Amo la toga, non per le
mercerie dorate che l'adornano non per le larghe maniche che danno
solennità al gesto, ma per
la sua uniformità stilizzata, che simbolicamente
corregge tutte le intemperanze personali e scolorisce le disuguaglianze
individuali dell'uomo sot-
to la divisa della funzione. La toga, uguale per
tutti, riduce chi la indossa
a difesa del diritto", così
diceva Calamandrei.
La porto sulle spalle sentendone tutto il peso. E' il
peso della responsabilità.
La porto sulle spalle sapendo quello che rappresenta
per coloro che sono al suo
cospetto: la risposta dello
Stato.
La porto sulle spalle vivendo quotidianamente i
conflitti sociali e di coscienza, perché solo così
diventa umana, solo così
in grado di cogliere la sostanza dei principi costituzionali, solo così trasforma
il diritto da pura forma a
strumento di tutela e di bi-
lanciamento degli interessi in gioco.
La porto sulle spalle con il
disagio e la vergogna dell'inefficienza perché quando la indosso non posso
recriminare contro qualcosa o qualcuno, addebitare colpe, devo solo farfronte e dare, non so come, credibilità alle istituzioni democratiche che in
quel momento rappresento.
Oggi, invece, la porto perché, senza sbarazzarmi
neanche per un attimo
dell'enorme fardello che
rappresenta, intendo denunciare, finalmente, con
tutta la rabbia che porto
gelosamente e dolorosamente dentro, il vilipen-
dio, l'oltraggio, l'attacco
che è costretta quotidianamente a subire.
Si intende in questo modo
rendere le nostre coscienze di magistrati acquiescenti e rassegnate ?
Si intende intorpidire la
nostra ricerca critica ed
autonoma per trasformarci in burocrati del diritto ?
Si intende sgualcire, sporcare, strappare la toga che
indossiamo ?
Ma davvero qualcuno può
pensare che questo un
attacco a noi magistrati ?
Ai singoli che fanno il
loro lavoro ?
No, di questo non importa, mi sforzo, mi obbligo e
mi illudo forse di pensare
che ciascuno di noi ha il
coraggio delle proprie
(Continua a pagina 11)
INTERNI
Giustizia e Libertà
5 Dicembre 2003
11
(Continua da pagina 3)
L’Italia appoggia la Guzzanti
ta bene e il seguito è stato
altamente soddisfacente.
FIRENZE
I movimenti locali, Laboratorio per la Democrazia
in
prima
linea,
l’associazione fondata da
Pancho Pardi e da sempre
in lotta per la difesa dei
diritti civili e democratici,
hanno potuto promuovere
la diretta dello spettacolo
Raiot presso il Teatro Puccini di Firenze. Diversi
cittadini, molti fuori riversati per strada, hanno seguito con attenzione e partecipazione alla proiezione, con la presenza di esponenti sindacali e dei
partiti locali del centrosinistra.
MILANO
Nessuna sala è stata messa
a disposizione per la diretta dello spettacolo “Raiot
– Armi di distrazione di
massa”, ma Radio Popolare, che ha sede nel capoluogo lombardo, ha potuto
organizzare la messa in
onda, mettendo in circuito
le diverse emittenti del
network nazionale, della
kermesse sulla satira. E’
stata la testimonianza reale
che spazi autonomi e indipendenti di informazione
resistono di fronte al monopolio intollerabile del
controllo dei media da parte del capo dell’esecutivo.
TORINO
A Torino la diretta dello
spettacolo è potuta andare
in onda in diversi punti
della città: al Teatro L'ESPACE, sede dell’Associazione
culturale
A.I.C.S.; alla sede de IL
CAPITELLO in Via Paris,
7, a quella del MEDITERRANEO RIMBA di Via
Oristano, 3/c; per non parlare del Circolo PARELLA di Via Niccolini, 22.
E’ stato un momento di
forte partecipazione e di
autorganizzazione collettiva che ha potuto dare voce
a uno spettacolo, vittima di
una violenta e inspiegabile
censura.
VARESE
Nel profondo Nord il movimento dei Girotondi di
Varese ha allestito la
proiezione della diretta
dello spettacolo Raiot in
Piazza De Salvo in una
delle sale riunioni della
Piramide. Gli organizzatori hanno manifestato la
loro soddisfazione per
l’ampia presenza di cittadini, di esponenti istituzionali dei partiti del centrosinistra locali, di sindacalisti,
invitando a una mobilitazione continua della società civile contro i provvedimenti autoritari ell’attuale
esecutivo sul tema della
libertà di stampa.
VIAREGGIO
La Croce Verde ha potuto
garantire il proprio spazio
nella propria sede per poter proiettare la diretta dello spettacolo Raiot: un
modo diverso per manifestare che contro questo
atto ignobile di soppressione delle libertà e del pluralismo
anche
l’associazionismo del terzo settore e del volontariato si è mobilitato, in un
centro di provincia, ricco
di cultura e di solidarietà.
NAPOLI
Galleria Toledo, via Con-
cezione a Montecalvario
36: è stato questo il luogo
dove è stato proiettato lo
spettacolo di Sabina Guzzanti.
All’appuntamento dato
dai Girotondi di Napoli
numerosi cittadini si sono
presentati e hanno potuto
seguire la diretta.
PALERMO
Anche a Palermo, al Teatro Don Orione, ci sono
molti cittadini per vedere
lo spettacolo di Sabina
Guzzanti, realizzato
all’Auditorium di Roma.
