Giustizia e Libertà
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Giustizia e Libertà
W W W . G I U S T I Z I A - e- LIBERTA.CO M Anno 2 - n° 45 5 Dicembre 2003 Giustizia e Libertà Distribuzione telematica Periodico politico indipendente Copia gratuita Previti condannato Ripensando Pertini GL (a pagina 2, 3) Sabina Guzzanti Oggi come oggi è noto solo il dispositivo della sentenza, e noi fedelmente lo riportiamo, quando saranno note le motivazioni, come già avvenne per il primo processo, sarà nostra cura riportarle, anche se solo in parte. di Alessandro Menchinelli (a pagina 2, 3) Previti esulta ... di Mirella Fera (a pagina 4) L’Italia appoggia Sabina L’Italia contro Gasparri di A.R. (a pagina 2, 3, 11) (a pagina 4) 23 novembre 2003, Ottimisti per forza "In nome del popolo italiano il Tribunale di Milano, prima sezione penale, all'udienza del 22 novembre 2003 ha pronunciato la seguente sentenza: visti gli articoli 533, 535 del codice di procedura penale dichiara Pacifico Attilio, Previti Cesare e Squillante Renato, responsabili del reato loro ascritto al capo A ed esclusa la continuazione interna e qualificato il fatto nei confronti di Pacifico e Previti come violazione degli articoli 319 e 321 del codice penale condanna Pacifico Attilio alla pena di 4 anni di reclusione, di Previti Cesare alla pena di anni 5 di reclusione, Squillante Renato alla pena di anni 8 di reclusione e tutti i (Continua a pagina 9) di Jacopo Fo, da http://www.alcatraz.it) (a pagina 6) Bocciato Previti di Liana Milella, www.Larepubblica online (a pagina 7, 18 ) Intervista a D’Ambrosio di Marco Mensurati da www.laRepubblica (a pagina 8) Una doverosa precisazione di Salvatore Camaioni, www.listasinistra.it (a pagina 9, 18) La Toga Paola Di Nicola, magistrato (a pagina 10, 11) Parlando di pace facendo la guerra di Alessandro Blasetti (a pagina 12) All’Eu, tutti giustificati Paolo Di Roberto (a pagina 13) 27 novembre 1962, J.F.K. di Alessandro Rizzo (a pagina 14, 15) Tutto per bene ... di Bruna Gazzelloni (a pagina 16) Film: Era notte a Roma di Fiore di Cactus (a pagina 17) Adesso ho capito ! ! di AnnaMaria Il nostro premier, Silvio Berlusconi da Arcore soffre di un complesso di inferiorità, psicologica ed intellettuale nei confronti dei grandi della terra. È per questo che, nella foga parossistica di accreditarsi nei confronti di costoro, ne combina di tutti i colori. Di fronte ad una costernata ed allibbita platea di giornalisti, a precisa domanda di un giornalista di "Le Monde” rivolta a Putin sul caso Jukos e sui diritti umani in Cecenia,il cavaliere ha perso il controllo. Da vassallo qual’é si é prostrato ai piedi di Putin rispondendo in sua vece difendendolo a spada tratta e definendo il caso Jukos un semplice caso di corruzione e la Cecenia un covo di terroristi ai cui attentati la Russia ha risposto con l’offertà di elezioni democratiche. Il tutto ponendo a protezione fisica braccio sul braccio dello smarrito ed incredulo Putin. (Continua a pagina 8) Giustizia e Libertà Ripensando a Sandro Pertini di GL Chi sa perché mi è venuto in mente Sandro Pertini, amatissimo e mai dimenticato Presidente della Repubblica. Presidente, lui sì, di tutti gli italiani ! Lo rivedo con la sua inseparabile pipa, con i suoi occhiali spessi che però non gli impedivano di vedere; probabilmente collegati ad un impianto acustico che, certamente, non gli impediva di sentire e, soprattutto di capire. Si, io credo che lui vedesse, capisse e sentisse soprattutto la voce del popolo, di quegli italiani che riponevano in lui una fiducia illimitata, sentendosi, come erano, rappresentati al meglio, tutelati dalle istituzioni mai venute meno, per merito di chi, supremo garante ne verificava la correttezza. Bei tempi, tempi di coraggio, di statura morale, tempi irripetibili. Pertini aveva un background politico di grande spessore ma non aveva, credo, la bramosia del potere appartenente a molti politici di oggi. Una volta assurto al massimo livello istituzionale, si è distinto per equanimità e severità di giudizi. La sua non più tenera età lo aveva messo nella condizione di essere sottovalutato da una parte della classe politica con la quale, lui, scevro da condizionamenti politici, era stato critico. Il popolo, invece, lo ha amato svisceratamente rendendolo insostituibile nell’immaginario collettivo. Nei momenti delle decisioni importanti gli italiani sapevano che avrebbe scelto per il meglio, senza condizionamenti o pressioni di sorta. La sua integrità morale lo metteva al riparo dagli attacchi dei “falchi del potere”, dagli “arrampicatori dell’Azienda-Stato”. Siamo certi che, se fosse stato ancora con noi, non avremmo avuto dubbi. Avrebbe operato nell’interesse di tutti, non dei singoli. Avrebbe rispettato la Costituzione che aveva contribuito a redigere. In una parola, avrebbe agito da Presi- INTERNI 5 Dicembre 2003 2 SABINA GUZZANTI di Alessandro Menchinelli Il processo aperto dai dirigenti Rai, e da chi sta loro dietro, contro Sabina Guzzanti, dopo la prima puntata di Raiot, non è solo una conferma della pratica della censura, ma anche una manifestazione di spavalda ignoranza. I consiglieri Rai ed il direttore Cattaneo, i loro fiancheggiatori esterni, oltre naturalmente i loro superiori interessati, hanno sostenuto che quella di Sabina Guzzanti non era un opera satirica, ma un espediente per far passare in modo improprio una semplice controinformazione. Per loro la satira sarebbe una cosa e l’informazione sareb- be un’altra, del tutto diversa. L’informazione sarebbe compito di altri e non di chi è preposto a divertire e che, per assolvere a questo compito, può anche essere tollerato per l’audacia pungente diretta contro i potere. Ma solo per ridere e non per altro, e tanto meno per informare. Anche in un commento apparso su “La Repubblica” si fa risalire una caduta di efficacia satirica del lavoro della Guzzanti, in quella parte in cui ella avrebbe ceduto alla tentazione di fare informazione, anziché spettacolo. Ora è proprio questa distinzione che si vuole netta, fra satira e informazione, che lascia francamente perplessi, per non dire altro. Tutti i grandi mezzi di comunicazione, gestiti da professionisti dell’informazione, come sono i giornalisti, quando quotidianamente sfornano il loro prodotto, presentano in mezzo ai servizi ed agli articoli, la finestra della satira. In (Continua a pagina3) L’Italia appoggia la Guzzanti di A.R. No CensureRAI: l’Italia dei movimenti, della società civile è scesa in piazza, in diverse città, per manifestare contro un nuovo provvedimento che mette in ginocchio lo spirito democratico e di stato di diritto della nostra Repubblica: la sospensione, voluta dal consiglio di amministrazione RAI, dello spettacolo, seguito da milioni di utenti, di Sabina Guzzanti “Raiot – prove di distrazione di massa”. L’opposizione, tramite i propri rappresentanti, ha inviato un messaggio di solidarietà a Sabina Guzzanti in nome della tutela e della dife- sa della libertà di espressione e di satira: in questa RAI del governo di centrodestra il diritto al dissenso e alla critica non trova spazio. Si promettono nuove mobilitazioni future per esprimere la generale indignazione contro atti che limitano fortemente la libertà e il pluralismo mediatico e che provvedono a istituire legalmente forme di tutela degli interessi del capo dell’esecutivo, detenente l’85% dei mezzi di informazione nazionali e il 90% della proprietà delle agenzie pubblicitarie, lasciando totalmente sospesa la questione grave riguardante il conflitto. ROMA Un lungo serpentone davanti all’Auditorium di Roma, fuori di cancelli, di 1500 forse 2000 persone, per tutto il Viale De Coubertin fino ad arrivare al Palazzotto dello Sport di Viale Tiziano ha testimoniato che la Sala Santa Cecilia era piena di cittadini e di spettatori. All’appuntamento erano presenti in palco Paolo Rossi, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, Dario Fo e Daniele Luttazzi. Vi è stata anche la partecipazione di Paolo Serventi Longhi, segre(Continua a pagina3) INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 (Continua da pagina 2) (Continua da pagina 2) Sabina Guzzanti Ricordando Pertini ragione del loro mestiere di informatori essi non relegano la satira nell’angolo della risata, ma la mettono ben in evidenza in prima pagina, proprio come chiave di lettura della loro informazione. una espressione dell’arte e se questa è una continua sincera ricerca della verità, senza compromessi di nessun genere, solo ottusi commentatori possono sostenere poi che la satira ha il solo fine di divertire, di far ridere. Del resto la satira come strumento di informazione era ben conosciuta anche dal monarca medioevale che adottava e proteggeva il buffone di corte. Nei suoi spettacoli, scherzando e ridendo, Tartarin di Tarascona poteva far capire il nocciolo della verità, che il monarca voleva conoscere e che i suoi consiglieri di corte volevano tenergli nascosta. Se infatti la satira è Costoro sarebbero anche capaci, per non smentirsi, di sostenere che un’opera d’arte in chiave drammatica ha il solo fine di far piangere. Per loro si riduce a non essere concepibile, e perciò dovrebbe essere bandita, l’arte per stimolare e diffondere riflessioni, per far pensare, per far capire, per vedere ol- Alessandro tre ciò che appare. Menchinelli Qui si vuole prescin- (Continua da pagina 2) L’Italia appoggia la Guzzanti tario dell’FNSI, di Serena Dandini, padrona di casa, di Michele Santoro, di Federico Orlando, e del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. Alla fine della kermesse sulla satira Serena Dandini ha letto pubblicamente la diffida del consiglio di amministrazione della RAI dove viene denunciato severamente il comportamento di Sabina Guzzanti che ha utilizzato altrove testi, energie e attori per realizzare un programma che è della RAI. Ma pronta e ad effetto è stata la risposta della diretta interessata: dopo aver censurato il mio programma la Rai vuo- le censurate anche il mio pubblico. Ma ha scelto un nemico troppo forte. Ed ecco una breve lista di città -tra le tanteche hanno voluto manifestare il loro appoggio a Sabina Guzzanti. ANCONA, REGGIO EMILIA e MODENA Sono stati i Circoli dell’ARCI locali che hanno deciso per la domenica di non trasmetter ela consueta partita di calcio serale, am di dare spazio dovuto allo spettacolo contro la censura e per la libertà di satira di Sabina Guzzanti. Le sale dei circoli erano piene di persone che hanno potuto vede- dere dal valore artistico da attribuire al lavoro di Sabina Guzzanti, ci si vuole astenere dal dare voti sull’opera in sé e lasciamo questo compito ad altri. Qui si vuole però affermare con forza che gli argomenti su cui si sono incentrate le “accuse” contro quell’opera sono argomenti falsi e oscurantisti, buttati giù alla rinfusa, tanto per impedire in linea di principio lo svolgimento di un campo di riflessioni aperte alla verità, quella che si vuole tenacemente tener nascosta. Quegli argomenti non possono essere accettati. 