Il biometano, un`opportunità per i trasporti

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Il biometano, un`opportunità per i trasporti
Il biometano, un’opportunità per i trasporti
Negli ultimi anni, il gas naturale è un carburante che ha caratterizzato in maniera rilevante
in Italia e in Europa l’evoluzione del mercato automobilistico, nonché di quelli dei veicoli
commerciali e agricoli. Si è passati da numeri di nicchia a vendite significative: dal migliaio
di esemplari di una decina di anni fa, agli oltre 150 mila in Italia nel biennio 2014/15.
La giornata [bio]metanoday vuole offrire l’occasione per verificare due casi concreti, a
dimostrazione che è possibile produrre il biometano utilizzando residui agricoli e rifiuti
urbani, valorizzando in questo modo risorse rinnovabili e contribuendo a migliorare la
competitività dei relativi settori produttivi.
L’utilizzo del biometano come combustibile nei veicoli a metano completa questo circolo
virtuoso, aumentando sensibilmente i benefici per l’ambiente.
Fiat Chrysler Automobiles e CNH Industrial hanno anticipato questa evoluzione positiva
con rilevanti investimenti fin dagli ultimi anni Ottanta dello scorso secolo.
FCA è da oltre 15 anni il maggiore costruttore europeo nel campo delle vetture e dei veicoli
commerciali a metano, con un’ampia gamma di veicoli a doppia alimentazione dei marchi
Fiat, Fiat Professional e Lancia. I modelli più recenti sono i Doblò e Ducato – che nelle ultime
versioni del 2015 hanno confermato in gamma l’alimentazione a metano – oltre alla Fiat
500L, la Fiat 500L Living e la Lancia Ypsilon, tutte equipaggiate con il propulsore 0.9 cmc
da 80 cv TwinAir Turbo con doppia alimentazione metano-benzina, insignito del titolo “Best
Green Engine of the Year 2013”.
CNH Industrial è leader europeo nella tecnologia a gas naturale con oltre 14 mila veicoli
venduti dei brand Iveco e Iveco Bus e 29 mila motori del marchio FPT Industrial. Inoltre,
tutte le soluzioni della propria gamma a metano sono già predisposte per poter funzionare
anche con il biometano.
In campo agricolo, il brand New Holland Agriculture ha indirizzato la ricerca e i propri
investimenti su alcuni carburanti rinnovabili – alternativi al diesel – quali l’idrogeno, la cui
tecnologia deve essere ulteriormente perfezionata, e il metano. In tal senso, New Holland
Agriculture ha sviluppato il prototipo del trattore CNG T6 Methane Power e il concetto di
azienda agricola indipendente dal punto visto energetico.
Nel settore dei trasporto merci e passeggeri, il brand Iveco è leader nella vendita di veicoli
a gas naturale, in particolare nella tecnologia LNG, con oltre 500 Stralis Natural Power LNG
già circolanti, principalmente nei Paesi Bassi, Francia e Spagna (dove l’infrastruttura è già
fortemente presente) e in Italia dove le infrastrutture dedicate per il rifornimento stanno
gradualmente divenendo disponibili.
Anche il brand Iveco Bus è leader europeo nel campo delle trazioni alternative. In Francia,
per esempio, ha già fornito alla municipalità di Lille 400 autobus a gas naturale che utilizzano
il biometano come carburante.
Il brand FPT Industrial – che fornisce i motori CNG al gruppo CNH Industrial – ha utilizzato
il proprio know-how nel settore dei trasporti per mettere a punto il motore del prototipo
Methane Power del brand New Holland Agriculture dotato di un propulsore Nef 6 da 175 CV
(129kW). CNH Industrial e Fiat Chrysler Automobiles insieme con Air Liquide (leader
mondiale nei settori del gas, delle tecnologie e dei servizi per l’industria e la salute) a Expo
2015 hanno dimostrato i potenziali benefici ambientali generati dall’uso del biometano, con
un progetto per promuovere l’introduzione di biometano nella rete infrastrutturale di
distribuzione di gas naturale dell’Europa, in considerazione della non accessibilità ai
consumatori del biometano in Italia.
A tal fine, sono stati acquistati 3,64 GWh di certificati di produzione all’origine di biometano
nell’ambito del sistema di certificazione del Regno Unito GreenGas. Questa quantità di
biometano equivale a circa 340 mila m3 di gas naturale utilizzati dalle Fiat 500L e dagli
autobus Iveco forniti a Expo 2015. Attraverso l’utilizzo di tale quantità di biometano al posto
del gas naturale, sono state risparmiate 118 tonnellate di CO2, pari all’assorbimento di una
foresta composta di 160 piante, nell’arco della loro vita.
