Piano dell`Offerta Formativa - Comune di Trieste
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Piano dell`Offerta Formativa - Comune di Trieste
Scuola dell’Infanzia comunale “Borgo Felice” Piano dell’Offerta Formativa Anno Scolastico 2014/2015 Scuola dell’Infanzia comunale “Borgo Felice” Via del Pane Bianco, 14 tel.040814330 mail [email protected] Introduzione Il Piano dell’Offerta Formativa (POF) è il documento che illustra alle famiglie i progetti educativi e didattici che s’intendono svolgere durante l’anno scolastico. Di seguito i principi essenziali su cui è impostato il Piano dell’Offerta Formativa: Il bambino è un soggetto attivo che ama giocare, esprimesi, comunicare ed è al centro dell’azione educativa negli aspetti cognitivi, affettivi, corporei, etici e relazionali. L’ambiente scolastico deve essere vissuto dal bambino come fosse a “casa propria”, per questo motivo l’organizzazione della scuola deve presentare caratteristiche di flessibilità e di modificabilità; Gli spazi della scuola vanno organizzati in modo da favorire un’alternanza d’attività guidate e di gioco libero e in modo da consentire di stimolare naturalmente il bambino nell’acquisizione di nuove competenze; I rapporti con la famiglia sono fondamentali per instaurare una reale collaborazione che consenta alla scuola e alla famiglia di lavorare secondo principi educativi coerenti e guidati da fiducia reciproca. IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera. Paulo Coelho, Monte Cinque, 1996 Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.) è la “carta d’identità” delle scuole che illustra le modalità organizzative e la progettazione degli itinerari di apprendimento finalizzati allo sviluppo di tutte le dimensioni della personalità di ciascun bambino*, facendo riferimento ai campi di esperienza cioè ai diversi ambiti del fare e dell'agire: Il sé e l’altro: le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme Il corpo e il movimento: identità, autonomia, salute Immagini, suoni, colori: gestualità, arte, musica, multimedialità I discorsi e le parole: comunicazione, lingua, cultura La conoscenza del mondo: ordine, misura, spazio, tempo, natura cara così come definiti nelle ”Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione” (M.I.U.R, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, settembre 2012). Le scuole elaborano annualmente il P.O.F. che viene pubblicato on-line all'indirizzo: www.triestescuolaonline.it Riferimenti normativi Oltre alle “Indicazioni Nazionali” ed al “Regolamento per le scuole dell'infanzia del Comune di Trieste”, le scuole adottano come riferimento costante dell'azione educativa le linee normative e pedagogiche de: la "Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza", approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia; la Legge 62/2000, “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione”; le “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (M.I.U.R., febbraio 2014); Legge 104/1992 Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate e le “Linee guida sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità” (M.I.U.R., agosto 2009); la Legge 170/2010 i successivi Decreti attuativi (1/7/2011) e le “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento” (M.I.U.R., ottobre 2010). gli “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (M.I.U.R., dicembre 2012). Le scuole dell'Infanzia del Comune di Trieste Le scuole dell'infanzia comunali di Trieste sono paritarie, ossia scuole gestite dal Comune e che rispondono ai criteri standard definiti dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico improntato ai principi costituzionali e sono quindi aperte a tutti. Il coordinamento pedagogico Il coordinamento pedagogico è una struttura di tipo tecnico composta dai Funzionari direttivi Coordinatori pedagogici con competenze organizzative e psico-pedagogiche. Sul territorio i Coordinatori pedagogici coordinano trasversalmente i vari servizi educativi gestiti dal Comune, attraverso forme aggregate ed integrate di strutture (Nidi d 'infanzia, Scuole dell'infanzia, Ricreatori, Servizi Integrativi Scolastici). Il coordinamento pedagogico sostiene la qualità delle proposte educative nei servizi; ha un ruolo di promozione, sostegno, gestione, monitoraggio, verifica e valutazione del progetto educativo dei servizi comunali, secondo principi di coerenza e continuità al fine della realizzazione del "sistema territoriale integrato", come previsto nelle linee e gli indirizzi generali esplicitati nel programma del Comune di Trieste, ente gestore dei servizi educativi. Il Coordinamento pedagogico favorisce lo scambio ed il confronto all'interno della rete dei servizi coordinati e promuove le relazioni ed il clima interno dei gruppi di lavoro. Cura l'analisi dei bisogni formativi e progetta percorsi formativi e sperimentazioni didattiche e lo scambio di esperienze tra il personale. Coordina, monitora l'azione educativa di tutto il personale assegnato attraverso la verifica dei progetti trasversali con i servizi educativi, socio-sanitari, scolastici e culturali del territorio e le convenzioni attivate nel territorio. La struttura del coordinamento pedagogico e la figura del coordinatore sono elementi essenziali per la costruzione di un sistema integrato dei servizi per l’infanzia che, rispondendo ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie, contribuisce al processo di crescita degli stessi servizi. Coordinamento territoriale Recentemente nell'ottica di valorizzare e sperimentare nuove forme di accoglienza, sostegno e responsabilità nell'esperienza di crescita dei bambini e delle loro famiglie, insieme a tutti i soggetti che condividono questo percorso in un determinato territorio della città, si programma l'attività di coordinamento pedagogico in Coordinamenti territoriali, rappresentati dai coordinatori pedagogici delle strutture educative appartenenti ai singoli territori della città. Il progetto pedagogico Le attività delle scuole si fondano su un progetto pedagogico elaborato avendo come riferimento le Indicazioni nazionali e le linee del programma pedagogico dei servizi educativi del Comune di Trieste. Già da alcuni anni è in corso una sperimentazione di progettualità territoriale intra-servizi comunali (asilo nido,scuole dell'infanzia, ricreatori, poli di aggregazione giovanile, Servizio Integrativo Scolastico – S.I.S) al fine di promuovere e armonizzare al meglio le offerte educative e formative in un'ottica di continuità. Finalità della scuola dell'infanzia La scuola dell'infanzia contribuisce alla realizzazione del principio dell’uguaglianza delle opportunità e alla rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale (art. 3 della Costituzione). Il bambino è sempre al centro dell'azione educativa e, compito della scuola dell’infanzia, è promuovere il suo sviluppo armonico e globale attraverso una metodologia basata sul gioco ed adeguata al livello di maturazione cognitiva, espressiva, affettiva e sociale: creando uno spazio privilegiato per consolidare la propria personalità (maturazione dell’identità); stimolando ad apprendere condotte che progressivamente lo conducano all’indipendenza (conquista dell’autonomia); proponendo svariate esperienze: sensoriali, percettive, motorie e intellettive (acquisizione delle competenze); organizzando un luogo di vita, di relazioni e di apprendimenti, in un ambiente accogliente e motivante in cui si iniziano a conoscere le prime regole di convivenza collettiva (senso della cittadinanza). La scuola come percorso di accoglienza Le scuole assicurano un percorso graduale di crescita globale nel bambino offrendo opportunità di apprendimenti coerenti ai bisogni educativi, attraverso contesti e risposte relazionali ed educative personalizzate, in stretta collaborazione tra tutte le componenti della comunità educante. Particolare attenzione viene data ai bambini in situazione di disabilità, di disagio e di svantaggio sia con la costruzione di un percorso adeguato alle singole esigenze del bambino sia attraverso il lavoro di rete con i diversi servizi territoriali come l'Azienda per i Servizi Sanitari (Gruppo Violenza Minori e Gruppo Caronte) e le Unità Operative Territoriali. Le scuole dell’infanzia comunali di Trieste, città multiculturale e sensibile da sempre ai temi della convivenza tra persone di diverse culture, prevedono forme di accoglienza volte a favorire l’inclusione dei bambini con cittadinanza non italiana, nella ferma convinzione che accogliere significa valorizzare l'identità culturale di ciascuno ed è dunque sinonimo di calore, professionalità e accuratezza. Nelle scuole si attuano altresì percorsi strutturati di prevenzione dei disturbi di apprendimento (D.S.A.) in riferimento alla Legge 170/2010 i successivi Decreti attuativi (1/7/2011) e le “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento” (ottobre 2010). Infine, uno dei principi che assicurano la coerenza tra le diverse esperienze di vita dei bambini è quello della continuità educativa tra i vari cicli scolastici (nido d'infanzia, scuola dell'infanzia, scuola primaria e Servizi Integrativi Scolastici) tenendo sempre in primo piano la necessità di non frammentare i percorsi formativi. Relazioni con le famiglie Sempre più centrale all’interno dei servizi per l’infanzia e nei diversi contesti educativi appare la relazione con le famiglie, in un'ottica di condivisione di responsabilità della crescita e dell'educazione di tutti i bambini. Le scuole individuano gli obiettivi e le strategie relative alla partecipazione e alle modalità di rapporto con le famiglie, valorizzando la promozione, il sostegno e affiancamento della genitorialità. In particolare, definiscono le modalità di comunicazione, di informazione e di confronto