L`ernia inguinale - comune di firenze

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L`ernia inguinale - comune di firenze
Maggio 2005
MEDICINA 10
IN-FORMAFIRENZEcittà
nCHIRURGIA
Novità
L’ernia inguinale
BEDFORD MIDI
E MOTOMEDICA
I sintomi e il trattamento
L’ernia inguinale rappresenta
la più frequente ernia addominale ed è generalmente
un problema di pertinenza
maschile, pur potendolo riscontrare anche nelle donne.
Questa diversità di incidenza
della patologia è legata alla
differente anatomia del canale inguinale nei due sessi.
L’ernia inguinale deve infatti
il suo nome al fatto che si forma lungo il canale inguinale
che non è altro che un condotto che collega l’addome
con l’esterno attraversando
a tutto spessore la parete
addominale.
Nelle fasi iniziali l’ernia impegna parzialmente il canale
inguinale, poi totalmente,
fino ad arrivare alla sua
fuoriuscita verso il sacco
scrotale. Nell’uomo il canale
inguinale serve a far passare
vasi arteriosi e venosi, nervi e
condotto deferente destinati
al testicolo.
Nella donna il contenuto del
tragitto inguinale è costituito
soltanto dal legamento rotondo e da una estroflessione
del peritoneo detta canale di
Nuck; risulta perciò molto
meno vulnerabile e per tale
motivo è più difficile che si
formi l’ernia.
I sintomi
Da un punto di vista pratico
solitamente l’ernia inguinale
può essere apprezzata come
una tumefazione sottocutanea in corrispondenza
dell’inguine destro o sinistro.
In realtà non è sempre così
e specialmente nelle fasi
iniziali, quando si parla di
punta d’ernia, la tumefazione può non essere visibile
anche se è presente dolore,
specialmente alla stazione
eretta o dopo una giornata
di sforzi. Il riposo ma in particolare lo stare distesi (per
esempio sul letto o sul divano
di casa), fa passare i sintomi
in maniera quasi immediata.
Può sembrare strano ma
risultano meno fastidiose le
enormi ernie inguino-scrotali
(cioè che finiscono dentro lo
scroto) generalmente tipiche
dei soggetti anziani e datate
decine di anni.
Infatti in questo caso gli anelli inguinali sono stati con il
tempo così allargati e abituati
al passaggio dell’ernia che i
sintomi legati allo stiramento
sono spariti e questi soggetti
sono perciò asintomatici. Il rischio è però lo strozzamento
in quanto il grosso sacco è
occupato da anse intestinali
che possono avvolgersi su
se stesse creando un grave
pericolo.
Al contrario, i giovani pazienti hanno spesso presente il
momento in cui l’ernia si è
affacciata per la prima volta:
generalmente in occasione
di uno sforzo violento o in
ogni caso di uno sforzo non
abituale, riferiscono di aver
avvertito la sensazione di
“strappo”. È difficile che un
paziente con il sospetto di
ernia inguinale sbagli la sua
diagnosi.
Prima di tutto perché spesso la si vede e poi perché i
sintomi sono classicamente
conosciuti un po’ da tutti.
In realtà a parte il classico
fastidio rilevato come sensazione di peso o di bruciore,
non è raro osservare disturbi
dell’alvo o della diuresi. Questi si manifestano quando vi è
un trascinamento importante
dell’intestino oppure della
vescica verso l’ernia. Solo
raramente è necessario ricorrere all’esame ecografico per
la diagnosi differenziale tra
ernia e tumefazione di altra
natura. A questo proposito
va ricordato come sia importante porre attenzione, nella
valutazione di una eventuale
ernia inguinale, alla possibile
concomitanza di varicocele,
UN’ASSISTENZA DI QUALITÀ
CON LE CURE PALLIATIVE”
di idrocele, di cisti del funicolo, di tumefazioni testicolari,
di linfonodi inguinali tumefatti, di ernie crurali.
