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MISSIONE DELLA REGIONE SICILIANA A RABAT Bimestrale del Coppem, anno 7 n.26 mag 2007 COPPEMNEWS 26 L’EDITORIALE DI PIERO FAGONE COPPEMNEWS PERIODICO EDITO DAL COPPEM REGISTRAZIONE TRIB. DI PALERMO N.22 DEL 23.12.1986 direttore FABIO PELLEGRINI vice direttore LINO MOTTA direttore responsabile PIERO FAGONE redazione ROBERTA PUGLISI GIOVANNA CIRINO NINO RANDISI [email protected] traduzioni ELVIRA CALABRESE, NICOLA SPAGNOLO, MARIA CONCETTA SPINOSA, GIOVANNA PAGANO (INGLESE) FLAVIA MARZIALETTI (FRANCESE) SONIA YAKOUBI (ARABO) grafica LUIGI MENNELLA stampa OFFICINE GRAFICHE RIUNITE PALERMO foto di copertina RABAT, SITO ARCHEOLOGICO DI CHELLAH COPPEM Via E. Amari, 162 90139 Palermo (Italia) tel. +39 091.662.22.38 www.coppem.org SEDI DI RAPPRESENTANZA INTERNATIONAL RELATIONS OFFICE Adnan Kahveci Bulvari No:78 Bahcelievler, Istanbul (Turkey) Tel: +90 212 441 10 95 www.anadolubil.edu.tr c/o Governorate Benha Kornish El-Nil st. 113111 Egypt tel: 0020.13.32.32.280 [email protected] La prossima Assemblea generale che il Coppem terrà a Palermo il 26 maggio, a parte gli adempimenti formali posti all’ordine del giorno, costituirà l’occasione per approfondire l’analisi delle politiche mediterranee dell’Unione Europea, nella speranza che l’intervento comunitario recuperi i valori originari della Conferenza di Barcellona e assuma caratteri di maggiore concretezza. Il giudizio che i paesi interessati formulano sui risultati fin qui conseguiti è fortemente critico e ancora più dura è la valutazione che ne danno regioni e città. Sotto questo profilo, assai indicative sono state le considerazioni emerse durante gli incontri che una nutrita delegazione della Regione Siciliana ha avuto a Rabat con autorità governative, nazionali e regionali, e con quella municipalità. In poche parole, è stato affermato che il processo di Barcellona non ha dispiegato tutte le sue potenzialità, l’iniziativa sviluppata è stata insufficiente e, quindi, gli obiettivi che ci si era prefissati sono rimasti lontani dal traguardo concordato. In una situazione, per molti aspetti, sicuramente deludente, il Coppem ha costituito una realtà assai positiva, favorendo il dibattito e la cooperazione, la predisposizione e la realizzazione di progetti comuni, l’incontro e la collaborazione a livello culturale, sociale ed economico. E oggi si propone di tratteggiare il profilo di una più incisiva iniziativa delle Autonomie locali traguardandola alla scadenza del 2010 e cioè alla data di nascita della grande area di libero scambio che avvicinerà davvero le sponde del Mediterraneo. Oltretutto, questa nuova auspicata dimensione mediterranea, oltre a quella continentale assunta con l’allargamento ad Est, conferirà all’Europa quei caratteri indispensabili per fronteggiare le sfide del mercato e della crescita, rese più pressanti dai processi di globalizzazione e d’inarrestabile innovazione. È questo il terreno sul quale l’Europa, insieme con i paesi rivieraschi, dovrà misurarsi tenendo ben saldi i pilastri della Conferenza di Barcellona: sicurezza e pace, cooperazione economica e finanziaria, cooperazione culturale e sociale. Tra la Sicilia e la Regione di Rabat-Sale-Zammour-Zaer, l’anno scorso, è stato firmato un protocollo d’intesa al quale si sta ora cercando di dare attuazione con iniziative nei diversi campi. É stato questo lo scopo della missione compiuta in Marocco della delegazione siciliana che ha trovato nelle autorità nazionali e regionali interlocutori pronti e sensibili ai temi di una proficua collaborazione nei campi più diversi: attività produttive, beni culturali, formazione professionale e universitaria, sanità, protezione civile, veterinaria e sicurezza alimentare. Ma al di là delle diverse iniziative impostate nei singoli settori d’intervento, hanno assunto un particolare rilievo i temi del regionalismo e del decentramento amministrativo, il ruolo dei Poteri locali alle luce delle esperienze maturate e nella prospettiva di una compiuta vita democratica. Temi attualissimi anche per la costruzione europea. Tante volte ci si è chiesti se il traguardo è costituito dall’Europa dei popoli piuttosto che delle nazioni; ma oggi pensiamo si debba tener conto delle Regioni e delle Città quali attori dello sviluppo, snodo fondamentale della vita democratica, piattaforma delle strategie per un’efficace cooperazione. Proprio con l’ottica di sostenere l’impegno delle Autonomie in questa direzione, il Coppem sta allargando la rete dei propri uffici. A Rabat, nel prestigioso edificio che ospita l’Association nazionale des Collectivites du Maroc, è stata inaugurata una nuova sede. Il Coppem ne vanta oggi sei: oltre a quello di Rabat, sono stati istituiti gli uffici di rappresentanza del Cairo, Istanbul, Poznam, Eliat, Ramallah. É una presenza, questa, che contribuisce a confermare la definizione che di recente l’Assemblea dei Sindaci della regione Bruxelles Capitale ha dato del Coppem: “la più grande e impegnata organizzazione mediterranea”. firme dei trattati: Parigi, 18 aprile 1951 • Roma, 25 marzo 1957 • Maastricht, 7 febbraio 1992 L a celebrazione dei 50 anni ininterrotti di costruzione europea fornisce l’occasione per riproporre la prospettiva, ricordarne il senso più profondo, al di là degli eventi e del quotidiano, e così focalizzare l’aspetto più importante, le poste in gioco per avvenire. Ricordiamo innanzitutto l’incredibile successo conseguito nell’arrestare terribili lacerazioni che per secoli hanno insanguinato il continente. La pace è qui, definitiva e sincera, dopo secoli di conflitti e di odio. La lezione è tanto più grande frutto del caso. Sin dall’origine la ripresa economica si è costruita superando gli egoismi nazionali e mettendo in comune ciò che fin lì sembrava inalienabile: l’apertura dei mercati e la condivisione dell’energia, del carbone, dell’acciaio e dell’atomo. Ma dall’origine del progetto europeo la pace e la prosperità si coniugano con la democrazia, senza la quale nulla è possibile. Ognuno di questi tre pilastri sono indissociabili l’uno dall’altro senza che l’uno si possa isolare dagli altri. Questa è NUOVI SPAZI PER L’EUROPA CELEBRATO IL MEZZO SECOLO DI VITA L’UE CERCA UN POSIZIONAMENTO ESTERNO DI PHILIPPE SANMARCO quanto questa pace non è il frutto di una lenta evoluzione né di un passato dimenticato. Anzi è il frutto di una volontà politica deliberata, espressa con coraggio in mezzo alle rovine e ai lutti. É un bel messaggio che l’Europa manda ancora oggi a tutti i popoli della terra. Subito dopo la pace, deve essere ricordato anche il successo in campo economico e sociale. L’Europa devastata dalla guerra ha fatto ben più che ricostruirsi. É diventata una zona di prosperità senza eguali. E nemmeno questo successo è il una peculiarità che occorre ripetere senza sosta su scala mondiale. Ma questo successo va riferito a livello interno. All’estero, l’Europa non ha ancora assunto una sua peculiare dimensione. La protezione americana rimane l’orizzonte della maggior parte dei suoi membri. Questa impotenza, questo rifiuto della potenza che si spiega con la storia, è all’origine dell’incapacità dell’Europa di impedire la guerra alle sue porte, come è avvenuto nel caso dell’ex Iugoslavia. É stato necessario il grosso bastone degli MAGGIO 2007|1 "Together", Il logo che celebra i 50 anni dal trattato di Roma. USA per porre fine a questo conflitto. Non ci stupiremo quindi se in altre parti del mondo l’Europa si limiti ad un ruolo di osservatore, spesso generoso, ma pur sempre passivo. Finché la Guerra Fredda determinava le relazioni internazionali, ciò non era molto grave. Ma in un mondo destabilizzato, nel quale una iperpotenza può credere che tutto le sia concesso e che possa approfittare di questa storica insperata fortuna per imporsi definitivamente di fronte a potenze emergenti, che sono invece ben decise a ritagliarsi finalmente un posto degno della loro storia, l’assenza politica dell’Europa su scala mondiale non è senza conseguenze, tutte negative. La costruzione europea trova qui il suo limite. Fatto ancor più grave, è l’incapacità a trovare il proprio posto internazionale mette in pericolo le fondamenta stesse dell’Europa. Perché ora sono i popoli d’Europa, gli stessi che avevano fin qui riposto tutte le loro speranze nella sua costruzione, che incominciano ad avere veri dubbi osservando la nuova realtà di fronte alla quale l’Europa sembra disarmata, anzi volontariamente e unilateralmente disarmata. La costruzione di un unico grande mercato europeo, elemento essenziale della crescita e della prosperità, aveva giustificato il su- 2|COPPEMNEWS peramento di tutto quanto potesse ostacolarla. L’interdizione di ogni limitazione alla libertà e alla lealtà della concorrenza, la soppressione, non delle imprese pubbliche ma delle sovvenzioni pubbliche suscettibili di favorire l’una a discapito delle altre, tutto ciò aveva un senso all’interno dell’Europa. E ciò ha portato i suoi frutti, molto positivi. Perché non è all’interno di ognuna delle loro molteplici frontiere, doganali, monetarie, commerciali, industriali, ambientali, fiscali, educative, sanitarie e sociali, che i membri dell’Europa avrebbero potuto raggiungere primati mondiali e consolidare l’insieme del loro sistema economico. Ma tutto ciò non ha senso al di fuori dello spazio europeo dove regnano sempre, e più che mai, brutali rapporti di forza, dove tutto è lecito, e dove nessuna delle regole che ci imponiamo viene applicata naturalmente. Per portare più avanti il progetto europeo, lo sforzo politico deve ormai tendere non più alla costruzione interna dell’Europa ma al suo posizionamento esterno. Proprio all’esterno, l’Europa deve prendere il suo posto, lucidamente, senza ingenuità. Per questo, è necessario ridefinire le politiche comunitarie fondamentali. La politica agricola comune è stata un immenso successo e deve ri- manerlo. Ma visto che dobbiamo confrontarci con la mondializzazione dei mercati, la politica comunitaria deve essere ridefinita per rispettare l’emergere di nuovi concorrenti e il diritto di ogni paese all’autosufficienza alimentare. É in altri settori che sono ormai attese adeguate politiche comunitarie: l’energia e i trasporti, l’insegnamento superiore e la ricerca, e infine l’immigrazione dovrebbero essere le prossimissime priorità di un rilancio della costruzione europea. In ognuno di questi tre settori, nessuno dei paesi membri può cavarsela da solo. É quindi ora che un nuovo trasferimento di competenze a livello comunitario ridia un senso al progetto comune. La priorità europea è dunque al di là delle sue frontiere. Parlare all’unisono in ognuna delle istanze internazionali per dare credito ad una