European Commission - Dipartimento di Economia, Statistica e
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European Commission http://ec.europa.eu/trade/issues/respectrules/anti_dumping/pr230206_en.htm Anti-dumping Inchiesta UE sulle pratiche di dumping riguardanti le calzature in cuoio prodotte in Cina e in Vietnam: informazioni di base Bruxelles, 23 febbraio 2006 • Esistono prove inconfutabili dell’esistenza di un marcato intervento dello Stato nel settore delle calzature in cuoio in Cina e in Vietnam: finanziamenti agevolati, esenzioni fiscali, rendite fondiarie estranee alle leggi di mercato, valutazione impropria delle attività. Questo tipo di interventi statali dà luogo a pratiche di dumping. L’inchiesta UE è stata condotta presso fabbriche selezionate di comune accordo con il governo cinese e quello vietnamita. • Ai vantaggi comparati della Cina e del Vietnam si aggiunge un comportamento anticompetitivo. Per quanto possa sembrare paradossale, nessuno dei due mercati in questione ha bisogno di questo tipo di intervento dello Stato per essere competitivo sui mercati internazionali. • Il pregiudizio subìto dai produttori dell’UE può essere dimostrato. Dal 2001, parallelamente all’aumento delle importazioni in dumping, la produzione europea di calzature è diminuita di circa il 30%. Il settore ha perso circa 40 000 posti di lavoro. Questi risultati non sono imputabili solamente alle pratiche di dumping. Resta comunque il fatto che l’intervento statale e il dumping in Cina e in Vietnam acuiscono la concorrenza, di per sé già feroce. • Gli interessi dei dettaglianti/consumatori sono stati valutati attentamente. Il problema riguarda circa 9 paia di scarpe su ogni 100 acquistate in Europa. È chiaramente dimostrato che, sebbene negli ultimi cinque anni i prezzi all’importazione delle calzature in cuoio siano diminuiti nell’UE di oltre il 20%, i prezzi al consumo sono rimasti stabili ed hanno addirittura registrato un leggero incremento. L'applicazione di un dazio aggiungerebbe soltanto poco più di 1,5 euro al prezzo medio all'ingrosso di 8 euro per le calzature in cuoio vendute al prezzo di 30-100 euro al dettaglio. Nell'ambito della catena di approvvigionamento vi è un margine che consente di assorbire un modesto dazio sui costi all'importazione ripartendolo tra le varie gamme di prodotti nonché all'interno della catena di distribuzione. Mercato delle calzature dell’UE: percentuale delle calzature cui si applica il dazio antidumping: 9% • Il Commissario per il commercio raccomanderà l'istituzione di dazi provvisori del 19.4% per la Cina e del 16.8% per il Vietnam e proporrà che tali dazi vengano introdotti gradualmente nell'arco di 5 mesi, partendo da un’aliquota di circa il 4%. • Questa misura garantirà ai dettaglianti con merci in transito di non dover improvvisamente pagare alla frontiera la tariffa doganale piena. Al termine del periodo di sei mesi verrà comunque applicata una tariffa piena per contrastare gli effetti pregiudizievoli del dumping. Tale misura corregge il pregiudizio, ma consente nel contempo il massimo livello di prevedibilità per gli importatori. Non vi saranno contingenti né limitazioni sulle importazioni di calzature in cuoio. • La Commissione si impegna a collaborare con le autorità cinesi e vietnamite per far fronte ai problemi sollevati dall'inchiesta UE. • Non si tratta di protezionismo. Questo tipo di intervento statale in un settore fortemente competitivo va contro tutti i principi del commercio equo. Le misure dell’UE non riguarderanno i bassi costi e il vantaggio comparato. • In applicazione del principio del dazio minore, la normativa europea sulle misure antidumping stabilisce chiaramente che queste ultime non possono essere utilizzate per rendere le importazioni più costose rispetto al prodotto equivalente dell’UE. È infatti possibile, come spesso accade, che le esportazioni della concorrenza siano molto più economiche del loro equivalente europeo (non si può dire lo stesso per le norme applicate dall’India, dagli USA e dalla stessa Cina, i quali non applicano neanche il principio di interesse della Comunità). • Non fatevi ingannare dal confronto tra calzature e tessili. Il problema dei tessili riguardava il rapido e improvviso aumento delle importazioni di prodotti tessili in condizioni commerciali eque. La Commissione europea non ha mai lasciato intendere che le esportazioni cinesi di tessili fossero basate su pratiche commerciali sleali o illecite. Essa ha agito nei confronti delle autorità cinesi per ammortizzare l’impatto della trasformazione epocale che hanno subìto gli schemi commerciali internazionali nel settore tessile. Nel 2008 le misure riguardanti i tessili non esisteranno più. Le calzature in cuoio sono invece sovvenzionate dallo Stato e formano l’oggetto di pratiche di dumping. Ciò è inammissibile dal punto di vista delle norme OMC e noi abbiamo legalmente diritto a tutelare i produttori europei contro tali pratiche. Percentuale degli scambi UE-Cina oggetto di misure antidumping: meno del 2%