pillole di tecnica - Csen Trentino Alto Adige
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PILLOLE DI BASE PER LA GUIDA INVERNALE. Alcuni consigli pratici per aumentare la sicurezza nella guida invernale… 1. PNEUMATICI Montare pneumatici dedicati, ovvero pneumatici idonei alla marcia invernale. Questi pneumatici si suddividono in due grandi famiglie: Gli Pneumatici invernali (M+S) Gli pneumatici invernali “Termici” o cd. “lamellari”, anch’essi M+S, ma con speciali mescole che consentono maggiori aderenze in caso di presenza di neve al suolo. Entranmbe consentono di procedere senza obbligo di catene a bordo, ma: AVERE LE CATENE A BORDDO, specialmente se siamo consapevoli di recarci in zone “innevate” è vivamente consigliabile. Mantenere gli pneumatici alla corretta pressione di esercizio e verificarne l’usura: Per gli pneumatici tradizionali il limite massimo ammesso dal CDS è di mm 1.6, per quanto concerne gli pneumatici termici – condizioni di reazione della mescola a parte – una usura con battistrada inferiore a 4 mm riduce drasticamente le prestazioni dello pneumatico. 2. AMBIENTE Prestare attenzione alla temperatura ambientale ed alla presenza di condizioni climatiche di elevata umidità. 4. PERCORSO Porre estrema attenzione al tragitto da compiere, verificando costantemente le cd. “zone d’ombra” o “zone a rischio” (zone in cui potrebbero esservi tracce di acqua – zone in ombra con particolare umidità, zone con presenza di neve laterale che sciogliendosi al sole diviene acqua che successivamente gela, curve pericolose, falsipiani, immissioni laterali da strade in pendenza…) 5. GUIDA Limitare la velocità; Aumentare la distanza di sicurezza dal veicolo che ci precede; Evitare manovre repentine quali brusche sterzate, accelerate, frenate; Adottare uno stile di guida dolce ed anticipativo; In salita non usare rapporti troppo corti che potrebbero causare slittamenti degli pneumatici; Segnalare per tempo i cambi di direzione e le frenate… 6. SIUSTEMI ELETTRONICI Attenzione ad ESP ed ABS che in talune situazioni potrebbero essere sconsigliati: in presenza di neve al suolo è consigliabile disinserire l’ESP. 7. DISPOSITIVI In presenza di manto nevoso importante, per aumentare l’aderenza al suolo, anche in presenza di pneumatici invernali e/o termici, è consigliabile montare le catene da neve, sulle vetture tradizionali le cd. “clic-clac” vanno benissimo per andature a bassa velocità, per i veicoli fuoristrada occorre montare catene cd. Professionali. Ricordiamoci che le catene vanno montate sull’asse motrice. In presenza di veicoli fuoristrada con sistemi di trazione part time, a trazione integrale inserita è sufficiente montare le catene sull’asse anteriore, in presenza veicoli fuoristrada con sistemi di trazione full time ricordarsi di bloccare il differenziale centrale, anche qui è sufficiente montare le catene sull’asse anteriore. Sarebbe però preferibile montare le catene sulle quattro ruote. In fuoristrada invece è d’obbligo avere le catene montate su tutte le ruote. 8. MA ANCHE.. Ricordarsi di mantenere le spazzole dei tergicristalli in stato di efficienza ed adottare liquido lavavetri con anticongelante. Il sale presente sulle strade e la “palta” che viene alzata dai veicoli sporca sensibilmente il parabrezza e poter mantenere vetro pulito è un fattore di sicurezza da non sottovalutare. Attenzione: su percorsi innevati, in discesa ed in frenata, le vetture a trazione integrale non offrono particolari vantaggi rispetto alle vetture tradizionali PNEUMATICI E PRESSIONI D'ESERCIZIO La pressione degli pneumatici viene indicata dal costruttore in base al peso della vettura, al carico ammesso, alle prestazioni della stessa e ad altri fattori, quali ad esempio le zone climatiche di impiego, che ne influenzano l’esito finale. Sul libretto di uso e manutenzione della vettura sono riportate le pressioni di esercizio degli pneumatici – in diverse situazioni di carico – per tutte le misure di pneumatico omologate dal costruttore per quello specifico modello di vettura. La corretta pressione di esercizio degli pneumatici è un fattore fondamentale per la sicurezza di guida, da ciò ne consegue che è buona norma verificare periodicamente la pressione, almeno ogni 30-40 giorni e comunque in presenza di sensibili variazioni di temperature esterne. Una pressione di esercizio troppo bassa comporta un surriscaldamento dello pneumatico che può – in taluni casi – arrivare anche a scoppiare, oltre a non garantire una