nuova capacità di governo mondiale. Organizzare stabili relazioni con la Russia di cui dipenderà sempre più la sicurezza dei nostri approvvigionamenti energetici. E infine, con i nostri partner mediterranei ed africani, resistere tranquillamente alle molteplici paure ed avere l’intelligenza di costruire senza sosta rapporti amichevoli e rispettosi dei popoli e delle culture. Alla luce delle esperienze maturate è illusorio sperare a breve scadenza nella definizione di una politica estera e di difesa comune. Può anche rivelarsi pericoloso alimentare l’illusione che essa esiste, come è attualmente il caso, dell’atteggiamento tenuto nei confronti dell’Iran o del Libano. L’Europa “potenza” non lo sarà. Ma altri “cantieri” ci attendono, più conformi alla nostra identità e ai nostri valori. Per questo la fedeltà agli ideali, originari della costruzione europea, impone di adattarsi sempre con audacia alle nuove poste in gioco senza arroccarsi sulla gestione dei risultati di ieri. DAI POTERI LOCALI UNA SPINTA PER LA COSTITUZIONE A BRATISLAVA LA XVII ASSEMBLEA DI CITTÀ E COMUNI DELLA SLOVACCHIA DI FABIO PELLEGRINI PRESIDENTE FONDATORE DEL COPPEM Fabio Pellegrini Il Coppem trova le sue ragioni nella Dichiarazione di Barcellona del 1995 sulla prospettiva di creare un’area di libero scambio, di stabilità e di progresso nel Mediterraneo. La nostra iniziativa intende far partecipare attivamente gli eletti ed i rappresentanti delle collettività poteri) territoriali al raggiungimento degli obiettivi del processo di Barcellona. Il quasi fallimento del Programma Meda I, a nostro parere, è dipeso proprio dalla esclusione dei poteri locali e regionali dalla cooperazione intergovernativa. Per questo motivo riteniamo la utilità di un organo permanente degli eletti locali e regionali per la cooperazione euromediterranea. Dopo la costituzione dell’Assemblea Parlamentare Euromediterranea dev’esserci anche un nostro organo rappresentativo. Altro nostro sco- po è quello di rendere effettivamente euromediterraneo tale partenariato con un’azione di sensibilizzazione degli eletti locali e regionali di tutti i 27 Paesi dell’Unione. Dopo Istanbul, Rabat, Il Cairo, il 14 aprile un altro ufficio del Coppem è stato aperto a Poznan come iniziale punto di riferimento per l’Europa centrale ed altri due incominceranno presto la loro attività a Eilat e a Ramallah. La complessità della situazione mediterranea, le tensioni politiche e la violenza diffusa che da quell’area si espande senza confini non coinvolge solo i Paesi ed i cittadini più vicini, riguarda l’insieme dell’Unione europea, l’insieme dei cittadini dell’Unione europea i quali aspirano a cooperare con gli altri popoli nella pace e nella sicurezza quotidiana. Queste aspirazioni, come eletti locali e regionali, le dobbiamo sentire come prioritarie per garantire serenità e prosperità ai nostri concittadini. Con ciò non ci sono più Europe del Nord, del Sud o centro-orientale), c’è una sola Europa, con interessi comuni.L’Unione europea con Barcellona e la PEV Politica Europea di Vicinato) cerca di darsi una nuova strategia per il Mediterraneo ed i Balcani, ma essa resta incerta e debole per la mancanza di istituzioni europee comuni, con centri decisionali unitari Politica estera e di sicurezza comune, Ministro degli esteri europeo) che consentano di parlare con una sola voce ed agire con una unica volontà politica. Il suo carattere intergovernativo la rende debole ed inefficace rispetto alle sfide che dobbiamo fronteggiare. Basti pensare che nello spazio dei prossimi quindici/venti anni nessun Paese europeo singolarmente preso potrebbe far parte dei G8. La ratifica del Trattato per la Costituzione europea sarebbe un importante passo in avanti, ma la mancanza di una vera leadership europea fa sì che punti di vista e contrasti nazionali paralizzino l’Unione europea e la rendano pressoché impotente creando sfiducia nei cittadini. Dobbiamo impegnarci tutti e di più, affinché siano rimossi gli ostacoli alla adozione di una Costituzione per rendere più efficaci le politiche europee ed anche i nostri sforzi di rappresentanti eletti più vicini ai cittadini. Dobbiamo garantire ad essi benessere, serenità nella pace e nella sicurezza: l’Europa unita democratica e pacifica è la condizione necessaria per poter garantire queste legittime aspirazioni. Avere associazioni di eletti locali influenti e autorevoli nei propri paesi rafforza la democrazia locale negli stessi, ma rappresenta anche un contributo al radicamento della democrazia in generale negli altri paesi, in Europa e nel mondo. CONFERENZA INTERNAZIONALE SUI DISTRETTI ECOMUSEALI Ad Iraklion, il capoluogo della Regione Creta, si terrà il 30 e 31 maggio la I° Conferenza Internazionale sui Distretti Ecomuseali della Macchia Mediterranea. La Conferenza, sarà l’occasione per promuovere i risultati finora raggiunti dal progetto Ecomemaq, coordinato dal Coppem. L’incontro, a cui parteciperanno i maggiori esperti internazionali nella gestione degli Ecomusei, è finalizzato a sviluppare i legami delle identità dei territori e delle popolazioni, in un ideale ponte tra spazio e cittadinanza. Infatti gli ecomusei sono pensati come strumenti per tutelare le tracce delle società rurali in un momento in cui l’urbanizzazione, le nuove acquisizioni tecnologiche e i conseguenti cambiamenti sociali, rappresentano un rischio reale di completo oblio di un patrimonio culturale millenario. L’ecomuseo interviene sullo spazio di una comunità, nel suo divenire storico, proponendo "come oggetti del museo" non solo gli oggetti della vita quotidiana ma anche i paesaggi, l’architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione. A Creta sarà formalizzato l’avvio della costruzione del network delle regioni euromediterranee dei distretti ecomuseali. MAGGIO 2007|3 AL VAGLIO DEL COPPEM LE POLITICHE MEDITERRANEE L’XI ASSEMBLEA GENERALE IL 26 MAGGIO A PALERMO DI NINO RANDISI “Le politiche euromediterranee in vista del 2010 ” saranno al centro del dibattito della XI assemblea generale del Coppem che si svolgerà a Palermo presso Villa Malfitano. Ai lavori, per il governo italiano, parteciperà il vice ministro degli Affari Esteri, Ugo Intini. Accanto agli adempimenti statutari e formali, come l’approvazione degli strumenti finanziari, figura l’esame delle relazioni e dei progetti elaborati dalle diverse commissioni di lavoro in cui è strutturato il Coppem. Un momento importante e qualificante dell’azione dell’associazione di partenariato euromediterraneo che, nel corso di questi anni, ha assunto, sempre di più, un ruolo di primissimo piano nella promozione del processo di Barcellona tra i paesi e i popoli delle due rive del Mediterraneo. Il Coppem, infatti, intende adesso imprimere una decisa accelerazione al partenariato anche in vista della creazione di una zona multilaterale di libero scambio entro il 2010, rafforzando intanto il dialogo politico tra le regioni del Mediterraneo al fine di giungere a risultati tangibili. D’altro canto la stessa Commissione Europea è stato rilevato come <l’aspetto del processo di Barcellona relativo ai diritti dell’uomo sia, purtroppo, ancora sviluppato in modo insufficiente, e come la situazione di numerosi paesi non presenti alcun segno di miglioramento>. Si tratta di analizzare in modo critico, questo processo, che ha subito battute d’arresto e difficoltà nell’attuazione concreta dei principi generali. Per la verità alcuni progressi reali sono stati compiuti quali, ad esempio, il completamento della Carta di stabilità e sicurezza e la conclusione degli accordi con Egitto, Israele, Giordania, Marocco, Tunisia ed Autorità palestinese. D’altro canto, il rilancio del processo di pace in Medio Oriente, così come la pace firmata nei Balcani ed il miglioramento della 4|COPPEMNEWS situazione nel Magreb, offrono adesso un’occasione unica per il rilancio di tale partenariato. Certo si poteva molto di più tenuto conto degli impegni assunti in modo solenne, soprattutto dall’Unione Europea. All’Assemblea generale del Coppem interverranno ambasciatori e rappresentanze diplomatiche di molti paesi e tra questi la Giordania, la Siria, l’Egitto, la Libia e il Marocco. Nel corso della riunione, i cui lavori saranno aperti dal Presidente Salvatore Cuffaro, governatore della Sicilia, e introdotti dal segretario generale, Carmelo Motta, saranno illustrati alcuni dei più significativi progetti da realizzare insieme con soggetti esterni all’associazione e inoltre saranno messe a fuoco, con l’obiettivo di trovare risposte adeguate, questioni di particolare interesse e attualità, come nel caso del sistema bancario. Già da tempo è stato impostato il progetto per la formazione di personale medico e tecnico infermieristico dell’area euromediterranea, in collaborazione con l’Ismett e l’Anfe. É prevista la realizzazione di una Scuola di Formazione e questa iniziativa sarà portata all’attenzione dell’Organizzazione mondiale della Sanità e della Commissione Europea. La direzione scientifica della scuola sarà affidata all’Ismett, la direzione logistico-organizzativa sall’Anfe e il Coppem curerà gli aspetti politicoistituzionali. Relativamente al sistema delle banche nell’area euromediterranea, si parte dalla considerazione che nonostante i tentativi praticati attraverso gli accordi bilaterali e regionali da parte dell’UE per adeguare i mercati commerciali, finanziari ed economici dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo agli standard europei, gli investimenti da parte dei maggiori gruppi finanziari e imprenditoriali europei sono maggiormente rivolti ai Paesi dell’Est. Per questa ragione è necessario regolamentare in modo ar- monico i sistemi bancari delle due sponde del Mediterraneo, soprattutto in materia contabile-amministrativa. Anche le borse hanno regolamenti difformi, e nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo sono gestite e controllate dall’autorità statale, il che comporta tempi e modalità non compatibili con le esigenze del mercato finanziario attuale. Il Coppem è orientato a organizzare un seminario, il primo in tal senso, per mettere a confronto i sistemi economico-finanziari dei paesi firmatari della dichiarazione di Barcellona, attraverso due giornate di studio alle quali saranno invitati a partecipare dirigenti dei maggiori gruppi bancari euro-mediterranei e delle associazioni imprenditoriali, industriali e commerciali. Un momento serio di confronto e di analisi dal quale scaturiranno indicazioni valide ed operative al fine, come accennato, di armonizzare il sistema economico-finanziario dell’intera regione. Tra i tanti in cantiere, sarà presentato all’Assemblea generale anche quello predisposto dal segretariato della II