3 dente. Che garanzie hanno oggi gli italiani, soprattutto, che garanzie vogliono avere ? Si tappano le orecchie per non sentire i richiami delle sirene di Ulisse o si lasciano sedurre da esse ? Tutti siamo condizionati dalla pubblicità che indirizza le nostre scelte, soprattutto se i messaggi sono insistenti ed a largo raggio e spesso subliminali. La psiche è una spugna che assorbe ogni cosa in specie se il soggetto bombardato ha una debole capacità di autodifesa. Va da sé quindi, che il messaggio pubblicitario è tanto più forte quanto più lo si vuole recepire. Nell’era della multimedialità quindi tale messaggio condiziona inevitabilmente le scelte. Ricordo Sandro Pertini con nostalgia, la nostalgia di ciò che rappresentava: Giustizia, Correttezza Istituzionale, Fermezza, Coraggio, Senso dello Stato. E’ singolare, ma non troppo, che nei discorsi pomposi e ridondanti di “iperbole” dei nostri politici non ci sia mai un riferimento alla sua persona, citata una frase delle sue, un penre e seguire una mani- siero grato per la sua presidenza. festazione artistica contro il provvedimento Era certamente troppo giusto, troppo autoritario del Consi- serio, troppo istituzionale, per allocaglio di Amministrazio- re nelle mediocri menti dei nostri ne della RAI. attuali politici i valori da lui perseguiBOLOGNA ti sono oggi desueti e retorici. Anche a Bologna la mobilitazione ha avuto Oggi, come dice Previti, «si attacca il suo seguito. non ci si difende», chi se ne frega All’Arena del Sole di- delle regole, è roba per gente per beverse persone si sono ne. riversate e molte sono rimaste fuori dalla por- Nutro la speranza che il fantasma di ta, seguendo ugualmen- Pertini si aggiri tra le mura del Quirite lo spettacolo, proiet- nale per suggerire all’attuale inquilitato dagli schermi. Il no, senza mezzi termini come era comitato organizzatore uso fare, il comportamento giusto nel dei movimenti si di- momento delle grandi decisioni. spiace per non aver potuto, per difficoltà og- Che Sandro ci aiuti e, in maniera laigettive, reperire uno ca, ci protegga. spazio più ampio: la manifestazione è riusci- GL (Continua a pagina11) INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 4 Previti esulta: solo cinque anni Il merito per i rtisultati di questo processo è vero che vanno al “collegio giudicnte”, ma non si può sottacere l’impegno al limite delle posibilità umane profuso dai PM, tra cui emergeva per la sua forza di carattere, la tenacia e l’ incisività dei suoi interventi Ilda Boccassini - Onore e merito va a Stefania Ariosto, la ben nota “teste Omega, che con le sue dichiarazioni ha dato modo che si impiantesse il processo, teste sempre più vituperato -non sempre in termini “legali”- dalla difesa e da tutti i comprimari, cavaliere compreso . Stefania Ariosto che nonostante le innumerevoli minacce subite (perché non ricordare la molotov lanciata contro il suo studio all’indomani della sentenza ?) ha, con coraggio ,sempre tirato diritto per la sua strada. di Mirella Fera Il sipario è calato sul primo atto. Breve riassunto dello spettacolo fin qui eseguito: a conclusione del processo, detto Sme, l’imputato Previti Cesare è stato condannato a cinque anni di reclusione per essere stato riconosciuto colpevole di “corruzione semplice”, cioè per aver corrotto esponenti della magistratura romana, a ciò va aggiunta la condanna a undici anni precedentemente raccolta a conclusione del processo detto Imi Sir – Lodo Mondatori; totale sedici anni. Evviva ! Esulta Previti, esulta il Collegio di difesa ed esulta la Maggioranza forzaitaliota che si affanna a dire che questa sentenza scagiona totalmente Berlusconi. Saranno ragionamenti troppo sublimi per i comuni mortali, ma sinceramente non si riesce a capire di cosa si possa essere felici. Avere la spada di Damocle di ben sedici anni da scontare nelle patrie galere, se al processo d’ appello la condanna venisse confermata ? Essere “corruttore semplice” anziché “corruttore aggravato”? Ma che, è un avanzamento di carriera ? Berlusconi innocente ? Glielo auguriamo, ma per essere dichiarati innocenti, finora, ci voleva una sentenza emessa da un tribunale giudicante. la severità della toga, le sue collane e gli splendidi, grandi orecchini. Ci piace cogliere nella chioma ribelle quasi il Saranno cambiate le co- segno di un’indomabilità se senza che ce ne siamo del carattere. accorti ? Ci piace il suo sguardo Molti sono gli interroga- acuto e serio. tivi, se seguiamo le dichiarazioni succedutesi. Quando l’inchiesta coRischiamo davvero di minciò, circa dieci anni perderci la testa e, ancor fa, fu incaricata di conpiù, possiamo dire addio trollare la veridicità delle al buonsenso. dichiarazioni di Stefania L’intelligenza, il buon- Ariosto, la teste omega, e senso e la statura morale, la conclusione fu però, c’erano in quei l’arresto, nel marzo ’96 processi; li ha mostrati del gip.di Roma, Renato chiaramente il Tribunale Squillante. di Milano, che con serietà e grande professio- Anche il coraggio civile nalità è riuscito ad anda- dell’Ariosto, la denuncia re avanti fino in fondo, di un mondo corrotto e concludendo i due dibat- fuori dalla realtà sociale, timenti malgrado gli o- è stato demonizzato e stacoli infiniti posti dalla concretamente minacciadifesa. to da un certo altro mondo che, pur restando nell’ Giornali e tg ci hanno anonimato, della corretmostrato in particolare le tezza e del bene comune immagini dei due p.m. non fa suo vanto. Gherardo Colombo e Due donne il cui destino Ilda Boccassini. per un attimo si incrocia Serio e pensoso, il pri- e che hanno la tenacia di mo, determinata e ferma arrivare diritte allo scoil secondo. po; quello del ripristino Ci piace vederla, la Boc- della giustizia. cassini, e ascoltare le sue parole quando si scaglia Non è piaciuto, ad alcuni contro la corruzione nel- personaggi, questo opela magistratura, ci sem- rare “testardo” e le critibra di cogliere un dolore che hanno echeggiato, personale, quasi, nel do- nei giorni successivi alla ver constatare che anche sentenza, tra un “gaudio tra i suoi colleghi si anni- e l’altro” degli imputati dano persone corruttibili di cui uno solo è risultato e corrotte. essere estraneo ai fatti. E così l’Ariosto si è ritroCi piace il tocco di fem- vata con una molotov nel minilità che traspare dal- suo ufficio e la Boccassi- ni è stata aspramente criticata per una sua brillante intervista a la Repubblica, intervista presa a pretesto per affermare la politicizzazione (a sinistra naturalmente) dei giudici, da taluno definiti come “esseri antropologicamente diversi” (…e questa poi ce la dovrebbe spiegare…), mentre tutto l’iter processuale non ha fatto che dimostrare l’autonomia dei giudici medesimi e la loro appartenenza al ”genere umano”, visto che anche tra loro si annidano persone corrotte e che anche a questi non è stata risparmiata l’espiazione della colpa. Giudici politicizzati o politici giudicanti ? Delle due la seconda, come avrebbe detto un censurato o censurando autore satirico e cioè che la politica si vuole sostituire alla magistratura, altrimenti perché mai l’ex imputato Previti dovrebbe gioire tanto per essere stato condannato a soli sedici anni di prigione? Ma non lasciamoci confondere e torniamo al buon senso augurando alla bella Ilda Boccassini dei buoni e meritati week ends. Con la nostra stima e il nostro affetto. Mirella Fera INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 5 In Piazza contro la Gasparri Quanto è accaduto in Italia dopo che le Camere hanno approvato il Testo di Legge tristemente noto anche come “LODO GASPARRI” che mira a vieppiù imbavagliare i media e ad accrescere smpre di più il dominio (ed il patrimonio) del Cavalier Presidnte di A.R. La società civile, i movimenti e i partiti del centrosinistra sono scesi in piazza, ieri, 3 dicembre, per esprimere il proprio forte dissenso verso un nuovo provvedimento fatto ad personam per tutelare gli interessi del padrone delle ferriere, Silvio Berlusconi. La legge Gasparri sulla regolazione del sistema radiotelevisivo è ormai legge dello stato: le conseguenze per il pluralismo informativo e per la libertà di espressione del pensiero sono devastanti. L’incostituzionalità dell’atto è, a detta di molti insigni giuristi, tra cui il liberale Sartori, evidente: l’articolo 21 viene violato e vengono disattese le sentenze della Corte che tutelano il carattere pubblico del servizio radiotelevisivo e che invitano rete 4 a lasciare spazio, andando sul satellite, al concessionario, da sempre illegittimamente e illegalmente escluso dall’etere, Europa 7. (v. Giustizia e Libertà, a.2°, n.29; “Il Signore che rubò una televisione, anzi due” di Dario fo e Franca Rame, pag, 1-4) ROMA I girotondi si danno appuntamento a Piazza San Macuto alle 14,30 per vigilare la Commissione di Garanzia della RAI che dovrà dirimere il caso RAIOT. Alle 18,30 movimenti, partiti e cittadini si ritrovano al Pantheon per contestare l’approvazione della legge Gasparri. Dopo il successo avuto con la messa in scena dello spettacolo di Sabina Guzzanti, il simbolo della satira ritorna in piazza per la libertà. BARI Davanti alla sede della RAI regionale in via Dal- mazia il Gruppo Oltre il girotondo invita al presidio di protesta contro la legge Gasparri, con un singolare annuncio: “Non CENSURE…RAI, ma nemmeno GASPAR…RAI !!”