Il trattamento
L’ernia lasciata a se stessa
può andare incontro alle
classiche complicanze che
abbiamo elencato nello scorso incontro (incarceramento,
intasamento, strozzamento
ecc), per cui si è soliti generalmente farvi fronte o con
un trattamento conservativo,
come l’uso del cinto erniario,
oppure con il trattamento
chirurgico. Si fa ricorso al
cinto nel caso di soggetti che
per motivi di salute o per l’età
avanzata sia sconsigliato l’intervento chirurgico.
Il cinto infatti non solo può
creare aderenze ma anche
stimolare una infiammazione
cronica. È inoltre poco igienico e crea impedimento in determinate situazioni; in linea
di massima è ormai in disuso
anche in relazione al fatto
che l’approccio chirurgico ha
preso il sopravvento per gli
innumerevoli progressi che
lo hanno reso estremamente
efficace e sicuro.
Innanzitutto vanno ricordati i
nuovi materiali protesici che
funzionano come “toppe” sulla sede di uscita dell’ernia. In
passato l’intervento era infatti
più doloroso in quanto l’ernia
veniva riparata avvicinando
quegli stessi tessuti che
l’avevano lasciata uscire. Il risultato era una forte tensione
della sede operata che creava
notevoli disturbi alle comuni
attività.
Questi nuovi materiali protesici rendono non necessaria
la tensione dei tessuti circostanti la porta erniaria e
svolgono una importante funzione di sostegno creando un
vero e proprio muro. In questo senso il risultato è stato
così eccellente che il numero
delle recidive è drasticamente ridotto con l’avvento dei
materiali protesici.
Anche l’evoluzione delle
tecniche
anestesiologiche
hanno giocato un ruolo
fondamentale nel rendere
sempre più routinario tale
intervento. I miglioramenti
sono stati ottenuti sia nei
materiali (gli aghi utilizzati
per fare le anestesie “spinali”
hanno adesso una nuova conformazione: più sottili e con
punta specificatamente meno
traumatica), sia nella farmacologia degli stessi anestetici
(minori quantità di anestetico
a parità di effetto anestesiologico). Inoltre, l’anestesia locale (una serie di punture di
anestetico direttamente sulla
parte da operare) è diventata sempre più diffusa per il
trattamento dell’ernia inguinale e il paziente riprende a
camminare immediatamente
dopo l’intervento con evidenti e importanti vantaggi.
Perciò anche la degenza
in ospedale è ridotta con
estrema soddisfazione del
paziente che non solo quindi
può tornare rapidamente a
casa, ma è anche in grado di
riprendere le proprie attività
seppure con un minimo di
attenzioni.
Sarà,
infatti,
necessario
astenersi da grossi sforzi
nella prima settimana per poi
riprendere gradualmente le
comuni attività.
È evidente che chi svolge lavori leggeri o semplicemente di
concetto potrà rientrare a ritmo
pieno rapidamente, al contrario
chi svolge mansioni pesanti dovrà attendere più a lungo.
dott. Marco Marranci
medico chirurgo
specialista in chirurgia dell’apparato digerente
ed endoscopia chirurgica digestiva
e-mail: [email protected]
gli interessati a maggior informazioni
possono rivolgersi alla redazione:
lunedì e martedì
tel. 055340811 fax 055340814
[email protected]
I PROSSIMI GRUPPI PER SMETTERE
DI FUMARE DELLA LEGA TUMORI
Si estende velocemente la rete d’assistenza italiana per i malati inguaribili. Gli Hospice sono passati dai 2 attivi del 2000
ai 78 attuali e si prevede che nei prossimi tre anni diventino
almeno 250.
Più di 8.000 operatori sanitari sono impegnati a tempo pieno
tra medici, infermieri, psicologi ecc. con il sostegno di volontari di organizzazioni no-profit (182 in Italia) La Sicp, Società italiana di cure palliative si è riunita nel suo XII convegno nazionale al Palacongressi per realizzare il “Rinascimento delle Cure
Palliative” con strumenti specifici come la terapia del dolore,
nuovi farmaci, nuove modalità di lavoro in équipe. Si è anche
parlato delle cause del basso utilizzo degli oppiacei in Italia.
