squilla maggio 2012

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l SQUILLA
Mensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso
Bresso
Terze medie a Roma
ISO Rivolta G.T. 50 anni
Lettera aperta: vita e lavoro
Anno LXXXIII - Numero 5 - Maggio 2012
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la parola del parroco
Dobbiamo per forza spendere una vagonata di soldi per sposarci?
Aria nuova sui matrimoni
aggio, tempo di matrimoni.
Tanti giovani in queste settimane convolano a nozze. E volano
via un sacco di soldi. Quando sento
molti che convivono dire candidamente: “Beh, vorremmo sposarci, ma o la
casa o il matrimonio” allora – senza
aprire il capitolo dei prezzi scandalosi
delle case e degli affitti – mi sorge nel
cuore una profonda tristezza. Faccio
qualche considerazione.
Primo. Noi siamo debitori di una
forma di nozze ottocentesca e borghese, in cui si ostenta la floridezza della
famiglia, non l’amore tra gli sposi. Di
ciò si è abilmente impossessato il consumismo che ha deformato ancora di
più il senso di quell’evento. Provate a
cliccare su internet “matrimonio” e
comincia il delirio: addii al nubilato e
al celibato di dubbio gusto e di alto
prezzo, extension dei capelli e unghie
finte, bomboniere, abiti da ricevimento, servizi fotografici, fiori, pranzi,
musica e viaggi, tutti con prezzi inqualificabili e chissà quante altre cose che
non so e che non voglio sapere.
Mi chiedo: ma che cosa si festeggia
così? Un ricevimento principesco col
fotografo o il wedding planner quale
ciambellano che detta regole (deve
solo provarci con me…). Ma il matrimonio cristiano è un’altra cosa: al centro c’è l’amore coniugale che gli sposi
scelgono nella gioia e nella fiducia,
accogliendolo come un dono, e riconoscono davanti a tutti che è Dio ad
averlo affidato loro per un mondo più
bello e umano. Se chiedo agli sposi:
come vi ricordate dei poveri quel giorno, visto che vi sposate “nel Signore”,
cosa rispondete?
Secondo. Una considerazione per i
genitori degli sposi. Spesso in questi
casi non offrono sapienza ma diventano rigidi difensori di apparenza e formalismo. Ascoltando i fidanzati ne
sento di ogni tipo, fino al grottesco: gli
inviti, gli obblighi famigliari, le tradizioni, le “cose carinissime” di pessimo gusto e, incombente su tutto, la
paura di “far figure” coi parenti.
Ebbene, voi genitori che conoscete il
matrimonio e l’amore, siate coraggiosi. Date esempio di buon gusto, di
libertà da costose convenzioni, di
sobrietà di stile a cominciare dalla
spesa del vostro abito: sarete un ottimo esempio agli sposi novelli, che vi
guardano e vi ascoltano molto più di
quanto pensiate.
Terzo. Il matrimonio in chiesa costa, si
dice. Costa un gratuito percorso di
preparazione e una libera offerta alla
Parrocchia dove ci si sposa (non
manca chi si dimentica di lasciarla).
Quarto. È pacifico anche tra i cristiani
il mito del “giorno più bello”, del
“mio giorno” per cui si possono “fare
pazzie”. Bisogna dirlo chiaro: è una
grande sciocchezza. Non va bene celebrare il matrimonio con una cascata di
denaro. Non voglio turbare nessun
esercente del settore, ma un prete ha
il dovere di esortare e accompagnare
a vivere la vita – e quindi anche le
nozze – secondo lo stile di Gesù, e non
quello dei divi di Hollywood.
Per ultimo, un appello: giovani, cercate forme nuove per vivere il vostro
matrimonio. Anche con coraggiosi
strappi. Non lasciatevi irretire dal
consumismo, vivete con i vostri cari
la festa, ma la festa della fiducia nell’amore, dono di Dio per voi. Non
altre sciocchezze. Costosissime sciocchezze.
Il prevosto don Angelo
M
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la nostra comunità
Rinati al fonte battesimale
CASTALDI Morgan
MAUGERI Martina Grazia
MARCIANTE Mirko
MARCIANTE Alessia
GIANNATTASIO Leonardo
Sposati nel Signore
GRASSI Alessandro con MAZZIOTTA Cristina
Riposano in Cristo
BIOLCATI RINALDI Lino di anni 82
TRIVELLATO Elvira di anni 88
VECCHIATI Giovanni di anni 84
DONIA Letizia di anni 73
PERINI Regina di anni 75
CAPPELLETTI Maria di anni 86
LOIZZO Raffaele di anni 65
VIEZZOLI Ottavio di anni 93
BENEDINI Giuseppe di anni 66
MONICO Francesco di anni 90
Legati del mese di maggio
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ore
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ore
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ore
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ore 17,30
ore
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ore
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ore
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ore
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ore 17,30
ore
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VITTORI Guido e DE PONTI Giuseppina
COLOMBO Piero e RECALCATI Virginia
MEANA Cesare e CAPPELLETTI Irene e Mariangela
RECALCATI Virginio e ALFIERI Angela
CAPRA Felice e LECCHI Luigia
ANDREONI Enrico e Brigida
CAVENAGO Maria e Rina
CORNO Pietro e Lucia
CASSAMAGNAGHI Ines, Carlo e SORMANI Maria
MAZZOLA Angelo e BIANCHI Maria
STRADA Innocente e SAVINO Vittorio
MAGNI Pierino e CAVENAGO Melania
LOVATI Innocente e Rosa
MAZZOLA Enrico, Carolina, Emilia
PEREGO Giulio e ANDREONI Giulia
ORIANI Vittorio
Legati del mese di giugno
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6
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ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
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MERONI Cesarina e CASSAMAGNAGHI Riccardo
Famiglie PAROZZI, CAZZANIGA e COMI
LEGNANI Giuseppe
Consorelle defunte del SS Sacramento
LONGHINI Achille e CONTI Maria
ALFIERI Maria e CONSONNI Giuseppe
CONTI Giovanna e Luigi
ORIANI Carla
RECALCATI Angelina
PAGANI Virginio
ZECCHINATO Venerino
COMOTTI Maria
MEANA Rina e Angelo
Per verificare il calendario 2012 dei legati in suffragio dei defunti
il Parroco chiede ai parenti - qualora non l’avessero già fatto gli scorsi anni di passare in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).
