CTP solo se Psicoterapeuta?

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CTP solo se Psicoterapeuta?
CTP solo se Psicoterapeuta?
C'è
chi
boicotta
gli
Psicologi!
I
Tribunali
laziali
hanno
invitato l’Ordine
Psicologi Lazio a produrre un
elenco di psicologi CTP (Consulenti
Tecnici di Parte) a cui poter fare
riferimento.
Poteva essere una interessante opportunità per gli Psicologi
iscritti all’Ordine Psicologi Lazio.
Il 26 Novembre scorso la maggioranza cultura e proFessione ha
invece deliberato che, rispetto all’area dei procedimenti
minorili, solo gli psicologi con specializzazione in
Psicoterapia possano accedere all’elenco.
Nonostante i profili di CTP e CTU siano di pertinenza, per la
legge italiana, del “semplice” Psicologo, cultura e
proFessione ha deciso di erigere barriere di accesso
all’elenco ai soli psicologi con specializzazione in
Psicoterapia.
Il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) nei Requisiti
Minimi per l’inserimento negli Elenchi degli Esperti e degli
Ausiliari dei Giudici presso i Tribunali (scarica il pdf)
specifica che “per operare nell’area dell’età minorile sono
necessarie particolari competenze relative alla Psicologia
dello Sviluppo e alle dinamiche della coppia e della famiglia”
(quindi NON di Psicoterapia!), ma evidentemente cultura e
proFessione crede di saperne di più!
E poco importa se il CNOP invita esplicitamente
Consigli Regionali ad accogliere quelle Linee Guida.
i
cultura e proFessione se ne infischia e decide di seguire la
sua strada di boicottaggio agli Psicologi, inserendo anche
l’obbligo di Scuola di Psicoterapia in area minorile…
Ma perché mai cultura e proFessione
è
così
“affezionata”
alla
Psicoterapia?
Qualche numero…
Dei 28 candidati che cultura e proFessione propone alla guida
dell’ENPAP:
25 sono psicoterapeuti,
21 fanno regolare attività di docenza,
12 o dirigono Scuole di Psicoterapia, o comunque sono in
organico di qualche Scuola,
alla spicciolata psicologi sanitari in ASL e professori
all’Università,
11 degli attuali candidati sono già attuali Consiglieri
CIG (tutta gente rimasta muta durante gli scandali!!!)
Stesso dicasi per i sostenitori storici di cultura e
proFessione… uno stuolo di docenti universitari, docenti e
direttori di scuole di psicoterapia, psicologi sanitari…
Per le Scuole di Psicoterapia è un
periodo di crisi? Ci pensa cultura e
proFessione
Il MIUR, qualche mese addietro, ha pubblicato una ricerca in
cui risulta che circa un quinto delle circa 380 sedi di scuole
di psicoterapia in Italia sta chiudendo, non sta riuscendo a
garantire la chiusura dei quadrienni di specializzazione ai
giovani psicologi che versano migliaia di euro l’anno.
In questo periodo di difficoltà economica sempre meno colleghi
Psicologi hanno (letteralmente) il coraggio di intraprendere
un percorso di 4 anni di decine di migliaia di euro per avere
una specializzazione che, di fatto, NON garantisce lavoro!
Quale miglior elisir di lunga vita,
quindi, dell’innalzare gli accessi alla
professione
di
Psicologo
ai
SOLI
specializzati in psicoterapia? Una
salutare boccata di ossigeno per le
sofferenti casse…
E le elezioni ENPAP acuiscono la
dinamica…
Se il gruppo AUPI (cOstruire previdenza, arciCasa) pesca i
suoi voti dal bacino degli psicologi sanitari (e degli ignari
colleghi lib. prof. che ci cascano…), il gruppo cultura e
proFessione pesca i suoi voti dal bacino delle scuole di
psicoterapia!
A parte le dovute eccezioni, i colleghi psicoterapeuti che a
vario titolo navigano nel business della formazione in
psicoterapia fanno mediamente riferimento al gruppo cultura e
proFessione.
