pensées - Gallerie d`Italia - Progetto Cultura

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Blaise Pascal 1623-1662 350 anni fa.
1623 Nato a Clermont-Ferrand. Suo Etienne Pascal, magistrato colto, adotta i
principi del padre di Montaigne per la sua educazione cioè la fa lui stesso.
1631 La famiglia si trasferisce a Parigi.
Blaise rivela subito le sue attitudine matematiche affrontando Euclide da solo. Ha
otto anni.
1640 Pascal diciasettene pubblica (Essai pour les Coniques), subito apprezzato dai
più grandi matematici dell’epoca
1642 Progetta e fa realizzare una machine arithmetique, la Pascaline per aiutare suo
padre che ha in carico la contabilità della Normandie. Ha dicianove anni.
1646 Pascal entra in contatto col Jansénisme.
1647 Pubblica le Experiences nouvelles touchant le vide. Il gesuita, Padre Noël contesta la teoria del vuoto. La sua salute cagionevole lo condanna all'inattività e al riposo.
1648 A Clermont, Pascal fa realizzare l’esperienza del Puy de Dôme, che conferma
l’ipotesi della variazione della pressione atmosferica e la possibilità dell’esistenza
del vuoto.
1651 Alla morte di Etienne Pascal, Blaise compone la sua prima meditazione teologica approfondita.
1652 La sorella Jacqueline entra nel convento di Port-Royal.
Periodo Mondano per Pascal fino al 1654. Scrive memorie scientifiche importanti
nel campo del calcolo infinitesimale e del calcolo delle probabilità.
1654 Pascal vive un intensa esperienza religiosa che si conclude la notte del 23 novembre, descritta nel Memorial.
1655 Si avicina molto ai « solitaires » de Port-royal-des-Champs, abbazia dove vivono alcuni celebri giansenisti.. A quest’epoca risale l’Entretien avec M. de Sacy sur
Epictète et Montaigne, primo abbozzo di un’apologia del cristianesimo come pure
l'Abrégé de la vie de Jésus-Christ.
1656-1657 Pascal pubblica, sotto falso nome le diciotto Lettere provinciali, a difesa
dei giansenisti, che, il 6 settembre del 1657, sono condannate dalla Congregazione
dell'Indice.
1657 Pascal inizia a leggere e meditare la Bibbia, e raccoglie molto materiale per
l'Apologia del Cristianesimo, che rimarrà incompleta, uscendo postuma, per la prima
volta, nel 1670, con il titolo Pensées sur la religion et sur quelques autres sujets.
1658 Scrive sempre di matematica continuando la sua riflessione religiosa: vasta riflessione Sur la conversion du pécheur, di una Comparaison des chrétiens des premiers
temps avec ceux d’aujourd’hui e di una Prière pour demander à Dieu le bon usage des
maladies.
1662 Con un amico, lancia a Parigi le “carosses à cinq sols”, prima forma di trasporti
pubblici urbani.
Nel luglio cade seriamente ammalato, spegnendosi il 19 agosto, trecento cinquanta
anni fa.
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con il patrocinio di
BLAISE PASCAL
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dal Seicento all’uomo d’oggi
lezioni di approfondimento
con il dott. Alberto Frigo
Nella letteratura e la filosofia : Descartes, Bossuet, Spinoza, Molière, Racine, Corneille... le siècle de Louis XIV.
Nelle scienze : Fermat, Torricelli, Huigens...
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In copertina: Philippe de Champaigne, ritratto di Blaise Pascal.
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con l’ospitalità di
Blaise Pascal
Nel giudicare la condizione umana Pascal ha saputo, più di
chiunque altro, coniugare lo sguardo inflessibile del moralista e
l’analisi lucidissima dell’uomo di scienza. Per questo le sue Pensées ci interpellano ancora oggi come un testo vivo, dal quale ogni
lettore si sente chiamato in causa.
Malgrado più di tre secoli di distanza, quelle pagine parlano di
noi. Come Pascal, anche noi non smettiamo di stupirci delle contraddizioni che segnano la natura umana, al contempo capace
delle più grandi realizzazioni e delle peggiori follie. Anche noi,
come lui, restiamo sgomenti di onte ai risultati della scienza
quando essa ci ricorda che siamo soltanto un nulla a confronto
con l’infinito.
