M. Stramaglia, Amore è musica. Gli adolescenti e il mondo dello

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M. Stramaglia, Amore è musica. Gli adolescenti e il mondo dello
Cqia Rivista
Educazione fisica e sportiva ed educazione integrale della persona
Ottobre 2011
M. Stramaglia, Amore è musica. Gli adolescenti e il mondo dello spettacolo, SEI,
Torino 2011, pp. 219.
Amore è musica. Gli adolescenti e il mondo delle spettacolo costituisce una
approfondita indagine all’interno delle mode, stili e tendenze dell’adolescenza
contemporanea, partendo dall’indiscutibile funzione che la musica assume nella
costruzione identitaria dei giovani. L’autore propone un dialogo con diverse teorie
sociologiche, psicanalitiche, psicologiche e pedagogiche alla ricerca delle motivazioni
profonde che spingono gli adolescenti a costruire immagini e modelli di rappresentazione
di sé, che sembrano essere sempre più difficili da interpretare con le categorie
ermeneutiche della tradizione classica. In particolare, è la musica e la sua potenzialità
creativa di senso a costituire la dimensione privilegiata di ricerca del testo. Infatti, proprio
la musica assume, durante l’adolescenza, la funzione indispensabile di sostituzione e di
ritrovamento della figura materna: «idea regolativa dell’intero volume è che l’amore per la
musica e per il mondo dello spettacolo sia modalità propriamente adolescenziale, talora
personale, di ritrovare, o eventualmente restaurare, la tenerezza della madre. Musica e
spettacolo sono ingredienti fondamentali per il successo di un artista pop (cura
dell’immagine, doti canore e coreutiche, esibizione come creazione di atmosfere magiche),
ma la prima illusione o magia amorosa esperita dalla persona è l’idea di potere creare il
mondo, riflesso dell’amore tenero della madre» (ivi, p. XIV).
Stramaglia, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze dell’educazione e
della formazione dell’Università di Macerata, dedica il primo capitolo del volume
Adolescenti allo specchio: della madre e della musica alla descrizione delle caratteristiche
dell’adolescenza, intesa non tanto come un periodo cronologico chiaramente definibile,
quanto come una struttura soggettiva che porta l’individuo a sperimentare comportamenti
e modalità relazionali di stile adolescenziale. «Una struttura di personalità adolescenziale
può darsi quale clinicamente rinvenibile per l’intero arco di vita della persona umana.
L’analisi, oltre a riconoscere l’essenzialità evolutiva dell’adolescenza in senso stretto, verte
sul riconoscimento dell’adolescenza culturale quale modello predominante nella società
contemporanea degli eccessi: una processualità che coinvolge non solo il minore in fase di
crescita, ma pure il giovane adulto (si rifletta sul fenomeno dell’adolescenza protratta), lo
stesso adulto (si pensi ai sempre più frequenti, e talora insani, comportamenti
giovanilistici) e perfino l’anziano (si valuti il fenomeno emergente dell’innamoramento
senile)» (ivi, p. 8). Proprio la dilatazione dei comportamenti e degli stili di vita
adolescenziali impone una maggiore attenzione pedagogica alle motivazioni razionali e
alle spinte emotive che li generano. L’autore si concentra sull’importanza che la musica
assume nella vita quotidiana degli adolescenti e individua in essa una spinta decisiva per
la costruzione di un’identità equilibrata.
La musica è strettamente collegata alla dimensione affettiva del soggetto in
formazione e al suo bisogno di riconoscimento. Stramaglia si sofferma sul ruolo che
alcune popstar possono assumere nelle relazioni giovanili. Il cantante che viene
trasformato in idolo e mito massmediatico è un fenomeno abituale della società moderna.
La spettacolarizzazione delle immagini televisive, il successo e la popolarità di determinati
cantanti producono effetti di immedesimazione da parte di moltissimi adolescenti. L’autore
interpreta questo fenomeno come una fase di transizione nel giovane alla ricerca di
certezze e di riconoscimento. Una transizione che non è necessariamente negativa e
generatrice di disequilibri identitari, ma al contrario può anche facilitare la costruzione di un
Sé autonomo ed equilibrato. Se il bisogno di riconoscimento del giovane può essere
generato dalla mancanza di legami e stabilità famigliari, a volte invece, la ricerca di una
figura esterna, carismatica e rassicurante può facilitare il distacco positivo e il passaggio
verso la dimensione adulta. In questo modo, il mito, il fenomeno musicale e l’idolo
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spettacolarizzato permettono di ritrovare, in figure esterne alla dimensione famigliare, lo
sguardo, la tenerezza del volto materno e la dimensione di riconoscimento di cui il giovane
ha bisogno.
