Fabbrica dei fiammiferi - Piccola Biblioteca Jesina
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Fabbrica dei fiammiferi - Piccola Biblioteca Jesina
Fabbrica dei fiammiferi La prima venne impiantata a Jesi attorno alla metà dell’Ottocento dalla società Tommasi, Forlai & C. Era ubicata nella zona di via Roma, lungo il canale-vallato Pallavicino: si giovava “d’una caduta d’acqua di circa due metri per la lavorazione di stecchini, che allora erano quadri”. Venne chiusa nel 1874 a causa di un incendio. L’anno prima, nella attuale via Castelfidardo, veniva aperta, su iniziativa di Sergio Schiavoni e Giovanni Ponzelli, una nuova fabbrica che nel 1898, in seguito a fusione, divenne stabilimento di Jesi della Società Anonina Fabbriche Riunite di Fiammiferi di Milano, “marca Schiavoni e Ponzelli”. Lo stabilimento di Jesi, realizzato su un’area di circa tremila metri quadrati, produceva “ogni anno circa due miliardi di fiammiferi di legno solforato”. Agli inizi del Novecento aveva più di 150 Epifania 1941 alla Saffa di Jesi: della Madre e del dipendenti (125 donne e 36 uomini), mentre una cinquantina Festa Fanciullo. di operaie erano occupate a domicilio per la lavorazione delle scatole. Nel 1937 lo stabilimento passò alla Saffa (Società Anonima Finanziaria Fiammiferi ed Affini) di Milano, proprietaria di analoghi stabilimenti a Magenta, Moncalieri, Asti, Venezia, Este, Fucecchio e Napoli. La produzione principale consisteva nei fiammiferi di legno, i cosiddetti familiari, da cucina, meglio noti come fulminanti o zolfanelli (da zolfo). In quegli anni la fabbrica jesina contava più di duecento dipendenti. In seguito cambiarono le tecniche di lavorazione, dai familiari si passò ai cerìni e agli svedesi, ma le novità non servirono ad arrestare la crisi che culminò con la chiusura della fabbrica, il 3 maggio del 1988, e con la scomparsa di un altra figura storica del mondo del lavoro jesino, quella delle fiammiferaie. “Conoscere Jesi”, G. Luconi – P. Cocola