300 persone sono riuscite
a entrare nella struttura,
mentre 800 circa sono
rimaste fuori a vedere la
diretta dai maxischermi.
Vigili e polizia hanno sorvegliato durante tutta la
manifestazione, ma il lato
positivo ell’aggregazione
contro una censura intollerabile ha avuto un buon
esito.
PESCARA
Al cinema Sant’Andrea è
stato mandato in onda lo
spettacolo della Guzzanti.
La ripresa della diretta è
stata anche programmata
da Radio Città che, insieme ai Girotondi locali
hanno potuto organizzare
l’evento. All’iniziativa in
difesa della libertà e della
democrazia vi erano presenti esponenti sindacali
della città, dei partiti del
centrosinistra e consiglieri
della maggioranza
dell’Ulivo del Consiglio
Comunale.
REGGIO CALABRIA
Reggio Calabria ha organizzato la proiezione dello
spettacolo in diversi circo-
tuzione che rappresentiamo, ai cittadini che affollano con dolore e speranza
le aule di giustizia e che
credono, nonostante tutto,
che questa toga sia al loro
servizio.
Qui, a voi tutti, a noi tutti,
chiedo più coraggio, più
forza, più decisione nell'affrontare lo scontro cui
siamo nostro malgrado
trascinati affinchè questa
toga non resti abbandona-
li ARCI, grazie alla diffusione su Stream della televisione satellitare Emily
TV, l’emittente delle televisioni locali e libere. Ma
a dare voce allo spettacolo
sono state numerose radio
locali del circuito di Radio Popolare, che hanno
mandato in onda, dalle
20,30 fino alle 23,00 la
kermesse sulla satira
dell’Ambra Jovinelli.
Contemporaneamente, si
sono collegate allo spettacolo-evento centinaia di
piazze, teatri cinema in
tutta Italia, grazie ad un'iniziativa promossa dal
Coordinamento Nazionale dei Girotondi e Centomovimenti, e con l'aiuto
di Emi.li TV che trasmette in diretta su canali Sky,
ed Arcoiris TV. Anche le
radio: Radio Popolare,
Radio città futura di Roma e Nova radio di Firenze.
A queste bisogna aggiungere le centinaia di Case
del Popolo e circoli ARCI
dell'Emilia Romagna e
della Toscana che hanno
messo a disposizione i
loro schermi e che hanno
mandato al posto della
maxi-partita di stasera lo
show della Guzzanti.
«Tutti insieme», sottolineano i Girotondi, «per
gridare forte il no alla
censura, in questa che si
profila come la più
grande manifestazione
autoconvocata mediatica di tutti i tempi».
A.R.
(Continua da pagina 10)
La Toga
scelte, delle proprie decisioni.
Questo, quotidiano ed inaccettabile, è un attacco
diretto alla nostra democrazia e alla civile convivenza, alla fiducia nell'isti-
ta e senza voce su questo
scranno.
Paola Di Nicola
Magistrato a Latina
Da: [email protected]
INTERNI
Giustizia e Libertà
5 Dicembre 2003
12
Parlando di pace facendo la guerra
di Alessandro Blasetti
Così, con lo sgomento generale, il dolore, e quel
senso di sorpresa che ci
coglie quando un brutto
pensiero già passato per la
nostra testa, da ipotesi terribile si tramuta in notizia
abbiamo tutti preso atto
che diciannove militari
italiani sono morti a Nassiriya vittime di un attentato.
Per molti giorni i mezzi di
informazione ci hanno
sommerso di particolari,
immagini, interviste, opinioni, hanno sollecitato il
nostro sdegno,la nostra
pietà, la nostra solidarietà,
la nostra coscienza.
La politica tutta ha reso
omaggio ai nostri eroi e ai
familiari sgomenti rimarcando la brutalità di un
trattamento vile ingiustificato ed irriconoscente verso i nostri soldati, andati in
Iraq per portare la pace.
E così si continua da parte
di questo governo a perpetrare l’inganno, parlando
sempre più spesso di
pace, solidarietà verso i
popoli sofferenti, gli oppressi ovunque nel mondo
e dando contemporaneamente informazioni sempre più allarmanti sulla
possibilità di attentati in
Italia per voce dei Ministri
Pisanu e Frattini( TG1 del
29/11), facendoci sapere
che il SISMI aveva da
tempo allertato sui rischi
per i nostri militari in Iraq,
commentando con ridicole
interpretazioni di politica
internazionale l’attacco,
per fortuna questa volta
senza vittime alla nostra
rappresentanza diplomatica a Baghdad. Siamo in
guerra, questo è il punto!
“rassicuranti”ci sembra ag- li, prefigura queste prospettive.
ghiacciante.
Il leghista Bossi con la sua voglia di accogliere a cannonate i
Rinasce il mito della competi- clandestini, il Ministro Martino
zione contrabbandato alle nuo- con la sua smania di inviare più
ve generazioni come aspirazio- soldati sui fronti Afgano ed
ne a migliorare, attraverso mo- Iracheno ed i programmi di
Ci siamo per aver seguito le delli di sport estremo, di eroi ammodernamento della nostra
volontà neo -coloniali dello schermo sempre più spie- forza militare, l’altro “neodell’amministrazione Bush, ci tati, duri e in possesso di “armi leghista” Tremonti con le sue
siamo perché una buona parte letali”.
manovre destabilizzanti nei
del mondo occidentale opera da Il processo di globalizzazione, confronti dei piani economici
alcuni anni, senza alcun senso naturale ed inevitabile percorso della banca Europea e di Eurocritico dei propri modelli di svi- della specie umana secondo gli stat, il Ministro Moratti con la
luppo culturali ed economici, antropologi, viene però forzata- sua riforma scolastica tesa solo
verso le scuole private e
l’adozione di libri di testo dove
la Storia viene riproposta scandalosamente contraffatta alle
nuove generazioni(vedi la lettera del nostro lettore Roberto
Malighetti del 12/10 pubblicata
sul n°39, pag …).
