Relazione archeologica - Comune di Quartu Sant`Elena

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Relazione archeologica - Comune di Quartu Sant`Elena
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
COMUNE DI QUARTU SANT'ELENA
STRADA STATALE 554 - LOTTO 2
REALIZZAZIONE DI 3 ROTATORIE, SISTEMAZIONE ASSE STRADALE E
PROGETTO PRELIMINARE - DEFINITIVO PER APPALTO INTEGRATO
REV.
DESCRIZIONE
DATA
REDATTO
VERIFICATO
APPROVATO
0
Agosto 2015
Emissione
D. Artizzu
A. Tanca
P.A. Trombino
1
Ottobre 2015
Riscontro verifica RINA del 28/09/2015 (RED 03/13.2)
D. Artizzu
A. Tanca
P.A. Trombino
2
3
GRUPPO DI LAVORO
TITOLO
Coordinamento e progettazione Stradale:
Ing. Alessandro Tanca
Progettazione idraulica e impiantistica:
Ing. Luciano Biggio
AR01
03 - ARCHEOLOGIA
Acustica: Ing. Alberto Collu
Geologia: Dott. Mauro Pompei
Archeologia: Dott.ssa Danila Artizzu
Agronomia: Dott. Raimondo Congiu
SCALA
RELAZIONE ARCHEOLOGICA
Valutazione di Impatto Archeologico
Commessa
Biologia: Dott.ssa Carla Zucca
S135EP062.QSE
Topografia: Geom. Franco Bacchiddu
Sottocommessa
Coordinamento della sicurezza:
Ing. Simone Trombino
S135C15.QSE
Dolmen s.r.l.
Servizi integrati all'ingegneria s.r.l.
Dott. Geol. Mauro Pompei
(MANDANTE)
(CAPOGRUPPO)
(MANDANTE)
IL DIRIGENTE DEL SETTORE LL.PP.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
DOTT. ING. ANTONELLA CACACE
PER IL RTI
DOTT. ING. PIERO ALBERTO TROMBINO
L' ARCHEOLOGO:
DOTT.ssa DANILA ARTIZZU
Raggruppamento Temporaneo di Imprese
SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) – DOLMEN S.r.l. – Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti)
1
VALUTAZIONE DI IMPATTO
ARCHEOLOGICO
della dott.ssa Danila ARTIZZU
Archeologo
Via Pasteur 7 - 09126 CAGLIARI
mail: [email protected] / tel. 3391770667
(numero di iscrizione all'elenco MiBAC dei professionisti archeologi n. 1132)
FIRMA
Dott.ssa Danila Artizzu
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
Strada Statale 554 – Lotto 2 – Realizzazione N. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità complementare
in territorio di Quartu Sant’Elena
Progetto Preliminare - Definitivo per Appalto Integrato – VALUTAZIONE DI IMPATTO ARCHEOLOGICO
Raggruppamento Temporaneo di Imprese
SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) – DOLMEN S.r.l. – Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti)
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Indice
1. Introduzione: Il progetto e l’area d’intervento
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2. La metodologia applicata per la valutazione del Rischio Archeologico
4
3. Inquadramento storico-archeologico dell’area vasta considerata
6
4. Inquadramento storico archeologico dell’area interessata dal progetto
9
5. La prospezione archeologica
10
6. Le aree sottoposte a regimi prescrittivi:
le zone H dello strumento urbanistico vigente
11
7. Le aree sottoposte a regimi prescrittivi:
vincoli archeologici sull’area di diretto interesse
11
8. Conclusioni: la valutazione del Rischio Archeologico
11
Appendice 1. Schede sintetiche delle evidenze archeologiche
13
Appendice 2. L’intervento archeologico: modalità di attuazione
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COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
Strada Statale 554 – Lotto 2 – Realizzazione N. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità complementare
in territorio di Quartu Sant’Elena
Progetto Preliminare - Definitivo per Appalto Integrato – VALUTAZIONE DI IMPATTO ARCHEOLOGICO
Raggruppamento Temporaneo di Imprese
SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) – DOLMEN S.r.l. – Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti)
1.
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INTRODUZIONE: IL PROGETTO E L’AREA D’INTERVENTO.
Il progetto, per il quale è richiesta la presente valutazione di impatto archeologico, si
inquadra nelle azioni previste per l’adeguamento della SS 554 in rapporto ai mutati assetti
del traffico e dello sviluppo urbano sia del Comune di Quartu S. Elena, sia dei territori
contermini all’area metropolitana di Cagliari e specificatamente lungo tutta la fascia
costiera del Golfo degli Angeli. A oggi tali fenomeni di urbanizzazione, con il relativo
aumento del carico in termini di flusso automobilistico e il conseguente sviluppo di una più
capillare ramificazione del sistema viario locale, fanno di detta direttrice l’asse di
riferimento primario sul quale, per l’area vasta indicata, va a confluire tutto il traffico da e
verso il centro nevralgico di Cagliari, nonché quello verso tutte le destinazioni secondarie.
Ne deriva, comprensibilmente, che il transito sulla SS 554 registra tempi di percorrenza
dilatati e ciò soprattutto a causa della moltiplicata presenza d’incroci a raso semaforizzati e
dell’inadeguatezza delle attuali corsie di accelerazione e decelerazione.
Negli elaborati progettuali del Progetto Preliminare di eliminazione degli svincoli a raso
redatti per la Regione Autonoma della Sardegna - corredati anche da una relazione
d’impatto archeologico e da una Carta del Rischio Archeologico delle quali si tratterà di
seguito – si prevedono in sintesi azioni per l’eliminazione delle intersezioni semaforizzate
e per una più razionale interoperabilità e integrazione fra le diverse gerarchie viarie (cfr.
Prot. N. 23325/S IV della RAS inviata in data 02/07/2010, Archivi SBA CA; cfr. anche
Nota Prot. N. 4628 del 19/07/2010, Archivi SBA CA).
Nello specifico l’intervento, di cui la presente valutazione VIArch, riguarda il lotto 2 del
tratto di SS 554 che è stato consegnato dall’Anas al Comune di Quartu in data 31/07/2013,
vale a dire il segmento di SS 554 indicato come compreso fra il km 10.937 e il km 14.700
(Cfr. Realizzazione n. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità
complementare in territorio di Quartu S. Elena. Documento preliminare all’avvio della
progettazione, Luglio 2014, pp. 3-7).
Il lotto 2 ricade per intero all’interno dei confini amministrativi del Comune di Quartu S.
Elena e per essa sono previsti:
1) La declassificazione a strada urbana (di quartiere di tipo E).
2) L’eliminazione degli incroci a raso semaforizzati con la realizzazione di tre
rotatorie a raso rispettivamente (considerato come punto di partenza la rotatoria
Poetto-Margine Rosso al km 14.700):
a) all’intersezione con la via Italia,
b) all’intersezione con la strada comunale Pitz’e Serra,
c) all’intersezione con la via Marconi.
3) L’adeguamento dell’infrastruttura che sarà trasformata in una strada a sei corsie
(tre per senso di marcia), delle quali quattro corsie principali (due per senso di
marcia) destinate al traffico veicolare, e due corsie laterali destinate esclusivamente
al transito dei mezzi di trasporto collettivo. Fra le sei corsie sarà realizzato uno
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Progetto Preliminare - Definitivo per Appalto Integrato – VALUTAZIONE DI IMPATTO ARCHEOLOGICO
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spartitraffico alberato, mentre ai margini laterali dell’infrastruttura correranno i
marciapiedi laterali alberati destinati alla mobilità pedonale ed a quella ciclabile.
La maggior parte degli interventi prevede il mantenimento della livelletta attuale e quindi,
fatti salvi gli sbancamenti necessari per l’allargamento della carreggiata e per la
realizzazione delle rotatorie, gli scavi non dovrebbero raggiungere quote profonde (minori
di 1,50 m rispetto all’attuale piano di campagna).
2.
LA METODOLOGIA APPLICATA PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
ARCHEOLOGICO.
Sulla base delle prescrizioni indicate dagli articoli 95 e 96 del D. Lgs. N. 163/2006 art. 95
si è proceduto con una prima verifica dello stato delle conoscenze in merito all’area che
sarà oggetto dell’intervento. Nel dettaglio la ricerca è stata condotta secondo i criteri e
ricorrendo agli strumenti di seguito elencati:
1) Lo spoglio dei carteggi e degli atti relativi l’area che sarà interessata dai lavori e
che sono depositati presso gli archivi della Soprintendenza Archeologica per le
province di Cagliari e Oristano;
2) La lettura e l’acquisizione dei dati reperibili in bibliografia, presso gli Archivi
della Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e Oristano, e la
consultazione dei risultati dei censimenti archeologici eventualmente condotti
sull’area vasta nella quale si inquadra la porzione di territorio coinvolta;
3) La consultazione della cartografia archeologica edita;
4) La consultazione delle foto aeree e delle ortofoto disponibili negli archivi digitali
del sito Sardegna Territorio;
6) L’acquisizione di informazioni da fonti orali;
7) I sopralluoghi sul posto e le prospezioni nelle aree accessibili.