. In piazza ci sono non solo i movimenti, ma molti esponenti dell’Ulivo locale e amministratori, nonché lavoratori dell’azienda pubblica. nell’invito alla mobilitazione dei Girotondi di Bologna , viola gravemente la Carta Costituzionale e la democrazia. FIRENZE Tutti alla Stazione Santa Maria Novella, presso la pensilina Toraldo di Francia, nella piazza antistante, per protestare insieme a tanti cittadini della città di Firenze e di tutto il Paese. BAOBAB Non se l'aspettava proprio il ministro Castelli Dopo la votazione alla Camera, nella quale, alcuni benemeriti franchi tiratori hanno affossato la sua Riforma relativa ai tribunali minorili, attraversava la piazza di Montecitorio con le ginocchia piegate, senza quella spocchia che lo ha contraddistinto fino all'evento. Siamo grati a quegli anonimi giustizieri del ministro per avergli spento. momentaneamente quel tono arrogante con il quale sindacava tutto e tutti. Forse per un po' la smetterà di praticare il suo sport preferito, l'invio di ispettori nelle procure ita1iane, con particolare attenzione a quella di Milano, in particolari momenti e -absit injuria verbis- in coincidenza con i processi più famosi e scomodi a ... Qualcuno. Non so se il Senato boccerà, come la Camera questa indecente riforma, se lo farà molti bambini gliene saranno grati e con loro, tutti noi. Manterrà le dimissioni preannunciate ? Magari ! Ma poi, il Castelli, temendo che sarebbero state accettate ha dichiarato che solo La Lega poteva autorizzarlo a dimettersi ... ! Ci augureremmo solo che non si dimetta troppo tardi in modo che per sostituir1o si facesse in tempo a rendere disponibili Previti e Dell'Utri. con l'aria che tira … AM BOLOGNA Piazza San Macuto è invasa da una discreta folla di persone, cittadini, associazioni, movimenti ed esponenti di partiti e sindacati indignati contro un atto che, secondo le fondate motivazioni addotte La mobilitazione viene indetta dai movimenti locali e dai partiti del centrosinistra ed è finalizzata a esprimere dissenso contro la legge ad personam della “sartoria” Gasparri e contro la censura dello spettacolo satirico RAIOT. GENOVA “Per l’avvento della libertà di informazione”: con questo motivo i movimenti di Genova chiamano a raccolta la cittadinanza in piazza contro la legge Gasparri a Largo Eros Lanfranco - Via Roma, davanti alla Prefettura. A organizzare la manifestazione vi è una gran parte del mondo accademico, tra cui il Movimento Università Opinione. MILANO Sindacati della Carta Stampata e della comunicazione, partiti dell’opposizione, movimenti, associazioni, studenti, lavoratori, intellettuali, cantanti, tra cui Roberto Secchioni e Franco Trincale, il cantastorie censurato nelle piazze dal sindaco Alberini, hanno manifestato lo sdegno e l’indignazione nei riguardi della legge Gasparri. Presente anche l’associazione Articolo 21 liberi di, simbolo della libertà di informazione e di comunicazione. NAPOLI I movimenti di Napoli invitano tutti alle ore 19.00 davanti alla sede RAI di Napoli, Via Marconi 9, con un esplicito appello “Adesso Basta!”, testimoniante l’intollerabilità raggiunta verso gli atti illiberali dell’attuale governo. TORINO Nella capitale della RAI e dell’emittente statale, davanti alla sede storica del servizio pubblico informativo, oggi gravemente compromesso dagli interessi privilegiati del capo del governo, padrone di Mediaset, i Girotondi di Torino scendono in piazza contro la legge Gasparri e per la tutela dell’articolo 21 della Costituzione. Giustizia e Libertà INTERNI 5 Dicembre 2003 6 23 novembre 2003, Ottimisti per forza di Jacopo Fo, da http://www.alcatraz.it) Tocca essere ottimisti. E' un imperativo assoluto. La situazione e' gia' nel caos, bastano due gocce di pessimismo per farla precipitare. Abbiamo bisogno di una rivoluzione delle coscienze più del pane. Una rivoluzione delle coscienze avviene in modo inspiegabile e repentino quando la situazione storica è matura. In pratica succede che un paio di milioni di esseri umani sparsi sul pianeta si svegliano e si dicono: "Se po' fa !". Avete presente il '68 ? Suc cesse esattamente questo. Dal giorno dopo minigonne, capelli lunghi e musica rock per tutti. E giu' a fare sesso che erano almeno 5 mila anni che nessuno ci dava dentro con tanta convinzione morale. Willyam Reich l'aveva detto che era la repressione sessuale il cemento dei regimi totalitari. E anche chi non aveva letto Reich si trovo' nudo e sudato a portare avanti il suo pezzetto di sex liberation. Il problema fondamentale e' percio' quello di tirar fuori dei bei motivi per essere ottimisti. Previti ad esempio. Per lui oggi è una pessima giornata. Oggi e' stato condannato ad altri 4 anni di galera. Che con l'altra condanna che ha gia' incassato fanno 15 anni. Certo prima che varchi il cancello delle patrie galere ce ne vorrà e forse non succederà mai, questi sembrano anguille piu' che esseri umani. Acchiapparli è un'impresa. Comunque fa onore al sistema democratico italiano il fatto che nonostante 25 leggi speciali, 18 inchieste disciplinari e 8 tentativi di ingrippamento con spostamento del processo carpiato, l'appoggio di 72 televisioni commerciali, 27 quo- tidiani e 400 ballerine disposte a spogliarsi per lui, Previti non sia riuscito a bloccare il proprio processo. E resistere al Previti volere non è stata peraltro cosa semplice visto lo stato fallimentare del sistema giudiziario intasato da una classe politica che non ha nessun interesse a far funzionare la giustizia essendo per lo piu' imputata. Ma la Bocassini, esile donna con grande anima e i suoi colleghi ci sono riusciti. E non si puo' dire che il popolo italiano o la sinistra abbiano fatto molto... Vogliamo parlare di droga Anche qui le cose vanno in modo interessante. Avvincente. Hanno fatto la nuova legge sulla dose minima consentita che è particolarmente benevola con chi tira la cocaina, considerato il potere sballante te ne puoi portare dietro circa dieci dosi (500 milligrammi che tagliati diventano almeno un grammo e mezzo), di erba solo due o tre canne (150 milligrammi). E' evidente che c'e' tutta una pletora di cocainomani annidati nelle alte sfere, in mezzo a prostitute di lusso e uomini della scorta incaricati di trasporti nasali. Beati loro. Ma comunque la solerte polizia dell'Impero, incredibile ma vero, ogni tanto ti pizzica un senatore a vita otorinolaringoiatra, un sottosegretario alle narici di stato, un'assessore con cannello incandescente. E magari tu ti lamenti della polizia perchè non fa una bella piazza pulita... Invece bisogna stupirsi che ci sia qualcuno che, forse influenzato da Distretto di polizia 429 si crede veramente di essere lì a difen- dere la legalità. Ecco vedi, anche la tv ha i suoi lati positivi. E per quanto Canale 5 sia putrido, comunque, alla fin fine, fa avanzare i capisaldi di una democrazia moderna: il poliziotto corrotto non è buono. E neanche bello. Raul Bova e' uno che non fa sconti ai potenti, e la Arcuri se trova un ministro disonesto lo abbatte a tettate. Sono cose che non dovrebbero trasmettere mai in tv, se fossero intelligenti. Che poi ti capita che la commissaria di Quarto Oggiaro, che c'ha la prima di reggiseno, si gasa e ti mette dentro il fratello del Primo Ministro perchè si è discaricato l'anima in un area adibita a parco verde per disabili sordomuti. Se poi guardiamo lo scacchiere internazionale ci accorgiamo che a Bush, Putin e Berlusconi non poteva andare peggio. La cosa che la gente inizia a capire che la guerra non si può lasciare in mano a gente che è convinta che la Cecoslovacchia sia in Sud America (lo ha detto Bush, giuro!). Si scopre ogni giorno che sono bravi solo a mentire e a mandare i soldati al massacro. Il Sismi, i capi villaggio, gli sciiti, i poliziotti iracheni e forse anche la Madonna di Fatima avevano avvertito i nostri vertici militari che c'era un camion bomba in giro e che aveva come obiettivo la base italiana a Nassirya, si conoscevano persino i numeri di targa del mezzo. A nessuno e' venuto in mente di spostare in avanti i blocchi di cemento che circondavano il comando, e si' che lo spazio c'era: "Come potevamo immaginare che ci avreb- bero attaccato con un camion bomba?" Ma non so proprio come avrebbero potuto, visto che da mesi scoppiano camion bomba in tutto il mondo e in particolare in Iraq. E in piu' glielo avevano detto, scritto e telefonato. Ma non si può pretendere che i nostri governanti siano dotati di capacità di preveggenza. I super poteri devono averceli solo i comuni cittadini impegnati nel salto carpiato della burocrazia, nello strisciamento tra le truffe commerciali e le etichette incomprensibili dei prodotti edulcorati, la mucca pazza, gli ingorghi urbani, il sonno arretrato, gli interessi bizzantini del mutuo, l'inflazione modello uomo invisibile, i gas di scarico alla fragola, i software con dei bachi dentro che sembrano tir cannibali e il terrorismo delle soap opera (l'amore non esiste è tutto e soltanto uno status symbol). Ed e' questo che ci può dare speranza. Questo sistema delirante si regge sulla possibilita' di credere che il capitalismo sadomasochista sia l'unica realta' possibile. Ma ogni giorno di piu' si scopre che questa realtà è incredibile. E' tutto un grande castello di carte che vacilla mentre l'inquinamento, la criminalità, la corruzione, le truffe e i camion bomba fanno evaporare i sogni più luccicanti e i montepremi astronomici. Milioni di persone iniziano a pensare che, forse, è meglio sognare roba fatta in casa. Almeno non rischi di trovarti nell'incubo di un altro con l'obbligo di pagarlo a rate. INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 7 La Cassazione boccia Previti di Liana Milella da: www.larepubblica on line Il processo Sme resta a Milano. La Cassazione ha respinto anche la seconda istanza di Previti per ottenerne il trasferimento. La tesi del deputato di Forza Italia, imputato di corruzione, era che il processo sarebbe stato "inquinato" da scorrettezze dei pm Boccassini e Colombo. I supremi giudici l´hanno ritenuta infondata. Ora il processo Sme può riprendere e arrivare a sentenza nel giro di pochi giorni: restano le repliche dei pm e le controrepliche delle difese. La prossima udienza dovrebbe svolgersi venerdì e già sabato potrebbe arrivare il verdetto. Previti perde di nuovo in Cassazione. E Berlusconi dice sconsolato ai suoi: «Era tutto previsto. Sapevano che non avrebbero smentito la procura di Milano». La richiesta dell´ex ministro della Difesa di trasferire il processo da Milano in un´altra sede è stata bocciata ieri sera dalla sesta sezione penale della Suprema corte. Un´intera giornata d´udienza, chiusa al pubblico com´è nella prassi. Il procuratore generale che si schiera subito per la «manifesta inammissibilità» del ricorso presentato in base alla legge Cirami sul legittimo sospetto, un contraddittorio serrato tra le difese Previti, Pacifico e la parte civile. Alle 19, i giudici entrano in camera di consiglio. Ne escono due ore dopo: il processo resta là dov´è sempre stato, Previti è condannato a rifondere anche le spese processuali. Sammarco e Perroni, i due legali dell´ex ministro, in una Cassazione deserta e spettrale, danno la notizia al loro assistito. Sia loro che lui sanno bene che la scelta della Cassazione avvicina la sentenza. Tra venerdì e sabato sono previste le ultime repliche delle parti, poi ai giudici non resta che chiuder-si in conclave per la sentenza. Potrebbero farlo già sabato, salvo ulteriori iniziative di Previti, come la richiesta di nuove carte o un´ennesima ricusazione. Anche così si andrebbe alla settimana seguente, come prevede Patanè, legale di Pacifico. Che la giornata stesse volgendo al peggio, gli avvocati di "Cesarone" lo avevano capito da subito. Un primo, e poi un secondo segnale, che vedremo subito nel dettaglio, li avevano spinti a mettere in allarme il loro cliente. E, pur incrociando le dita, li avevano portati a pronostici negativi. Forse per questo Perroni prima e Sammarco poi hanno parlato quasi due ore, spiegando alla corte quali fossero le pezze d´appoggio