Nel secondo capitolo Società adolescenziale e pratiche spettacolari,
Stramaglia, a partire dalla distinzione tra Io e Sé di Winnicott, interpreta la musica come un
medium di relazioni sociali. Nella musica da ascoltare e amare l’adolescente, segnato dai
timori e dalle incertezze dell’età che sta vivendo, può ritrovare il proprio passato, le cure, la
sicurezza materna e la spinta innovativa verso il futuro: «l’adolescenza è età della
sospensione e dell’incertezza perché sempre segnata dalla paura dello smarrimento del
Sé, o dalla perdita dell’amore della madre. La musica esprime, in tali frangenti, istanze
composite di contenimento e di ritrovamento: essa è, nel medesimo tempo, affiliazione ed
evocazione. […] Amore è musica perché l’ascolto critico e non ossessivo, la produzione
creativa e non meramente spontaneistica, di buona musica, come l’amore non corrotto
dalla dismisura (ordinato, e non caotico), assurgono a “toglimento di morte (a-mors)» (ivi,
p. 55). La musica, così, coincide con l’amore. L’ascolto della musica e le passioni che
vengono generate portano un movimento duplice: la costruzione di un riferimento esterno
da amare e verso il quale provare passioni positive che genera un distacco consapevole
dai riferimenti famigliari e la rievocazione della tenerezza materna e delle cure ricevute
durante l’infanzia. Dal punto di vista pedagogico, è proprio la tenerezza (si rimanda M.
Stramaglia, I nuovi padri. Per una pedagogia della tenerezza) la figura chiave che la
musica riesce a evocare. In particolare, è la tenerezza materna, accogliente e
appassionata, che costituisce l’elemento centrale che la musica è in grado di rievocare sia
attraverso il ricordo del passato infantile, sia nella costruzione dell’innovazione creatrice
verso il futuro.
L’approfondita riflessione di Stramaglia non dimentica, anche, il ruolo
sensuale e corporeo che la musica pop assume nella società contemporanea per la
costruzione identitaria adolescenziale. Attraverso l’analisi del ruolo di molte cantanti della
musica pop attuale, l’autore sottolinea che: «la musica pop è il luogo odierno della
rievocazione della sensualità “di mezzo”: testi, musiche, personaggi e videoclip
enfatizzano gli elementi ambigui, eccessivi e orgiastici dell’età adolescenziale, proponendo
prodotti ad alto contenuto erotico ed erotizzante» (ivi, p. 109). Il corpo esposto, la
sessualità, l’ambiguità e l’eccesso diventano la norma e tradiscono, spesso, una perdita di
senso che appartiene al contesto culturale della società contemporanea. Il terzo capitolo Il
corpo esibito e la materialità della musica pop analizza i diversi significati che la musica
popolare ha assunto nella seconda metà del Novecento. Significativa è la parte dedicata
alla cantante Madonna che viene interpretata, non solo come figura dell’eccesso e della
sensualità, ma anche come archetipo della femminilità che: «intrattiene adolescenti,
giovani adulti e fanatici di ogni età nello spazio ipnotico, magico, incantevole, infantile della
madre» (ivi, p. 144).
Il testo si conclude con una riflessione sul ruolo che la musica può avere
nella costruzione delle relazione famigliari. Stramaglia individua nella tenerezza genitoriale
e nell’ascolto ricettivo le figure pedagogiche che possono contribuire a generare legami
famigliari solidi e identità soggettive equilibrate. La musica in età adolescenziale può
permettere di esprimere il bisogno straripante di affetto, la ricerca di senso e la necessità
di riconoscimento che appartengono a questa fase di crescita. Per questa ragione
l’educazione all’ascolto musicale, anche attraverso la mediazione di figure adulte
genitoriali, può essere un modo per costruire legami famigliari che si basano sulla
tenerezza e sulle emozioni condivise. Amore è musica si presenta come una proposta
pedagogica matura che interpreta la musica come un possibile ponte tra generazioni,
capace di spingere le individualità a uscire dai propri ruoli stereotipati per volgersi verso un
reale e appassionato ascolto della persona che si trovano di fronte. Il linguaggio chiaro e
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preciso e l’indagine rigorosa del mondo musicale giovanile rendono il testo uno strumento
utile per tutti coloro che sono interessati ai temi educativi e che vogliono immergersi nella
cultura e nei problemi adolescenziali.
Andrea Potestio
Dottorato in Scienze Pedagogiche
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