Un meccanismo perfetto in cui accadono fenomeni apparentemente
sinergici… da una parte per lavorare devi specializzarti…
dall’altra se vai a votare, mi raccomando, vota questi che la
sanno più lunga degli altri…
CTP, Psicoterapeuta… e quel vizio
di boicottare gli psicologi…
Come AltraPsicologia ci stiamo informando dal punto di vista
legale se la delibera di cultura e proFessione abbia un
profilo di illegittimità, se possa – in altre parole –
configurare un danno procurato agli iscritti del Lazio,
rispetto a colleghi appartenenti ad altri Ordini regionali.
In verità cultura e proFessione non è nuova a questo tipo di
decisioni. Tra le altre, ricordo:
1. Consulenza psicologica on line
Mentre il CNOP vieta esclusivamente psicoterapia e
psicodiagnostica, cultura e proFessione nel Lazio vieta anche
la consulenza psicologica on line, salvo poi non presidiare
la questione altrimenti vieni chiamata a dover spiegare cosa
è consulenza psicologica e cosa è counseling… e quindi si
torna agli amici delle scuole…
2. L’assistenza a vittime di traumi
Dal Notiziario 2011 2/3, a pag. 10, il Presidente Zaccaria
afferma che “ho firmato una convenzione [ndr. con l’Unità di
Crisi del Min. Esteri] che si pone l’obiettivo di assicurare
un’adeguata assistenza psicoterapeutica ai cittadini vittime
di situazioni drammatiche. Parte integrante della convenzione
sono i protocolli d’intesa che l’Ordine ha stipulato con le
Scuole di Psicoterapia pubbliche e private riconosciute“.
3. Ascolto del minore
nella delibera n. 294 del 18.06.2012, cultura e proFessione
delibera le “Linee Guida per l’Ascolto del minore nelle
separazioni e divorzi”, nelle quali viene specificato che “lo
psicologo che effettua l’ascolto dovrà avere una formazione
psicoterapeutica“.
Chi
governa
deve
generare
opportunità, NON erigere barriere!
Come ben sai, da SABATO 26 Gennaio al 01 Febbraio 2013 si
tengono le elezioni ENPAP per il rinnovo del Consiglio di
Indirizzo Generale e del Consiglio di Amministrazione.
Abbiamo il diritto ed il dovere di
indicare chi desideriamo al governo del
nostro Ente di Previdenza e Assistenza.
Su cOstruire previdenza (AUPI / arciCasa) non serve dire
nulla… è come sparare sulla Croce Rossa…
cultura e proFessione è più insidiosa… schiera la sua lista di
bei nomi conosciuti, rispettabili colleghi pescati negli
ultimi 2 o 3 mesi, illustri sostenitori…
Con quell’atteggiamento elitario e radical-chic che permea le
loro scelte politiche, pensate più per escludere che per dare
occasioni di integrazione e di crescita a tutti Psicologi.
Scelte apparentemente mirate a salvaguardare i privilegi di
una casta chiusa.
GUARDA AI FATTI E NON AI NOMI
CONOSCIUTI!
AltraPsicologia è attiva 12 mesi l’anno, dentro e fuori da
Ordini ed ENPAP.
Nell’Ordine Lombardia, dove abbiamo maggioranza, abbiamo
prodotto iniziative di rilievo (Carta Etica, Festival
Psicologia, diversi nuovi Servizi agli Iscritti, una seria
lotta all’abusivismo, una sentenza favorevole sull’Art. 21,
ecc…).
All’ENPAP abbiamo due soli Consiglieri di minoranza (non 11!)
ed abbiamo fatto una continua opera di controinformazione,
anche rispetto allo Scandalo del Palazzo
SOSTIENI IL PROGRAMMA DI
ALTRAPSICOLOGIA PER L’ENPAP!
5 Valori sulle dita di una mano
Libertà . Legalità . Solidarietà .
