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Turismo Halal in albergo: una grande opportunità per
diversificare con successo l'offerta
15 Mag 2015
Nel corso degli ultimi due decenni, con lo scopo di trovare nuovi interessanti bacini di domanda turistica per le
nostre destinazioni e per le nostre strutture ricettive, stiamo aumentando notevolmente gli sforzi per conoscere e
per adattare sempre di più la nostra offerta alle specifiche caratteristiche ed esigenze di potenziali turisti che
provengono da lontano e che, per usanze, educazione e stili di vita, risultano essere molto differenti da noi, e dai
turisti stranieri provenienti dai paesi “di prossimità”, quelli che tradizionalmente siamo abituati a soddisfare. Mi
riferisco ad esempio ai turisti russi, cinesi e brasiliani; sicuramente si tratta di segmenti-target molto interessanti
per settore turistico italiano, soprattutto dal punto di vista della propensione ai viaggi, favorita dall’interessante
crescita che le loro economie hanno fatto registrare negli ultimi anni, e dal conseguente aumento della capacità di
spesa che ha interessato un’interessante porzione della popolazione, tendenzialmente in continua crescita.
Ma al tempo stesso occorre precisare che questi non sono gli unici Paesi sui quale vale la pena considerare la
possibilità di concentrare sforzi e risorse per cercare di accrescere ancora di più le potenzialità del nostro paese
come destinazione turistica da scoprire, visitare ed apprezzare, perseguendo una strategia di diversificazione. In
questo panorama si stanno infatti affacciando anche i paesi che appartengono alla zona conosciuta come Middle
East e del Far East (Medio e Lontano Oriente) la cui economia, come è risaputo, si basa (nella maggior parte dei
casi) prevalentemente sull’estrazione di petrolio e sull’offerta di servizi finanziari a livello globale.
Questi popoli sono accomunati anche per avere fede musulmana, aspetto che ne condiziona profondamente le
abitudini e lo stile di vita, e che si riflette anche sulle scelte d’acquisto, comprese quelle che si riferiscono ai viaggi
e alle vacanze.
TSM Consulting è leader negli studi di mercato che si riferiscono all’analisi delle
caratteristiche dei segmenti e delle nicchie di domanda turistica nazionale e internazionale
Scopri le caratteristiche delle nostre analisi di mercato
La loro potenzialità per il settore del turismo globale è dimostrata dalla tendenza nell’evoluzione del numero dei
viaggi generati e nella spesa corrispondente. Secondo l’analisi di Dinar Standard, società di consulenza
americana, avallata dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), nel 2014 sono stati 108 milioni i
musulmani che hanno viaggiato, generando il 10% dei viaggi a livello globale e una spesa complessiva di 133 mila
milioni di dollari (contro i 126 mila milioni di dollari del 2013).
Sorprendenti sono soprattutto le previsioni per il 2020: 150 milioni i turisti musulmani che viaggeranno, ai quali
corrisponde una spesa stimata tra i 188 e i 192 mila milioni di dollari, ovvero una quota tra il 12,5% e il 13,3% della
spesa generata dai consumatori-turisti a livello globale.
A parte il dato puramente numerico, è interessante notare il tasso inter-annuale di crescita: dal 2014 al 2020 i
viaggi dei turisti musulmani aumentano mediamente del 4,8% contro il 3,8% della media globale dei viaggi.
I più importanti Paesi generatori di domanda turistica ci sono Arabia Saudita ed Iran, seguiti da Emirati Arabi Uniti,
Indonesia e Kuwait, mentre per quanto riguarda le destinazioni turistiche preferite si trovano, nell’ordine: Malaysia,
Turchia ed Emirati Arabi Uniti, seguiti da Singapore, Russia, Cina, Francia e Tailandia. I turisti provenienti
dall’Arabia Saudita sono anche quello che spendono in assoluto di più: dai 10 ai 100 mila euro all’anno pro-capite,
per le vacanze che quasi sempre fanno insieme alle numerose famiglie, con tanto di personale di servizio al
seguito. Questi dati non tengono però in considerazione i viaggi generati dai 14,2 milioni di musulmani che vivono
e lavorano nei paesi europei, soprattutto in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, e che potrebbero essere in
grado di generare flussi turistici di prossimità verso l’Italia, approfittando delle numerose offerte di rotte aree LowCost che caratterizzano i territori europei.
Volendo definire un identikit dei turisti musulmani, è possibile sintetizzarlo in quattro semplici aggettivi: giovani,
tecnologici, colti e molto benestanti, ma soprattutto molto coscienti del loro essere musulmani e del loro stile di
vita, che pretendono di mantenere anche durante le vacanze. Quando viaggiano all’estero lo fanno molto raramente
da soli. Mediamente sono infatti accompagnati da altre tre persone: il 64% viaggia con due o più accompagnatori,
l’81% con uno o più adulti (persone sopra i 12 anni), il 90% con uno o due neonati sotto i due anni, il 61% con un
bambino tra i due e gli undici anni, mentre il 39% con due o più bambini.
