Dati PNE - Ospedale di Alessandria

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Dati PNE - Ospedale di Alessandria
Monitoraggio dati Programma Nazionale Esiti (PNE) 2015
I dati relativi ai volumi, sotto riportati, in generale mostrano un’attività ridotta correlata alle restrizioni
economiche e alla riduzione dell’attività operatoria. Fanno eccezione pochi casi tra cui i parti , i tumori
cerebrali, i casi di ictus e IMA,
Intervento chirurgico per TM mammella totale
79
IMA: volume di ricoveri
713
PTCA eseguita per condizione diverse dall'Infarto Miocardico Acuto
336
STEMI: volume di ricoveri
373
N-STEMI: volume di ricoveri
334
IMA a sede non specificata: volume di ricoveri
PTCA: volume di ricoveri con almeno un intervento di angioplastica
Aneurisma aorta addominale rotto: volume di ricoveri
6
888
3
Aneurisma aorta addominale non rotto: volume di ricoveri
36
Bypass aortocoronarico: volume di ricoveri
76
Valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache: volume di ricoveri
235
Rivascolarizzazione carotidea: volume di ricoveri
241
Rivascolarizzazione carotidea: stenting e angioplastica
79
Rivascolarizzazione carotidea: endoarterectomia
162
Scompenso cardiaco congestizio: volume di ricoveri
564
Rivascolarizzazione arti inferiori: volume di ricoveri
109
Scompenso cardiaco: volume di ricoveri
659
Ictus ischemico: volume di ricoveri
289
Emorragia sub aracnoidea: volume di ricoveri
Aneurisma cerebrale NON rotto: volume di ricoveri
Aneurisma cerebrale rotto: volume di ricoveri
45
4
14
BPCO: volume di ricoveri
231
Colecistectomia totale: volume di ricoveri
246
Colecistectomia laparoscopica: volume di ricoveri
240
Colecistectomia laparotomica: volume di ricoveri
6
Colecistectomia laparoscopica in regime ordinario: volume di ricoveri
Colecistectomia laparoscopica in regime day surgery: volume di ricoveri
240
15
Parti: volume di ricoveri
1397
Frattura del collo del femore: volume di interventi chirurgici
187
Frattura del collo del femore: volume di ricoveri
203
Frattura della Tibia e Perone: volume di ricoveri
44
Sostituzione di ginocchio: volume di ricoveri
118
Artroscopia di ginocchio: volume di ricoveri
74
Intervento chirurgico per TM colon: interventi in laparoscopia
45
Intervento chirurgico per TM retto: interventi in laparoscopia
27
Intervento chirurgico per TM polmone: volume di ricoveri
48
Intervento chirurgico per TM stomaco: volume di ricoveri
10
Intervento chirurgico per TM pancreas: volume di ricoveri
3
Intervento chirurgico per TM colon: volume di ricoveri
70
Intervento chirurgico per TM fegato: volume di ricoveri
9
Intervento chirurgico per TM mammella: volume di ricoveri
79
Intervento chirurgico per TM prostata: volume di ricoveri
37
Intervento chirurgico per TM rene: volume di ricoveri
35
Intervento chirurgico per TM vescica: volume di ricoveri
14
Intervento chirurgico per TM retto: volume di interventi
28
Intervento chirurgico per TM tiroide: volume di ricoveri
24
Intervento chirurgico per TM utero: volume di ricoveri
29
Intervento chirurgico per T cerebrale: volume di craniotomie
Tonsillectomia: volume di ricoveri
Intervento chirurgico di legatura o stripping di vene: volume di ricoveri
Prostatectomia: volume di ricoveri
Isterectomia: volume di ricoveri
AIDS: volume di ricoveri
107
54
121
25
200
6
Intervento chirurgico per seni paranasali: volume di interventi
108
Intervento chirurgico sull'orecchio medio: volume di interventi
28
Intervento chirurgico per impianto cocleare: volume di ricoveri
11
Intervento chirurgico per TM laringe: volume di ricoveri
17
%
INTERVENTI
Frattura del collo del femore: giorni di attesa per intervento
chirurgico
INDICATORE
N
Frattura della Tibia e Perone: tempi di attesa per intervento
chirurgico
Intervento chirurgico per TM colon in laparoscopia: degenza
postoperatoria
MEDIANA
GREZZA
MEDIANA
ADJ
152
94.08 3
31
100.00 3
40
100.00 9
I tempi di attesa sono aumentati rispetto all’anno precedente solo per la degenza postoperatoria nel TM
colon , probabilmente in seguito alla riorganizzazione che è seguita al pensionamento del Direttore di
struttura complessa.