Considerando che l’intervento previsto da progetto riguarda un’opera lineare che attraversa
un areale ormai di densa urbanizzazione e che il profilo geomorfologico muta da area bassa
di pianura e di stagni ad area collinare - dove peraltro si registra la più densa presenza di
edifici a carattere residenziale - si è adottato il criterio per il quale l’area vasta considerata
va a coincidere grosso modo con la fascia di territorio che in direzione est-nordest è
compresa fra i margini degli stagni di Quartu, i margini urbani delimitati dalla SS 554 (ora
viale Europa) e l’invaso del Simbirizzi. Ad ovest l’estensione territoriale considerata
riguarda tutta la fascia intorno allo stagno di Quartu approssimativamente fino alle sponde
orientali dello stagno di Molentargius. Allo scopo di avere un quadro più completo della
genesi storica del paesaggio, sono state inoltre tenute in considerazione, nell’ambito del
contesto urbano di Quartu, tutte quelle testimonianze monumentali - soprattutto le chiese
medievali – che si trovano più prossime all’opera in oggetto o per le quali si è ritenuto
opportuno ricordarne la presenza per meglio contestualizzare le altre evidenze
archeologiche note, ma meno evidenti.
La ricerca si è allargata anche lungo la fascia costiera sudorientale, fino ad arrivare
all’altezza di Su Forti e, nell’entroterra, fino allo stagno di S. Forzorio.
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Strada Statale 554 – Lotto 2 – Realizzazione N. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità complementare
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Progetto Preliminare - Definitivo per Appalto Integrato – VALUTAZIONE DI IMPATTO ARCHEOLOGICO
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La raccolta d’informazioni sulle evidenze note nell’area vasta è stata condotta sia
attraverso la consultazione di testi editi, sia attraverso lo spoglio delle note e delle carte
archeologiche custodite presso gli Archivi della Soprintendenza per i Beni Archeologici
per le province di Cagliari e Oristano (Archivi SBA CA). Tutti i dati così desunti sono stati
trasferiti su una Carta del Rischio Archeologico e a tal proposito si ritiene opportuno
specificare, riguardo le fonti di origine, che non sempre le indicazioni topografiche
disponibili sono rese con un grado di precisione tale da permettere una esatta ubicazione
dei siti citati.
Questa carenza è generata in parte dal fatto che alcuni dei siti - soprattutto quelli che si
trovano citati in testi della prima metà degli anni ’50 del XX sec. - a oggi non esistono più
a causa dell’espansione della città. In secondo luogo altri fattori d’imprecisione sono la
scala molto grande utilizzata per la maggior parte delle carte archeologiche edite, o
depositate agli atti, e, come terzo fattore, talvolta i toponimi si trovano riportati secondo
l’uso delle fonti orali interpellate al tempo delle scoperte e non sempre registrati nella
stessa forma sulla cartografia disponibile.
Allo scopo di cercare di ovviare ai limiti citati si è fatto ricorso alla banca dati dei toponimi
della Sardegna disponibile sul sito Sardegna Territorio della Regione Autonoma Sardegna
e a tutte le cartografie e ortofoto disponibili sul WMS accessibile dallo stesso sito.
In seconda battuta è stata considerata, oltre l’ingombro delle nuove opere, una fascia di
rispetto di 100 m di larghezza - 50 m per ogni lato della carreggiata - intorno all’opera da
realizzare e su detta fascia sono state compiute le indagini autoptiche e condotti i
sopralluoghi necessari alla verifica della presenza di eventuali aree di dispersione di
materiali archeologici o di emergenze sul piano di campagna. Oltre il buffer di 100 m, sono
state fatte oggetto di prospezione autoptica su tutta la superficie anche le aree libere da
strutture e gli spazi informali che si sviluppano lungo il segmento viario considerato, nei
limiti delle condizioni di sicurezza, visibilità e/o accessibilità.
A seguito dei risultati ottenuti, secondo tutte le modalità sopra descritte, sono state
elaborate una Carta del Rischio Archeologico Assoluto (All. 1) e una Carta del Rischio
Archeologico Relativo (All. 2) nelle quali la valutazione della natura delle evidenze
archeologiche note ha portato a definire, intorno a ciascuna di esse, un buffer di 100 m per il quale il rischio archeologico assoluto è stato stimato di grado medio - ed un buffer di
50 m, valutato con un grado di rischio archeologico assoluto alto. In base alle risultanze del
rischio archeologico assoluto sono state definiti i diversi gradi di rischio archeologico in
relazione all’areale che più direttamente sarà toccato dagli interventi previsti da progetto.
Il segmento della SS 554 che sarà oggetto dei lavori di adeguamento è stato pertanto
delimitato graficamente all’interno della fascia di rispetto definita secondo il criterio detto.
La superficie compresa all’interno del perimetro della fascia è stata suddivisa in sezioni
contraddistinte da diverso colore secondo il grado di rischio archeologico valutato (All. 2).
I siti individuati secondo i criteri esposti sono stati riportati come punti, quando
individuati come tali nella cartografia esistente e non altrimenti definiti, e come aree
quando riconoscibili attraverso la consultazione delle ortofoto, soprattutto nel caso delle
chiese e delle aree di scavo archeologico. Nella Carta del Rischio Assoluto (All. 1) sono
state indicate con dei riquadri anche le intersezioni fra l’attuale SS 554 e i presunti percorsi
storici così come indicati nelle fonti consultate.
Le testimonianze di carattere archeologico, riportate sulle Carte del Rischio in allegato,
sono state distinte con diversi colori in relazione al contesto cronologico e culturale di
appartenenza. A corredo delle indicazioni fornite in carta, sono state redatte delle schede
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sintetiche sulle evidenze più prossime all’opera lineare e alla sua fascia di rispetto o che
sono state particolarmente indicative per la definizione del grado di rischio.
Non sono state invece redatte le schede di quelle aree e monumenti che si troveranno citati
nella presente relazione ed indicati nelle Carte del Rischio Archeologico (All. 1 e 2) e nella
Carta delle Evidenze (fig. 4), ma che sono in una posizione decisamente periferica rispetto
alla porzione di territorio interessata. L’unica eccezione sono stati i siti di Cuccuru Linu e
di Pill’e Matta - per i quali invece è stata redatta la scheda sintetica - a causa della loro
rilevanza nell’insieme del più ampio contesto territoriale.
A questo proposito resta da specificare che nella presente relazione si fa riferimento anche
a monumenti o siti che sono stati ricordati allo scopo di fornire un migliore inquadramento
della subregione in oggetto nel quadro del paesaggio storico regionale e di definire il ruolo
assunto nel tempo dalla porzione territoriale in esame. Si tratta comunque di evidenze che
si trovano largamente marginali anche rispetto all’area vasta considerata e che pertanto non
si troveranno indicate nello stralcio cartografico in quanto non vi rientrano.
3.
INQUADRAMENTO STORICO-ARCHEOLOGICO DELL’AREA VASTA
CONSIDERATA.
L’area vasta all’interno della quale s’inserisce il segmento della SS. 554 che sarà oggetto
dei lavori previsti, ha conosciuto fin da tempi molto precoci l’occupazione e l’azione
dell’uomo. Tenendo come riferimento la linea della SS 554, a ovest di questa gli stagni di
Quartu e del Molentargius rappresentano un’importante risorsa che non mancò di essere
utilizzata fin dall’età preistorica e sono numerose - in letteratura e negli atti depositati
presso gli Archivi della Soprintendenza per le Provincie di Cagliari e Oristano (Archivi
SBA CA) - le segnalazioni di stazioni neolitiche distribuite lungo i margini di queste aree
umide. Si citeranno, a titolo esemplificativo, le stazioni di Is Arenas, di via Boito, di
Santo Stefano, di Perda Bianca, di Perda Bona, di viale Colombo (TARAMELLI 1903, p.
518 nota 1; ATZENI 1957, pp. 112-113; CHERCHI PABA 1965, p. 45; ATZENI 1966, pp. 122123; ATZENI 1981, p. XXIII, carta di distribuzione dei siti neolitici, num. 121; AA.VV.
