COPPEMNEWS

Transcript

COPPEMNEWS
MISSIONE
DELLA REGIONE SICILIANA
A RABAT
Bimestrale del Coppem, anno 7 n.26 mag 2007
COPPEMNEWS 26
L’EDITORIALE DI PIERO FAGONE
COPPEMNEWS
PERIODICO EDITO DAL COPPEM
REGISTRAZIONE TRIB. DI PALERMO
N.22 DEL 23.12.1986
direttore
FABIO PELLEGRINI
vice direttore
LINO MOTTA
direttore responsabile
PIERO FAGONE
redazione
ROBERTA PUGLISI
GIOVANNA CIRINO
NINO RANDISI
[email protected]
traduzioni
ELVIRA CALABRESE, NICOLA SPAGNOLO,
MARIA CONCETTA SPINOSA, GIOVANNA
PAGANO (INGLESE)
FLAVIA MARZIALETTI (FRANCESE)
SONIA YAKOUBI (ARABO)
grafica
LUIGI MENNELLA
stampa
OFFICINE GRAFICHE RIUNITE
PALERMO
foto di copertina
RABAT, SITO ARCHEOLOGICO
DI CHELLAH
COPPEM
Via E. Amari, 162
90139 Palermo (Italia)
tel. +39 091.662.22.38
www.coppem.org
SEDI DI RAPPRESENTANZA
INTERNATIONAL RELATIONS OFFICE
Adnan Kahveci Bulvari No:78
Bahcelievler, Istanbul (Turkey)
Tel: +90 212 441 10 95
www.anadolubil.edu.tr
c/o Governorate Benha
Kornish El-Nil st.
113111 Egypt
tel: 0020.13.32.32.280
[email protected]
La prossima Assemblea generale che il Coppem terrà a Palermo il 26 maggio, a parte gli
adempimenti formali posti all’ordine del giorno, costituirà l’occasione per approfondire
l’analisi delle politiche mediterranee dell’Unione Europea, nella speranza che l’intervento comunitario recuperi i valori originari della Conferenza di Barcellona e assuma caratteri di maggiore concretezza. Il giudizio che i paesi interessati formulano sui risultati
fin qui conseguiti è fortemente critico e ancora più dura è la valutazione che ne danno
regioni e città. Sotto questo profilo, assai indicative sono state le considerazioni emerse
durante gli incontri che una nutrita delegazione della Regione Siciliana ha avuto a Rabat con autorità governative, nazionali e regionali, e con quella municipalità. In poche
parole, è stato affermato che il processo di Barcellona non ha dispiegato tutte le sue potenzialità, l’iniziativa sviluppata è stata insufficiente e, quindi, gli obiettivi che ci si era
prefissati sono rimasti lontani dal traguardo concordato. In una situazione, per molti
aspetti, sicuramente deludente, il Coppem ha costituito una realtà assai positiva, favorendo il dibattito e la cooperazione, la predisposizione e la realizzazione di progetti comuni, l’incontro e la collaborazione a livello culturale, sociale ed economico. E oggi si
propone di tratteggiare il profilo di una più incisiva iniziativa delle Autonomie locali traguardandola alla scadenza del 2010 e cioè alla data di nascita della grande area di libero
scambio che avvicinerà davvero le sponde del Mediterraneo. Oltretutto, questa nuova
auspicata dimensione mediterranea, oltre a quella continentale assunta con l’allargamento ad Est, conferirà all’Europa quei caratteri indispensabili per fronteggiare le sfide
del mercato e della crescita, rese più pressanti dai processi di globalizzazione e d’inarrestabile innovazione. È questo il terreno sul quale l’Europa, insieme con i paesi rivieraschi, dovrà misurarsi tenendo ben saldi i pilastri della Conferenza di Barcellona: sicurezza e pace, cooperazione economica e finanziaria, cooperazione culturale e sociale.
Tra la Sicilia e la Regione di Rabat-Sale-Zammour-Zaer, l’anno scorso, è stato firmato
un protocollo d’intesa al quale si sta ora cercando di dare attuazione con iniziative nei
diversi campi. É stato questo lo scopo della missione compiuta in Marocco della delegazione siciliana che ha trovato nelle autorità nazionali e regionali interlocutori pronti e sensibili ai temi di una proficua collaborazione nei campi più diversi: attività produttive, beni culturali, formazione professionale e universitaria, sanità, protezione civile, veterinaria e sicurezza alimentare. Ma al di là delle diverse iniziative impostate nei
singoli settori d’intervento, hanno assunto un particolare rilievo i temi del regionalismo
e del decentramento amministrativo, il ruolo dei Poteri locali alle luce delle esperienze maturate e nella prospettiva di una compiuta vita democratica. Temi attualissimi anche per la costruzione europea. Tante volte ci si è chiesti se il traguardo è costituito dall’Europa dei popoli piuttosto che delle nazioni; ma oggi pensiamo si debba tener conto
delle Regioni e delle Città quali attori dello sviluppo, snodo fondamentale della vita democratica, piattaforma delle strategie per un’efficace cooperazione.
Proprio con l’ottica di sostenere l’impegno delle Autonomie in questa direzione, il Coppem sta allargando la rete dei propri uffici. A Rabat, nel prestigioso edificio che ospita
l’Association nazionale des Collectivites du Maroc, è stata inaugurata una nuova sede.
Il Coppem ne vanta oggi sei: oltre a quello di Rabat, sono stati istituiti gli uffici di rappresentanza del Cairo, Istanbul, Poznam, Eliat, Ramallah. É una presenza, questa, che
contribuisce a confermare la definizione che di recente l’Assemblea dei Sindaci della
regione Bruxelles Capitale ha dato del Coppem: “la più grande e impegnata organizzazione mediterranea”.
firme dei trattati: Parigi, 18 aprile 1951 • Roma, 25 marzo 1957 • Maastricht, 7 febbraio 1992
L
a celebrazione dei 50 anni ininterrotti di costruzione europea fornisce
l’occasione per riproporre la prospettiva, ricordarne il senso più profondo, al
di là degli eventi e del quotidiano, e così focalizzare l’aspetto più importante, le
poste in gioco per avvenire. Ricordiamo
innanzitutto l’incredibile successo conseguito nell’arrestare terribili lacerazioni che per secoli hanno insanguinato il
continente. La pace è qui, definitiva e
sincera, dopo secoli di conflitti e di
odio. La lezione è tanto più grande
frutto del caso. Sin dall’origine la ripresa economica si è costruita superando
gli egoismi nazionali e mettendo in comune ciò che fin lì sembrava inalienabile: l’apertura dei mercati e la condivisione dell’energia, del carbone, dell’acciaio e dell’atomo.
Ma dall’origine del progetto europeo la
pace e la prosperità si coniugano con la
democrazia, senza la quale nulla è possibile. Ognuno di questi tre pilastri sono
indissociabili l’uno dall’altro senza che
l’uno si possa isolare dagli altri. Questa è
NUOVI SPAZI PER L’EUROPA
CELEBRATO IL MEZZO SECOLO DI VITA L’UE CERCA UN POSIZIONAMENTO ESTERNO
DI PHILIPPE SANMARCO
quanto questa pace non è il frutto di
una lenta evoluzione né di un passato
dimenticato. Anzi è il frutto di una volontà politica deliberata, espressa con
coraggio in mezzo alle rovine e ai lutti.
É un bel messaggio che l’Europa manda
ancora oggi a tutti i popoli della terra.
Subito dopo la pace, deve essere ricordato anche il successo in campo economico e sociale. L’Europa devastata dalla
guerra ha fatto ben più che ricostruirsi.
É diventata una zona di prosperità senza
eguali. E nemmeno questo successo è il
una peculiarità che occorre ripetere senza sosta su scala mondiale. Ma questo
successo va riferito a livello interno. All’estero, l’Europa non ha ancora assunto
una sua peculiare dimensione. La protezione americana rimane l’orizzonte della maggior parte dei suoi membri. Questa impotenza, questo rifiuto della potenza che si spiega con la storia, è all’origine dell’incapacità dell’Europa di impedire la guerra alle sue porte, come è
avvenuto nel caso dell’ex Iugoslavia. É
stato necessario il grosso bastone degli
MAGGIO 2007|1
"Together", Il logo che celebra i 50 anni dal trattato di Roma.
USA per porre fine a questo conflitto.
Non ci stupiremo quindi se in altre parti del mondo l’Europa si limiti ad un
ruolo di osservatore, spesso generoso,
ma pur sempre passivo. Finché la Guerra Fredda determinava le relazioni internazionali, ciò non era molto grave. Ma
in un mondo destabilizzato, nel quale
una iperpotenza può credere che tutto le
sia concesso e che possa approfittare di
questa storica insperata fortuna per imporsi definitivamente di fronte a potenze emergenti, che sono invece ben decise a ritagliarsi finalmente un posto degno della loro storia, l’assenza politica
dell’Europa su scala mondiale non è
senza conseguenze, tutte negative.
La costruzione europea trova qui il suo
limite. Fatto ancor più grave, è l’incapacità a trovare il proprio posto internazionale mette in pericolo le fondamenta
stesse dell’Europa. Perché ora sono i popoli d’Europa, gli stessi che avevano fin
qui riposto tutte le loro speranze nella
sua costruzione, che incominciano ad
avere veri dubbi osservando la nuova
realtà di fronte alla quale l’Europa sembra disarmata, anzi volontariamente e
unilateralmente disarmata. La costruzione di un unico grande mercato europeo, elemento essenziale della crescita e
della prosperità, aveva giustificato il su-
2|COPPEMNEWS
peramento di tutto quanto potesse ostacolarla. L’interdizione di ogni limitazione alla libertà e alla lealtà della concorrenza, la soppressione, non delle imprese pubbliche ma delle sovvenzioni pubbliche suscettibili di favorire l’una a discapito delle altre, tutto ciò aveva un
senso all’interno dell’Europa. E ciò ha
portato i suoi frutti, molto positivi. Perché non è all’interno di ognuna delle loro molteplici frontiere, doganali, monetarie, commerciali, industriali, ambientali, fiscali, educative, sanitarie e sociali, che i membri dell’Europa avrebbero
potuto raggiungere primati mondiali e
consolidare l’insieme del loro sistema
economico. Ma tutto ciò non ha senso
al di fuori dello spazio europeo dove regnano sempre, e più che mai, brutali
rapporti di forza, dove tutto è lecito, e
dove nessuna delle regole che ci imponiamo viene applicata naturalmente.
Per portare più avanti il progetto europeo, lo sforzo politico deve ormai tendere non più alla costruzione interna dell’Europa ma al suo posizionamento
esterno. Proprio all’esterno, l’Europa
deve prendere il suo posto, lucidamente,
senza ingenuità. Per questo, è necessario
ridefinire le politiche comunitarie fondamentali. La politica agricola comune
è stata un immenso successo e deve ri-
manerlo. Ma visto che dobbiamo confrontarci con la mondializzazione dei
mercati, la politica comunitaria deve essere ridefinita per rispettare l’emergere
di nuovi concorrenti e il diritto di ogni
paese all’autosufficienza alimentare.