In successione sono riportati gli indicatori monitorati in grassetto con il relativo successivo esame dei dati
per la nostra Azienda:
Infarto Miocardico Acuto: mortalità a 30 giorni
Infarto Miocardico Acuto: mortalità a 30 giorni (diagnosi principale)
Infarto Miocardico Acuto senza esecuzione di PTCA: mortalità a 30 giorni
Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni
Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA nel ricovero indice o nei successivi entro 7
giorni
Infarto Miocardico Acuto con esecuzione di PTCA entro 2 giorni: mortalità a 30 giorni
Infarto Miocardico Acuto con esecuzione di PTCA oltre 2 giorni dal ricovero: mortalità a 30 giorni
dall'intervento
Infarto Miocardico Acuto: proporzione di ricoveri entro 2 giorni
Infarto Miocardico Acuto: mortalità
Infarto Miocardico Acuto: MACCE
STEMI: mortalità a 30 giorni (grezzi)
STEMI: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni (grezzi)
N-STEMI:mortalità a 30 giorni(grezzi)
N-STEMI: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni (grezza)
Per la cardiopatia ischemica i parametri fondamentali che il PNE prende in esame sono: - l’infarto
miocardico; - l’angioplastica coronarica (PTCA); - la mortalità per infarto. Per quanto riguarda
l’angioplastica la struttura di cardiologia di Alessandria si distingue nel panorama piemontese per il numero
più alto di angioplastiche, 1034 procedure eseguite in un anno (dati GISE).
Se invece si guarda il numero di ricoveri di pazienti sottoposti ad angioplastica, 888 casi, essa occupa il
quarto posto nel panorama piemontese (dati PNE).L’apparente incongruenza tra i due dati si spiega col
fatto che, rispetto alle altre strutture cardiologiche piemontesi, nella cardiologia di Alessandria vengono
effettuate tutte le angioplastiche, di cui il paziente ha bisogno, all’interno dello stesso ricovero.
Per quanto riguarda l’infarto miocardico il PNE evidenzia che la cardiologia di Alessandria ha il maggior
numero di dimissioni in Piemonte per questa patologia, 713 casi in un anno.
Ma l’angioplastica viene effettuata a due diverse categorie di malati coronarici: quelli con infarto
miocardico, che sono i più instabili, e quelli senza infarto, più stabili.
Dai dati del PNE risulta che la cardiologia di Alessandria è al primo posto in Piemonte come numero di
angioplastiche eseguite su pazienti con infarto mentre è più basso, rispetto alle altre cardiologie
piemontesi, il numero di angioplastiche su pazienti senza infarto.
Riguardo la mortalità a 30 gg per infarto miocardico la cardiologia di Alessandria presenta una percentuale
nettamente inferiore alla media nazionale (6,08 vs 9,19) e la migliore in Piemonte, dopo l’Aou Città della
Salute di Torino, tra le cardiologie con emodinamica.
Anche analizzando tale dato separatamente per i due tipi di infarto esso è migliore della media nazionale:
mortalità a 30 gg dello 7,06 (vs 10,99) per lo STEMI e del 3,25 (vs 6,08) per l’NSTEMI.
Un altro indicatore analizzato dal PNE nell’infarto miocardico è la tempestività con cui viene eseguita
l’angioplastica, in quanto la sua efficacia è tempo dipendente.
Riguardo questo indicatore i dati non sono così buoni come quelli appena riportati.
Infatti la percentuale di pazienti con infarto che viene sottoposto a PTCA entro due giorni (48 ore) è
inferiore sia alla media nazionale che rispetto agli altri centri piemontesi dotati di emodinamica: 41,18% (vs
65,16%) per lo STEMI e 5,69% (vs 25,47%) per l’NSTEMI
Ciò è confermato dal dato sulle angioplastiche effettuate tra il secondo giorno e il settimo giorno nelle quali
la percentuale della cardiologia di Alessandria è nettamente più alta della media nazionale: 78,51% (vs
25,83).