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notiziario
Di che cosa morivano i bressesi?
La Parrocchia custodisce l’archivio che va indietro nel tempo fino alla seconda
metà del ’500. Battesimi, matrimoni, cresime e… morti. Fino all’inizio del secolo
scorso, nel registro dei funerali il parroco era tenuto a scrivere anche la causa
della morte dei suoi parrocchiani: retaggio della diligente amministrazione
austriaca, quando la documentazione parrocchiale aveva anche valore civile.
Ebbene, un noto storico locale, il dott. Adriano Redaelli, forte anche della sua formazione professionale, ha compiuto una ricerca sulle cause di morte dei bressesi
dal 1817 al 1924. Cose interessantissime sono emerse: la crescita della popolazione lungo gli anni, le epidemie di colera o di vaiolo, la terribile “spagnola” della
fine del secondo decennio del ’900…, tre bressesi morirono sotto il tram; dati che
hanno il nome e il volto dei nostri avi. A presto la pubblicazione, mi assicura l’autore: ogni curiosità troverà soddisfazione.
E dai morti ai vivi…
Il Movimento per la Vita invita le future mamme alla Messa del 25 marzo, giorno
dell’Annunciazione, per vivere con fiducia e gratitudine la propria maternità.
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notiziario
RICHIESTA dei PASS GRATUITI
FINO AL 19 MAGGIO
1 - Richiedilo direttamente
sul sito www.family2012.com
indica: nome/cognome; data di nascita;
numero telefonico; cittadinanza;
pass veglia e/o messa;
precisare che si raggiunge il campovolo a piedi
(se si è disabili indicarlo, insieme a che tipo di disabilità)
2 - Se appartieni a un gruppo, associazione, movimento,
rivolgiti ai tuoi referenti
3 - In segreteria parrocchiale, via Roma 12,
lun-ven, ore 17.30 - 19
con le stesse indicazioni di cui sopra per ciascun nominativo
RITIRO DEI PASS
I pass si ritireranno in segreteria parrocchiale (lun-ven, ore 17.30-19)
a partire dal 7 maggio.
ACCOGLIENZA DI UNA FAMIGLIA
L’accoglienza di una famiglia è per la notte tra sabato 2 e domenica
3 giugno. Basta un letto, un divano letto, una brandina; e se non ne hai a
disposizione ricordati che le famiglie più giovani porteranno stuoia e sacco a
pelo. Dai subito la tua disponibilità alla tua Parrocchia (in segreteria parrocchiale, lun-ven, ore 17.30-19).
A tutt’oggi (1 maggio) sono state date disponibilità per accogliere circa 1300
persone dalle famiglie di Bresso e dalle strutture ecclesiali (oratori, cooperative, case parrocchiali..). Ma c’è sempre bisogno della tua generosità!
ROSARIO IN DUOMO IN PREPARAZIONE ALL’INCONTRO
COL PAPA E I PELLEGRINI
L’Arcivescovo card. Scola invita a pregare per preparare il cuore al VII
Incontro Mondiale delle Famiglie. Noi bressesi lo facciamo col Rosario tra le
case. Il 10 maggio alle 21 in Duomo a Milano sono invitati a pregare il
Rosario i fedeli delle parrocchie intitolate a Maria; noi andremo coi volontari bressesi che hanno dato la disponibilità l’evento. L’appuntamento
è in piazza Immacolata alle h.20 (porta il biglietto per il bus 83MMComasina A/R).
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notiziario
Gruppo parrocchiale Terza Età
Programma attività mese di Maggio
Giovedì 3:
Giovedì 10:
Giovedì 17:
Giovedì 24:
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Giovedì 31:
Ore
15
15
15
15
17
Le apparizioni mariane
Feste di compleanno
Ricreativo letterario
Tombolata
In chiesa: s.Rosario e Messa
di chiusura anno sociale
15 Incontro con il medico
Inoltre si ricorda che tutti i mercoledì, alle ore 15, chi vuole può partecipare
ai lavori a maglia e in stoffa a favore dei nostri missionari.
La Terza età a Chiaravalle
La Terza età ha vissuto giovedì 19 aprile un bellissimo pomeriggio visitando la millenaria abbazia di Chiaravalle alle porte di Milano. Ecco la foto del gruppo
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colori dell’oratorio
I nostri preadolescenti della Professione di Fede a Roma
Tre giorni stancanti,
densissimi e… bellissimi!
di Nicole Pagani e Sofia Riccardi
l giorno 9 aprile ci siamo svegliati
alle 4.30. Solo una cosa ci poteva
far svegliare così presto: una
vacanza! Alle 5.30 eravamo infatti in
pellegrinaggio sul pullman verso
Roma.
Appena arrivati, per prima cosa
abbiamo visitato la chiesa di Santa
Maria Maggiore. Al grido di “compat-
I
Dopo un giro intenso e bello, ci siamo
recati all’albergo (la tappa più… desiderata) e qui abbiamo cenato e dormito (poco).
Sono infatti già le 7.00. La sveglia
suona, lacerando il nostro sonno.
Dopo una saziante colazione, inizia
una giornata intensa con una mattinata depressa: visitiamo prima le fosse
Ardeatine e subito dopo le catacombe
di San Callisto. Là ci siamo ricordati,
dopo una attenta riflessione con la
nostra guida (brasiliana), che le persone che ci hanno lasciato in realtà
sono sempre in mezzo a noi.
Visitiamo quindi San Paolo: se tutte le
tatevi” (parola spesso ripetuta dagli
animatori) corriamo verso la Basilica
di San Giovanni in Laterano, dove ci
siamo divisi in gruppi, aventi denominazioni bizzarre, per visitare la Scala
Santa, il battistero, San Clemente e il
palazzo Laterano.
chiese erano bellissime, questa ci ha
lasciato a bocca aperta! Ma la sorpresa più grande è stata la visita alla
Basilica di San Pietro, dove siamo
stati accolti dal colonnato del Bernini,
simbolo della cristianità di tutto il
mondo. Dovunque ci giriamo rimaniamo sempre sorpresi: ecco la porta
Santa e le porte adiacenti; appena
entrati, ecco la pietra su cui furono
incoronati i grandi imperatori, la Pietà
di Michelangelo, la cappella del
Santissimo... e per finire siamo saliti
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colori dell’oratorio
gelateria. A mezzanotte,
nonostante la bellezza dei
monumenti di Roma, quello che più desideravamo
visitare era… il nostro
letto!