É in altri settori che sono ormai attese
adeguate politiche comunitarie: l’energia e i trasporti, l’insegnamento superiore e la ricerca, e infine l’immigrazione
dovrebbero essere le prossimissime priorità di un rilancio della costruzione europea. In ognuno di questi tre settori,
nessuno dei paesi membri può cavarsela
da solo. É quindi ora che un nuovo trasferimento di competenze a livello comunitario ridia un senso al progetto comune. La priorità europea è dunque al
di là delle sue frontiere. Parlare all’unisono in ognuna delle istanze internazionali per dare credito ad una nuova capacità di governo mondiale. Organizzare stabili relazioni con la Russia di cui
dipenderà sempre più la sicurezza dei
nostri approvvigionamenti energetici. E
infine, con i nostri partner mediterranei
ed africani, resistere tranquillamente alle molteplici paure ed avere l’intelligenza di costruire senza sosta rapporti amichevoli e rispettosi dei popoli e delle
culture. Alla luce delle esperienze maturate è illusorio sperare a breve scadenza
nella definizione di una politica estera e
di difesa comune. Può anche rivelarsi
pericoloso alimentare l’illusione che essa esiste, come è attualmente il caso,
dell’atteggiamento tenuto nei confronti
dell’Iran o del Libano. L’Europa “potenza” non lo sarà. Ma altri “cantieri” ci attendono, più conformi alla nostra identità e ai nostri valori. Per questo la fedeltà agli ideali, originari della costruzione europea, impone di adattarsi sempre con audacia alle nuove poste in gioco senza arroccarsi sulla gestione dei risultati di ieri.
DAI POTERI LOCALI UNA SPINTA PER LA COSTITUZIONE
A BRATISLAVA LA XVII ASSEMBLEA DI CITTÀ E COMUNI DELLA SLOVACCHIA
DI FABIO PELLEGRINI PRESIDENTE FONDATORE DEL COPPEM
Fabio Pellegrini
Il Coppem trova le sue ragioni nella Dichiarazione di Barcellona del 1995 sulla
prospettiva di creare un’area di libero
scambio, di stabilità e di progresso nel
Mediterraneo. La nostra iniziativa intende far partecipare attivamente gli
eletti ed i rappresentanti delle collettività poteri) territoriali al raggiungimento
degli obiettivi del processo di Barcellona. Il quasi fallimento del Programma
Meda I, a nostro parere, è dipeso proprio
dalla esclusione dei poteri locali e regionali dalla cooperazione intergovernativa. Per questo motivo riteniamo la utilità di un organo permanente degli eletti
locali e regionali per la cooperazione euromediterranea. Dopo la costituzione
dell’Assemblea Parlamentare Euromediterranea dev’esserci anche un nostro organo rappresentativo. Altro nostro sco-
po è quello di rendere effettivamente euromediterraneo tale partenariato con
un’azione di sensibilizzazione degli eletti
locali e regionali di tutti i 27 Paesi dell’Unione. Dopo Istanbul, Rabat, Il Cairo, il 14 aprile un altro ufficio del Coppem è stato aperto a Poznan come iniziale punto di riferimento per l’Europa
centrale ed altri due incominceranno
presto la loro attività a Eilat e a Ramallah. La complessità della situazione mediterranea, le tensioni politiche e la violenza diffusa che da quell’area si espande
senza confini non coinvolge solo i Paesi
ed i cittadini più vicini, riguarda l’insieme dell’Unione europea, l’insieme dei
cittadini dell’Unione europea i quali
aspirano a cooperare con gli altri popoli
nella pace e nella sicurezza quotidiana.
Queste aspirazioni, come eletti locali e
regionali, le dobbiamo sentire come
prioritarie per garantire serenità e prosperità ai nostri concittadini. Con ciò
non ci sono più Europe del Nord, del
Sud o centro-orientale), c’è una sola Europa, con interessi comuni.L’Unione europea con Barcellona e la PEV Politica
Europea di Vicinato) cerca di darsi una
nuova strategia per il Mediterraneo ed i
Balcani, ma essa resta incerta e debole
per la mancanza di istituzioni europee
comuni, con centri decisionali unitari
Politica estera e di sicurezza comune,
Ministro degli esteri europeo) che consentano di parlare con una sola voce ed
agire con una unica volontà politica. Il
suo carattere intergovernativo la rende
debole ed inefficace rispetto alle sfide
che dobbiamo fronteggiare. Basti pensare che nello spazio dei prossimi quindici/venti anni nessun Paese europeo singolarmente preso potrebbe far parte dei
G8. La ratifica del Trattato per la Costituzione europea sarebbe un importante
passo in avanti, ma la mancanza di una
vera leadership europea fa sì che punti di
vista e contrasti nazionali paralizzino
l’Unione europea e la rendano pressoché
impotente creando sfiducia nei cittadini.
Dobbiamo impegnarci tutti e di più, affinché siano rimossi gli ostacoli alla adozione di una Costituzione per rendere
più efficaci le politiche europee ed anche i nostri sforzi di rappresentanti eletti più vicini ai cittadini. Dobbiamo garantire ad essi benessere, serenità nella
pace e nella sicurezza: l’Europa unita democratica e pacifica è la condizione necessaria per poter garantire queste legittime aspirazioni. Avere associazioni di
eletti locali influenti e autorevoli nei
propri paesi rafforza la democrazia locale
negli stessi, ma rappresenta anche un
contributo al radicamento della democrazia in generale negli altri paesi, in Europa e nel mondo.
CONFERENZA INTERNAZIONALE SUI DISTRETTI ECOMUSEALI
Ad Iraklion, il capoluogo della Regione Creta, si terrà il 30 e 31 maggio la I° Conferenza Internazionale sui Distretti Ecomuseali della Macchia
Mediterranea. La Conferenza, sarà l’occasione per promuovere i risultati finora raggiunti dal progetto Ecomemaq, coordinato dal Coppem. L’incontro, a cui parteciperanno i maggiori esperti internazionali nella gestione degli Ecomusei, è finalizzato a sviluppare i legami delle identità dei
territori e delle popolazioni, in un ideale ponte tra spazio e cittadinanza. Infatti gli ecomusei sono pensati come strumenti per tutelare le tracce delle società rurali in un momento in cui l’urbanizzazione, le nuove acquisizioni tecnologiche e i conseguenti cambiamenti sociali, rappresentano un
rischio reale di completo oblio di un patrimonio culturale millenario. L’ecomuseo interviene sullo spazio di una comunità, nel suo divenire storico,
proponendo "come oggetti del museo" non solo gli oggetti della vita quotidiana ma anche i paesaggi, l’architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione. A Creta sarà formalizzato l’avvio della costruzione del network delle regioni euromediterranee dei distretti ecomuseali.
MAGGIO 2007|3
AL VAGLIO DEL COPPEM LE POLITICHE MEDITERRANEE
L’XI ASSEMBLEA GENERALE IL 26 MAGGIO A PALERMO
DI NINO RANDISI
“Le politiche euromediterranee in vista
del 2010 ” saranno al centro del dibattito della XI assemblea generale del Coppem che si svolgerà a Palermo presso Villa Malfitano. Ai lavori, per il governo
italiano, parteciperà il vice ministro degli
Affari Esteri, Ugo Intini. Accanto agli
adempimenti statutari e formali, come
l’approvazione degli strumenti finanziari,
figura l’esame delle relazioni e dei progetti elaborati dalle diverse commissioni di
lavoro in cui è strutturato il Coppem. Un
momento importante e qualificante dell’azione dell’associazione di partenariato
euromediterraneo che, nel corso di questi anni, ha assunto, sempre di più, un
ruolo di primissimo piano nella promozione del processo di Barcellona tra i paesi e i popoli delle due rive del Mediterraneo. Il Coppem, infatti, intende adesso
imprimere una decisa accelerazione al
partenariato anche in vista della creazione di una zona multilaterale di libero
scambio entro il 2010, rafforzando intanto il dialogo politico tra le regioni del
Mediterraneo al fine di giungere a risultati tangibili. D’altro canto la stessa
Commissione Europea è stato rilevato
come <l’aspetto del processo di Barcellona relativo ai diritti dell’uomo sia, purtroppo, ancora sviluppato in modo insufficiente, e come la situazione di numerosi paesi non presenti alcun segno di miglioramento>. Si tratta di analizzare in
modo critico, questo processo, che ha subito battute d’arresto e difficoltà nell’attuazione concreta dei principi generali.
Per la verità alcuni progressi reali sono
stati compiuti quali, ad esempio, il completamento della Carta di stabilità e sicurezza e la conclusione degli accordi con
Egitto, Israele, Giordania, Marocco, Tunisia ed Autorità palestinese. D’altro
canto, il rilancio del processo di pace in
Medio Oriente, così come la pace firmata nei Balcani ed il miglioramento della
4|COPPEMNEWS
situazione nel Magreb, offrono adesso
un’occasione unica per il rilancio di tale
partenariato. Certo si poteva molto di
più tenuto conto degli impegni assunti in
modo solenne, soprattutto dall’Unione
Europea. All’Assemblea generale del
Coppem interverranno ambasciatori e
rappresentanze diplomatiche di molti
paesi e tra questi la Giordania, la Siria,
l’Egitto, la Libia e il Marocco. Nel corso
della riunione, i cui lavori saranno aperti
dal Presidente Salvatore Cuffaro, governatore della Sicilia, e introdotti dal segretario generale, Carmelo Motta, saranno illustrati alcuni dei più significativi
progetti da realizzare insieme con soggetti esterni all’associazione e inoltre saranno messe a fuoco, con l’obiettivo di trovare risposte adeguate, questioni di particolare interesse e attualità, come nel caso del sistema bancario. Già da tempo è
stato impostato il progetto per la formazione di personale medico e tecnico infermieristico dell’area euromediterranea,
in collaborazione con l’Ismett e l’Anfe. É
prevista la realizzazione di una Scuola di
Formazione e questa iniziativa sarà portata all’attenzione dell’Organizzazione
mondiale della Sanità e della Commissione Europea. La direzione scientifica
della scuola sarà affidata all’Ismett, la direzione logistico-organizzativa sall’Anfe
e il Coppem curerà gli aspetti politicoistituzionali. Relativamente al sistema
delle banche nell’area euromediterranea,
si parte dalla considerazione che nonostante i tentativi praticati attraverso gli
accordi bilaterali e regionali da parte dell’UE per adeguare i mercati commerciali,
finanziari ed economici dei Paesi della
sponda Sud del Mediterraneo agli standard europei, gli investimenti da parte
dei maggiori gruppi finanziari e imprenditoriali europei sono maggiormente rivolti ai Paesi dell’Est. Per questa ragione
è necessario regolamentare in modo ar-
monico i sistemi bancari delle due sponde del Mediterraneo, soprattutto in materia contabile-amministrativa. Anche
le borse hanno regolamenti difformi, e
nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo sono gestite e controllate dall’autorità statale, il che comporta tempi e
modalità non compatibili con le esigenze del mercato finanziario attuale. Il
Coppem è orientato a organizzare un seminario, il primo in tal senso, per mettere a confronto i sistemi economico-finanziari dei paesi firmatari della dichiarazione di Barcellona, attraverso due
giornate di studio alle quali saranno invitati a partecipare dirigenti dei maggiori gruppi bancari euro-mediterranei e
delle associazioni imprenditoriali, industriali e commerciali. Un momento serio
di confronto e di analisi dal quale scaturiranno indicazioni valide ed operative
al fine, come accennato, di armonizzare
il sistema economico-finanziario dell’intera regione. Tra i tanti in cantiere, sarà
presentato all’Assemblea generale anche
quello predisposto dal segretariato della
II Commissione per un documentario
televisivo sulla situazione migratoria
nelle due sponde del Mediterraneo. L’idea è quella di coinvolgere le organizzazioni internazionali (Nazioni Unite,
Commissione Europea, Lega degli Stati
Arabi, Organizzazione Internazionale
per le Migrazioni, ministeri competenti,
ambasciate e organizzazioni non governative (Fondazione Migrantes, Amnesty
International, Emergency) nonché le
autorità locali del Partenariato. In tal
modo il progetto dovrebbe assumere un
ampio risalto internazionale. La XI Assemblea generale del Coppem, proprio
per le questioni affrontate, si colloca all’interno della strategia di rilancio della
cooperazione euromediterranea proponendo utili iniziative in campo economico-finanziario, sociale e culturale.