Il gas naturale è il carburante più pulito oggi disponibile ed è l’unica reale alternativa alla
benzina e al gasolio, con una riduzione di emissioni di CO2 del 23 per cento rispetto al
funzionamento a benzina e con minime emissioni nocive: dal particolato, ridotto
praticamente a zero, agli ossidi di azoto e agli idrocarburi più reattivi che causano la
formazione di altri inquinanti.
Inoltre, il gas naturale ha le potenzialità per essere una fonte rinnovabile attraverso il
biometano, un carburante con un elevato potenziale di sviluppo, che presenta per la sua
produzione un’ampia disponibilità di materie prime. La tecnologia del gas naturale risponde
perfettamente all’approccio di FCA e CNH Industrial alla mobilità sostenibile, che preferisce
soluzioni concrete, subito fruibili e accessibili a tutti.
Dal punto di vista ambientale, il vero vantaggio del biometano è evidente quando si
considera l’intero ciclo di vita del combustibile, in un’ottica well-to-wheel, cioè dalla
produzione al consumo finale. In questo caso, la riduzione di CO 2 può superare il 95 per
cento, secondo la materia prima di origine.
In tale prospettiva, i veicoli a biometano producono pressoché le stesse emissioni di CO2 di
un veicolo elettrico alimentato con energia prodotta da fonti rinnovabili.
Tuttavia, in Italia persistono problemi strutturali che hanno frenato lo sviluppo del metano
per autotrazione e che sono un ostacolo all’utilizzo del biometano: una rete di distribuzione
del metano insufficiente in molte regioni, cui si aggiungono aspetti burocratici per l’apertura
di nuovi impianti e il necessario completamento del quadro normativo riguardante la
produzione e l’immissione in rete del biometano.
Il CRF (Centro Ricerche Fiat) è il punto di riferimento per le attività di ricerca di Fiat Chrysler
Automobiles, la cui missione ha tre obiettivi principali. Innanzitutto, sviluppare
motopropulsori, sistemi veicolo, materiali, metodologie e processi innovativi per migliorare
la competitività dei prodotti di FCA. Quindi, rappresentare Fiat Chrysler Automobiles negli
ambiti della ricerca collaborativa a livello europeo e nazionale, partecipando a progetti di
ricerca precompetitiva e promuovendo lo sviluppo di una rete di contatti e partenariati a
livello internazionale. Infine supportare FCA nella valorizzazione del proprio capitale
intangibile.
Inoltre, il CRF – in partenariato con tutti i portatori d’interesse pubblici e privati nel campo
della mobilità sostenibile e attraverso una rete di relazioni con partner accademici e
industriali – partecipa a iniziative di ricerca collaborativa a livello nazionale e internazionale
per favorire l’applicazione industriale dei risultati della ricerca.
Il progetto della Panda Biomethair s’inserisce perfettamente in questo contesto. Gli esperti
del CRF hanno realizzato un piccolo motore sovralimentato, completamente dedicato e
ottimizzato per l’utilizzo del biometano, predisposto anche all’utilizzo delle miscele
metano/idrogeno. Sono così state sviluppate e integrate un’architettura mild hybrid 48V,
soluzioni innovative a basso costo per i sistemi di post-trattamento dei gas di scarico e per
la perfetta integrazione sotto il pianale sia delle bombole CNG sia delle batterie, un sistema
di controllo del veicolo e delle modalità ibride. Infine, si è lavorato con ACEA Pinerolese per
lo sviluppo della filiera di produzione del combustibile partendo da rifiuti solidi urbani.
Il CRF indirizza le proprie attività di ricerca e sviluppo su tre aree. La prima è la sostenibilità
ambientale, attraverso progetti finalizzati all’aumento dell’efficienza energetica e alla
riduzione dell’impatto ambientale su tutto il ciclo di vita del veicolo. La sostenibilità sociale,
sviluppando sistemi di sicurezza attiva, passiva, preventiva e cooperativa dei sistemi di
trasporto e studiando misure per garantire l’accesso alla mobilità a tutte le persone
indipendentemente dalle loro specificità. Infine, la competitività economicamente
sostenibile, con programmi di miglioramento di prestazioni e funzionalità del veicolo,
orientati anche alla riduzione dei tempi d’introduzione sul mercato dei risultati della ricerca.