1983, p. 193; ATZENI 1986, pp. 27-29) e infine di Santa Maria (MONGIU, Relazione,
Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1). Anche l’originaria conca naturale del Simbirizzi, a nordest,
ha restituito tracce d’insediamenti quale il presunto abitato di Pitz’e Serra, da individuarsi
probabilmente con il sito citato altrove con il toponimo di Basciu ‘e Serra (cfr. All. 1 e 2,
num. 2; si veda anche Carta Archeologica allegata a MONGIU, Relazione, Archivi SBA CA,
Fasc. 3/1-1; Archivi SBA CA, N. Prot. 1663 del 21/2/2003; riguardo la dubbia ubicazione
del sito e la sua possibile corrispondenza con Baccu Serreli 2, cfr. scheda sintetica allegata
di seguito), e il sito di Cuccuru Mattesu (cfr. All. 1 e 2, num. 6 e Carta archeologica in
allegato a PROGETTO DI VALORIZZAZIONE).
La conferma di una continuità di frequentazione presso Basciu ‘e Serra (MARRAS 1995, p.
180; MONGIU, Relazione, p. 19, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1) e la scoperta di un
sepolcreto, comunemente noto in bibliografia e sitografia come “tombe eneolitiche di
Simbirizzi”, lungo la sponda orientale dell’invaso e sulla strada comunale per la chiesa di
N.S. del Buoncammino (All. 1 e 2, numm. 4 e 5), è indicativa di una probabile continuità
insediativa anche nella prima età dei metalli (USAI 1990, ibidem bibliografia precedente;
scheda ministeriale in http://www.catalogo.beniculturali.it/sigecSSU_FE, anno 2012).
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Nell’ambito dello stesso orizzonte della Cultura di Monte Claro furono interessate da
presenze antropiche ancora le località di Is Arenas, Perda Bona, Santo Stefano, Santa
Maria (MONGIU, Relazione, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1) e risalgono ugualmente
all’eneolitico gli ipogei funerari di Gannì, recentemente indagati in occasione di lavori
sulla vecchia SS 125, al Km 16.000 (MANUNZA 2010, relazione fine lavori). È doveroso
specificare che sia i citati ipogei di Gannì, sia le aree di Sa Guardia Lada, Sa
Funtanedda, Is Ammostus, ugualmente noti e segnalati nel corso degli anni (cfr. Carta
Archeologica allegata a MONGIU, Relazione, Archivi SOPRCAOR, Fasc. 3/1-1; Archivi
SBA CA, N. Prot. 1663 del 21/02/2003), sono decisamente periferici anche rispetto alla
più vasta porzione di territorio da considerarsi per la presente valutazione del rischio
archeologico, ma sono indicative di come, nel passaggio dalle facies culturali neolitiche a
quelle eneolitiche e poi protostoriche, in tutto l’agro di Quartu S. Elena si debba ammettere
un relativo incremento demografico e il conseguente moltiplicarsi delle evidenze
archeologiche.
La ricca presenza di nuraghi e di tracce di villaggi censiti per l’intero territorio
amministrativo del Comune rivela un processo per il quale - dal Bronzo Antico al Bronzo
Recente e fino al primo Ferro - le comunità di cultura nuragica che abitarono tali luoghi
applicarono sicure politiche di gestione e di pianificazione su più fronti: non fu trascurato il
presidio della fascia litoranea, ma l’attenzione fu rivolta anche alle aree dell’entroterra e
soprattutto alle vie di comunicazione che permettevano gli scambi fra la costa, gli stagni, le
estensioni a vocazione agricola e quelle a copertura boschiva.
Per quanto concerne l’area vasta considerata nella presente relazione, si segnaleranno le
tracce di abitati nuragici individuate, a ovest della SS 554, presso il sito di Is Arenas e
ancora in tutte le aree dello stesso comprensorio territoriale già citate sopra per l’età
neolitica, (MONGIU, Relazione, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1), mentre ad est, lungo la
fascia costiera orientale, si trovano citate le stazioni all’aperto di Foxi sudovest, di Foxi
nordest e il nuraghe Becciu (MARRAS 1995, p. 182).
Anche se le testimonianze per l’età fenicio-punica sono molto più esigue in confronto a
quelle della fase nuragica e sono limitate a qualche ritrovamento presso la chiesetta di
Santa Maria di Cepola, all’interno del centro urbano moderno, e di Separassiu (MARRAS
1995, p. 183), in direzione di S. Isidoro, tuttavia - se sommate alla presenza del tempio di
Astarte Ericina presso la Sella del Diavolo - confermano che tale rarefazione di
informazioni dipende solo dallo stato delle conoscenze e dalla fortuna nelle scoperte.
È da ritenere che nel corso dell’età storica sia cresciuta in modo esponenziale l’importanza
di tutto l’areale che si affacciava sul Golfo degli Angeli grazie all’inizio dell’uso
“industriale” delle zone umide e al consolidamento della rete viaria - già in qualche modo
impostata dai cammini aperti durante le fasi protostoriche – che seguiva direttrici di
penetrazione verso nord, in direzione dell’entroterra, e verso est.
Secondo l’opinione di M. A. Mongiu, in parte corroborata dalle scoperte all’interno del
centro urbano e nella periferia orientale, nei percorsi storici riportati sulle carte
topografiche del Cessato Catasto sarebbero da riconoscere i diverticoli che, in età romana e
medievale, assicuravano i collegamenti dalla metropoli cagliaritana verso le aree agricole
del Campidano meridionale grazie alle connessioni con la grande arteria che, lungo la costa
orientale, proseguiva verso il nord Sardegna (cfr. All. 1; MONGIU, Relazione, Archivi SBA
CA, Fasc. 3/1-1; Mastino 2005, pp. 341-350). Tale ipotesi sarebbe suffragata da una parte
dall’identificazione, presso S. Maria di Cepola, di un cippo e delle assise di base di una
strada antica pertinenti un percorso che proseguiva in direzione di S. Efisio e di S. Agata e
dall’altra parte dall’accordo degli studiosi nell’individuare presso il sito di Is Pontis Paris
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un importante snodo - legato dall’età romana allo sfruttamento delle saline - di
collegamento fra gli insediamenti di Pirri, Monserrato, Selargius, Quartu, Qartucciu con
Cagliari (MONGIU, Relazione, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1; CADINU 1997;
http://www.parcomolentargius.it/galleria/pdf/allegato_3%20%20frammenti%20di%20mate
riali%20conoscitivi.pdf).
Prendendo come punto di partenza l’agglomerato antico di Quartu e procedendo in
direzione della vasta area considerata, si dovrà quindi riconoscere un’origine più antica medievale se non addirittura romana - ai percorsi storici che correvano in direzione est
quali:
1) Il tracciato che da nord proseguiva verso Pill’e Matta e Cuccuru Linu di Quartucciu
passando per la chiesetta medievale di S. Pietro di Ponte (MONGIU, Relazione, p. 46,
Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1);
2) La strada del Sarrabus, il cammino che dirigeva verso lo stagno del Simbirizzi, in parte
ricalcato dalla vecchia strada comunale di N.S. di Buon Cammino;
3) La via che, dirigendo a sudest attraverso la regione di S. Anastasia, si riconnetteva
all’arteria costiera principale (si veda lo schema nella Carta Archeologica allegata a
MONGIU, Relazione, cit.; MARRAS 1995, tav. 16).
L’immutata importanza economica di questo polo territoriale dall’età romana a quella
medievale è d’altra parte testimoniata dalle scoperte archeologiche fra le quali tralasciando l’ipotesi condivisa da alcuni studiosi che il litus Caralitanum sia da ubicare in
un’area compresa fra il S. Bartolomeo e la fascia del Poetto (MONGIU, Relazione, cit.) - si
dovrà ricordare gli importanti resti della villa maritima di S. Andrea (SALVI 1978; da
ultimo sulla villa si veda la relazione generale del progetto esecutivo “Recupero e
valorizzazione dell'area denominata villa romana - Torre S. Andrea, 23 giugno 2014,
disponibile sul sito del Comune di Quartu S. Elena), lungo la strada costiera.
Per rimanere nell’ambito vasto definito, si tratta d’indizi altrettanto importanti di una densa
presenza antropica - anche se al di fuori dei limiti amministrativi del comune di Quartu S.
