SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA
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SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA
SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso ******** NELLE PERIFERIE DELL’ESISTENZA: DI FRONTE AL MALE Centro Fede e cultura Alberto Hurtado (30 ottobre 2013) Paul Gilbert S.I. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso I. Afflizione e libertà II. Salvarsi III. Speranza Sono diventato per me una terra arida Il male di vivere e la ricerca di senso I. Afflizione e libertà 1. Agostino e la morte dell’amico 2. Kierkegaard, tra etica e religione SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso 1. Sant’ AGOSTINO e la morte dell’amico Confessioni, IV, 7‐9. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Agostino, 7) In quegli anni, all’inizio del mio insegnamento nella città natale, mi ero fatto un amico, che la comunanza dei gusti mi rendeva assai caro. Mio coetaneo, nel fiore dell’adolescenza come me, con me era cresciuto da ragazzo, insieme eravamo andati a scuola e insieme avevamo giocato. […] Quanto era soave [quest’amicizia], maturata com’era al calore di gusti affini! Io lo avevo anche traviato dalla vera fede, sebbene, adolescente, non la professasse con schiettezza e convinzione, verso le funeste fandonie della superstizione. […] Con me ormai la mente del giovane errava, e il mio cuore non poteva fare a meno di lui. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Agostino, 8) Che facesti tu allora, Dio mio? Imperscrutabile l’abisso delle tue decisioni. Tormentato dalle febbri egli giacque a lungo incosciente nel sudore della morte. Poiché si disperava di salvarlo, fu battezzato senza che ne avesse sentore. […] Infatti migliorò e uscì di pericolo, e non appena potei parlagli, […] non appena poté parlare anch’egli, poiché non lo lasciavo mai tanto eravamo legati l’uno all’altro, tentai di ridicolizzare ai suoi occhi […] il battesimo che aveva ricevuto […]. Egli invece mi guardò inorridito, come si guarda un nemico, e mi avvertì con straordinaria e subitanea franchezza che, se volevo essere suo amico, avrei dovuto smettere di tenergli simili discorsi […]. Pochi giorni dopo in mia assenza è assalito nuovamente dalle febbri e spira. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Agostino, 9) L’angoscia avviluppò di tenebre il mio cuore. Ogni oggetto su cui posavo lo sguardo era morte. Era per me un tormento la mia città, la casa paterna un’infelicità straordinaria. Tutte le cose che avevo avuto in comune con lui, la sua assenza aveva trasformate in una strazio immane. I miei occhi lo cercavano dovunque senza incontrarlo, odiavo il mondo intero perché non lo possedeva e non potevo più dirmi: «Ecco, verrà», come durante le sue assenze da vivo. Io stesso ero divenuto per me un grosso problema. […] Soltanto le lacrime mi erano dolci e presero il posto del mio amico tra i conforti del mio spirito. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso 2. Soeren KIERKEGAARD tra etica e religione Stado estetico Stato etico Stado religioso SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso S. Kierkegaard, L’equilibrio tra l’estetico e l’etico nell’elabora‐zione della personalità, trad. Cortese, Milano 1989, pp. 95‐96. [Colui che sceglie se stesso] scopre dunque che il sé che egli sceglie ha in sé un’infinita molteplicità nella misura in cui ha una storia, una storia entro la quale egli riconosce come appartenentegli l’identità con se stesso. Questa storia è di vario genere, perché in questa storia egli si trova in rapporto con altri individui della stirpe e con l’intera stirpe, e questa storia contiene qualcosa di doloroso, e però egli è quello che è solo grazie a questa storia! Ed è per ciò che ci vuole del coraggio per scegliere se stessi, perché al medesimo tempo in cui l’individuo in questione sembrerà isolarsi più che mai, al medesimo tempo egli si sprofonderà più che mai in quella radice per la quale egli è legato al tutto, all’intero […]. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Kierkegaard, p. 96) La cosa lo angoscia, e però deve, in senso forte, esser così, perché quando la passione della libertà s’è destata in lui […], allora egli sceglie se stesso e combatte per questo possesso come per il suo bene supremo, ed è il suo bene supremo. Egli non può rinunciare a nulla di questo insieme, non a ciò che è il più doloroso, non a ciò che è il più duro, e però l’espressione di questo combattimento, di questo acquisire, […] di questo conquistare, è ‘pentimento’. Egli si pente di sé andando all’indietro nella stirpe degli uomini, finché trova se stesso in Dio. Solo a questa condizione egli può scegliere se stesso, e questa è l’unica e la sola condizione che egli vuole, perché solo in tal modo egli può scegliere se stesso assolutamente. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Kierkegaard, pp. 96‐97) E che cos’è pur un essere umano senza amore? Ma ci sono molti generi d’amore… […] Si dà anche un amore con cui io amo Dio, e quest’amore ha nel linguaggio solo un’espressione, […] si tratta di ‘pentimento’. Quando io non amo Dio in tal modo, allora non Lo amo assolutamente, non dal più intimo del mio essere, e ogni altro amore per l’assoluto è un fraintendimento, perché, per prendere ciò che di solito tanto altamente si vanta, e ciò a cui io stesso rendo onore, quando il pensiero con tutto il suo amore tenacemente s’aggrappa all’assoluto, allora non è l’assoluto che io amo, io non amo assolutamente perché amo necessariamente. Appena che io ami liberamente e ami Dio, sì, mi pento. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Kierkegaard, p. 97) E se non esistesse alcun’altra ragione affinché l’espressione del mio amore verso Dio sia ‘pentimento’, allora c’è che Egli mi ha amato per primo. E però questa è una qualifica incompleta perché solo quando io scelgo me stesso come colpevole io scelgo assolutamente me stesso, qualora insomma debba sceglier me stesso assolutamente in modo che ciò non s’identifichi con il crearsi. Simul iustus et peccator? SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso II. Salvarsi 1. Il sentimento religioso 2. La modernità e Nietzsche 3. L’accidia SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso 1. Il sentimento religioso SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Ps 62, 1a parte) Solo in Dio riposa l’anima mia da lui la mia salvezza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme, come muro cadente, come recinto che crolla? Tramano solo di precipitarlo dall’alto, si compiacciono della menzogna. Con la bocca benedicono, e maledicono nel loro cuore. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Ps 62, 2a parte) Solo in Dio riposa l’anima mia da lui la mia salvezza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio. Confida sempre in lui, o popolo, davanti a lui effondi il tuo cuore, nostro rifugio è Dio. Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini, insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Ps 62, 3a parte) Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attacate il cuore. Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: il potere appartiene a Dio, tua, Signore, è la grazia; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso Rito eucaristico Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Perdono per i peccati, o per le debolezze ? SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso 2. La modernità e Nietzsche Ch. Taylor, L’età secolare, Milano 2009, p. 124‐125. L’autonomizzazione della natura fu il primo timido passo verso la negazione del sovrannaturale. Certo, al tempo le persone non si sarebbero potute esprimere in questi termini. Tuttavia, sebbene avessero bisogno di un motivo accettabile collegato a Dio, ciò che le guidava era in realtà un crescente interesse per la natura‐in‐sé SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Ch. Taylor, p. 132) Nel nominalismo, il superagente che è Dio si relaziona alle cose come a oggetti di cui può disporre liberamente secondo i propri scopi autonomi. Ma se le cose stanno così, allora anche noi, gli agenti dipendenti, creati, dobbiamo rapportarci a tali cose non alla luce dei modelli normativi che esse rivelano, ma nei termini dei superscopi autonomi del nostro creatore. Gli scopi a cui le cose servono sono estrinseci a esse. L’atteggiamento è essenzialmente quello della ragione strumentale. Strumentalizzazione anche della fede ? SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso Fr. Nietzsche, La genealogia della morale, Milano 1984, p. 74. Tutti gli istanti che non si scaricano all’esterno, si rivolgono all’interno – questo è quella che io chiamo ‘interiorizzazione’ dell’uomo: in tal modo soltanto si sviluppa nell’uomo quella che più tardi verrà chiamata la sua ‘anima’. L’intero mondo interiore, originariamente sottile come fosse teso tra due epidermidi, si è stemperato e dischiuso; ha acquistato profondità, latitudine, altezza a misura che è stato impedito lo sfogo dell’uomo all’esterno SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Fr. Nietzsche, p. 74). Quei terribili bastioni con cui l’organizzazione statale si proteggeva contro gli antichi istinti della libertà […] fecero sì che tutti codesti istinti dell’uomo selvaggio, libero, divagante si volgessero a ritroso, si rivolgessero contro l’uomo stesso. L’inimicizia, la crudeltà, il piacere della persecuzione, dell’aggressione, del mutamento, della distruzione – tutto quanto si volge contro i possessori di tali istinti: ecco l’origine della ‘cattiva coscienza’. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso 3. L’accidia G. Cucci, Il fascino del male, Roma 2008, p. 324. L’accidia è dunque tutto il contrario della pace e della tranquillità, pur mostrandone le apparenza; chi ne è affetto non riesce neppure a compiere l’azione di dormire bene […]. In questo senso l’accidia è non avere voglia di fare nulla, agitandosi in mille occupazioni ma senza gustare alcunché, perché non si ha mai veramente né fame, né sonno, né voglia di apprendere, tutti i desideri sono stati spenti: a forza di lasciarsi governare dal vento del capriccio, senza un’educazione e coltivazione del proprio vissuto interiore si giunge all’assenza totale di qualunque genere di interessi. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Cucci, p. 325) La mancanza di interessi rende superficiali e maligni, spegne l’intelligenza nella sua proprietà di intus legere, di leggere tra le righe, di riconoscere le sfumature. Tutto si presenta come un caos indifferenziato perché nulla attrae, come riconosce Nussbaum: «per percepire pienamente i particolari bisogna amarli». Paradossalmente questo modo di fare trova con facilità incremento e diffusione, come notava Heidegger: si pensi alla pratica del pettegolezzo, della diceria, della calunnia. L’analisi delle modalità proprie della gran parte della comunicazione ordinaria dice cose interessanti sulla presenza dell’accidia a livello della vita e del costume sociale. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Cucci, p. 337) Il pittore Bosch raffigura l’accidia nelle vesti di un monaco addormentato, comodamente seduto accanto al bel tepore del caminetto nella sua stanza, e dietro di lui una monaca tiene in mano un rosario, come a ricordargli le pratiche di pietà disattese. […] Questa immagine può essere facilmente accostata all’odierna proposta di un’esistenza concepita all’insegna della comodità, che consentirebbe di raggiungere senza fatica qualunque obiettivo grazie ai ritrovamenti delle tecnica. […] Stranamente, quando questo ideale sembra realizzarsi, la vita non diventa con ciò più bella e attraente, ma tende piuttosto a spegnersi, ripiegandosi noiosamente su se stessa. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso III. Speranza 1. Giobbe 2. Paolo SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Giobbe, cap. 4) 1 [Elifaz di Teman prese a dire:] 2«Se uno tenta di parlare, ti sarà gravoso? Ma chi può trattenere le parole? 3Ecco, sei stato maestro di molti e a mani stanche hai ridato vigore; 4le tue parole hanno sorretto chi vacillava e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato. 5Ma ora che questo accade a te, ti è gravoso; capita a te e ne sei sconvolto. 6La tua pietà non era forse la tua fiducia, e la tua condotta integra la tua speranza? 7Ricordalo: quale innocente è mai perito e quando mai uomini retti furono distrutti? 8Per quanto io ho visto, chi ara iniquità e semina affanni, li raccoglie. 9A un soffio di Dio periscono e dallo sfogo della sua ira sono annientati. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Giobbe, cap. 5) 8Io, invece, mi rivolgerei a Dio e a Dio esporrei la mia causa: 9A lui, che fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare, 10che dà la pioggia alla terra e manda l’acqua sulle campagne. 11Egli esalta gli umili e solleva a prosperità gli afflitti; 12è lui che rende vani i pensieri degli scaltri, perché le loro mani non abbiano successo. 13Egli sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri. 14Di giorno incappano nel buio, in pieno sole brancolano come di notte. 15Egli invece salva il povero dalla spada della loro bocca e dalla mano del violento. 16C’è speranza per il misero, ma chi fa l’ingiustizia deve chiudere la bocca. 17Perciò, beato l’uomo che è corretto da Dio: non sdegnare la correzione dell’onnipotente, 18perché egli ferisce e fascia la piaga, colpisce e la sua mano risana. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Giobbe, cap. 6) [Allora Giobbe rispose:] 24Istruitemi e allora io tacerò, fatemi capire in che cosa ho sbagliato. 25Che hanno di offensivo le mie sincere parole e che cosa dimostrano le vostre accuse? 26Voi pretendete di confutare le mie ragioni, e buttate al vento i detti di un disperato. 27Persino su un orfano gettereste la sorte e fareste affari a spese di un vostro amico. 28Ma ora degnatevi di volgervi verso di me: davanti a voi non mentirò. 29Su, ricredetevi: non siate ingiusti! Ricredetevi: io sono nel giusto! 30C’è forse iniquità sulla mia lingua o il mio palato non sa distinguere il male? SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Giobbe, cap. 7) 16Mi sto consumando, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni. 17Che cosa è l’uomo perché tu lo consideri grande e a lui rivolga la tua attenzione 18e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metta alla prova? 19Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva? 20Se ho peccato, che cosa ho fatto a te, o custode dell’uomo? Perché mi hai preso a bersaglio e sono diventato un peso per me? 21Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia colpa? Ben presto giacerò nella polvere e, se mi cercherai, io non ci sarò! SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (Giobbe, cap. 42) [1Giobbe prese a dire al Signore:] 2«Comprendo che tu puoi tutto e che nessun progetto per te è impossibile. 3Chi è colui che, da ignorante, può oscurare il tuo piano? Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. 4Ascoltami e io parlerò, io t’interrogherò e tu mi istruirai! 5Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. 6Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere». SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (S. Paolo, Lettera ai Romani, cap. 7) 14Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato. 15Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto. 16Ora, se faccio quello che non voglio, riconosco che la legge è buona; 17quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (S. Paolo, cap. 7) 22Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. 24Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne invece la legge del peccato. SONO DIVENTATO PER ME UNA TERRA ARIDA Il male di vivere e la ricerca di senso (S. Paolo, cap. 8) 12Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, 13perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. 14Infatti tutti quelli che sono guidati dallo spirito di Dio, questi sono figli di Dio. 15E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». 16Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.