a monte ea valle del contatore la sicurezza c`è

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a monte ea valle del contatore la sicurezza c`è
INTERVISTA
A MONTE E A VALLE
DEL CONTATORE
LA SICUREZZA C’È
A confronto con Luciano Baratto, responsabile degli Affari Regolatori di Anigas,
membro del board Cig, rappresentante italiano nel Comitato distribuzione
dell’International gas union (Igu) e in quello di Eurogas
Un “riferimento” metodologico per gli altri Paesi
d’Europa, in un contesto della distribuzione che
vede gli operatori “fare di più” per andare anche
oltre gli obblighi previsti dalle normative. È questo,
in sintesi, il quadro della sicurezza gas, a valle e a
monte del contatore, che traccia Luciano Baratto,
di Anigas - Associazione nazionale industriali gas.
Qual è il bilancio della sicurezza gas in Italia nel
post contatore?
Storicamente l’Italia è all’avanguardia e ha la metodologia più avanzata in Europa in tema di sicurezza,
che è stata presa come riferimento dagli altri Stati
comunitari nell’ambito della distribuzione del gas
naturale. Dunque, tra le associazioni tecniche europee di settore di riferimento per la distribuzione
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canalizzata di gas naturale, come Marcogaz, il nostro Paese sta indicando la strada sul rilevamento e
consuntivazione degli incidenti e delle emergenze.
Possiamo dire che, relativamente agli incidenti nel
sistema energetico italiano, quelli da gas sono a minor impatto, anche se alcuni fatti sono amplificati
più di altri dai media.
La valutazione dei dati porta a concludere che per
evitare gli incidenti da gas è necessario che il consumatore finale rispetti alcune semplici regole quali
provvedere alla manutenzione della caldaia, in particolare, e di tutti gli apparecchi di utilizzazione in
generale, nonché provvedere al controllo dei relativi sistemi di evacuazione dei fumi.
Non possono coesistere apparecchi alimentati a
gas a camera aperta e camini/stufe e/o altri apparecchi a camera aperta alimentati a biomasse e/o
altri combustibili solidi; in questo caso risulta necessario installare apparecchi a gas a camera di combustione stagna (tipo C).
Per limitare i rischi di dispersioni accidentali di gas è
raccomandabile installare piani di cottura provvisti
di dispositivo automatico di blocco del flusso.
È necessario controllare periodicamente i tubi flessibili di collegamento tra gli apparecchi e l’impianto
interno per verificarne lo stato di conservazione. I
tubi flessibili non metallici devono essere sostituiti
entro la data riportata in evidenza.
Ben vengano campagne di rottamazione, magari con
qualche forma di incentivazione, degli apparecchi obsoleti da sostituire con apparecchi nuovi più sicuri anche perché più efficienti (Energy efficiency rating) e più
rispettosi dell’ambiente (Ghg emissions).
Infine bisogna prendere atto della necessità che i
consumatori debbano essere maggiormente consapevoli circa la conduzione e manutenzione degli
apparecchi utilizzatori che devono essere adoperati
appropriatamente per evitare eventuali rischi da un
loro non corretto impiego.
E per quanto riguarda i distributori?
La rete di distribuzione del gas naturale è sicura.
Da molti anni, ancora prima della regolazione di
settore, i distributori del gas hanno attuato valide
ed efficaci procedure di monitoraggio e controllo
quali l’ispezione programmata delle reti canalizzate e la manutenzione degli impianti. Con l’avvento della regolazione, l’Autorità ha pubblicato
dei provvedimenti che obbligano i soggetti regolati alla ispezione periodica delle reti per rilevare
eventuali dispersioni e la sostituzione di parti di
reti datate. Da parte sua il Cig ha pubblicato Linee
Guida indicando agli operatori le corrette modalità di esecuzioni delle attività.
L’innovazione tecnologica viene in aiuto delle
utility per la sicurezza grazie a smart meter e
smart grid anche nel settore del gas?
Assolutamente sì. La capacità del distributore di gestire in sicurezza, nella più ampia accezione del termine, con il controllo delle reti e degli impianti, oltre
che un fattore di competitività in questo momento di apertura della stagione delle gare d’ambito,
è ampliata dallo sviluppo tecnologico ad esempio
con lo smart metering.