E ancora le inqualificabili riforme del sistema giudiziario e del
sistema televisivo da ascrivere
all’incompetenza dolosa dei
Ministri Castelli e Gasbarri.
Di tutte queste malefatte politiche e di quelle ancor più vistose
del Premier Berlusconi siamo
stati costretti a parlare continuamente sulle pagine di questo
Uno spericolatissimo viaggio di George W.Bush.
giornale e non vorrò dilungarIl viaggio, per il “Tankgiving Day” è durato ben 27 mi ancora adesso; ma serve
ore, di cui 3 trascorse a Baghdad, a scopo unicamente sottolineare che questo modo
elettoralistico nel campo americano per mangiare il di fare politica, questo modo di
tacchino con i “suoi” soldarti.
amministrare i cittadini è saldamente legato a quel modello di
per una evoluzione del pianeta mente strumentalizzato da una sviluppo che mostrando i mututt’altro che democratica, inca- parte del pianeta che ha decise scoli mette a tacere la Demopace di com-prendere altre ne- intenzioni a globalizzare”a mo- crazia ,che proiettato internazionalmente interviene con i solcessità,altri modelli culturali, altri do mio”.
dati, che i morti di Nassiriya li
diritti al di fuori dei propri.
Ecco, tutto ciò è il terreno più ha sulla coscienza, che parla di
Assume allora un significato più fertile per far crescere piante
chiaro e più allarmante il revisio- che portano alla “strage di Nas- pace e va a fare la guerra.
nismo storico che ha attra- siriya”
versato freneticamente e a tanti altri atti di guerl’Europa nell’ultimo decen- ra che avvengono
nio, il risorgere in molti paesi sempre più quotidianadi schieramenti politici di mente, in Iraq e non
destra, conservato- solo.
ri,intransigenti e più o meno
dichiaratamente razzisti, il Questo Governo, quesuccesso nelle sfere del pote- sta rappresentanza polire di immagini di decisioni- tica che gli Italiani si
smo imprenditoriale e politi- sono scelti e che fin qui
co che definire si stanno tenendo, rappresenta questi model-
ECONOMIA
Giustizia e Libertà
5 Dicembre 2003
13
All’EU, tutti giustificati
di Paolo di Roberto
Con una decisione a sorpresa l’Ecofin annulla le
multe a Germania e Francia per il mancato rispetto
del patto di stabilità.
L’Italia invece di opporsi
le appoggia, continuando
una politica di demolizione dell’Europa unita.
Orbene, questa regola che
fino a qualche giorno fa
era una delle regole base
della comunità europea, è
stata disattesa dal voto
contrario dei ministri dell’economia degli stati dell’UE.
Eppure non possiamo non
ricordare che il patto di
Tutti sappiamo, fin da ra- stabilità fu, tra l’altro, forgazzi, che le regole e le temente voluto proprio
leggi vengono create al dalla Germania quando,
fine di garantire i diritti di all’inizio degli anni ’90,
tutti i membri di una socie- dall’alto della sua forte età o di una organizzazione. conomia, temeva che enCosì come sappiamo che
le regole, una volta definite, vanno rispettate.
Eppure, da qualche tempo
a questa parte, sembra che
regole e leggi siano diventate qualcosa di variabile
alle esigenze di questo o
quell’interesse.
E’ il caso della decisione
presa dall’Ecofin, chiamata a decidere sullo sforamento dei parametri di
Maastricht da parte della
Francia e della Germania.
nella “stessa barca”
Una delle regole base della trando
con
l’Italia
(che all’epoca,
Comunità Economica Eu- prima del governo
Prodi,
ropea era, almeno fino a presentava dei bilanci
alqualche giorno fa, che il quanto disastrati).
rapporto tra deficit e PIL
restasse al di sotto della Temeva in particolare di
soglia del 3%, pena il pa- doversi accollare proprio il
gamento di una multa, co- nostro altissimo debito
me avvenne lo scorso anno pubblico.
ad esempio per il Portogal- La riunificazione della
lo.
Germania dell’est e l’andaDetto in parole semplici, mento del l’economia
l’impegno richiesto agli mondiale, hanno fatto sì
stati membri dell’unione è che invece fossero proprio
quello di non gravare ec- i tedeschi a trovarsi in
cessivamente sul deficit ri- maggiore difficoltà con i
propri conti pubblici fino a
ducendo i propri debiti.
i parametri richiesti
Proprio in quanto Unione sforare
dal
trattato
di Maastricht.
Economica di stati indipendenti, oggi uniti anche Sembra quindi assurdo che
da una moneta unica, i de- proprio il paese che magbiti di un singolo stato si giormente aveva voluto il
ripercuotono sugli altri sta- patto di stabilità, oggi chieti della comunità e influen- de di costituire una eccezano il valore della moneta zione assieme alla Francia,
con una decisione che non
unica, l’euro.
solo è stata denunciata
come vergognosa da tutti i
principali giornali europei,
comprese anche alcune
delle principali testate di
questi stessi paesi, ma che
rischia di avere degli strascichi diplomatici non indifferenti se si pensa alla
reazione che ha avuto la
Spagna
In tutto questo discorso ci
lascia perplessi anche il
comportamento dell’Italia, che ha deciso di non
opporsi alla decisione del-
sorprendentemente usa
questo avvenimento per
rincarare quegli attacchi a
cui ha sottoposto il sistema europeo fin dall’inizio
del suo insediamento, dimostrandosi l’alleato più
affidabile per quella Lega
Nord che da sempre attacca l’Europa “forcolandia”.