Dopo una breve dormita, ci
siamo svegliati verso le
6.30 per poi recarci in una
piazza San Pietro affollata
da tantissimi pellegrini e,
fra questi, tanti gli oratori
del mondo. L’attesa è stata
lunga, il freddo non ci ha
lasciato, alle 10.30 il Papa è
arrivato e ha iniziato a parlarci in molte lingue diversulla cupola, dove abbiamo potuto
ammirare la splendida città di
Roma dall’alto, visione meritata
dopo aver percorso 551 scalini in
salita (e altrettanti in discesa). La
cosa che più ci ha colpito è stata la
tomba dell’apostolo “principale”:
Pietro. Il suo attuale successore,
Benedetto XVI, l’avremmo incontrato l’indomani; la sera, visita a
Roma in notturna, dove abbiamo
ammirato piazza Navona, piazza di
Spagna, la fontana di Trevi, palazzo Madama, il Pantheon e… una
se. Al termine sono stati
nominati i vari gruppi partecipanti: e quando hanno
chiamato il nostro, abbiamo urlato con orgoglio e
con tutto il fiato che avevamo in gola.
Ma anche le cose belle così
finiscono. Dopo un veloce
pranzo, siamo partiti alla
volta di Bresso, sicuri che
non dimenticheremo mai
ciò che abbiamo visto e
imparato. Abbiamo vissuto
tre giorni stancanti, densissimi e bellissimi che hanno
segnato la nostra fede.
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colori dell’oratorio
L’Oratorio Estivo è un’occasione unica per tutti: scopriamo le novità per l’estate
entrante
PassParTù (Dì soltanto una
parola) dall’Oratorio
a sempre l’estate con l’Oratorio
è, per i nostri ragazzi, un
momento di forte coinvolgimento e di grande divertimento, senza tralasciare la formazione e la preghiera.
Ogni anno, infatti, l’Oratorio Estivo
presenta a tutti, piccoli, adolescenti e
grandi, la possibilità di essere veramente dono per gli altri.
L’Oratorio Estivo – così la nostra
Chiesa lo pensa – è un tempo privilegiato per la trasmissione della vita cristiana. A partire dalla necessità di
prendersi cura nel tempo estivo (a
D
come infatti ci presentiamo: come
una sola Comunità Cristiana che si
mette a servizio dei piccoli e dei giovani. Una delle prime novità è l’estensione della proposta alle 5 settimane.
Per sostenere questa fatica non indifferente ci aiuteremo a vicenda: 3 settimane si svolgeranno come al solito
nei tre singoli Oratori, mentre le ultime 2 vedranno le forze concentrarsi
nell’Oratorio San Giuseppe.
È questa la prima testimonianza che
offriamo alla città: la molteplicità dei
carismi, delle abitudini, dei talenti che
costi accessibili) dei ragazzi del territorio, l’Oratorio svela il suo segreto:
l’amicizia con Gesù e con gli altri a
partire da Lui.
Questo è possibile grazie alla generosità di tanti adolescenti e giovani che
si mettono a disposizione e dei tanti
adulti che offrono gratuitamente il
loro servizio! E di questo dobbiamo
essere grati.
Inoltre, quest’anno le diverse proposte sono state pensate in maniera unitaria dai tre Oratori della città. Ecco
nascono dalla passione per Gesù, a
servizio del Bene che è comune!
Su questo insiste molto anche il
nostro Cardinale ed è bello che siano
proprio i giovani i primi a crederci!
ISCRIZIONI A PARTIRE DA
LUNEDÌ 7 MAGGIO 2012
In segreteria dell’Oratorio, da lunedì a
venerdì, dalle 16.00 alle 18.30.
Le domeniche (fino a domenica 10
giugno) dalle 17.00 alle 19.00.
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gruppi, associazioni, movimenti
Novantaquattro embrioni,
tante opinioni e un fatto
All’ospedale San Filippo Neri di Roma, il guasto all’impianto di refrigerazione del
Centro di procreazione ha fatto una strage. Per qualcuno è solo «materiale biologico». Dietro le dispute c’è una cosa che rimane: il dolore di una madre che non
si può anestetizzare...
di Emanuele Braga, tratto da: www.tracce.it del 02-02-2012
vano già, almeno da un punto di vista
simbolico , il bambino tanto atteso».
Altro che «materiale biologico»: per le
quaranta coppie in attesa erano «l’inizio
della speranza. E la speranza non è facile
da risarcire».
Vero. Tanto che assieme a cronache e
commenti, sui giornali ci sono le reazioni
di alcune di quelle coppie. Smarrimento.
Amarezza. Rabbia. Soprattutto, dolore.
Perché «quell’embrione è il tuo tesoro, la
tua speranza, il tuo sguardo su una vita
nuova», dice Emma, una delle potenziali
mamme interpellate: «È tutto». Dolore.
Non solo l’amarezza e la disillusione per
un progetto svanito dopo anni di sofferenza (la «speranza spezzata», appunto). Non
solo la rabbia. No: dolore. Da dove viene
quel dolore? Come si spiega? Basta un
«punto di vista simbolico», a darne ragione? O tocca per forza tirare in ballo qualcosa che c’è e ci è già caro? Minuscolo,
invisibile, ma caro. Già oggetto di affezione e attenzione. Già amato. Già così irriducibile nel suo valore, così importante
per noi, da farci sentire un senso di vuoto,
se va perduto. Un dolore, appunto.
Qualcosa che non puoi anestetizzare a
forza di idee o discussioni. C’è.
Ecco, forse basterebbe essere leali con
quel dolore per fare chiarezza nel «dibattito» su embrioni, procreazione e aborto.