attraverso: le giornate di “Open day” che per molte famiglie rappresentano il primo contatto diretto con il mondo della scuola- le riunioni di classe, in cui il personale educativo informa i genitori sulle attività dei bambini, illustra il progetto educativo e le iniziative collaterali (uscite didattiche, progetti specifici…); i colloqui individuali; l'assemblea dei genitori; il Consiglio della Scuola composto dal coordinatore pedagogico e dai rappresentanti dei genitori, del personale educativo e del personale d’appoggio. Concessione in uso dei locali delle scuole dell’infanzia Le famiglie dei bambini frequentanti possono richiedere l'uso in concessione gratuita dei locali delle scuole dell’infanzia, se si costituiscono in Comitato o in Associazione, per realizzare attività integrative alle funzioni dei servizi educativi comunali, organizzando momenti di socializzazione e di attività ludica per bambini, nonché di aggregazione e confronto tra le famiglie. Ampliamento dell'offerta formativa Nell'ambito dell'autonomia delle singole scuole che annualmente curano il progetto educativo e didattico, il coordinamento pedagogico ha ritenuto di ampliare l'offerta formativa sostenendo il concetto di trasversalità attraverso la scelta di aderire ai bandi della Regione Friuli-Venezia Giulia: Bando per il finanziamento degli interventi previsti nel Piano dell’Offerta Formativa delle istituzioni scolastiche nel Friuli Venezia Giulia) Bando per il finanziamento di interventi relativi all’Integrazione scolastica degli allievi stranieri (laboratori a tema e presenza di mediatori culturali) Bando per il finanziamento delle attività didattiche relative all’insegnamento delle Lingue e Culture delle Minoranze Linguistiche Storiche valorizzare l’identità plurilinguistica e pluriculturale della comunità presente nel territorio del Friuli Venezia Giulia come orientamento verso quelle competenze generali che favoriscono un percorso di apprendimento armonico del bambino in una prospettiva di educazione permanente per tutto l'arco della vita, come indicato dalla “Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio”(dicembre 2006). Inoltre, per l'anno scolastico in corso le scuole aderiranno ad altri progetti in collaborazione a soggetti esterni come: inglese e tedesco (Unicum Centro Studi e Goethe Zentrum) musica (Conservatorio di musica G. Tartini) educazione alla mobilità (Corpo Polizia Municipale) piscina (Triestina Nuoto) progetto “aiuola della pace” (Commissione Pari Opportunità) “Nati per leggere” Interventi di promozione alla salute (Azienda per i Servizi Sanitari) “Orto in condotta” Modalità di organizzazione del contesto educativo Il personale Nel servizio opera (tratto dal “Regolamento per le scuole dell'infanzia del Comune di Trieste): il coordinatore pedagogico il personale educativo il personale d’appoggio Il coordinatore pedagogico svolge compiti di elaborazione, attuazione e verifica del progetto educativo/organizzativo e gestionale della scuola. Coordina l’attività di tutto il personale assegnato ed è responsabile del buon funzionamento della scuola stessa, promuove una metodologia di lavoro che privilegia il lavoro di gruppo e la collegialità, in modo da valorizzare l’apporto professionale di ciascun operatore. Il personale educativo ha competenze pedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali. Partecipa alla gestione sociale della scuola, cura rapporti stabili con le famiglie e con il territorio; collabora alla stesura del Piano dell’Offerta Formativa. Ad ogni sezione (gruppo-sezione o “classe”) sono assegnati due insegnanti la cui turnazione deve assicurare nell’arco della giornata il massimo della compresenza anche finalizzata alla realizzazione di specifici progetti didattici; attua una turnazione giornaliera secondo il principio della pari responsabilità educativa. È previsto l’insegnante di religione cattolica per i bambini che si avvalgono di tale insegnamento. Il personale d’appoggio contribuisce assieme al personale educativo alla costruzione di un corretto clima educativo all’interno della scuola e ad assicurare una situazione ambientale adeguata alle esigenze ed ai bisogni dei bambini; è figura di riferimento nei vari momenti delle routines quotidiane (entrata e uscita, alimentazione, igiene personale), e stimola i bambini alla conquista dell’autonomia. Svolge compiti di pulizia e riordino degli ambienti scolastici e delle aree esterne di pertinenza; provvede alla somministrazione dei pasti; è di sostegno alle attività ed ai bisogni dei bambini. Le “classi” Gruppo–sezione (la tradizionale “classe”) rappresenta un modello organizzativo che favorisce il raggiungimento degli obiettivi formativi attraverso il riconoscimento di punti di riferimento significativi come gli angoli strutturati e i laboratori. Le sezioni si rapportano tra loro in modo aperto e flessibile, per consentire attività didattiche di intersezione per piccoli e grandi gruppi di bambini provenienti dalle diverse sezioni. La sezione è costituita da 25 bambini, ridotto a 20 in caso di presenza di bambini disabili con l'affiancamento di un insegnante di sostegno e la predisposizione di interventi individualizzati al fine di favorirne in modo adeguato ed efficace la frequenza. Spazi e tempi Anche l’organizzazione degli spazi e dei tempi necessita di un pensiero pedagogico condiviso dall’intera equipe scolastica. In particolare: lo spazio deve risultare accogliente, stimolante e funzionale il tempo viene organizzato in routine quotidiane (l’accoglienza, la merenda, l’igiene personale, il gioco libero, il gioco strutturato…), rispettose dei ritmi del bambino che gli consentano di riconoscere i diversi momenti della giornata scolastica attraverso una distribuzione ordinata delle attività educative, valorizzando inoltre contesti flessibili e creativi Mangiare a scuola In tutte le scuole viene fornito il servizio di mensa scolastica che comprende una merenda di metà mattina, il pranzo ed uno spuntino al pomeriggio. Il menù, con caratteristiche stagionali, è stato elaborato dalla dietista dott.ssa Paola Fabbro e visionato dall'Azienda per i Servizi Sanitari. L'articolo 7 del Capitolato speciale d'appalto per il servizio di fornitura pasti prevede l'utilizzo di “Prodotti alimentari, biologici, tipici, tradizionali, da commercio equo e solidale, prodotti agricoli regionali.” È possibile richiedere un menù diversificato (diete speciali) per le principali forme di intolleranze alimentari. Inoltre si può richiedere la sostituzione di alcuni cibi per motivi etici-religiosi-culturali e, per la gioia dei bambini, si possono festeggiare i compleanni a scuola, purché vengano consumati determinati alimenti autorizzati. Come previsto dall'art.15 del Capitolato, è possibile istituire delle Commissioni mensa composte dai rappresentanti dei genitori quali organismi di controllo dei centri di produzione pasti. Orari Le scuole sono aperte dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.30 alle ore 17.00. L’accoglimento dei bambini avviene, di norma, dalle ore 8.00 alle ore 9.00, con la possibilità, per le famiglie che ne ravvisino la necessità, di un pre-accoglimento a partire dalle ore 7.30. L’uscita è flessibile e, di norma, articolata in tre fasce orarie: alle ore 13.00, alle ore 14.30 e alle ore 15.30, per rispondere alle esigenze delle/dei bambine/i e delle loro famiglie. Il prolungamento dell’orario fino alle ore 17.00 viene assicurato alle famiglie che ne ravvisino la necessità, garantendo la presenza di educatori in numero proporzionale a quello dei bambini presenti. Il servizio di scuola dell’infanzia al sabato viene garantito presso la scuola dell'Infanzia “Il Tempo Magico” con orario antimeridiano senza erogazione del servizio di mensa. Calendario scolastico Inizio anno scolastico per tutto il lunedì 01 settembre 2014 personale Apertura all’utenza lunedì 15 settembre 2014 Sospensione per festa del Santo Patrono lunedì 03 novembre 2014 Sospensione per vacanze natalizie dal 24 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015 compreso Sospensione per carnevale e mercoledì dal 16 febbraio 2015 al 18 febbraio 2015 delle Ceneri compreso ( Del. Regionale n.787 dd. 24 aprile 2014 ) Sospensione per vacanze pasquali dal 2 aprile 2015 al 7 aprile 2015 compreso Sospensione per ponte 1°maggio sabato 02 maggio 2015 Sospensione per ponte 2 giugno lunedì 1 giugno 2015 Ultimo giorno di apertura all’utenza sabato 27 giugno 2015 È prevista un'ulteriore sospensione il giorno 8 dicembre 2014 (festa dell'Immacolata Concezione), in quanto festività nazionale. a cura del Coordinamento Pedagogico * Nel testo si trovano termini “bambino, bambini” si sollecita il lettore a considerare tale scelta semplicemente una semplificazione di scrittura, mentre nell'azione educativa bisognerà considerare la persona nella sua peculiarità e specificità anche di genere. La nostra scuola: ubicazione, capienza e orari La scuola “Borgo Felice” è ubicata nel rione di Servola, in una zona tranquilla e poco trafficata. La scuola è dotata di un ampio giardino ricco di giochi strutturati per le attività ludiche dei bambini. Il bacino naturale d’utenza della scuola comprende lo storico rione di Servola e quello di Valmaura. Nel rione servolano sono presenti due scuole primarie (la scuola “Biagio Marin” in Via Marco Praga, 6 e la scuola “Ezio De Marchi” in Salita De Marchi, 8), ed una scuola dell’infanzia statale con lingua d’insegnamento slovena (“Servola”), poste sotto la direzione dell’Istituto Comprensivo di “Servola-Chiarbola” con sede in via I. Svevo, 19. Nel rione è inoltre presente, quale polo di aggregazione giovanile, il ricreatorio comunale “E. Gentilli” in Via di Servola, 127. Sebbene la popolazione rionale risulti culturalmente eterogenea (famiglie che vi