Elena – l’estesa necropoli tardo antica e altomedievale di Pill’e Matta (SALVI 2005) e la
tomba costruita, di ambito culturale bizantino o vandalico, scoperta presso Cuccuru Linu
(SALVI, STEFANI 1997, pp. 102-107). Le evidenze di età romana, tardoantica e medievale si
moltiplicano ancora una volta intorno all’invaso di Simbirizzi con le necropoli di Su
Pirastu (Archivi SBA CA Prot. N. 1595 del 9/4/1984) e di Baulanu (SALVI 1995, pp. 282283; riguardo le tracce di un possibile insediamento cfr. Archivi SBA CA Prot. N. 1963 del
16/4/1986 e Prot. N. 1339 del 28/4/1986), e con le chiesette di N.S. del Buoncammino
(cfr. All. 1 e 2, num. 5), di S. Andrea e di S. Forzorio (FARCI 1988, pp. 81-84, p. 118, p.
66), dove si rivennero anche due epigrafi latine alto imperiali (SOTGIU 1988, A 156-157) e
a poca distanza dalla quale è stata identificata, presso la località di Is Funtaneddas, una
tomba polisoma di età altomedievale con almeno sei inumati (relazione di D. Salvi, N.
Prot. 3774 del 12/08/1988). In letteratura la chiesetta di N.S. di Buoncammino faceva
capo al villaggio di Simbilis, attestato in un documento risalente 1521 (MANNO 1971, vol.
III, nota 930, p. 243) e, sempre in prossimità dello stagno, si trovava l’altro villaggio di Is
Ammostus (DAY 1973, p. 15).
Nell’ambito urbano di Quartu S. Elena, i due villaggi medievali che afferivano
rispettivamente alle chiese di Santa Maria di Cepola e di S. Agata, ormai scomparsa,
confermano il perdurare in età altomedievale e medievale non solo della centralità di
questa porzione della fascia costiera del Golfo degli Angeli, ma anche del legame
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strettissimo e diretto con i principali referenti economici che avevano sede a Cagliari. Non
è infatti un caso che sul finire dell’XI sec., nel 1089, il Giudice di Cagliari donasse ai
monaci Vittorini di San Saturnino la chiesa di Sanctae Mariae di Sapullo, la quale risultava
elencata fra i beni del priorato ancora nel XIII (CORONEO 1993, sch. 43 ibidem bibliografia
precedente). Tale donazione è da collegarsi con la grande valenza economica, per la
metropoli, delle saline dell’areale quartese. Questa importante risorsa fu quindi affidata
all’ordine monastico di S. Vittore di Marsiglia che già aveva affinato la tecnica della
coltivazione del sale nella regione francese della Camargue (PARCO MOLENTARGIUS, p.
23), dove aveva sperimentato con successo l’impiego di mulini idraulici.
Non è da escludere che anche in età romana fossero state utilizzate opere idrauliche per
movimentare le acque nel comparto delle saline così com’è possibile che i lembi di
necropoli, rispettivamente tardo romana e alto imperiale, scoperti fortuitamente nelle
località di Sa Cora (Archivio SBA CA, Fasc. 3, 1-2 Prot. N. 3444 del 27/08/1984; Prot. N.
3447 del 29/08/1984, il toponimo indicato è però quello di Perda Bianca) e di Perda
Longa (cfr. All. 1 e 2, num. 12; Archivio SBA CA, Fasc. 3, 1-2, Prot. N. 671 del
26/01/1998, Prot. N. 8849 del 9/11/1998, Prot. N. 9523 del 28/11/1998) possano aver
accolto le deposizioni di chi svolgeva attività connesse con tali impianti così come non è
da escludere che anche l’incarico di Savinus – il defensor ecclesiae Sardiniae, defunto fra
il marzo 594 e il marzo 598 e deposto a Quartu, presso la vigna Maxia da localizzare
probabilmente nell’areale di S. Agata – fosse legato interessi della Chiesa Caralitana nello
stesso ambito sul finire del VI sec. d.C. (STEFANI 1992, p. 720).
La notizia dell’esistenza dell’altro villaggio medievale di S. Anastasia (cfr. All. 1 e 2,
numm. 7, 9, e 10; ANGIUS 1847, p. 40), immediatamente a est della rotatoria Poetto Margine Rosso, la presenza delle due torri spagnole di Serra Pauli e di Torre Foxi e le
successive fasi di restauro o riedificazione delle chiesette già citate, sono infine una
ulteriore conferma di come, nel corso dei secoli, i cambiamenti nelle strategie di gestione
del territorio possano aver determinato spostamenti o aggregazioni di abitati, ma
certamente non hanno mai sancito fasi di completo abbandono. In quest’ampia porzione di
territorio agirono infatti da grandi attrattori la varietà e la disponibilità delle risorse offerte
dalle aree umide e dai diversi sistemi ecologici dell’entroterra comunque di agevole
accessibilità.
4.
INQUADRAMENTO
STORICO
INTERESSATA DAL PROGETTO.
ARCHEOLOGICO
DELL’AREA
Le notizie edite in letteratura e quelle presenti negli atti depositati negli Archivi SBA CA,
indicano la presenza di alcuni siti d’interesse archeologico nelle adiacenze dell’area che
sarà più direttamente attraversata dai lavori previsti.
Per quanto riguarda i contesti più antichi, risultano segnalati in località Baccu Serreli due
siti di dispersione di materiali probabilmente pertinenti uno stesso villaggio di età
preistorica (cfr. All. 1 e 2, numm. 1 e 3; RENDELI 2009, Relazione, numeri 14 e 15).
Considerando il senso di percorrenza a partire dalla rotatoria Poetto - Margine Rosso, le
due aree sono state localizzate, nelle diverse carte archeologiche disponibili (RENDELI
2009, cit.; Carta archeologica in allegato a PROGETTO DI VALORIZZAZIONE), la prima alla
distanza di circa 225 m a est dall’attuale SS 554 e a 455 m a sud-sudest dall’intersezione
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con la via di Pitz’e Serra; la seconda è ubicabile a 236 m a est dalla SS 554 e a 356 m a
nordest dalla medesima intersezione (All. 1 e 2, numm. 1 e 3).
Risulta più periferico rispetto al tracciato della SS 554, dal quale dista circa 950 m in
direzione est, il probabile villaggio di età neolitica finale - eneolitica di Basciu ‘e Serra del
quale si è accennato nel paragrafo precedente (cfr. supra e infra; All. 1 e 2, num. 2).
Per l’età storica l’area di sepolture intercettata presso la località di Perda Longa (cfr.
supra e All. 1 e 2, num. 12), a circa 2 km in linea d’aria ad ovest della rotatoria PoettoMargine Rosso delinea un orizzonte cronologico alto-imperiale. Considerando come
riferimento la rotatoria citata, si può supporre una continuità di occupazione dall’età
romana all’età medievale di tutta questa porzione dell’areale costiero suffragata dalla
notizia sull’esistenza del villaggio medievale di S. Anastasia, la cui localizzazione, in
linea del tutto ipotetica, potrebbe coincidere con la porzione territoriale compresa fra la via
S. Anastasia, a ovest, e la regione omonima immediatamente adiacente detta rotatoria a est,
dove si è sviluppato il quartiere residenziale moderno (cfr. All 1 e 2, numm. 7, 9 e 10).
È compresa all’interno dei confini amministrativi del Comune di Quartucciu un’altra
necropoli, di età alto imperiale, scoperta presso Su Pirastu durante un intervento di
adeguamento idraulico nell’ambito dell’invaso del Simbirizzi. Stando ai resoconti (Archivi
SBA CA N. Prot. 1595 del 9/4/1984), il sito dovrebbe localizzarsi a circa 820 m a est del
km 10 della SS 554 e quindi in una posizione abbastanza in disparte rispetto all’intervento
oggetto della presente relazione. Tuttavia è da ricordare che la necropoli di Su Pirastu è ad
appena 450 m a sud della tomba costruita di Cuccuru Linu e a 830 m a sudest della
necropoli tardo antica e medievale di Pill’e Matta, sempre nel territorio del Comune di
Quartucciu. Si deve anche aggiungere che a 640 m ovest sorge la chiesetta medievale di S.
Pietro in Ponte (cfr. All. 1 e 2, num. 11; PALA 2015, p. 62), così chiamata perché sorta in
prossimità di un ponte di età romana. La combinazione dei dati appena esposti induce
quindi a ritenere che siano “sensibili” anche le aree più vicine alla SS 554, le quali
potrebbero, in prossimità dell’ultimo segmento di progetto, rivelare la presenza di evidenze
archeologiche.
5.
