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04/10/12 14:49: Rapide
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Intervista a Max e Boosta 21/11/11 Rollingstonemagazine.it
Subsonica: l'intervista «acustica» di RS
“Questo nuovo tour è la nostra risposta a chi voleva i Subsonica sull’orlo della disgregazione…”
21 NOVEMBRE 2011
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La copertina di "Eden"
di Simone Sacco
Una saletta accogliente e silenziosa all’ultimo piano dell’Università IULM di Milano. E il motivo c’è. Una
mezz’ora prima, nella fatidica Aula Magna dell’ateneo meneghino, i Subsonica sono stati insigniti di un
premio per il loro videoclip a tinte horror ‘Istrice’ (quello con la donna-manager infettata da una strana
creatura e con una piccola citazione da ‘The Elephant Man’ di David Lynch). Vi diciamo subito che la
soddisfazione tra i due “subsonici” qui presenti è palpabile e sincera. Due nel senso che di fronte a me ci
stanno Max Casacci e Boosta, mentre il resto della band sarà presumibilmente rinchiuso presso Casasonica
a provare gli ultimi arrangiamenti in vista del tour “senza spina” che parte il 25 novembre dal Teatro Alfieri di
Asti (trovate tutte le date al termine di quest’articolo). Casacci, ovviamente, è raggiante (“E’ sempre bello
quando premiano un tuo video: vuol dire che, oltre alla musica, sono piaciute pure le immagini. Immagini
horror e non convenzionali, in questo caso…”) mentre Boosta, col suo solito appeal sornione, è
sostanzialmente pronto a ribadire un concetto-chiave. Ovvero che i Subsonica, nonostante quattro lunghi
anni di pausa, non si stanno affatto per sciogliere. E non sono mai stati più in salute di così. Soprattutto ora
che sta per uscire (22 novembre) il repackaging del loro ultimo, consistente album ‘Eden’ arricchito da due
inediti: la cover di Franco Battiato di ‘Up Patriots To Arms’ (attualissima di questi tempi…) e l’inedita ‘La
Scoperta dell’Alba’ scritta appositamente per il film omonimo interpretato da Margherita Buy. Ma queste,
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credetemi, sono faccende discografiche o per accaniti collezionisti. La brama di sapere del vostro Rolling
Stone, invece, è legata strettamente all’attualità. Dunque, si va a cominciare proprio da una certa clamorosa
“caduta”…
Allora, che avete combinato di bello la sera di sabato 12 novembre?
“(Max Casacci) Ti riferisci forse alle dimissioni di B.?”
Non lo so, vedete un po’ voi…
“(Max) Beh, io sono sceso da Giancarlo (storico locale dei Murazzi torinesi che sta ai Subsonica come il
Cavern Club di Liverpool stava ai Beatles, ndr), ho scalzato il dj-resident e ho suonato un set di dischi molto
festoso. Alla fine ho piazzato sul piatto la nostra versione di ‘Up Patriots To Arms’ di Battiato perché mi
sembrava ci stesse a pennello!”
“(Boosta) Io, invece, ho messo a letto mia figlia e mi sono goduto la diretta televisiva un po’ come se si
trattasse della finale dei Mondiali di calcio. Tant’è che alla fine ho spalancato la finestra di casa e ho sparato
i fischioni nella notte torinese!”
Hai pure cantato il cafonissimo coro “Po-po-po-po” di whitestripesiana memoria?
“(Boosta) Certamente! (ride, ndr) D’altronde il momento era di quelli epocali, eh eh eh…”
Torniamo un attimo seri, dai… Come si pongono i Subsonica in vista di un eventuale governo-Monti?
“(Max) Attendiamo, come tutti, l’evolversi degli eventi. Sai, negli ultimi 17 anni la politica italiana si è logorata
a livelli tali che un governo tecnico è davvero il minimo che possiamo augurarci… Penso che sia normale in
un momento così critico affidarsi a dei luminari dell’economia, no?”
Anche se è stata l’economia spregiudicata dei banchieri – più che Berlusconi e i suoi festini - a condurci
sull’orlo del baratro?
“(Max) Lo strapotere economico fa e disfa, è roba risaputa. Certo che ci troviamo nel bel mezzo di un
grande paradosso, quello sì…”
Molti forse si dimenticano che pure le band che ci fanno sognare sono, in realtà, delle imprese commerciali:
voi, ad esempio, come la state vivendo questa dannata crisi economica?
“(Max) Fortunatamente senza troppi contraccolpi. Ma il nostro, forse, è un caso atipico. Non perché siamo
un gruppo di enorme successo, ma semplicemente perché abbiamo sempre comunicato in maniera chiara e
costante con i nostri fan.”
I Subsonica pionieri di internet e dei vari social-network…
“(Max) Esatto. Chi viene a vedere un nostro concerto, non insegue il divismo: al massimo si fa un po’ di
chiacchiere con qualcuno dei tecnici e poi si gode lo show. L’identificazione tra i Subsonica e il proprio
pubblico è tale che ci consentirebbe di andare in tournée anche se le radio smettessero improvvisamente di
programmare i nostri singoli. E’ questo rapporto di completa fiducia che ci spinge a far sempre meglio il
nostro mestiere.”
“(Boosta) Un mestiere da privilegiati, certo, che però ci permette di mantenere, oltre che le nostre famiglie,
altre cinquanta persone che - di stagione in stagione – lavorano on the road con noi… All’inizio vivevamo da
veri punk, tutti e cinque in due stanze, ma ora non è più così. Le responsabilità esterne sono aumentate,
quindi è indubbio che gli stessi Subsonica siano diventati a loro volta una piccola industria a pieno regime…
”
Parliamo dell’imminente tour acustico. Sbaglio o vi eravate già avvicinati a questo “format” sul secondo
disco del vostro disco dal vivo del 2006, ‘Terrestre Live e Varie Altre Disfunzioni’?
“(Boosta) Sì, c’è stata una specie di warm-up nel corso degli anni. L’elemento ‘unplugged’ ci ha sempre
intrigato perché noi, alla fin fine, scriviamo canzoni. Canzoni che si possono ballare, ma pure eseguire con
una normale chitarra acustica. Ecco perché prendiamo questo tour come un approdo, una sfida e un
esperimento. ‘Esperimento’ nel senso che Ninja (il batterista, ndr) non suonerà un classico drum-kit, ma dei
pad elettronici colpiti con le mani tipo percussioni. Giusto per dirtene una.…”
Certo che i Subsonica in un teatro, con le poltrone di velluto e gli stucchi eleganti alle pareti…
“(Boosta) Salotti teatrali, please. I nostri concerti saranno ‘luoghi’ dove suoneremo venti canzoni, ma faremo
anche qualche bel discorso con gli spettatori. Prenderemo fiato, insomma.”
E registrerete tutto?
“(Max) Sì, esattamente come abbiamo già fatto per il tour estivo. A noi piace immortalare su nastro quello
che realizziamo. Anche per puro piacere personale, e non obbligatoriamente in vista di un futuro album dal
vivo.”
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Il tour estivo mi è sembrato parecchio carico. Rock ‘n’ roll, giusto per capirci…
“(Boosta) Molto rock ‘n’ roll, yeah! Sai, erano troppi anni che la parola ‘disgregazione’ stava lambendo la
dimensione dei Subsonica… anche se io non ho mai capito il perché! (ride, ndr) La gente pensa che ci
stiamo separando? Ok, allora noi saliamo sul palco e li aggrediamo dall’inizio alla fine con un filotto di branikiller!”
Vestiti come i leggendari Kraftwerk di ‘The Man Machine’, tra l’altro. Molto stilose, per la cronaca, quelle
vostre camice rosse abbinate alle cravatte nere…
“(Boosta) Beh, quello era certamente un tributo lampante, ma allo stesso tempo non siamo mai stati così
felici di indossare delle ‘divise’… Sai, ha fatto anch’esso parte di quel concetto monolitico di ‘compattezza’
che ti citavo prima. Ci siamo uniti, anche nel look, per scongiurare certe dannate malelingue. E abbiamo
suonato, suonato senza sosta! Quelle camice erano sempre sudatissime al termine dello show…”
Erano di marca?
“(Boosta) Ehm, forse di Morellato, ma non ci giurerei! (ride, ndr)”
Avete appena vinto il premio del miglior videoclip del 2011 con ‘Istrice’. Vi siete resi conto che se quella
canzone fosse uscita dieci anni fa sarebbe potuta anche diventare un classico al pari di ‘Tutti i Miei Sbagli’?
Oggi invece è solo un altro bel brano che circola per radio o nella Rete…
“(Boosta) Mah, in realtà non abbiamo mai scritto ‘classici’ a tavolino. A noi piace fare musica solo quando ci
viene voglia. E pubblicare CD di roba che non sentiamo spesso in giro, soprattutto qui in Italia. Se non ci
fossimo dati queste regole, ehm, ‘qualitative’ oggi avremmo pubblicato molto più materiale di quello
compreso nei nostri sei dischi. E avremmo finito per fallire…”
In futuro vi dedicherete ancora alle canzoni tout court oppure vi attira qualche altro esperimento sonoro?
“(Max) Non lo sappiamo ancora. Negli anni ’90 era decisamente più facile perché eravamo tutti quanti
immersi in un mood elettronico che potevi davvero cogliere nell’aria. Adesso va a momenti: con ‘L’Eclissi’
sentivamo ancora questa voglia di elettronica dentro di noi tant’è che almeno la metà di quell’album è
permeata da certe sensazioni sintetiche e digitali. Con ‘Eden’, invece, è stato diverso: ci siamo ricompattati
dopo diverso tempo e da lì ci siamo messi a lavorare su delle canzoni vere e proprie perché il materiale
portato in sala-prove comprendeva esattamente quello: strofe, ritornelli, ecc. E’ stato un disco di confronto,
ecco. Per il prossimo vedremo: c’è ancora tempo…”
Cambiamo argomento: mettiamo che il Traffic 2012, di cui tu sei organizzatore principale, decida di puntare
sull’ambita reunion degli Stone Roses…
“(Max) Perché? Si sono forse riformati gli Stone Roses? (sorrisino, ndr)”
Per cortesia… Il neo-sindaco Piero Fassino cosa ne pensa del progetto Traffic?
“(Max) Mmh, per ora la nuova giunta comunale ci ha trovato un’area dove allestire il festival. Il ché è un
bene, visto che gli anni scorsi abbiamo avuto dei problemi anche su questo punto. A livello economico,
però, siamo ancora molto indietro. Sai, se uno vuole gli Stone Roses a luglio, deve iniziare a presentare già
da novembre dei progetti solidi. La cosa sta diventando un po’ logorante, in effetti…”.
E dire che il Traffic ha portato in Italia concerti gratuiti di New Order (2005), Daft Punk (2007) e Sex Pistols
(2008): eventi unici che gli appassionati ricordano con estremo piacere ancora oggi…
“(Max) La verità è che abbiamo fatto un successo di pubblico stratosferico in aree (tipo quella della
Pellerina) che non erano proposte, come servizi, a tutto quell’entusiasmo dilagante. E così ci hanno sbattuto
fuori città! Sconsolante, eh? (sospira, ndr) Siamo l’unico festival al mondo che va in crisi solamente perché
attira troppa gente…”
Gentilissimo sindaco Piero Fassino, se per puro caso sta leggendo quest’articolo, prenda in mano la
situazione e ci faccia un grandissimo regalo a tutti quanti noi amanti del rock. Sarebbe un bel gesto per la
musica, l’arte, la cultura in generale. E per il cielo su Torino…
Le date del tour “unplugged” dei Subsonica. Mettetevi l’abito buono (sono concerti teatrali, sapete…) e
buon divertimento! 25 Novembre – Asti (Teatro Alfieri) ; 28 novembre – Napoli (Teatro Augusteo) ; 29
novembre – Ascoli Piceno (Teatro Ventidio Basso) ; 30 novembre – Cremona (Teatro Ponchielli) ; 2
dicembre – Grosseto (Teatro Moderno) ; 3 dicembre – Montecatini Terme (Teatro Verdi) ; 4 dicembre –
Latina (Teatro D’Annunzio) ; 6 dicembre - Ancona (Teatro Muse) ; 7 dicembre – Pescara (Teatro Massimo) ;
9 dicembre – Matera (Teatro Duni); 10 dicembre – Brindisi (Teatro Impero).
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