dimorano da generazioni, con una minoranza di lingua slovena, altre giunte in tempi più recenti per lavorare nella nota azienda siderurgica triestina), alcune iniziative popolari tradizionali (come, ad esempio, il Carnevale), tengono unite queste diversità, creando uno spirito di piccola comunità. La scuola dell’infanzia “Borgo Felice” ospita quattro sezioni (le tradizionali “classi”) eterogenee per età (bambini/e dai tre ai sei anni) e per sesso per un totale di 100 iscritti; il gruppo-sezione, infatti, è costituito da un numero massimo di 25 bambini, ridotti a 20 in caso di presenza di bambini diversamente abili. La scuola segue il calendario scolastico regionale; il calendario viene esposto ogni inizio d’anno scolastico nell’apposita bacheca per le comunicazioni con le famiglie. L’orario di funzionamento della scuola, come di tutte le scuole dell’infanzia comunali triestine, è il seguente: dalle ore 8 alle ore 17 dal lunedì al venerdì. L’orario d’entrata va dalle 8.00 alle 9.00; tuttavia è possibile fruire di un servizio di preaccoglimento dalle 7.30 alle 8.00 per le famiglie che ne ravvisino la necessità. Ai genitori si raccomanda il rispetto degli orari stabiliti per consentire il regolare inizio delle attività quotidiane. L’uscita è flessibile ed è articolata in tre fasce orarie: la prima uscita avviene subito dopo il pranzo e va dalle 13 alle 13.30; a domanda individuale è possibile un’uscita intermedia alle 14.30; infine vi è l’uscita pomeridiana dalle 15.30 alle 17. Il servizio di scuola dell’infanzia di sabato viene garantito presso la scuola comunale “Tempo Magico” (Via Vasari 23), con orario antimeridiano (dalle ore 7.30 alle ore 13.00) senza erogazione del pranzo. Il personale L’organico della scuola è così composto: o il coordinatore pedagogico: Giacomo Todaro mail [email protected] o Le maestre: sez.Delfini: Lorella I. e Tiziana D’A.; sez.Ranocchie: Elisabetta B. e Marina F.; sez.Coccinelle: Annalisa C. e Manuela P.; sez.Orsetti: Donatella R. ,Tiziana S. e Michela P. Raffaella P. per l’insegnamento della religione cattolica o Il personale d’appoggio: Cristina A., Arianna G., Tanja G. Il personale di cucina e quello delle pulizie appartiene a ditte esterne appaltate dal Comune; rispettivamente, le ditte Cir Food e GSA . Tutto il personale della scuola, sebbene con mansioni diverse, partecipa al processo educativo dei bambini frequentanti il plesso. Ad ogni sezione sono affidate due insegnanti, il cui orario di servizio di 25 ore settimanali è soggetto a turnazione con scansione settimanale: è prevista un’alternanza tra un turno antimeridiano (8-13) e un turno pomeridiano (11-16). La compresenza delle insegnanti è variabile in base alle specifiche attività educative di sezione ed ai progetti di inter-sezione, oltre alla necessità di svolgere il turno che “copra” il pre-accoglimento delle 7.30 o quello di chiusura dalle 16 alle 17. Gli spazi della scuola L’ambiente fisico della scuola “Borgo Felice” comprende un edificio scolastico ed un giardino. L’edificio dispone dei seguenti spazi: il piano terra, così strutturato: l’atrio (con l’albo per le comunicazioni scuola-famiglia e l’esposizione del menù giornaliero); l’ufficio della direzione; una stanzetta adibita a laboratorio-computer con i bambini; un corridoio che ospita gli armadietti-spogliatoio per i piccoli utenti; una zona motoria per il gioco libero, quello guidato, e per il gioco simbolico (travestimenti, casetta); le quattro aule per i gruppi-sezione; il bagno dei bambini; la sala refezione; la cucina e la dispensa; un seminterrato, che comprende una vasta cantina ed alcuni locali di servizio; un primo piano, che comprende un ex ufficio della direzione, una stanzetta ad uso magazzino per le insegnanti ed un altro locale di servizio. Il giardino comprende una zona asfaltata ed un’altra con terriccio ed alberi; nella zona asfaltata sono presenti diversi giochi strutturati da esterno (scivoli di diverse dimensioni, casette, ecc…). La pianificazione degli spazi scolastici è fondamentale per connotare l’edificio come luogo intenzionalmente educativo. Lo spazio scolastico infatti dev’essere organizzato in funzione delle esigenze dei bambini, affinché ogni loro esperienza, sia di routine che di apprendimento specifico, acquisti un preciso significato, favorendo lo sviluppo di abilità e competenze cognitive e relazionali. In particolare lo spazio viene allestito per consentire al bambino di ritrovare dimensioni personali (ambiti di riferimento sicuri, appaganti il senso d’identità) e collettive (ambiti condivisi con gli altri). Lo spazio della sezione è il luogo nel quale i bambini trovano elementi di stabilità emotivo-affettiva; ogni aula-sezione poi è suddivisa in spazi variamente connotati per specifiche attività educative: “zona d’incontro” (dove ci si può sedere in cerchio e svolgere giochi di gruppo); angolo della casetta (per il gioco simbolico); angolo dei travestimenti; angolo delle costruzioni, angolo delle marionette, angolo morbido (per la lettura ed il rilassamento); tutte queste “zone” vengono organizzate annualmente dalle insegnanti nel mese di settembre prima dell’apertura della scuola all’utenza. Ricordiamo all'utenza che, per motivi di sicurezza legati alla capienza della struttura, non possono essere organizzate delle feste con i genitori. Per questo motivo anche la consegna dei diplomi per i bambini grandi sarà fatta in giardino in caso di bel tempo con un numero di partecipanti aperto, mentre in caso di mal tempo la festa si svolgerà all'interno (spazio salone) e potranno partecipare solamente due persone per bambino. Risorse materiali Alla scuola vengono assegnate annualmente delle dotazioni, per il tramite dell’Area Educazione, in base ai fondi disponibili in tal senso per effetto della legge regionale 10/1988 (disposizione normativa della Regione Friuli VeneziaGiulia sul “diritto allo studio”). Tali fondi però possono essere impiegati esclusivamente per l’acquisto di beni non durevoli e cioè per materiale di cancelleria (carta colorata, d’impacco, cartoncini, pennarelli, ecc…) e giochi “da tavolo” per le sezioni. Inoltre, l’Amministrazione Comunale assegna ogni anno scolastico specifiche dotazioni per l’acquisto di materiale didattico di consumo, di giochi strutturati e per lo sviluppo di rullini fotografici. Il tempo della scuola Il tempo scolastico assume un’evidente valenza pedagogica in relazione alle esigenze d’apprendimento dei bambini e deve porsi in equilibrio con le regole istituzionali che determinano gli orari e i periodi d’apertura del servizio. Il tempo costituisce dunque una risorsa fondamentale che va impiegata, evitando gli irrigidimenti, ma consentendo una distribuzione ordinata delle attività educative nella giornata scolastica. Il ritmo della giornata allora va scandito rispettando anzitutto il benessere psicofisico del bambino; occorre tener conto cioè del tempo del bambino , da intendersi come il tempo di cui egli necessita per svolgere le varie attività, il bambino infatti è sostanzialmente lento: esige tempo, che non è il tempo dell’adulto. La scansione del tempo va pertanto programmata tenendo conto del tempo del bambino , ma anche di quelle attività (denominate con il termine francese di “routine”) che costituiscono momenti essenziali nella vita comunitaria della scuola: l’ingresso, il pranzo, le pratiche d’igiene, il riordino degli effetti personali e dei giochi, ecc.. I tempi delle routine infatti non sono meno importanti, ai fini educativi, rispetto ai tempi più propriamente didattici. LA GIORNATA “TIPO” 9 merenda mattutina e poi tutti in bagno 9.45- 11.45 attività organizzate nel gruppo classe o intersezione 11.45 igiene personale 12 pranzo e a seguire la lavatura dei denti 13.30-15 attività educative organizzate 15 merenda pomeridiana 15.30- 17 uscita e gioco libero La formazione delle sezioni Nel mese di settembre, prima dell’apertura della scuola all’utenza, nell’ambito del Collegio degli Educatori, si procede alla formazione delle sezioni sulla base dei seguenti criteri: ogni sezione può essere composta da un massimo di 25 iscritti ed è al suo interno eterogenea per età, pertanto equa distribuzione degli iscritti in base all’anno di nascita e al sesso; sono favoriti i bambini portatori di handicap, ma anche quelli degni di tutela, quali ad esempio, i bambini stranieri, al fine di favorire l’integrazione linguistica; particolari esigenze espresse dalle famiglie (preferenze per una determinata sezione, dopo aver però soddisfatto i criteri di cui sopra). Va osservato che il gruppo-sezione rappresenta il fulcro della scuola dell’infanzia perché garantisce continuità, identità psicologica e senso d’appartenenza, ma esso non costituisce l’unica modalità di raggruppamento dei bambini all’interno della scuola; i gruppi-sezioni si rapportano infatti tra loro in modo aperto e flessibile per consentire attività d’inter-sezione e cioè attività didattiche con piccoli o grandi gruppi provenienti dalle diverse sezioni. L’inserimento nella scuola I primi giorni a scuola rappresentano una svolta importante nella vita dei bambini quanto in quella dei loro genitori. E’ questo il momento in cui, spesso per la prima volta, il bambino trascorre regolarmente parte della giornata lontano da dalla propria casa e dalla propria famiglia. Il primo inserimento nella scuola dell’infanzia dunque è una fase particolarmente delicata per il bambino e fortemente coinvolgente per i genitori. Ed è per questo che è necessario evitare che il bambino viva l’ingresso a scuola come una forzatura e quindi vi si opponga. Fatta questa premessa, va osservato che l’unico criterio adottabile per organizzare adeguatamente l’inserimento del bambino nella scuola è quello della flessibilità, intesa come flessibilità negli orari d’entrata