Indipendenza . Etica
La democrazia che piace a noi
“L’anima volgare, riconoscendosi volgare, ha l’audacia di
affermare il diritto della volgarità e lo impone ovunque”
[Ortega y Gasset, La ribellione delle masse]
L’obbiettivo nella democrazia è consequenziale alla
definizione stessa di democrazia: partecipare al governo delle
cose pubbliche. E parteciparvi, non significa necessariamente
candidarsi, ma è in primo luogo esercitare il proprio diritto
al voto, che è a tutti gli effetti un’azione politica, che
assicura la libertà a chi la pratica.
Questa libertà è diversa da quella che vediamo oggi nei fatti,
rappresentati da una delega sostanziale a dei piccoli despoti
che sembrano appartenere ad una anonima macchina di
produzione, lontana concettualmente ed emotivamente dalla
realtà libero professionale della nostra categoria.
Ho sempre pensato che la partecipazione di uno psicologo a
contesti di politica professionale potesse essere l’occasione
per acquisire una dimensione allargata, una maggiore
consistenza e spessore che tornassero utili anche alla propria
stessa umanità.
Guardando però a chi ha governato su larga maggioranza il
nostro ente previdenziale negli ultimi anni, questo non sembra
essere accaduto.
Al contrario, il confronto tra la
complessità che sarebbe necessaria
al governo di un ente di previdenza
e la volgarità, la grossolanità,
l’inciviltà con cui invece è stato
gestito in questi anni, appare
particolarmente doloroso, specie
quando questa grossolanità viene
sbandierata pubblicamente con un
certo orgoglio.
L’ansia di apparire esperti di cose che semplicemente non
conoscono, spinge oggi molti colleghi che stanno all’attuale
maggioranza del governo dell’Ente a simulare certezze
inesistenti, che immiseriscono il dibattito elettorale e che
tolgono la speranza in chi assiste ai loro discorsi ed è
chiamato a rinnovare il governo dell’ENPAP. Privano i colleghi
della speranza di comprendere meglio ciò che è accaduto e
accade dentro all’ente, la speranza di poter capire come
stanno realmente le cose, quali le possibili soluzioni e quali
le scelte più adeguate da compiere per provare a governare
meglio il nostro futuro pensionistico.
L’angoscia di non poter esercitare il potere indisturbati, ha
spinto i colleghi che stanno all’attuale maggioranza a
scegliere tra i loro più fidi devoti, le persone che avrebbero
dovuto invece esercitare un controllo di garanzia sul loro
operato, con le conseguenze tristemente note.
Il terrore di perdere la loro egemonia, li ha portati a
definire discrezionalmente e senza possibilità di
contraddittorio, i nomi di chi dovrà vigilare sul corretto
andamento delle prossime votazioni sia nel seggio centrale che
nei seggi periferici.
Ci dovrebbe quantomeno stupire quindi che chi ha deciso chi
sono i propri giudici, accusi di parzialità chi partecipa alla
stessa gara ma si ribella per non aver avuto modo, come da
proprio diritto, di contribuire alla scelta dei giudici
stessi.
Ci dovrebbe stupire a maggior ragione se chi fa queste
affermazioni, fa parte di quel gruppo di persone alle quali è
stato chiesto di dimettersi, in forza di una petizione che ha
raccolto più di 8000 firme di colleghi e che a fronte di
queste richieste, le ha totalmente ignorate.
Ma tutto questo non ci stupisce.
Semplicemente ci preoccupa, perché
loro
chiamano
tutto
questo:
“democrazia”. Perché questa è la
“democrazia” che piace a loro.
La Democrazia che piace a noi è quella in cui tutti i
partecipanti ad una competizione definiscono insieme le regole
e le modalità per individuare i giudici della gara. Perché se
c’è anche solo il sospetto che il legame tra arbitro e
giocatori sia meno che limpido, la partita è senz’altro
falsata e chi ne paga le conseguenze, è il futuro, il futuro
di tutti i colleghi.