Per spostarlo dalle opinioni – più o meno
fondate, perché non sono tutte uguali
anche se poi sono irrimediabilmente
messe sullo stesso piano – al punto dove
affiora il vero, irriducibile: l’esperienza.
Ovvero la realtà. E nella realtà, l’io.
ovantaquattro embrioni morti.
Novantaquattro vite spezzate. Un
fatto così imponente che qualche
giornale, nei titoli, ha usato la parola
«strage», mai così a proposito e mai così
vera rispetto ad altre cronache in cui, tra
virgolette d’imbarazzo, si parla di «distruzione» e «materiale biologico».
Il guasto all’impianto ad azoto liquido del
Centro di procreazione del San Filippo
Neri di Roma ha scosso. E molto. Ha provocato commenti di esperti e reazioni
politiche sulla «legge 40», annunci di
inchieste e richieste di danni.
E ha fatto emergere prese di posizione
interessanti come quella di Michela
Marzano, filosofa di stanza a Parigi, che in
un editoriale su Repubblica («La speranza
spezzata») parte da una rassegna sommaria delle posizioni in gioco nel «dibattito
ideologico» sullo «statuto ontologico dell’embrione», su cui «si discute da secoli»
ma «senza giungere ad alcun consenso»:
da una parte la Chiesa e la sua difesa
della vita umana fin dal concepimento,
dall’altra i «neokantiani» che identificano
la persona con le sue «capacità razionali e
relazionali». Criticabili entrambi, dice lei;
per motivi diversi e intuibili da chi segue
almeno un poco il dibattito eterno su questi temi.
L’interessante, però, arriva dopo. Quando
la Marzano ricorda che questi embrioni
erano congelati per essere impiantati nel
corpo di una donna. «Rientravano direttamente all’interno di un progetto familiare:
erano lì perché alcune coppie sterili volevano un figlio». Insomma, «rappresenta-
N
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approfondiamo
L’omelia del nostro parroco alla commemorazione del 25 aprile
Solo uno stile di vita nuovo
potrà salvare il nostro paese
con una viva preoccupazione
che quest’anno celebriamo il 25
aprile. Gravi eventi pesano su
tutti noi, e in particolare su chi ha la
responsabilità nella vita civile e
sociale: la crisi economica non
accenna a placarsi e si trasforma
sempre più in una vera crisi sociale,
poiché viene meno il lavoro e non si
vedono vie d’uscita.
Inoltre troppi
uomini
delle
istituzioni,
appartenenti ai
diversi schieramenti,
sono
ricorrentemente
investiti
da
inchieste della
magistratura:
ciò genera tra la
gente ormai non
più solo sfiducia, ma monta
astio e rabbia.
E non solo nei confronti degli uomini politici e dei partiti (cosa già
grave), ma verso le stesse istituzioni.
Infine, la scandalosa divaricazione
tra benestanti e chi è in sofferenza e
la fondata sensazione per cui il carico della crisi grava sulle spalle
ormai curve dei soliti noti, sfilaccia
pericolosamente la coesione sociale,
base non solo della democrazia, ma
della stessa convivenza civile.
Bastino queste tre note -mancanza
di lavoro, sfiducia nelle istituzioni,
sfilacciamento sociale- per una
breve ma non superficiale analisi. A
un parroco, a cui è stato chiesto di
celebrare l’Eucaristia -e ringrazio
È
dell’invito- non compete certo un
ulteriore approfondimento né le
soluzioni tecniche dei problemi. Ma
penso che qui, nel ricordo dei sacrifici dei nostri morti per la democrazia e la libertà, sia chiesto un contributo di sapienza e una attestazione
di vicinanza cordiale e franca a coloro ai quali compete, a diversi titoli,
la gravosa cura della res publica e
della res civica.
La Parola di Dio nel Vangelo ci ha
mostrato come l’evangelizzatore
deve stare vicino alla sua gente,
nella semplicità. Anche agli uomini
delle istituzioni è chiesto ciò: sia
chiaro, senza nessun facile populismo, il cui vacuo sapore abbiamo
più volte assaggiato con esiti nefasti
per la vita della polis. Star vicino alla
gente, sia per chi amministra e
governa, sia per chi ha il delicato
compito dell’opposizione, significa
innanzitutto conoscere bene il territorio ed agirvi con competenza ed
efficacia.
La Parola di Dio insiste sul “non portare né borsa, né sacca, né sandali,
né salutare per via”: cioè occorre
andare al sodo. Al sodo, cioè la
solerzia di “portare la pace” e di
“guarire i malati”: che laicamente si
declina nell’impegno per la sicurezza
e la prosperità di tutti e l’attenzione
agli ultimi e ai deboli. E farlo con la
lungimiranza di chi non pensa alle
prossime elezioni, ma alle prossime
generazioni: cosa che differenzia il
politicante dallo statista.
Basterebbe questo in tempi normali
per mantenere in salute il patto tra
cittadini e istituzioni. Ma oggi non
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approfondiamo
basta: la fiducia sconsideratamente
dilapidata va riguadagnata non solo
con la competenza e l’efficacia, ma
anche con la qualità etica della classe dirigente (e qui penso non solo a
quella politica, ma a quella culturale
e imprenditoriale; e anche a quella
ecclesiale).
Riguadagnare è più difficile che
acquisire, lo sappiamo. Oggi non
basta che gli uomini della politica
siano competenti e onesti, cose
peraltro fondamentali. Occorre che
le loro persone siano affidabili: e
questo è dato dai comportamenti
che vanno ben oltre la mera dimensione delle legalità. Senza per nulla
derogare ad essa, ricordiamo che ci
sono leggi che non sono scritte, ma
che determinano l’affidabilità di un
uomo. E’ su questo terreno dell’etica
che occorre ricostruire la polis .
Anche dell’etica personale perché,
se c’è giusta distinzione tra pubblico
e privato, non c’è divisione: tanto
meno per chi è posto al servizio del
bene comune nelle istituzioni.
A questo proposito il Vangelo insiste, curiosamente, due volte sul
“mangiare quel che vi viene posto
davanti”; cioè non cercare più di
quanto si ha bisogno per vivere
dignitosamente. Quanto ciò sia
disatteso è sotto gli occhi sconcertati di tutti.