MISSIONE
RABAT
SICILIA E REGIONE DI RABAT ALLEATE PER LO SVILUPPO
RISULTATI POSITIVI PER LA MISSIONE DELL’ISOLA COMPIUTA IN MAROCCO
Due grandi regioni del Mediterraneo,
l’isola di Sicilia e la Regione di RabatSale, Zemmour-Zaer, tornano a incontrarsi e mettono a punto la mappa di un
cammino comune nel segno dell’impegno per la pace, lo sviluppo delle rispettive economie, la crescita culturale e
sociale. Sembra fare da cerniera a questo importante disegno di cooperazione
il regionalismo inteso come protagonismo delle collettività nel segno dell’unità nazionale. La Sicilia vanta ormai
una lunga esperienza in questo campo e
il Marocco, impegnato sul versante del
decentramento, è interessato al modello realizzato in Italia, e in Sicilia in particolare, attraverso le autonomie speciali e le regioni di diritto comune.
Due anni fa, grazie all’apporto del Coppem, fra Sicilia e regione di Rabat è stato sottoscritto un protocollo d’intesa
che abbraccia i settori più diversi. Nelle
passate settimane una delegazione siciliana, guidata dall’assessore alle Finanze,
Guido Lo Porto, e composta da numerose personalità in rappresentanza di organismi pubblici e privati, del mondo universitario e delle imprese, si è recata in
Marocco non soltanto per verificare lo
stato di attuazione di quegli accordi ma
anche per impostare specifici programmi a breve e a lungo termine. Si deve
principalmente all’impegno del presidente della regione, Abdelkèbir Berkia,
e al sindaco di Rabat, Omar Bahraoui,
alla collaborazione offerta dall’ambasciatore d’Italia in Marocco Lucchesi
Palli e alla fattiva opera del ministro Luca Frattini e del primo segretario Riccardo Smimmo, se alla missione è arriso
il più largo successo. I colloqui, come riferiamo in una serie di articoli, hanno
spaziato dall’ambito istituzione a quello
economico-finanziario, da quello sanitario a quello delle attività produttive,
dalla formazione e dalla ricerca alla col-
laborazione in campo archeologico e,
più in generale, culturale per giungere
fino agli interventi di protezione civile.
Ma uno dei momenti più alti della missione si è registrato con la visita al Parlamento dove la rappresentanza siciliana è stata ricevuta prima dal Presidente
della Camera Abdelwahed Radi e poi
dal Presidente del Senato Mustapha
Oukacha. Altri incontri hanno dato un
particolare carattere di solennità alla
presenza siciliana in Marocco, come nel
caso di quello con Rachid Taibi El Alami, ministro dell’Economia,delegato dal
primo ministro. É stata l’occasione non
solo per un confronto sulle questioni di
ordine istituzionale legate alle autonomie locali e regionali ma anche per tracciare lo scenario di fruttuose collaborazioni in campo finanziario ed economico, alla luce dei programmi mediterranei dell’UE. E poi le riunioni di settore,
a cominciare da quella con il ministro
della Sanità, Mahamed Biadllah e via
tutte le numerose altre, sempre ad alto
livello e assai qualificate, che hanno
permesso di porre le basi per stabilire
più avanzati traguardi di collaborazione.
Il confronto collegiale tra le due delegazioni ha assunto una valenza particolare
sotto diversi profili anche perché dai temi politici di ordine generale si è ben
presto spostato sul terreno della concretezza e dell’operatività. Abdelkébbir
Berkia ha richiamato alla responsabilità
che le classi dirigenti hanno nei confronti delle future generazioni ed ha sottolineato il ruolo dei Poteri locali nel
dare corpo alla politica di partenariato.
L’esempio della collaborazione tra Sicilia e Marocco è importante perché si
iscrive in un disegno più vasto tracciato
dai due Stati e che si sta sviluppando
con iniziative comuni con il Piemonte e
la Toscana. Prendendo spunto da queste
valutazioni, Guido Lo Porto ha afferma-
to che è la logica della storia a guidare
gli uomini verso la collaborazione e che
i rapporti tra i popoli rivieraschi continuano a cresce per un interesse reciproco. Il carattere dinamico di tali rapporti
sembra in qualche modo contraddire la
profezia dello storico Braudel riguardo al
declino dell’intera regione. Oggi sono le
regioni e le istituzioni locali ad avere un
ruolo significativo nei processi storici
perché interpreti delle ansie di crescita
e dei bisogni delle popolazioni. Berkia e
Lo Porto hanno detto di essere fiduciosi
nel futuro della cooperazione tra le due
regioni che si lega alla comune visione
della sicurezza e della pace, dello sviluppo nello spazio euromediterraneo. Un’area, questa, considerata come zona sensibile del mondo, scena di conflitti che
ostacolano lo sviluppo solidale.Numerosi i progetti tramite i quali si svilupperà la collaborazione tra Sicilia e Marocco ma Berkia ha ricordato anche un’iniziativa in campo culturale che appare
pensata apposta per sottolineare il valore della collaborazione stabilita ormai
da tempo: una giornata di studio sul famoso geografo Sharif Al Idrisi, organizzata in collaborazione tra la Regione siciliana, la Regione di Fes Boulman e
l?università Qarawiin. Idrisi ha attraversato più volte il mare tra Sicilia e il Marocco, ha disegnato la prima mappa del
Mediterraneo ed ha lavorato alla corte
palermitana dei re normanni dando un
suo particolare contributo alla cultura
del tempo. A questa particolare cifra
storica e culturale va collegato il progetto di recupero del sito storico di Challah
nell’ambito della cooperazione tra il
Consorzio universitario di Siracusa, l’Istituto di ricerca scientifica dell’Università Mohammed V – Souissi e l’Istituto
nazionale di Archeologia. Sono tutti segni di un’unica strategia volta a creare
un futuro di pace e di prosperità.
MAGGIO 2007|5
MISSIONE
RABAT
IMPRESE UNITE PER FRONTEGGIARE LE SFIDE DEL MERCATO
FAVORITA DALL’ASEM LA COLLABORAZIONE TRA IMPRENDITORI
DI GIOVANNI RAGONESI GENERAL MANAGER ASEM
Il percorso di modernizzazione già da
tempo intrapreso dal Marocco va verso
una duplice direzione, quella politica e
quella economica. Negli ultimi anni il
Marocco ha condotto una politica di
stretto controllo monetario e fiscale, si è
aperto agli scambi con l’estero, ha deregolamentato diversi settori economici ed
ha favorito la modernizzazione dell’industria, introducendo nuove normative sul
mercato del lavoro e sul sistema bancario
e creditizio. Obiettivo di questo processo
è stato quello di migliorare il contesto
economico, legale e commerciale, incoraggiando la formazione di un forte settore privato e, in particolare, facilitando
l’accesso alle fonti di finanziamento. Il
governo spinge molto verso le privatizzazioni e verso la partecipazione straniera,
soprattutto nel settore turistico, delle telecomunicazioni e del tessile. Le riforme
puntano anche al rilancio delle imprese,
agevolando la nascita di nuove iniziative
economiche, migliorando il controllo
bancario, nonché liberalizzando le telecomunicazioni ed i settori dell’aeronautica
ed energetico. Ulteriori riduzioni delle tariffe, accompagnate da una semplificazione delle regole commerciali, sono allo
studio allo scopo di ampliare lo sviluppo
economico del paese. Il governo garantisce anche che si muoverà verso una maggiore flessibilità del tasso di cambio nel
corso dei prossimi cinque anni. Le privatizzazioni continueranno sia nel settore
industriale, che nei servizi, compreso
quello bancario. Così come darà la priorità allo sviluppo del settore turistico, il governo, con il recente programma “vendita della terra”, sembra rivolgersi anche alle problematiche del settore agricolo. Un
ambizioso programma sulle infrastrutture
pubbliche è previsto fino al 2015. Nell’ultimo rapporto ufficiale, il Fondo Monetario Internazionale ha fornito una prospettiva piuttosto ottimistica per l’economia
6|COPPEMNEWS
del Marocco. Per il 2007 si prevede una
crescita del 6,7% del PIL, grazie anche alla crescente presenza di imprese estere, le
quali, per ridurre gli alti costi della manodopera, si sono dirette dal mercato europeo al mercato marocchino, area vicina
all’Europa. Ciò è stato possibile anche
grazie all’esecuzione degli accordi FTA
(Trattato di libero scambio) con gli Stati
Uniti, in vigore da gennaio 2006, che
promette infatti un aumento delle esportazioni risollevando al contempo l’investimento interno. L’ASEM ha effettuato
in concomitanza della visita della delegazione istituzionale della Regione Sicilia a
Rabat, una propria missione commerciale
che ha visto l’Agenzia accompagnare un
gruppo di imprenditori italiani fortemente interessati alle potenzialità che il Marocco oggi rappresenta non solo come
mercato, sia di sbocco che di approvvigionamento, ma anche come luogo d’investimento. Ovviamente l’interazione
maggiore si è avuta con la Regione di Rabat e l’area metropolitana di Rabat-Salé.
Le opportunità più promettenti sono
emerse proprio nell’ambito dei grandi
progetti strutturali che nei prossimi anni
interesseranno questa regione, e probabilmente faranno di Rabat una tra le più
grandi capitali d’Africa:
• Il Piano di Sviluppo della Bouregreg
Valley, nell’ambito del quale è previsto la
realizzazione di un porto turistico, un centro tecnologico, aree commerciali e residenziali, un centro per le arti e il commercio, numerosi alberghi e centri congressi internazionali, un’isola artificiale e
moderni sistemi di trasporto, incluso una
metropolitana di superficie, tutto su un’area di 6.000 ha.
• Il Progetto Saphira, riguardante il fronte atlantico della Città ma che ne configura di fatto una nuova, in cui antiche
vestigia e modernità si coniugano in un
habitat ideale.
• Technopolis, primo esperimento di città della tecnica del Regno, luogo dedicato allo sviluppo dell’alta tecnologia ed in
particolare all’ingegneria del software, ed
al tema attualissimo della delocalizzazione il cui focus è il lavoro a distanza, la
produzione a bassi costi, l’incentivo ad investire su talenti qualificati e concentrati
nello stesso luogo.
