Corporate Governance e Qualità dei Codici Etici: una indagine

Transcript

Corporate Governance e Qualità dei Codici Etici: una indagine
Corporate Governance e Qualità dei Codici Etici:
una indagine empirica nelle società quotate italiane
La letteratura italiana ed internazionale ha dimostrato negli ultimi decenni un interesse crescente per il
tema dei codici etici, soprattutto a causa della loro sempre maggiore diffusione fra le imprese avvenuta,
all’interno del percorso di sviluppo della Corporate Social Responsibility (CSR), in seguito alle
numerose ondate di scandali societari succedutesi a livello internazionale e ai conseguenti interventi
normativi posti in essere.
Nonostante la numerosità degli studi generati, limitati sono i contributi volti ad indagare il tema della
qualità dei codici etici, in particolar modo se intesa in termini quantitativi, e ancor meno quelli rivolti a
studiare le determinanti di tale qualità.
Di conseguenza, il presente lavoro ha cercato di sanare questo gap ricercando la relazione fra uno score
che misuri la qualità dei codici etici delle società quotate italiane, elaborato integrando numerose
caratteristiche del contenuto dei codici e dei programmi costruiti intorno ad essi, ed alcuni caratteri
delle stesse imprese, considerati particolarmente rilevanti dalla letteratura italiana ed internazionale in
termini di impatto sulla qualità della CSR e quindi dei Codici Etici.
A questo fine, si è scelto di ricercare le determinanti di tale qualità fra le caratteristiche di Corporate
Governance delle società che hanno adottato un Codice Etico, in quanto, dall’analisi della letteratura di
riferimento, emerge senz’altro come uno degli elementi più rilevanti in termini di impatto sulle
strategie di CSR attuate. Questa relazione è stata nello specifico indagata sulla base di due filoni
principali e contrapposti sviluppatisi in letteratura, ovvero la teoria dell’agenzia e la Conflict Resolution
Hypothesis.
In particolare, si è scelto di studiare gli aspetti di composizione del Consiglio di Amministrazione e
assetti proprietari delle società. Per quanto concerne il primo punto, sono state individuate variabili
relative alla CEO duality e all’incidenza degli amministratori indipendenti e di quelli di genere
femminile (le cosiddette quote rosa) all’interno del Board, mentre, per quanto riguarda il secondo
fronte, si è verificata la natura di impresa familiare e la presenza, fra gli azionisti, di uno o più enti
pubblici di riferimento.
La relazione fra la qualità dei Codici Etici e le variabili individuate è stata sempre ipotizzata positiva,
fatta eccezione per il caso della CEO duality, per la quale sono state formulate due ipotesi contrapposte,
dato che la letteratura di riferimento non è univoca in tal senso.
L’analisi è stata svolta prendendo a riferimento l’intera popolazione delle società quotate italiane,
escludendo quelle estere, quelle per cui non è stato possibile reperire il Codice Etico (perché non
esistente o non diffuso all’esterno della società) e quelle che hanno adottato il medesimo Codice Etico
della propria capogruppo. Il campione così definito è risultato composto da un totale di 241 società
quotate.
L’analisi empirica svolta ha in parte confermato le ipotesi formulate. In particolare, è stato possibile
dimostrare statisticamente il legame positivo fra la qualità dei codici etici e la presenza, da un lato, di
CEO duality nel Board, e dall’altro di uno o più enti pubblici tra gli azionisti di riferimento.
Per quanto riguarda le altre variabili, è stata svolta una riflessione per indagare il risultato negativo
dell’analisi empirica. Nello specifico, per le variabili riguardanti il CdA (amministratori indipendenti e
quote rosa) sono state individuate alcune caratteristiche strutturali del tessuto imprenditoriale italiano
che ne possono limitare l’impatto nelle decisioni del Board. Ad esempio, l’impatto numerico
scarsamente inferiore a quello suggerito dalle best practices internazionali di queste particolari
categorie di amministratori. Per quanto concerne invece le imprese familiari, si è rilevato come alcune
caratteristiche delle stesse giochino a favore ed altre a sfavore della qualità della CSR e quindi dei
Codici Etici. A titolo esemplificativo, l’impatto positivo sulla CSR ipotizzato dalla stewardship theory
si scontra con il minor grado di managerialità della gestione aziendale tipico delle imprese familiari,
che limita la diffusione di pratiche di CSR intese in termini formalizzati (come è il caso dell’adozione
di un Codice Etico).