Commissione per un documentario televisivo sulla situazione migratoria nelle due sponde del Mediterraneo. L’idea è quella di coinvolgere le organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, Commissione Europea, Lega degli Stati Arabi, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ministeri competenti, ambasciate e organizzazioni non governative (Fondazione Migrantes, Amnesty International, Emergency) nonché le autorità locali del Partenariato. In tal modo il progetto dovrebbe assumere un ampio risalto internazionale. La XI Assemblea generale del Coppem, proprio per le questioni affrontate, si colloca all’interno della strategia di rilancio della cooperazione euromediterranea proponendo utili iniziative in campo economico-finanziario, sociale e culturale. MISSIONE RABAT SICILIA E REGIONE DI RABAT ALLEATE PER LO SVILUPPO RISULTATI POSITIVI PER LA MISSIONE DELL’ISOLA COMPIUTA IN MAROCCO Due grandi regioni del Mediterraneo, l’isola di Sicilia e la Regione di RabatSale, Zemmour-Zaer, tornano a incontrarsi e mettono a punto la mappa di un cammino comune nel segno dell’impegno per la pace, lo sviluppo delle rispettive economie, la crescita culturale e sociale. Sembra fare da cerniera a questo importante disegno di cooperazione il regionalismo inteso come protagonismo delle collettività nel segno dell’unità nazionale. La Sicilia vanta ormai una lunga esperienza in questo campo e il Marocco, impegnato sul versante del decentramento, è interessato al modello realizzato in Italia, e in Sicilia in particolare, attraverso le autonomie speciali e le regioni di diritto comune. Due anni fa, grazie all’apporto del Coppem, fra Sicilia e regione di Rabat è stato sottoscritto un protocollo d’intesa che abbraccia i settori più diversi. Nelle passate settimane una delegazione siciliana, guidata dall’assessore alle Finanze, Guido Lo Porto, e composta da numerose personalità in rappresentanza di organismi pubblici e privati, del mondo universitario e delle imprese, si è recata in Marocco non soltanto per verificare lo stato di attuazione di quegli accordi ma anche per impostare specifici programmi a breve e a lungo termine. Si deve principalmente all’impegno del presidente della regione, Abdelkèbir Berkia, e al sindaco di Rabat, Omar Bahraoui, alla collaborazione offerta dall’ambasciatore d’Italia in Marocco Lucchesi Palli e alla fattiva opera del ministro Luca Frattini e del primo segretario Riccardo Smimmo, se alla missione è arriso il più largo successo. I colloqui, come riferiamo in una serie di articoli, hanno spaziato dall’ambito istituzione a quello economico-finanziario, da quello sanitario a quello delle attività produttive, dalla formazione e dalla ricerca alla col- laborazione in campo archeologico e, più in generale, culturale per giungere fino agli interventi di protezione civile. Ma uno dei momenti più alti della missione si è registrato con la visita al Parlamento dove la rappresentanza siciliana è stata ricevuta prima dal Presidente della Camera Abdelwahed Radi e poi dal Presidente del Senato Mustapha Oukacha. Altri incontri hanno dato un particolare carattere di solennità alla presenza siciliana in Marocco, come nel caso di quello con Rachid Taibi El Alami, ministro dell’Economia,delegato dal primo ministro. É stata l’occasione non solo per un confronto sulle questioni di ordine istituzionale legate alle autonomie locali e regionali ma anche per tracciare lo scenario di fruttuose collaborazioni in campo finanziario ed economico, alla luce dei programmi mediterranei dell’UE. E poi le riunioni di settore, a cominciare da quella con il ministro della Sanità, Mahamed Biadllah e via tutte le numerose altre, sempre ad alto livello e assai qualificate, che hanno permesso di porre le basi per stabilire più avanzati traguardi di collaborazione. Il confronto collegiale tra le due delegazioni ha assunto una valenza particolare sotto diversi profili anche perché dai temi politici di ordine generale si è ben presto spostato sul terreno della concretezza e dell’operatività. Abdelkébbir Berkia ha richiamato alla responsabilità che le classi dirigenti hanno nei confronti delle future generazioni ed ha sottolineato il ruolo dei Poteri locali nel dare corpo alla politica di partenariato. L’esempio della collaborazione tra Sicilia e Marocco è importante perché si iscrive in un disegno più vasto tracciato dai due Stati e che si sta sviluppando con iniziative comuni con il Piemonte e la Toscana. Prendendo spunto da queste valutazioni, Guido Lo Porto ha afferma- to che è la logica della storia a guidare gli uomini verso la collaborazione e che i rapporti tra i popoli rivieraschi continuano a cresce per un interesse reciproco. Il carattere dinamico di tali rapporti sembra in qualche modo contraddire la profezia dello storico Braudel riguardo al declino dell’intera regione. Oggi sono le regioni e le istituzioni locali ad avere un ruolo significativo nei processi storici perché interpreti delle ansie di crescita e dei bisogni delle popolazioni. Berkia e Lo Porto hanno detto di essere fiduciosi nel futuro della cooperazione tra le due regioni che si lega alla comune visione della sicurezza e della pace, dello sviluppo nello spazio euromediterraneo. Un’area, questa, considerata come zona sensibile del mondo, scena di conflitti che ostacolano lo sviluppo solidale.Numerosi i progetti tramite i quali si svilupperà la collaborazione tra Sicilia e Marocco ma Berkia ha ricordato anche un’iniziativa in campo culturale che appare pensata apposta per sottolineare il valore della collaborazione stabilita ormai da tempo: una giornata di studio sul famoso geografo Sharif Al Idrisi, organizzata in collaborazione tra la Regione siciliana, la Regione di Fes Boulman e l?università Qarawiin. Idrisi ha attraversato più volte il mare tra Sicilia e il Marocco, ha disegnato la prima mappa del Mediterraneo ed ha lavorato alla corte palermitana dei re normanni dando un suo particolare contributo alla cultura del tempo. A questa particolare cifra storica e culturale va collegato il progetto di recupero del sito storico di Challah nell’ambito della cooperazione tra il Consorzio universitario di Siracusa, l’Istituto di ricerca scientifica dell’Università Mohammed V – Souissi e l’Istituto nazionale di Archeologia. Sono tutti segni di un’unica strategia volta a creare un futuro di pace e di prosperità. MAGGIO 2007|5 MISSIONE RABAT IMPRESE UNITE PER FRONTEGGIARE LE SFIDE DEL MERCATO FAVORITA DALL’ASEM LA COLLABORAZIONE TRA IMPRENDITORI DI GIOVANNI RAGONESI GENERAL MANAGER ASEM Il percorso di modernizzazione già da tempo intrapreso dal Marocco va verso una duplice direzione, quella politica e quella economica. Negli ultimi anni il Marocco ha condotto una politica di stretto controllo monetario e fiscale, si è aperto agli scambi con l’estero, ha deregolamentato diversi settori economici ed ha favorito la modernizzazione dell’industria, introducendo nuove normative sul mercato del lavoro e sul sistema bancario e creditizio. Obiettivo di questo processo è stato quello di migliorare il contesto economico, legale e commerciale, incoraggiando la formazione di un forte settore privato e, in particolare, facilitando l’accesso alle fonti di finanziamento. Il governo spinge molto verso le privatizzazioni e verso la partecipazione straniera, soprattutto nel settore turistico, delle telecomunicazioni e del tessile. Le riforme puntano anche al rilancio delle imprese, agevolando la nascita di nuove iniziative economiche, migliorando il controllo bancario, nonché liberalizzando le telecomunicazioni ed i settori dell’aeronautica ed energetico. Ulteriori riduzioni delle tariffe, accompagnate da una semplificazione delle regole commerciali, sono allo studio allo scopo di ampliare lo sviluppo economico del paese. Il governo garantisce anche che si muoverà verso una maggiore flessibilità del tasso di cambio nel corso dei prossimi cinque anni. Le privatizzazioni continueranno sia nel settore industriale, che nei servizi, compreso quello bancario. Così come darà la priorità allo sviluppo del settore turistico, il governo, con il recente programma “vendita della terra”, sembra rivolgersi anche alle problematiche del settore agricolo. Un ambizioso programma sulle infrastrutture pubbliche è previsto fino al 2015. Nell’ultimo rapporto ufficiale, il Fondo Monetario Internazionale ha fornito una prospettiva piuttosto ottimistica per l’economia 6|COPPEMNEWS del Marocco. Per il 2007 si prevede una crescita del 6,7% del PIL, grazie anche alla crescente presenza di imprese estere, le quali, per ridurre gli alti costi della manodopera, si sono dirette dal mercato europeo al mercato marocchino, area vicina all’Europa. Ciò è stato possibile anche grazie all’esecuzione degli accordi FTA (Trattato di libero scambio) con gli Stati Uniti, in vigore da gennaio 2006, che promette infatti un aumento delle esportazioni risollevando al contempo l’investimento interno. L’ASEM ha effettuato in concomitanza della visita della delegazione istituzionale della Regione Sicilia a Rabat, una propria missione commerciale che ha visto l’Agenzia accompagnare un gruppo di imprenditori italiani fortemente interessati alle potenzialità che il Marocco oggi rappresenta non solo come mercato, sia di sbocco che di approvvigionamento, ma anche come luogo d’investimento. Ovviamente l’interazione maggiore si è avuta con la Regione di Rabat e l’area metropolitana di Rabat-Salé. Le opportunità più promettenti sono emerse proprio nell’ambito dei grandi progetti strutturali che nei prossimi anni interesseranno questa regione, e probabilmente faranno di Rabat una tra le più grandi capitali d’Africa: • Il Piano di Sviluppo della Bouregreg Valley, nell’ambito del quale è previsto la realizzazione di un porto turistico, un centro tecnologico, aree commerciali e residenziali, un centro per le arti e il commercio, numerosi alberghi e centri congressi internazionali, un’isola artificiale e moderni sistemi di trasporto, incluso una metropolitana di superficie, tutto su un’area di 6.000 ha. • Il Progetto Saphira, riguardante il fronte atlantico della Città ma che ne configura di fatto una nuova, in cui antiche vestigia e modernità si coniugano in un habitat ideale. • Technopolis, primo esperimento di città della tecnica del Regno, luogo dedicato allo sviluppo dell’alta tecnologia ed in particolare all’ingegneria del software, ed al tema attualissimo della delocalizzazione il cui focus è il lavoro a distanza, la produzione a bassi costi, l’incentivo ad investire su talenti qualificati e concentrati nello stesso luogo. • Il Parco Industriale Integrato di Ain Johra concepito secondo i migliori standard internazionali e destinato