Il ruolo dell`immagine
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Il ruolo dell`immagine
Immagine Forme di conoscenza e teorie della rappresentazione CICLO DI LEZIONI FEBBRAIO - MARZO 2016 venerdì 5 febbraio 2016, ore 17.30 L’immagine e il suo doppio La condizione umana tra identità e alterità Umberto Curi Professore di Storia della filosofia - Università di Padova venerdì 12 febbraio 2016, ore 17.30 L’invenzione del paesaggio La natura come sentimento nella pittura moderna Anna Ottani Cavina Professoressa di Storia dell’arte italiana - Johns Hopkins University, Bologna venerdì 19 febbraio 2016, ore 17.30 Contro le immagini della mente Linguaggio e pensiero tra natura e cultura Felice Cimatti Professore di Filosofia del linguaggio - Università della Calabria venerdì 26 febbraio 2016, ore 17.30 Bugie dell’elocutio Come la retorica del colore cambia la fotografia Michele Smargiassi Editorialista - «la Repubblica» venerdì 11 marzo 2016, ore 17.30 La finestra sul cortile Cinema e filosofia Alfonso M. Iacono Professore di Storia della filosofia - Università di Pisa venerdì 18 marzo 2016, ore 17.30 Immagini e merci Il dispositivo estetico Fulvio Carmagnola Professore di Estetica - Università di Milano-Bicocca Con il contributo di Le conferenze del ciclo Immagine saranno trasmesse in diretta web sul sito www.fondazionesancarlo.it La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005). Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena telefono 059/421240 · fax 059/421260 · [email protected] Fondazione Collegio San Carlo di Modena A partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso si è assistito, nel campo delle scienze umane, all’affermazione di una nuova e fortunata teoria delle immagini denominata pictorial turn (svolta pittorica), il cui obiettivo principale è stato quello di riabilitare l’immagine come oggetto di indagine privilegiato sia in ambito specialistico che nel dibattito pubblico. Tale recupero della componente visuale è apparso quanto mai necessario in un’epoca, come quella attuale, in cui le immagini sono divenute “oggetti” di importanza tale da oltrepassare il dominio di ciò che è tradizionalmente definito di pertinenza artistica o estetica. Le immagini, infatti, rivestono sempre più un ruolo di primo piano nella cultura di massa, nella comunicazione politica e mediatica, nelle riflessioni sulla psicologia umana e sul comportamento sociale, e persino nei processi di conoscenza su cui si fondano le discipline scientifiche, come la fisica e la biologia, che si servono delle immagini non solo in senso strumentale, vale a dire come esemplificazioni o come modelli, ma anche come veri e propri oggetti di studio. Allo stesso tempo è stata avvertita con forza la necessità di superare i due paradigmi rappresentazionali che hanno maggiormente informato la riflessione filosofica, estetica e teologica occidentale a partire dall’antichità: da una parte, la visione platonica dell’immagine come copia degradata di un archetipo ideale; dall’altra, la concezione neoplatonica e cristiana dell’immagine come luogo di manifestazione del trascendente. I recenti studi di cultura e di antropologia visuale hanno infatti mostrato che esiste una terza via: l’immagine è anzitutto un prodotto culturale dotato di una propria materialità, una propria esistenza sociale e una propria circolazione, spesso autonoma rispetto al suo artefice e capace di coinvolgere ogni aspetto della vita umana. Secondo tale prospettiva l’immagine, prima ancora del linguaggio, è il luogo per eccellenza dell’intersezione tra forze diverse (apparati, istituzioni, discorsi, corpi) e il mediatore di tutte le modalità di interazione tra individui e comunità. La rinnovata attenzione verso lo statuto sociale delle immagini ha consentito quindi di ripensare criticamente questioni quali il rapporto tra immagine mentale (image) e immagine fisica (picture) o tra spettatore e artefatto visivo. Ha permesso, inoltre, di porre le basi per originali settori di studio, come la storia culturale dello sguardo e la storia antropologica dei dispositivi legati alla visione, dalla prospettiva rinascimentale alle ricorrenti metafore relative all’occhio utilizzate dai moderni strumenti informatici e digitali, passando per i concetti di “finestra”, “cornice”, “specchio” e “schermo”. La relativa facilità di utilizzo degli strumenti tecnologici che consentono la produzione e la diffusione delle immagini in formato digitale (sia fotografie sia video) hanno posto l’accento su problemi metodologici particolarmente rilevanti. Tra questi, l’utilizzo delle immagini come documenti storici a tutti gli effetti, al pari delle testimonianze testuali e orali, la loro funzione conoscitiva ed etica, il loro grado di autenticità e artificialità, ma anche la possibilità stessa della rappresentazione e narrazione di eventi. Tale onnipervasività delle immagini rischia però di dare vita a nuove forme di idolatria, che finiscono con l’idealizzare le immagini, considerandole dei veri e propri feticci, o al contrario a nuove forme di iconoclastia, motivate dalla convinzione che le immagini siano sempre e soltanto strumenti di manipolazione e di persuasione, al servizio del potere. In entrambi i casi si tratta di punti di vista estremamente riduttivi, che non tengono conto di quanto le immagini possano svolgere un ruolo essenziale di resistenza nei confronti del reale, rappresentando uno spazio di libertà, di speranza e di progettualità contro ogni concezione deterministica. La finalità principale del ciclo di lezioni del Centro Culturale consiste nel proseguire la discussione sul tema «immagine» già avviata con il ciclo di lezioni dell’autunno 2015. Mentre nella prima parte dei lavori è stata data precedenza, in una prospettiva di lungo periodo, alla discussione dei principali nodi storici e teorici relativi alle diverse concezioni dell’immagine, in questo ciclo viene dato spazio ad alcune questioni caratteristiche delle società contemporanee. Si affronteranno così il tema della duplicità in quanto caratteristica fondante della condizione umana, divisa tra identità e alterità, e la questione dei limiti dell’idea di rappresentazione mentale adottata nelle scienze cognitive per studiare il rapporto tra pensiero e linguaggi. Inoltre, ci si concentrerà sul ruolo della pittura, della fotografia e del cinema come strumenti di rappresentazione della realtà. Una particolare attenzione sarà infine riservata ai radicali cambiamenti che hanno subìto l’esperienza estetica e lo statuto delle immagini di fronte al recente affermarsi di un nuovo modello economico, la fiction economy, che si basa sul simbolismo dei beni e sulla comunicazione mediale. Umberto Curi è professore emerito di Storia della filosofia presso l’Università di Padova e docente presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Adottando una prospettiva interdisciplinare, nelle sue ricerche ha indagato criticamente l’importanza e l’evoluzione dei temi del dolore, dell’amore, della morte e della guerra nella filosofia occidentale. Si è occupato inoltre dei rapporti tra cinema e filosofia e ha analizzato, anche da un punto di vista linguistico e antropologico, il concetto di straniero, nelle sue connessioni con la realtà politica e sociale dell’odierno scenario europeo. Tra le sue pubblicazioni recenti: Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche (Torino 2008); Miti d’amore. Filosofia dell’eros (Milano 2009); Straniero (Milano 2010); Via di qua. Imparare a morire (Torino 2011); Passione (Milano 2013); L’apparire del bello. Nascita di un’idea (Torino 2013); Endiadi. Figure della duplicità (Milano 2015); La porta stretta. Come diventare maggiorenni (Torino 2015). Anna Ottani Cavina è professoressa di Storia dell’arte italiana alla Johns Hopkins University (sede di Bologna) e professore emerito di Storia dell’arte moderna presso l’Università di Bologna. Visiting professor in numerose università statunitensi, ha lavorato presso la National Gallery di Washington, il Getty Center di Los Angeles e il Metropolitan Museum di New York. Ha inoltre fondato e diretto la Fondazione Federico Zeri di Bologna ed è stata insignita nel 2001 della “Légion d’honneur”. I suoi interessi di ricerca vertono sull’arte italiana ed europea tra Seicento e Ottocento, con particolare attenzione alla pittura caravaggesca, temi sui quali ha curato numerose esposizioni in Italia e all’estero. Recentemente ha pubblicato: La pittura di paesaggio in Italia (a cura di, Milano 2003-2005); Federico Zeri, dietro l’immagine. Opere d’arte e fotografia (a cura di, Torino 2009); Prospettiva Zeri (a cura di, Torino 2009); Federico Zeri et le connoisseurship (a cura di, Paris 2013); Terre senz’ombra. L’Italia dipinta (Milano 2015). Felice Cimatti è professore di Filosofia del linguaggio presso l’Università della Calabria. Direttore della «Rivista italiana di filosofia del linguaggio», nel 2012 è stato insignito del Premio Musatti dalla Società Psicoanalitica Italiana. È uno dei conduttori del programma radiofonico Fahrenheit su Radio3 e collabora con le pagine culturali del quotidiano «il Manifesto». Negli ultimi anni le sue ricerche si sono concentrate sui limiti del linguaggio secondo due prospettive diverse: l’animalità, in cui il pensiero è disgiunto dall’uso del linguaggio, e la psicoanalisi, intesa come terapia che cerca di curare gli effetti del linguaggio sulla mente umana. Tra le sue pubblicazioni recenti: La vita che verrà. Biopolitica per homo sapiens (Verona 2011); Filosofia della psicoanalisi. Un’introduzione in ventuno passi (et al., Macerata 2012); Filosofia dell’animalità (Roma-Bari 2013); A come animale. Voci per un bestiario dei sentimenti (a cura di, Torino 2015); Il taglio. Linguaggio e pulsione di morte (Macerata 2015). Michele Smargiassi è editorialista del quotidiano «la Repubblica», per il quale scrive di cultura, società e politica. Ha creato e gestisce sul sito internet www.repubblica.it il blog Fotocrazia, dedicato al ruolo delle immagini fotografiche nella società contemporanea. Collabora con la Fondazione Fotografia di Modena ed è membro del Comitato scientifico del Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulla storia e sull’antropologia sociale della fotografia, con particolare attenzione al valore testimoniale del mezzo fotografico, all’evoluzione del fotogiornalismo e al rapporto tra fotografia, comunicazione ed etica. È autore di numerosi testi per mostre e cataloghi e ha collaborato al volume ventesimo degli Annali della Storia d’Italia (Einaudi) con un saggio dal titolo La famiglia foto-genica (Torino 2004). Di recente ha pubblicato: Un’autentica bugia. La fotografia, il vero, il falso (Roma 2009); Ora che ci penso. La storia dimenticata delle cose quotidiane (Milano 2011). Alfonso M. Iacono è professore di Storia della filosofia presso l’Università di Pisa e membro del Comitato scientifico della Fondazione San Carlo di Modena. Nelle sue ricerche ha indagato la formazione dei sistemi di pensiero e di rappresentazione sociale cruciali nello sviluppo dell’ideologia e dell’identità politica moderna: tra di essi, le figure della produzione economica, il concetto di feticismo, la costruzione della soggettività, il rapporto tra autonomia e minorità, le teorie della complessità, i concetti di mimesis e di rappresentazione. Oltre ad aver sperimentato progetti di filosofia con bambini – i cui risultati sono esposti in Le domande sono ciliege (et al., Roma 2000) e Per mari aperti (et al., Roma 2003) – ha pubblicato: Autonomia, potere, minorità (Milano 2000); Il borghese e il selvaggio (Pisa 2003); Mondi intermedi e complessità (et al., Pisa 2005); Storia, verità e finzione (Roma 2006); L’illusione e il sostituto. Riprodurre, imitare, rappresentare (Milano 2010); L’evento e l’osservatore. Ricerche sulla storicità della conoscenza (Pisa 2013). Fulvio Carmagnola è professore di Estetica presso l’Università di Milano-Bicocca, dove coordina il gruppo di ricerca “Orbis Tertius” sull’immaginario contemporaneo. Nei suoi studi si è occupato del rapporto tra l’estetica e il mondo della comunicazione e delle merci, concentrandosi sul ruolo delle immagini nella società postindustriale e dell’applicazione di modelli cognitivi alla progettazione e all’organizzazione. Ha inoltre ricostruito le origini e indagato le trasformazioni storiche delle nozioni di simbolico, immaginario, valore e gusto al confine tra arte, economia e psicoanalisi. Ha pubblicato recentemente: Il consumo delle immagini. Estetica e beni simbolici nella fiction economy (Milano 2006); Abbagliati e confusi. Una discussione sull’etica delle immagini (Milano 2010); L’irriconoscibile. Le immagini alla fine della rappresentazione (Milano 2011); Clinamen. Lo spazio estetico nell’immaginario contemporaneo (Milano-Udine 2012); Dispositivo. Da Foucault al gadget (Milano-Udine 2015).