e di uscita del bambino da scuola e come gradualità circa i tempi di permanenza nell’ambiente educativo. Ricordiamo comunque che solitamente i primi 5 giorni d’apertura della scuola, pur essendovi la possibilità di fruire del pranzo sin dal primo giorno, gli orari scolastici sono ridotti e cioè il servizio chiude alle ore 14 in modo da consentire alle maestre di essere in compresenza tutta la giornata (o quasi) e quindi di gestire meglio l’inserimento dei bambini. Queste le strategie adottate per vivere il più serenamente possibile l’ingresso alla scuola dell’infanzia: 1. presenza graduale del bambino a scuola ; 2. compresenza delle 2 insegnanti di sezione nei primi 5 giorni di apertura; 3. rispetto (compatibilmente alle esigenze familiari) dei tempi del bambino; Frequenza, salute, abbigliamento Ricordiamo che la famiglia deve ricordarsi di avvisare sempre le insegnanti circa i motivi dell’assenza da scuola del proprio/a figlio/a (sia che si tratti di motivi di salute che di motivi familiari). Infatti, in caso di assenza non giustificata superiore ai 15 giorni, il posto può essere reso disponibile per i bambini che si trovino ancora in lista d’attesa. Va osservato che i bambini che iniziano a frequentare la scuola dell’infanzia, e cioè la vita di comunità, si ammalano facilmente; ciò è assolutamente normale in quanto nelle stagioni più fredde le attività si svolgono in ambienti chiusi e affollati e, pertanto, virus e batteri si trasmettono facilmente. Per circoscrivere la diffusione delle malattie, evitare le ricadute e tutelare la salute della comunità tutta (personale scolastico compreso) i genitori sono invitati a rispettare adeguatamente i tempi di convalescenza dei propri figli. E’ bene sapere che il personale della scuola non somministra farmaci ai bambini, tranne quelli salva-vita, per il cui impiego esiste una particolare procedura (siglata in seguito ad un protocollo tra l’azienda sanitaria e l’amministrazione comunale), che la famiglia ed il personale della scuola sono tenuti a seguire. Nella nostra scuola si usano i grembiulini di colore rosa od azzurro (e vi chiederemo di personalizzarli con il nome del bambino/a) con l’abbottonatura sul davanti (per facilitare l’autonomia durante la vestizione) e l’elastico ai polsi; s’impiegano poi scarpette comode e robuste con la suola in gomma e la chiusura a strappo. E’ inoltre necessario portare a scuola un piccolo asciugamano (fornito di asola per poter essere appeso), un cambio di indumenti appropriato alla stagione da utilizzare in caso di necessità, ed infine dentifricio e spazzolino per consentire l’igiene orale dopo il momento del pranzo. Alimentazione e feste di compleanno Quando il bambino fa il suo ingresso nella scuola dell’infanzia, oltre a giocare, ad imparare, a comunicare, condivide il momento del pasto con gli altri bambini. Molto spesso i genitori si preoccupano di sapere “se” e “quanto mangia” il proprio figlio a scuola: il fatto di non poter controllare direttamente la sua alimentazione può, infatti, suscitare nei famigliari uno stato di preoccupazione. Va osservato che il rifiuto che i bambini hanno talora nei confronti di un certo cibo raramente è definitivo e totale; l’importante è non drammatizzare la rinuncia del bambino di qualche porzione del pasto. Ecco perché, anche se è molto forte la tentazione di dare al bambino solo quelle cose che piacciono “purché mangi”, è preferibile che il bambino mangi, magari anche poco, ma un po’ di tutto. Alla scuola dell’infanzia il menù viene elaborato secondo le linee guida per un’alimentazione sana ed equilibrata stabilite dalla dietista comunale in stretta collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale. In particolare, il menù offerto a scuola (esposto quotidianamente all’apposito albo per i genitori all’ingresso ) ha le seguenti caratteristiche: è articolato su quattro settimane ed alterna le pietanze secondo la stagionalità; presenta una ricca varietà di verdure sia crude che cotte; prevede un uso ragionato dei condimenti. I pasti dei bambini nel corso della giornata consistono in: merenda mattutina (alle ore 9.00); pranzo (alle ore 12.00) e merenda pomeridiana (alle ore 15.00). I pasti vengono preparati quotidianamente nella cucina scolastica dalla cuoca e dal personale della Ditta Cir Food, appaltata dal Comune di Trieste per l’erogazione del servizio mensa. In caso di problemi di salute (indisposizioni momentanee, allergie o intolleranze alimentari) è prevista la somministrazione di specifiche diete (ad esempio, la dieta “no latte” o la dieta “no uova”, ecc…) tramite la compilazione di uno precisa modulistica disponibile presso le maestre. I rapporti con le famiglie Poiché gli ambienti di vita del bambino sono strettamente interconnessi tra loro, è evidente la necessità da parte della scuola di prestare massima attenzione all’ambiente di vita primario del bambino: il suo contesto familiare. La scuola dell’infanzia comunale, infatti, come si legge all’art. 1 (“Finalità”) del relativo Regolamento, “affianca le famiglie nell’educazione e nella formazione delle bambine e dei bambini dai 3 ai 6 anni…” e “”promuove la partecipazione delle famiglie…” alla vita della scuola. E’ quindi fondamentale che tra la scuola e la famiglia s’instauri un clima di collaborazione reciproca. I rapporti con le famiglie possono essere di tipo informale (si tratta dei colloqui quotidiani che i genitori possono avere con le maestre al momento dell’entrata e dell’uscita del bambino da scuola) o di tipo formale in quanto gli incontri con le famiglie vengono appositamente programmati all’inizio e durante l’anno scolastico in sede di Collegio degli Educatori. Tali incontri comprendono: le riunioni di sezione: si svolgono solitamente nel mese di novembre (per la presentazione del POF alle famiglie) ed in primavera, consentendo di affrontare tematiche didattiche ed organizzative dell’intera sezione; i colloqui individuali: vengono concordati tra insegnanti e genitori come occasione d’approfondimento e di confronto sulla situazione evolutiva del singolo bambino; sono calendarizzati nei mesi di ottobre/novembre; gennaio/febbraio e maggio/giugno. il Consiglio della scuola: è un organo collegiale che ha la funzione di “favorire la partecipazione attiva delle famiglie alla vita della scuola” (art. 7 “Organismi di partecipazione”” del Regolamento); tale organo, che resta in carica tre anni, è composto dai rappresentanti dei genitori (uno per ogni gruppo-sezione, eletto dai genitori), dai rappresentanti del personale insegnante (uno per gruppo-sezione, eletto dal Collegio degli educatori) e da un rappresentante del personale d’appoggio (eletto in sede di Collettivo del personale); il Coordinatore Pedagogico lo presiede come membro di diritto. Il Consiglio di Scuola viene convocato dal suo Presidente o qualora le sue componenti ne ravvisino la necessità per discutere di problematiche di vario tipo che ineriscono all’organizzazione scolastica nel suo complesso. Tale organo viene comunque convocato dalla Coordinatrice nei primi mesi dell’anno (nel mese di ottobre solitamente) ai fini dell’adozione da parte dei rappresentanti dei genitori del Piano dell’Offerta Formativa (POF). I Progetti educativi per l’anno scolastico 2014/2015 Introduzione La finalità ultima della scuola dell’infanzia, delineata nelle nuove “Indicazioni Nazionali”, consiste nel “promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza e li avvia alla cittadinanza”. Consolidare l’identità “significa vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, stare bene…..sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato.”; Sviluppare l’autonomia “significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri….provare soddisfazione nel fare da sé…..esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare alle decisioni esprimendo opinioni…” Acquisire competenze “significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione…..”; Sviluppare il senso della cittadinanza “significa scoprire gli altri; i loro bisogni e la necessità di gestire i contrasti attraverso regole condivise, che si definiscono attraverso le relazioni, il dialogo..”. Tali importanti traguardi da raggiungere vanno contestualizzati, secondo le nuove Indicazioni, in una scuola dell’infanzia che deve proporsi come “contesto di relazione, di cura e d’apprendimento.