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Costituita in memoria di Piero Salvati, carabiniere e poi funzionario della Pubblica Amministrazione, ottimo maresciallo dell’ANC di
Tortona, mancato all’affetto dei suoi cari e dei suoi tanti amici il 18 febbraio 2007. I figli Monica, Andrea ed Enzo, insieme alla moglie
Isabella hanno dato vita alla "Borsa di Studio Piero Salvati", proprio nell'intento di onorarne il ricordo e promuovere tra i giovani la
passione di Piero per l'Arma, l'istruzione e la musica.
TEMA
“12 novembre 2003, ore 10.45. Un camion cisterna carico di esplosivo, seguito da un’autovettura,
cerca di forzare l’ingresso della base della MSU (Multinational Specialized Unit) a guida italiana,
situata nella ex sede della Camera di Commercio di Nassiriya (Iraq). I terroristi ingaggiano un
conflitto a fuoco con il personale del corpo di guardia, poi si fanno esplodere nei pressi
dell’ingresso, provocando la morte di 8 civili e di 17 militari, tra i quali 12 Carabinieri dell’Unità di
Manovra del Reggimento MSU.
Il 12 novembre 2009 il Parlamento italiano approva all’unanimità la Legge che istituisce la Giornata
del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.
Nel decimo anniversario della strage di Nassiriya, quali sono i tuoi pensieri relativamente alle
missioni internazionali di pace? Quali sentimenti ti suscita il ricordo di questa strage e del grande
sacrificio compiuto dai nostri Carabinieri? Quali, a tuo avviso, gli insegnamenti che si possono
trarre da questa ormai storica vicenda? ”
SVOLGIMENTO
L’attentato nei pressi di Nassiriya è stato una delle stragi più
cruente degli ultimi venti anni. Quel giorno un’autocisterna
piena di esplosivo entrò dentro a una base militare, uccidendo
degli innocenti. Molti di essi facevano parte del corpo militare
italiano, presente lì per una missione di pace.
Nel 2009 è entrata in vigore una Legge che ha istituito il 12
novembre Giornata dei caduti militari. Si ricordano in questa
data, non solo i martiri di Nassiriya, morti per cercare di
fermare la guerra civile presente in Iraq, ma anche tutti coloro
che hanno perso la vita nelle tante missioni di pace.
Grazie ad alcune ricerche ho scoperto che nessuna medaglia d’oro
al valore militare è stata assegnata alle vittime della base MSU,
nonostante fosse stata richiesta dai familiari.
La medaglia d'oro al volore militare viene meritata sul campo di
battaglia per il coraggio e per l’onore dimostrato combattendo i
nemici. Trattandosi però di una missione di pace e non di guerra
non è stato possibile concedere tale riconoscimento a questi
caduti.
Nel 2005 è stata assegnata agli eroi di Nassiriya la Croce
d’Onore, una speciale onorificenza istituita, grazie a un disegno
di legge approvato dal Senato e conferita con decreto del
Presidente della Repubblica, per onorare le vittime di atti di
terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili
all’estero.
Attraverso le missioni internazionali, l’Italia, insieme ai vari
Paesi appartenenti all’ONU, si adopera per creare condizioni di
pace per le popolazioni tormentate da conflitti.
Credo però esista il rischio che in queste operazioni vengano
imposti alle nazioni soccorse ideali stranieri dietro il paravento
della parola “democrazia”. Le forze inviate sostengono solo una
delle parti coinvolte nei conflitti, tralasciando così l’ideologia di
una fazione, giudicata pericolosa e non democratica, in favore di
un’altra.
Non ritengo sia giusto definire il nostro supporto a quei Paesi
con l’appellativo “Missione di Pace”, perché i soldati inviati sono
bene armati e in ciò non c’è niente di pacifico. Si potrebbe
definirla “Missione di supporto alla nuova forma di governo
instaurata”. Temo, inoltre, che alcune delle nazioni aderenti alle
Missioni siano guidate, di fatto, da interessi economici propri.
Per questo può accadere che la maggioranza della popolazione
locale li veda come estranei e invasori dei loro territori, mentre
solo una minoranza apprezzi il loro aiuto. Alcune frange estreme
compiono proprio per queste ragioni atti terroristici contro i
militari e i civili inviati dalle Nazioni Unite.
Con l’articolo 11 della nostra Costituzione, l’Italia ripudia la
guerra e la violenza e dimostra al mondo intero la sua evoluzione
democratica.
Per questo i militari italiani impegnati nelle Missioni di Pace
hanno come principi guida la difesa dei diritti dell’uomo, quali la
libertà personale e di opinione, e portano il loro aiuto affinché
popolazioni povere e arretrate possano avere un futuro migliore.
Il ricordo dell’attentato del 12 novembre 2013 mi spinge a
pensare a quanto dolore e sofferenza una guerra può portare e a
quanto sia importante e allo stesso tempo difficile cercare di
costruire la pace tra le varie nazioni nel mondo, spesso dilaniate
anche da conflitti civili interni.
Non posso non provare tristezza per le molte famiglie rovinate a
causa di guerre e attentati e per la sofferenza dei familiari che
hanno perso i loro cari impegnati nelle operazioni internazionali.
Erano figli, fratelli, padri, ma soprattutto persone uccise
ingiustamente mentre cercavano di portare la pace.
I nostri Carabinieri sono stati molto coraggiosi e altruisti, hanno
partecipato a queste missioni consapevoli di ciò che rischiavano.
Noi tutti dovremmo imparare da loro, pensando un po’ meno a
noi stessi e di più alle persone bisognose, tentando di essere più
coraggiosi e riflettendo attentamente sulle conseguenze che le
nostre azioni possono avere. Bisognerebbe essere più responsabili e
forse più educati, perché credo che anche questo possa influire su
molte delle nostre scelte.
I nostri Carabinieri sono in questo d’esempio a tutti noi.
Federica Parrinello