corretta aderenza al suolo; usura e sottopone le cd “spalle” ad una sollecitazione anomala. Una pressione di esercizio troppo alta, di contro, comporta una usura più rapida, specialmente della parte centrale del battistrada, rendendo lo pneumatico maggiormente esposto a danni. La pressione va controllata sempre a pneumatico “freddo” ovvero con percorrenze non superiori ai 5/6 Km nell’arco dell’ultima ora di utilizzo del mezzo. Nel caso in cui questa operazione non sia possibile, lo pneumatico avrà pressioni “condizionate” dalla temperatura. E’ buona norma inoltre, al cambio di pneumatico, sostituire anche la valvola di gonfiaggio, esposta a particolari agenti atmosferici ed ambientali quali alte e basse temperature, fango, ghiaia, neve, deiezioni animali… Per un uso fuoristradistico le cose si articolano maggiormente, principalmente in funzione della tipologia di pneumatico, della tipologia di fondo sul quale lo stesso viene impiegato, ma anche – soprattutto per impieghi di lavoro – al carico che insiste su ciascun pneumatico. PARTENZE A FREDDO Molto spesso assistiamo a vetture che, una volta messe in moto, stazionano anche per parecchi minuti con il motore al minimo e, successivamente, partono a regolare e consueta andatura….. è corretto comportarsi così? Direi “non del tutto”. Se da una parte è corretto attendere alcuni secondi – ma non troppo - (circa 30 – 40 sec.) con il veicolo fermo ed il motore in moto, dall’altro, prolungare la sosta ed attendere che il motore entri “in temperatura”, magari mantenendo lo stesso a regimi superiori a quelli di minimo (attenzione: questo comportamento in alcuni Paesi è addirittura proibito), per poi partire regolarmente, non è così corretto come si crede. V’è subito da ribadire che il motore entra in temperatura più rapidamente ed omogeneamente se il veicolo è in movimento. Inoltre, il riscaldamento a veicolo fermo, residuando valutazioni accessorie inerenti gli scambi termici ed i valori dei gas, ha certamente comportato una lubrificazione del complessivo propulsore, ma gli olli presenti nel cambio, nell’eventuale riduttore/transfer/differenziale centrale, nei differenziali ai ponti e nel complessivo di trasmissione in genere sono ancora freddi e consequenzialmente molto viscosi… Occorrerà quindi, dopo aver atteso i canonici 30-40 secondi, procedere - per i primi kilometri - ad andatura moderata, dando modo sia al motore che a tutti gli olli di entrare nella corretta temperatura, aumentando gradualmente il gas prima di procedere ad andature usuali o sostenute. Quanto sopra è un breve estratto, per ogni approfondimento sugli scambi termici, sui valori di viscosità e lubrificazione degli olli et cetera si rimanda ai nostri specifici corsi tecnici. IL DEBIMETRO (anche sensore a filo caldo) Anzitutto va detto che il debimetro è presente solo nei motori con impianto di iniezione gestito da centralina (non quindi su motori dotati di pompa meccanica). - definizione molto grossolana ma appositamente riassuntiva........ COS’E’ E COME FUNZIONA: Il “debimetro” noto anche come “mass air flow” è sostanzialmente un misuratore della portata (flusso o massa) dellì’aria aspirata dal motore che fornisce questa informazione alla centralina di iniezione, la quale seleziona – in base alle informazioni acquisite - la mappatura più consona alle condizioni del momento. Il debimetro si presenta come un cilindretto di plastica o un parallelepipedo, posizionato sul condotto di aspirazione, a valle della scatola del filtro aria, collegato elettricamente con un connettore sganciabile. Esistono due grandi famiglie di debimetri: meccanico definito anche a “piatto basculante" ("aletta fulcrata") ed elettrico, definito anche “sensore a filo caldo”. I primi eseguono la misura grazie alla posizione che assume un'aletta mobile, i secondi grazie al variare della corrente elettrica che fluisce attraverso un resistore. Nel caso di debimetro meccanico (debimetro a “piatto basculante" ("aletta fulcrata")) il dispositivo misura il flusso di aria aspirato e fornisce questo dato alla centralina di iniezione che poi provvede ad effettuare un calcolo (stechiometrico) relativamente al flusso di carburante da inviare agli iniettori, ma anche a tutti i parametri relativi a potenza, coppia et cetera, ottimizzati in base al segnale ricevuto dal debimetro. Nel caso di debimetro elettrico (“sensore a filo caldo”), impiegato maggiormente nei sistemi di iniezione dell’ultima generazione, il piatto basculante è sostituito