“. La scuola dunque diviene luogo di relazioni dove le insegnanti devono saper “dare ascolto e attenzione a ciascun bambino” e l’apprendimento deve avvenire attraverso “l’esperienza, l’esplorazione, i rapporti tra i bambini, con la natura, gli oggetti, l’arte, il territorio e le sue tradizioni..” A tal proposito si osserva che le “Indicazioni” delineano cinque campi d’esperienza del bambino, tali campi indicano i diversi ambiti del fare e dell’agire del bambino e quindi i settori specifici e individuabili nei quali il bambino sviluppa il suo apprendimento, perseguendo i suoi traguardi formativi nel concreto dell’agire quotidiano. I cinque campi d’esperienza, illustrati nelle Indicazioni, e che consentiranno d’articolare le attività-contenuto dei progetti educativi per l’anno scolastico in corso, sono: 1. Il sé e l’altro: in questo campo confluiscono l’educazione morale e civile, affettiva, religiosa, e l’educazione alla multiculturalità; 2. Il corpo e il movimento: questo campo riguarda l’educazione alla corporeità e alla motricità; 3. Immagini, suoni, colori: è lo specifico campo dell’educazione artistica, musicale e multimediale; 4. I discorsi e le parole: è il campo d’esperienza dell’educazione linguistica ed espressiva; 5. La conoscenza del mondo: questo campo d’esperienza si rivolge in modo specifico alla prima formazione d’abilità scientifiche e matematiche. Questa breve introduzione di carattere pedagogico per far comprendere alle famiglie che tutti i progetti educativi elaborati per l’anno scolastico in corso vanno intesi come proposte o programmi specifici per consentire di tradurre le finalità ultime della scuola dell’infanzia, e cioè la maturazione dell’identità, la conquista dell’autonomia, lo sviluppo delle competenze e del senso di cittadinanza, in specifici traguardi operativi e cioè in obiettivi educativi e cognitivi esprimibili in precise condotte comportamentali secondo la fascia d’età dei bambini. I vari progetti educativi infine intendono investire trasversalmente i vari campi esperenziali del bambino, consentendo quindi di strutturare situazioni d’apprendimento “circolari” e cioè collegate tra loro, sebbene ogni singolo progetto vada poi ad approfondire uno specifico campo d’esperienza del bambino, così come delineato nelle “indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia”. L’educazione interculturale Premessa Le caratteristiche dei più recenti fenomeni migratori, dagli anni ’90 ad oggi, hanno portato ad un aumento considerevole dei bambini d’origine non italiana nei servizi per l’infanzia. La presenza di bambini stranieri varia da scuola a scuola e nella nostra solitamente non sono presenti molti bambini con cittadinanza straniera, causa l’ubicazione periferica e rionale del plesso. Tuttavia, la nostra scuola come gli altri servizi educativi presenti sul territorio può definirsi multiculturale, come la società attuale in cui sono compresenti molteplici culture. Il termine multicultura, che si limitava a riconoscere la compresenza di modelli culturali differenti, è stato sostituito dal termine intercultura che si riferisce, a partire dal prefisso “inter” (tra), ad un’interazione, ad un incontro tra comunità umane di diversa origine etnica, geografica e religiosa. Finalità L’educazione interculturale non prevede solo la considerazione delle differenze tra sé e l’altro, non prevede solo l’accoglienza dell’altro diverso da sé, ma favorisce l’incontro “vero” con l’altro, nel rispetto delle differenze. L’educazione interculturale si pone, infatti, le seguenti finalità: Valorizzare l’identità culturale di ciascuno; Favorire l’incontro con altri modelli culturali; Costruire nuovi modelli a partire da tale incontro. Ogni bambino straniero ha la propria storia ed è di fondamentale importanza tenerne conto, come, del resto, ogni bambino ha la propria storia! Il tema delle differenze riguarda tutti ed è esperienza del quotidiano. Ogni bambino (non solo i bambini stranieri) che entra alla scuola dell’infanzia arriva con la propria storia che è fatta di eventi, di aspettative, di trame familiari, di relazioni specifiche. La scuola deve tenerne conto e accogliere i bambini con le loro differenze, sapendo che quando un bambino a tre anni varca la soglia della scuola dell’infanzia non entra da solo, ma con lui entrano la sua famiglia e la sua storia. Educazione interculturale significa educazione al dialogo, alla convivenza democratica, educazione alla pace, ma significa anche educazione del conflitto per saperlo gestire. Agire in maniera interculturale non significa sospendere ogni critica e giudizio e nemmeno buttar via il nostro bagaglio culturale; al contrario è importante che l’educatrice tenga conto della propria identità, delle proprie idee e con queste si rapporti con rispetto ed accoglienza alle culture diverse dalla sua. E’ per questo che alla base della pedagogia interculturale vi è il dialogo, ma anche la gestione del conflitto. Gli strumenti Uno strumento specifico è rappresentato dalla presenza a scuola del mediatore culturale che può facilitare la comunicazione e la comprensione scuola –famiglia o stabilire un ponte tra la cultura del bambino, della sua famiglia e quella della scuola, ad esempio nel momento in cui è prevista la loro partecipazione ai colloqui tra maestre e genitori, non solo con il compito di tradurre la lingua ai fini della comprensione, ma anche per interpretare gli eventuali fraintendimenti sul piano linguistico e contenutistico. La mediazione culturale è svolta da persone straniere, in genere con una formazione specifica, che vivono in Italia e conoscono la lingua e la cultura italiana. I mediatori culturali sono reclutati per il tramite dell’Area Educazione. Metodologia con i bambini I progetti d’educazione interculturale si pongono l’obiettivo di valorizzare le differenze e le similarità tra i bambini, all’insegna del rispetto e della condivisione, sia all’interno della sezione (ad esempio, attraverso la lettura di fiabe del mondo) oppure per intersezione attraverso lo svolgimento di specifici Laboratori interculturali affidati ad Agenzie educative esterne reclutate per il tramite della nostra Area del Comune. Progetto “Diamoci la Zampa” Educare alla relazione uomo - animale Premessa Lo psichiatra infantile Boris Levinson fu il primo a coniare il termine “Pet Therapy” per descrivere l’uso di animali da compagnia nella cura di malattie psichiatriche. Levinson aveva notato come alcuni dei propri pazienti con serie difficoltà di relazione e di comunicazione interpersonale, stabilissero con sorprendente facilità legami affettivi e cognitivi con il proprio cane. L’animale aveva la funzione di aiutare il bambino ad abbassare le proprie barriere emotive, fornendogli un “conforto” ed una “simpatia” incondizionate. Altri studi hanno successivamente evidenziato una benefica influenza anche solo dalla presenza di un animale sui sintomi principali dello stress, cioè l’animale induce una normalizzazione del ritmo cardiaco, della pressione arteriosa, della frequenza respiratoria e della tensione muscolare. L’utilizzo di animali da compagnia ai fini di Pet Therapy è stato riconosciuto come cura ufficiale dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003. Finalità ed obiettivi generali In linea generale va detto che uno degli obiettivi socio-motivazionali della Pet Therapy consiste nella stimolazione dell’empatia (la capacità di identificarsi con l’altro): il bambino vede gli animali come pari. Gli animali sono come appaiono e pertanto la comprensione di quello che un animale prova è più semplice rispetto alla comprensione delle emozioni e dei sentimenti di una persona. Quando il bambino cresce la sua capacità di entrare in empatia con gli animali viene trasferita alle sue esperienze con gli altri esseri umani. Inoltre, un rapporto positivo con un animale può favorire nel bambino un interesse verso la natura in genere e la sua conservazione. Sviluppare il rispetto del mondo animale; Accrescere l’autostima personale; Diminuire gli stati di paura ed ansia; Arricchire il vocabolario. Aumentare la curiosità e l’entusiasmo; Implementare l’atteggiamento empatico; Diminuire la diffidenza verso la diversità. Obiettivi specifici Conoscenza delle caratteristiche degli animali domestici e del corretto approccio; Stimolazione delle capacità di osservazione e tattili; Sviluppo dell’autocontrollo, della gestione delle emozioni; Sviluppo delle abilità sociali ed empatiche; Sviluppo delle capacità d’attenzione, d’osservazione e catalogazione delle conoscenze; Sviluppo delle capacità espressive verbali; Interiorizzazione delle regole: il “No” che educa; Sviluppo della capacità di collaborazione con i propri pari. Metodologia Va detto anzitutto che il progetto di Pet Therapy si realizzerà attraverso il supporto di un’agenzia educativa esterna, reclutata per il tramite dell’Area Educazione, Università e Ricerca con apposito incarico. Tale incarico “esterno” viene attribuito sulla base di specifici fondi regionali a ciò destinati. Solitamente tale tipologia di incarichi vengono avviati operativamente dalla nostra Area non prima dei mesi di gennaio/febbraio. Si prevedono incontri a scuola con gli operatori esterni della durata di 1 ora circa modulati sull’età dei bambini partecipanti. Saranno proposte attività d’interazione guidata con l’animale vivo e cioè ai bambini s’insegnerà ad entrare in contatto in modo corretto con l’animale: come si fa una carezza, come si dà un bocconcino, ecc… I bambini saranno invitati a guardare, toccare, ascoltare, odorare gli animali e stimolati a descrivere le sensazioni provate ed a distinguere le caratteristiche peculiari degli animali presenti; i bambini saranno invitati a dare piccoli comandi al cane e/o a dare da mangiare ad altri animali, a passeggiare e/o interagire con il cane; i bambini saranno invitati a ripetere i nomi dei cani conosciuti nei precedenti incontri e a descrivere le loro caratteristiche principali. Naturalmente il progetto prevede il coinvolgimento di cani od altri animali sempre educati a tali fini e tutti costantemente sotto controllo medicoveterinario. Prima d’iniziare le attività verrà svolta una riunione per le famiglie dei bambini coinvolti da parte del personale dell’agenzia esterna al fine di illustrare i contenuti dell’intervento e discutere sulle eventuali perplessità. Il progetto potrà quindi essere modificato in itinere sulla base delle priorità educative delle maestre, ai bisogni manifestati dai bambini, alle loro singole risposte comportamentali o ad eventuali circostanze non previste. Per partecipare al progetto è necessario escludere la presenza di casi non compatibili con le attività proposte, ovvero: bambini allergici ai derivati ectodermici degli animali coinvolti (allergia al pelo del cane, del gatto, ecc…); bambini con fobie nei confronti degli animali (in particolare cani, gatti, ecc…). Ai genitori dei bambini coinvolti verrà richiesta specifica autorizzazione per la partecipazione al progetto. Attività Le attività si suddivideranno essenzialmente in due tipologie: attività osservative nelle quali l’animale è presente, ma non si ha ancora un’interazione diretta con esso e l’attività si limita alla sua