Lo smart meter consente infatti di raccogliere mag-
“I distributori
gas hanno
attuato valide
procedure
di controllo
”
giori informazioni utili per la verifica e il controllo
dell’assetto fluodinamico dell’impianto distributivo
e raccogliere dati in tempo “quasi-reale” utili per
gli operatori ai fini della gestione della sicurezza,
dell’affidabilità e della continuità del servizio.
Da questo punto di vista i distributori italiani
raggiungono i livelli di sufficienza richiesti dalle
norme e dalle regole per la sicurezza o riescono
ad andare anche oltre?
Dalla relazione annuale dell’Autorità 2015 si evince
che i 230 distributori italiani nel 2014 hanno vettoriato quasi 30 miliardi di gas e servono più di 23 milioni di clienti residenti in oltre di 7.000 Comuni su
un totale di 8.000. Ricordo che l’82% delle famiglie
italiane ha la possibilità di utilizzare in sicurezza e
continuità il gas naturale, da questo punto di vista
siamo il secondo Paese in Europa dopo l’Olanda
(dati Eurogas).
Questi numeri fanno dire che, al di là degli obblighi di servizio pubblico, i distributori italiani, oltre a
essere presenti capillarmente sul territorio quali riferimento del consumatore, fanno bene il loro mestiere come dimostrano i dati di “customer satisfaction” pubblicati ogni anno dal Regolatore. È nella
storia del sistema gas italiano - che ricordo è iniziata
nel lontano 1860 - raggiungere queste eccellenze.
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L’evoluzione delle reti dettata dall’immissione del biometano genera un problema di sicurezza?
L’articolo 2 dell’Allegato A della delibera 46/2015/R/
gas attribuisce al gestore di rete di accertare la rispondenza del biometano immesso in rete alle
specifiche tecniche e ai requisiti di sicurezza regolamentari (DM 19/02/2007) - DM 05/12/2013) e alla
normativa tecnica Cig (UNI/TR 11537).
Queste norme sono a tutela innanzitutto del
consumatore finale allacciato alle reti. Inoltre il
distributore di gas naturale deve avere garanzia dal produttore di biometano da immettere
in rete che lo stesso sia odorizzabile secondo le
norme tecniche vigenti, nel senso che non presenti caratteristiche tali da annullare o coprire l’effetto delle sostanze odorizzanti per non
rendere inefficace le segnalazioni ai fini della
sicurezza.
Il biometano è un nuovo elemento nelle reti di
distribuzione che favorisce la sostenibilità ambientale della filiera. In futuro ci si confronterà
anche con altri tipi di gas?
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Gas Canalizzato
Serie storica 2007 - 2014
Totale incidenti
N. Incidenti Mortali
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200
150
201
100
160
175
195
177
159
144
126
50
www.cig.it
Cito l’idrogeno quale esempio di partnership
tra gas naturale e rinnovabili. Nei Paesi europei,
ad esempio in Germania e Olanda, dove sono
stati fatti importanti investimenti nelle rinnovabili, si stanno sviluppando studi che hanno già
portato alla realizzazione di impianti pilota che
utilizzano l’energia elettrica, prodotta in eccesso
da impianti eolici o solari, per la produzione di
ossigeno e idrogeno che può essere utilizzato
tal quale o produrre metano di sintesi attraverso
una reazione chimica con diossido di carbonio.
Si tratta della tecnologia “Power to Gas” (P2G),
che ricordo appartiene al gruppo delle tecnologie di accumulo considerate dal piano energetico tedesco.
Sarà compito del gestore dei gasdotti immettere
in sicurezza percentuali di idrogeno nelle reti di distribuzione del gas naturale. L’idrogeno è il “green
gas” per eccellenza… la sua molecola infatti non ha
atomi di carbonio!
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2007
2008
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2010
2011
2012
2013
2014
Anigas
Associazione nazionale industriali gas, rappresenta le imprese operanti nei settori dello
stoccaggio, del trasporto, della distribuzione, della vendita di gas naturale, sul mercato
finale e all’ingrosso, del trading e della rigassificazione di gas naturale liquefatto e del biometano tramite il socio aggregato Cib (Consorzio italiano biogas). Anigas è anche presente
nel settore di utilizzo del gas naturale per i trasporti con le associate Assogasmetano e NGV
System Italia.
Le imprese associate in Anigas sono oltre 70 e occupano 13.600 addetti e rappresentano
oltre il 60% del mercato italiano e oltre 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno,
per usi civili, artigianali, commerciali, industriali e il trasporto; servono 12 milioni di clienti in
tutta l’Italia, presenti in oltre 4.000 piccoli e grandi Comuni.
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