anche e soprattutto agli investimenti stranieri. Le aziende italiane presentate a Rabat sono state selezionate dall’Agenzia proprio in base alle richieste specifiche generate dall’attuale fase di straordinario sviluppo della Regione. Aziende di primario livello nazionale ed internazionale, come la Freeship, specializzata in sistemi di rimessaggio a secco per porti turistici; la Sormec, leader nella produzione di gru marine oleopneumatiche; la IFM Infomaster, specializzata nella tecnologia dei contact e call center e nel geomarketing; la OMD, azienda di telecomunicazioni specializzata in tele rilevamento e monitoraggio basati su tecnologia GSM; la Easy Best International Holding, specializzata in sistemi di refrigerazione per usi commerciali ed industriali; la Salerno Packaging produttrice di imballi in banda metallica. Compito dell’Agenzia sarà quello di seguire ed assistere le parti in causa negli ulteriori sviluppi di queste relazioni; in tal senso è infatti prevista a breve una visita di lavoro in Italia di una delegazione commerciale e industriale della Regione di Rabat. Si sta lavorando al contempo alla selezione di un gruppo qualificato d’imprese marocchine da proporre attraverso il network costituito dall’Asem, in Italia così come in tutti quei Paesi dove l’Agenzia opera o prevede di operare. MISSIONE RABAT IL MAROCCO TERRA DI GRANDI OPPORTUNITÀ LOGISTICA E TRASPORTI SETTORI STRATEGICI PER FAVORIRE GLI SCAMBI DI ANTONINO SALERNO VICE PRESIDENTE CONFINDUSTRIA SICILIA Un territorio in piena crescita economica con ampi margini di sviluppo, una grande opportunità di investimenti per i nostri imprenditori. La regione di Rabat, in questo momento, offre grandi opportunità di sviluppo e di delocalizzazione per i nostri imprenditori, grandi opportunità di collaborazione con gli imprenditori locali, di scambi commerciali, di partenariati, di nuove frontiere di integrazione e cooperazione. Questo è lo spirito che ha animato la missione siciliana a Rabat, un incontro preziosissimo, nel corso del quale si sono gettate le basi di una solida collaborazione tra le imprese nostre e quelle del Paese Maghrebino, soprattutto nei settori agroalimentare, del turismo, dell’edilizia, della logistica e della ricerca e dei rapporti con le Università, della Sanità, dei Beni Culturali. La Regione ha una interessante prospettiva di sviluppo, può far leva sulle proprie risorse per diventare un importante punto logistico per gli scambi commerciali e industriali. Potenziare la logistica e i trasporti non può che agevolare gli scambi commerciali, indu- striali e culturali con i Paesi del bacino mediterraneo, che sono una grande risorsa per i nostri mercati. E l’internazionalizzazione delle nostre imprese e l’intensificazione dei rapporti con i paesi del Mediterraneo sono tra i primi punti del programma di Confindustria. Tra l’altro, grazie alla sua situazione geopolitica, alla sua stabilità politica, al dinamismo della sua economia ed eccellenza delle sue risorse umane, il Marocco offre un ambiente ideale per gli affari. Il nostro auspicio è naturalmente rivolto alla stabilità economica e politica del Paese. L’obiettivo è quello di realizzare un fitto scambio di esperienze tra le città e le regioni nella prospettiva di avviare nuovi partenariati tra gli enti locali delle due rive del Mediterraneo. Tutto ciò al fine di promuovere uno spazio per discutere e riflettere sulla cooperazione decentrata nel Mediterraneo, con riferimento a pratiche correnti e a linee guida atte a rafforzarla. Sul fronte del turismo gli imprenditori auspicano un’intensificazione dei collegamenti aerei. Un contatto e una forma di collabora- zione anche con compagnie aeree marocchine che, per esempio, prevedano collegamenti da Palermo alla regione di Rabat. In passato un’analoga forma di collaborazione è stata realizzata con l’Algeria. Riguardo alla Sanità, non si può dimenticare che la Sicilia è pronta ad accogliere giovani infermieri per inserirli in un circuito di stage, formarli e dar loro una specializzazione e dunque un lavoro nelle case di cura. Le cliniche sono alla continua ricerca di personale infermieristico specializzato. La Sicilia, inoltre, non va vista solo come una terra da cui provengono gli imprenditori pronti ad investire in Marocco, ma è anche una terra che può ben accogliere imprenditori marocchini che vogliano investire all’estero, nell’ambito di un clima di fruttuosa collaborazione. Infine, i Beni Culturali. Anche il Marocco possiede un ricchissimo patrimonio artistico che va certamente salvaguardato. La Sicilia può formare professionalità nel campo della conservazione e del restauro dei beni culturali. Perché anche l’arte può trainare lo sviluppo di un territorio. GRANDI PROSPETTIVE PER LA COOPERAZIONE IN CAMPO SANITARIO La collaborazione tra Marocco e Sicilia nel settore sanitario vanta grandi potenzialità che potranno trovare uno sbocco concreto in tempi relativamente brevi, attraverso una serie di iniziative già individuate e alle quali si dovrà ora lavorare per perfezionarle. Proprio a un carattere di concretezza sono stati improntati i colloqui che la rappresentanza marocchina, espressa al più alto livello, ha avuto con quella siciliana comprendente i dirigenti dell’Assessorato regionale alla Sanità con il consulente della Regione per i progetti mediterranei nel campo specifico della sanità, Luciano Beolchi , l’Ismett (Istituto mediterraneo per i trapianti e le terapie d’eccellenza) con il direttore sanitario Ugo Palazzo, l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia (ricerca, controlli, sicurezza alimentare) con il direttore generale Andrea Riela e l’organizzazione sanitaria territoriale. In una nota, l’Ismett ha sottolineato il rilievo assunto dagli incontri ai quali ha partecipato con il Ministro della Salute del Marocco, prof. Mohamed Biadillah, con la Preside della Facoltà di Medicina e Farmacia dell’Università di Rabat, prof. Hajjaj Hassouni e con il Segretario Generale del Ministero della Pubblica Istruzione, Insegnamento Superiore e Ricerca M.me Trechat. Dai colloqui svolti – prosegue la nota – è emerso un forte interesse del Marocco verso forme di cooperazione nel settore sanitario e nel campo dei trapianti d’organo e durante gli incontri sono state delineate alcune possibilità di cooperazione, anche all’interno di possibili e auspicabili accordi bilaterali tra i Governi dell’Italia e del Marocco. Si è delineata anche la possibilità di una partecipazione congiunta ai programmi di cooperazione scientifica con il Marocco predisposti dall’Unione Europea. I dirigenti dell’Ismett hanno inoltre visitato l’Ospedale Italiano di Tangeri, uno dei centri Ospedalieri Italiani nel Mondo che fanno parte dell’Alleanza degli Ospedali Italiani nel Mondo. Durante la visita sono state discusse possibili forme di cooperazione che mirino l’allargamento delle competenze e delle specialità mediche offerte dall’Ospedale. MAGGIO 2007|7 MISSIONE RABAT NASCE UNA SCUOLA DEL WELFARE MEDITERRANEO L’UNIVERSITÀ KORE ALLARGA I SUOI MASTER AI PAESI DELLA RIVA SUD DI SALVO ANDÒ RETTORE UNIVERSITÀ KORE DI ENNA La Kore ha come sua mission fondamentale quella di essere una università concretamente impegnata nella cooperazione con i paesi mediterranei. E ciò non solo per ragioni di centralità geografica della Sicilia, ma anche per la naturale capacità dell’isola di essere luogo di incontro tra le diverse culture di questa regione. Gli argomenti che rendono credibile la nostra offerta di servizi culturali di buon livello, rivolta ai paesi della regione mediterranea, hanno molto a che fare con la nostra storia plurimillenaria, che ha visto il mare Mediterraneo percorso nei due sensi, nord-sud e sud-nord, e la Sicilia naturale porta del Mediteranno verso l’Europa. Ma hanno a che fare anche con una possibile centralità geopolitica del Mediterraneo, che può tornare ad essere la grande porta meridionale dell’Europa attraverso la quale passano importanti traffici alimentati dalla crescita impetuosa di paesi come la Cina e l’India. Tutto ciò richiede strutture logistiche e reti di trasporto efficaci ed economicamente vantaggiose, ma richiede soprattutto nell’area una diffusione adeguata della conoscenza, cioè un più facile accesso all’alta formazione ed alla ricerca, nonché all’uso delle tecnologie più avanzate, cosi da consentire una fruizione, da parte di tutti i paesi della regione, delle opportunità che una nuova centralità mediterranea comporta. La nostra Università fin dalla sua nascita ha cercato di stabilire rapporti di intensa cooperazione con le università dei paesi della sponda sud. Ben 21 convenzioni in meno di due anni sono state sottoscritte dalla Kore con Università della Tunisia, del Marocco, dell’Egitto, della Turchia, di Cipro, di Malta, di Israele, della Palestina, dell’Algeria, della Spagna, della Siria, della Giordania. Sono stati sottoscritti degli accordi quadro di cooperazione con il Governo tu- 8|COPPEMNEWS nisino e con quello egiziano. Sono stati nominati come visiting professor docenti e personalità della cultura provenienti dai paesi mediterranei. E sono in corso trattative per l’organizzazione di master e dottorati di ricerca con le università nostre partners. Insieme alla Compagnia delle Opere abbiamo creato una “Scuola del welfare mediterraneo” che dovrebbe formare operatori dei servizi sociali, attraverso master che si svolgeranno ad Enna, ma che si potranno svolgere anche nei paesi della sponda sud. Studenti di questi paesi frequenteranno i nostri corsi di ingegneria ed architettura. Tra le iniziative volte a promuovere l’immagine della Kore, va segnalata la creazione dell’Orchestra e del Coro dell’Università. I nostri giovani artisti riscuotono grande successo ovunque. Ci aiutano con le loro performances a stabilire durature relazioni culturali con le Università che li ospitano. L’Orchestra e il Coro saranno impegnati nei prossimi mesi a Cipro, in Tunisia, in Marocco e in Turchia. Un programma particolarmente intenso di iniziative riguarda l’Egitto ed impegna i nostri corsi di laurea che si occupano di letteratura araba, moda, cinema, teatro, design industriale. Non si tratta di stabilire solo rapporti di buon vicinato, ma di sperimentarci come formatori in paesi la cui realtà sociale e culturale è oggetto di studio, di ricerca qui alla Kore. I docenti dei corsi di laurea in lingue e letterature orientali, del D.A.M.S., soprattutto dei suoi corsi di musicologia, teatro e cinema, e del corso di laurea in architettura del restauro sono impegnati ad approfondire aspetti della cultura mediterranea che sono strategici nell’ambito dell’offerta formativa che promuoviamo. I nostri studenti nei prossimi anni compiranno