osservazione; attività d’interazione cioè il vero e proprio incontro e relazione con l’animale. I quest’ambito le attività educative che potranno essere messe in atto sono le seguenti: o l’approccio (modalità di relazionarsi con il pet); o il contatto (relazione tattile); o interazione mimetica (imparare a muoversi in concerto con l’animale); o il gioco; o la cura (accadimento, affettività, miglioramento dell’autostima); o richiesta di performance al pet, impartire comandi, ecc…; o collaborazione con il pet in qualche attività (cognitiva, motoria, ludica, ecc…). Destinatari Il gruppo dei bambini “medi” delle quattro sezioni della scuola. Tempi ed organizzazione A partire da gennaio/febbraio 2015 mediante un ciclo d’interventi di un’ora ciascuno a scuola svolti da un’agenzia educativa esterna (da reclutare per il tramite dell’Area Educazione) Spazi Il salone (spazio – gioco), il giardino durante la bella stagione. Materiali cartelloni, forbici, schede strutturate sugli animali, storie e brani scelti; materiale di facile consumo: fogli, colla, colori vari; sussidiavi visivi: foto, filmati, immagini di giornali; ausili per animali: ciotole, guinzagli, gabbie, cibo specifico, spazzole, ecc.. Progetto di Lingua Straniera ”L’Inglese Giocando” “We speak English” Premessa Una società multiculturale in rapida evoluzione come quella attuale fa emergere nuovi bisogni educativi e formativi tra cui quelli inerenti all’approccio alle lingue straniere, considerate come parte integrante della propria formazione personale e come passaggio obbligato per la conoscenza degli altri. L’attività in lingua inglese va realizzata nel rispetto delle specificità pedagogiche e metodologiche della scuola dell’infanzia, dove si richiede un intervento che non si configuri come insegnamento precoce e sistematico di una lingua straniera, ma come sensibilizzazione del bambino ad un codice linguistico diverso da quello materno mediante attività didattiche basate su un approccio di tipo ludico. Destinatari: tutti i bambini della scuola: grandi, medi e piccoli. Collaborazione esterna Lo svolgimento del progetto implica necessariamente l’intervento a scuola di un’insegnante esterna, provvista di appositi titoli, selezionata dall’Area Educazione tramite specifico appalto per l’incarico dell’azione didattico-educativa in lingua inglese nelle scuole dell’infanzia comunali. Finalità sviluppare la capacità di comprendere culture diverse dalla propria,; avvicinare i bambini in età prescolare alla lingua inglese, familiarizzando con il suono della lingua; conoscere usi e costumi diversi dai propri. Obiettivi generali acquisire nuove competenze fonetiche; ascoltare, comprendere, memorizzare parole in lingua inglese; memorizzare semplici filastrocche e canzoni; integrare la nuova lingua attraverso la comprensione di diversi canali di comunicazione: mimico, gestuale, comico, pittorico, ecc.. Metodologia L’apprendimento della lingua inglese sarà organizzato in un clima ludico tramite attività che implichino la spontaneità, la drammatizzazione, lo scambio verbale, la narrazione fantastica, il canto corale, le attività manuali, ecc… Per promuovere il coinvolgimento attivo dei bambini a livello verbale, gestuale, motorio, musicale, i contenuti dovranno essere presentati e ripetuti più volte, realizzando una situazione di base che consentirà l’inserimento progressivo di nuovi vocaboli. Saranno utilizzati vari strumenti: marionette, giocattoli, materiale per disegno, registratore con audio-cassette in lingua inglese. Tempi Il progetto prevede interventi diretti della durata di un’ora ciascuno da parte dell’insegnante specializzata esterna con cadenza settimanale; gli interventi dell’insegnante d’inglese si svolgeranno nelle singole sezioni e saranno sempre affiancati da un’insegnante di classe. L’inizio di tale progetto non è ancora definito. Progetto Lingue Minoritarie: “I Bambini del Rione di Servola” “Introduzione alla Lingua Slovena e alla comprensione delle Tradizioni Culturali appartenenti alla Minoranza linguistica presente sul territorio.” Premessa Lo sloveno è una lingua minoritaria parlata a Trieste sin dal Medioevo. Il rione di Servola è una delle zone di Trieste dove la minoranza è presente in modo consistente e radicato. La prova più tangibile è data dalla presenza del museo etnografico visitato ogni anno da molte persone, il museo è piccolo ma ricco d’oggetti e foto che testimoniano la presenza degli sloveni dalla notte dei tempi. Ancora oggi dal panettiere al tabaccaio le persone parlano e si salutano nella lingua della minoranza. Nella chiesa dedicata a San Lorenzo le messe si svolgono sia in italiano sia in sloveno. Sul territorio sono inoltre presenti una scuola dell’infanzia statale ed una scuola primaria con lingua d’insegnamento slovena. Il progetto per l’avvicinamento dei bambini alla lingua slovena è stato avviato già nel 2001, anno europeo dedicato alle lingue, dall’insegnante Tiziana S. della sezione “D”. I bambini del rione di Servola che frequentavano la scuola dell’infanzia “Borgo Felice” in realtà non conoscevano la lingua slovena, pur abitando in un territorio in cui viene frequentemente utilizzata dagli adulti. Alcuni nonni ed alcuni genitori, pur parlandola, non la insegnavano ai figli. Si è pensato quindi che l’insegnamento della lingua slovena già nella scuola dell’infanzia, oltre ad avvicinare il bambino ad un codice linguistico diverso da quello materno, potesse facilitare un superamento di quei pregiudizi che, purtroppo, spesso sussistono nei confronti della popolazione di lingua minoritaria. Ricordiamo infine che dopo l’abbattimento dei confini e la creazione di nuove infrastrutture le distanze, che una volta dividevano le diverse etnie, sono diventate minime. Oggi, ad esempio, per raggiungere la ridente cittadina di Koper s’impiegano in auto meno di quindici minuti. Destinatari Come gli scorsi anni, il progetto si rivolgerà a tutti i bambini “piccoli”, “medi” e “grandi” della sezione “D”. Collaborazione esterna E’ previsto l’intervento in sede di un’insegnante di madrelingua slovena reclutata per il tramite dell’Area Educazione, Università e Ricerca con apposito incarico. Tale incarico “esterno” viene attribuito sulla base di specifici fondi regionali a ciò destinati. Contenuti I bambini riproducono suoni (fonemi), parole, giochi, canzoni e filastrocche in lingua slovena. Il progetto consente ai bambini di conoscere e sperimentare usi, costumi, cibi e tradizioni del paese confinante attraverso l’interazione con l’insegnante di madrelingua. Il progetto si propone di stimolare nei bambini un approccio positivo di curiosità, di esplorazione e d’accettazione di ciò che è diverso dalla nostra lingua e dalla nostra cultura. Finalità molto importante per il futuro cittadino, tanto più tenendo presente la particolare collocazione geografica della nostra città prossima ai confini con la Slovenia. Per la sezione “D” va ricordata l’esperienza del gemellaggio con la scuola “Vrtec Semedela” di Capodistria, iniziata nel 2001, che proseguirà anche quest’anno con lavoro in classe e con scambi reciproci. A tal proposito si ricorda che la sezione “D”, nell’ambito di un progetto didattico di sezione intitolato “Progetto Europa” per la promozione della conoscenza dei Paesi dell’Unione Europea confinanti con il nostro territorio, ha instaurato un parternariato anche con una scuola dell’infanzia austriaca; si tratta della scuola “Volkendorf” di Villaco. Il gemellaggio con questa scuola di Villaco è mantenuto attraverso costanti rapporti tra la maestra Tiziana S. della sezione “D” e le insegnanti austriache per via telematica. Il parternariato con l’Austria si è consolidato negli anni anche attraverso visite contraccambiate tra le maestre dei due Paesi. Nell’anno scolastico in corso s’intende proseguire con uno o più incontri che vedranno coinvolti i bambini della sezione “Orsetti”, i bambini della scuola austriaca, i rispettivi genitori ed insegnanti. Finalità o Acquisizione delle prime competenze linguistico-comunicative della lingua slovena (già parlata nel territorio rionale); o Favorire la convivenza democratica tra gli abitanti del territorio; o Favorire lo scambio tra bambini, genitori, insegnanti di etnie diverse. Obiettivi specifici Capacità di stabilire contatti sociali di base usando le più semplici formule convenzionali in lingua slovena; Capacità di disporre di un repertorio lessicale di base fatto di singole parole e di semplici espressioni riferibili ad un certo numero di situazioni concrete di cui si ha esperienza; Capacità di comprendere brevi frasi riferite ad argomenti familiari o scolastici. Attività L’insegnamento della lingua slovena viene a toccare varie aree esperenziali del bambino: attività motorie (danze, movimenti ritmati), attività grafiche ed espressive (disegni e schede), attività musicali (canzoni, ritmi), attività linguistiche (filastrocche e fiabe), attività logiche e matematiche (conoscenza dei numeri nelle diverse lingue). Tempi Il monte ore degli interventi del collaboratore esterno di madrelingua slovena viene stabilito sulla base dei fondi stanziati da uno specifico bando regionale per l’insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole paritarie. Il Progetto può iniziare soltanto quando l’Area Educazione riceve i finanziamenti regionali e può quindi reclutare formalmente l’insegnante esterna di madre lingua slovena. Strumenti Fogli di disegno di varie dimensioni, pennarelli, pennelli, tempere, videocamera, macchina digitale, fotografie, piccoli manufatti creati dai bambini per lo scambio con i bambini sloveni, lettore Cd, burattini, lettere, scambi telefonici. Spazi Classe, salone della scuola , lo spazio morbido, gli spazi della scuola gemellata a Koper. Unità didattiche 1. i saluti; 2. io mi