che li avevano portati a chiedere una nuova rimessione dopo quella del giugno 2002. Verso le 11 era accaduto che le toghe della sesta (il presidente Fulgenzi, il relatore Deriu, i giudici Serpico, Martella, Conti che ha sostituito Di Casola per il suo precedente incarico al Csm dove si era occupato di Milano) avevano deciso di trattare una sola delle 13 cause in calendario per dedi-carsi al solo caso Previti. Una scelta che ha incupito la difesa Previti, in quanto letta come un segno della volontà di andare a sentenza. Iniziata l´udienza verso le 13, quando Sammarco e Perroni hanno chiesto di acquisire in via preli-minare una ventina di pagine della richiesta d´archiviazione presentata alla procura di Brescia per l´abuso d´ufficio contestato ai pm Boccassini e Colombo, e un interrogatorio del pm Ielo, la replica della corte è stata immediata. Una rapidissima camera di consiglio e la decisione di valutare la richiesta nell´ambito di tutto il caso. Verso le 15,30, e la difesa Previti lo ha ben compreso, la scelta finale era già in nuce. Se un´integrazione del fascicolo veniva respinta, la lettura possibile era solo una: i giudici volevano sciogliere subito la riserva sull´intero caso. Così è stato. Con il sostituto procuratore generale Veneziano che ha anticipato le conclusioni. La richiesta di rimessione era «inammissibile in modo manifesto»: la difesa Previti non aveva porta-to carte sufficienti per dimostrare che a Milano esistono gravi situazioni locali, tali da rendere im-pos-sibile serenità e imparzialità di giudizio. La stessa linea addotta da Pisapia, il legale di De Benedetti. Sammarco e Perroni si sono comunque battuti fino all´ultimo per sostenere la necessità di trasferire il processo. E Perroni ha definito «ingiusta» la conclusione convinto com´era di aver portato «sufficienti e valide argomentazioni per supportare la richiesta di rimessione». Secondo i due legali l´esistenza del processo bresciano e l´inchiesta ministeriale stanno provocando il «condizionamento» dei due pubblici ministeri. Ha spiegato Sammarco: «La pubblica accusa deve tener presenti due interessi, di per sé incompatibili: la difesa personale e quella pubblica nel processo. Era inevitabile che la condotta in udienza dovesse risentire di una situazione estranea al processo». Ma non c´è solo questo. Sammarco ha insistito su Brescia e sulle carte di Brescia che, a suo avviso, conterrebbero delle sorprese relative soprattutto ai processi dell´ex capo dei gip (Continua a pagina 18) INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 8 Intervista a Gerardo D’Ambrosio di Marco Mensurati da www.la Repubblica.online Gerardo D´Ambrosio (Procuratore della Repubblica preso il tribunale di Milano, attualmente in pensione ndr), come commenta le notizie che arrivano da Roma ? «Quali novità ?». Non lo sa ? La Cassazione ha respinto la richiesta della difesa Previti. Il processo Sme resta a Milano. «Appunto, quali novità ?». Beh, nel pomeriggio a palazzo di Giustizia non tutti erano così sicuri della decisione della Cassazione. «Io invece sono sempre stato certo che sarebbe finita così. Anche perché a pensarci bene qualunque altro esito non avrebbe avuto alcun senso». E perché ? «Perché l´istituto della rimessione si fonda su alcuni criteri ben delineati. E questi criteri non sono certo riscontrabili nella situazione di Milano. Non lo erano prima, non lo sono oggi». Gli avvocati di Previti la pensano diversamente. Visto che ieri sera, ancora dopo la sentenza, insistevano sulla loro tesi. «Gli avvocati di Previti avevano già provato una prima volta e la Cassazione, per giunta a sezioni unite, aveva dato loro torto». Va bene, dicono, ma nel frattempo sono finiti sotto processo i due pubblici ministeri titolari del fascicolo, e sono pure sparite alcune carte. «Che facciamo ? Vogliamo fare finta che la Procura di Brescia non abbia richiesto l´archiviazione per Colombo e Boccassini ? Non credo proprio che si possa. Ma, ripeto: anche ammesso che questo non fosse successo, si tratta di una vicenda che non ha nulla a che vedere con quei criteri di cui parlavamo prima. Criteri che riguardano la serenità della sede». E quelle carte sparite ? «Quelle carte sparite sono state ritrovate. Ritrovate e prodotte in aula. E se vogliamo dirla tutta bisogna pure aggiungere che lì den- Non può negare di essere soddisfatto del risultato. «E chi lo nega ? Quello che è successo ieri a Roma significa che la magistratura è un organismo sano e sereno». E adesso cosa succede ? «Succede che ci sarà la sentenza». Tempi ? «Rapidi. Molto rapidi, credo». Rimane però in sospeso la tro non c´erano, come preteso dalle difese, prove a favore di Previti. Ma l´esatto contrario. La vuole sapere, invece, qual è la verità?» Certo. «La verità è che hanno presentato alla Cassazione la stessa richiesta dell´altra volta. E senza che nulla fosse mutato. E la Cassazione, coerentemente e inevitabilmente, l´ha respinta. Ecco perché ero tranquillo». questione Berlusconi. «Sì. Per quella ci sarà bisogno di più tempo: aspettiamo che la Corte costituzionale decida sulla legittimità della legge che concede l´immunità al premier». Qualcuno parlava di una possibile riunione di Berlusconi al filone principale del processo Sme. «Non credo che ci sarebbe il tempo materiale per la riunione, ammesso che ci siano le condizioni. Perché da : http://it.groups.yala sentenza di Previti do- hoo.Com/group/ListaSivrebbe arrivare prima del- nistra la decisione della Corte costituzionale. Decisione di cui peraltro bisognerà attendere anche le motivazioni». Parecchio tempo, insomma. «Parecchio, sì. Alla fine credo che il processo a Berlusconi, se lo si riuscirà a fare, verrà celebrato con il reato già di fatto prescritto». E questo le fa meno piacere. «Non è certo questo il problema. Il problema è che nel nostro Paese, negli ultimi due anni, si è lavorato attorno a una serie di leggi che hanno distratto il Parlamento dai problemi veri che ha la magistratura italiana. Problemi che non è difficile individuare. Uno su tutti i tempi della giustizia penale, che sono troppo lunghi, tanto lunghi da rendere impossibile la giustizia. Bene: in Italia abbiamo buttato via gli ultimi due anni per fare leggi che, alla fine, non hanno giovato a nessuno, nemmeno a quelli a cui avrebbero dovuto giovare». Qualche esempio ? «Esempi me ne vengono in mente fin troppi: valga ricordare di quando, il giorno dopo la decisione della Cassazione a sezioni unite, in televisione, l´onorevole Jannuzzi ammise che il governo aveva sbagliato. Perché -disse così- aveva operato attraverso le leggi, dimenticando però che le leggi le applicano i giudici. Quindi annunciò l´imminente riforma del sistema giudiziario». Giustizia e Libertà INTERNI 5 Dicembre 2003 9 (Continua da pagina 1) Previti condannato suddetti in solido al pagamento delle spese processuali". "Si dichiara Pacifico Attilio interdetto dai pubblici uffici per la durata di anni 5, Previti Cesare e Squillante Renato interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l'esecuzione della pena. Dichiara Pacifico Attilio e Cesare Previti interdetti dall'esercizio della professione di avvocato per la durata di anni 5". "Condanna i suddetti imputati in via tra loro solidale al risarcimento dei danni non patrimoniali e morali causati alla parte civile Presidenza del Consiglio, che si liquidano nella misura di euro 1 milione, nonché al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva, che si determina nella misura di euro 300 mila ed altresì condanna alla rifusione delle spese di costituzione e difesa che si liquidano in favore della predetta parte civile nella misura di euro 130 mila". "Il Tribunale assolve Pacifico Attilio, Previti Cesare e Verde Filippo dalla imputazione loro ascritta al capo B perchè il fatto non sussiste. Assolve Misiani Francesco dalle imputazioni a lui ascritte, perchè il fatto non sussiste. Assolve Savtchenko Olga dalla imputazione a lei ascritta perché il fatto non costituisce reato". "Dichiara di non doversi procedere nei confronti di Squillante Fabio e Squillante Mariano in ordine alle imputazioni loro ascritte, perché, riconosciute ad entrambi le circostanze attenuanti generiche, il reato estinto per intervenuta prescrizione. Viene poi fissato in 90 giorni -conclude il testo- il deposito delle motivazioni della presente sentenza. Milano, 22 novembre. Il presidente: Luisa Ponti, i giudici: Guido Brambilla e Carmen d'Elia". Una doverosa precisazione di Stefano Camaione da www.ListaSinistra.it Riceviamo & Pubblichiamo Colgo l'occasione di questa sentenza per avvertire che sui media, un po' per imprecisione e un po' per malafede, si sta accreditando l'idea che Previti sia stato condannato per corruzione semplice e non per la più grave corruzione in atti giudiziari per la quale è stato condannato Squillante. Non è vero. Se si riguarda il testo del dispositivo della sentenza si nota come tutti e tre gli imputati (Pacifico, Previti e Squillante) sono stati ritenuti responsabili "del reato loro ascritto", e cioè di un fatto che è identico per tutti e tre i prevenuti. Il fatto, identico per tutti e tre, si qualifica come corruzione in atti giudiziari (art.319-ter c.p.), che è un particolare e più grave tipo di corruzione in cui lo scambio di denaro è correlato ad un particolare atto d'ufficio, e cioè l'atto giudiziario. La confusione -voluta o meno- sui media deriva dal fatto che mentre la pena per Squillante, pubblico ufficiale, è stata tratta dall'art.319-ter c.p., quella per i privati Pacifico e Previti è stata tratta da un'altra disposizione, l'art.319 c.p., che prevede la meno grave corruzione semplice. La ragione tecnica di tale apparente 'stranezza', per cui un medesimo reato dà luogo a pene diverse, tratte da disposizioni differenti, si spiega con il fatto che al tempo in cui il fatto è stato commesso, 1991, l'art.319-ter (corruzione in atti giudiziari) era (a causa di una dimenticanza del legislatore del '90 corretta soltanto nel 1992) espressamente applicabile soltanto al pubblico ufficiale corrotto (Squillante) e non anche al privato corruttore (Pacifico, Previti). Ciò ha impedito al Tribunale di Milano di comminare ai privati corruttori Previti e Pacifico la pena prevista dall'art.319-ter c.p., dovendo quindi ricorrere alla pena prevista dalla più generica e mite fattispecie prevista dall'art.319 c.p. (corruzione cosiddetta semplice). Ciò però non toglie, come sopra ho detto, che il fatto loro ascritto si qua- lifichi per tutti e tre come corruzione in atti giudiziari; solo che a tale parificazione “quo ad factum” non corrisponde analoga parificazione “quo ad poenam”. Se il Tribunale di Milano avesse ritenuto che i fatti di reato commessi dagli imputati fossero stati diversi, nella loro consistenza storica e comunque nella loro