La prima lettera di
Pietro raccomanda
poi di “rivestirsi di
umiltà perché Dio
resiste ai superbi”:
la classe dirigente e
politica, nel suo
insieme e nei suoi
singoli membri, è
chiamata ad essere
a servizio delle istituzioni, e non a servirsi di esse per
garantire sé e la propria casta. Ciò
risulta ormai intollerabile soprattutto
a chi non ha più la garanzia di un
tetto, un lavoro, un futuro.
Infine viene raccomandato: “Siate
sobri”. Ci viene chiesto di vigilare,
perché l’avidità di avere, potere e
apparire è una diabolica tentazione
che ci divora. Tale smania ha divorato l’Italia in capite et in membris. Ha
divorato risorse etiche, culturali,
educative, imprenditoriali, politiche,
emarginando e irridendo chi vive
onestamente e semplicemente,
facendolo sentire “come agnello in
mezzo ai lupi” secondo il monito
evangelico. Una vita sobria ed
essenziale, nel linguaggio come nel
tenore di vita pubblico e privato, è
invece un segno di affidabilità. E
non da ora. E parlo non di look, ma
di convinzioni interiori e stili continuativamente praticati. Solo questo
stile, radicato in una solida visione
di uomo e di società “vi ristabilirà, vi
rafforzerà, vi darà solide fondamenta”. A noi e alla nostra società.
So di aver usato parole dure e di
essere stato lungo. A volte lo faceva
anche Gesù. Ma, come per lui, non
sono parole mosse da astio bensì
dal farmi voce del grido di dolore
che quotidianamente sento fuori e
dentro di me; e sono certo che lo
sentiate anche tutti voi. Come sono
certo che ciascuno di voi soffra di
questo quadro così amaro e allarmante, se ne distanzi decisamente e
riversi in esso le migliori energie di
rinnovamento.
Solo uno stile di vita nuovo potrà
salvare il nostro paese, per cui
hanno dato la vita coloro che oggi
sono onorati. Anche per l’intercessione di questi morti chiediamo a
Dio di proteggere l’Italia e le sue istituzioni e di stimolare in tutti noi
sapienza e conversione.
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oltre il campanile
Un po’ di Bresso a Taiwan
dalla redazione
l bel bambino si chiama Gianluca e ha 2 anni e mezzo; papà di Bresso,
mamma di Taiwan, battezzato in questa nostra Parrocchia dei Santi Nazaro e
Celso. Gianluca vive con i suoi genitori dall’altra parte del mondo: a Taipei
(Taiwan, Repubblica di Cina).
Dai nonni ci viene raccontata una storia curiosa: Gianluca è stato scelto come uno
dei testimonial delle celebrazioni per i 5 miliardi di passeggeri trasportati dalla
metropolitana di Taipei (vedi foto con autorizzazione dei genitori). Molti verranno
da tutto il mondo a Bresso per l’Incontro mondiale delle famiglie: ma Bresso è già
in giro per il mondo...
I
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civica
Dall’AIDO di Bresso
Il quieto orgoglio
di costruire il bene comune
di Emanuele Colangelo Presidente AIDO Bresso
ella vita di un’associazione, che
vive dell’interconnessione con la
comunità civica, vi sono delle pietre miliari. Queste sono dei punti di
riferimento per misurare il proprio
cammino, per riflettere il senso, si
potrebbe anche dire sulla direzione o
sul verso, del proprio percorso. Tali
pietre miliari coincidono quasi sempre
con un’interazione stretta con la comunità e con la realtà che circonda l’associazione. Un’ associazione che viva
egocentricamente per i propri avvenimenti interni, risulterebbe inutile,
senza scopo. Nei pressi dello scoccare
dei trentaduesimi anni di vita dell’
AIDO Bresso, la dedica con dei primi
striscioni negli oratori delle tre chiese a
Bresso è indubbiamente una pietra
miliare che riempie tutti gli iscritti di un
quieto orgoglio. Un orgoglio che non
chiede di essere sbandierato sui tetti,
ma che si nutre della consapevolezza di
far parte di un gruppo di persone di
buona volontà che mirano alla costruzione del bene comune, al pari di altri
ambiti operativi nella nostra città.
Essendo consapevoli di essere persone
tra persone, occorre fondare la costruzione del bene comune su uno spirito
di condivisione, uno spirito che ci interroghi personalmente e come comunità
su quale può essere il nostro apporto al
benessere diffuso nella Polis, nella città
che abitiamo o, meglio, che viviamo.
E l’orgoglio degli iscritti all’AIDO ha
senso tanto più in quanto il dialogo
con la comunità ci fornisce un ulteriore
segno di attenzione, di apprezzamento.
Un segno di attenzione che ci perviene
anche grazie ad una amministrazione
N
comunale, che ben comprende che
una città non si fonda solo sulla
somma della soddisfazione dei bisogni
materiali dei propri cittadini, ma anche
sulla diffusione di una cultura di relazione e di fiducia che possa contribuire
a stabilire una convivenza basata su
valori comuni.
In un momento difficile per le nostre
comunità, che rischia di intaccare la
trama del nostro tessuto sociale, occorre osare sperare che questo sia travaglio del parto di qualcosa di nuovo e
migliore al quale chiunque è chiamato
a portare la propria riflessione.
La mia personale speranza è che la
nostra attività associativa, basata sul
volontariato di molte persone, possa
contribuire ad integrare nella nostra
società concetti di gratuità e di attenzione al più debole.
Da ultimo vorrei ancora una volta ringraziare tutti coloro che si spendono
gratuitamente per l’AIDO, non solo
perché donano il proprio tempo e le
loro capacità personali sottraendoli a
interessi e impegni privati, ma anche
perché l’impegno non viene mai a
minare la serenità per mezzo
dell’Ambizione individuale. Ma soprattutto mi corre l’obbligo di ringraziarli
tutti perché declinano il volontariato
non come attività di serie B, da svolgere nei ritagli di tempo o quando si
devono far notare dal Sindaco o dal
Prete, ma come campo in cui mettersi
in gioco per far crescere la comunità e
per crescere personalmente. Fiducioso
e convinto per un mondo migliore,
auguro al mio granello di sabbia che
diventi montagna.