In aggiunta alle conoscenze specifiche tipiche del settore automobilistico, il CRF ha
sviluppato competenze strategiche anche nel manufacturing, nello studio dei materiali
funzionali, nell’ICT e nell’elettronica.
Egea è una realtà operativa nelle diverse fasi della filiera dei servizi pubblici locali sia in
attività regolate, sia in regimi di libero mercato. Nella vendita di energia elettrica e gas, Egea
è entrata da anni a pieno titolo nella top-ten dei principali operatori nazionali e sta
incrementando la clientela “retail”, grazie anche alla fitta rete di sportelli aperti al pubblico,
parte significativa di un servizio integrato offerto al territorio e sul territorio. Inoltre, è leader
a livello nazionale nella realizzazione d’impianti e reti di teleriscaldamento su misura di centri
di media dimensione: sono 15 le città ad oggi servite. I servizi di “efficientamento energetico”
e d’illuminazione pubblica (oltre 25 mila punti luce gestiti) costituiscono la più recente
risposta all’esigenza di sviluppo sostenibile delle amministrazioni pubbliche con le quali
Egea dialoga costantemente.
Nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, idroelettrico, biogas e biometano) Egea ha
dimostrato la propria capacità di realizzare impianti tecnologicamente all’avanguardia e
capaci di sviluppare veri e propri circoli virtuosi, in quanto perfettamente inseriti nel contesto
ambientale e socio-economico in cui sorgono. Come attesta anche il più recente progetto
legato al biometano, la “provincia” diventa così fulcro e punta di eccellenza dello sviluppo
economico in chiave sostenibile del Paese.
Competenza industriale e passione per il territorio hanno permesso la costante crescita di
Egea il cui fatturato è aumentato di dieci volte negli ultimi dieci anni (oggi sfiora gli 800
milioni di euro) e il numero dei dipendenti (oltre 530) è raddoppiato.
Negli ultimi sei anni sono stati investiti oltre 215 milioni di euro in progetti che hanno inciso
in maniera determinante sul potenziamento e sulla qualità dei servizi erogati. Nella
compagine societaria di Egea coesistono e interagiscono tra loro alcune tra le più
significative realtà imprenditoriali e bancarie piemontesi e 146 Comuni, fattore che ha
permesso di ampliare i settori di attività, cogliere le sollecitazioni provenienti dal territorio e
di esprimere nel modo migliore la propria natura di multiutility.
Acea Pinerolese Industriale Spa – multiutility del torinese, modello di efficienza e
innovazione del settore pubblico – è la prima azienda in Italia che ha sviluppato un percorso
di produzione di energia rinnovabile attraverso la valorizzazione dei rifiuti organici delle città.
Dal 2014 l’impianto di Pinerolo produce anche biometano per alimentare auto e veicoli
industriali nonché per il fabbisogno domestico (cucina e riscaldamento) e i processi
produttivi di grandi aziende.
Il biometano è ottenuto attraverso un processo di upgrading del metano contenuto nel
biogas “intercettato” in un complesso processo di trattamento anaerobico dei rifiuti organici
di Torino e numerose città del torinese. A livello per ora sperimentale, si può anche ottenere
idrogeno dal trattamento anaerobico degli stessi rifiuti organici.
Nell’impianto di Pinerolo ogni anno vengono “valorizzate” con metodo anaerobico e inodore
60 mila tonnellate di rifiuti organici provenienti da circa 1 milione di abitanti.
Acea Pinerolese è una società a totale capitale pubblico che gestisce numerosi servizi per
comuni, aziende e cittadini, dalla gestione del ciclo integrato delle acque alla distribuzione
del gas metano, dalla produzione calore al trattamento dei rifiuti e, attraverso la controllata
Acea Ambiente, alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.
Inoltre, l’azienda ha recentemente rafforzato il proprio ruolo a livello regionale nella gestione
dei rifiuti acquisendo (insieme con Iren e Iren Emilia) il 49 per cento di Amiat, raggiungendo
la quota dell’80 per cento. In questo modo Acea Pinerolese contribuisce con il proprio know
how al trattamento della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti con un ruolo di
partner tecnico e strategico, in un contesto del ciclo integrato dei rifiuti.
Torino, 10 marzo 2016