qualificazione giuridica, non avrebbe detto "il fatto loro ascritto" ma avrebbe parlato di "fatti", al plurale. Che il "fatto", unitariamente considerato, sia qualificabile come corruzione in atti giudiziari è dimostrato da ciò che a Squillante è stata comminata la pena di otto (Continua a pagina 18) Giustizia e Libertà INTERNI 5 Dicembre 2003 10 (Continua sa pagina 1) Adesso ho capito ! ! Mancava solo che lo ba- Grande ! ciasse in bocca ed il quadro sarebbe stato comple- L'unione europea, in ogni caso, ha fatto sapere a pato. lazzo Chigi che l'opinione Qualcuno dovrebbe infor- del presidente del semestre mare il Sig. Berlusconi da italiano è personale e non Arcore sugli scempi per- rispecchia quella di tutti gli petrati dalle milizie merce- altri appartenenti. narie pagate da Mosca per E' la prima volta che la distruggere i villaggi cece- "UE" si vede costretta a ni, stuprare le donne, sven- smentire in maniera inetrarle e uccidere i bambini quivocabile le dichiarazionei loro grembo. ni del suo presidente di turno, non era mai avveLui sa dai suoi precisissimi nuto ! informatori che i soldati russi non sono reponsabili Per chiudere, mi domando di eccidi, certo, non hanno di quali distorsioni mentali necessità di sporcarsi le soffra il “premier” per vemani, loro. dere tutto il male possibile Prodi,con il suo gelido lin- nel comportamento dei guaggio,ha trafitto con una comunisti italiani ed essere spietata battuta l'impianto completamente cieco su difensivo del “premier", ha quello dei comunisti cinesi detto: “… spero che Berlu- o quelli russi, nel pensare sconi conosca la situazione che il muro di "Berlino stia russa meglio di quanto co- ancora in piedi da noi pernosca quella italiana”. chè sorretto da Diliberto e Bertinotti mentre nei paesi che in questo momento gli dei suoi nuovi amici im- serve per i suoi traffici e pazza la libertà ? per consentirgli di passare alla storia. Ancora di libertà di stampa farnetica, possibile non E allora, che lo ricordino, sappia che quest’ultima in come colui che ha approRussia latita, è in gravissi- vato la guerra in Iraq, riame difficoltà grazie al suo bilitato il fascismo, esaltaamico Putin ? to il capo del KGB, definito un membro del parlaCosa c'è sotto questo a- mento europeo"kapò”, more fulminante, improv- del “Romolo e Remolo” viso, inspiegabile per l'ex fondatori di Roma e l'aucapo del KGB, qualcuno tore del Capitale Carlo dovrebbe spiegargli che MAX. gestiva una struttura altret- Ce n'è quanto basta per tanto feroce che la Ghe- considerarlo indimenticastapo o non lo interessa ? bile ! Ritorno alla prima ipotesi, Una proposta al posto delritengo che lui abbia biso- la stele di Axum al viaggno di farsi bello agli oc- gio di ritorno in patria, chi di quelli. che contano, mettiamoci la sua statua ai potenti, ai più potenti di ovviamente in cima ad tutti. altrettanta stele, sarà felice Si realizza come “Yes- di essere considerato fiMan” di lusso, dice sì a nalmente all'altezza ! Bush, a Putin, ai nuovi AnnaMaria leaders cinesi, tutta gente 22 novembre 2003: Giornata per la Giustizia indetta dall'ANM "La toga" di Paola Di Nicola, Magistrato a Latina Riceviamo & Pubblichiamo Stamattina, venendo qui, ho deciso di portare la toga, quell'indumento che ciascuno di noi indossa ogni giorno, per sentirmi più forte nel denunciare la mia rabbia e, allo stesso tempo, per manifestare il mio orgoglio. E' in suo nome che intervengo. "Amo la toga, non per le mercerie dorate che l'adornano non per le larghe maniche che danno solennità al gesto, ma per la sua uniformità stilizzata, che simbolicamente corregge tutte le intemperanze personali e scolorisce le disuguaglianze individuali dell'uomo sot- to la divisa della funzione. La toga, uguale per tutti, riduce chi la indossa a difesa del diritto", così diceva Calamandrei. La porto sulle spalle sentendone tutto il peso. E' il peso della responsabilità. La porto sulle spalle sapendo quello che rappresenta per coloro che sono al suo cospetto: la risposta dello Stato. La porto sulle spalle vivendo quotidianamente i conflitti sociali e di coscienza, perché solo così diventa umana, solo così in grado di cogliere la sostanza dei principi costituzionali, solo così trasforma il diritto da pura forma a strumento di tutela e di bi- lanciamento degli interessi in gioco. La porto sulle spalle con il disagio e la vergogna dell'inefficienza perché quando la indosso non posso recriminare contro qualcosa o qualcuno, addebitare colpe, devo solo farfronte e dare, non so come, credibilità alle istituzioni democratiche che in quel momento rappresento. Oggi, invece, la porto perché, senza sbarazzarmi neanche per un attimo dell'enorme fardello che rappresenta, intendo denunciare, finalmente, con tutta la rabbia che porto gelosamente e dolorosamente dentro, il vilipen- dio, l'oltraggio, l'attacco che è costretta quotidianamente a subire. Si intende in questo modo rendere le nostre coscienze di magistrati acquiescenti e rassegnate ? Si intende intorpidire la nostra ricerca critica ed autonoma per trasformarci in burocrati del diritto ? Si intende sgualcire, sporcare, strappare la toga che indossiamo ? Ma davvero qualcuno può pensare che questo un attacco a noi magistrati ? Ai singoli che fanno il loro lavoro ? No, di questo non importa, mi sforzo, mi obbligo e mi illudo forse di pensare che ciascuno di noi ha il coraggio delle proprie (Continua a pagina 11) INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 11 (Continua da pagina 3) L’Italia appoggia la Guzzanti ta bene e il seguito è stato altamente soddisfacente. FIRENZE I movimenti locali, Laboratorio per la Democrazia in prima linea, l’associazione fondata da Pancho Pardi e da sempre in lotta per la difesa dei diritti civili e democratici, hanno potuto promuovere la diretta dello spettacolo Raiot presso il Teatro Puccini di Firenze. Diversi cittadini, molti fuori riversati per strada, hanno seguito con attenzione e partecipazione alla proiezione, con la presenza di esponenti sindacali e dei partiti locali del centrosinistra. MILANO Nessuna sala è stata messa a disposizione per la diretta dello spettacolo “Raiot – Armi di distrazione di massa”, ma Radio Popolare, che ha sede nel capoluogo lombardo, ha potuto organizzare la messa in onda, mettendo in circuito le diverse emittenti del network nazionale, della kermesse sulla satira. E’ stata la testimonianza reale che spazi autonomi e indipendenti di informazione resistono di fronte al monopolio intollerabile del controllo dei media da parte del capo dell’esecutivo. TORINO A Torino la diretta dello spettacolo è potuta andare in onda in diversi punti della città: al Teatro L'ESPACE, sede dell’Associazione culturale A.I.C.S.; alla sede de IL CAPITELLO in Via Paris, 7, a quella del MEDITERRANEO RIMBA di Via Oristano, 3/c; per non parlare del Circolo PARELLA di Via Niccolini, 22. E’ stato un momento di forte partecipazione e di autorganizzazione collettiva che ha potuto dare voce a uno spettacolo, vittima di una violenta e inspiegabile censura. VARESE Nel profondo Nord il movimento dei Girotondi di Varese ha allestito la proiezione della diretta dello spettacolo Raiot in Piazza De Salvo in una delle sale riunioni della Piramide. Gli organizzatori hanno manifestato la loro soddisfazione per l’ampia presenza di cittadini, di esponenti istituzionali dei partiti del centrosinistra locali, di sindacalisti, invitando a una mobilitazione continua della società civile contro i provvedimenti autoritari ell’attuale esecutivo sul tema della libertà di stampa. VIAREGGIO La Croce Verde ha potuto garantire il proprio spazio nella propria sede per poter proiettare la diretta dello spettacolo Raiot: un modo diverso per manifestare che contro questo atto ignobile di soppressione delle libertà e del pluralismo anche l’associazionismo del terzo settore e del volontariato si è mobilitato, in un centro di provincia, ricco di cultura e di solidarietà. NAPOLI Galleria Toledo, via Con- cezione a Montecalvario 36: è stato questo il luogo dove è stato proiettato lo spettacolo di Sabina Guzzanti. All’appuntamento dato dai Girotondi di Napoli numerosi cittadini si sono presentati e hanno potuto seguire la diretta. PALERMO Anche a Palermo, al Teatro Don Orione, ci sono molti cittadini per vedere lo spettacolo di Sabina Guzzanti, realizzato all’Auditorium di Roma. 300 persone sono riuscite a entrare nella struttura, mentre 800 circa sono rimaste fuori a vedere la diretta dai maxischermi. Vigili e polizia hanno sorvegliato durante tutta la manifestazione, ma il lato positivo ell’aggregazione contro una censura intollerabile ha avuto un buon esito. PESCARA Al cinema Sant’Andrea è stato mandato in onda lo spettacolo della Guzzanti. La ripresa della diretta è stata anche programmata da Radio Città che, insieme ai Girotondi locali hanno potuto organizzare l’evento. All’iniziativa in difesa della libertà e della democrazia vi erano presenti esponenti sindacali della città, dei partiti del centrosinistra e consiglieri della maggioranza dell’Ulivo del Consiglio Comunale. REGGIO CALABRIA Reggio Calabria ha organizzato la proiezione dello spettacolo in diversi circo- tuzione che rappresentiamo, ai cittadini che affollano con dolore e speranza le aule di giustizia e che credono, nonostante tutto, che questa toga sia al loro servizio. Qui, a voi tutti, a noi tutti, chiedo più coraggio, più forza, più decisione nell'affrontare lo scontro cui siamo nostro malgrado trascinati affinchè questa toga non resti abbandona- li ARCI, grazie alla diffusione su Stream della televisione satellitare Emily TV, l’emittente delle televisioni locali e libere. Ma a dare voce allo spettacolo sono state numerose radio locali del circuito di Radio Popolare, che hanno mandato in onda, dalle 20,30 fino alle 23,00 la kermesse sulla satira dell’Ambra Jovinelli. Contemporaneamente, si sono collegate allo spettacolo-evento centinaia di piazze, teatri cinema in tutta Italia, grazie ad un'iniziativa promossa dal Coordinamento Nazionale dei Girotondi e Centomovimenti, e con l'aiuto di Emi.li TV che trasmette in diretta su canali Sky, ed Arcoiris TV. Anche le radio: Radio Popolare, Radio città futura di Roma e Nova radio di Firenze. A queste bisogna aggiungere le centinaia di Case del Popolo e circoli ARCI dell'Emilia Romagna e della Toscana che hanno messo a disposizione i loro schermi e che hanno mandato al posto della maxi-partita di stasera lo show della Guzzanti. «Tutti insieme», sottolineano i Girotondi, «per gridare forte il no alla censura, in questa che si profila come la più grande manifestazione autoconvocata mediatica di tutti i tempi». A.R. (Continua da pagina 10) La Toga scelte, delle proprie decisioni. Questo, quotidiano ed inaccettabile, è un attacco diretto alla nostra democrazia e alla civile