Purtroppo in questo caso il PNE fornisce la percentuale per il totale degli infarti ma non il dato per i due
sottotipi di infarto, che invece potrebbe essere utile per cercare di interpretare il dato.
Questo ci dice che i pazienti della provincia di Alessandria con infarto miocardico vengono sottoposti a
PTCA più tardivamente rispetto alla media nazionale.
Per ciò che concerne la mortalità a 30 gg nei due gruppi, con PTCA prima e dopo al 2° giorno, il PNE
incomprensibilmente fornisce il dato, per l’ospedale di Alessandria, solo per il primo gruppo ma non per il
secondo, a differenza di tutti gli altri ospedali piemontesi dotati di emodinamica.
Il dato per il primo gruppo evidenzia una mortalità a 30 gg peggiore rispetto alla media nazionale: 6,49 vs
4,44.
Riguardo alla PTCA eseguita dopo il 2°gg, proprio per la mancanza del dato di mortalità (solo per
Alessandria), oltre che per la non disponibilità della proporzione tra STEMI e NSTEMI(per tutti gli ospedali),
diventa difficile dare un’interpretazione realistica anche se è possibile fare una ipotesi verosimile riportata
nelle conclusioni. In conclusione possiamo dire che rispetto all’infarto miocardico la cardiologia di
Alessandria esprime il più alto volume di pazienti trattati e il più alto numero di angioplastiche rispetto a
tutte le altre cardiologie piemontesi.
Anche l’esito, in termini di mortalità a 30 gg, è buono sia rispetto alla media nazionale che a quella
regionale.
Come già detto sopra è più difficile dare delle conclusioni sui tempi di esecuzione della PTCA anche perché
nello STEMI essa viene effettuata entro il 2° gg nella quasi totalità dei casi.
E’ più probabile invece che il ritardo della PTCA riportato dal PNE sia a carico dell’NSTEMI, dovuto sia al
numero insufficiente di posti letto della nostra cardiologia sia all’attuale organizzazione territoriale per
questa tipologia di infarto.
Sicuramente vanno portati miglioramenti in termini di risorse e di organizzazione territoriale in quanto il
programma dell’imminente chiusura di alcune cardiologie dell’ASL potrebbe aggravare ulteriormente il
ritardo e l’efficacia della PTCA in questa tipologia di pazienti.
Le colonne dei dati seguenti sono divise per N°, % grezza, , % aggiustata , RR aggiustato e significatività (se
p<0,05)
By-pass Aortocoronarico isolato: mortalità a 30 giorni 164
Valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache:
mortalità
290
1,83
0,97
0,42
0,149
2,41
2,33
0,82
0,605
Per la cardiochirurgia si confermano i buoni risultati dello scorso anno, anche rispetto alla media nazionale.
Emorragia non varicosa del tratto intestinale superiore: mortalità
Colecistectomia in regime ordinario/day surgery: proporzione di colecistectomie laparoscopiche
Colecistectomia laparoscopica: proporzione di ricoveri con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni
Colecistectomia laparoscopica in regime ordinario: complicanze a 30 giorni
Colecistectomia laparoscopica: proporzione di ricoveri in day surgery
Colecistectomia laparoscopica in regime ordinario: altro intervento a 30 giorni
Intervento chirurgico per TM stomaco: mortalità a 30 giorni
Intervento chirurgico per TM colon: mortalità a 30 giorni
Intervento chirurgico per TM retto: mortalità a 30 giorni
Intervento chirurgico per TM pancreas: mortalità a 30 giorni
Intervento chirurgico per TM fegato: mortalità a 30 giorni
Colecistectomia laparoscopica: proporzione di interventi eseguiti in reparti con volume di attività
superiore ai 90 casi
Intervento chirurgico per TM mammella: proporzione di interventi effettuati in reparti con volume di
attività superiore ai 135 casi
Proporzione di nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per
tumore maligno della mammella
Proporzione di interventi chirurgici conservativi per tumore maligno della mammella
Proporzione di nuovi interventi di resezione entro 90 giorni da un intervento chirurgico conservativo per
tumore maligno della mammella
Per quanto riguarda le colecistectomie laparoscopiche, i ricoveri sono stati effettuati nel 99% circa dei casi
in regime ordinario (a parte ovviamente i ricoveri ordinari in caso di colecistite acuta in urgenza), e non in
regime di day surgery, per scelta del precedente Direttore di Struttura. In precedenza, circa fino al 2012, le
colecistectomie laparoscopiche in elezione erano ricoverate in regime di day surgery e da settembre 2014
abbiamo, infatti, ripreso la modalità di ricovero in regime day surgery, fermo restando che a causa della
riduzione del numero delle sedute operatorie e dell’incremento dei ricoveri in urgenza, le liste d’attesa per
questo tipo di intervento previsto si sono allungate nostro malgrado ed a discapito dei pazienti.