• Il Parco Industriale Integrato di Ain
Johra concepito secondo i migliori standard internazionali e destinato anche e
soprattutto agli investimenti stranieri.
Le aziende italiane presentate a Rabat
sono state selezionate dall’Agenzia proprio in base alle richieste specifiche generate dall’attuale fase di straordinario
sviluppo della Regione. Aziende di primario livello nazionale ed internazionale, come la Freeship, specializzata in sistemi di rimessaggio a secco per porti turistici; la Sormec, leader nella produzione di gru marine oleopneumatiche; la
IFM Infomaster, specializzata nella tecnologia dei contact e call center e nel
geomarketing; la OMD, azienda di telecomunicazioni specializzata in tele rilevamento e monitoraggio basati su tecnologia GSM; la Easy Best International
Holding, specializzata in sistemi di refrigerazione per usi commerciali ed industriali; la Salerno Packaging produttrice
di imballi in banda metallica.
Compito dell’Agenzia sarà quello di seguire ed assistere le parti in causa negli
ulteriori sviluppi di queste relazioni; in
tal senso è infatti prevista a breve una
visita di lavoro in Italia di una delegazione commerciale e industriale della
Regione di Rabat. Si sta lavorando al
contempo alla selezione di un gruppo
qualificato d’imprese marocchine da
proporre attraverso il network costituito
dall’Asem, in Italia così come in tutti
quei Paesi dove l’Agenzia opera o prevede di operare.
MISSIONE
RABAT
IL MAROCCO TERRA DI GRANDI OPPORTUNITÀ
LOGISTICA E TRASPORTI SETTORI STRATEGICI PER FAVORIRE GLI SCAMBI
DI ANTONINO SALERNO VICE PRESIDENTE CONFINDUSTRIA SICILIA
Un territorio in piena crescita economica con ampi margini di sviluppo, una
grande opportunità di investimenti per i
nostri imprenditori. La regione di Rabat, in questo momento, offre grandi
opportunità di sviluppo e di delocalizzazione per i nostri imprenditori, grandi
opportunità di collaborazione con gli
imprenditori locali, di scambi commerciali, di partenariati, di nuove frontiere
di integrazione e cooperazione. Questo
è lo spirito che ha animato la missione
siciliana a Rabat, un incontro preziosissimo, nel corso del quale si sono gettate
le basi di una solida collaborazione tra le
imprese nostre e quelle del Paese Maghrebino, soprattutto nei settori agroalimentare, del turismo, dell’edilizia, della
logistica e della ricerca e dei rapporti
con le Università, della Sanità, dei Beni
Culturali. La Regione ha una interessante prospettiva di sviluppo, può far leva sulle proprie risorse per diventare un
importante punto logistico per gli scambi commerciali e industriali. Potenziare
la logistica e i trasporti non può che
agevolare gli scambi commerciali, indu-
striali e culturali con i Paesi del bacino
mediterraneo, che sono una grande risorsa per i nostri mercati. E l’internazionalizzazione delle nostre imprese e l’intensificazione dei rapporti con i paesi
del Mediterraneo sono tra i primi punti
del programma di Confindustria. Tra
l’altro, grazie alla sua situazione geopolitica, alla sua stabilità politica, al dinamismo della sua economia ed eccellenza
delle sue risorse umane, il Marocco offre
un ambiente ideale per gli affari.
Il nostro auspicio è naturalmente rivolto
alla stabilità economica e politica del
Paese. L’obiettivo è quello di realizzare
un fitto scambio di esperienze tra le città e le regioni nella prospettiva di avviare nuovi partenariati tra gli enti locali
delle due rive del Mediterraneo. Tutto
ciò al fine di promuovere uno spazio per
discutere e riflettere sulla cooperazione
decentrata nel Mediterraneo, con riferimento a pratiche correnti e a linee guida atte a rafforzarla. Sul fronte del turismo gli imprenditori auspicano un’intensificazione dei collegamenti aerei.
Un contatto e una forma di collabora-
zione anche con compagnie aeree marocchine che, per esempio, prevedano
collegamenti da Palermo alla regione di
Rabat. In passato un’analoga forma di
collaborazione è stata realizzata con l’Algeria. Riguardo alla Sanità, non si può
dimenticare che la Sicilia è pronta ad
accogliere giovani infermieri per inserirli in un circuito di stage, formarli e dar
loro una specializzazione e dunque un lavoro nelle case di cura. Le cliniche sono
alla continua ricerca di personale infermieristico specializzato. La Sicilia, inoltre, non va vista solo come una terra da
cui provengono gli imprenditori pronti
ad investire in Marocco, ma è anche una
terra che può ben accogliere imprenditori marocchini che vogliano investire
all’estero, nell’ambito di un clima di
fruttuosa collaborazione. Infine, i Beni
Culturali. Anche il Marocco possiede un
ricchissimo patrimonio artistico che va
certamente salvaguardato. La Sicilia può
formare professionalità nel campo della
conservazione e del restauro dei beni
culturali. Perché anche l’arte può trainare lo sviluppo di un territorio.
GRANDI PROSPETTIVE PER LA COOPERAZIONE IN CAMPO SANITARIO
La collaborazione tra Marocco e Sicilia nel settore sanitario vanta grandi potenzialità che potranno trovare uno sbocco concreto in tempi relativamente brevi, attraverso una serie di iniziative già individuate e alle quali si dovrà ora lavorare per perfezionarle. Proprio a un carattere di concretezza sono stati improntati i colloqui che la rappresentanza marocchina, espressa al più alto livello, ha avuto con quella siciliana comprendente i dirigenti dell’Assessorato regionale alla Sanità con il consulente della Regione per i progetti mediterranei nel campo specifico della sanità, Luciano Beolchi , l’Ismett (Istituto mediterraneo per i trapianti e le terapie d’eccellenza) con il direttore sanitario Ugo Palazzo, l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia (ricerca, controlli, sicurezza alimentare) con il direttore generale Andrea Riela e l’organizzazione sanitaria
territoriale. In una nota, l’Ismett ha sottolineato il rilievo assunto dagli incontri ai quali ha partecipato con il Ministro della Salute del Marocco,
prof. Mohamed Biadillah, con la Preside della Facoltà di Medicina e Farmacia dell’Università di Rabat, prof. Hajjaj Hassouni e con il Segretario Generale del Ministero della Pubblica Istruzione, Insegnamento Superiore e Ricerca M.me Trechat. Dai colloqui svolti – prosegue la nota – è
emerso un forte interesse del Marocco verso forme di cooperazione nel settore sanitario e nel campo dei trapianti d’organo e durante gli incontri
sono state delineate alcune possibilità di cooperazione, anche all’interno di possibili e auspicabili accordi bilaterali tra i Governi dell’Italia e del
Marocco. Si è delineata anche la possibilità di una partecipazione congiunta ai programmi di cooperazione scientifica con il Marocco predisposti dall’Unione Europea. I dirigenti dell’Ismett hanno inoltre visitato l’Ospedale Italiano di Tangeri, uno dei centri Ospedalieri Italiani nel Mondo che fanno parte dell’Alleanza degli Ospedali Italiani nel Mondo. Durante la visita sono state discusse possibili forme di cooperazione che
mirino l’allargamento delle competenze e delle specialità mediche offerte dall’Ospedale.
MAGGIO 2007|7
MISSIONE
RABAT
NASCE UNA SCUOLA DEL WELFARE MEDITERRANEO
L’UNIVERSITÀ KORE ALLARGA I SUOI MASTER AI PAESI DELLA RIVA SUD
DI SALVO ANDÒ RETTORE UNIVERSITÀ KORE DI ENNA
La Kore ha come sua mission fondamentale quella di essere una università concretamente impegnata nella cooperazione con i paesi mediterranei. E ciò non
solo per ragioni di centralità geografica
della Sicilia, ma anche per la naturale
capacità dell’isola di essere luogo di incontro tra le diverse culture di questa regione. Gli argomenti che rendono credibile la nostra offerta di servizi culturali
di buon livello, rivolta ai paesi della regione mediterranea, hanno molto a che
fare con la nostra storia plurimillenaria,
che ha visto il mare Mediterraneo percorso nei due sensi, nord-sud e sud-nord,
e la Sicilia naturale porta del Mediteranno verso l’Europa. Ma hanno a che
fare anche con una possibile centralità
geopolitica del Mediterraneo, che può
tornare ad essere la grande porta meridionale dell’Europa attraverso la quale
passano importanti traffici alimentati
dalla crescita impetuosa di paesi come la
Cina e l’India. Tutto ciò richiede strutture logistiche e reti di trasporto efficaci
ed economicamente vantaggiose, ma richiede soprattutto nell’area una diffusione adeguata della conoscenza, cioè
un più facile accesso all’alta formazione
ed alla ricerca, nonché all’uso delle tecnologie più avanzate, cosi da consentire
una fruizione, da parte di tutti i paesi
della regione, delle opportunità che una
nuova centralità mediterranea comporta. La nostra Università fin dalla sua nascita ha cercato di stabilire rapporti di
intensa cooperazione con le università
dei paesi della sponda sud. Ben 21 convenzioni in meno di due anni sono state
sottoscritte dalla Kore con Università
della Tunisia, del Marocco, dell’Egitto,
della Turchia, di Cipro, di Malta, di
Israele, della Palestina, dell’Algeria, della Spagna, della Siria, della Giordania.
Sono stati sottoscritti degli accordi quadro di cooperazione con il Governo tu-
8|COPPEMNEWS
nisino e con quello egiziano. Sono stati
nominati come visiting professor docenti e personalità della cultura provenienti dai paesi mediterranei. E sono in corso trattative per l’organizzazione di master e dottorati di ricerca con le università nostre partners. Insieme alla Compagnia delle Opere abbiamo creato una
“Scuola del welfare mediterraneo” che
dovrebbe formare operatori dei servizi
sociali, attraverso master che si svolgeranno ad Enna, ma che si potranno
svolgere anche nei paesi della sponda
sud. Studenti di questi paesi frequenteranno i nostri corsi di ingegneria ed architettura. Tra le iniziative volte a promuovere l’immagine della Kore, va segnalata la creazione dell’Orchestra e del
Coro dell’Università. I nostri giovani artisti riscuotono grande successo ovunque. Ci aiutano con le loro performances a stabilire durature relazioni culturali con le Università che li ospitano.
L’Orchestra e il Coro saranno impegnati nei prossimi mesi a Cipro, in Tunisia,
in Marocco e in Turchia. Un programma particolarmente intenso di iniziative
riguarda l’Egitto ed impegna i nostri corsi di laurea che si occupano di letteratura araba, moda, cinema, teatro, design
industriale. Non si tratta di stabilire solo rapporti di buon vicinato, ma di sperimentarci come formatori in paesi la
cui realtà sociale e culturale è oggetto di
studio, di ricerca qui alla Kore. I docenti dei corsi di laurea in lingue e letterature orientali, del D.A.M.S., soprattutto
dei suoi corsi di musicologia, teatro e cinema, e del corso di laurea in architettura del restauro sono impegnati ad approfondire aspetti della cultura mediterranea che sono strategici nell’ambito
dell’offerta formativa che promuoviamo. I nostri studenti nei prossimi anni
compiranno periodi di studio nei paesi
partners; soprattutto gli studenti di lin-
gua e civiltà araba. Alcune università
della regione hanno inviato qui, ad Enna, lettori ed i docenti di lingua araba e
la Kore “ricambierà” con lettori italiani.