convivenza, alla fiducia nell'isti- ta e senza voce su questo scranno. Paola Di Nicola Magistrato a Latina Da: [email protected] INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 12 Parlando di pace facendo la guerra di Alessandro Blasetti Così, con lo sgomento generale, il dolore, e quel senso di sorpresa che ci coglie quando un brutto pensiero già passato per la nostra testa, da ipotesi terribile si tramuta in notizia abbiamo tutti preso atto che diciannove militari italiani sono morti a Nassiriya vittime di un attentato. Per molti giorni i mezzi di informazione ci hanno sommerso di particolari, immagini, interviste, opinioni, hanno sollecitato il nostro sdegno,la nostra pietà, la nostra solidarietà, la nostra coscienza. La politica tutta ha reso omaggio ai nostri eroi e ai familiari sgomenti rimarcando la brutalità di un trattamento vile ingiustificato ed irriconoscente verso i nostri soldati, andati in Iraq per portare la pace. E così si continua da parte di questo governo a perpetrare l’inganno, parlando sempre più spesso di pace, solidarietà verso i popoli sofferenti, gli oppressi ovunque nel mondo e dando contemporaneamente informazioni sempre più allarmanti sulla possibilità di attentati in Italia per voce dei Ministri Pisanu e Frattini( TG1 del 29/11), facendoci sapere che il SISMI aveva da tempo allertato sui rischi per i nostri militari in Iraq, commentando con ridicole interpretazioni di politica internazionale l’attacco, per fortuna questa volta senza vittime alla nostra rappresentanza diplomatica a Baghdad. Siamo in guerra, questo è il punto! “rassicuranti”ci sembra ag- li, prefigura queste prospettive. ghiacciante. Il leghista Bossi con la sua voglia di accogliere a cannonate i Rinasce il mito della competi- clandestini, il Ministro Martino zione contrabbandato alle nuo- con la sua smania di inviare più ve generazioni come aspirazio- soldati sui fronti Afgano ed ne a migliorare, attraverso mo- Iracheno ed i programmi di Ci siamo per aver seguito le delli di sport estremo, di eroi ammodernamento della nostra volontà neo -coloniali dello schermo sempre più spie- forza militare, l’altro “neodell’amministrazione Bush, ci tati, duri e in possesso di “armi leghista” Tremonti con le sue siamo perché una buona parte letali”. manovre destabilizzanti nei del mondo occidentale opera da Il processo di globalizzazione, confronti dei piani economici alcuni anni, senza alcun senso naturale ed inevitabile percorso della banca Europea e di Eurocritico dei propri modelli di svi- della specie umana secondo gli stat, il Ministro Moratti con la luppo culturali ed economici, antropologi, viene però forzata- sua riforma scolastica tesa solo verso le scuole private e l’adozione di libri di testo dove la Storia viene riproposta scandalosamente contraffatta alle nuove generazioni(vedi la lettera del nostro lettore Roberto Malighetti del 12/10 pubblicata sul n°39, pag …). E ancora le inqualificabili riforme del sistema giudiziario e del sistema televisivo da ascrivere all’incompetenza dolosa dei Ministri Castelli e Gasbarri. Di tutte queste malefatte politiche e di quelle ancor più vistose del Premier Berlusconi siamo stati costretti a parlare continuamente sulle pagine di questo Uno spericolatissimo viaggio di George W.Bush. giornale e non vorrò dilungarIl viaggio, per il “Tankgiving Day” è durato ben 27 mi ancora adesso; ma serve ore, di cui 3 trascorse a Baghdad, a scopo unicamente sottolineare che questo modo elettoralistico nel campo americano per mangiare il di fare politica, questo modo di tacchino con i “suoi” soldarti. amministrare i cittadini è saldamente legato a quel modello di per una evoluzione del pianeta mente strumentalizzato da una sviluppo che mostrando i mututt’altro che democratica, inca- parte del pianeta che ha decise scoli mette a tacere la Demopace di com-prendere altre ne- intenzioni a globalizzare”a mo- crazia ,che proiettato internazionalmente interviene con i solcessità,altri modelli culturali, altri do mio”. dati, che i morti di Nassiriya li diritti al di fuori dei propri. Ecco, tutto ciò è il terreno più ha sulla coscienza, che parla di Assume allora un significato più fertile per far crescere piante chiaro e più allarmante il revisio- che portano alla “strage di Nas- pace e va a fare la guerra. nismo storico che ha attra- siriya” versato freneticamente e a tanti altri atti di guerl’Europa nell’ultimo decen- ra che avvengono nio, il risorgere in molti paesi sempre più quotidianadi schieramenti politici di mente, in Iraq e non destra, conservato- solo. ri,intransigenti e più o meno dichiaratamente razzisti, il Questo Governo, quesuccesso nelle sfere del pote- sta rappresentanza polire di immagini di decisioni- tica che gli Italiani si smo imprenditoriale e politi- sono scelti e che fin qui co che definire si stanno tenendo, rappresenta questi model- ECONOMIA Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 13 All’EU, tutti giustificati di Paolo di Roberto Con una decisione a sorpresa l’Ecofin annulla le multe a Germania e Francia per il mancato rispetto del patto di stabilità. L’Italia invece di opporsi le appoggia, continuando una politica di demolizione dell’Europa unita. Orbene, questa regola che fino a qualche giorno fa era una delle regole base della comunità europea, è stata disattesa dal voto contrario dei ministri dell’economia degli stati dell’UE. Eppure non possiamo non ricordare che il patto di Tutti sappiamo, fin da ra- stabilità fu, tra l’altro, forgazzi, che le regole e le temente voluto proprio leggi vengono create al dalla Germania quando, fine di garantire i diritti di all’inizio degli anni ’90, tutti i membri di una socie- dall’alto della sua forte età o di una organizzazione. conomia, temeva che enCosì come sappiamo che le regole, una volta definite, vanno rispettate. Eppure, da qualche tempo a questa parte, sembra che regole e leggi siano diventate qualcosa di variabile alle esigenze di questo o quell’interesse. E’ il caso della decisione presa dall’Ecofin, chiamata a decidere sullo sforamento dei parametri di Maastricht da parte della Francia e della Germania. nella “stessa barca” Una delle regole base della trando con l’Italia (che all’epoca, Comunità Economica Eu- prima del governo Prodi, ropea era, almeno fino a presentava dei bilanci alqualche giorno fa, che il quanto disastrati). rapporto tra deficit e PIL restasse al di sotto della Temeva in particolare di soglia del 3%, pena il pa- doversi accollare proprio il gamento di una multa, co- nostro altissimo debito me avvenne lo scorso anno pubblico. ad esempio per il Portogal- La riunificazione della lo. Germania dell’est e l’andaDetto in parole semplici, mento del l’economia l’impegno richiesto agli mondiale, hanno fatto sì stati membri dell’unione è che invece fossero proprio quello di non gravare ec- i tedeschi a trovarsi in cessivamente sul deficit ri- maggiore difficoltà con i propri conti pubblici fino a ducendo i propri debiti. i parametri richiesti Proprio in quanto Unione sforare dal trattato di Maastricht. Economica di stati indipendenti, oggi uniti anche Sembra quindi assurdo che da una moneta unica, i de- proprio il paese che magbiti di un singolo stato si giormente aveva voluto il ripercuotono sugli altri sta- patto di stabilità, oggi chieti della comunità e influen- de di costituire una eccezano il valore della moneta zione assieme alla Francia, con una decisione che non unica, l’euro. solo è stata denunciata come vergognosa da tutti i principali giornali europei, comprese anche alcune delle principali testate di questi stessi paesi, ma che rischia di avere degli strascichi diplomatici non indifferenti se si pensa alla reazione che ha avuto la Spagna In tutto questo discorso ci lascia perplessi anche il comportamento dell’Italia, che ha deciso di non opporsi alla decisione del- sorprendentemente usa questo avvenimento per rincarare quegli attacchi a cui ha sottoposto il sistema europeo fin dall’inizio del suo insediamento, dimostrandosi l’alleato più affidabile per quella Lega Nord che da sempre attacca l’Europa “forcolandia”. Ma tale comportamento in realtà si spiega facilmente ricordando quel vecchio adagio che dice “io do una mano a te … e tu dai una mano a me”. Vale a dire che è ancora una volta dimostrato che i conti pubblici italiani non godono di buona salute. Anche se per il momento non ci ritroviamo a sfondare i parametri di Maastricht, in ogni caso non siamo nemmeno così lontano da un possibile richiamo ufficiale da parte di Bruxelles, specialmente in relazione alla finanziaria di quest’anno che è in corso di esame da parte del parlamento, e che viene criticata ancor prima che dall’opposizione, dalla stessa maggioranza. Così facendo non si fa altro che proseguire e giustificare una politica tutta di stampo “Italia anni ’80”, in cui si spende più di quelle che sono le entrate dello stato, riversando la differenza sul debito pubblico, a futura memoria. Resta il problema che i debiti prima o poi vanno pagati. l’Ecofin, e quindi di non multare i due paesi come previsto. E’ un atteggiamento che lascia molto perplessi in quanto la logica vorrebbe che il governo sostenesse con forza questa multa: altro non sarebbe che una splendida occasione per difendersi dagli attacchi dell’opposizione italiana proprio su un tema, quello economico, dove il nostro governo fino ad oggi si è dimostrato più vulnerabile. La multa verso Francia e Germania, ma non verso l’Italia, potrebbe essere usata come arma per soste- Ma questo avverrà ... un nere un’ipotetica giustez- giorno. za della politica del miniE quel giorno -come stro Tremonti. sempre accade- chi poi Avviene invece il contra- pagherà saranno sempre i rio: il ministro Tremonti soliti: noi cittadini italiani. Giustizia e Libertà GLI ANNIVERSARI DA RICORDARE 5 Dicembre 2003 14 22 novembre 1964: l’assassinio di JFK di Alessandro Rizzo Per “Non chiederti cosa può fare per te il tuo paese, ma cosa puoi fare tu per il tuo paese”: ricordando Kennedy a 40 anni dal suo assassinio. Una nuova frontiera per riportare in America quel sogno dei suoi padri fondatori: questi sono stati gli obiettivi prefissati dal primo presidente degli Stati Uniti cattolico, John F. Kennedy. John Fitzgerald Kennedy nasce a Brookline, un sobborgo di Boston, il 29 maggio 1917, secondo dei nove figli di Joseph P.Kennedy e Rose Fitzgerald Kennedy, si laurea ad Harvard, si arruola in marina e nel 1946 vince le primarie per l’elezione come candidato democratico alla Camera dei deputati. Sostenendo sempre la sua indipendenza da qualsiasi potere esterno, il giovane deputato si candida nel 1952 per il Senato e nel 1953 viene eletto. Il 20 gennaio 1961 John Kennedy è nominato 35° presidente degli Stati Uniti d’America, con pochi voti di scarto contro il suo