LA PROSPEZIONE ARCHEOLOGICA
L’indagine autoptica lungo il segmento di SS 554 (oggi viale Europa) che sarà interessato
dai lavori in progetto, non ha fornito dati di rilievo da segnalare. È da ammettere che molte
aree si trovano all’interno di proprietà e sono chiuse da recinzioni che hanno reso
impossibile l’accesso alle stesse, salvo i pochi casi (due) per i quali i proprietari hanno
dimostrato disponibilità. Negli spazi lasciati liberi e aperti lungo la carreggiata su entrambi
i lati, e in quelli più interni rispetto alla sede stradale, comunque non si sono notati in
superficie elementi che inducano a supporre la presenza di evidenze archeologiche né in
quelle porzioni dell’area indagata che sono state recentemente liberate dalle sterpaglie, né
in quelle dove la copertura vegetale limita molto la visibilità.
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6.
11
LE AREE SOTTOPOSTE A REGIMI PRESCRITTIVI: LE ZONE H DELLO
STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE.
Riguardo le norme attuative dello strumento urbanistico vigente del Comune di Quartu (di
seguito PUC Quartu S. Elena) in merito alle aree soggette a particolari vincoli di
salvaguardia per le funzioni di tutela del territorio è da segnalare che, all’interno
dell’ambito territoriale che sarà più direttamente interessato dai lavori, una stretta striscia
di terreno è indicata come zona H. Si tratta di un’area, relativamente poco estesa e
sviluppata nel senso della lunghezza, immediatamente adiacente la carreggiata della SS
554 e che si localizza fra l’intersezione con la via Italia e l’intersezione con la strada
comunale Pitz’e Serra, poco prima di arrivare all’incrocio, lungo il lato sinistro della
carreggiata secondo il senso di marcia dalla rotatoria del Poetto-Margine Rosso.
Un’altra area di tutela, sempre inquadrata fra le zone H, è intercettata al km 10.937
dall’intersezione con viale G. Marconi. È da ricordare che a circa 1,17 km da tale
intersezione, in direzione nord-nordest, si estende la necropoli tardo romana e medievale di
Pill’e Matta in agro di Quartucciu: un’area archeologica, vincolata, che risulta periferica
rispetto al contesto dei lavori previsti, ma della presenza della quale sarà opportuno tenere
conto.
7.
LE AREE SOTTOPOSTE A REGIMI PRESCRITTIVI:
ARCHEOLOGICI SULL’AREA DI DIRETTO INTERESSE.
VINCOLI
Lo spoglio degli atti depositati e resi disponibili alla consultazione presso gli archivi SBA
CA e la lettura degli elaborati cartografici allegati al PUC Quartu S. Elena non hanno
evidenziato - nel ristretto ambito territoriale direttamente coinvolto nel progetto - la
presenza di aree sottoposte a tutela o a provvedimenti ai sensi della L. 364 del 20/06/1909
oppure della L. 778 del 11/06/1922 (“Tutela delle bellezze naturali e degli immobili di
particolare interesse storico”), o ancora ai sensi della L. 1089 del 01/06/1939 (“Tutela
delle cose di interesse artistico o storico”), del D. Lgs. 490 del 29/10/1999 (“Testo
Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali”) e, per
terminare, del D. Lgs. 42 del 22/01/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai
sensi dell’art. 10 della L. 137 del 06/07/2002).
8.
CONCLUSIONI: LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO.
La valutazione del rischio archeologico non può non tenere conto delle notizie ricavate
dalla lettura delle fonti bibliografiche e dalla consultazione delle relazioni conservate negli
Archivi SBA CA che delineano, per la porzione di territorio in oggetto, il profilo di un
paesaggio antropizzato fin dalle epoche più remote e densamente popolato a partire dall’età
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romana, con modalità che non hanno conosciuto soluzione di continuità fino ai giorni
nostri.
Le prospezioni autoptiche non hanno evidenziato alcuna presenza di carattere
archeologico: né aree di dispersione di materiali, né tracce in superficie che rivelino la
presenza di strutture. Tuttavia ciò non può essere considerato del tutto dirimente perché le
note in letteratura e gli atti di archivio rivelano come le modalità di individuazione dei siti
noti siano state talvolta legate a scavi per opere di varia natura in aree “insospettabili”.
In considerazione di quanto esposto e della nota N. Prot. 4628 del 19/07/2010 (Archivi
SBA CA) - indirizzata dalla Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e
Oristano all’Assessorato dei Lavori Pubblici RAS e ai sindaci di Monserrato, Selargius,
Quartucciu, Quartu in risposta alla presentazione del progetto preliminare per
l’eliminazione delle intersezioni a raso sulla SS 554 - si riterrà il rischio archeologico di
grado basso (medio-basso) su tutta l’estensione dell’area interessata dall’intervento, di
grado medio (medio-alto) in prossimità delle località di Baccu Serreli 1 e 2 e di Basciu
Serra, e di grado alto nella sezione finale a causa della documentata presenza di aree
archeologiche di notevole importanza (Su Pirastu, ma soprattutto Pill’e Matta e Cuccuru
Linu) e di possibile estensione maggiore rispetto a quanto già indagato.
Si propone pertanto che si preveda la presenza di un professionista archeologo durante
tutte le fasi di scotico e di scavo richieste dalle operazioni di allargamento della carreggiata
e di realizzazione delle rotatorie in corrispondenza delle intersezioni esistenti.
Il professionista archeologo dovrà documentare l’eventuale presenza di emergenze di
carattere archeologico e, nel caso, pianificare - di concerto con la Soprintendenza
Archeologica competente - interventi di scavo, nelle trincee aperte per i lavori stradali, che
dovranno essere completati in tempi utili a non bloccare con ritardi notevoli l’esecuzione
di detti lavori.
Si suggerisce inoltre di prevedere - specialmente dove il rischio archeologico è indicato
nella Carta del Rischio di grado alto - dei saggi di scavo stratigrafico preventivi e
antecedenti lo scotico per le opere stradali allo scopo di verificare la presenza di strati
archeologici.
Infine, ferme restando le valutazioni espresse, si ritiene tuttavia doveroso precisare due
aspetti:
1) Nella nota N. Prot. 4628 del 19/07/2010 sopra citata, il segmento dell’opera lineare
prossimo a Baccu Serreli è stimato con un grado di rischio medio;
2) L’inizio dello svincolo di Pill’e Matta, considerato ad alto rischio archeologico, è al km
10.400, mentre la tranche di lavori per l’adeguamento della SS 554 relativa il presente
progetto si ferma al km 11.400.
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APPENDICE 1.
SCHEDE SINTETICHE DELLE EVIDENZE ARCHEOLOGICHE
Avvertenze
Di seguito si trovano allegate le schede di quei monumenti o siti localizzati in una
posizione tale rispetto alle opere da determinare la definizione del grado di rischio
archeologico. Non sono state invece allegate le schede di quelle evidenze archeologiche
che, pur citate nella relazione allo scopo di chiarire le problematiche legate al paesaggio
storico dell’area vasta considerata, sono tuttavia troppo periferiche rispetto al contesto
interessato dal progetto e non determinanti per il rischio archeologico.
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Scheda 1
Su Margine Arruiu
Località: Su Margine Arruiu
Comune: Quartu
Provincia: Cagliari
Vincoli: no
Dati Cartografici
CTR:
Coordinate: WGS 84 ( Dec. Deg. 9,226871; 39,228458)
Coordinate: WGS 84 ( Dec. Deg. 9,228918; 39,228030)
Localizzazione: si veda stralcio cartografico 5
Uso Attuale del territorio: urbanizzato.
Tipologia del Monumento: non determinabile. Nella carta archeologica allegata a Mongiu,
Relazione, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1, sono indicati due siti che avrebbero restituito
testimonianze materiali di età medievale. Resta il dubbio che tali evidenze possano essere
collegate con l’antico villaggio medievale di S. Anastasia che doveva insistere nell’area,
oggi densamente popolata, compresa fra la via di S. Anastasia e la regione omonima
immediatamente adiacente la rotatoria Poetto-Margine Rosso a est.
Localizzazione: base bibliografica e cartografica. Sul terreno non è visibile il punto esatto
dei ritrovamenti.
Cronologia: età medievale.
Descrizione: nessuna.
Bibliografia: Mongiu, Relazione, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1.
Distanza dalle opere: circa 506 m e 580 m a est della SS 554 (rotatoria Poetto-Margine
Rosso)
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie: presumibilmente circa 506 m e 580 m a est
della SS 554 (rotatoria Poetto-Margine Rosso)
Rischio Archeologico rispetto all’opera: da medio a basso. Le aree sono sufficientemente
distanti dalla zona interessata dai lavori e tuttavia potrebbero essere pertinenti un villaggio
medievale e quindi avere un’estensione maggiore rispetto a quello nota.