Ma tale comportamento
in realtà si spiega facilmente ricordando quel
vecchio adagio che dice
“io do una mano a te …
e tu dai una mano a
me”.
Vale a dire che è ancora
una volta dimostrato che i
conti pubblici italiani non
godono di buona salute.
Anche se per il momento
non ci ritroviamo a sfondare i parametri di Maastricht, in ogni caso non
siamo nemmeno così lontano da un possibile richiamo ufficiale da parte
di Bruxelles, specialmente
in relazione alla finanziaria di quest’anno che è in
corso di esame da parte
del parlamento, e che viene criticata ancor prima
che dall’opposizione, dalla stessa maggioranza.
Così facendo non si fa
altro che proseguire e giustificare una politica tutta
di stampo “Italia anni
’80”, in cui si spende più
di quelle che sono le entrate dello stato, riversando la differenza sul debito
pubblico, a futura memoria.
Resta il problema che i
debiti prima o poi vanno
pagati.
l’Ecofin, e quindi di non
multare i due paesi come
previsto.
E’ un atteggiamento che
lascia molto perplessi in
quanto la logica vorrebbe
che il governo sostenesse
con forza questa multa: altro non sarebbe che una
splendida occasione per
difendersi dagli attacchi
dell’opposizione italiana
proprio su un tema, quello
economico, dove il nostro
governo fino ad oggi si è
dimostrato più vulnerabile.
La multa verso Francia e
Germania, ma non verso
l’Italia, potrebbe essere usata come arma per soste- Ma questo avverrà ... un
nere un’ipotetica giustez- giorno.
za della politica del miniE quel giorno
-come
stro Tremonti.
sempre accade- chi poi
Avviene invece il contra- pagherà saranno sempre i
rio: il ministro Tremonti soliti: noi cittadini italiani.
Giustizia e Libertà
GLI ANNIVERSARI DA RICORDARE
5 Dicembre 2003
14
22 novembre 1964: l’assassinio di JFK
di Alessandro Rizzo
Per “Non chiederti cosa
può fare per te il tuo paese, ma cosa puoi fare tu
per il tuo paese”: ricordando Kennedy a 40 anni dal suo assassinio.
Una nuova frontiera per
riportare in America quel
sogno dei suoi padri fondatori: questi sono stati gli
obiettivi prefissati dal primo presidente degli Stati
Uniti cattolico, John F.
Kennedy.
John Fitzgerald Kennedy
nasce a Brookline, un sobborgo di Boston, il 29
maggio 1917, secondo dei
nove figli di Joseph
P.Kennedy e Rose Fitzgerald Kennedy, si laurea ad
Harvard, si arruola in marina e nel 1946 vince le
primarie per l’elezione come candidato democratico
alla Camera dei deputati.
Sostenendo sempre la sua
indipendenza da qualsiasi
potere esterno, il giovane
deputato si candida nel
1952 per il Senato e nel
1953 viene eletto. Il 20
gennaio 1961 John Kennedy è nominato 35° presidente degli Stati Uniti
d’America, con pochi voti
di scarto contro il suo rivale, Nixon, repubblicano.
Diversi sono i problemi
politici che il nuovo inquilino della Casa Bianca incontra: la crisi dei rapporti
tra USA e URSS e
l’inasprirsi della guerra
fredda, alla forte competizione militare ed economica, dopo lo scacco, inferto
dall’Unione Sovietica per
il del successo del primo
uomo inviato nell’aprile
dello stesso anno nello
spazio, la rivoluzione cubana e l’instaurazione del
regime di Castro, fino
l’instabilità dell’America
Latina e dei rapporti con la
potenza statunitense.
L’integrazione delle minoranze etniche, forti investimenti nel campo della ricerca, della promozione e
diffusione della cultura,
dell’assistenza pubblica,
del diritto allo studio caratterizzano i primi interventi
legislativi di Kennedy.
In questi anni
aumentano i sussidi per i disoccupati e i salari degli operai, nasce
il Movimento per
i Diritti civili, da
subito contrastato
dai ceti conservatori e reazionari
del Sud del Paese, considerati
incostituzionali.
L’intenzione di proseguire
nel contenimento del comunismo e la morsa che
viene attuata dalla Russia
di Kruscev su Berlino Est
con la conseguente erezione del Muro, a cui il Presidente Democratico risponde con l’invio di 1500 uomini a Berlino.
Kennedy poi, sotto le informative predisposte dalla
CIA, fa partire l’operazione della Baia dei Porci
per abbattere Castro. Ma
l’operazione fallisce e
Kennedy, assumendosene
le responsabilità, inizia a
trattare con l’URSS per
evitare un ulteriore
l’inasprimentpo dei rapporti tra le due superpotenze.
Nella primavera del 1961
URSS e USA provvedono
a un accordo di pacificazione e stabilizzazione del
Laos.