In questo contesto una particolare menzione meritano le recenti intese raggiunte con alcune università del Marocco.
Nei giorni scorsi, a Rabat, in occasione
di un incontro promosso dal Coppem.,
abbiamo avuto la possibilità con i presidenti delle due maggiori università di
Rabat di definire obbiettivi comuni in
relazione ai quali procedere ad uno
scambio di docenti e studenti. Si tratta
di interagire con università seriamente
impegnate a fornire professionalità di alto profilo ad un paese, come il Marocco,
in piena espansione, che fa della innovazione il motore del proprio sviluppo.
Ci è stato chiesto di collaborare nell’ambito delle competenze che siamo in
grado di garantire e faremo ciò con entusiasmo. Insomma, convinti come siamo che la cooperazione culturale non
possa essere un’offerta di servizi a senso
unico, ci stiamo impegnando a far conoscere ai nostri studenti e docenti sempre
meglio la variegata realtà dei paesi mediterranei, per potere collaborare con
essi sulla base di offerte che rispondono
ai reali bisogni delle università coinvolte negli accordi di cooperazione.
MISSIONE
RABAT
COOPERAZIONE SCIENTIFICA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE
PREVISTA LA STIPULA DI ACCORDI PER LA FORMAZIONE DI OPERATORI
DI ANDREA RIELA DIRETTORE GENERALE IZS
Il Ministro della Sanità del Regno del
Marocco Mohamed-CheiKh Biadillah
ed il Direttore Generale dell’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia Andrea Antonio Riela, nel corso di
un incontro tenuto nell’ambito della
missione ufficiale della delegazione della
Regione Siciliana in Marocco hanno
convenuto sulla opportunità di stilare e
successivamente sottoscrivere un memorandum di collaborazione ed un successivo correlato piano di azione sulla cooperazione scientifica tra IZS della Sicilia ed
il Governo del Regno del Marocco nel
campo della sanità animale, della formazione degli operatori esperti in zooprofilassi e della sicurezza alimentare. Primo
atto sostanziale dell’accordo convenuto
sarà il perfezionamento presso i laboratori dell’IZS di un esperto in sicurezza
alimentare proveniente dai laboratori
dell’Istituto Pasteur del Marocco. Ulteriori contatti intercorsi con Mme Latina
Trecha, Segretario Generale del Ministero dell’Istruzione, sono stati finalizzati
alla progettazione di una attività formativa da rivolgere a formatori da perfezionare per la successiva realizzazione di
corsi residenziali.
Scopo del realizzando accordo è quello
di avviare e promuovere una regolare
stabile e regolare collaborazione tra l’IZS
della Sicilia e le corrispettive Istituzioni
governative del Regno del Marocco nel
campo della formazione di operatori veterinari e tecnici per la esecuzione di
metodiche di analisi, di operatori per l’esecuzione di attività ispettive, di consulenza per l’attivazione di laboratori e l’esecuzione di particolari metodiche di
analisi e di collaborazione per l’armonizzazione della legislazione e alle direttive
UE, collaborazione e per il miglioramento delle produzioni zootecniche. I temi
preferenziali su cui si svilupperà la cooperazione comprendono in via prioritaria la formazione d operatori medici veterinari nel campo ispettivo (controllo
degli alimenti) e nel campo della esecuzione delle analisi di laboratorio, la consulenza per la attivazione di un sistema
di controllo e monitoraggio della eventuale presenza di TSE negli ovicaprini in
allevamenti marocchini con l’addestramento e le formazione di operatori dalla
fase del prelievo alle esecuzione delle
prove di laboratorio e la redazione di un
piano di controllo e monitoraggio. L’intesa prevede inoltre la possibilità di sviluppare forme di partenariato imprenditoriale anche avvalendosi di altre istituzioni da individuare. La sicurezza alimentare è parte integrante della politica
dell’U.E. in materia di salute e tutela dei
consumatori. Il suo approccio “dalla fattoria alla tavola” è opportuno sia adottato anche dai paesi che con l’Euroopa intendono consolidare stabili rapporti di
interscambio commerciale. É una sfida
importante di fronte alla quale sono stati compiuti notevoli progressi, ma restano da fare ulteriori passi. D’altra parte la
sicurezza degli alimenti è un aspetto del
processo di allargamento in relazione al
quale l’U.E. ha reso chiaro fin dall’inizio
che non accetterà una situazione tale da
determinare un abbassamento degli
standard di sicurezza alimentare o un pe-
ricolo qualsiasi per i consumatori. Tutti i
governi in ambito di negoziazione commerciale internazionale riconoscono che
l’ottemperanza al bagaglio di norme dell’Unione in materia di sicurezza alimentare è essenziale.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
della Sicilia (IZS Sicilia) è uno dei dieci
Istituti italiani che costituiscono la rete
tecnica ed operativa dello Stato, delle
Regioni e delle Province autonome, per
la tutela della sanità animale e della sanità pubblica veterinaria. L’ IZS Sicilia
ha sviluppato, negli anni, un percorso
culturale mirato alla formazione del personale ed alla prevenzione delle malattie
infettive e diffusive degli animali, al
controllo degli alimenti di origine animale, degli O.G.M. (Organismi Geneticamente Modificati) ed alla salvaguardia
della salute dell’uomo con particolare ed
attento riferimento alle zoonosi. Le molteplici attività dell’Ente sono sviluppate
attraverso il servizio diagnostico, la ricerca sperimentale, il servizio di laboratorio, la sorveglianza epidemiologica, la
consulenza e l’assistenza agli allevatori,
la cooperazione tecnico-scientifica con
altre istituzioni veterinarie nazionali ed
internazionali, la formazione di personale specializzato in zooprofilassi, di veterinari ed altri operatori. La peculiarità del
territorio di pertinenza, infine, fa dell’IZS Sicilia un ideale anello di congiunzione con i paesi del Maghreb, ricchi di
risorse e prospettive, ma ancora carichi
di problemi di ordine sanitario e serbatoio di malattie esotiche. Questa posizione geografica richiede, dunque, una particolare attenzione e rigorosi sistemi di
controllo per la sicurezza degli scambi
commerciali con i paesi dell’U.E. La
messa a punto di tecniche diagnostiche
innovative, specie nell’ambito della biologia molecolare, rappresenta il fulcro
dei progetti di ricerca dell’Istituto.
MAGGIO 2007|9
MISSIONE
RABAT
I COMUNI PROTAGONISTI DEL PARTENARIATO
RICONOSCIUTO IL RUOLO DEL COPPEM A FRONTE DEI DELUDENTI RISULTATI DI BARCELLONA
Una precisa indicazione per ampliare il
coinvolgimento delle Istituzioni locali
nel processo di partenariato sviluppato
dal Coppem è venuta dal Consiglio di
Presidenza tenuto a Rabat, in coincidenza con la missione della Regione siciliana in Marocco. I lavori sono stati ospitati nella prestigiosa sede della Municipalità. Ha fatto gli onori di casa il sindaco
Omar Bahraoui, anche nella sua qualità
di primo vice presidente del Coppem. É
stato proprio Bahraoui ha tracciare un
bilancio dell’attività del Coppem a conferma di un impegno forte per affermare
i valori della cooperazione e di una sempre più stretta collaborazione tra Città e
Regioni dell’intera area Mediterranea. A
fronte degli scarsi frutti dati dal Processo
di Barcellona, il Coppem, interprete fedele e sensibile delle intuizioni e delle
scelte compiute con l’avvio del Partenariato, ha offerto un peculiare contributo
alla realizzazione di nuovi e spesso inediti rapporti tra le Autonomie locali. Ma
c’è un rischio da evitare e cioè che il
Coppem assuma un carattere autoreferenziale nel senso di limitare le diverse
iniziative esclusivamente alla presenza
dei sui membri quando invece ci si dovrà
aprire a un numero numero crescente di
soggetti dell’una e dell’altra sponda del
Mediterraneo. Sono state passate in rassegna le molteplici attività svolte dall’inizio dell’anno e quelle in agenda; sono
stati illustrati i programmi ai quali già si
lavora; sono stati indicati alcuni campi
nel quali si dovrà assumere una forte iniziativa come, ad esempio, in quello dei
trasporti, suggerito da Fabio Pellegrini. Il
segretario generale Lino Motta e e il coordinatore degli Uffici di rappresentanza
Michele Raimondi hanno posto in rilievo il ruolo di queste importanti strutture, chiamate a promuovere e facilitare
l’incontro e la collaborazione fra gli amministratori delle città mediterranee e di
quelle dell’Europa continentale in settori chiave per lo sviluppo economico e la
.crescita civile. Un’occasione immediata
è offerta – come ha rilevato Muzzafer
Baca – dalla Conferenza interregionale
organizzata a Istanbul per la costituzione
di un’Agenzia per lo sviluppo in materia
principalmente di cooperazione e tra-
sporti. Il Coppem infatti potrebbe contribuire all’iniziativa mobilitando i propri Uffici per promuovere una larga partecipazione delle Autonomie locali.
Motta, prendendo spunto dalla contemporanea missione della Sicilia a Rabat,
ha auspicato che i contenuti del protocollo d’intesa sottoscritto dalle due due
Regioni possano essere estesi anche ad
altre lungo la strada di una efficace cooperazione. Si è poi dato corso corso agli
adempimenti in materia di bilancio con
l’apporto di Giuseppina Terranova, responsabile dell’amministrazione,e del revisore dei conti Marcello Modena. Sempre nella sede della Municipalità di Rabat, sotto la presidenza di Omar Bahraoui, si è riunita l’assemblea dell’Asem,
l’Agenzia per lo sviluppo euromediterraneo che ha proceduto a una serie di
adempimenti. L’assemblea, in particolare, ha preso atto delle dimissioni da amministratore delegato di Lino Motta e,
su sua proposta, ha nominato nuovo amministratore BenedettoMineo, dirigente
generale del Dipartimento finanze e credito della Regione siciliana.