rivale, Nixon, repubblicano. Diversi sono i problemi politici che il nuovo inquilino della Casa Bianca incontra: la crisi dei rapporti tra USA e URSS e l’inasprirsi della guerra fredda, alla forte competizione militare ed economica, dopo lo scacco, inferto dall’Unione Sovietica per il del successo del primo uomo inviato nell’aprile dello stesso anno nello spazio, la rivoluzione cubana e l’instaurazione del regime di Castro, fino l’instabilità dell’America Latina e dei rapporti con la potenza statunitense. L’integrazione delle minoranze etniche, forti investimenti nel campo della ricerca, della promozione e diffusione della cultura, dell’assistenza pubblica, del diritto allo studio caratterizzano i primi interventi legislativi di Kennedy. In questi anni aumentano i sussidi per i disoccupati e i salari degli operai, nasce il Movimento per i Diritti civili, da subito contrastato dai ceti conservatori e reazionari del Sud del Paese, considerati incostituzionali. L’intenzione di proseguire nel contenimento del comunismo e la morsa che viene attuata dalla Russia di Kruscev su Berlino Est con la conseguente erezione del Muro, a cui il Presidente Democratico risponde con l’invio di 1500 uomini a Berlino. Kennedy poi, sotto le informative predisposte dalla CIA, fa partire l’operazione della Baia dei Porci per abbattere Castro. Ma l’operazione fallisce e Kennedy, assumendosene le responsabilità, inizia a trattare con l’URSS per evitare un ulteriore l’inasprimentpo dei rapporti tra le due superpotenze. Nella primavera del 1961 URSS e USA provvedono a un accordo di pacificazione e stabilizzazione del Laos. I rapporti cominciano a ritornare tesi tra le due potenze nell’autunno del 1962, quando vengono rilevate basi missilistiche russe sull’isola cubana: Kennedy decide l’embargo militare contro Cuba, ma, dopo nuove trattative con il Presidente sovietico Kruscev (anche tramite l’intervento del papa Giovanni XXIII), l’URSS si impegna a ritirare le basi, e gli USA a sciogliere l’embargo. Kennedy autorizza i capi di stato maggiore a programmare eventuali interventi di emergenza. nell’ambito cubano, esautorando, così la CIA ed i servizi segreti, generando una "tensione” latente tra la Casa Bianca e la Central Intelligence Agency. siglato nel 1963 con l’URSS, e il progressivo impegno di proseguire ad una più avanzata fase di distensione. Nel Vietnam, dove sono stati inviati 17.000 soldati Usa a sostegno di un regime instabile, minacciato dalla dilagante corruzione ed anche da una crescente rivolta comunista, nel maggio 1963, alla presenza in Vietnam di soltanto 16.000 consiglieri militari, Kennedy decide di ritirare l'appoggio al regime fantoccio di Ngo Dinh Diem, primo passo verso un disimpegno militare. JFK, quando divenne presidente aveva provveduto a nominare il fratello Bob ministro della giustizia. Questi, proprio all’inizio del 1963 autorizza l’arresto di uno dei più grandi boss dei clan mafiosi italo-americani esistenti negli USA: Sam Gincana. E’ una giornata difficile il 22 novembre per Kennedy: Dallas è inospitale nei suoi confronti, molta la propaganda contro la sua figura. Sui volantini diffusi alla folla vi è scritto (in quelli più benevoli): "Ricercato per tradimento" , "Seppelliamo re John". Gli investimenti nel campo militare e della ricerca scientifica spaziale non cessano, anzi ma la politica estera del giovane Presidente è sempre più indirizzata a tessere relazioni diplomatiche con le nazioni europee ed anche con l’URSS. Nel 1963 apre agli scambi con i Paesi dell’Europa, L’assassinio di JFK, è avistituendo il GAT per uno venuto in un momento spazio c o m merciale libero nell’area atlantica. Ricordiamo l’accordo sulla moratoria nucleare, (Continua a pagina 15) Giustizia e Libertà GLI ANNIVERSARI DA RICORDARE 5 Dicembre 2003 15 (Continua da pagina 13) 22 novembre 1964: l’assassinio di JFK storico molto “particolare” 1° Kennedy aveva deciso il progressivo sganciamento militare dal Vietnam; 2° Kennedy aveva deciso di aumentare del 7 % (se ben ricordiamo) le tasse sui prodotti petroliferi: 3° Kennedy aveva deciso di premere sempre più sull’acceleratore della lotta al potere mafioso; 4° Kennedy aveva una precisa volontà di riaffermare sempre di più la sua posizione multilaterale in politica estera; 5° Kennedy aveva deciso di dare una sempre maggiore spinta all’integrazione delle minoranze etniche, dando loro il diritto di voto, all’istruzione, al lavoro; 6° Kennedy aveva deciso di dare inizio ad una nuova serie di negoziati con il regime castrista. E queste prese di posizioni di JFK non trovavano tanti ostacoli -come si è sempre voluto far credere- nel ceto “retrivo e reazionario” americano, ma rappresentano una reale e grave minaccia per le potentissime lobby dei fabbricanti di armi e dei petrolieri Usa. Dopo il 22 novembre 1963 la domanda che fu necessario porsi è la seguente: chi ha ucciso realmente John Kennedy ? I lavori della Commissione Warren hanno accertato che il delitto è stato compiuto dal “solitario” Lee Oswald, che avrebbe sparato tre colpi, con un fucile italiano del 1940, un Mannlicher Carcano modello 91/38, calibro 6,5 (arma più adatta a stare in una vetrina di armi desuete che non nelle mani di un killer), dal quinto piano di un edificio davanti a cui passava il corteo di auto del presidente. La terza pallottola ha colpito il Presidente alla nuca, uscendo dalla gola, colpo che è risultato mortale. La commissione licenzia il caso con questa tesi paradossale. I fatti sembrano essere andati diversamente: Oswald non era un tiratore, come invece è stato fatto credere; i colpi sparati -da documentazioni di cineoperatori dilettanti scoperte dopo anni- erano stati 6 (se risultava assurdo che potessero essere stati sparati in 5,3 secondi solo 3 colpi -data la tipologia tipo del fucile accettato come arma usata da Lee Oswald- come è possibile che ne siano stati sparati nello stesso lasso di tempo ben 6 ?). Un'altra perplessità sorge per la sparizione del proiettile estratto dal cranio di JFK, e mai più citato né ritrovato (forse si temeva il confronto con la pallottola … ritrovata sulla barella che trasportava il governatore Connelly, perché forse si veniva a smantellare la teoria dell’unico killer e dell’u nico fucile). Altri indizi fanno sorgere ancora più dubbi sul rapporto Warren: come è possibile che il rigido New York Times appena ucciso Oswald dal misterioso “Ruby” pubblica in prima pagina “Ucciso l’assassinio del Presidente Kennedy” senza neanche porre la classica formula “il presunto assassino” ? Come è possibile che la cassa del Presidente che all’imbarco sull’ “America One” era bronzata e quando è stata sbarcata dall’aereo era grigia ? Come mai che la massa cerebrale di JFK mancava totalmente nella cassa cranica al momento in cui fu eseguito autoptico nell’ospedale militare ? (Sembra che lunito momento in cui Jaquelin si è allontanata dal feretro sia stata quella mezz’ora in cui era presente al giuramento, di Johnson ) Il fatto interessante è che a differenza dei tessuti molli il cervello data la sua struttura avrebbe potuto indicare con estrema chiarezza il reale tragitto della pallottola: antero-posteriore oppure posteroanteriore. Un altro dato rivela l’insussistenza del rapporto Warren: la folla, dopo gli spari, si era tutta slanciata verso il cavalcavia (che era situato frontalmente al corteo delle auto) in quanto i colpi erano stati uditi provenire da lì e non, come viene sostenuto, dal quinto piano del magazzino retrostante. Quindi si sarebbe venuto a configurare l’esiustenza di un “complotto, e non del “killer solitario. Ed è stato un complotto ! Come è possibile che Jack Ruby, piccolo mafioso locale, sia potuto penetrare nel sorvegliatissimo garage della polizia, proprio nel momento in cui Oswald doveva venire trasferito, ed avvicinarsi tanto a lui da freddarlo a pistolettate ? Come è possibile che Jack Ruby, muoia inspiegabilmente dopo qualche anno di prigione, per un tumore mai individuato prima, proprio qualche giorno dopo che aveva preannunciato una sua nuova testimonianza in tribunale? Come è possibile che nel giro di poco più di 12 mesi ben 36 testimoni, definibili “molto interes-santi” sono morti per “morte accidentale”, per “incidente d’auto” e per “suicidio” ? A questo punto crediamo che sia possibile mutuare la nota frase kennediata “Siamo protagonisti della storia, non vittime” in “Siamo vittime, perché protagonisti, della storia”. Certo bisogna riconoscere che se con Franklin Delano Roosevelt l’America ha avuto il suo New Deal, con l’uccisione di John Fitzgerald Kennedy, di Bob Kennedy e di Martin Luther King ha conosciuta la barbaria più nefanda. Alessandro Rizzo Giustizia e Libertà CONTROCORRENTE di Bruna Gazzelloni 5 Dicembre 2003 16 Tutto per bene... di Bruna Gazzelloni na Guzzanti. Prendendo spunto da una grande pièce di Pirandelllo, mi vien davvero da dire "Tutto per bene", alla faccia anche, nel centro sinistra, di Rosi Bindi che sosteneva essere indispensabile per quella coalizione, sedersi intorno ad un tavolo e chiarire le ragioni che dovrebbero imporre maggior creanza e pudore anche da quelle parti su questo tema. Semplice, molto più semplice ignorare, da parte della classe politica, che "concertativamente" e sostanzialmente è da sempre stata d'accordo su questo, che la magistratura e quindi il rispetto delle leggi e le sentenze che ne derivano esistano, come in qualche misura ha prefigurato Gad Lerner durante la puntata dell'Infedele di Sabato scorso. Ma ciò non stupisce più di tanto, solo a ricordarsi il pedegree dell'ispiratore di quel giornale che della bicamerale aveva fatto l'unica sua vera ragione di sopravvivenza governativa. E da lì cominciò, meglio non dimenticarlo mai, la nostra via crucis come popolo italiano, perché solo grazie a quei riconoscimenti, alle visite deferenti alla Mediaset appunto di Massimo D'Alema, si deve la legittimazione di un leader che ci fa arrossire come popolo in mezzo mondo civilizzato. Come suonano stonate, stridule e insincere, dunque, le sue critiche a Berlusconi oggi e il suo apprezzamento per Prodi per il cui perseguimento dei “comuni intenti” tanto Come gerarchi intolleranti sembra si stia spendendo. certi leaders non a caso hanno valutato quanto sia Dunque Previti assolto preferibile tener fuori un (alleluja, alleluja) da un Di Pietro, con certe ri- solo capo d'imputazione, schiose idee fisse, nono- ma con sedici anni di galestante possa garantire qual- ra comminatigli da due che punto in più di percen- tribunali della Repubblica, tuale, piuttosto che Boselli, in questa Italietta mediatisegretario di uno SDI mi- ca da farsa, può assurgere nimale (che annovera nelle al livello di un martire crisue fila anche il Sen. Del stiano massacrato per anni Turco, autore in questi ul- dalle belve giustizialiste ! timi tempi di