periodi di studio nei paesi partners; soprattutto gli studenti di lin- gua e civiltà araba. Alcune università della regione hanno inviato qui, ad Enna, lettori ed i docenti di lingua araba e la Kore “ricambierà” con lettori italiani. In questo contesto una particolare menzione meritano le recenti intese raggiunte con alcune università del Marocco. Nei giorni scorsi, a Rabat, in occasione di un incontro promosso dal Coppem., abbiamo avuto la possibilità con i presidenti delle due maggiori università di Rabat di definire obbiettivi comuni in relazione ai quali procedere ad uno scambio di docenti e studenti. Si tratta di interagire con università seriamente impegnate a fornire professionalità di alto profilo ad un paese, come il Marocco, in piena espansione, che fa della innovazione il motore del proprio sviluppo. Ci è stato chiesto di collaborare nell’ambito delle competenze che siamo in grado di garantire e faremo ciò con entusiasmo. Insomma, convinti come siamo che la cooperazione culturale non possa essere un’offerta di servizi a senso unico, ci stiamo impegnando a far conoscere ai nostri studenti e docenti sempre meglio la variegata realtà dei paesi mediterranei, per potere collaborare con essi sulla base di offerte che rispondono ai reali bisogni delle università coinvolte negli accordi di cooperazione. MISSIONE RABAT COOPERAZIONE SCIENTIFICA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE PREVISTA LA STIPULA DI ACCORDI PER LA FORMAZIONE DI OPERATORI DI ANDREA RIELA DIRETTORE GENERALE IZS Il Ministro della Sanità del Regno del Marocco Mohamed-CheiKh Biadillah ed il Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia Andrea Antonio Riela, nel corso di un incontro tenuto nell’ambito della missione ufficiale della delegazione della Regione Siciliana in Marocco hanno convenuto sulla opportunità di stilare e successivamente sottoscrivere un memorandum di collaborazione ed un successivo correlato piano di azione sulla cooperazione scientifica tra IZS della Sicilia ed il Governo del Regno del Marocco nel campo della sanità animale, della formazione degli operatori esperti in zooprofilassi e della sicurezza alimentare. Primo atto sostanziale dell’accordo convenuto sarà il perfezionamento presso i laboratori dell’IZS di un esperto in sicurezza alimentare proveniente dai laboratori dell’Istituto Pasteur del Marocco. Ulteriori contatti intercorsi con Mme Latina Trecha, Segretario Generale del Ministero dell’Istruzione, sono stati finalizzati alla progettazione di una attività formativa da rivolgere a formatori da perfezionare per la successiva realizzazione di corsi residenziali. Scopo del realizzando accordo è quello di avviare e promuovere una regolare stabile e regolare collaborazione tra l’IZS della Sicilia e le corrispettive Istituzioni governative del Regno del Marocco nel campo della formazione di operatori veterinari e tecnici per la esecuzione di metodiche di analisi, di operatori per l’esecuzione di attività ispettive, di consulenza per l’attivazione di laboratori e l’esecuzione di particolari metodiche di analisi e di collaborazione per l’armonizzazione della legislazione e alle direttive UE, collaborazione e per il miglioramento delle produzioni zootecniche. I temi preferenziali su cui si svilupperà la cooperazione comprendono in via prioritaria la formazione d operatori medici veterinari nel campo ispettivo (controllo degli alimenti) e nel campo della esecuzione delle analisi di laboratorio, la consulenza per la attivazione di un sistema di controllo e monitoraggio della eventuale presenza di TSE negli ovicaprini in allevamenti marocchini con l’addestramento e le formazione di operatori dalla fase del prelievo alle esecuzione delle prove di laboratorio e la redazione di un piano di controllo e monitoraggio. L’intesa prevede inoltre la possibilità di sviluppare forme di partenariato imprenditoriale anche avvalendosi di altre istituzioni da individuare. La sicurezza alimentare è parte integrante della politica dell’U.E. in materia di salute e tutela dei consumatori. Il suo approccio “dalla fattoria alla tavola” è opportuno sia adottato anche dai paesi che con l’Euroopa intendono consolidare stabili rapporti di interscambio commerciale. É una sfida importante di fronte alla quale sono stati compiuti notevoli progressi, ma restano da fare ulteriori passi. D’altra parte la sicurezza degli alimenti è un aspetto del processo di allargamento in relazione al quale l’U.E. ha reso chiaro fin dall’inizio che non accetterà una situazione tale da determinare un abbassamento degli standard di sicurezza alimentare o un pe- ricolo qualsiasi per i consumatori. Tutti i governi in ambito di negoziazione commerciale internazionale riconoscono che l’ottemperanza al bagaglio di norme dell’Unione in materia di sicurezza alimentare è essenziale. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia (IZS Sicilia) è uno dei dieci Istituti italiani che costituiscono la rete tecnica ed operativa dello Stato, delle Regioni e delle Province autonome, per la tutela della sanità animale e della sanità pubblica veterinaria. L’ IZS Sicilia ha sviluppato, negli anni, un percorso culturale mirato alla formazione del personale ed alla prevenzione delle malattie infettive e diffusive degli animali, al controllo degli alimenti di origine animale, degli O.G.M. (Organismi Geneticamente Modificati) ed alla salvaguardia della salute dell’uomo con particolare ed attento riferimento alle zoonosi. Le molteplici attività dell’Ente sono sviluppate attraverso il servizio diagnostico, la ricerca sperimentale, il servizio di laboratorio, la sorveglianza epidemiologica, la consulenza e l’assistenza agli allevatori, la cooperazione tecnico-scientifica con altre istituzioni veterinarie nazionali ed internazionali, la formazione di personale specializzato in zooprofilassi, di veterinari ed altri operatori. La peculiarità del territorio di pertinenza, infine, fa dell’IZS Sicilia un ideale anello di congiunzione con i paesi del Maghreb, ricchi di risorse e prospettive, ma ancora carichi di problemi di ordine sanitario e serbatoio di malattie esotiche. Questa posizione geografica richiede, dunque, una particolare attenzione e rigorosi sistemi di controllo per la sicurezza degli scambi commerciali con i paesi dell’U.E. La messa a punto di tecniche diagnostiche innovative, specie nell’ambito della biologia molecolare, rappresenta il fulcro dei progetti di ricerca dell’Istituto. MAGGIO 2007|9 MISSIONE RABAT I COMUNI PROTAGONISTI DEL PARTENARIATO RICONOSCIUTO IL RUOLO DEL COPPEM A FRONTE DEI DELUDENTI RISULTATI DI BARCELLONA Una precisa indicazione per ampliare il coinvolgimento delle Istituzioni locali nel processo di partenariato sviluppato dal Coppem è venuta dal Consiglio di Presidenza tenuto a Rabat, in coincidenza con la missione della Regione siciliana in Marocco. I lavori sono stati ospitati nella prestigiosa sede della Municipalità. Ha fatto gli onori di casa il sindaco Omar Bahraoui, anche nella sua qualità di primo vice presidente del Coppem. É stato proprio Bahraoui ha tracciare un bilancio dell’attività del Coppem a conferma di un impegno forte per affermare i valori della cooperazione e di una sempre più stretta collaborazione tra Città e Regioni dell’intera area Mediterranea. A fronte degli scarsi frutti dati dal Processo di Barcellona, il Coppem, interprete fedele e sensibile delle intuizioni e delle scelte compiute con l’avvio del Partenariato, ha offerto un peculiare contributo alla realizzazione di nuovi e spesso inediti rapporti tra le Autonomie locali. Ma c’è un rischio da evitare e cioè che il Coppem assuma un carattere autoreferenziale nel senso di limitare le diverse iniziative esclusivamente alla presenza dei sui membri quando invece ci si dovrà aprire a un numero numero crescente di soggetti dell’una e dell’altra sponda del Mediterraneo. Sono state passate in rassegna le molteplici attività svolte dall’inizio dell’anno e quelle in agenda; sono stati illustrati i programmi ai quali già si lavora; sono stati indicati alcuni campi nel quali si dovrà assumere una forte iniziativa come, ad esempio, in quello dei trasporti, suggerito da Fabio Pellegrini. Il segretario generale Lino Motta e e il coordinatore degli Uffici di rappresentanza Michele Raimondi hanno posto in rilievo il ruolo di queste importanti strutture, chiamate a promuovere e facilitare l’incontro e la collaborazione fra gli amministratori delle città mediterranee e di quelle dell’Europa continentale in settori chiave per lo sviluppo economico e la .crescita civile. Un’occasione immediata è offerta – come ha rilevato Muzzafer Baca – dalla Conferenza interregionale organizzata a Istanbul per la costituzione di un’Agenzia per lo sviluppo in materia principalmente di cooperazione e tra- sporti. Il Coppem infatti potrebbe contribuire all’iniziativa mobilitando i propri Uffici per promuovere una larga partecipazione delle Autonomie locali. Motta, prendendo spunto dalla contemporanea missione della Sicilia a Rabat, ha auspicato che i contenuti del protocollo d’intesa sottoscritto dalle due due Regioni possano essere estesi anche ad altre lungo la strada di una efficace cooperazione. Si è poi dato corso corso agli adempimenti in materia di bilancio con l’apporto di Giuseppina Terranova, responsabile dell’amministrazione,e del revisore dei conti Marcello Modena. Sempre nella sede della Municipalità di Rabat, sotto la presidenza di Omar Bahraoui, si è riunita l’assemblea dell’Asem, l’Agenzia per lo sviluppo euromediterraneo che ha proceduto a una serie di adempimenti. L’assemblea, in particolare, ha preso atto delle dimissioni da amministratore delegato di Lino Motta e, su sua proposta, ha nominato nuovo amministratore BenedettoMineo, dirigente generale del Dipartimento finanze e credito della Regione siciliana. NETWORK DI REGIONI PER IL PROGETTO MEDINS Nascerà presto un network tra le Regioni partecipanti al progetto Medins con l’obbiettivo di individuare strategie istituzionali, operative e normative comuni per la catalogazione, la salvaguardia e la valorizzazione del Patrimonio Culturale Immateriale. La proposta è stata avanzata a Rabat nel corso del seminario per il lancio dello stesso progetto. L’ha formulata Angel Iniesta, Direttore del Dipartimento del Patrimonio Culturale della Regione spagnola. “La cultura immateriale – ha affermato - è un patrimonio che ogni singolo individuo migrante porta con sé, e risulta evidente, ancorché necessario, riuscire a catalogare, salvaguardare, promuovere, valorizzare la conoscenza di un insieme di usi, costumi, tradizioni e comportamenti relativi ai migranti al fine di accrescere la reciproca conoscenza, il mutuo rispetto e la