La Democrazia che piace a noi è quella in cui chi riceve un
avviso di garanzia si dimette dalla propria carica e non
rimane ancorato alla propria poltrona come se nulla fosse.
La Democrazia che piace a noi richiede sforzi continui,
lungimiranza e voglia e capacità di mettere da parte egoismi
personali ed interessi di bottega per realizzare un progetto
condiviso che vada a vantaggio di tutti.
La Democrazia che piace a noi è
questa; altre – sia pure con lo
stesso nome – non ci appartengono
e non ci apparterranno e ci
vedranno sempre impegnati nel
metterle in discussione.
Il ritorno dei morti viventi
Curioso quello che sta succedendo nella tua
mail, vero? mi posso permettere tanta
confidenza? Sono del tutto persuaso che ti sia
abituato a ricevere, insieme a preziose
comunicazioni di scambio professionale e a
intriganti e spassose letterucce personali,
una certa quantità di spamming che ti alletta
promettendo pillole dalle mirabolanti proprietà afrodisiache,
allargamenti di organi centrali nella tua virilità, e contatti
da cittadine dell’est alla ricerca delle tue attenzioni. Del
tutto incuranti anche se a ricevere sia un uomo o una donna.
Di questi tempi però le caselle mail di tutti i colleghi si
popolano di comunicazioni di sigle, gruppi, associazioni,
aggregazioni di paladini difensori della professione
psicologica. Si firmano con sigle dimenticate, dopo la loro
scomparsa, avvenuta circa un paio di giorni dopo avere perso
le ultime elezioni. In questi quattro anni, la sigla del
partitino è stata accuratamente sepolta da qualcuno per un
buon quadriennio, per poi riemergere come l’arto dello zombie
di turno nei film di Romero quando spunta dal terriccio del
camposanto.
Sigle esumate, ripulite, ancora buone. E quanti sono! Che sarà
successo, a dare tutto questo slancio al senso civico, al
rispetto della cosa pubblica, al desiderio di battersi contro
questa o quella
psicologi?
intollerabile
angheria
ai
danni
degli
Ebbene, la prelibata leccornia, il caldo corpicione che attira
così infallibilmente la torma di
zombie affamati e
scribacchini è la vicinanza delle elezioni, e la possibilità,
anche per chi della politica professionale e della categoria
si è sempre del tutto disintesessato per anni di richiedere
uno strapuntino all’Enpap, specie stavolta che certe
compravendite chiacchierate come quella del palazzo di Via
Stamperia hanno messo qualche dubbio sulla gestione attuale,
targata AUPI.
Ci sarà quindi posto per tutti stavolta? Nel dubbio, si è
scatenata tra i corridoi dei CPS e delle Università, nelle
aule delle Scuole e negli studi di certi colleghi (i soliti
noti per lo più) una campagna acquisti tra le più agguerrite,
spregiudicate e spudorate che si siano mai viste. Già, perchè
un conto è esumare la sigla dalla sua degna sepoltura, un
altro è trovare qualche vivo disposto a farsi rappresentare
dal vessillo semidecomposto. Potrei fare i nomi delle sigle
che ad ogni stagione si ripresentano senza pudore, ricordando
una vocazione che inizia appena si intravede la torta, e
sparisce appena questa viene spartita.
Se ne vedranno delle belle, di sicuro, tra alleanze
improbabili, programmi scopiazzati, anime difficili da
riciclare. E qualche faccia nuova da far sfilare, di sicuro,
qualcuno ancora presentabile tanto, così, per darla a bere a
chi in questi anni è stato distratto così tanto da non
riconoscere l’impegno vero dall’assalto della torma degli
zombie che cercano di entrare in casa questa volta non dalla
porta ma dal cavo della Rete. Nel caso sempre meglio farsi
trovare preparati e aprire la mail armati di aglio e di un
pendaglio con almeno un piccolo, discreto crocefisso.