NETWORK DI REGIONI PER IL PROGETTO MEDINS
Nascerà presto un network tra le Regioni partecipanti al progetto Medins con l’obbiettivo di individuare strategie istituzionali, operative e normative comuni per la catalogazione, la salvaguardia e la valorizzazione del Patrimonio Culturale Immateriale. La proposta è stata avanzata a
Rabat nel corso del seminario per il lancio dello stesso progetto. L’ha formulata Angel Iniesta, Direttore del Dipartimento del Patrimonio Culturale
della Regione spagnola. “La cultura immateriale – ha affermato - è un patrimonio che ogni singolo individuo migrante porta con sé, e risulta evidente, ancorché necessario, riuscire a catalogare, salvaguardare, promuovere, valorizzare la conoscenza di un insieme di usi, costumi, tradizioni e comportamenti relativi ai migranti al fine di accrescere la reciproca conoscenza, il mutuo rispetto e la tolleranza per una pacifica convivenza nell’area mediterranea”. Su questa piattaforma Iniesta ha collocato il progetto della costruzione di un network delle Regioni partecipanti
a Medins (oltre alla Regione Siciliana e alla Regione di Murcia partecipano pure la Regione di Rabat e il Governatorato di Keirouan). Il seminario è stato organizzato dal Coppem in coincidenza con la missione siciliana in Marocco. Al meeting hanno partecipato la Regione Siciliana,
in qualità di coordinatrice del progetto Medins, la Regione di Murcia (Spagna), Unimed (l’Unione delle Università del Mediterraneo), il Cultnat
– il prestigioso Centro di Catalogazione e Documentazione del Cairo – oltre ai partner istituzionali marocchini (la Regione di Rabat, la Municipalità e altre organizzazioni pubbliche e private, una delle quali era rappresentata dall’ex ministra dell’Educazione, Rozalie Thaythay). Isam Akel,
Direttore Generale dell’Apla, l’associazione delle autorità locali palestinesi, ha manifestato il proprio interesse alla catalogazione dei tesori immateriali augurandosi che il progetto abbia pieno successo. Tra i risultati dell’incontro da sottolineare l’impegno assunto dal segretario generale
della Municipalità di Rabat, Abdelfatah Skir, circa l’organizzazione insieme con il Coppem, di un prossimo incontro tra tutti i partner del progetto, a Rabat in concomitanza con il Festival delle Culture che si tiene annualmente nella capitale marocchina. (Natale Giordano)
10|COPPEMNEWS
MISSIONE
RABAT
MEDIFIERE SISTEMA INTEGRATO DELLE CAMPIONARIE
IL PROGETTO SARÀ PRESENTATO A PALERMO IN OCCASIONE DELLA RASSEGNA DEL MEDITERRANEO
Apertura verso nuovi mercati, in primis Cina e India, ma anche Nordafrica
ed Europa dell’Est, creazione di un unico network che metta in relazione gli
Enti fieristici del Mediterraneo e il rafforzamento del ruolo di quello palermitano quale polo economico, sociale e
culturale del bacino del Mediterraneo.
Sono questi alcuni degli obiettivi che
si prefigge nel prossimo triennio la Fiera del Mediterraneo, guidata, dallo
scorso novembre, dal nuovo commissario straordinario, Agostino Porretto. In
quest’ottica si colloca la volontà di
creare un “sistema” Fiera del Mediterraneo che abbia rapporti e scambi continui con gli altri enti fieristici del bacino del Mediterraneo. Il primo passo
verso questo allargamento è stato il recente incontro con le autorità di governo e personalità istituzionali del
Marocco, tenutosi nell’ambito della
missione della Regione siciliana a Rabat, promossa dal Coppem. Il confronto ha permesso di porre le basi per un
futuro fatto di collaborazione. La missione dell’Ente Fiera a Rabat ha voluto
porre il primo passo verso una collaborazione con i paesi del Maghreb, avamposto privilegiato per tessere accordi
economici e relazioni istituzionali con
l’isola e per la creazione del network
fieristico del Mediterraneo. Il progetto,
che ha raccolto l’approvazione delle
autorità marocchine e del console della Libia, sarà presentato, quanto prima,
agli altri consolati e alle ambasciate dei
paesi del Mediterraneo. “In questo
contesto – ha sottolineato Agostino
Porretto – l’Ente Fiera vuole assumere
una funzione “politica”, di promozione
di business, prima che imprenditoriale:
segnare le linee guida all’insegna dell’internazionalizzazione e dell’apertura
verso nuovi mercati. Oltre alla posizione geografica – ha aggiunto il Commissario - abbiamo anche una giovane
classe di laureati, abbiamo la cultura,
abbiamo le nostre origini che costituiscono punti di forza e unicità che non
possiamo usare solo come baluardo.” Il
progetto del network fieristico del Mediterraneo sarà presentato a Palermo
nell’ambito della prossima Campiona-
ria Internazionale, la cui 62esima edizione è in programma dal 26 maggio al
10 giugno prossimi. “La Campionaria è
un patrimonio sociale, culturale e storico che non può andare disperso – ha
continuato Porretto – Fare la Campionaria d’estate servirà a dare un segnale
ai cittadini, agli espositori, ai partner
stranieri, che l’Ente ha intrapreso un
percorso di risanamento e rilancio.
Anzi, il risanamento dell’Ente sarà un
segnale per tutta l’economia siciliana.”
Tra i progetti in cantiere quello della
creazione di una presenza del Coppem
espressamente dedicata all’area mediterranea. La proposta sarà presentata
nell’ambito del convegno internazionale “La commercializzazione dei prodotti agroalimentari nell’area di libero
scambio dopo il 2010” organizzato in
collaborazione con il Coppem e l’Asem
(Agenzia di sviluppo euro-mediterraneo). L’appuntamento fa parte del calendario degli eventi organizzati nell’ambito delle attività della Campionaria, che si svilupperà su 83 mila metri
quadrati di spazi espositivi.
MISURE DI PROTEZIONE CIVILE A CONFRONTO
Il Dipartimento della protezione civile della Sicilia è pienamente disponibile a collaborare con il Marocco per la formazione di operatori esperti nella gestione delle emergenze e nella pianificazione degli interventi. É questa l’indicazione emersa dai colloqui che, nell’ambito della missione della Regione siciliana a Rabat, sono stati tenuti dai responsabili delle due strutture, l’ingegnere Salvatore Cocina e il colonnello Rhazouani.
In Marocco l’attività di protezione civile è svolta dal corpo statale dei pompieri “Sapeur pompier” che dipende direttamente dal Ministro dell’Interno Le regioni e le città non hanno competenza specifica in materia. Il corpo dei “Sapeur pompier”, cosi come in Italia il corpo dei Vigili del
Fuoco, svolge le attività di antincendio e di soccorso tecnico urgente nei casi di incidente, disastro, di calamità naturale o antropica. Esso svolge inoltre alcune funzioni del nostro 118, limitatamente al soccorso e al trasporto in ospedale delle vittime di incidenti, di cadute o di aggressioni. All’incontro fra i due responsabili regionali è seguita una visita presso la sede dei pompieri durante la quale sono stati mostrati i mezzi e
le attrezzature a disposizione. É stato interessante osservare che, a differenza dall’Italia, i pompieri dispongono di diverse ambulanze e mezzi
di soccorso sanitario nonché di centinaia di kit per gli operatori impegnati nell’emergenza aviaria che lo scorso anno ha interessato anche l’Italia. Il comandante regionale ha poi spiegato che, nell’ordinario, il suo Corpo si occupa di soccorso in incidenti ed in attività antincendio, compreso l’esame dei progetti di nuove attività e di nuove costruzioni, mentre in emergenza è stato recentemente impegnato nei terremoti in Iran, Turchia e in Marocco, insieme con la Mezzaluna islamica. Le maggiori criticità sono riferibili alla mancanza di presidi di pompieri nei centri periferici e alla dotazione di mezzi. A conclusione, l’ing. Cocine ha consegnato i grest del proprio Dipartimento al Presidente della regione di Rabat, al Sindaco e al capo dei “Sapeur-pompier”. Al Presidente della regione di Rabat, Abdelkébir Berkia è stata consegnata, invece la medaglia del Presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, nella qualità di capo della protezione civile.
MAGGIO 2007|11
MISSIONE
RABAT
UN PARTENARIATO OLTRE GLI STATI NAZIONALI
INAUGURATA LA SESTA SEDE DI RAPPRESENTANZA: È QUELLA DI RABAT
Le Regioni e le Città del Mediterraneo
possono contare su alcuni punti di riferimento che, messi assieme, incominciano a prendere la dimensione di una
vera e propria rete di assistenza alla cooperazione, di incubazione e sviluppo di
progetti, di nuove iniziative per rilanciare, sul terreno dell’operatività, i contenuti della Conferenza di Barcellona
nella prospettiva, sempre più vicina,
della creazione dell’area di libero scambio. Questi punti di riferimento sono
costituiti dagli Uffici di rappresentanza
che il Coppem ha istituito al Cairo, a
Istanbul, Poznan, Eilat, Ramallah e Rabat. La sede istituita nella capitale del
Regno del Marocco è stata inaugurata
in coincidenza con la missione della Regione siciliana a Rabat e con i lavori del
Consiglio di Presidenza del Coppem.
Gli uffici sono ubicati al piano più alto
del luminoso edificio che già ospita
l’Association nazionale des Collectivites du Maroc. Una semplice ma significativa cerimonia ha segnato l’avvio dell’attività della nuova struttura alla quale sovraintende il primo vice presidente
Omar Bahraoui, sindaco di Rabat. Nei
discorsi che hanno preceduto lo scoprimento della targa è stato delineato il
percorso del Coppem sostenuto da un’idea guida e cioè quella che la realizzazione del Partenariato euromediterraneo dovesse andare oltre i rapporti tra
gli Stati per coinvolgere direttamente le
Autonomie locali. Abdelkébir Berkia,
presidente della Regione di Rabat e Baharoui, sia pure sviluppando temi diversi, anno dato atto alla Regione siciliana
di aver sostenuto il Coppem e di averne
assicurato la crescita che è avvenuta in
piena coerenza con i valori originari del
Partenariato. “I risultati del processo di
Barcellona – ha affermato Baharoui –
tutti li conosciamo e non sono confortanti, mentre il Coppem si è posto come
12|COPPEMNEWS
Lino Motta, Omar Bahraoui
una realtà assai positiva. Abbiamo messo assieme le comunità dei paesi europei
e di quelli della riva Sud, greci e turchi,
israeliani e palestinesi. Abbiamo offerto
un’occasione di dibattito sui temi della
crescita culturale, sociale e economica;
intendiamo ora individuare nuove strade per i progetti comuni coinvolgendo
istituzioni locali e imprenditori; rivendichiamo adeguati finanzianti per le
tante iniziative che abbiamo messo a
punto. Oggi si può dire che in qualche
modo il Coppem ha salvato Barcellona”. Lino Motta, segretario generale del
Coppem, ha citato il proverbio cinese
“meglio una cosa vista che cento raccontate” per mettere in rilievo il significato dell’inaugurazione dell’Ufficio di
Rabat nell’ambito del forte impegno
operativo sviluppato in questi anni.
“Avvertiamo attorno a noi un interesse
crescente e, dunque, abbiamo il dovere
– ha affermato - di non deludere le
aspettative e di essere sempre all’altezza
delle sfide che siamo chiamati ad affrontare per fare in modo che si consolidi la democrazia insieme con lo svilup-
po economico e una più alta dimensione sociale.. Se resteremo fedeli allo spirito di Barcellona e ai suoi postulati: pace e sicurezza, partenariato economico e
finanziario, partenariato sociale e culturale, allora avremo vinto la scommessa”.
Adley Hussein, vice presidente, ha insistito sul ruolo del Coppem per rilanciare il Partenariato che, dovrà coniugare
contemporaneamente i temi della sicurezza e le azioni rivolte alla crescita, culturale, economica e sociale. Proprio su
quest’ultimo versante, il Coppem sta
operando con decisione come nel caso
dell’impegno per le pari opportunità ed
è dimostrato dalla costituzione della V
Commissione che, nell’arco di tempo di
pochi mesi, ha già impostato e svolto un
intenso lavoro. Nel corso degli interventi è stato sollevato il problema del
reperimento di risorse finanziarie adeguate allo sviluppo dei numerosi progetti in cantiere. Sotto questo profilo è stata ribadita l’esigenza di un più consistente intervento dell’UE e, in pari tempo, di un più largo coinvolgimento delle imprese e delle istituzioni locali.
