L`inferno di ciudad Juarez

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L`inferno di ciudad Juarez
LIBRO
IN ASSAGGIO
L’INFERNO DI
CIUDAD JUÁREZ
DI VÍCTOR RONQUILLO
La maglietta era rosa, un rosa slavato, e spuntava dal terriccio che la copriva
quasi interamente. L’indumento era la traccia di un delitto. Infatti, a una
ventina di metri di distanza dal punto del ritrovamento sono comparsi i resti di
una colonna vertebrale. un rosario di ossa disarticolate. Il cranio affiorava dal
terreno, dietro alcuni alberi di huisache. Una dose ulteriore di orrore: il
dettaglio di un dente di platino con incisa una lettera R.
L’inventario della tragedia è proseguito con il ritrovamento di una scarpetta da
tennis nera con dentro i resti delle ossa di un piede. A venticinque metri di
distanza sono venuti alla luce il bacino e le ossa degli arti inferiori, infilati nelle
mutandine celesti e in un paio di jeans. Erano animali rapaci quelli che hanno
spogliato quel cadavere dell’ultima dignità di riposare integro.
Nelle vicinanze, di fianco a un crepaccio che sembrava smarrirsi in mezzo al
deserto di Lomas de Poleo, sono state scoperte altre ossa e un reggiseno
bianco in un sacchetto di plastica. C’era anche un altro cranio, e in un raggio
di meno di cinquanta metri sono affiorati i resti di una mandibola, un certo
numero di vertebre, il coccige e il bacino di un secondo cadavere. Non
lontano c’erano un paio di stivali da lavoro femminili numero 37 e un
grembiule blu con il logo della ditta, Pedsa, stampato in lettere gialle.
A Lote Bravo, Lomas de Poleo e nelle altre località fuori mano di Ciudad
Juàrez, nello Stato di Chihuahua, il gruppo di radioamatori delle frequenze
civili Canale 13 organizza occasionalmente perlustrazioni in cerca di resti
delle donne assassinate. Domenica 5 febbraio 1998 i radioamatori, fra cui
diversi bambini, hanno ritrovato i cadaveri di due ragazze nelle vicinanze della
colonia Anapra, a ovest di Ciudad Juàrez.
Due casi in più per le nere statistiche dell’impunità.
Nessuno sa quante donne siano state assassinate a Ciudad Juàrez. Questa
notte potrebbe essere l’ultima per la prossima vittima; domani potrebbero
essere ritrovate le spoglie di altre donne a Lomas de Poleo o in qualche
crepaccio lungo la strada per Casas Grandes. Questi delitti sono caratterizzati
perlopiù da violenze carnali, e parecchie vittime sono state accoltellate o
strangolate. Vi sono casi di bambine ritrovate senza vita dopo essere state
rapite e in balia dei sequestratori diversi giorni.
Domenica, 4 ottobre 1998
La famiglia va a fare compere su una vecchia jeep. Di fianco alla strada
sterrata, vicino alla vecchia discarica municipale, c’è un corpo disteso per
terra: è il cadavere di una donna. Età approssimativa trentadue anni, di
corporatura normale, con i capelli e le unghie delle mani e dei piedi di un
rosso vivo. Gli assassini si erano prodigati nell’infliggere dolore alla loro
vittima per sottometterla: la sofferenza, le urla disperate, l’inutile tentativo di
difesa. Un gusto contorto e perverso.
Enrique Silva, medico legale attivo presso la Procura di giustizia dello Stato di
Chihuahua, ha informato la stampa circa le cause della morte di questa
donna, che non è ancora stata identificata.
«Ha subìto un forte trauma cranio-encefalico. Oltre al passaggio di pneumatici
sul suo corpo, si è potuto accertare che presentava lacerazioni tipiche
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provocate da stupro vaginale e anale. Sembra, inoltre, che la donna sia stata
picchiata con un pezzo di tubo ritrovato sul posto. E stato possibile accertare
anche la frattura dell’osso ioide, ma si ignora ancora se la donna sia stata
strangolata, dal momento che il suo volto è sfigurato a causa delle molteplici
fratture.»
Poche ore dopo il ritrovamento del cadavere della donna assassinata nei
pressi della vecchia discarica municipale, Patricio Martìnez assumeva la
carica di nuovo governatore dello Stato di Chihuahua. Qualcuno aveva voluto
inviare un messaggio al candidato del PRI, ora governatore, che durante la
campagna elettorale aveva promesso di fare luce sugli omicidi perpetrati
contro le donne. L’incubo, dunque, non era destinato a finire con i sei anni di
governo del PAN; la violenza radicata sulla frontiera mieteva un’altra vittima.
Qualcuno aveva inteso dare una dimostrazione della propria forza alle nuove
autorità. Nei vari articoli che parlavano di quel delitto si allude alla crudeltà
usata dall’omicida (o dagli omicidi): furore cieco, volontà rancorosa e crudele.
«L’hanno stuprata per via vaginale utilizzando un tubo di plastica», ha
precisato il medico legale. «Poi le hanno maciullato il volto e la testa con una
pesante pietra e per finire sono passati sul cadavere con i pneumatici di un
veicolo.»
La donna aveva tentato di difendersi: sotto le unghie aveva brandelli di pelle,
e sulle braccia e le mani tracce di un’inutile lotta. Nel laboratorio del
viceprocuratore di giustizia della zona nord, dove si cerca di identificare le
vittime e ci si interroga sulla meccanica dei delitti, lavora Irma Rodrìguez.
«La meccanica degli omicidi negli anni 1995-1996», dice l’odontologa legale
«faceva registrare un’elevata percentuale di decessi per strangolamento. In
seguito, nel 1997, è cresciuta l’utilizzazione di armi bianche. Attualmente c’è
un panorama variegato per quanto riguarda le cause di morte, quando le
vittime sono donne. Si va dallo strangolamento al pestaggio, vale a dire al
decesso in seguito a un severo trauma cranio-facciale, come è successo in
uno dei casi più recenti. Si tratta di una vittima di trentadue anni circa, morta
per trauma cranico: una grave lesione incompatibile con la vita. in questo
caso mi ha colpito soprattutto il grado di sadismo con cui è stato perpetrato
l’omicidio: a morte avvenuta, sono passati sul cadavere con un veicolo.»
© 2004 Vìctor Ronquillo
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