exploit al limite della …decenza) che, E come spesso accade in comprensibilmente, su Italia a certa magistratura, queste cose è molto più di ma anche da parte di tante manica larga e non si for- corporazioni, giornalistimalizza troppo. che incluse, particolarmente "sensibili" a perceNon so quanto sia vero ! pire dove spira il vento, un Abbiamo saputo che il Ri- anello della catena quale è formista, giornale di riferi- stata l'assoluzione di Premento dalemiano, abbia viti per la vicenda SME, si gioito per l'assoluzione di incastra perfettamente alCesare Previti sul caso l'altro, vista la coincidenza SME, così come ha dichia- davvero impressionante rato, sempre durante quella con la quale le motivaziopuntata dell'Infedele, Sabi- ni della sentenza che ha assolto Andreotti, decretando la formulazione di un "teorema" dei P.M. a suo danno, "certificano" in qualche modo l'inattendibilità di quelle che Previti non a caso definisce procure politicizzate (chissà poi a servizio di chi, visto che nessuno ne difende e/o salvaguarda il lavoro, l'opera e l'insostituibile Valore democratico). la loro autonomia, attendendo peraltro che venga cambiata in questo senso. Del resto basti attenersi alla "beata serenità da paese dei Balocchi”, dove già la magistratura è assoggettata al potere politico come la Francia, per avere ben chiara quale sia l'aspirazione della politica, sebbene ipocritamente inconfessabile per talune forze politiche, in tutte le E pazienza se le dichiara- latitudini. zioni dei pentiti, considerate nel passato evidente- Peraltro è davvero inquiemente attendibili e confu- tante che questo sostantabili, tanto da consentire ziale "idem sentire" si addirittura l'azzeramento configuri in un momento di una parte della cupola in cui, da qualche tempo, mafiosa, quando toccano diverse inchieste hanno la politica diventano ma- cominciato a toccare angicamente pilotate, tanto che politici del maggiore da diventare unicamente partito del centro-sinistra. strumento per costruire, da parte di una magistra- E poco importa se, come tura desiderosa solo di ha detto Marco Travaglio veder "scorrere il san- a Funariforever, di tutti gue" delle proprie vitti- gli inquisiti in tangenme, arditi teoremi mate- topoli la percentuale di matici di alcuna credibili- quelli usciti indenni sia non del 99%, ma appetà. na del 16%, tanto da poPerché è ovvio che ora il ter accreditare la convincorollario dei peggiori zione che la magistratura insulti, dei più nefandi di talune specifiche procusospetti, delle più umilian- re rappresenti al contrario ti allusioni, si riverserà al meglio la tradizione solo su taluni magistrati, storica da patria del diritto più ostinati di altri, peral- di cui è espressione. tro giustamente stremati, che una intera classe poli- Con criminale nonchalantica "trasversalmente" ce, invece, e cupa irrevorrebbe finalmente im- sponsabilità, si preferisce potenti, impauriti ed as- dunque che cada Sansone soggettati, nei fatti (perché e tutti i filistei, e cioè che gli si tolgono peraltro stru- pur di elevare la classe menti legislativi e risorse politica al di sopra del giueconomiche per poter dizio degli uomini e forse svolgere il suo insostitui- divino (come del resto lo bile magistero da paese stesso Moro pretendeva che dovrebbe essere civile per la sua DC), un intero e non terra di briganti qua- popolo possa sentirsi aule sta diventando l'Italia torizzato a diventar del terzo millennio), al "bruto", piuttosto che potere esecutivo "a pre- perseguire principi di ciscindere" da una Costitu- viltà e rettitudine come zione che decreta a parole (Continua a pagina 18) Giustizia e Libertà FILMS MEMORANDA di Fiore di Cactus 5 Dicembre 2003 17 «Era notte a Roma» di Roberto Rossellini, 1960 di Fiore di Cactus soldato russo, che si possono immaginare. Ma la comprensione passa comunque. 1960: Roberto Rossellini ritorna sulle storie dell’occupazione nazista a Roma. Il film si apre con la precisazione che sui mesi dell’occupazione nazista a Roma c’è ancora qualcosa da dire; la voce narrante parla inglese e si capisce che è il punto di vista di un soldato alleato: mentre per i soldati alleati, se scoperti, si prospettava il campo di prigionia, per i civili che avessero aiutato i nemici del Reich c’era la fucilazione immediata. Ma nonostante tutto… Tre soldati stranieri, un maggiore inglese, un pilota americano e un soldato russo, vengono nascosti nella soffitta di casa di Esperia. Esperia è una giovane che vive come può facendo la borsa nera, muovendosi fra la città e la campagna travestita da suora. I tre non parlano una parola di italiano e quasi tutto il film si svolge nelle rispettive lingue con tutte le difficoltà, per esempio rispetto al ma circola anche una spia dei nazisti. E i tre fra l’altro, escono la sera per aiutare la confezione delle armi. Una sera il soldato russo viene scoperto e ucciso, Renato ed Esperia arrestati. Dalla soffitta, attraverso Il fidanza- i tetti, i due soldati rito di Esperia, Renato, di masti vengono trasferiti nel palazzo di un nobile che lavora presso il vaticano e che può avere, dato il suo rango, anche preziose informazioni da un ufficiale nazista. cito alleato, vengono travestiti da sacerdoti e trasferiti nel vicino convento. Sono i terribili giorno della rappresaglia delle fosse Ardeatine, durante la quale muore anche Renato. Esperia, per intervento del conte, invece viene liberata. Il maggiore inglese fa appena in tempo a scappare dal convento dove i nazisti fanno irruzione pochissimi giorni prima dell’arrivo degli alleati. Il film è raccontato dal punto di vista dei soldati alleati, recitato, come in parte era stato per “Roma città aperta” e per “Paisà”, nella loro lingua originale e sottotitolato. E’ un evidente, bellissimo omaggio a Roma e al coraggio dei suoi cittadini a 15 anni dalla liberazione. E dal palazzo, contando i giorni d e l l ’ a rr i v o Ancora una volta per dell’eser- non dimenticare. nascosto anche da lei, fa parte della resistenza clandestina, così come il dottore che cura la gamba ferita dell’americano. Ma nel palazzo qualcuno ha cominciato a notare qualcosa; il portiere può essere momentaneamente zittito con i preziosi generi alimentari che lei riesce a procurare Per un banale errore di archiviazione, nell’ultimo numero del giornale, ritenendo terminata la “prima serie” dei film sulla Resistenza, avevamo iniziato la serie “ironico-satirica”, mentre invece avevamo ancora da pubblicare l’ultimo film appartenente alla “prima”: Era notte a Roma. Siamo veramente dispiaciuti dell’incidente occorsoci. GL INTERNI Giustizia e Libertà 5 Dicembre 2003 18 (Continua da pagina 9) Una doverosa precisazione anni, che è il massimo della pena prevista dall'art.319-ter (corruzione in atti giudiziari). A Pacifico e Previti, invece, è stata comminata la massima pena prevista dall'art.319 c.p. (l'unico applicabile al tempo dei fatti) e cioè cinque anni. Riconosco che la locuzione usata dal Tribunale ("qualificato il fatto nei confronti di Pacifi- co e Previti come violazione degli articoli 319 e 321") possa destare qualche perplessità ed ingenerare l'equivoco che il fatto addebitato a Previti e Pacifico sia qualitativamente diverso (corruzione semplice) da quello addebitato a Squillante (corruzione in atti giudiziari); ma se l'imputazione unitaria di cui al capo A) consisteva (a quanto sembra, ma non dispongo dell'esatta formulazione del capo d'imputazione) nel fatto che questi tre gentiluomini avevano creato una specie di gruppo dedito alle corruzioni "giudiziarie", questa situazione si configura tecniamente come corruzione in atti giudiziari e non come corruzione semplice. Insomma, se Squillante è stato condannato perché si faceva corrompere a fini giudiziari (e la pena a lui irrogata è sta- ta certamente tratta dall'apposito art.319-ter) non è possibile ritenere che Previti e Pacifico, che lo corrompevano, non fossero corresponsabili dello stesso tipo di delitto; anche se la pena ad essi irrogata è stata necessariamente tratta da una diposizione diversa da quella ad hoc, ad essi corruttori non applicabile. sare fuori dall´udienza: «Bisogna chiamarsi Andreotti per avere sentenze corrette in Cassazione. Sono convinto che ci sia un inquietante interrogativo sull´archiviazione chiesta da Brescia tre giorni prima dell´appuntamento di oggi. È strano che la procura abbia mandato al procuratore generale il testo, che a sua volta lo ha inviato in Cassazione. Oggi Veneziano lo ha prodotto in udienza, ma quando la difesa Previti ne ha chiesto l´acquisizione, lo ha ritirato». Tutto questo non ha nulla a che fare con il legittimo sospetto, tranne affermare, come fa Taormina, che Milano arriva perfino a influenzare Brescia. Salvatore Camaioni www.ListaSinistra (Continua da pagina 7) La Cassazione boccia Previti Squillante su Berlusconi, acquisiti dal pm Ielo, portati a Milano, ma prodotti nel processo solo negli ultimi mesi. Ielo avrebbe detto a Brescia che la Boccassini li aveva visti e giudicati ininfluenti, ma la stessa Boccassini ha dichiarato in udienza di averne preso contezza solo di recente. La corte ha giudicato questi come dettagli che comunque non sono ri- conducibili a quelle «gravi situazioni locali» che la Cirami definisce come condizione necessaria per spostare un dibattimento. Per la seconda volta, la legge approvata dalla Cdl per risolvere dai guai giudiziari Berlusconi e soci si risolve in un flop. Dice Taormina, avvocato e parlamentare di Forza Italia, che per un paio d´ore è rimasto a curio- Liana Milella da: www.larepubblica on line (Continua da pagina 16) Tutto per bene ... magari Lorenzo il Magni- fa. fico avrebbe preferito enunciando tali auspici dal- Una intera classe, ricomla natia Firenze. pattata dalla politica e dal malaffare, si ritrova a sfilaTutto per bene dunque, re compiaciuta celebrando tutto si ricompone come il matrimonio di chi fa parnello splendido e ango- te, come constata lo sconscioso finale di "A ciascu- solato Castellitto di no il suo", il bellissimo "Caterina va in città", film di Elio Petri tratto da dell'immortale, italica cateun romanzo di Leonardo goria umana di chi "ha Sciascia che, pare, avesse capito come va il moncapito tutto parecchi anni do". Son passati forse quaran- E' già qualcosa. t'anni e ancora una volta il Bruna Gazzelloni cinema è riuscito ad esprimere la Giustizia e Libertà più folgorante Periodico Politico Indipendente analisi sociologiAutorizz. del Trib. di Roma, n° 540/2002 del ca del nostro pae18.09.2002 se, oggi. L. Barbato Posso riconoscere Proprietà: Redazione:Via Monte di Casa, 65 -00138- Roma che abbiamo dei E-Mail: [email protected] grandi cineasti e Fax: (+39) 06.233.202.029 dei mediocri poli- Direttore Responsabile: Luigi Barbato tici. Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Antonia Stanganelli