Rileggere le Pensées sarà allora come scoprirsi in uno specchio,
ritrovarsi nelle parole di un filosofo che ha fatto dello studio dell’uomo l’unico oggetto della sua ricerca.
dott. Alberto Frigo
Alberto Frigo (1982) ha conseguito il dottorato in filosofia presso
la Scuola Normale Superiore di Pisa e l'Université de Caen – Basse
Normandie dove insegna. Ha pubblicato saggi su Pascal, Montaigne,
Nietzsche e sulla storia della teologia tra XVI e XVII secolo. Ha recentemente curato e pubblicato la prima edizione italiana delle Lettere di Montaigne (ed. Le Monnier 2010). Suoi contributi sono
apparsi in “Giornale critico della filosofia italiana”, “Les Etudes philosophiques”; “Studi Francesi” e “Journal of the History of Ideas”.
sabato 20 ottobre 2012, ore 16,30
Il divertissement e le illusioni della vita umana
Poiché gli uomini non sono riusciti a guarire dalla morte, dalla miseria
e dall’ignoranza, hanno deciso di essere felici non pensandoci. Questo
è il senso profondo del divertissement, termine con il quale Pascal indica tutte le occupazioni che consentono all’uomo di dimenticare se
stesso. Si tratta di una strategia di diversione, che sfrutta i divertimenti, ma anche le attività più nobili, per garantire uno stato di beata
incoscienza. Quanti divertissements nella vita di ognuno di noi, dalle
professioni alle convenzioni sociali, dagli hobbies alle mode! Laddove
i filosofi dell’antichità intimavano conosci te stesso, Pascal replica: se
l’uomo vuole essere felice, non è forse meglio che si ignori? La vita umana
non è che un gioco di specchi orchestrato dall’immaginazione. Ma
forse proprio in questo tessuto d’illusioni, l’uomo può trovare ciononostante una traccia della sua grandezza e della sua dignità.
sabato 3 novembre 2012, ore 16,30
L’uomo tra esprit de géométrie e esprit de finesse
Pascal fu scienziato geniale e precocissimo. Per tutta la vita associò lo
studio delle scienze astratte allo studio dell’uomo, derivandone una profonda coscienza del carattere multiforme dell’intelligenza umana. È
questa la ragione per cui le Pensées distinguono spirito di geometria e
spirito di finezza. Lo spirito ha un suo ordine, che procede per principi e
dimostrazioni; il cuore ne ha un altro. Chi potrebbe mai infatti esaurire
in un sillogismo le ragioni dell’amore? Il cuore ha delle ragioni che la
ragione non conosce. La sfida di Pascal, filosofo e scienziato, sarà quella
di riunire in un unico pensiero queste due prospettive all’interno delle
quali sempre l’uomo si muove.
sabato 17 novembre 2012, ore 16,30
Cristianesimo e filosofia: sottomissione e uso della ragione
Sede degli incontri
Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, Contrà Santa Corona 25,
Vicenza
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni:
Alliance Francaise, tel. 0444.304414 • [email protected]
Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, tel. 800.578875
(attivo da martedi a domenica dalle 10 alle 18)
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Fin da bambino Pascal apprende da suo padre un principio fondamentale: tutto ciò che è oggetto di fede non può esserlo della ragione.
Questa chiara distinzione di ambiti non gli impedirà tuttavia di elaborare nelle Pensées un’apologia della religione cristiana. Quale rapporto Pascal istituisce allora tra ragione e fede? Bisogna saper dubitare
dove è giusto, affermare dove è giusto, e sottomettersi dove è giusto. Questa, secondo Pascal, è la vera forza dell’intelligenza: l’ultimo atto della
ragione è riconoscere che vi sono un’infinità di cose che la sorpassano.
La celebre scommessa di Pascal, il pari, ne sarà l’emblema. E a chi obbiettasse che così facendo si metterebbe in discussione la dignità della
ragione, Pascal risponde sarcastico: soltanto prendendosi gioco della
filosofia si fa davvero filosofia.