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie: da medio a basso (cfr. supra).
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
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Scheda 2
Perda Longa
Località: Perda Longa
Comune: Quartu
Provincia: Cagliari
Vincoli: no
Dati Cartografici
CTR:
Coordinate: WGS 84 ( Dec. Deg. 9,198675; 39,232598)
Localizzazione: si veda stralcio 4
Uso Attuale del territorio: in parte urbanizzato, ai margini area umida con vegetazione a
macchia.
Tipologia del Monumento: Lembo di necropoli di età romano-imperiale.
Localizzazione: Indicazione desunta dagli atti d’archivio. Sul terreno non è stato
individuato il punto esatto dei ritrovamenti.
Cronologia: Età imperiale romana.
Descrizione: Due sepolture di cui una a enchytrismos e una a struttura mista.
Bibliografia: Archivi SBA CA, Prot. N. 8849 del 9/11/1998
Distanza dalle opere: circa 506 m e 580 m a est della SS 554 (rotatoria Poetto-Margine
Rosso)
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie: 1490 m in linea d’aria a ovest della SS 554
(Km 14)
Rischio Archeologico rispetto all’opera: Basso. Le tombe parrebbero essere state distanti
dalla zona interessata dai lavori.
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie: Basso (cfr. supra).
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
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Scheda 3
Baccu Serreli 1
Località: Baccu Serreli
Comune: Quartu
Provincia: Cagliari
Vincoli: no
Dati Cartografici
CTR:
Coordinate: WGS 84 ( Dec. Deg. 9,215712; 39,238713)
Localizzazione: si veda stralcio cartografico 1
Uso Attuale del territorio: urbanizzato.
Tipologia del Monumento: tracce ascrivibili alla presenza di un villaggio preistorico.
Localizzazione: base bibliografica e cartografica. Sul terreno non è stato individuato il
punto esatto dei ritrovamenti.
Cronologia: neolitico finale-eneolitico.
Descrizione: nessuna.
Bibliografia: Mongiu, Relazione, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1, p. 19; Rendeli 2009,
Relazione, n. 15.
Distanza dalle opere: 235 m a est della carreggiata
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie: al momento non definibile
Rischio Archeologico rispetto all’opera: Medio-alto. L’area potrebbe avere un’estensione
maggiore rispetto a quanto indicato nelle carte archeologiche disponibili.
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie: Medio-alto (cfr. supra).
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
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Scheda 4
Baccu Serreli 2
Località: Baccu Serreli / Basciu Serra
Comune: Quartu
Provincia: Cagliari
Vincoli: no
Dati Cartografici
CTR:
Coordinate: WGS 84 ( Dec. Deg. 9,210834; 39,243877)
Localizzazione: si veda stralcio cartografico 5
Uso Attuale del territorio: urbanizzato.
Tipologia del Monumento: tracce ascrivibili alla presenza di un villaggio preistorico.
Localizzazione: base bibliografica e cartografica. Sul terreno non è stato individuato il
punto esatto dei ritrovamenti.
Cronologia: età neolitica finale ed eneolitica.
Descrizione: nessuna. È possibile che la segnalazione di ritrovamenti frammenti ceramici
di cultura Monte Claro, segnalati in Mongiu, Relazione, presso la località di Basciu Serra
sia in realtà la medesima data per la località di Baccu Serreli 2 poiché l’ubicazione fornita
nell’allegato cartografico è la medesima data da Rendeli 2009, Relazione.
Bibliografia: Mongiu, Relazione, Archivi SBA CA, Fasc. 3/1-1, Rendeli 2009, Relazione.
Distanza dalle opere: circa 348 m est della SS 554.
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie: n.d.
Rischio Archeologico rispetto all’opera: Medio-alto. L’area potrebbe avere un’estensione
maggiore rispetto a quanto indicato nelle carte archeologiche disponibili.
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie: Medio-alto (cfr. supra).
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
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Scheda 5
S. Pietro in Ponte
Località: S. Pietro in Ponte (cimitero)
Comune: Quartu
Provincia: Cagliari
Vincoli:
Dati Cartografici
CTR:
Coordinate: WGS 84 ( Dec. Deg. 9,194273; 39,244519)
Localizzazione: si veda stralcio cartografico 3
Uso Attuale del territorio: all’interno del Cimitero Comunale.
Tipologia del Monumento: chiesetta medievale
Localizzazione: base bibliografica, cartografica. Il monumento è attualmente visitabile
Cronologia: Medioevo.
Descrizione: Chiesetta medievale ricostruita nel XIII sec. in stile tardo-romanico. Sorgeva
nei pressi di un antico ponte romano dal quale è derivato il toponimo.
Bibliografia: da ultimo Pala 2015, p. 62, ibidem bibliografia precedente.
Distanza dalle opere: circa 649 m a ovest della SS 554.
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie: n.d.
Rischio Archeologico rispetto all’opera: Basso. La chiesa è in posizione periferica rispetto
all’opera.
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie: Basso (cfr. supra).
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
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Scheda 6
Su Pirastu
Località: Su Pirastu
Comune: Quartucciu
Provincia: Cagliari
Vincoli: no
Dati Cartografici
CTR:
Localizzazione: si veda stralcio cartografico 2.
Uso Attuale del territorio: agricolo
Tipologia del Monumento: necropoli
Localizzazione: base bibliografica, cartografica, ricognizione.
Cronologia: età romana e tardoromana.
Descrizione: durante i lavori di canalizzazione a carico dell’Ente Autonomo del
Flumendosa, fu scavato e distrutto un lembo di necropoli romana di età imperiale.
Bibliografia: Archivi SBA CA Prot. N.1595 del 9/4/1984.
Distanza dalle opere: .
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie: 831 m circa a est-nordest della SS 554.
Rischio Archeologico rispetto all’opera: Basso. L’area è distante dalla zona interessata dai
lavori.
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie: Basso.
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
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Scheda 7
Cuccuru Linu
Località: Cuccuru Linu
Comune: Quartucciu
Provincia: Cagliari
Vincoli: dai carteggi consultati non risultano vincoli ai sensi della L. 1089/39
Dati Cartografici
CTR:
Localizzazione: si veda allegato stralcio cartografico 2
Uso Attuale del territorio: agricolo
Tipologia del Monumento: tomba
Localizzazione: base bibliografica, cartografica, ricognizione.
Cronologia: età bizantina (VII sec. d.C.)
Descrizione: tomba ipogeica di pianta quadrata costruita con blocchi squadrati di calcare. È
coperta a volta e si accede alla camera attraverso un ingresso architravato che immette in
un breve corridoio con gradini.
Bibliografia: Salvi 1997, pp. 102-105.
Distanza dalle opere: 1200 m circa a est-nordest dal punto finale dell’intervento
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie:
Rischio Archeologico rispetto all’opera: Medio-basso. L’area è distante dalla zona
interessata dai lavori sebbene sia possibile che appartenga ad un complesso funerario più
vasto.
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie: Medio-basso, cfr. supra.
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
Strada Statale 554 – Lotto 2 – Realizzazione N. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità complementare
in territorio di Quartu Sant’Elena
Progetto Preliminare - Definitivo per Appalto Integrato – VALUTAZIONE DI IMPATTO ARCHEOLOGICO
Raggruppamento Temporaneo di Imprese
SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) – DOLMEN S.r.l. – Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti)
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Scheda 8
Pill’e matta
Località: Pill’e Matta
Comune: Quartucciu
Provincia: Cagliari
Vincoli: si
Dati Cartografici
CTR:
Localizzazione: si veda stralcio cartografico 2
Uso Attuale del territorio: area artigianale del Comune di Quartucciu
Tipologia del Monumento: necropoli
Localizzazione: base bibliografica, cartografica, ricognizione.
Cronologia: età punica, romana, tardoromana, altomedievale.
Descrizione: nell’area di Pill’e Matta si estende una vasta necropoli che conta intorno a
260 sepolture per un arco cronologico che parte dal IV sec. a.C. fino al V sec. d.C. Le
tombe scavate offrono un ampio panorama delle modalità di deposizione fra l’età punica,
romana e tardoantica. È stata riconosciuta anche la presenza di gruppi esogeni
probabilmente giunti a colonizzare i terreni agricoli del campidano di Cagliari.
Bibliografia: Salvi 2005.
Distanza dalle opere:
Distanza dal cantiere e dalle opere accessorie:
Rischio Archeologico rispetto all’opera:
Rischio Archeologico rispetto a cantiere e opere accessorie:
Compilatore: dott.ssa Danila Artizzu
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in territorio di Quartu Sant’Elena
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APPENDICE 2.