Sono state anche approfondite le esperienze su tecniche
complementari come l’ipnosi e la musicoterapia. Si vuole garantire in futuro un’assistenza di qualità non solo ai malati inguaribili oncologici, ma pure a quelli non oncologici, come
cardiologici, neurologici, respiratori, infettivi.
I gruppi per smettere di fumare della Lega Italiana per la
Lotta Contro i Tumori di Firenze danno la possibilità di
iniziare a volersi più bene e godere di tanti vantaggi.
Il metodo si basa suI gruppo come fonte di solidarietà e
sostegno reciproco ed è focalizzato a risolvere, oltre alla
dipendenza fisica, gli aspetti psicologici della dipendenza
Si chiama “Bedford midi 2000cc” ed è la nuova ambulanza ribassata.
O meglio, alta solo 1 metro e 92 centimetri contro un’altezza media dei
mezzi di soccorso che oscilla fra i 2 metri e 15 centimetri e i 2 metri e
80 centimetri.
Il mezzo è stato studiato, ma soprattutto realizzato, per entrare nei
parcheggi sotterranei fiorentini come quello della Stazione, di San
Lorenzo, piazza Ghiberti e Beccaria. Queste strutture, seppur realizzate
in anni recenti, alcune addirittura inaugurate solo pochi mesi fa, al loro
ingresso non superano i due metri d’altezza, o sono sopra di poco. In
più occasioni proprio l’altezza non elevata degli ingressi dei parcheggi,
ma soprattutto le dimensioni delle ambulanze fiorentine, non avevano
consentito l’ingresso nei posteggi auto per soccorrere qualcuno
che si era sentito male o che aveva avuto un malore. In alcuni casi i
soccorritori avevano addirittura dovuto lasciare i mezzi all’ingresso e
proseguire a piedi fino al malato. Episodi che si sono verificati sempre
più spesso e che hanno allarmato più volte gli stessi cittadini.
Proprio per questo ci ha pensato la Misericordia di San Piero Martire
del Campo di Marte realizzando un’ambulanza alta, appunto, 1
metro e 92 centimetri. Questo mezzo di soccorso, oltre alla possibilità
di entrare nei sotterranei cittadini, dispone di tutte le caratteristiche
necessarie per l’emergenza, tra cui un defibrillatore semiautomatico
per l’utilizzo del quale alcuni volontari sono stati sottoposti a specifici
corsi di addestramento. Ma questo non è il solo mezzo utile in caso
d’emergenza in luoghi angusti. Oltre alla dotatissima ambulanza con
defibrillatore, c’è anche una Opel Omega station wagon dotata di una
lettiga e di un minimo di attrezzature di primo soccorso.
Infine, ultima novità, ma tutt’altro che ultima in fatto di soccorso,
una motomedica. Un mezzo a due ruote capace di raggiungere ogni
angolo della città andando in barba al traffico.
G.C.
AMBIENTE
INQUINAMENTO A FIRENZE
In occasione di Terra Futura, grande esposizione sul mondo dell’ecologia
tenutasi alla Fortezza dall’8 al 10 aprile, molti sono stati i convegni e
gli spunti interessanti. Fra i vari argomenti affrontati, risulta di sicuro
e immediato interesse quello riguardante le cause dell’inquinamento
dell’aria nella nostra città.
A tal proposito è intervenuto, sabato 9 aprile in occasione del convegno
“La salvaguardia del clima da Kyoto a oltre il Protocollo”, l’Assessore
all’ambiente e all’agricoltura del comune di Firenze, Claudio Del Lungo.
Con il suo intervento, Del Lungo ha fatto il punto sullo stato di
inquinamento ambientale nella città di Firenze. È partito dall’annoso
problema dell’inquinamento automobilistico, dando una visione più
ad ampio respiro delle possibili soluzioni. Ha infatti sottolineato come
l’utilizzo di veicoli elettrici, se è vero che riduce l’inquinamento percepibile
all’interno delle aree urbane, non risolve il problema dell’inquinamento
globale del pianeta, in quanto lo stesso processo di produzione
dell’energia elettrica è di per sé inquinante.
Sarebbero non inquinanti i veicoli realmente a emissione 0 e cioè quelli
ricaricabili con il solo intervento di energia solare.
