Carabiniere Giuseppe Plado Mosca Biografia dell

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Carabiniere Giuseppe Plado Mosca Biografia dell
Carabiniere Giuseppe Plado Mosca M.O.V.M. alla memoria,
n. 1918 ad Acquaviva Platani (Caltanissetta)
Durante la Campagna di Russia al seguito delle divisioni di fanteria vennero inviati
numerosi reparti dell'Arma dei Carabinieri per un complesso di 82 ufficiali e 4050 fra
sottufficiali e militari di truppa. Suddivisi in Sezioni, al comando di un ufficiale,
furono capillarmente inseriti fra le unità dell'Ottava Armata.
Durante le operazioni, prezioso e insostituibile fu l'impegno dei Carabinieri verso i
reparti che operavano in prima linea, un'opera prodigata con alto “spirito di dovere”,
in silenzio, di giorno e di notte, talvolta apparentemente invisibile.
Un'opera fatta di molteplici interventi a favore dei nostri soldati e della popolazione
russa, un lavoro svolto con grande umanità e generosità da essere ricambiata dai
contadini russi con grande e sincero rispetto.
Compiti oscuri ma spesso determinanti, portati a termine da fedeli carabinieri
impegnati a proteggere e a tutelare le spalle dei reparti schierati in prima linea da
infiltrazioni nemiche, imboscate di partigiani, attentati a Comandi, a ospedali e
magazzini.
Nel mese di dicembre 1942, le unità italiane schierate alla destra del Corpo d'Armata
Alpino, dopo aver opposto una strenua resistenza, per evitare l'accerchiamento,
dovettero ritirarsi verso ovest.
In quella drammatica odissea, i Carabinieri si trovarono fianco a fianco impegnati a
combattere con i fanti, i bersaglieri, gli alpini, gli artiglieri i genieri, con i quali
condivisero la sorte, i combattimenti, le fatiche, le sofferenze e tutti gli spietati orrori
della ritirata di Russia.
Conclusero così, lottando contro un nemico potente e feroce, la loro storia d'Arma
combattente in terra di Russia. Impossibile rievocare tutte le gesta di quei valorosi e
fedeli soldati disseminati nei vari reparti dell'Armata.
Si vuole ricordare questa sera un episodio emblematico di un piccolo reparto, di una
Sezione, la 193ª, che divise ogni ora della terribile ritirata, iniziata il 19 dicembre
1942, con la gloriosa Divisione Torino, che muoveva in colonna, sotto il fuoco
nemico e le puntate dei carri armati russi.
Il 21 dicembre la colonna stremata dai combattimenti, dal freddo, dalla fame,
raggiungeva Arbusow, un piccolo paese adagiato su una vasta vallata, un luogo
desolato, che sarà ricordato dai superstiti col nome di “Valle della Morte”. Qui la
colonna si asseragliò bivaccando per lo più allo scoperto fra la neve, essendo quasi
tutte le isbe, ad eccezione di una piccola infermeria, occupate dai tedeschi.
Circondata dai russi vennero fatti numerosi tentativi per sfondare l'accerchiamento
per dirigersi verso sud-ovest. Ma la morsa si stringeva sempre di più e sotto i colpi
micidiali dei mortai e dei cannoni cadevano migliaia di soldati; mancavano i viveri,
le munizioni, mancavano gli indumenti per proteggersi dal gelo intensissimo che
provocava migliaia di congelati.
In quelle condizioni disperate, dal gruppo dei soldati all'addiaccio, partiva al galoppo
di un cavallo un soldato che stringeva nella mano destra una Bandiera tricolore
lanciandosi verso una postazione nemica, subito seguito da un carabiniere, Giuseppe
Plado Mosca, il quale incitando a gran voce i combattenti, che con fatica avanzavano
appiedati sulla neve, trascinati dal loro esempio, raccolte le ultime energie, con un
travolgente assalto all'arma bianca, rompevano l'accerchiamento dei russi. Fu una
giornata memorabile, il fronte nemico venne spezzato e migliaia di soldati riuscirono
a salvarsi dalla morsa sovietica.
Per l'eroico comportamento al Carabiniere Giuseppe Plado Mosca, che si immolò per
fedeltà alla Patria ed alla Bandiera, veniva concessa la Medaglia d'Oro al Valor
Militare alla memoria con la seguente motivazione:
“Addetto al comando di grande unità impegnata in difficile ed aspro combattimento,
si distingueva per cosciente coraggio. Accerchiate le truppe della Divisione e
sottoposto a micidiale fuoco di armi automatiche e di artiglieria, confermava il suo
valore partecipando reiteratamente a disperati contrattacchi. Benché estenuato dalle
privazioni e dal gelo, in un ultimo disperato sprazzo di energia, per primo seguiva un
soldato che, a cavallo e agitando il tricolore, caricava l'avversario. Trascinati dal
loro magnifico eroismo, centinaia di uomini: benché stremati di forze, in un
travolgente assalto all'arma bianca, riuscivano a spezzare il cerchio di ferro e fuoco
che li stringeva. Nel raggiungere la posizione avversaria, cadeva colpito da una
raffica di mitragliatrice, ma il suo cosciente eroismo consentiva alle stremate truppe
della Divisione di aprirsi un varco”. Vallata di Arbusow (Russia), 22 dicembre 1942.