UN PONTE TRA SPAGNA E MAROCCO
LUNGO 15 KM DOVREBBE UNIRE MONDO ARABO E OCCIDENTE
DI GIOVANNA CIRINO
Foto satellitare dello stretto di Gibilterra
Il Ponte dei sospiri a Venezia quello di
Brooklyn a New York. Il ponte Ha’penny
a Dublino, il Golden Gate a San Francisco e presto un T-Brige, il primo ponte
euromediterraneo, che collegherà l’Europa all’Africa. Uno strumento efficace per
intensificare i traffici e i trasporti dell’area di libero scambio che si aprirà nel
2010. Un’interconnessione per migliorare il funzionamento e l’efficienza del sistema dei trasporti Nord-Sud. Nel 2006
Abdelfattah Toukan*, ingegnere canadese di origini giordane, esperto internazionale, in occasione di un seminario tenuto a Palermo, ha presentato il progetto T-Bridge, un ponte a pedaggio, un’isola galleggiante con strutture alberghiere,
un’opera ingegneristica di grande valenza simbolica che permetterebbe di congiungere non solo Gibilterra e Tangeri,
quanto il mondo arabo con il mondo occidentale. Una sorta di monumento dedicato al Mar Mediterraneo, luogo d’incontro, di scambi e di sviluppo. L’ingegnere Toukan ha presentato un documento informativo rivolto alla comunità
internazionale, con l’obiettivo di ottene-
re il sostegno e il consenso necessario alla redazione del business plan. Nel documento si propone la firma di un accordo
quadro per la creazione di una partnership di sviluppo che prevede il 60% al
mondo arabo e il 40% all’Europa e gettare le basi ufficiali di una “società TBridge”. Nella proposta i partner divideranno i costi e i ricavi nelle stesse proporzioni in base al rapporto 60/40. Il TBridge dovrebbe essere realizzato tra Spagna e Marocco, per una lunghezza complessiva di 15 chilometri con quattro corsie autostradali, una linea ferroviaria per
collegare il mondo arabo alla linea ferrata europea. La struttura dovrebbe portare
anche condutture e cavi coassiali per il
trasporto di gas e elettricità. La costruzione del ponte, basata su isole galleggianti,
con centri commerciali, villaggi turistici
di lusso e sale conferenze, si avvarrà degli
standard più elevati raggiunti nella progettazione e nell’ingegneria. Sotto il profilo finanziario, la previsione di spesa si
aggira intorno al miliardo di dollari, cui
aggiungere la cifra di 700 milioni di dollari per lo sviluppo dell’area marina e co-
stiera, i negozi e gli spazi per l’intrattenimento. Ma l’intera operazione viene valutata in 3.1 miliardi di dollari. Abdelfattah Toukan ha analizzato due ipotesi
progettuali: Controllo per 10 anni - la
prima opzione di base prevede la vendita
di alberghi, ville in residence e appartamenti alla comunità internazionale durante la costruzione, mentre i beni rimanenti sarebbero per 10 anni di proprietà
dalla società del ponte prima del loro trasferimento. Strategia d’impresa - questa
seconda possibilità - che rappresenta il
business plan per lo sviluppo - viene proposta per minimizzare il fabbisogno di capitale ed aumentare i ricavi attraverso la
vendita di strutture ricettive, più il 50%
del T-Bridge con Strata Title (regime di
proprietà che separa edifici da parti comuni). I beni restanti verranno venduti
o affidati al governo cinque anni dopo il
completamento, con totale stabilizzazione di reddito e occupazione. Il progetto
coprirà le spese in sei anni se non si ipotizza alcun finanziamento del debito.
Nella storia dell’umanità, nessuna struttura architettonica ha rivestito l’importanza dei ponti: in legno, in pietra, in acciaio o in calcestruzzo, hanno unito e
messo in comunicazione villaggi dispersi,
città divise, luoghi lontani, intensificando i traffici commerciali e sviluppando i
contatti umani. Archi sospesi nel vuoto
che hanno cambiato il profilo delle città.
Un punto d’intersezione e d’incontro che
ha reso possibili convivenza e dialogo.
Un abbraccio ideale. Un progetto storico
tra Europa e Mediterraneo, in questa parte vitale del mondo.
* Abdelfattah Toukan, ingegnere e consulente in Giordania, membro della International roads federation, Washington D.C. e
della Ontario Society of professional engineers, Canada. Già Presidente della Jordanian roads association.
MAGGIO 2007|13
UN CENTRO EUROPEO PER LE POLITICHE MIGRATORIE
INAUGURATO A BRUXELLES NELL’AMBITO DEL PROGETTO “CITY TO CITY”
DI PAOLO CARRARA
Con la tavola rotonda “ High skilled labour flows” (I flussi di manodopera altamente qualificata) che
ha visto la partecipazione di più di
200 rappresentanti di Paesi Europei ed extracomunitari, è stato
inaugurato a Bruxelles il Centro
europeo per politiche immigratorie nell’ambito del progetto C2C.
Vittorio Prodi, parlamentare Europeo ha aperto il dibattito, che è
stato moderato da Patrizio Fiorilli,
responsabile ufficio stampa del
CCRE. Relatori: Vincenzo Falcone, sottosegretario alla Presidenza della
Regione Calabria, capofila del progetto;
Richard Howitt, parlamentare della Camera dei Comuni della Gran Bretagna;
Stefania Pasquetti, rappresentante di
DG Giustizia, Libertà e Sicurezza della
Commissione Europea; Mathias Schultze-Böing, capo del gruppo di lavoro su
Occupazione e Affari Sociali del CCRE;
Oriol Amóros, segretario per l’immigrazione del Governo della Catalogna;
Oscar De Bona, Ministro per le politiche migratorie della Regione Veneto;
Ali al Hadaui, consulente per la città di
Amsterdam; Monica Carlsson, consigliere della Contea di Norrbotten (SV).
Il Centro che farà da ponte tra i governi locali e regionali e la Commissione
Europea, affronterà tutte le tematiche
legate alla migrazione, all’integrazione
dei migranti e ancora gli aspetti finanziari, socio-economici e le relazioni con
i paesi di origine degli immigranti. Per
Stefania Pasquetti, l’Europa dovrebbe
migliorare la sua capacità di attrarre i
migranti qualificati fino a diventare un
grande polo di riferimento del lavoro
stabile e qualificato. Per far ciò è importante facilitare la mobilità tramite misure apposite come “ la carta verde” per
rendere più facile lo spostamento dei lavoratori nei paesi dell’UE. Mathias
14|COPPEMNEWS
Schultze-Böing, ha posto l’esigenza di
adottare una politica europea sulla migrazione capace di migliorare e valorizzare le politiche dei governi locali. A
questo fine, è necessario un alto livello
di coordinamento e partenariato tra autorità locali, regionali e nazionali e l’Europa. Oriol Amóros, nel descrivere l’esperienza nella Catalogna, ha rilevato
come non ci sia nessun problema di integrazione soprattutto per gli extracomunitari (provenienti in maggioranza
dall’Africa e dall’America Latina) inseriti e con alto livello di professionalità
lavorativa. E ha citato il caso della Svezia dove, per mancanza di personale soprattutto medico e paramedico, la contea di Norrbotten assume extracomunitari. Ma dal dibattito è emersa una sorta
di “questione morale” legata al dato di
fatto che le aree povere e depresse sono
così private del personale professionalmente qualificato a solo vantaggio dell’economia e della prosperità dell’Europa. Il progetto C2C è un progetto comunitario finanziato nell’ambito di Interreg IIIC South Zone, il suo obbiettivo prioritario è l’integrazione del lavoratori migranti extracomunitari ed è
composto da partner di 7 paesi (Germania, Italia,Latvia,Regno Unito,Spagna,
Svezia e Turchia). In questo quadro di
implementazione delle fasi del
progetto C2C si è attuato il finanziamento di 5 progetti pilota tra
cui Re.La.Te che prevede la creazione della Rete dei Laboratori
Territoriali di pianificazione urbana dove tutti i soggetti interessati
partecipano attivamente alla progettazione dello spazio urbano,
definendo principi, linee guida e
interventi finalizzati alla riqualificazione urbana, economica e sociale della città multietnica. Le
sedi dei Laboratori Territoriali si
trovano a Crotone, Palermo, Valencia e
Villa San Giovanni. Il progetto-pilota
contribuisce a realizzare gli strumenti
per la costruzione di una ‘’città etica’’,
promuovendo l’applicazione di regole di
civile coesistenza ispirate al rispetto delle differenze, al riconoscimento del loro
valore, al fine di rinsaldare legami culturali tra popoli, sviluppare occasioni
d’incontro nell’ambito dei processi di
pianificazione urbana, i temi del rapporto tra le culture nel rispetto delle differenze, del recupero dell’identità semantica degli spazi urbani, delle nuove centralità urbane secondo la teoria dell’aggregazione inter etnica, dei diritti della
cittadinanza e dei doveri della coesistenza, del ruolo delle imprese per il superamento delle barriere culturali, del
ruolo delle istituzioni per l’accoglienza.
Il Coppem, come previsto dell’Unità 2
del progetto è partner responsabile del
settore Comunicazione e Sensibilizzazione da svolgersi secondo il principio
del networking, cioè lavoro volto a divulgare i contenuti, le azioni in itinere e
le finalità per favorire una collaborazione partecipata ed una reale integrazione
tra gli attori locali dei territori interessati con scambi di informazione ed esperienze tra i partner ed i soggetti coinvolti nelle varie attività del progetto.
I DIVERSI VOLTI DELL’EMIGRAZIONE
PROGETTO PER UN DOCUMENTARIO SUL FENOMENO NEI PAESI MEDITERRANEI
DI ILIA MAZZONE
Il segretariato della II Commissione
del Coppem, che si occupa dei problemi legati alla migrazione, ha elaborato il progetto di un film documentario sulla situazione attuale del
fenomeno migratorio nell’area
maghrebina, mediorientale ed europea. L’iniziativa nasce dalla convinzione che sia indispensabile osservare il fenomeno migratorio nelle sue
molteplici sfaccettature, senza dimenticare che esso è condizionato
dalle vicende storiche, da fattori
economici, geografici e da trend demografici. Appare evidente, stando a contatto con la gente, che non tutti leggano
tali concause osservando il volto degli immigrati, uomini, donne e bambini, appena
sbarcati in Europa. Tali immagini provocano a volte compassione, spesso insofferenza; molti si abituano a queste scene come a quelle di una guerra che si protrae da
lungo tempo. Da queste riflessioni trae
spunto l’idea di un documentario che mostri cosa si nasconde dietro quei volti: un
documento visivo che non faccia appello
soltanto all’emotività ed alla coscienza individuale, ma che metta insieme informazioni provenienti da differenti fonti attendibili e dalle diverse esperienze dei paesi
interessati, con il prezioso contributo delle autorità locali delle due sponde che costituiscono il partenariato del Coppem.