Il dato della degenza postoperatoria delle colecistectomie laparoscopiche inferiore a tre giorni che pare
migliore (p=0,0017) rispetto alla media nazionale e che riguarda tutte le tipologie di ricovero (elezione e
urgenza), conferma l’applicazione di un protocollo standardizzato chirurgico e postoperatorio che risulta
efficace anche nei casi il cui la clinica preoperatoria si configura come complessa. La mortalità per
intervento demolitivo per tumore del colon-retto nel 2014 è stata dello 0%, dai dati inviati parrebbe invece
una mortalità del 5% circa che, pur in trend con la media nazionale, non risulta nella casistica aziendale.
Non consideriamo, del resto, la mortalità delle procedure non resettive che non calcoliamo nella nostra
casistica, es: laparotomie esplorative in cui c’è un riscontro intraoperatorio di non fattibilità di resezione
anche solo a scopo palliativo, colostomie senza resezione non seguite da radicalizzazione, protesizzazione
non seguita da radicalizzazione, bypass intestinali. In questa tipologia di pazienti il decorso postoperatorio
chirurgico non è in genere, caratterizzato da mortalità e la successiva presa in carico avviene da parte
dell’Oncologia-Cure Palliative successivi alla nostra degenza. Invece, la mortalità operatoria a 30 giorni nel
2014 è nulla e si riferisce a tutti i pazienti sottoposti a trattamento chirurgico resettivo (92 complessivi di
cui 83 con chirurgia mininvasiva): nella maggior parte dei casi gli interventi sono resettivi radicali
(ovverosia R0 senza malattia residua) tranne che per alcuni pazienti con malattia avanzata in cui
l’intervento chirurgico è radicale solo relativamente al colon-retto oppure eventualmente con simultanea
resezione di metastasi epatiche sincrone. In questi ultimi casi in cui può essere dubbia la radicalità,
l’indicazione chirurgica per un intervento demolitivo viene posta sempre secondo le linee guida della Rete
oncologica e previa discussione al GIC colon-retto aziendale. La mortalità relativa agli interventi per tumore
dello stomaco, fegato-vie biliari e pancreas nel 2014 è nulla. E’ da considerare che per queste patologie
tumorali non esiste in azienda una casistica elevata a causa della scarsa numerosità di pazienti che abbiano
un’indicazione reale chirurgica demolitiva e non palliativa (quindi escludendo i non resecabili per malattia
avanzata), situazione tuttora persistente nonostante i PDTA aziendali esistenti dell’epatocarcinoma, del
carcinoma del pancreas e del carcinoma gastrico. Per quanto riguarda gli interventi per tumore della
mammella i tempi di attesa a 90 e 120 giorni rispecchiano il trend nazionale. Il contenimento dei tempi di
attesa per il tumore della mammella è sempre stato un obiettivo, infatti, tra gli indicatori di qualità della
chirurgia ed è presente il monitoraggio dei tempi intercorrenti tra inserimento in lista d’attesa e intervento
chirurgico. Questi indicatori sono due e relativi al calcolo di un periodo di attesa di 21 giorni e di un tempo
di attesa di 30 giorni. I risultati relativi all’osservazione dei tempi di attesa entro i 21 e 30 giorni, invece,
potrebbero essere ovviamente migliorabili come si desume dai dati calcolati di questi indicatori (il rispetto
dei tempi indicati si verifica nel 60% dei casi osservati nel 2014). E’ noto che lunghe attese preoperatorie
dall’indicazione chirurgica sono sempre emotivamente gravose per le pazienti, che per questo motivo
possono anche rivolgersi presso altre strutture per effettuare prima l’intervento chirurgico. I margini di
miglioramento ci sono ma sono limitati sia dal numero delle sedute operatorie disponibili in elezione, sia
dall’espletamento degli accertamenti preoperatori richiesti in sede di valutazione anestesiologica.
