Articolo di Marco Centenari - Beta Montecarlo e Rally 037 Club Italia

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Articolo di Marco Centenari - Beta Montecarlo e Rally 037 Club Italia
circolazione
classic
di Marco Centenari
Lancia Beta Montecarlo
Cuore sportivo
RAFFINATISSIMA, COL MOTORE CENTRALE E LE SOSPENSIONI INDIPENDENTI, ERA CONSIDERATA
UN PO’ LA “SORELLASTRA” DELLA FIAT X1/9. RESTÒ SUL MERCATO PER DIECI ANNI, E SPARÌ
SENZA LASCIARE EREDI. MA IL SUO DNA HA CONTAGIATO LE AUTO DA RALLY DEGLI ANNI ’80. FU
APPREZZATA ANCHE IN AMERICA, E OGGI LE SUE QUOTAZIONI VANNO DA 7 A 9MILA EURO
I
l suo progetto portava la sigla
X1/8 ed era stato concepito dalla Fiat alla fine degli anni Settanta per sostituire la 124 Sport/Spider, così come in sostituzione della 850 Spider era stato varato il
contemporaneo progetto X1/9. Era
l’epoca in cui i due grandi carrozzieri torinesi Pininfarina (già autore e produttore della 124 Spider)
e Bertone (autore e produttore della 850 Spider) avevano le potenzialità stilistiche, tecniche e costruttive per sviluppare un progetto da zero fino al prodotto finito. Responsabili delle due aziende erano due pietre miliari della
carrozzeria italiana: Leonardo Fioravanti (Pininfarina) e Marcello
Gandini (Bertone). La Fiat, in
omaggio a una continuità di collaborazione ormai consolidata e
ben conscia dell’eccellenza dei due
fornitori, commissionò la X1/8 a
La prima serie si riconosce
subito per le “pinne”
posteriori non vetrate,
come dal 1980, ma piene.
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AUTOMOBILE
| GIUGNO 2009
Pininfarina e la X1/9 a Bertone. Ma
mentre il progetto affidato a quest’ultimo andò in porto rapidamente e già nel 1972 la nuova piccola sportiva Fiat era in listino,
l’altro, pur essendo sostanzialmente pronto nei medesimi tempi, subì una serie di prudenziali attese,
dovute soprattutto alla crisi petrolifera e commerciale del momento. Occorrerà attendere fino
al Salone di Ginevra del 1975 per
vedere finalmente la Lancia Beta
Montecarlo. Proprio così, a differenza dell’altro progetto che aveva mantenuto la denominazione
e il marchio Fiat, la sigla X1/8 venne dapprima trasformata in X1/20
e poi in 030, e infine scomparve in
favore del più nobile marchio Lancia e di un nome che evocava le
glorie rallistiche. In effetti, con la
sigla 030, il marchio Abarth Pininfarina e il grosso motore della Fiat
130, la vettura si era già distinta in
gara giungendo seconda assoluta
al Giro automobilistico d’Italia
guidata da Giorgio Pianta. Per la
versione definitiva venne scelto,
com’era ovvio, il quattro cilindri
Fiat bialbero portato però a 2 litri. Ma la cosa più interessante del
progetto riguardava la posizione
del motore stesso, in zona posteriore-centrale-trasversale, con inclinazione in avanti di 20°. La distribuzione dei pesi risultò a vantaggio di ottime doti di guidabilità e tenuta di strada. Con 120 CV
di potenza, un peso di soli 1.040
chili e una buona penetrazione aerodinamica, la Beta Montecarlo risultò particolarmente briosa e divertente (190 km/h; 9,8 secondi da
0 a 100 km/h) oltre che bella e originale stilisticamente, proponendosi come una delle migliori sportive di classe media della produ-
zione mondiale. Di rilievo la capienza di 260 litri del vano bagagli anteriore. Offerta in versione
Coupé a tetto rigido e Spider a tettuccio amovibile, fu prodotta in
quasi 4mila esemplari, più altri
1.700 denominati Scorpion 1.8 (solo spider) per il mercato Usa. Nel
1980 uscì la seconda serie, che si
chiamò solo Montecarlo, sempre
Lancia ma senza Beta (modello col
quale, motore a parte, condivideva poco). Lievi le modifiche estetiche, con nuova griglia sul frontale e raccordi vetrati sulla coda.