tolleranza per una pacifica convivenza nell’area mediterranea”. Su questa piattaforma Iniesta ha collocato il progetto della costruzione di un network delle Regioni partecipanti a Medins (oltre alla Regione Siciliana e alla Regione di Murcia partecipano pure la Regione di Rabat e il Governatorato di Keirouan). Il seminario è stato organizzato dal Coppem in coincidenza con la missione siciliana in Marocco. Al meeting hanno partecipato la Regione Siciliana, in qualità di coordinatrice del progetto Medins, la Regione di Murcia (Spagna), Unimed (l’Unione delle Università del Mediterraneo), il Cultnat – il prestigioso Centro di Catalogazione e Documentazione del Cairo – oltre ai partner istituzionali marocchini (la Regione di Rabat, la Municipalità e altre organizzazioni pubbliche e private, una delle quali era rappresentata dall’ex ministra dell’Educazione, Rozalie Thaythay). Isam Akel, Direttore Generale dell’Apla, l’associazione delle autorità locali palestinesi, ha manifestato il proprio interesse alla catalogazione dei tesori immateriali augurandosi che il progetto abbia pieno successo. Tra i risultati dell’incontro da sottolineare l’impegno assunto dal segretario generale della Municipalità di Rabat, Abdelfatah Skir, circa l’organizzazione insieme con il Coppem, di un prossimo incontro tra tutti i partner del progetto, a Rabat in concomitanza con il Festival delle Culture che si tiene annualmente nella capitale marocchina. (Natale Giordano) 10|COPPEMNEWS MISSIONE RABAT MEDIFIERE SISTEMA INTEGRATO DELLE CAMPIONARIE IL PROGETTO SARÀ PRESENTATO A PALERMO IN OCCASIONE DELLA RASSEGNA DEL MEDITERRANEO Apertura verso nuovi mercati, in primis Cina e India, ma anche Nordafrica ed Europa dell’Est, creazione di un unico network che metta in relazione gli Enti fieristici del Mediterraneo e il rafforzamento del ruolo di quello palermitano quale polo economico, sociale e culturale del bacino del Mediterraneo. Sono questi alcuni degli obiettivi che si prefigge nel prossimo triennio la Fiera del Mediterraneo, guidata, dallo scorso novembre, dal nuovo commissario straordinario, Agostino Porretto. In quest’ottica si colloca la volontà di creare un “sistema” Fiera del Mediterraneo che abbia rapporti e scambi continui con gli altri enti fieristici del bacino del Mediterraneo. Il primo passo verso questo allargamento è stato il recente incontro con le autorità di governo e personalità istituzionali del Marocco, tenutosi nell’ambito della missione della Regione siciliana a Rabat, promossa dal Coppem. Il confronto ha permesso di porre le basi per un futuro fatto di collaborazione. La missione dell’Ente Fiera a Rabat ha voluto porre il primo passo verso una collaborazione con i paesi del Maghreb, avamposto privilegiato per tessere accordi economici e relazioni istituzionali con l’isola e per la creazione del network fieristico del Mediterraneo. Il progetto, che ha raccolto l’approvazione delle autorità marocchine e del console della Libia, sarà presentato, quanto prima, agli altri consolati e alle ambasciate dei paesi del Mediterraneo. “In questo contesto – ha sottolineato Agostino Porretto – l’Ente Fiera vuole assumere una funzione “politica”, di promozione di business, prima che imprenditoriale: segnare le linee guida all’insegna dell’internazionalizzazione e dell’apertura verso nuovi mercati. Oltre alla posizione geografica – ha aggiunto il Commissario - abbiamo anche una giovane classe di laureati, abbiamo la cultura, abbiamo le nostre origini che costituiscono punti di forza e unicità che non possiamo usare solo come baluardo.” Il progetto del network fieristico del Mediterraneo sarà presentato a Palermo nell’ambito della prossima Campiona- ria Internazionale, la cui 62esima edizione è in programma dal 26 maggio al 10 giugno prossimi. “La Campionaria è un patrimonio sociale, culturale e storico che non può andare disperso – ha continuato Porretto – Fare la Campionaria d’estate servirà a dare un segnale ai cittadini, agli espositori, ai partner stranieri, che l’Ente ha intrapreso un percorso di risanamento e rilancio. Anzi, il risanamento dell’Ente sarà un segnale per tutta l’economia siciliana.” Tra i progetti in cantiere quello della creazione di una presenza del Coppem espressamente dedicata all’area mediterranea. La proposta sarà presentata nell’ambito del convegno internazionale “La commercializzazione dei prodotti agroalimentari nell’area di libero scambio dopo il 2010” organizzato in collaborazione con il Coppem e l’Asem (Agenzia di sviluppo euro-mediterraneo). L’appuntamento fa parte del calendario degli eventi organizzati nell’ambito delle attività della Campionaria, che si svilupperà su 83 mila metri quadrati di spazi espositivi. MISURE DI PROTEZIONE CIVILE A CONFRONTO Il Dipartimento della protezione civile della Sicilia è pienamente disponibile a collaborare con il Marocco per la formazione di operatori esperti nella gestione delle emergenze e nella pianificazione degli interventi. É questa l’indicazione emersa dai colloqui che, nell’ambito della missione della Regione siciliana a Rabat, sono stati tenuti dai responsabili delle due strutture, l’ingegnere Salvatore Cocina e il colonnello Rhazouani. In Marocco l’attività di protezione civile è svolta dal corpo statale dei pompieri “Sapeur pompier” che dipende direttamente dal Ministro dell’Interno Le regioni e le città non hanno competenza specifica in materia. Il corpo dei “Sapeur pompier”, cosi come in Italia il corpo dei Vigili del Fuoco, svolge le attività di antincendio e di soccorso tecnico urgente nei casi di incidente, disastro, di calamità naturale o antropica. Esso svolge inoltre alcune funzioni del nostro 118, limitatamente al soccorso e al trasporto in ospedale delle vittime di incidenti, di cadute o di aggressioni. All’incontro fra i due responsabili regionali è seguita una visita presso la sede dei pompieri durante la quale sono stati mostrati i mezzi e le attrezzature a disposizione. É stato interessante osservare che, a differenza dall’Italia, i pompieri dispongono di diverse ambulanze e mezzi di soccorso sanitario nonché di centinaia di kit per gli operatori impegnati nell’emergenza aviaria che lo scorso anno ha interessato anche l’Italia. Il comandante regionale ha poi spiegato che, nell’ordinario, il suo Corpo si occupa di soccorso in incidenti ed in attività antincendio, compreso l’esame dei progetti di nuove attività e di nuove costruzioni, mentre in emergenza è stato recentemente impegnato nei terremoti in Iran, Turchia e in Marocco, insieme con la Mezzaluna islamica. Le maggiori criticità sono riferibili alla mancanza di presidi di pompieri nei centri periferici e alla dotazione di mezzi. A conclusione, l’ing. Cocine ha consegnato i grest del proprio Dipartimento al Presidente della regione di Rabat, al Sindaco e al capo dei “Sapeur-pompier”. Al Presidente della regione di Rabat, Abdelkébir Berkia è stata consegnata, invece la medaglia del Presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, nella qualità di capo della protezione civile. MAGGIO 2007|11 MISSIONE RABAT UN PARTENARIATO OLTRE GLI STATI NAZIONALI INAUGURATA LA SESTA SEDE DI RAPPRESENTANZA: È QUELLA DI RABAT Le Regioni e le Città del Mediterraneo possono contare su alcuni punti di riferimento che, messi assieme, incominciano a prendere la dimensione di una vera e propria rete di assistenza alla cooperazione, di incubazione e sviluppo di progetti, di nuove iniziative per rilanciare, sul terreno dell’operatività, i contenuti della Conferenza di Barcellona nella prospettiva, sempre più vicina, della creazione dell’area di libero scambio. Questi punti di riferimento sono costituiti dagli Uffici di rappresentanza che il Coppem ha istituito al Cairo, a Istanbul, Poznan, Eilat, Ramallah e Rabat. La sede istituita nella capitale del Regno del Marocco è stata inaugurata in coincidenza con la missione della Regione siciliana a Rabat e con i lavori del Consiglio di Presidenza del Coppem. Gli uffici sono ubicati al piano più alto del luminoso edificio che già ospita l’Association nazionale des Collectivites du Maroc. Una semplice ma significativa cerimonia ha segnato l’avvio dell’attività della nuova struttura alla quale sovraintende il primo vice presidente Omar Bahraoui, sindaco di Rabat. Nei discorsi che hanno preceduto lo scoprimento della targa è stato delineato il percorso del Coppem sostenuto da un’idea guida e cioè quella che la realizzazione del Partenariato euromediterraneo dovesse andare oltre i rapporti tra gli Stati per coinvolgere direttamente le Autonomie locali. Abdelkébir Berkia, presidente della Regione di Rabat e Baharoui, sia pure sviluppando temi diversi, anno dato atto alla Regione siciliana di aver sostenuto il Coppem e di averne assicurato la crescita che è avvenuta in piena coerenza con i valori originari del Partenariato. “I risultati del processo di Barcellona – ha affermato Baharoui – tutti li conosciamo e non sono confortanti, mentre il Coppem si è posto come 12|COPPEMNEWS Lino Motta, Omar Bahraoui una realtà assai positiva. Abbiamo messo assieme le comunità dei paesi europei e di quelli della riva Sud, greci e turchi, israeliani e palestinesi. Abbiamo offerto un’occasione di dibattito sui temi della crescita culturale, sociale e economica; intendiamo ora individuare nuove strade per i progetti comuni coinvolgendo istituzioni locali e imprenditori; rivendichiamo adeguati finanzianti per le tante iniziative che abbiamo messo a punto. Oggi si può dire che in qualche modo il Coppem ha salvato Barcellona”. Lino Motta, segretario generale del Coppem, ha citato il proverbio cinese “meglio una cosa vista che cento raccontate” per mettere in rilievo il significato dell’inaugurazione dell’Ufficio di Rabat nell’ambito del forte impegno operativo sviluppato in questi anni. “Avvertiamo attorno a noi un interesse crescente e, dunque, abbiamo il dovere – ha affermato - di non deludere le aspettative e di essere sempre all’altezza delle sfide che siamo chiamati ad affrontare per fare in modo che si consolidi la democrazia insieme con lo svilup- po economico e una più alta dimensione sociale.. Se resteremo fedeli allo spirito di Barcellona e ai suoi postulati: pace e sicurezza, partenariato economico e finanziario, partenariato sociale e culturale, allora avremo vinto la scommessa”. Adley Hussein, vice presidente, ha insistito sul ruolo del Coppem per rilanciare il Partenariato che, dovrà coniugare contemporaneamente i temi della sicurezza e le azioni rivolte alla crescita, culturale, economica e sociale. Proprio su quest’ultimo versante, il Coppem sta operando con decisione come nel caso dell’impegno per le pari opportunità ed è dimostrato dalla costituzione della V