Attualmente, per un controllo della spesa economica, uno dei nuovi obiettivi aziendali è quello di ridurre il
carico di prestazioni eseguite in regime di prericovero grazie ad una maggiore collaborazione con i MMG,
ma questo tipo di gestione causa un ulteriore dilazionamento dei tempi operatori.
Insufficienza renale cronica: mortalità a 30 giorni dal ricovero
I risultati evidenziano che, nella nostra azienda, la mortalità a 30 giorni dal ricovero per insufficienza renale
cronica è inferiore alla media nazionale ed è anche in progressivo calo rispetto a quanto riscontrato negli
anni precedenti.
Proporzione di parti con taglio cesareo primario
Parto naturale: proporzione di complicanze durante il parto e
il puerperio (struttura di ricovero)
Parto naturale: ricoveri successivi durante il puerperio
Parto cesareo: complicanze durante il parto e il puerperio
(struttura di ricovero)
Parto cesareo: ricoveri successivi durante il puerperio
1118 19,05 18,31 0,71
0
1757 0,51
1757 0,63
0,36
0,55
0,78
1,01
0,467
0,982
658
658
0,62
1,02
0,78
1,23
0,558
0,552
0,91
1,22
Commentando i dati Agenas possiamo affermare che per quanto riguarda la percentuale dei tagli cesarei
primari il 18.31% il punto nascita ASO è nettamente inferiore al 26% nazionale ed è inferiore anche al 2013.
Per quanto riguarda le complicanze durante il parto e il puerperio sia per il parto naturale che per il parto
cesareo il rischio relativo 0.78 non è significativo, pertanto il dato è in media con quello nazionale anche se
in peggioramento rispetto al 2013 (in dato assoluto 2 parti naturali e 4 TC). Per quanto riguarda i ricoveri
successivi durante il puerperio sia per il parto naturale che per il parto cesareo il dato è leggermente
peggiore del nazionale (1.01-1.23) ma in miglioramento rispetto al 2013. Non è significativo il confronto in
termini di benchmark in quanto si deve tenere in conto che l’ASO è ospedale di terzo livello a cui afferisce
patologia ostetrica, per cui i dati potrebbero essere più favorevoli disgiungendo la gravidanza a basso
rischio dalla patologia. Questa potrebbe essere anche la motivazione del maggior rientro dopo parto e TC
ricordando che le malattie preesistenti la gravidanza o indotte dalla gravidanza così come i parti pretermine
iatrogeni comportano sempre un maggior rischio e complicazioni anche tardive.
Ictus ischemico: mortalità a 30 giorni
210
Ictus ischemico: riammissioni ospedaliere a 30
giorni
186
13,33
15,23
1,35
0,115
8,06
8,13
1,12
0,658
La mortalità per ictus ischemico è più elevata della media Nazionale (13.3% vs 11.5%). Questo è un dato
storico spiegabile soprattutto con il fatto che l’ASO, è dotato di Neurochirurgia, e la ns Unità Operativa di
Neurologia con la stroke unit che effettuata trombolisi nell’ictus acuto attira, tramite il SEST 118, pazienti
più gravi e complessi con relativa maggior mortalità. In minor parte incide la maggior anzianità della
popolazione piemontese ed alessandrina rispetto al dato Nazionale.
Vanno effettuate due considerazioni in positivo:
1) Nel 2014 la mortalità è rimasta pressochè invariata (riduzione di un punto percentuale) rispetto
all’anno precedente anche se nel 2014 è aumentata la complessità/gravità dei pazienti ricoverati in
Neurologia (DRG medio 2013 pari a 1.31, nel 2014 paria 1.51).