Stesso motore e stessa potenza di
120 CV pur con l’aggiunta dell’accensione elettronica. Circa 2mila
gli esemplari venduti fino ai primi del 1984, anno della definitiva
uscita di scena, non senza rimpianti. Le quotazioni odierne oscillano fra i 7mila e i 9mila euro. Può
essere un buon investimento.
❱❱❱❱ Dati tecnici
Motore posteriore/centrale quattro cilindri in linea ■ Cilindrata 1.995 cc ■ Potenza massima 120 CV a 6.000 giri/min ■ Coppia massima 165 Nm a 3.500
giri/min ■ Alimentazione carburatore a doppio corpo invertito Solex C 34 o
Weber 34 DATR/200 ■ Cambio manuale a 5 marce ■ Sospensioni ant e post
a McPherson, con bracci tiranti trasversali, ant con barra stabilizzatrice
■ Freni ant/post a disco 227 mm ■ Peso in ordine di marcia 1.040 kg ■ Dimensioni lung/larg/alt 3.810/1.700/1.190 mm ■ Pneumatici 185/70 HR-13 ■
La versione spider
e la coupé si sono
divise equamente
il mercato.
❱❱❱❱ Storia
Le fu dato il nome più evocativo dei
rally, nonostante la Lancia “da rally”,
la Stratos, fosse stata prepensionata per far correre la Fiat 131. La Beta Montecarlo era già pronta nel 1974,
ma debuttò sul mercato solo nel 1975.
Nel 1980, fu oggetto di un restyling e
le vendite durarono, così, per quasi
cinque anni. Dal 1976, inoltre, l’auto
era sbarcata negli Usa. In versione
solo spider, fu ribattezzata Scorpion
a causa della presenza della Chevrolet Montecarlo. Purtroppo, per ragioni di inquinamento, il motore fu sostituito con un 1.756 cc da 81 CV a
5.900 giri/minuto e con la coppia massima di 121,0 Nm a 3.200 giri/min.
❱❱❱❱ Mercato
Esemplari prodotti:
I serie:
3.835
II serie:
1.940
Scorpion:
1.801
FUNZIONALITÀ
★★★★★
COMFORT
★★★★★
PIACERE DI GUIDA
★★★★★
SICUREZZA
★★★★★
ECONOMIA
★★★★★
❱❱❱❱ Pregi e difetti
Il raffinato schema a motore centrale la rende ancora oggi un’auto molto intrigante da guidare. Il telaio, in
compenso, potrebbe sopportare ben
altre potenze e le prestazioni modeste sono il suo difetto principale. Inoltre, per l’epoca l’auto era dotata di
una buona sicurezza passiva, grazie
alla sua robustezza. Non mancano,
poi, elogi per l’abitacolo spazioso e
per la completezza della strumentazione. La versione targa, infine, ha una
capote in tela facile da smontare e
che si ripiega nel rollbar centrale, senza così rubare spazio ai bagagli.
❱❱❱❱ La II serie
Lanciata nel 1980, si riconosce immediatamente per le pinne posteriori realizzate in plexiglass, per migliorrare la visibilità. Aumentano anche
leggermente le prestazioni, con la
coppia che passa a 171 Nm e la velocità massima che arriva a 195 km/h,
grazie anche all’iniezione elettronica.
Crescono poi anche le dimensioni dei
freni. Esteticamente, cambiano la mascherina anteriore, le frecce anteriori, i cerchi in lega di nuovo disegno e
da 14”. All'interno la finta pelle cede
il posto al tessuto, e il volante passa
da due a tre razze. La produzione fu
sospesa nel 1984, ma la cellula centrale fu la base per sviluppare la Lancia 037, l’ultima auto a due ruote motrici a vincere un mondiale rally.
❱❱❱❱ indirizzi
Club: www.betamontecarlo.it
Libri: Lancia Beta Montecarlo,
di Bruno Vettore. Giorgio Nada
Editore, 2005