chiamo; 3. i colori; 4. le parti del corpo; 5. i numeri (fino a dieci); 6. gli animali. Adulti coinvolti Le maestre della sezione, i genitori, il personale di supporto, il personale di cucina, le coordinatrici delle scuole gemellate, rappresentanti dell’Area Educazione. Il progetto viene condiviso all’inizio dell’anno con le famiglie dei bambini della sezione. Alla fine dell’anno scolastico i genitori vengono coinvolti nello scambio con la scuola Vrtec di Semedela (Koper), se ciò risulterà possibile, oppure nella visione di uno spettacolo prodotto dai bambini tramite la visione di un video a scuola. Verifica Eseguita in itinere attraverso l’osservazione spontanea e sistematica del comportamento dei bambini sia da parte dell’insegnante esterna di madrelingua (con produzione di una valutazione finale scritta) sia da parte delle insegnanti di sezione. Si richiederà all’insegnante esterna di curare un piccolo fascicolo per ogni bambino della sezione. Progetto Primi Passi nella Lingua Tedesca “Hallo Kinder” Premessa Come già sottolineato, l’apprendimento di una lingua straniera durante l’infanzia è un processo spontaneo, facilitato dal fatto che la recettività cognitiva nei primi anni di vita è altissima. Accostarsi ad una lingua e ad una cultura differente dalla propria, stimola lo sviluppo mentale, accresce le capacità comunicative, consente di uscire dal proprio egocentrismo e mettersi dal punto di vista dell’altro da sé. Finalità introduzione alla lingua ed alla cultura dei paesi di lingua tedesca per i bambini d’età pre-scolare. Obiettivi specifici conoscere alcuni vocaboli in lingua tedesca inerenti alla vita quotidiana del bambino (le forme di saluto, i numeri fino a dieci, i colori, gli animali…) comprendere ed eseguire semplici consegne in lingua tedesca: ad esempio, alzarsi e sedersi, girarsi, battere le mani,…; conoscere usi, costumi e festività tedesche relative al periodo dell’anno in cui si svolgono gli incontri. Destinatari Tutti i bambini grandi delle quattro sezioni della scuola. Collaborazione esterna Il progetto verrà svolto da un’insegnante esterna qualificata e di madre lingua tedesca del Goethe Institut di Trieste e reclutata , per il tramite dell’Area Educazione, Università e Ricerca. Tempi Sono previsti 5 incontri con cadenza settimanale presumibilmente nel periodo gennaio/febbraio 2015 con la compresenza di un’insegnante di classe. Lo svolgimento ed i tempi del progetto sono subordinati all’iter burocratico – amministrativo espletato dall’Area Educazione. Metodologia Come per l’apprendimento della lingua inglese, l’approccio è di tipo ludico. Verrà dato ampio spazio al canto ed alle attività di tipo motorio. Verranno utilizzati animali di pezza, libri illustrati, giocattoli, CD. Si partirà dalle domande formulate dai bambini per aiutarli a formulare le risposte in lingua tedesca; si terrà conto delle routine dei bambini e dei loro ritmi d’apprendimento per renderli promotori dello svolgimento delle varie unità didattiche, ripetendo nelle lezioni successive le attività già proposte al fine di consolidarne l’acquisizione. Progetto di Educazione Stradale “Conquistiamo le Regole del Gioco” Premessa Ogni bambino per maturare con equilibrio e sviluppare la propria sicurezza, ha bisogno di regole cui attenersi, in quanto non è ancora in grado di decidere autonomamente come comportarsi; l’insegnante ed il bambino, insieme, possono stabilire quali sono le norme più utili per vivere in sicurezza l'ambiente che ci circonda. L'educazione stradale, quindi, è vista come una parte della formazione al vivere sociale con le sue regole da rispettare e cui attenersi. Non è tanto importante trasmettere un gran numero di conoscenze, quanto il concetto che vi sono delle regole fondamentali per vivere nella comunità: quando queste regole vengono vissute dal bambino non come un'imposizione esterna, ma come una conquista personale fatta in collaborazione con l’adulto, esse sono realmente accettate ed interiorizzate. Destinatari Tutti i bambini “grandi” delle quattro sezioni: “A”, “B”, “C” e “D”. Collaborazione esterna Il progetto si svolge con il supporto di alcuni Vigili (appositamente formati ed aggiornati) del Corpo della Polizia Municipale di Trieste. Finalità o indirizzare il bambino, attraverso il gioco, all'accettazione delle regole del vivere comunitario. Soltanto attraverso il rispetto di precise regole il bambino potrà avere successo nel gioco; perciò la regola sarà accettata più facilmente non essendo vissuta come un divieto, ma come la “soluzione migliore”: "la regola è buona perché è funzionale", questo il messaggio che si cercherà di trasmettere ai bambini. Obiettivi: 1) Acquistare familiarità con la figura del "Vigile Urbano" e la sua divisa, quale punto di riferimento per la sicurezza in città. 2) Riconoscere i pericoli della strada ed acquisire i relativi comportamenti corretti. 3) Promuovere le capacità del bambino di riconoscere i simboli e di orientarsi nelle varie situazioni di vita quotidiana. Tempi Il progetto si articolerà in alcuni incontri con i Vigili della durata di un'ora circa ciascuno (il numero degli interventi è da definire in itinere) : alcuni effettuati presso la scuola ed uno riservato ad un uscita didattica presso il Campo Scuola di Via Rivoltella nella primavera del 2015. Metodologia IL VIGILE URBANO: UN AMICO! Chi siamo e cosa facciamo => breve chiacchierata con i bambini. Giochiamo a fare i vigili: vestizione dei bambini con accessori del vigile. IL MONDO DEL CAOS E IL MONDO DELLE REGOLE. Giochiamo senza regole => il bambino sperimenta il mondo senza regole. Giochiamo con le regole => il bambino sperimenta la funzionalità della regola. I SEGNALI STRADALI. Riconoscimento dei segnali stradali => discriminazione di forme e colori. Gioco: staffette, caccia al tesoro, memory con cartelli stradali. IL SEMAFORO. Gioco con i colori del semaforo =>gioco di movimento in classe con l'ausilio dei cerchi per simulare le automobili. IL BAMBINO SUL MARCIAPIEDE. Come camminare quando siamo a passeggio con mamma e papà. Come posso attraversare la strada. IL BAMBINO IN AUTOMOBILE. Come sto seduto => cinture e seggiolino. IL BAMBINO IN MOTO. Dove posso sedermi e cosa indosso => casco. PROGETTAZIONE TRASVERSALE DELLE QUATTRO SEZIONI Quest'anno “ELE CURIOSO E LA SCATOLA MAGICA” faranno vivere una straordinaria avventura a tutta la scuola. Presentiamo innanzitutto i personaggi: ELE CURIOSO è il personaggio guida, proviene dal mondo della natura ed è amico dei quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco). Ele vive nel bosco, ha particolari poteri magici, diventa invisibile, riappare da un'altra parte, lascia un' impronta e usa la scatola magica dove riporre i messaggi e dove ritira i messaggi lasciati dai bambini. La scatola magica è uno spazio immaginario di gioco dove tutto può accadere anche le cose più irreali. Questa è una dimensione creata dal bambino e per il bambino, nella quale il mondo interno e il mondo esterno si mescolano tra loro. La risorsa più grande del bambino è la capacità d'immaginazione che caratterizza in modo particolare l'età prescolare; l'identificazione con personaggi eroe-salvatore li aiuta a costruire l'identità personale. LA SCATOLA MAGICA diventa l'elemento di mediazione tra il mondo reale e quello fantastico perchè Ele proporrà ai bambini attività e modalità per acquisire nuove capacità e nuove conoscenze; li condurrà a scoprire ciò che ancora non conoscono attraverso l'esplorazione diretta dei suoi quattro elementi stimolando così nei bambini la curiosità e l'immaginazione. La scatola magica è il canale di comunicazione tra Ele e i bambini perchè in essa verranno lasciati dal folletto messaggi, storie e oggetti che daranno l'avvio alle attività educative. Gli amici di Ele sono ZOLLA, il folletto della terra, GOCCIA la fata dell'acqua, BREZZA ,la fata dell'aria e FIAMMA, il folletto del fuoco. Ele ha deciso che sarà il suo amico Zolla ad accompagnarci alla scoperta dell'autunno. Zolla è un folletto calmo, serio, riflessivo, che sa ascoltare, molto saggio forte e pratico. Conosceremo i colori dell'autunno, i cibi di stagione, le ricorrenze e le festività. Con Ele e fata Goccia entriamo nella stagione dell'inverno, rappresenta l'acqua è romantica, sempre innamorata, sensibile e buona. Goccia, attraverso la scatola magica ci svelerà i segreti di questa stagione. Ci parlerà dei cambiamenti climatici, delle trasformazioni dell'acqua, dei suoi colori, dei suoni, dei sapori, dei cibi, del Natale, dei sentimenti di gioia e di solidarietà, del Carnevale e altre ricorrenze. In primavera sarà Brezza ad accompagnare Ele; Brezza è una fata che vola continuamente e spesso ha la testa fra le nuvole e l'aria è l'elemento che la rappresenta ed è sempre alla ricerca del bello e dell'armonia ed è brava ad abbinare i colori, soprattutto a fare mazzi di fiori. Se la fanno arrabbiare si mette a strillare e a vorticare come un uragano. Ha il cuore tenero, ama piante e animali ed è solidale con gli esseri indifesi, per i quali, lei che è aria, è dono di vita. Brezza ci farà conoscere i cambiamenti della nuova stagione, ci parlerà dell'inquinamento, dei colori, dei sapori, del risveglio degli animali, dei nuovi sentimenti e delle ricorrenze come la Pasqua. Quando inizierà l'estate Ele si farà accompagnare dal suo amico Fiamma per far scoprire questa fantastica stagione. Fiamma è brioso, ottimista, spontaneo e simpatico, rappresenta il fuoco. E' sempre in movimento, con mille idee per la testa, è confusionario ma leale e sincero con gli amici; attenzione a non offenderlo perchè è capace di fare fuoco e fiamme. Ci parlerà del fuoco, dove si trova, a cosa serve, come ci si protegge, dell'arte dei colori dell'estate, l'espressione dei sentimenti e la festa di fine anno con la