Commissione che, nell’arco di tempo di pochi mesi, ha già impostato e svolto un intenso lavoro. Nel corso degli interventi è stato sollevato il problema del reperimento di risorse finanziarie adeguate allo sviluppo dei numerosi progetti in cantiere. Sotto questo profilo è stata ribadita l’esigenza di un più consistente intervento dell’UE e, in pari tempo, di un più largo coinvolgimento delle imprese e delle istituzioni locali. UN PONTE TRA SPAGNA E MAROCCO LUNGO 15 KM DOVREBBE UNIRE MONDO ARABO E OCCIDENTE DI GIOVANNA CIRINO Foto satellitare dello stretto di Gibilterra Il Ponte dei sospiri a Venezia quello di Brooklyn a New York. Il ponte Ha’penny a Dublino, il Golden Gate a San Francisco e presto un T-Brige, il primo ponte euromediterraneo, che collegherà l’Europa all’Africa. Uno strumento efficace per intensificare i traffici e i trasporti dell’area di libero scambio che si aprirà nel 2010. Un’interconnessione per migliorare il funzionamento e l’efficienza del sistema dei trasporti Nord-Sud. Nel 2006 Abdelfattah Toukan*, ingegnere canadese di origini giordane, esperto internazionale, in occasione di un seminario tenuto a Palermo, ha presentato il progetto T-Bridge, un ponte a pedaggio, un’isola galleggiante con strutture alberghiere, un’opera ingegneristica di grande valenza simbolica che permetterebbe di congiungere non solo Gibilterra e Tangeri, quanto il mondo arabo con il mondo occidentale. Una sorta di monumento dedicato al Mar Mediterraneo, luogo d’incontro, di scambi e di sviluppo. L’ingegnere Toukan ha presentato un documento informativo rivolto alla comunità internazionale, con l’obiettivo di ottene- re il sostegno e il consenso necessario alla redazione del business plan. Nel documento si propone la firma di un accordo quadro per la creazione di una partnership di sviluppo che prevede il 60% al mondo arabo e il 40% all’Europa e gettare le basi ufficiali di una “società TBridge”. Nella proposta i partner divideranno i costi e i ricavi nelle stesse proporzioni in base al rapporto 60/40. Il TBridge dovrebbe essere realizzato tra Spagna e Marocco, per una lunghezza complessiva di 15 chilometri con quattro corsie autostradali, una linea ferroviaria per collegare il mondo arabo alla linea ferrata europea. La struttura dovrebbe portare anche condutture e cavi coassiali per il trasporto di gas e elettricità. La costruzione del ponte, basata su isole galleggianti, con centri commerciali, villaggi turistici di lusso e sale conferenze, si avvarrà degli standard più elevati raggiunti nella progettazione e nell’ingegneria. Sotto il profilo finanziario, la previsione di spesa si aggira intorno al miliardo di dollari, cui aggiungere la cifra di 700 milioni di dollari per lo sviluppo dell’area marina e co- stiera, i negozi e gli spazi per l’intrattenimento. Ma l’intera operazione viene valutata in 3.1 miliardi di dollari. Abdelfattah Toukan ha analizzato due ipotesi progettuali: Controllo per 10 anni - la prima opzione di base prevede la vendita di alberghi, ville in residence e appartamenti alla comunità internazionale durante la costruzione, mentre i beni rimanenti sarebbero per 10 anni di proprietà dalla società del ponte prima del loro trasferimento. Strategia d’impresa - questa seconda possibilità - che rappresenta il business plan per lo sviluppo - viene proposta per minimizzare il fabbisogno di capitale ed aumentare i ricavi attraverso la vendita di strutture ricettive, più il 50% del T-Bridge con Strata Title (regime di proprietà che separa edifici da parti comuni). I beni restanti verranno venduti o affidati al governo cinque anni dopo il completamento, con totale stabilizzazione di reddito e occupazione. Il progetto coprirà le spese in sei anni se non si ipotizza alcun finanziamento del debito. Nella storia dell’umanità, nessuna struttura architettonica ha rivestito l’importanza dei ponti: in legno, in pietra, in acciaio o in calcestruzzo, hanno unito e messo in comunicazione villaggi dispersi, città divise, luoghi lontani, intensificando i traffici commerciali e sviluppando i contatti umani. Archi sospesi nel vuoto che hanno cambiato il profilo delle città. Un punto d’intersezione e d’incontro che ha reso possibili convivenza e dialogo. Un abbraccio ideale. Un progetto storico tra Europa e Mediterraneo, in questa parte vitale del mondo. * Abdelfattah Toukan, ingegnere e consulente in Giordania, membro della International roads federation, Washington D.C. e della Ontario Society of professional engineers, Canada. Già Presidente della Jordanian roads association. MAGGIO 2007|13 UN CENTRO EUROPEO PER LE POLITICHE MIGRATORIE INAUGURATO A BRUXELLES NELL’AMBITO DEL PROGETTO “CITY TO CITY” DI PAOLO CARRARA Con la tavola rotonda “ High skilled labour flows” (I flussi di manodopera altamente qualificata) che ha visto la partecipazione di più di 200 rappresentanti di Paesi Europei ed extracomunitari, è stato inaugurato a Bruxelles il Centro europeo per politiche immigratorie nell’ambito del progetto C2C. Vittorio Prodi, parlamentare Europeo ha aperto il dibattito, che è stato moderato da Patrizio Fiorilli, responsabile ufficio stampa del CCRE. Relatori: Vincenzo Falcone, sottosegretario alla Presidenza della Regione Calabria, capofila del progetto; Richard Howitt, parlamentare della Camera dei Comuni della Gran Bretagna; Stefania Pasquetti, rappresentante di DG Giustizia, Libertà e Sicurezza della Commissione Europea; Mathias Schultze-Böing, capo del gruppo di lavoro su Occupazione e Affari Sociali del CCRE; Oriol Amóros, segretario per l’immigrazione del Governo della Catalogna; Oscar De Bona, Ministro per le politiche migratorie della Regione Veneto; Ali al Hadaui, consulente per la città di Amsterdam; Monica Carlsson, consigliere della Contea di Norrbotten (SV). Il Centro che farà da ponte tra i governi locali e regionali e la Commissione Europea, affronterà tutte le tematiche legate alla migrazione, all’integrazione dei migranti e ancora gli aspetti finanziari, socio-economici e le relazioni con i paesi di origine degli immigranti. Per Stefania Pasquetti, l’Europa dovrebbe migliorare la sua capacità di attrarre i migranti qualificati fino a diventare un grande polo di riferimento del lavoro stabile e qualificato. Per far ciò è importante facilitare la mobilità tramite misure apposite come “ la carta verde” per rendere più facile lo spostamento dei lavoratori nei paesi dell’UE. Mathias 14|COPPEMNEWS Schultze-Böing, ha posto l’esigenza di adottare una politica europea sulla migrazione capace di migliorare e valorizzare le politiche dei governi locali. A questo fine, è necessario un alto livello di coordinamento e partenariato tra autorità locali, regionali e nazionali e l’Europa. Oriol Amóros, nel descrivere l’esperienza nella Catalogna, ha rilevato come non ci sia nessun problema di integrazione soprattutto per gli extracomunitari (provenienti in maggioranza dall’Africa e dall’America Latina) inseriti e con alto livello di professionalità lavorativa. E ha citato il caso della Svezia dove, per mancanza di personale soprattutto medico e paramedico, la contea di Norrbotten assume extracomunitari. Ma dal dibattito è emersa una sorta di “questione morale” legata al dato di fatto che le aree povere e depresse sono così private del personale professionalmente qualificato a solo vantaggio dell’economia e della prosperità dell’Europa. Il progetto C2C è un progetto comunitario finanziato nell’ambito di Interreg IIIC South Zone, il suo obbiettivo prioritario è l’integrazione del lavoratori migranti extracomunitari ed è composto da partner di 7 paesi (Germania, Italia,Latvia,Regno Unito,Spagna, Svezia e Turchia). In questo quadro di implementazione delle fasi del progetto C2C si è attuato il finanziamento di 5 progetti pilota tra cui Re.La.Te che prevede la creazione della Rete dei Laboratori Territoriali di pianificazione urbana dove tutti i soggetti interessati partecipano attivamente alla progettazione dello spazio urbano, definendo principi, linee guida e interventi finalizzati alla riqualificazione urbana, economica e sociale della città multietnica. Le sedi dei Laboratori Territoriali si trovano a Crotone, Palermo, Valencia e Villa San Giovanni. Il progetto-pilota contribuisce a realizzare gli strumenti per la costruzione di una ‘’città etica’’, promuovendo l’applicazione di regole di civile coesistenza ispirate al rispetto delle differenze, al riconoscimento del loro valore, al fine di rinsaldare legami culturali tra popoli, sviluppare occasioni d’incontro nell’ambito dei processi di pianificazione urbana, i temi del rapporto tra le culture nel rispetto delle differenze, del recupero dell’identità semantica degli spazi urbani, delle nuove centralità urbane secondo la teoria dell’aggregazione inter etnica, dei diritti della cittadinanza e dei doveri della coesistenza, del ruolo delle imprese per il superamento delle barriere culturali, del ruolo delle istituzioni per l’accoglienza. Il Coppem, come previsto dell’Unità 2 del progetto è partner responsabile del settore Comunicazione e Sensibilizzazione da svolgersi secondo il principio del networking, cioè lavoro volto a divulgare i contenuti, le azioni in itinere e le finalità per favorire una collaborazione partecipata ed una reale integrazione tra gli attori locali dei territori interessati con scambi di informazione ed esperienze tra i partner ed i soggetti coinvolti nelle varie attività del progetto. I DIVERSI VOLTI DELL’EMIGRAZIONE PROGETTO PER UN DOCUMENTARIO SUL FENOMENO NEI PAESI MEDITERRANEI DI ILIA MAZZONE Il segretariato della II Commissione del Coppem, che si occupa dei problemi legati alla migrazione, ha elaborato il progetto di un film documentario sulla situazione attuale del fenomeno migratorio nell’area maghrebina, mediorientale ed europea. L’iniziativa nasce dalla convinzione che sia indispensabile osservare il fenomeno migratorio nelle sue molteplici sfaccettature, senza dimenticare che esso è condizionato dalle vicende storiche, da fattori economici, geografici e da trend demografici. Appare evidente, stando a contatto con la gente, che non tutti leggano tali concause osservando il volto degli immigrati, uomini, donne e bambini, appena sbarcati in Europa. Tali immagini provocano a volte compassione, spesso insofferenza; molti si abituano a queste scene come a quelle di una guerra che si protrae da lungo tempo. Da queste riflessioni trae spunto l’idea di un documentario che mostri cosa si nasconde dietro quei volti: un documento visivo che non faccia appello soltanto all’emotività ed alla coscienza individuale, ma che metta insieme informazioni provenienti da differenti fonti attendibili e dalle diverse esperienze dei paesi interessati, con