L’INTERVENTO ARCHEOLOGICO: MODALITÀ DI ATTUAZIONE
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A 2.1. L’assistenza agli scavi e l’apertura di saggi stratigrafici.
La presente relazione ha portato a una valutazione del rischio archeologico per la quale è
consigliata la presenza costante di un professionista archeologo durante gli scavi previsti
per le opere e, per un segmento specifico dell’opera, stimato di grado alto, è stato suggerito
in aggiunta di considerare l’eventualità di condurre dei saggi stratigrafici preventivi.
Si ritiene pertanto opportuno fornire alcuni chiarimenti sulle misure suggerite.
Riguardo il primo punto sarà necessario prevedere la presenza, secondo quanto suggerito
dalla circolare 10/2012, di un archeologo che segua con continuità i lavori del cantiere
fintanto che siano compiute tutte le attività di scavo vero e proprio. Le giornate lavorative
di tale figura si computeranno quindi in rapporto alle giornate di scavi effettivi calcolate in
progetto, alle quali si dovranno aggiungere 15 giorni lavorativi per la produzione della
relazione e degli elaborati finali da consegnare alla Committenza e alla Soprintendenza
Archeologica competente. Nel caso l’attività di scavo del cantiere rivelasse la presenza di
strutture ed evidenze archeologiche, si renderà necessaria la compresenza, insieme
all’archeologo, di un tecnico rilevatore la cui attività proceda di pari passo con lo scavo.
Riguardo tale evenienza, inoltre, di concerto con il funzionario competente della
Soprintendenza Archeologica, il professionista archeologo potrebbe trovarsi nella
situazione di dover operare interventi d’urgenza allo scopo di definire il valore strategico
delle evidenze messe in luce rispetto all’opera pubblica in fieri. Tutti i reperti mobili
rivenuti nel corso di dette operazioni dovranno essere riposti nelle apposite buste al
momento del ritrovamento, all’interno delle stesse saranno posti anche gli appositi
cartellini con l’annotazione dei dati di rinvenimento, ed infine il tutto dovrà essere
conservato in cassette di plastica impilabili che sarà cura del Committente consegnare alla
fine di ogni giornata lavorativa alla sede dei depositi che sarà indicata dall’ente di tutela.
Le operazioni sopra descritte, che non dovranno comportare ritardi notevoli o intralci alle
attività ordinarie del cantiere dell’opera lineare richiederanno l’attività di almeno tre operai
e di un mezzo meccanico leggero. Lo smaltimento del materiale di risulta (terra, detriti)
avverrà contestualmente a quello dell’intero cantiere.
Le risorse necessarie per l’assistenza archeologica sono ricomprese nel Quadro Economico
dell’intervento tra le somme a disposizione dell’Amministrazione e quantificate secondo
quanto esplicitato nel seguito (al paragrafo A.2.2 – Elenco dei prezzi unitari), estendendo il
costo giornaliero dell’assistenza per il periodo in cui si ipotizza siano effettuati gli scavi.
Riguardo il secondo punto è da segnalare nota N. Prot. 4628 del 19/07/2010 (Archivi
SBA CA) della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano
indirizzata all’Assessorato dei Lavori Pubblici RAS e ai sindaci di Monserrato, Selargius,
Quartucciu, Quartu nella quale a proposito dello svincolo Pill’e Matta: “si dispone la
verifica archeologica preliminare ex D. Lgs 163/2006 art. 96 c1a, da eseguirsi tramite
saggi di scavo condotti con mezzo meccanico leggero a lama piatta, sotto il diretto
controllo di un archeologo, nelle aree degli svincoli, comprese eventuali zone di servizio,
effettuata per tagli successivi secondo le indicazioni dell’archeologo, fino alla messa in
luce di eventuali strati archeologici. In assenza di strati archeologici intermedi, la verifica
dovrà essere eseguita fino al raggiungimento della quota per lo scavo degli svincoli. Sulla
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base dei risultati della verifica, questa Soprintendenza provvederà a disporre le eventuali
indagini di scavo archeologico in estensione, come previsto dal D. Lgs n. 163 (art. 96
comma 1 lett. b).”
Per eseguire i lavori di verifica archeologica preliminare ex D. Lgs 163/2006 art. 96 c1a,
come da stralcio della nota sopra riportato, si renderà necessaria l’apertura di saggi di
scavo – nel numero e nelle ubicazioni da definirsi secondo l’indicazione dell’ente di tutela
preposto - sotto la sorveglianza di un archeologo professionista e mediante l’utilizzo di un
mezzo meccanico leggero. Oltre all’operatore alla guida del mezzo meccanico sarà
necessaria l’assistenza di un operaio. Qualora i saggi di scavo mettano in luce strati
archeologici, all’archeologo dovrà essere affiancato un rilevatore e, in aggiunta all’operaio
già presente, almeno altri due operai comuni ed un operaio qualificato. Si prevede che le
operazioni preliminari di saggio archeologico si svolgano in un tempo massimo di 15
giorni lavorativi di cantiere e di 5 giorni lavorativi per il solo archeologo dopo la chiusura
dei saggi allo scopo di produrre la documentazione richiesta dalla normativa vigente.
Come per il primo punto, i reperti mobili rivenuti dovranno essere conservati nelle apposite
buste al momento del ritrovamento, all’interno delle stesse saranno posti anche gli appositi
cartellini con l’annotazione dei dati di rinvenimento, ed infine il tutto dovrà essere
conservato in cassette di plastica impilabili che sarà cura del Committente consegnare alla
fine di ogni giornata lavorativa alla sede dei depositi che sarà indicata dall’ente di tutela.
Una volta indagati e nel caso non abbiano rivelato alcuna evidenza di carattere
archeologico o si sia proceduto alla sua completa rimozione, i saggi potranno essere
richiusi con lo stesso materiale di scavo. Se invece fossero messe in luce evidenze
archeologiche e, per motivi di opportunità, l’ente preposto alla tutela desse indicazioni per
un loro interro, si dovrà provvedere a coprire lo strato archeologico con teli di TNT prima
di riversare il terreno di copertura.
Qualora invece la decisione fosse di tenere aperti i saggi di scavo e intercorresse un certo
lasso di tempo fra questa fase preliminare e l’inizio dei lavori per l’adeguamento della SS
554, il Committente dovrà provvedere alla messa in sicurezza di ciascun saggio e allo
smaltimento del materiale di risulta.
Per un eventuale scavo in estensione come da D. Lgs n. 163 (art. 96 comma 1 lett. b) i
tempi potranno definirsi solo una volta valutata l’importanza del ritrovamento
archeologico.
Le risorse utili all’esecuzione dei saggi preliminari, qualora dovessero rendersi necessari a
seguito di emergenze rilevate nel corso della sorveglianza archeologica agli scavi utili alla
realizzazione dell’opera, saranno compensate con le somme a disposizione
dell’Amministrazione.
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A. 2.2. Elenco dei prezzi unitari
Nella tabella di seguito sono indicati i prezzi unitari stimati per l’intervento di scavo di
saggi stratigrafici preliminari. Le cifre sono state elaborate prendendo come base di
riferimento il prezzario dei lavori pubblici pubblicato sul sito della Regione Autonoma
Sardegna valido dall’anno 2009 e ai prezzi indicati, secondo le clausole riconosciute dalla
RAS, sono state applicate le maggiorazioni ritenute ammissibili. I prezzi sono intesi non
comprensivi di IVA.
Per la natura dei lavori sono stati considerati anche i prezzi unitari indicati per cantieri di
opere pubbliche che hanno presentato analoghe situazioni quali quelli svolti nell’ambito
regionale in particolare nei Comuni di Cagliari, nelle province di Olbia-Tempio e Ogliastra
e, in ambito nazionale, nella regione Calabria.
Sitografia di riferimento:
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_13_20090302152157.pdf
http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=09459;
http://www.comune.cagliari.it/japscares/cms/documents/201012ALL4.PDF;
http://www.beniculturalicalabria.it/echoweb/echofiles/allegati/25_17_elenco_prezzi_restau
ro_C.pdf
N.