I rapporti cominciano a
ritornare tesi tra le due
potenze nell’autunno del
1962, quando vengono
rilevate basi missilistiche
russe sull’isola cubana:
Kennedy
decide
l’embargo militare contro
Cuba, ma, dopo nuove
trattative con il Presidente
sovietico Kruscev (anche
tramite l’intervento del
papa Giovanni XXIII),
l’URSS si impegna a ritirare le basi, e gli USA a
sciogliere l’embargo.
Kennedy autorizza i capi
di stato maggiore a programmare eventuali interventi di
emergenza.
nell’ambito cubano, esautorando, così la CIA
ed i servizi segreti, generando
una "tensione”
latente tra la Casa Bianca e la
Central Intelligence Agency.
siglato nel 1963 con
l’URSS, e il progressivo
impegno di proseguire ad
una più avanzata fase di
distensione.
Nel Vietnam, dove sono
stati inviati 17.000 soldati
Usa a sostegno di un regime instabile, minacciato
dalla dilagante corruzione
ed anche da una crescente
rivolta comunista, nel
maggio 1963, alla presenza in Vietnam di soltanto
16.000 consiglieri militari,
Kennedy decide di ritirare
l'appoggio al regime fantoccio di Ngo Dinh Diem,
primo passo verso un disimpegno militare.
JFK, quando divenne presidente aveva provveduto
a nominare il fratello Bob
ministro della giustizia.
Questi, proprio all’inizio
del 1963 autorizza
l’arresto di uno dei più
grandi boss dei clan mafiosi italo-americani esistenti negli USA: Sam
Gincana.
E’ una giornata difficile il
22 novembre per Kennedy: Dallas è inospitale
nei suoi confronti, molta
la propaganda contro la
sua figura.
Sui volantini diffusi alla
folla vi è scritto (in quelli
più benevoli): "Ricercato
per
tradimento" ,
"Seppelliamo re John".
Gli investimenti nel campo militare e della ricerca
scientifica spaziale non
cessano, anzi ma la politica estera del giovane Presidente è sempre più indirizzata a tessere relazioni
diplomatiche con le nazioni europee ed anche
con l’URSS.
Nel 1963 apre agli scambi
con i Paesi dell’Europa, L’assassinio di JFK, è avistituendo il GAT per uno venuto in un momento
spazio
c o m merciale
libero
nell’area
atlantica.
Ricordiamo
l’accordo sulla
moratoria nucleare,
(Continua a pagina 15)
Giustizia e Libertà
GLI ANNIVERSARI DA RICORDARE
5 Dicembre 2003
15
(Continua da pagina 13)
22 novembre 1964: l’assassinio di JFK
storico molto “particolare”
1° Kennedy aveva deciso
il progressivo sganciamento militare dal
Vietnam;
2° Kennedy aveva deciso
di aumentare del 7 %
(se ben ricordiamo) le
tasse sui prodotti petroliferi:
3° Kennedy aveva deciso
di premere sempre più
sull’acceleratore della
lotta al potere mafioso;
4° Kennedy aveva una
precisa volontà di riaffermare sempre di più
la sua posizione multilaterale in politica estera;
5° Kennedy aveva deciso
di dare una sempre
maggiore spinta
all’integrazione delle
minoranze etniche,
dando loro il diritto di
voto, all’istruzione, al
lavoro;
6° Kennedy aveva deciso
di dare inizio ad una
nuova serie di negoziati con il regime castrista.
E queste prese di posizioni
di JFK non trovavano tanti
ostacoli -come si è sempre voluto far credere- nel
ceto “retrivo e reazionario” americano, ma rappresentano una reale e grave minaccia per le potentissime lobby dei fabbricanti di armi e dei petrolieri Usa.
Dopo il 22 novembre 1963 la domanda che fu necessario porsi è la seguente: chi ha ucciso realmente
John Kennedy ?
I lavori della Commissione Warren hanno accertato
che il delitto è stato compiuto dal “solitario” Lee
Oswald, che avrebbe sparato tre colpi, con un fucile
italiano del 1940, un Mannlicher Carcano modello
91/38, calibro 6,5 (arma
più adatta a stare in una
vetrina di armi desuete che
non nelle mani di un
killer), dal quinto piano di
un edificio davanti a cui
passava il corteo di auto
del presidente.
La terza pallottola ha colpito il Presidente alla nuca,
uscendo dalla gola, colpo
che è risultato mortale.
La commissione licenzia il
caso con questa tesi paradossale.
I fatti sembrano essere andati diversamente: Oswald
non era un tiratore, come
invece è stato fatto credere; i colpi sparati -da documentazioni di cineoperatori dilettanti scoperte
dopo anni- erano stati 6
(se risultava assurdo che
potessero essere stati sparati in 5,3 secondi solo 3
colpi -data la tipologia
tipo del fucile accettato
come arma usata da Lee
Oswald- come è possibile
che ne siano stati sparati
nello stesso lasso di tempo
ben 6 ?).
Un'altra perplessità sorge
per la sparizione del
proiettile estratto dal cranio di JFK, e mai più citato né ritrovato (forse si temeva il confronto con la
pallottola … ritrovata sulla
barella che
trasportava il
governatore
Connelly,
perché forse
si veniva a
smantellare la
teoria dell’unico killer e
dell’u nico
fucile).
Altri indizi
fanno sorgere
ancora
più
dubbi sul rapporto Warren:
come è possibile che il rigido
New
York Times
appena ucciso
Oswald dal
misterioso “Ruby” pubblica in prima pagina
“Ucciso l’assassinio del
Presidente Kennedy”
senza neanche porre la
classica formula “il presunto assassino” ?