il prezioso contributo delle autorità locali delle due sponde che costituiscono il partenariato del Coppem. Soffermandosi sull’area maghrebina lo spettatore si rende conto che quelle regioni, spesso considerate semplicemente come territori di provenienza degli immigrati, risentono a loro volta del fenomeno migratorio in quanto destinatarie dei flussi africani. Di fatto soltanto una parte di questi ultimi prosegue il viaggio verso il continente europeo, scegliendo come primo approdo il territorio italiano, spagnolo e maltese. Nell’area mediorientale al contempo si moltiplicano le richieste d’asilo causate dagli scenari bellici che sempre più perdurano e si estendono. Ma tali richieste non sempre vengono accolte benché ne sussista la legittimità. È evidente che le nazioni europee, coinvolte come primo approdo da tali fenomeni migratori provenienti dalle regioni geografiche maghrebine e mediorientali, si trovino ad affrontare un problema di enorme portata con difficoltà di gestione, soprattutto inerenti al fenomeno apparentemente irrefrenabile dell’immigrazione clandestina. La complessa situazione attuale porta verso una strada inaccettabile che tende, da una parte, a ledere la dignità della vita umana dei protagonisti dei flussi migratori; dall’altra contribuisce alla facile assimilazione di questi ultimi agli ambienti legati alla micro-criminalità ed alla criminalità organizzata, oltre che su scala locale su scala internazionale. Nelle città in cui gli immigrati iniziano un nuovo percorso di vita si evidenziano due scenari opposti: accanto a fenomeni di estremo disagio, culminati in episodi quali la rivolta delle banlieu parigine (anche se con connotazioni sociali e politiche specificamente radicate nella realtà francese), si riscontrano situazioni di pacifica coesistenza dove la differenza diventa motivo di arricchimento culturale, si moltiplicano i matrimoni misti e l’apporto degli emigranti risulta, oltre che vantaggioso, indispensabile. Tali esempi di integrazione vogliono concludere questo lavoro con un messaggio positivo, in un auspicabile scenario futuro di convivenza tra gente con diverse origini, modelli culturali e valori spirituali fondata sul rispetto reciproco, dove queste differenze costituiscono un prezioso “valore aggiunto”. Il documentario sarà arricchito da interviste rivolte a donne e uomini di fama internazionale (quali Suzanne Mubarak, che il Coppem ha avuto l’onore di ospitare nel novembre scorso), studiosi ma anche gente comune, i veri protagonisti del film documentario che viaggia tra le due sponde del Mediterraneo. Il progetto, che sarà presentato alla XI Assemblea Generale del Coppem, è coerente con con il principio enunciato dalla Dichiarazione di Barcellona i cui firmatari “riaffermano che il dialogo e il rispetto tra culture e religioni è una condizione necessaria per il riavvicinamento dei popoli: in proposito, sottolineano l’importanza del ruolo che i mezzi di comunicazione di massa possono svolgere ai fini di una conoscenza e comprensione reciproca delle culture, come fonte di arricchimento reciproco”. Il Coppem intende coinvolgere nel progetto organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, Commissione Europea, Lega degli Stati Arabi, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ministeri competenti, ambasciate e organizzazioni non governative (Fondazione Migrantes, Amnesty International, Emergency) nonché le autorità locali del proprio partenariato, dando a tale progetto il massimo risalto internazionale. Crediamo che sia possibile, oltre che auspicabile, la diffusione del documentario attraverso emittenti delle due sponde ed in collaborazione con Rai Mediterraneo, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica di estrema rilevanza. MAGGIO 2007|15 NEL TARDO ANTICO UN LEGAME TRA SICILIA E TUNISIA INTERESSANTE MOSTRA ARCHEOLOGICA AL MUSEO DEL BARDO FINO AL 18 LUGLIO DI GIOVANNA CIRINO uno degli spazi espositivi Racconta una leggenda siculo-araba che a segnalare ogni anno l’arrivo della primavera fosse l’incrociarsi in volo di stormi di colombe, che seguendo una rotta tanto misteriosa quanto puntuale, tracciavano un ponte aereo che collegava la sponda nord con quella sud del Mediterraneo. Partivano da Erice, la rocca che sovrasta Trapani, verso il tempio di Sicca Veneria, nei pressi di Cartagine: anagogie era il nome di questi voli. Al tempo stesso da El Kef, in Africa, altre colombe ritornavano in Sicilia, e katagogie era il modo di definire quei viaggi. Una storia romantica, uno dei tanti miti e leggende che indicano quanto profondi siano da sempre i legami tra la Sicilia e la Tunisia. Unite da quel tratto di mare nostrum e dalla condivisione di valori comuni che ha basi solide nell’arte, nella cultura, nella storia. La mostra “Il tardo antico, un legame tra la Sicilia e la Tunisia”, organizzata dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina, dal Museo del Bardo di Tunisi e promossa dall’Assessorato ai Beni Culturali della Regione 16|COPPEMNEWS Siciliana, è stata inaugurata il 18 maggio scorso, da Mohamed Aziz Ben Achour, Ministro per la cultura e la Salvaguardia del Patrimonio della Repubblica di Tunisia. Il giorno seguente, è stata la volta del vernissage della sezione documentaria della rassegna, al fonte battesimale di Younda (Sfax) Palais Dar Bach Hamba, sede tunisina delle Orestiadi. “Il tardo antico, un legame tra la Sicilia e la Tunisia”, non è solo un’operazione culturale che mette in mostra una parte dell’enorme patrimonio archeologico tunisino e siciliano, è, soprattutto un’occasione di confronto tra studiosi dell’una e l’altra sponda ed un’ulteriore opportunità di dialogo tra le due culture che affondano le loro radici in origini comuni. L’Africa tunisina ha donato molto alla Sicilia e a tutta l’Europa: la cultura berbera, quella fenicio-punica con Didone e la fondazione di Roma, la cultura cristiana e in seguito quella islamica che fecondò il suolo di Sicilia. É grazie all’impulso dato da poeti, letterati, teologi di Cartagine, che Roma e il suo Impero spirituale sono sopravvissute alla catastrofe politica. Dal cristianesimo africano provengono tre Papi, centinaia di scrittori, artisti e filosofi, Sant’Agostino in particolare, di origine berbera e madre cristiana, che impose la salvezza dell’immenso patrimonio culturale di Le mostre rientrano nel programma di manifestazioni per il 50° anniversario della Costituzione della Repubblica della Tunisia. Il Manifesto è firmato dall’artista Mimmo Paladino. Sarà pubblicato un quaderno con contributi di Tahar Ghalia, Franco Cardini e Giulio Andreotti. greci, egizi e romani. Non dimentichiamo che in Sicilia operavano maestranze artigiane africane del mosaico, un nome per tutti, la Villa del Casale di Piazza Armerina con il suo apparato iconografico. Dopo “L’Islam in Sicilia” - la mostra esposta a Tunisi e trasferita nelle maggiori città del Mediterraneo, conclusasi nei mesi scorsi in Pakistan la Fondazione Orestiadi di Ludovico Corrao, presenta la grande civiltà delle prime comunità cristiane dell’Africa di Cartagine in rapporto con il fiorire della chiesa in Sicilia. La Tunisia apre le porte del Museo del Bardo, che fondato nel 1888, è uno dei più prestigiosi del Maghreb per l’importanza dei manufatti archeologici punici che conserva. Nelle sale espositive, accanto agli importanti reperti della collezione conservata nei caveaux del museo, sono presentati quarantadue pezzi particolarmente significativi provenienti dagli scavi siciliani. Reperti archeologici di grande valore culturale, selezionati dalle Sovrintendenze delle nove province dell’isola: iscrizioni fittili, tegole con tralci di vite e uva della più classica simbologia cristiana provenienti da una tomba delle catacombe di Marsala, una fibbia di bronzo e una mensa d’altare di età cristiana-bizantina esposta al Museo Bernabò Brea di Lipari. E ancora, capitelli, lucerne, affreschi, anfore bicchieri e brocche, una coppia di preziosi orecchini d’oro del V secolo. In un momento d’instabilità e allarme generale per la sicurezza mondiale, causato dal ritorno di estremismi e violenze in molti paesi, l’incontro tra istituzioni ed esponenti della cultura euromediterranea che lavorano in sinergia, indica non solo un interessante percorso artistico, ma un segnale importante in nome della pace e della convivenza tra i popoli. Agostino condannò senza appello la guerra (senza se e senza ma): É segno di maggiore gloria uccidere le guerre con la Parola, anzicché gli uomini con le armi, e conquistare la pace con la pace e non con la guerra. Ed è attraverso il dialogo interculturale che si possono tracciare nuove vie e trovare soluzioni che priviligino i valori della solidarietà e cooperazione. Il coordinamento scientifico della mostra è stata affidato a Enzo Fiammetta, direttore del Museo delle Trame del Mediterraneo di Gibellina e a Tahar Ghalia, direttore del Museo del Bardo di Tunisi, che racchiude la più grande collezione del mondo di mosaici di epoca romana. Abbiamo intervistato Tahar Ghalia, alla viglia dell’inaugurazione: Come é nata l’idea della mostra? Nel mito affondano le origini dei rapporti fra le due sponde del Mediterraneo. L’iniziativa è nata da un comune accordo tra le istituzioni tunisine e quelle siciliane sensibilizzate da Ludovico Corrao presidente della Fondazione Orestiadi. Crediamo che la ricchezza antropologica delle due rive, l’incontro tra due mondi, due religioni, l’Islam e il Cristianesimo, possa rappresentare un legame che sposa turismo e cultura e un segnale di pace tra i popoli. Quali reperti tunisini sono in mostra al Museo del Bardo? É stato realizzato di recente un nuovo spazio, il Dipartimento delle Antichità Tahar Ghalia Tardive, specificamente dedicato alle esposizioni del dipartimento cristiano. Il pubblico potrà vedere, per la prima volta, dei reperti archeologici di eccezionale bellezza come ad esempio il fonte battesimale del VI secolo d.C. Il Museo ha in programma altre collaborazioni? Stiamo lanciando un programma di scambi con altri musei americani ed europei. Il prossimo anno sarà allestita una mostra in collaborazione con Palazzo Grassi di Venezia, dal titolo “Roma e i barbari”. Direttore Ghalia, può una mostra archeologica favorire il dialogo tra le culture dell’area euromediterranea? I primi nuclei cristiani nell’Africa Romana posero le basi per una cultura che si sarebbe ben presto diffusa in tutta Europa. Il naturale ponte di transito fu la Sicilia: l’Italia e la Tunisia sono vicine e legate da secoli da intrecci umani e culturali intensi. Iniziative del genere sono le benvenute perché favoriscono in modo diretto la conoscenza e promuovono il dialogo tra le culture. MAGGIO 2007|17