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memorie bressesi
Memorie di tempi di grandi investimenti
50 anni fa nasceva
la Iso Rivolta GT
Nel giugno del 1962 il debutto dell’azienda di Bresso
fra i produttori di automobili di alta gamma.
di Flavio Campetti
ra il 27 giugno del 1962: a
Bresso, presso Villa Rivolta,
una schiera di invitati, tra i
quali giornalisti delle maggiori
testate motoristiche, personaggi e
autorità, era in attesa trepidante di
una novità assoluta, la non meglio
precisata Gran Turismo Iso Rivolta.
Una novità “totale”, visto che la
stessa azienda che si accingeva a
presentarla era al suo debutto nel
mondo delle automobili di rango. Il
suo fondatore, il Commendator
Renzo Rivolta, che stava per calare i Il momento della presentazione del prototipo della Iso
Rivolta GT, il 27 giugno 1962. Di questa prestigiosa
veli dal prototipo, annoverava nella
vettura verranno prodotti quasi 800 esemplari.
storia produttiva della sua Iso “soltanto” motocicli, motocarri, scooter,
autocarri leggeri e l’inimitabile Isetta,
menti, siti nella stessa tenuta che fu
volendo qui limitarsi ai prodotti destidei nobili conti Patellani, dibattevano
nati al trasporto su gomma. Il passo
tra loro attendendo di vedere compache si stava per compiere era quindi
rire su quel lungo tappeto, ancora
qualcosa di più che una semplice
sgombro, la sagoma del bolide accre“evoluzione della specie”, e ad alcuni
ditato di 300 cavalli “americani” (il
sembrava quasi un azzardo che andamotore era lo statunitense Chevrolet
va a sfidare i maggiori marchi del
Corvette, 8 cilindri, 5.3 litri). Una
mondo delle automobili di prestigio,
potenza enorme ma docile, al servizio
quelle che allora vantavano prestaziodi una vettura che voleva essere
ni, dimensioni e costi fuori della pormodernissima nella linea, spaziosa e
tata anche del ceto medio.
dotata di un comfort di vertice nel
Nomi come Jaguar, Maserati, Aston
panorama mondiale.
Martin, Ferrari erano i nuovi “avverMa come poteva essere possibile
sari” che il Commendatore aveva
tutto ciò?
scelto per la sua azienda. Come
Si è detto che la fabbrica si era distinsarebbe andata? La nuova auto
ta per altri veicoli, e già allora l’apavrebbe saputo tener testa a tutto
proccio industriale era stato di alto
ciò?
livello, con ampio uso di tecniche e
Se lo chiedevano probabilmente gli
macchinari produttivi d’avanguardia.
stessi invitati che nel giardino, sul
La sfida della GT, però, aveva richielato della Villa rivolto verso gli stabilisto di unire a questo potenziale tecni-
E
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memorie bressesi
Una foto della vettura durante una sessione fotografica pubblicitaria presso Villa Rivolta, a Bresso.
La GT verrà molto apprezzata anche all’estero.
rigidezza. Invece, quella GT bressese che gli ospiti ormai intravedevano spuntare dal fondo del giardino,
diretta verso di loro, grazie all’idea
della monoscocca caldeggiata da
Bizzarrini, sarebbe stata poi destinata a impressionare tutti per la sua
tenuta di strada e le sue doti dinamiche, tutt’oggi di altissimo livello.
La rigidezza della scocca e la geometria delle sospensioni ne avevano fatto un vero punto di riferimento, un modello da imitare.
Ma tornando a quel 27 giugno di cinquant’anni fa, l’emozionatissimo e
orgoglioso Renzo Rivolta, dietro al
volante della GT, era ormai giunto al
centro del gruppo degli invitati. Gli
ultimi metri percorsi con le ruote su
quel tappeto rosso erano stati accompagnati da flash e sguardi di stupore.
Quella linea “senza tempo” aveva già
conquistato tutti, e quella che sembrava una inaudita sfida industriale
appariva ora come una delle più interessanti e concrete novità automobilistiche che avrebbero segnato il panorama delle Gran Turismo degli anni
Sessanta.
co-produttivo anche l’esperienza e il
supporto dell’affermata carrozzeria
Bertone, che fece disegnare la GT a
un giovanissimo ma talentuoso
Giorgetto Giugiaro; inoltre si avvaleva
della consulenza di Giotto Bizzarrini,
ingegnere livornese reduce da grandi
successi in Ferrari, esperto di vetture
ad altissime prestazioni e rimasto
impressionato dall’idea di Rivolta.
Questi nomi, destinati negli anni successivi a essere annoverati tra i più
grandi nella storia dell’auto, operarono in supporto all’ufficio tecnico
Iso diretto da Pierluigi Raggi, e
assieme, nel giro di pochi mesi,
seppero passare dall’idea al
progetto, al prototipo.
Raggi accettò la sfida di progettare un particolare telaio in
lamiera, destinato a essere saldato alla carrozzeria prodotta da
Bertone a Torino, da cui sarebbe nata una monoscocca, una
struttura a guscio portante che
rappresentava una novità assoluta nel panorama delle vetture
di elevate prestazioni, basate
Per il cinquantenario della Iso Rivolta GT, il Comitato Iso
allora su telai tubolari sui quali Millennium conta di organizzare un momento celebrativo
poggiava la carrozzeria, la
presso l’area dei capannoni che ne videro la nascita,
quale non aveva funzioni di entro i quali proseguono i lavori per la realizzazione delle
strutture che ospiteranno il Museo Iso.
sostegno, né contribuiva alla
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recensioni
Pronti al Milano Family
Un film di grande azione
Milano formato
family
Blattleship
ilano apre le sue porte ai pellegrini di tutto il mondo, radunati
per il VII Incontro Mondiale
delle Famiglie.
Un’occasione unica e preziosa per
gustare a piene mani la ricchezza e
bellezza straordinarie di questa città,
culla di una storia più che millenaria,
che racchiude in sé tradizioni popolari
e religiose, testimonianze di arte e
cultura, esempi dell’ingegno e della
laboriosità industriale come nessun’altra città al mondo.