Come è possibile che la
cassa del Presidente che
all’imbarco sull’ “America One” era bronzata e
quando è stata sbarcata
dall’aereo era grigia ?
Come mai che la massa
cerebrale di JFK mancava
totalmente nella cassa cranica al momento in cui fu
eseguito autoptico
nell’ospedale militare ?
(Sembra che lunito momento in cui Jaquelin si è
allontanata dal feretro sia
stata quella mezz’ora in
cui era presente al giuramento, di Johnson )
Il fatto interessante è che a
differenza dei tessuti molli il cervello data la sua
struttura avrebbe potuto
indicare con estrema chiarezza il reale tragitto della
pallottola: antero-posteriore oppure posteroanteriore.
Un altro dato rivela l’insussistenza del rapporto
Warren: la folla, dopo gli
spari, si era tutta slanciata
verso il cavalcavia (che
era situato frontalmente al
corteo delle auto) in
quanto i colpi erano stati
uditi provenire da lì e non,
come viene sostenuto, dal
quinto piano del magazzino retrostante.
Quindi si sarebbe venuto
a configurare l’esiustenza
di un “complotto, e non
del “killer solitario.
Ed è stato un complotto !
Come è possibile che
Jack Ruby, piccolo mafioso locale, sia potuto
penetrare nel sorvegliatissimo garage della polizia,
proprio nel momento in
cui Oswald doveva venire
trasferito, ed avvicinarsi
tanto a lui da freddarlo a
pistolettate ?
Come è possibile che
Jack Ruby, muoia inspiegabilmente dopo qualche
anno di prigione, per un
tumore mai individuato
prima, proprio qualche
giorno dopo che aveva
preannunciato una sua
nuova testimonianza in
tribunale?
Come è possibile che nel
giro di poco più di 12 mesi ben 36 testimoni, definibili “molto interes-santi” sono morti per “morte
accidentale”, per “incidente d’auto” e per “suicidio” ?
A questo punto crediamo
che sia possibile mutuare
la nota frase kennediata
“Siamo protagonisti della storia, non vittime” in
“Siamo vittime, perché
protagonisti, della storia”.
Certo bisogna riconoscere
che se con Franklin Delano Roosevelt l’America
ha avuto il suo New Deal,
con l’uccisione di John
Fitzgerald Kennedy, di
Bob Kennedy e di Martin
Luther King ha conosciuta la barbaria più nefanda.
Alessandro Rizzo
Giustizia e Libertà
CONTROCORRENTE di Bruna Gazzelloni
5 Dicembre 2003
16
Tutto per bene...
di Bruna Gazzelloni
na Guzzanti.
Prendendo spunto da una
grande pièce di Pirandelllo, mi vien davvero da
dire "Tutto per bene",
alla faccia anche, nel centro sinistra, di Rosi Bindi
che sosteneva essere indispensabile per quella coalizione, sedersi intorno ad
un tavolo e chiarire le ragioni che dovrebbero imporre maggior creanza e
pudore anche da quelle
parti su questo tema.
Semplice, molto più semplice ignorare, da parte
della classe politica, che
"concertativamente" e
sostanzialmente è da sempre stata d'accordo su questo, che la magistratura e
quindi il rispetto delle leggi e le sentenze che ne derivano esistano, come in
qualche misura ha prefigurato Gad Lerner durante la
puntata dell'Infedele di Sabato scorso.
Ma ciò non stupisce più di
tanto, solo a ricordarsi il
pedegree dell'ispiratore di
quel giornale che della
bicamerale aveva fatto
l'unica sua vera ragione di
sopravvivenza governativa.
E da lì cominciò, meglio
non dimenticarlo mai, la
nostra via crucis come popolo italiano, perché solo
grazie a quei riconoscimenti, alle visite deferenti
alla Mediaset appunto di
Massimo D'Alema, si deve la legittimazione di un
leader che ci fa arrossire
come popolo in mezzo
mondo civilizzato.
Come suonano stonate,
stridule e insincere, dunque, le sue critiche a Berlusconi oggi e il suo apprezzamento per Prodi per
il cui perseguimento dei
“comuni intenti” tanto
Come gerarchi intolleranti sembra si stia spendendo.
certi leaders non a caso
hanno valutato quanto sia Dunque Previti assolto
preferibile tener fuori un (alleluja, alleluja) da un
Di Pietro, con certe ri- solo capo d'imputazione,
schiose idee fisse, nono- ma con sedici anni di galestante possa garantire qual- ra comminatigli da due
che punto in più di percen- tribunali della Repubblica,
tuale, piuttosto che Boselli, in questa Italietta mediatisegretario di uno SDI mi- ca da farsa, può assurgere
nimale (che annovera nelle al livello di un martire crisue fila anche il Sen. Del stiano massacrato per anni
Turco, autore in questi ul- dalle belve giustizialiste !
timi tempi di exploit al limite della …decenza) che, E come spesso accade in
comprensibilmente, su Italia a certa magistratura,
queste cose è molto più di ma anche da parte di tante
manica larga e non si for- corporazioni, giornalistimalizza troppo.
che incluse, particolarmente "sensibili" a perceNon so quanto sia vero !
pire dove spira il vento, un
Abbiamo saputo che il Ri- anello della catena quale è
formista, giornale di riferi- stata l'assoluzione di Premento dalemiano, abbia viti per la vicenda SME, si
gioito per l'assoluzione di incastra perfettamente alCesare Previti sul caso l'altro, vista la coincidenza
SME, così come ha dichia- davvero impressionante
rato, sempre durante quella con la quale le motivaziopuntata dell'Infedele, Sabi- ni della sentenza che ha
assolto Andreotti, decretando la formulazione di
un "teorema" dei P.M. a
suo danno, "certificano"
in qualche modo l'inattendibilità di quelle che Previti non a caso definisce
procure politicizzate
(chissà poi a servizio di
chi, visto che nessuno ne
difende e/o salvaguarda il
lavoro, l'opera e l'insostituibile Valore democratico).
la loro autonomia, attendendo peraltro che venga
cambiata in questo senso.