I pannelli fotovoltaici, che sono quelli che riescono a catturare l’energia
solare e tramutarla in energia elettrica, stanno progressivamente
diventando sempre più efficienti, il che significa che a parità di
rendimento sta diminuendo la loro dimensione, rendendoli così più
agevolmente applicabili alle realtà urbane. Molto si può fare in città per
abbassare i livelli di inquinamento e farci avvicinare alle prospettive del
Protocollo di Kyoto. Innanzi tutto considerare il problema delle caldaie.
Già la Legge 10 del 1991 aveva posto le basi per una legislazione
finalizzata al risparmio energetico, della quale fa parte il controllo
delle caldaie. Questo controllo può avvenire con un’autocertificazione
annuale prodotta tramite impresa autorizzata. Delle restanti caldaie, le
cui emissioni non sono autocertificate, il Comune controlla direttamente
il 50%. Durante l’ultimo controllo sono così state trovate un 40% di
caldaie non sufficientemente efficienti (quindi con emissioni inquinanti
superiori alla norma) e una minima parte di caldaie persino a rischio
anche per l’incolumità degli stessi utenti. L’inquinamento di Firenze
è dovuto al traffico per il 60% e agli impianti di riscaldamento per il
20-25%. È importante superare i vecchi impianti di riscaldamento a
gasolio (ce n’è persino ancora qualcuno a carbone!), che hanno oramai
più di 20 anni. Un ottimo sistema sarebbe riuscire a produrre energia
alternativa nel proprio territorio. Purtroppo Firenze non ha territorio utile
per impiantare vasti sistemi di captazione dell’energia: il suo territorio è
costituito praticamente da solo edificato e colline circostanti.
È tuttavia allo studio lo sfruttamento delle pescaie dell’Arno, che sono
a caduta naturale (seppur minima). Fra l’altro fino al secolo scorso era
presente, nella pescaia di San Niccolò, un sistema di sfruttamento che
produceva energia sostitutiva…
Gli Enti locali si stanno muovendo tramite normativa per abbassare i
livelli di inquinamento in città: con il nuovo Piano energetico regionale
risulta obbligatorio dotarsi di solare termico fotovoltaico in tutte le nuove
abitazioni e in una parte delle ristrutturazioni.
Analoghe iniziative verranno previste dal nuovo Piano strutturale di cui si
sta dotando il Comune.
Arch. Giulia Romeo
Specializzata in Bioarchitettura
N. C.
CORRI LA VITA 2005
La formula di Corri la Vita, che si svolgerà il 2 ottobre, prevede come noto un doppio percorso attraversano i quartieri storici di Firenze, l’Oltrarno, le colline sud, ville e giardini.
Possono partecipare tutti versando una modesta somma e
ricevendo in cambio una quantità di regali, tra cui la maglietta ufficiale, e quest’anno chi porterà adesioni per almeno 50 euro riceverà ulteriori premi.
La Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori, sezione di Firenze) utilizzerà i fondi per finanziare istituzioni pubbliche specializzate, in particolare il Cspo, il Centro studio prevenzione oncologica di Firenze.
Corri la vita: www.corrilavita.it; -mail: [email protected]
Lilt: viale A. Volta 173,
tel. 055576939 Fax 055580152
E-mail: [email protected]
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da tabacco, anche per chi sceglie di utilizzare trattamenti
farmacologici a base di nicotina.
I gruppi sono condotti da psicologi e sono articolati
in 9 sedute di un’ora e mezza ciascuna, due volte alla
settimana. La durata complessiva è di circa un mese.
In questi anni, circa il 70% dei partecipanti a fine corso ha
vinto la dipendenza da fumo.
Il primo corso inizia il 4 aprile e si terrà il lunedì e il
giovedì dalle ore 18.30 alle 20.00
Il secondo corso inizia sempre il 4 aprile e si terrà il lunedì
e il giovedì in orario serale dalle ore 21.00 alle 22.30
INFO e iscrizioni: L.I.L.T. viale A. Volta ,
(dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 18.00)
tel. 800.440.550 (numero verde) e 055576939
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