Una guida “a misura di famiglia” con
itinerari, curiosità e proposte di visite
adatte anche ai più piccoli, con traduzioni in cinque lingue (English,
Français, Español, Deutsch, Polski
translations).
Tratto da: www.indialogo.it
bordo di navi da guerra iper-tecnologiche, con testosterone
rinforzato da musica “tosta”,
agiscono marines che grondano
onore e tracotanza. Il primo è il
comandante Alex Hopper, “testolina
calda” che ha il tempo del film per
redimersi a tutti i costi, salvare il
mondo e sposare la figlia del generale Neeson. Gli altri del cast lo seguono, ma hanno imparato troppo la
lezione “del sangue freddo dei marines” e agiscono come robotizzati
senza un accenno di umanità, fatta
eccezione per Aleksander Skarsgard.
Si soffocano così le premesse del
kolossal intraviste nella prima parte
del film. Come il fortissimo impatto
visivo degli effetti speciali; l’ampiezza
delle scene in mare aperto; l’idea di
assistere ad operazioni strategiche
che solleticano il ricordo del famoso
gioco; e quell’umorismo che sfugge
di mano diventando, (volontariamente?) parodia.
tratto da www.comingsoon.it
di Elisa Salvadori
M
A
Milano formato family
Guida pratica alla città
Pag. 72. Prezzo: € 5
Lo trovi in buona stampa.
Può essere un agile pensiero per le
famiglie che accoglierai in casa!
Cinema S.Giuseppe
venerdì 25-sabato 26 maggio h.21
domenica 27 maggio h. 15 e 17.30
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cineteatro San Giuseppe
Cinema Teatro San Giuseppe
Via Isimbardi, 30 - Bresso - Tel. 02/66 50 24 94
Programma di maggio
**CINEFORUM
LA SPOSA IN NERO
Giovedì
*FILM
*FILM
3
ore 21
TO ROME WITH LOVE
Venerdì
4
ore 21
Sabato
5
ore 21
Domenica
6
ore 15 – 17.30
THE AVENGERS
Venerdì
11
ore 21
Sabato
12
ore 21
Domenica 13
*FILM
ore 15 – 17.30
PIRATI! BRIGANTI DA STRAPAZZO
Venerdì
18
ore 21
Sabato
19
ore 21
Domenica 20
*FILM
ore 15 – 17.30
BATTLESHIP
Venerdì
25
ore 21
Sabato
26
ore 21
Domenica 27
ore 15 – 17.30
Il programma potrebbe subire variazioni non dipendenti dalla nostra volontà.
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calendario liturgico
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i numeri della comunità
Orari delle SS. Messe in Bresso
SS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9 - 17.30
sabato e vigiliari: ore 18.30
festivi: ore 7.30 - 9 - 10.15 - 11.30 - 18
Santuario della Madonna del Pilastrello
feriali, sabato e vigiliari: ore 17.30
festivi: ore 10
SAN CARLO - feriali: ore 7.30 - 8.30 - 18.30
sabato e vigiliari: ore 19
festivi: ore 8.30 - 10 - 11.30 - 19
MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30
sabato e vigiliari: ore 17.30
festivi: ore 10 - 17.30
Chiesa di San Francesco - feriali: ore 9 (escluso il sabato)
sabato e vigiliari: ore 18.30
festivi: ore 11
Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celso
feriali:
ore 8.30 - 9.30
sabato:
ore 16-19
Indirizzo: via Roma, 12 - 20091 Bresso
www.santinazaroecelsobresso.it
e-mail: [email protected]
Telefoni utili
Prevosto - don Angelo Zorloni
02 610 08 82
Orari segreteria parrocchiale: dal lun. al ven. 17.30 - 19
Don Gianfranco Radice
02 610 17 79
Oratorio - don Pierpaolo Zannini
02 610 17 68
Carabinieri
02 610 89 51
Vigili del Fuoco
115
Croce Rossa
02 610 73 68
Ambulanza
118
Servizio di guardia medica
02 34567
Comune
02 614 551
Vigili Urbani
02 614 554 00
Ospedale Bassini
02 6176.1
Acli
02 66 50 10 72
Associazione Centro sociale anziani
02 610 72 36
AVIS
02 614 00 95
Biblioteca Comunale
02 614 55 349
Casa dell’Anziano
02 66 50 30 70
Centro della Famiglia
02 66 50 34 39
Centro di ascolto Caritas
366 4892343
Cinema-Teatro San Giuseppe
02 66 50 24 94
Parrocchia San Carlo
02 614 26 60
Parrocchia Madonna della Misericordia
02 610 09 96
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farmacie di turno
Farmacie di turno - MAGGIO
(Bresso - Cormano - Cusano)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
FORNASÈ - Cormano
RIVOLTA - Cormano
COMUNALE N. 4 - Bresso
PALTRINIERI - Cusano M.
P.za Bernini, 1/A
Via Caduti della Libertà, 10
Via Papa Giovanni XXIII, 43
Via Cooperazione, 20
SCOTTI - Bresso
Via A. Manzoni, 14
COMUNALE - Cormano
Via Gramsci, 44
BAIO - Bresso
Via Vittorio Veneto, 5/D
COMUNALE N. 3 - Bresso
Via Piave, 26
COMUNALE - Cusano M.
Via Ticino, 5
MODERNA - Bresso
Via Vittorio Veneto, 51
TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21
COMUNALE N. 5 - Bresso
Via Vittorio Veneto, 26
MORETTI - Cusano M.
V.le Matteotti, 2
COMUNALE N. 1 - Bresso
Via Roma, 87
BRUSUGLIO - Cormano
Via V. Veneto, 27
GIUGLIANO - Cusano M.
Via C. Sormani, 89
COMUNALE N. 2 - Bresso
Via A. Strada, 56
DEL CORSO - Cusano M.
P.za Trento e Trieste, 4
FORNASÈ - Cormano
P.za Bernini, 1/A
RIVOLTA - Cormano
Via Caduti della Libertà, 10
COMUNALE N. 4 - Bresso
Via Papa Giovanni XXIII, 43
PALTRINIERI - Cusano M.