da un filo riscaldato: il “filo caldo”. In questo caso, il funzionamento consiste nel misurare la corrente elettrica necessaria per mantenere a una temperatura prefissata - di solito 120 °C – il filamento (filo caldo) immerso nel flusso d'aria in ingresso. Il “filo caldo” viene riscaldato da un resistore e raffreddato dal flusso d'aria che le sottrae per dissipazione il calore fornito dal resistore. All'aumentare della corrente necessaria, misurata con un ponte di Wheatstone, corrisponde o un aumento del flusso d'aria o una diminuzione della temperatura dell'aria. Il dato rilevato (la tensione) viene inviato alla centralina di iniezione, senza che quest'ultima sia costretta a fare calcoli di sorta, come avviene invece nel caso dei debimetri di tipo tradizionale. La centralina provvede poi ad inviare un segnale alla pompa di iniezione, relativo sia alla giusta quantità di carburante che deve essere emessa dagli iniettori, che all’ottimizzazione di coppia, potenza et cetera, ideali in funzione della massa di aria misurata. (non del volume). Inconvenienti: La sistemazione del debimetro, specie del debimetro meccanico, sul condotto di aspirazione può generare una leggera perdita di carico, variando la sezione del condotto stesso. Nel condotto di aspirazione, al verificarsi dell’effetto ramjet - cioè la compressione dell’aria in modo adiabatico (ovvero senza scambio di energia termica con l'esterno) all’interno del condotto di aspirazione _ alcuni debimetri a filo caldo possono essere tratti in inganno perché non riescono a rilevare la direzione del flusso che li investe, con una consequenziale anomala lettura che somma le masse d'aria che scorrono in ambo i versi. Altro neo collegato al debimetro è la possibile “messa in protezione” del propulsore al verificarsi di anomalie di letture (debimetro sporco o guasto). La centralina, non ricevendo più un segnale corretto entra in protezione, erogando un segnale tale che consente agli iniettori solo un minimo flusso di carburante, con conseguente abbattimento della potenza e della coppia. In questo caso occorre provvedere o alla pulizia o alla sostituzione del debimetro. Come pulirlo: Generalmente il debimetro non necessita di manutenzione. Questa affermazione non è del tutto vera: non è escluso, infatti, che i vapori di olio o la sporcizia dell’aria in aspirazione lasciata passare dal filtro dell’aria stessa, possono sporcare il debimetro, alterandone taratura ed efficienza, questo soprattutto nei debimetri a sensore a filo caldo. La pulizia del debimetro, che dovrebbe essere fatta ogni 60 – 70.000 Km, per quanto operazione semplice in sé, va fatta con estrema attenzione e cura. Per prima cosa il debimetro va “scollegato” rimuovendo lo spinotto di connessione elettrica. Per la pulizia occorre utilizzare uno spray disossidante specifico per contatti elettrici. Attenzione, usare sempre e solo spray del tipo ad alta evaporazione e zero residui (base isopropilica).Prima di riassemblare il dispositivo, aspettare qualche minuto, per dare modo allo spray di evaporare completamente. Attenzione: non utilizzate liquidi corrosivi (tipo benzina, diluenti, alcool….), evitate di usare aria compressa a breve distanza (può essere sufficiente il getto d’aria fredda di un comune phon), evitare di immergere in liquidi il debimetro o di dare colpi per rimuovere la sporcizia. QUALI ACCORGIMENTI PER SALVAGUARDARE IL DEBIMETRO? Mantenere sempre pulito ed in perfetto stato di efficienza il filtro dell’aria ed i condotti di aspirazione. Sicuramente la presenza dello snorkel aiuta a mantenere pulito il filtro dell’aria (aspirando “alto”), specialmente se viene montato il “ciclone”. Il ciclone, infatti, trattenendo nella propria vasca di decantazione il pulviscolo più grande, invia al filtro aria più pulita, migliorando così l’efficienza del filtro stesso. E’ POSSIBILE BYPASSARE IL DEBIMETRO? Si, anche se non è così consigliabile. Esistono sul mercato sistemi di by-pass del debimetro, questi sistemi però inviano un segnale costante alla centralina che non andrà più in protezione, ma che non performerà come dovrebbe, con aumenti di fumosità, di consumi ed una erogazione di coppia e potenza non più corretta. Vale la pena ricordare inoltre che, montando questi dispositivi, oltre a mutare l’originale conformazione, eventuali garanzie in essere decadono e le case madri o gli importatori non riconoscono eventuali malfunzionamenti dell’impianto di iniezione o della centralina…. In collaborazione con: