Giulio Tagliavini italiana 12 febbraio 1960 5292 20
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Giulio Tagliavini italiana 12 febbraio 1960 5292 20
Nome e Cognome Nazionalità Data di nascita Numero socio Numero azioni possedute Giulio Tagliavini italiana 12 febbraio 1960 5292 20 Esperienze lavorative Tipo di azienda o settore Arco temporale Mansione / responsabilità Università di Parma 1986-oggi Professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari Aree di rilievo per le competenze professionali richieste ai consiglieri di amministrazione Area di conoscenza richiesta Descrizione delle esperienze o conoscenze acquisite in pregresse esperienze professionali o di formazione Arco temporale Business bancario (struttura del credito, della finanza e dei servizi alla clientela) Ricerca accademica e formazione manageriale 1986- Mercato di riferimento di Banca Etica e della finanza etica in generale Direttore del Master in finanza per lo sviluppo 2003-2006 Normative di settore (sufficiente conoscenza delle normative civilistiche, societarie, del credito e finanziaria) Esperienze in organi societari di governo e di controllo 2000- Principali aspetti di corporate governance e di analisi del rischio Attività di ricerca 2000- Struttura, governance e organizzazione del Gruppo Banca Popolare Etica Componente del Comitato Etico, Componente del CdA di Etica Sgr, Componente del CdA di Banca Popolare Etica 2000- Conoscenza ed esperienza nelle organizzazioni del terzo settore, dell’economia sociale e solidale, della cooperazione sociale e internazionale, della finanza eticamente orientata, dell’ambiente e delle energie da fonti rinnovabili Tipo organizzazione Arco temporale Mansioni Etica Sgr Consigliere Banca Popolare Etica Consigliere Banca Popolare Etica Componente Comitato Etico Istruzione e formazione Tipo istituto di istruzione e/o formazione Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio Qualifica conseguita Università di Parma Management, Economia Laurea in Economia e Commercio Illustrazione delle specificità che il candidato potrà mettere a servizio della Banca Presento la mia candidatura con le seguenti riflessioni, che espongo sotto forma di domanda e risposta. Cosa ti prefiggi di fare con la conferma come consigliere della banca? La mia disponibilità alla conferma deriva dall’interesse verso il progetto della banca e dal desiderio di contribuire nella costruzione del suo successo. Mi prefiggo di continuare a fare le cose che ho già fatto nel mandato che si conclude: valutazione libera dei problemi aziendali, contrasto alle valutazioni non coerenti agli obiettivi della banca, valutazione attenta dei problemi organizzativi che ci sono e che aspettano di essere gestiti. La banca è in condizioni migliori rispetto a tre anni fa? Sotto il profilo tecnico di bilancio, la banca è cresciuta quantitativamente e quindi riesce a recuperare con maggiore facilità i suoi costi. Il rapporto tra costi e ricavi, che all’inizio sembrava un problema notevole, adesso è migliorato per buona parte con la crescita dei ricavi, molto limitatamente per il contenimento dei costi. l profili organizzativi sono stati individuati e si è intrapresa con decisione la via della loro gestione attiva. L’analisi dei progetti e degli obiettivi della banca è più attenta. Non so però quanto questi risultati siano apprezzabili e percepiti rispetto alla situazione precedente e se tale miglioramento sia attribuibile in via esclusiva all’attuale CdA. Non spetta a me dirlo, anche se naturalmente ho la mia idea. Esiste un punto su cui sei completamente soddisfatto dell’esperienza? Sicuramente il fatto che le operazioni di banca opache, o opportunistiche, o finalizzate ad obiettivi personali sono spazzate via in pochi secondi. Immagino che su questo punto il CdA abbia continuato una tradizione precedente. Illustrazione del progetto che il candidato ipotizza per il futuro della Banca e che si impegna a proporre al nuovo CdA Quali sono le cose più urgenti da fare? Non riesco bene a capire cosa voglia dire “fare le cose urgenti”. Un CdA deve fare le cose importanti, non le cose urgenti. Le cose urgenti sono le cose importanti che non sono state fatte per tempo. Gestire un’organizzazione complessa è come curare un giardino. La scansione temporale di un giardino è esattamente la stessa cosa. Un giardino oggi è quello che è in base alle cose che sono state fatte nel passato; e gli interventi di oggi determinano le fioriture e le crescite del futuro, sulle varie date che già dobbiamo immaginare. Quello che facciamo in una giornata di giardinaggio ha effetti su un piano multiplo del tempo. Se pensiamo solo all’effetto sulla settimana successiva non faremmo molto. Raccolte le foglie, lasceremmo tutto così com’è e ci riposeremmo. Questo discorso mi consente di sottolineare l’importanza delle decisioni fondative di un giardino. Ho ereditato il mio giardino da mio padre; le scelte strutturali (gli alberi più importanti, le siepi più radicate) sono state fatte da lui. Ho il massimo rispetto delle decisioni che sono state prese prima di me e so bene quanto sia preziosa la storia. Ma non posso farmene intimorire. È mia responsabilità realizzare le condizioni per avere un giardino vitale anche nel lungo periodo, anche dopo di me, non solo nel lungo periodo definito prima di me. Quindi, dopo averci pensato bene, mi è capitato di togliere alberi che ormai erano di ostacolo allo sviluppo del giardino, anche se sapevo del significato che rivestivano per chi li aveva messi. Insomma, fuori di metafora, credo che il CdA si debba preoccupare poco delle decisioni urgenti, ma piuttosto di quelle che definiscono la banca tra dieci anni. Occorre rafforzare la sensibilità sul lungo termine. Come hai interpretato il fatto di essere consigliere “tecnico”? Le mie competenze specifiche sono di tipo tecnico. Per la mia storia professionale sono in grado, assieme ad altri, di meglio muovermi sui problemi di gestione di una banca, piuttosto che altro. Questo è un vantaggio di completezza per le analisi sviluppate dal CdA solo se, come consigliere “tecnico”, da un lato non pretendo di prendere il posto dei tecnici che in banca ci lavorano: i ruoli sono ben distinti; dall’altro se le conoscenze tecniche sono al servizio della realizzazione di quella innovazione di sistema che Banca Etica ha nel suo dna. Poi, come la cronaca ci testimonia, una banca è un organismo troppo importante e troppo delicato per essere lasciato in mano ai tecnici. In questo senso la definizione di consigliere “tecnico” mi piacerebbe che mi fosse stretta. Le regole elettorali attuali non consentono di dosare “ex ante” il miscuglio di competenze che entrano in CdA. Il numero di consiglieri “tecnici” può dunque risultare basso o troppo elevato, a scapito di altre sensibilità. Questo può essere un guaio. Definizione di candidato indipendente Quesito Sì No Il sottoscritto è o è stato nei tre anni precedenti alla presentazione della candidatura, dipendente della società, di altra società del gruppo, di una sua collegata o di una società verso la quale sia esercitato il controllo, anche di fatto, o influenza notevole? X Il sottoscritto nei tre anni precedenti alla presentazione della candidatura ha fornito, direttamente o indirettamente anche tramite relazioni familiari, alla società, ad altra società del gruppo, ad una sua collegata, controllata, anche di fatto, o soggetta ad influenza notevole, servizi o prodotti, ovvero è o è stato dipendente di una impresa che abbia fornito, nei medesimi termini di cui sopra, o fornisca alla Banca prodotti o servizi? X Il sottoscritto è coniuge, parente o affine entro il quarto grado di dipendente, amministratore, azionista di controllo della società o di altra società fornitrice di beni o servizi? X Il sottoscritto riceve dalla società remunerazioni al di fuori di quella che gli spetta come amministratore o come azionista? X Disponibilità a ricoprire la figura di Presidente del Consiglio di Amministrazione Il sottoscritto dà la sua disponibilità, nell’eventualità fosse indicato dal Consiglio di Amministrazione neoeletto, a ricoprire l'incarico di Presidente della Banca? Sì No X