1
Rif. Prezziario
ANA
Descrizione Lavori
Unità
misura
Professionista archeologo incaricato dell’assistenza alle
attività di scavo e del coordinamento delle indagini
archeologiche e stratigrafiche. S’intende compresa anche
la produzione della documentazione finale e relativi
allegati come da indicazione del MiBAC
u/g
di
Prezzo
Unitario
(euro)
220,00
Per quanto sopra, ipotizzando l’impegno dell’archeologo in 20 giornate mensili, si
quantifica il relativo onere in 20 giorni x 220,00 €/giorno, pari quindi ad € 4.400,00 per un
mese di assistenza, a cui si devono aggiungere gli oneri previdenziali (4%) e l’IVA (22%)
per un costo complessivo mensile di € 5.582,72, arrotondati nel Quadro Economico ad €
5.600,00.
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SITOGRAFIA
PARCO
MOLENTAGIUS,
http://www.parcomolentargius.it/galleria/pdf/allegato_3%20-
%20frammenti%20di%20materiali%20conoscitivi.pdf
BIBLIOGRAFIA
ANGIUS 1847, V. Angius in G. Casalis, Dizionario Geografico Storico Statistico
Commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna, Vol. XVI, Torino 1847, s.v. Quarto
(Quarto ab urbe lapide).
ATZENI 1957, E. Atzeni, Stazioni all’aperto e officine litiche nel Campidano di Cagliari, in
StSard 14-15, 1955-1957, pp. 68-128.
ATZENI 1966, E. Atzeni, Il nuraghe Sa Corona di Villagreca, Atti del XIII Congresso di
Storia dell’Architettura, Roma 1966, pp. 119-124.
ATZENI 1981, E. Atzeni, Aspetti e sviluppi culturali del neolitico e della prima età dei
metalli in Sardegna, in AA.VV., Ichnussa. La Sardegna dalle origini all’età classica,
Milano 1981, pp. XIX-XLI.
ATZENI 1986, E. Atzeni, Cagliari preistorica, in AA.VV., S. Igia. Capitale giudicale,
Cagliari 1986, pp. 21-57.
AA.VV. 1983, AA.VV., La provincia di Cagliari. I comuni, vol. I, Milano 1983.
CADINU 1997, M. Cadinu, Persistenze centuriali nell’agro caralitano, in A. Mastino, P.
Ruggeri (edd.) L’Africa Romana, Atti del XII Convegno di studio, Olbia, 12-15 dicembre
1996, Sassari, 1998, pp. 695-707.
CHERCHI PABA 1965, F. Cherchi Paba, Quartu S. Elena e il suo litorale, Cagliari 1965.
DAY 1973, J. Day, Villaggi abbandonati in Sardegna dal trecento al settecento: inventario,
Paris 1973.
CORONEO 1993, R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300,
Nuoro, 1993.
FARCI 1988, I. Farci, Quartu S. Elena. Arte religiosa dal medioevo al ‘900, Cagliari 1988.
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
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MANNO 1971, G. Manno, Storia di Sardegna, ristampa anastatica, Bologna 1971, voll. IIV.
MANUNZA 2010, relazione fine lavori, M.R. Manunza, Anas. Vecchia strada SS 125 Km
16. Lavori di completamento della variante esterna all’abitato di Cagliari in alternativa
alla SS 554, 1° lotto, 2° stralcio. Ritrovamento di tombe. Relazione fine lavori, Archivi
SOPRCAOR, N. Prot. 7733 del 16/12/2010.
MASTINO 2005, A. Mastino, Storia della Sardegna antica, Nuoro 2005.
MARRAS 1995, L. Marras, L’archeologia, in AA.VV., Il Parco Regionale Sette FratelliMonte Genis, Quartu S. Elena, 1995, pp. 163-185.
MONGIU, Relazione, M.A. Mongiu, Comune di Quartu S. Elena. Piano Urbanistico
Comunale, T. 13, Relazione Storico Archeologica, allegato alla delibera CC 88/97,
Comune di Quartu S. Elena.
PROGETTO DI VALORIZZAZIONE, A. Ingegno, A. Pautasso, P. Zuncheddu, Quartu S. Elena.
Progetto di valorizzazione del territorio di Quartu, depositato presso Archivi SBACA,
faldone Quartu, 3.1.
PALA 2015, A. Pala (a cura di), Guida alle chiese romaniche in Sardegna, Cagliari 2015.
RENDELI 2009, Relazione, M. Rendeli, SS 554 (asse attrezzato urbano). Eliminazione degli
svincoli a raso. Progetto preliminare, Relazione archeologica, marzo 2009, in Archivi
SBA CA N. Prot. 4628 del 19/07/2010.
SALVI 1978, D. Salvi, "Ruderi romani a Sant'Andrea (CA)", in Mondo Archeologico,
mensile di archeologia, paletnologia, speleologia, mineralogia, arte, 1978.
SALVI 1995, D. Salvi, Cagliari - Località Baulanu, Nuovo Bullettino Archeologico Sardo,
1987-1992, Sassari 1995, pp. 282-283.
SALVI 2005, D. Salvi, Luce sul tempo. La necropoli di Pill’e Matta, Cagliari 2005.
SALVI, STEFANI 1997, D. Salvi, G. Stefani, Insediamenti e materiali dall’età punica al
medioevo, in P. Corona (ed.), Quartucciu. Il suo patrimonio culturale, Oristano 1997, pp.
99-135.
SOTGIU 1988, G. Sotgiu, L’epigrafia latina in Sardegna dopo il CIL X e L’EE VIII, in
Aufstieg und Niedergang der römischen Welt, II, 11.1, Berlin-New York 1988.
STEFANI 1992, G. Stefani, A proposito di Savinus, defensor Sardiniae, in A. Mastino (ed.)
L’Africa Romana, Atti del IX Convegno di studio, Olbia, 13-15 dicembre 1991, Sassari,
1992, pp. 711-720.
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
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TARAMELLI 1903, A. Taramelli, Il nuraghe Lugherras presso Paulilatino, in Scavi e
Scoperte, I, 1903-1910, ristampa anastatica, Sassari 1982, pp. 485-525.
USAI 1990, Usai E, Quartu Sant′Elena (Cagliari) - Tombe di cultura M. Claro in località
Simbirizzi, Bullettino Archeologico Sardo, 1(1-2), pp. 385-386.
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
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IMMAGINI
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1. Stralcio della carta del Rischio Archeologico secondo la valutazione
2. Stralcio della carta archeologica da PROGETTO DI VALORIZZAZIONE
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
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3. Stralcio della carta archeologica elaborata da Mongiu, Relazione
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4. Carta delle evidenze note
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5a. Aree circostanti la SS 554: panoramica all’altezza del ristorante “da Eugenio".
5b. Parcheggio informale presso ristorante “da Eugenio”
5c. Giardino informale in prossimità di via Biora
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6a. Aree circostanti la SS 554: Spazio informale all’altezza della via Biora
6b. Aree circostanti la SS 554: Spazio informale fra via Teis e via Tharros
6c. Spazio informale fra via Teis e strada comunale Pitz’e Serra
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
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7a. Aree circostanti la SS 554: Spazi informali fra strada Comunale Pitz’e Serra e via Teis
7b. Aree circostanti la SS 554: Spazi informali fra strada Comunale Pitz’e Serra e via Teis
7c. Strada bianca di penetrazione all’altezza di via G. Pes
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8a . Aree circostanti la SS 554: Spazio informale in prossimità della strada comunale "Su Paris"
8b. Spazio informale fra la via Orrù e la via Marconi
8c. Spazio informale fra la via Orrù e la via Marconi
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9a. Aree circostanti la SS 554: Verso incrocio fra via Marconi e SS 554
9b. Spazio informale fra via Picci e via Orrù
9c. Spazio informale dopo incrocio per Pill' 'e Matta.
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SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) – DOLMEN S.r.l. – Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti)
43
10a. Aree circostanti la SS 554: Orto informale all’altezza di via Pirastu
10b. SS 554 all’altezza di via Atanasio
10c. Spazio aperto presso via Picci
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
Strada Statale 554 – Lotto 2 – Realizzazione N. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità complementare
in territorio di Quartu Sant’Elena
Progetto Preliminare - Definitivo per Appalto Integrato – VALUTAZIONE DI IMPATTO ARCHEOLOGICO
Raggruppamento Temporaneo di Imprese
SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) – DOLMEN S.r.l. – Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti)
44
11a. Aree circostanti la SS 554: Spazio informale all’altezza di via S. Francesco
11b. Spazio aperto fra SS 554 e via Italia
11c. Spazio aperto fra SS 554 e via Italia
COMUNE DI QUARTU SANT’ELENA
Strada Statale 554 – Lotto 2 – Realizzazione N. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità complementare
in territorio di Quartu Sant’Elena
Progetto Preliminare - Definitivo per Appalto Integrato – VALUTAZIONE DI IMPATTO ARCHEOLOGICO