Il turismo di fede musulmana in Europa e in Italia
L’Europa è già molto conosciuta tra i turisti provenienti dai Paesi del Middle East e del Far East. Secondo uno
studio elaborato dalla società di consulenza londinese McCann Reach, e presentata in occasione dell’Halal
Tourism Conference di Granada, in Spagna, dove si sono analizzate le potenzialità di questo specifico segmento
turistico, emerge infatti che nel 2014 il 55% dei turisti provenienti da questi paesi hanno visitato il nostro
continente; il 41% lo ha fatto una sola volta, il 9% due volte, mentre il 5% addirittura per tre o più volte.
I viaggi in Europa evidenziano una certa stagionalità: tra Giugno e Agosto si concentra il 37% delle visite, anche
se il mese preferito è Dicembre, scelto dal 20% dei turisti. Road Trip e vacanze balneari sono le tipologie di
vacanza preferite, seguite dai City Break, dalle vacanze all’insegna del lusso e dalle vacanze che hanno la
“scoperta culturale” quale motivazione principale. Una minoranza molto esigua dei turisti hanno motivazioni
religiose legate all’eredità islamica delle destinazioni che scelgono, anche se questo aspetto può essere elemento
facilitatore, come avviene ad esempio nella regione spagnola dell’Andalucía, e che potrebbe avvenire per l’Italia,
soprattutto nei territori del sud, ma anche nella Capitale, visto che proprio a Roma c’è la più importante Moschea
europea.
Le prenotazioni delle vacanze avvengono prevalentemente in modo autonomo utilizzando il canale dell’on-line,
anche se spesso si affidano ad una agenzia o tour operator per prenotare una delle componenti della vacanza,
nella maggior parte dei casi la struttura ricettiva dove soggiornare, prenotando direttamente via Internet le restanti
componenti. Scelgono di affidarsi ad un intermediario specializzato per prenotare la struttura ricettiva perchè,
proprio per le specificità religiose, scelgono esclusivamente strutture ricettive in grado di garantire un’accoglienza
Halal, e quindi preferiscono affidarsi ad un intermediario fidato per avere questa garanzia, così come per la scelta
di ristoranti dove si possano trovare cibi preparati con ingredienti “consentiti” dalle regole coraniche, anche se
molte destinazioni turistiche (anche europee) si sono già attivate per preparare guide cartacee o multimediali
dell’offerta ai loro territori grazie alle quali i turisti possono conoscere esattamente le caratteristiche dell’offerta
proposta.
Delle destinazioni europee, l’Italia si classifica seconda tra le destinazioni più popolari, preceduta solo dal Regno
Unito. Il nostro Paese è stato infatti visitato dal 31% di quelli che hanno visitato l’Europa almeno una volta, il 38%
dei quali sono rimasti per meno di 7 giorni, mentre per il 25% la durata della permanenza è stata di 10 o più giorni.
La permanenza media nel nostro Paese appare molto interessante, soprattutto perché, come è abbastanza ovvio
per i turisti che provengono da lontano, tipicamente le vacanze sono multi-destinazione, ovvero comprendono la
visita a differenti destinazioni situate nei differenti Paesi; i principali punti d’ingresso all’Italia sono infatti Germania,
Tunisia, Francia, Marocco ed Egitto. Occorre però considerare che le vacanze in Italia spesso non sono le
principali, ovvero non sono quelle più lunghe.
Tra le aspettative principali che fanno propendere per la visita verso il nostro Paese, la più importante è la
possibilità di visitare molti luoghi tra loro differenti, seguita dall’offerta culturale di grande valore e dalla possibilità di
fare shopping di qualità di prodotti “Made in Italy”, buone condizioni climatiche (soprattutto se comparate con quelli
di altri Paesi europei), così come ambienti e ospitalità idonei alle vacanze in famiglia. Sono interessati alla
scoperta dell’elemento “lago”, generalmente poco conosciuto, così come alla montagna, oltre alla possibilità di
praticare sport d’élite, come la cavalcata e il golf, ma riscuotono molto successo anche le offerte benessere,
soprattutto se in contesti territoriali di pregio. Ma l’Italia è in testa (solo preceduta dalla Francia) anche alla
classifica delle destinazioni più desiderate dai turismi di fede musulmana per i loro viaggi nel prossimo futuro; un
enorme potenziale che potrà trasformarsi in concreto aumento di arrivi e presenze, solo se ovviamente se ci sarà
la giusta attenzione nell’implementazione di un’offerta in linea con le loro specifiche aspettative, soprattutto per
quanto riguarda le necessità dal punto di vista alimentare, che gli operatori del turismo e dell’ospitalità dovrebbero
essere in grado di garantire, così come avviane in molti atri Paesi nostri “vicini” e nostri agguerriti competitor dal
punto di vista turistico, primi tra tutti Francia, Germania, Spagna e Paesi scandinavi, decisamente più attenti a
non sfarsi sfuggire questa ghiotta opportunità di business.
La prima cosa che un turista musulmano si domanda quando sta valutando un viaggio verso una destinazione
europea è “Potrò mangiare Halal?” L’assenza di una ristorazione specifica Halal è quindi un freno sufficientemente
importante perché, in un momento dato, un turista che sta valutando la possibilità di scegliere una destinazione,
anche se questa ha tutte le carte in regola, possa cambiare idea e sceglierne un’altra. E questo è un
ragionamento fatto dalla totalità dei turisti, seguito dalla valutazione sulla possibilità di avere condizioni e spazi
adeguati alla preghiera, secondo elemento chiave per una corretta accoglienza, anche se non fondamentale come
il primo. Accettiamo la sfida?
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