Via Cooperazione, 20
SCOTTI - Bresso
Via A. Manzoni, 14
COMUNALE - Cormano
Via Gramsci, 44
BAIO - Bresso
Via Vittorio Veneto, 5/D
COMUNALE N. 3 - Bresso
Via Piave, 26
COMUNALE - Cusano M.
Via Ticino, 5
MODERNA - Bresso
Via Vittorio Veneto, 51
TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21
COMUNALE N. 5 - Bresso
Via Vittorio Veneto, 26
MORETTI - Cusano M.
V.le Matteotti, 2
GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO
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riceviamo e pubblichiamo
Sul tema spinoso del lavoro,
continuiamo ad approfondire
Tempo fa su queste pagine ho lasciato le mie riflessioni sul mondo del lavoro,
traendo spunto dalla mia esperienza di sindacalista metalmeccanico Fiom e dalla
mia appartenenza alla Chiesa, al seguito di Gesù. Era l’ottobre 2010. Gli avvenimenti successivi nello scenario internazionale e nazionale li conosciamo bene. Ci
sarebbe materiale per ampie riflessioni sugli ambiti più disparati associati alla
crisi economica. Uno spunto particolare l’ho trovato nella dichiarazione del 12
gennaio 2012, presentata dalla Commissione degli Episcopati della Comunità
Europea (COMECE). Esiste una visione trasversale dello sviluppo sociale associato all’economia, capace di legare ambiti storicamente distanti. Il nodo che avvicina è il riconoscimento dell’uomo come punto di partenza e di arrivo di ogni attività che lo coinvolge e ne determina l’esistenza. Sulla base di questo, vedo strade
parallele tra il mio legame al Sindacato e alla Chiesa, seppur con origini apparentemente distinte. La base e l’obiettivo comuni sono quelli che il nostro Papa chiama ”Caritas in Veritate”. L’Amore, il Bene nella sua accezione più alta, nella
Verità. Il documento della COMECE è molto articolato e delinea la visione della
Chiesa riguardo all’“economia sociale di mercato”, per fornire suggerimenti ai
governi della Comunità Europea. Ne condivido alcuni stralci che ritengo significativi:
- “La povertà materiale esistenziale e l’esclusione di singoli da vaste fasce della
vita sociale sono una grave violazione della giustizia sociale. Nessuno deve essere abbandonato ai margini della strada”.
- “La crisi finanziaria va letta inoltre anche in relazione a una certa concezione del
benessere e della crescita unicamente rivolta all’accumulazione di beni e di profitto… Un’economia di mercato che serve unicamente gli interessi del capitale non
può essere detta sociale”.
- “Nella ripartizione dei pesi e delle misure tese alla necessaria riduzione dei debiti, si deve tener conto della responsabilità sia dei governi sia delle banche sia di
altre istituzioni finanziarie, cosa che può comportare la loro tassazione straordinaria”.
- “…gli uomini non vanno mai ridotti al ruolo di produttori o consumatori, ma
devono essere considerati e trattati come persone che producono e consumano
per vivere”.
- “La disoccupazione va oltre la mancanza di un reddito: essa comporta un crescente senso di esclusione dalla vita sociale. Perciò, gli aiuti sociali dello Stato
devono mirare a reintrodurre le persone nella vita della società… La politica dell’occupazione nella Comunità Europea dovrebbe basarsi su questo principio fondamentale”.
- “Accanto al concetto della saggezza economica si devono trovare anche quelli
della giustizia e della responsabilità ecologica.”
In tutto ciò leggo una seria visione della centralità della persona, esente da fanatismi religiosi, ma fondata sugli insegnamenti di Cristo. Lontana dalle ideologie,
ma vicina all’idea di una società solidale e giusta perché le lotte sociali si trasfor25
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riceviamo e pubblichiamo
mino in cooperazioni. Se oggi mi trovo a lottare in Fiom è perché ho scelto la
“verità”, presente laddove si soffre, come discriminante di un impegno sociale e
di rivolgermi a quei “fratelli più piccoli” verso cui avere riguardo per riguardo a
Gesù stesso. È il suo volto che trovo nei cortei degli operai dove troppo spesso
l’intercalare è un’offesa a lui rivolta. So di usare un’espressione forte, ma vedo lì
quel farsi prossimo spesso stentato nei diversi ambienti della nostra comunità, in
mezzo a tante preghiere, però lenti nell’avvicinarsi alla sofferenza per farsene
carico.
Del famigerato Art. 18 si è ampiamente trattato nell’articolo di A. Giussani sulla
“Squilla” di aprile; consiglio a tutti una lettura attenta prima di esprimere giudizi
superficiali a decretarne il futuro. In merito mi concedo una considerazione alla
luce della posizione della COMECE: se il lavoro non ha solo valenza economica,
licenziare senza giusta causa non è indennizzabile. Il segno di un’ingiustizia subita già rimane indelebile, ma ripristinare le condizioni antecedenti a essa è condizione necessaria perché si possa continuare ad avere fiducia in una società capace di difendere il valore del nostro contributo alla sua costruzione giusta e solidale. L’unica risposta è il reintegro. Riporto le parole del numero uno della Apple,
Tim Cook in visita agli stabilimenti cinesi della Foxconn dopo l’enorme numero di
suicidi tra i lavoratori: “I benefici che noi, consumatori, e la Apple abbiamo ricavato da questi prodotti a spese della Foxconn e della sua forza lavoro sono assolutamente ingiusti”. Questo la dice lunga su quanto riguardi ognuno di noi la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, di “tutti” i lavoratori.
Graziano Fiore
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Esame della vista
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Tel/Fax. 02.61039419 - Cell. 333.3337566
E-Mail: [email protected]
Redazione: Ambrogio Giussani - Luca Baraggia
Walter Baraggia - Flavio Campetti - Valentina Villa
Dario Landreani, Francesco Boso
Foto: Enzo Polesana - Bruno Vanetti - Flavio Campetti - Valentina Villa - Copertina: Realizzazione grafica a cura di L. W. B. & F. C.
Direttore:
Don Angelo Zorloni
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 405 del 18-11-1978
Grafiche Baraggia s.r.l. - Via Ornato, 14 - MILANO - Tel. 02.6425737 - Fax 02.66104118 - e-mail: [email protected]
Direttore: ANGELO ZORLONI