2) Vi è stata una cospicua riduzione (meno 24%) rispetto al 2013 delle riammissioni ospedaliere dopo
30 gg dalla dimissione del paz con ictus ischemico. Questo dato indica un miglioramento delle
procedure diagnostico-terapeutiche e soprattutto una dimissione più attenta e protetta
(Riabilitazione, RSA, ADI, Continuità assistenziale, famiglia).
Riparazione di aneurisma non rotto dell'aorta
addominale: mortalità a 30 giorni
77
0
0
-
-
La media nazionale dovrebbe essere, secondo i risultati del registro nazionale della società di Chirurgia
Vascolare, di poco superiore al 2%. Una recente survey condotta dal servizio sanitario britannico riporta
una mortalità media, nel Regno Unito, del 5,6%. I risultati della Chirurgia Vascolare dell’Aso sono ancora più
apprezzabili se si considera che anche nel 2013 si attestavano allo 0% e che comunque la numerosità di casi
è quella per cui, negli Stati Uniti, si definisce un centro ad alto volume. Si aggiunga che non avviene una
selezione della casistica, per cui sono compresi anche casi di chirurgia combinata aorto-renale, che
dovrebbe avere una mortalità media mondiale attestata intorno al 5%. Due commenti a latere: anzitutto
non sarebbe possibile ottenere questi risultati senza un supporto anestesiologico qualificato, per cui parte
del merito va sicuramente ascritta al Servizio di anestesia e rianimazione cardiovascolare. In secondo luogo,
mantenere un rischio chirurgico così basso permette anche di garantire la sostenibilità economica sui
materiali ad alto costo: una protesi convenzionale costa poco più di 200 euro, mentre un’endoprotesi ne
costa almeno 9000. Garantire una mortalità così bassa significa creare i margini economici per procedure
molto più costose (ad esempio il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica), senza
sbilanciare ulteriormente l’equilibrio economico-finanziario complessivo.
Intervento chirurgico per T cerebrale: mortalità
281
3,91
3,76
1,44
0,236
Tali numeri sono oggetto di approfondimento, ma va precisato che il dato non è statisticamente
significativo e probabilmente deriva da una certa complessità della patologia tumorale cerebrale affrontata
e dal fatto che spesso i pazienti provenienti dal bacino di afferenza dell’Aso presentano importanti
comorbidita'.
Frattura del collo del femore: mortalità a 30 giorni
152
Frattura del collo del femore: intervento chirurgico
entro 2 giorni
152
Intervento di artroscopia del ginocchio: reintervento
entro 6 mesi
150
2,63
2,8
0,5
0,171
59,87
57,88
1,16
0,037
0,67
0,62
0,48
0,46
Il dato di mortalità è ridotto rispetto alla media nazionale e all’anno precedente. La frattura di collo del
femore è migliorata, con un 16% rispetto alla media nazionale statisticamente rilevante.
Scompenso cardiaco congestizio: mortalità a 30 giorni
475
Scompenso
cardiaco
congestizio:
riammissioni
ospedaliere a 30gg
341
Volume di ricoveri per S.C.
8,21
7,68
0,75
0,067
15,25
15,8
1,07
0,604
Va premesso che entrambi i dati non presentano una significatività statistica.
L’Azienda Ospedaliera (A.O.)S.S. Antonio e Biagio-Alessandria considerando solo il presidio “Ospedale
Civile” ha sviluppato un volume di ricoveri per Scompenso Cardiaco (S.C.), nel 2014, di 564 pazienti. Questo
dato in Piemonte risulta essere solo secondo alla Città della Salute di Torino che ha avuto 686 pazienti. Se
all’attività del presidio “Ospedale Civile” si aggiunge quella del Centro Riabilitativo Polifunzionale “Teresio
Borsalino”, che ha sviluppato un volume di ricoveri per S.C. di 151 pazienti, - l’ A.O. S.S. Antonio e Biagio
Alessandria diventa quella che ha effettuato in Piemonte il maggior numero di ricoveri per questa
patologia (Totale: 715 pazienti).
Nel confronto con Ospedali Piemontesi di simile capacità recettiva rispetto all’ospedale Civile di
Alessandria, l’A.O. S. Croce e Carle di Cuneo ha effettuato nel 2014 un numero di ricoveri per S.C.
sovrapponibile a quello avvenuto presso il nostro ospedale (540 pazienti) ma presso il Policlinico
Universitario Maggiore della Carità di Novara nello stesso periodo sono stati ricoverati circa il 41% in meno
(330 pazienti).