Del resto basti attenersi
alla "beata serenità da
paese dei Balocchi”, dove già la magistratura è
assoggettata al potere politico come la Francia, per
avere ben chiara quale sia
l'aspirazione della politica,
sebbene ipocritamente inconfessabile per talune
forze politiche, in tutte le
E pazienza se le dichiara- latitudini.
zioni dei pentiti, considerate nel passato evidente- Peraltro è davvero inquiemente attendibili e confu- tante che questo sostantabili, tanto da consentire ziale "idem sentire" si
addirittura l'azzeramento configuri in un momento
di una parte della cupola in cui, da qualche tempo,
mafiosa, quando toccano diverse inchieste hanno
la politica diventano ma- cominciato a toccare angicamente pilotate, tanto che politici del maggiore
da diventare unicamente partito del centro-sinistra.
strumento per costruire,
da parte di una magistra- E poco importa se, come
tura desiderosa solo di ha detto Marco Travaglio
veder "scorrere il san- a Funariforever, di tutti
gue" delle proprie vitti- gli inquisiti in tangenme, arditi teoremi mate- topoli la percentuale di
matici di alcuna credibili- quelli usciti indenni sia
non del 99%, ma appetà.
na del 16%, tanto da poPerché è ovvio che ora il ter accreditare la convincorollario dei peggiori zione che la magistratura
insulti, dei più nefandi di talune specifiche procusospetti, delle più umilian- re rappresenti al contrario
ti allusioni, si riverserà al meglio la tradizione
solo su taluni magistrati, storica da patria del diritto
più ostinati di altri, peral- di cui è espressione.
tro giustamente stremati,
che una intera classe poli- Con criminale nonchalantica "trasversalmente" ce, invece, e cupa irrevorrebbe finalmente im- sponsabilità, si preferisce
potenti, impauriti ed as- dunque che cada Sansone
soggettati, nei fatti (perché e tutti i filistei, e cioè che
gli si tolgono peraltro stru- pur di elevare la classe
menti legislativi e risorse politica al di sopra del giueconomiche per poter dizio degli uomini e forse
svolgere il suo insostitui- divino (come del resto lo
bile magistero da paese stesso Moro pretendeva
che dovrebbe essere civile per la sua DC), un intero
e non terra di briganti qua- popolo possa sentirsi aule sta diventando l'Italia torizzato a diventar
del terzo millennio), al "bruto", piuttosto che
potere esecutivo "a pre- perseguire principi di ciscindere" da una Costitu- viltà e rettitudine come
zione che decreta a parole
(Continua a pagina 18)
Giustizia e Libertà
FILMS MEMORANDA di Fiore di Cactus
5 Dicembre 2003
17
«Era notte a Roma» di Roberto Rossellini, 1960
di Fiore di Cactus
soldato
russo, che
si possono immaginare.
Ma
la
comprensione passa comunque.
1960: Roberto Rossellini ritorna sulle storie
dell’occupazione nazista
a Roma.
Il film si apre con la precisazione che sui mesi
dell’occupazione nazista
a Roma c’è ancora qualcosa da dire; la voce narrante parla inglese e si
capisce che è il punto di
vista di un soldato alleato: mentre per i soldati
alleati, se scoperti, si
prospettava il campo di
prigionia, per i civili che
avessero aiutato i nemici
del Reich c’era la fucilazione immediata.
Ma nonostante tutto…
Tre soldati stranieri, un
maggiore inglese, un
pilota americano e un
soldato russo, vengono
nascosti nella soffitta di
casa di Esperia.
Esperia è una giovane
che vive come può facendo la borsa nera,
muovendosi fra la città e
la campagna travestita
da suora.
I tre non parlano una parola di italiano e quasi
tutto il film si svolge
nelle rispettive lingue
con tutte le difficoltà,
per esempio rispetto al
ma circola anche una
spia dei nazisti. E i tre
fra l’altro, escono la sera per aiutare la confezione delle armi. Una
sera il soldato russo viene scoperto e ucciso,
Renato ed Esperia arrestati.
Dalla soffitta, attraverso
Il fidanza- i tetti, i due soldati rito di Esperia, Renato, di masti vengono trasferiti
nel palazzo di un
nobile
che lavora presso
il vaticano e che
può avere, dato il
suo rango, anche
preziose
informazioni da
un ufficiale nazista.
cito alleato, vengono
travestiti da sacerdoti e
trasferiti nel vicino convento.
Sono i terribili giorno
della rappresaglia delle
fosse Ardeatine, durante
la quale muore anche
Renato.
Esperia, per intervento
del conte, invece viene
liberata. Il maggiore inglese fa appena in tempo a scappare dal convento dove i nazisti fanno irruzione pochissimi
giorni prima dell’arrivo
degli alleati.
Il film è raccontato dal
punto di vista dei soldati
alleati, recitato, come in
parte era stato per
“Roma città aperta” e
per “Paisà”, nella loro
lingua originale e sottotitolato.