Soffermandosi sull’area maghrebina lo
spettatore si rende conto che quelle regioni, spesso considerate semplicemente come territori di provenienza degli immigrati, risentono a loro volta del fenomeno
migratorio in quanto destinatarie dei flussi africani. Di fatto soltanto una parte di
questi ultimi prosegue il viaggio verso il
continente europeo, scegliendo come primo approdo il territorio italiano, spagnolo
e maltese. Nell’area mediorientale al contempo si moltiplicano le richieste d’asilo
causate dagli scenari bellici che sempre
più perdurano e si estendono. Ma tali richieste non sempre vengono accolte benché ne sussista la legittimità. È evidente
che le nazioni europee, coinvolte come
primo approdo da tali fenomeni migratori
provenienti dalle regioni geografiche
maghrebine e mediorientali, si trovino ad
affrontare un problema di enorme portata
con difficoltà di gestione, soprattutto inerenti al fenomeno apparentemente irrefrenabile dell’immigrazione clandestina.
La complessa situazione attuale porta verso una strada inaccettabile che tende, da
una parte, a ledere la dignità della vita
umana dei protagonisti dei flussi migratori; dall’altra contribuisce alla facile assimilazione di questi ultimi agli ambienti legati alla micro-criminalità ed alla criminalità organizzata, oltre che su scala locale su
scala internazionale. Nelle città in cui gli
immigrati iniziano un nuovo percorso di
vita si evidenziano due scenari opposti:
accanto a fenomeni di estremo disagio,
culminati in episodi quali la rivolta delle
banlieu parigine (anche se con connotazioni sociali e politiche specificamente radicate nella realtà francese), si riscontrano
situazioni di pacifica coesistenza dove la
differenza diventa motivo di arricchimento culturale, si moltiplicano i matrimoni
misti e l’apporto degli emigranti risulta,
oltre che vantaggioso, indispensabile. Tali
esempi di integrazione vogliono
concludere questo lavoro con un
messaggio positivo, in un auspicabile scenario futuro di convivenza tra
gente con diverse origini, modelli
culturali e valori spirituali fondata
sul rispetto reciproco, dove queste
differenze costituiscono un prezioso
“valore aggiunto”. Il documentario
sarà arricchito da interviste rivolte a
donne e uomini di fama internazionale (quali Suzanne Mubarak, che il
Coppem ha avuto l’onore di ospitare nel novembre scorso), studiosi
ma anche gente comune, i veri protagonisti del film documentario che viaggia tra
le due sponde del Mediterraneo. Il progetto, che sarà presentato alla XI Assemblea
Generale del Coppem, è coerente con
con il principio enunciato dalla Dichiarazione di Barcellona i cui firmatari “riaffermano che il dialogo e il rispetto tra culture e religioni è una condizione necessaria
per il riavvicinamento dei popoli: in proposito, sottolineano l’importanza del ruolo che i mezzi di comunicazione di massa
possono svolgere ai fini di una conoscenza
e comprensione reciproca delle culture,
come fonte di arricchimento reciproco”. Il
Coppem intende coinvolgere nel progetto
organizzazioni internazionali (Nazioni
Unite, Commissione Europea, Lega degli
Stati Arabi, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ministeri competenti, ambasciate e organizzazioni non governative (Fondazione Migrantes, Amnesty
International, Emergency) nonché le autorità locali del proprio partenariato, dando a tale progetto il massimo risalto internazionale. Crediamo che sia possibile, oltre che auspicabile, la diffusione del documentario attraverso emittenti delle due
sponde ed in collaborazione con Rai Mediterraneo, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica di estrema
rilevanza.
MAGGIO 2007|15
NEL TARDO ANTICO UN LEGAME TRA SICILIA E TUNISIA
INTERESSANTE MOSTRA ARCHEOLOGICA AL MUSEO DEL BARDO FINO AL 18 LUGLIO
DI GIOVANNA CIRINO
uno degli spazi espositivi
Racconta una leggenda siculo-araba
che a segnalare ogni anno l’arrivo della primavera fosse l’incrociarsi in volo
di stormi di colombe, che seguendo
una rotta tanto misteriosa quanto puntuale, tracciavano un ponte aereo che
collegava la sponda nord con quella
sud del Mediterraneo. Partivano da
Erice, la rocca che sovrasta Trapani,
verso il tempio di Sicca Veneria, nei
pressi di Cartagine: anagogie era il nome di questi voli. Al tempo stesso da El
Kef, in Africa, altre colombe ritornavano in Sicilia, e katagogie era il modo di
definire quei viaggi. Una storia romantica, uno dei tanti miti e leggende che
indicano quanto profondi siano da
sempre i legami tra la Sicilia e la Tunisia. Unite da quel tratto di mare nostrum e dalla condivisione di valori comuni che ha basi solide nell’arte, nella
cultura, nella storia. La mostra “Il tardo antico, un legame tra la Sicilia e la
Tunisia”, organizzata dalla Fondazione
Orestiadi di Gibellina, dal Museo del
Bardo di Tunisi e promossa dall’Assessorato ai Beni Culturali della Regione
16|COPPEMNEWS
Siciliana, è stata inaugurata il 18 maggio scorso, da Mohamed Aziz Ben
Achour, Ministro per la cultura e la
Salvaguardia del Patrimonio della Repubblica di Tunisia. Il giorno seguente,
è stata la volta del vernissage della sezione documentaria della rassegna, al
fonte battesimale di Younda (Sfax)
Palais Dar Bach Hamba, sede tunisina
delle Orestiadi. “Il tardo antico, un legame tra la Sicilia e la Tunisia”, non è
solo un’operazione culturale che mette
in mostra una parte dell’enorme patrimonio archeologico tunisino e siciliano, è, soprattutto un’occasione di confronto tra studiosi dell’una e l’altra
sponda ed un’ulteriore opportunità di
dialogo tra le due culture che affondano le loro radici in origini comuni.
L’Africa tunisina ha donato molto alla
Sicilia e a tutta l’Europa: la cultura berbera, quella fenicio-punica con Didone
e la fondazione di Roma, la cultura cristiana e in seguito quella islamica che
fecondò il suolo di Sicilia. É grazie all’impulso dato da poeti, letterati, teologi di Cartagine, che Roma e il suo Impero spirituale sono sopravvissute alla
catastrofe politica. Dal cristianesimo
africano provengono tre Papi, centinaia
di scrittori, artisti e filosofi, Sant’Agostino in particolare, di origine berbera e
madre cristiana, che impose la salvezza
dell’immenso patrimonio culturale di
Le mostre rientrano nel programma di manifestazioni per il 50° anniversario della
Costituzione della Repubblica della Tunisia.
Il Manifesto è firmato dall’artista Mimmo
Paladino. Sarà pubblicato un quaderno
con contributi di Tahar Ghalia, Franco Cardini e Giulio Andreotti.
greci, egizi e romani. Non dimentichiamo che in Sicilia operavano maestranze artigiane africane del mosaico, un
nome per tutti, la Villa del Casale di
Piazza Armerina con il suo apparato
iconografico. Dopo “L’Islam in Sicilia”
- la mostra esposta a Tunisi e trasferita
nelle maggiori città del Mediterraneo,
conclusasi nei mesi scorsi in Pakistan la Fondazione Orestiadi di Ludovico
Corrao, presenta la grande civiltà delle
prime comunità cristiane dell’Africa di
Cartagine in rapporto con il fiorire della chiesa in Sicilia. La Tunisia apre le
porte del Museo del Bardo, che fondato
nel 1888, è uno dei più prestigiosi del
Maghreb per l’importanza dei manufatti archeologici punici che conserva.
Nelle sale espositive, accanto agli importanti reperti della collezione conservata nei caveaux del museo, sono presentati quarantadue pezzi particolarmente significativi provenienti dagli
scavi siciliani.
Reperti archeologici di grande valore
culturale, selezionati dalle Sovrintendenze delle nove province dell’isola:
iscrizioni fittili, tegole con tralci di vite e uva della più classica simbologia
cristiana provenienti da una tomba
delle catacombe di Marsala, una fibbia
di bronzo e una mensa d’altare di età
cristiana-bizantina esposta al Museo
Bernabò Brea di Lipari. E ancora, capitelli, lucerne, affreschi, anfore bicchieri e brocche, una coppia di preziosi
orecchini d’oro del V secolo. In un momento d’instabilità e allarme generale
per la sicurezza mondiale, causato dal
ritorno di estremismi e violenze in
molti paesi, l’incontro tra istituzioni ed
esponenti della cultura euromediterranea che lavorano in sinergia, indica
non solo un interessante percorso artistico, ma un segnale importante in nome della pace e della convivenza tra i
popoli. Agostino condannò senza appello la guerra (senza se e senza ma): É
segno di maggiore gloria uccidere le guerre
con la Parola, anzicché gli uomini con le
armi, e conquistare la pace con la pace e
non con la guerra.
Ed è attraverso il dialogo interculturale
che si possono tracciare nuove vie e trovare soluzioni che priviligino i valori
della solidarietà e cooperazione. Il coordinamento scientifico della mostra è
stata affidato a Enzo Fiammetta, direttore del Museo delle Trame del Mediterraneo di Gibellina e a Tahar Ghalia, direttore del Museo del Bardo di Tunisi,
che racchiude la più grande collezione
del mondo di mosaici di epoca romana.
Abbiamo intervistato Tahar Ghalia, alla viglia dell’inaugurazione:
Come é nata l’idea della mostra?
Nel mito affondano le origini dei rapporti fra le due sponde del Mediterraneo. L’iniziativa è nata da un comune
accordo tra le istituzioni tunisine e quelle siciliane sensibilizzate da Ludovico
Corrao presidente della Fondazione
Orestiadi. Crediamo che la ricchezza
antropologica delle due rive, l’incontro
tra due mondi, due religioni, l’Islam e il
Cristianesimo, possa rappresentare un
legame che sposa turismo e cultura e un
segnale di pace tra i popoli.
Quali reperti tunisini sono in mostra
al Museo del Bardo?
É stato realizzato di recente un nuovo
spazio, il Dipartimento delle Antichità
Tahar Ghalia
Tardive, specificamente dedicato alle
esposizioni del dipartimento cristiano. Il
pubblico potrà vedere, per la prima volta, dei reperti archeologici di eccezionale bellezza come ad esempio il fonte battesimale del VI secolo d.C.
Il Museo ha in programma altre
collaborazioni?
Stiamo lanciando un programma di
scambi con altri musei americani ed europei. Il prossimo anno sarà allestita una
mostra in collaborazione con Palazzo
Grassi di Venezia, dal titolo “Roma e i
barbari”.
Direttore Ghalia, può una mostra archeologica favorire il dialogo tra le culture dell’area euromediterranea?
I primi nuclei cristiani nell’Africa Romana posero le basi per una cultura che
si sarebbe ben presto diffusa in tutta Europa. Il naturale ponte di transito fu la
Sicilia: l’Italia e la Tunisia sono vicine e
legate da secoli da intrecci umani e culturali intensi. Iniziative del genere sono
le benvenute perché favoriscono in modo diretto la conoscenza e promuovono
il dialogo tra le culture.
MAGGIO 2007|17