Nella provincia di Alessandria il “trend” dei ricoveri per S.C. è stato in decremento dal 2008 al 2011 anno in
cui il “trend” è ritornato a salire fino a raggiungere nel 2014 i valori del 2008.
Mortalità a 30 giorni dalla dimissione per Scompenso Cardiaco (S.C.)
La mortalità a 30 giorni per S.C. presso il nostro Ospedale è stata nel 2014 del 7,6% che risulta
sensibilmente ridotta rispetto alla media nazionale del 10,3%.
Nel confronto con Ospedali Piemontesi di simile capacità recettiva rispetto all’ospedale Civile di
Alessandria, l’A.O. S. Croce e Carle di Cuneo ha avuto nel 2014 una mortalità a 30 giorni per S.C. lievemente
inferiore ( 6%) mentre il’ Policlinico Universitario Maggiore della Carità di Novara nello stesso periodo ha
avuto una mortalità a 30 giorni sovrapponibile alla media nazionale(10,3%).
Nello stesso periodo gli ospedali dislocati nelle città della provincia di Alessandria (limitatamente a quelli di
Acqui, Casale e Tortona) avevano una mortalità a 30 giorni dal ricovero per S.C. variabile tra i vari presidi dal
9% al 25% con una media di circa 15% comunque al disopra della media nazionale.
Questi dati possono indicare che l’Aso ha mantenuto una buona qualità di assistenza per questa patologia
tenuto anche conto del fatto che la Provincia di Alessandria ha una popolazione molto anziana con
conseguente maggior rischio di mortalità.
Riammissioni ospedaliere a 30 giorni dalla dimissione per ricovero per S.C.
Il dato della riammissione a 30 giorni per S.C. viene fornito aggregato per tutta la Provincia di Alessandria
(comprendendo quindi anche gli altri ospedali della provincia) e risulta sovrapponibile alla media nazionale
del 14,7%. Anche se la percentuale risulta lievemente superiore rispetto alle province di Torino, Cuneo e
Novara tale differenza non risulta significativa nonostante la considerazione già esplicitata della elevata
anzianità della popolazione della nostra provincia.
Ospedalizzazione per S.C.
Anche il dato del tasso di ospedalizzazione per S.C. viene fornito aggregato per tutta la Provincia di
Alessandria (comprendendo quindi anche gli altri ospedali della provincia) e risulta alto (5,68%) rispetto a
quello della media nazionale (3,75%).
Questo dato non può essere imputato solo alla presenza di una popolazione molto anziana ma una carenza
di misure territoriali efficaci per un trattamento dello scompenso cardiaco alternativo al regime di ricovero
sia a livello territoriale che ospedaliero.
In sintesi gli elevati volumi di ricovero per l’anno 2014 insieme ad un incremento del “trend” di ricoveri
rispetto agli anni precedenti ha visto un’ottima capacità di risposta della nostra A.O. alla incrementata
domanda di ricoveri per S.C.
Il mantenimento di una mortalità a 30 giorni dalla dimissione per S.C. al disotto della media nazionale indica
che il nostro Ospedale ha mantenuto una buona qualità di assistenza per questa patologia tenuto anche
conto del fatto che la Provincia di Alessandria ha una popolazione molto anziana con conseguente maggior
rischio di mortalità.
Invece i dati aggregati (Provincia di Alessandria) di riammissione a 30 giorni dalla dimissione, rimasti ancora
entro la media nazionale, ed il tasso di ospedalizzazione per S.C., che si trovano molto al di sopra della
media nazionale, insieme ad un trend di volumi di ricovero per questa patologia in incremento dal 2011 al
2014 stanno ad indicare una mancanza di misure territoriali efficaci per un trattamento dello scompenso
cardiaco alternativo al regime di ricovero anche in relazione alle carenze di risorse disponibili in quei periodi
dove venivano applicati i piani di rientro delle Aziende sanitarie della provincia .
Pertanto è auspicabile che vengano sviluppati maggior volumi di assistenza per questa patologia in regime
di cure diurne e l’applicazione del PDTA per lo S.C. all’interno della rete assistenziale della nostra Provincia.