E’ un evidente, bellissimo omaggio a Roma e
al coraggio dei suoi cittadini a 15 anni dalla
liberazione.
E dal palazzo,
contando
i giorni
d e l l ’ a rr i v o Ancora una volta per
dell’eser- non dimenticare.
nascosto anche da lei, fa
parte della resistenza
clandestina, così come il
dottore che cura la gamba ferita dell’americano.
Ma nel palazzo qualcuno ha cominciato a notare qualcosa; il portiere
può essere momentaneamente zittito con i preziosi generi alimentari
che lei riesce a procurare
Per un banale errore di archiviazione, nell’ultimo numero del giornale, ritenendo terminata la
“prima serie” dei film sulla Resistenza, avevamo iniziato la serie “ironico-satirica”, mentre invece
avevamo ancora da pubblicare l’ultimo film appartenente alla “prima”: Era notte a Roma.
Siamo veramente dispiaciuti dell’incidente occorsoci. GL
INTERNI
Giustizia e Libertà
5 Dicembre 2003 18
(Continua da pagina 9)
Una doverosa precisazione
anni, che è il massimo
della pena prevista dall'art.319-ter (corruzione
in atti giudiziari).
A Pacifico e Previti, invece, è stata comminata
la massima pena prevista dall'art.319 c.p.
(l'unico applicabile al
tempo dei fatti) e cioè
cinque anni.
Riconosco che la locuzione usata dal Tribunale ("qualificato il fatto
nei confronti di Pacifi-
co e Previti come violazione degli articoli 319
e 321") possa destare
qualche perplessità ed
ingenerare l'equivoco
che il fatto addebitato a
Previti e Pacifico sia
qualitativamente diverso
(corruzione semplice)
da quello addebitato a
Squillante (corruzione in
atti giudiziari); ma se
l'imputazione unitaria di
cui al capo A) consisteva (a quanto sembra, ma
non dispongo dell'esatta
formulazione del capo
d'imputazione) nel fatto
che questi tre gentiluomini avevano creato una specie di gruppo dedito alle corruzioni
"giudiziarie", questa
situazione si configura
tecniamente come corruzione in atti giudiziari
e non come corruzione
semplice.
Insomma, se Squillante
è stato condannato perché si faceva corrompere a fini giudiziari (e la
pena a lui irrogata è sta-
ta certamente tratta dall'apposito art.319-ter)
non è possibile ritenere
che Previti e Pacifico,
che lo corrompevano,
non fossero corresponsabili dello stesso tipo
di delitto; anche se la
pena ad essi irrogata è
stata necessariamente
tratta da una diposizione diversa da quella ad
hoc, ad essi corruttori
non applicabile.
sare fuori dall´udienza:
«Bisogna chiamarsi
Andreotti per avere
sentenze corrette in
Cassazione. Sono convinto che ci sia un inquietante interrogativo
sull´archiviazione chiesta da Brescia tre giorni prima dell´appuntamento di oggi.
È strano che la procura abbia mandato al
procuratore generale il
testo, che a sua volta lo
ha inviato in Cassazione. Oggi Veneziano lo
ha prodotto in udienza, ma quando la difesa Previti ne ha chiesto l´acquisizione, lo
ha ritirato».
Tutto questo non ha
nulla a che fare con il
legittimo sospetto, tranne affermare, come fa
Taormina, che Milano
arriva perfino a influenzare Brescia.
Salvatore Camaioni
www.ListaSinistra
(Continua da pagina 7)
La Cassazione boccia Previti
Squillante su Berlusconi, acquisiti dal pm Ielo,
portati a Milano, ma
prodotti nel processo
solo negli ultimi mesi.
Ielo avrebbe detto a Brescia che la Boccassini li
aveva visti e giudicati
ininfluenti, ma la stessa
Boccassini ha dichiarato
in udienza di averne preso contezza solo di recente.
La corte ha giudicato
questi come dettagli che
comunque non sono ri-
conducibili a quelle
«gravi situazioni locali»
che la Cirami definisce
come condizione necessaria per spostare un dibattimento.
Per la seconda volta, la
legge approvata dalla
Cdl per risolvere dai
guai giudiziari Berlusconi e soci si risolve in un
flop.
Dice Taormina, avvocato e parlamentare di Forza Italia, che per un paio
d´ore è rimasto a curio-
Liana Milella
da: www.larepubblica
on line
(Continua da pagina 16)
Tutto per bene ...
magari Lorenzo il Magni- fa.
fico avrebbe preferito enunciando tali auspici dal- Una intera classe, ricomla natia Firenze.
pattata dalla politica e dal
malaffare, si ritrova a sfilaTutto per bene dunque, re compiaciuta celebrando
tutto si ricompone come il matrimonio di chi fa parnello splendido e ango- te, come constata lo sconscioso finale di "A ciascu- solato Castellitto di
no il suo", il bellissimo "Caterina va in città",
film di Elio Petri tratto da dell'immortale, italica cateun romanzo di Leonardo goria umana di chi "ha
Sciascia che, pare, avesse capito come va il moncapito tutto parecchi anni do".
Son passati forse quaran- E' già qualcosa.
t'anni e ancora una volta il
Bruna Gazzelloni
cinema è riuscito
ad esprimere la
Giustizia e Libertà
più folgorante
Periodico Politico Indipendente
analisi sociologiAutorizz. del Trib. di Roma, n° 540/2002 del
ca del nostro pae18.09.2002
se, oggi.
L. Barbato
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tici.
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