consegna dei diplomi ai bambini grandi. Questa programmazione sarà correlata dai libri operativi diversificati per fasce d'età, con ulteriori laboratori, uscite didattiche, incontri con la scuola primaria,tradizioni rionali, poesie, canzoni, filastrocche e animazioni teatrali. In ogni percorso stagionale gli OBIETTIVI FORMATIVI saranno comuni: -CONOSCENZA DEL MONDO -IMMAGINI / SUONI / COLORI -IL CORPO E IL MOVIMENTO -I DISCORSI E LE PAROLE -IL SE' E L'ALTRO MUSICISTI ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA Progetto educativo promosso in collaborazione tra il Comune di Trieste-Servizi Educativi Integrati e Politiche Giovanili e il Conservatorio Tartini di Trieste - Dipartimento di Didattica della Musica. il progetto: risorse, motivazioni e obiettivi Il progetto intende offrire gratuitamente ai bambini delle scuole dell'infanzia l'occasione di sperimentare la musica a scuola fruendo di percorsi didattici elaborati dagli insegnanti delle scuole stesse in collaborazione con la classe di Pedagogia Musicale, prof.ssa Fedrigo, Dipartimento di Didattica della Musica, Conservatorio Tartini di Trieste. Alla disciplina musicale, pur contemplata nelle indicazioni europee e nelle "Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione", viene tendenzialmente data un'attenzione marginale e comunque non proporzionale al suo valore reale. Se si considerano i dati di evidenza scientifica delle neuroscienze che dimostrano l'importanza rivestita dalla musica sullo sviluppo delle funzioni cognitive, o i contributi della psicologia con la teoria delle intelligenze multiple (H.Gardner), e se si presta attenzione alle testimonianze delle discipline sociologiche che ci dimostrano quanto la musica sia correlata al tipo di società; si viene immediatamente colti dal bisogno di sanare una piaga che potrebbe diventare cronica. I bambini sentono ancor prima di nascere, il ritmo li muove, con i suoni i bambini giocano spontaneamente, tante "musiche" accompagnano la loro crescita; i servizi educativi che si prendono cura dei primi anni di vita delle persone, attraverso il gioco e gli approcci educativi mirati perseguono l'obiettivo di avvicinare il bambino alla musica. La musica nella scuola può essere proposta in tanti modi, tanti quante sono le competenze delle insegnanti nella disciplina stessa. La musica nella scuola può presentarsi come un'educazione all'ascolto, può scaturie dal rispetto di quello che G.. Zavalloni ha definito come il "diritto al silenzio" dei bambini; la musica nella scuola può essere prodotta nella sua dimensione ludica in forme spontanee o strutturate. Con questo progetto andiamo ad inserire nell'offerta fomativa un elemento qualitativo in più, fondamentale per l'apprendimento: l'insegnamento e la collaborazione di esperti della disciplina. Proviamo così a dar vita ad una delle affermazioni pedagogiche più note e discusse di G. .Bruner e cioè: "che ogni argomento può essere insegnato ad ogni bambino di ogni età in una forma corretta", e così facendo sperimentiamo anche la costruzione di reti virtuose tra istituzioni educative e culturali. Il proetto custodisce in sé la convinzione che è bene che tutti possano educare ed insegnare, che tutti cantino con i bambini, li facciano suonare e disegnare, li portino nei musei o a passeggiare nei boschi, leggano loro dei libri e stimolino la loro creatività, ma solo la scuola con i propri professionisti, come le altre istituzioni deputate alla trasmissione culturale, possiede, oltre al compito, la competenza per educare e trasmettere conscenze ai bambini, utilizzando strumenti e tecniche atte a trasformare ogni canto, disegno, narrazione, passeggiata in una chiave interpretativa del mondo, in un elemento fondante la persona e il cittadino. destinatari finali i bambini "medi" (4-5 anni di età) delle scuole dell'infanzia Kamillo Kromo, La Scuola del Sole, Mille Colori, Pallini, Tempo Magico, Tor Cucherna, Borgo Felice, Tre Casette, Azzurra, Dijaski Dom. tempi e luoghi 5 incontri formativi di programmazione/verifica (quattro da effettuarsi entro la fine dell'anno 2014; uno di verifica finale a conclusione del progetto), per un totale di 10 ore riservate agli insegnanti referenti delle scuole coinvolte, presso il Conservatorio Tartini. Da febbraio ad aprile attivazione dei laboratori musicali rivolti ai bambini "medi" all'interno delle scuole. metodi Gli insegnanti delle scuole presso il Conservatorio Tartini seguiranno alcuni incontri teorici pratici con la prof.ssa Cristina Fedrigo, docente di Pedagogia Musicale, curatrice e referente del progetto per il Conservatorio. La formazione includerà la co-costruzione degli interventi laboratoriali all'interno delle singole realtà scolastiche. Ai bambini saranno proposte in ciascuna scuola, dagli studenti del Biennio specialistico di formazione dei docenti di strumento e dagli studenti di Pedagogia Musicale del Dipartimento di Didattica della Musica del Conservatorio in compresenza degli insegnanti, sotto la supervisione della prof.ssa Fedrigo, come docente di laboratorio di Didattica, attività musicale caratterizzate dalla presenza di strumenti musicali realizzati con materiali poveri riadattati, che permettano di farne emergere codici iconici, acustici, simbolici funzionali alla trasposizione dell’esperienza ludica nella logica della struttura musicale. SCUOLA DELL'INFANZIA COMUNALE “BORGO FELICE” Anno scolastico 2014 - 2015 Programma d'insegnamento di Religione cattolica Insegnante Raffaella Petronio IL SIGNIFICATO DELL'IRC NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA Le Indicazioni per il curriculum della Scuola dell’Infanzia e per il Primo ciclo d’istruzione (Roma, settembre 2007), così si esprimono: “Negli anni della scuola dell’infanzia il bambino osserva la natura, la vita e il suo evolversi ed estinguersi, l’ambiente che lo circonda, le relazioni tra le persone… Si chiede dove era prima di nascere e se e dove finirà la sua esistenza e quella di chi gli è caro, quale sia l’origine del mondo; si interroga su Dio e si confronta con l’esperienza religiosa.” La dimensione religiosa del bambino è importante per la sua crescita globale come persona. Nella Scuola dell'Infanzia i bambini pongono per la prima volta le grandi domande esistenziali e si incontrano con i segni della realtà religiosa cristiano-cattolica, presenti nella nostra società. L'IRC promuove la conoscenza della realtà religiosa che ci circonda, in conformità alla dottrina della Chiesa. Diversamente dalla catechesi, l'insegnamento scolastico della Religione cattolica non mira a fare del bambino un cristiano, non prepara ai sacramenti, non richiede un'adesione di fede ne un'appartenenza ecclesiale. E' invece una formazione educativa che insieme ad altre proposte dalla scuola accompagna il bambino a scoprire se stesso e gli altri, l'ambiente nel quale vive, e lo stimola all'apertura verso l'altro e all'amicizia. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Osservare e conoscere il mondo che viene riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi dono di Dio Creatore. Scoprire la persona di Gesù di Nazareth come viene presentata dai Vangeli. Scoprire alcune personalità particolarmente significative del panorama dei Santi. Individuare i luoghi e le espressioni dell'amore cristiano nella Chiesa e conoscere le feste cristiane più importanti. CONTENUTI Quest’anno scolastico scopriremo alcune storie bibliche adatte ai bambini, le leggende dei Santi più conosciuti nel nostro panorama culturale e ascolteremo alcune parabole di Gesù, utilizzando il racconto come metodo didattico, sviluppandolo in modo creativo e giocoso. Allacciandosi al tema “Un anno con Ele curioso e i suoi quattro amici elementi”, scelto dalla Scuola come tema annuale, il programma di Religione cattolica sarà intrecciato con la scoperta della natura che ci circonda e dei suoi elementi. La natura è il primo libro dal quale il bambino impara la vita. Con i fenomeni naturali che osserva e le stagioni che si susseguono, capisce il ritmo del tempo e quali cambiamenti causa all'ambiente. Gli animali e le persone che trova nelle storie bibliche lo aiuteranno a capire le varie circostanze della vita, come la nascita, il senso di appartenenza alla famiglia, l'amicizia, il gioco di gruppo e il divertimento, ma anche la perdita. Tutto questo fa parte della vita che i bambini lo capiscono e accettano in modo naturale, se li educhiamo in modo adeguato. La natura infine è nell' Insegnamento della Religione cattolica anche esempio della bellezza del creato, che ci parla di Dio Creatore. Il movimento creativo e la danza, ma anche l'espressione ritmica e musicale saranno strumenti molto utili per raggiungere i traguardi educativi desiderati. Diversità etniche, religiose e culturali presenti ci spingono ad affrontare il tema dell'interculturalità vista come diversità che porta ricchezza; i bambini intuiranno il senso dell'accettazione dell'altro e del rispetto del diverso, con un corretto comportamento nei confronti della religiosità, delle altre religioni e dei non credenti. METODO DI APPRENDIMENTO ascolto di racconti, brani, filastrocche, musica riflessione con momenti di conversazione, confronto e dialogo il gioco come momento di apprendimento con varie attività ludiche e di aggregazione il canto, la danza e la teatralità come strumenti per risvegliare l'espressività del bambino produzione di piccole creazioni manuali, disegni di vario tipo, cartelloni e simili. DESTINATARI Tutti i bambini della Scuola dell'Infanzia Comunale “Borgo felice” che si avvalgono dell'Insegnamento della Religione cattolica, divisi per sezioni (sezioni intere la mattina) e in gruppi omogenei per fasce d'età (bambini medi e grandi al pomeriggio). Quindi buona scuola a tutti !!! l'equipe di Borgo Felice