La strada verso casa - Housing First - Padova

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La strada verso casa - Housing First - Padova
La strada verso casa
- Housing First Presentazione
In Italia le politiche rivolte alle persone senza
dimora, nel tempo, si sono concentrate sempre più su
una
logica
assistenziale,
per
rispondere
all’urgenza/necessità del sopravvivere quotidiano. Le
associazioni, le istituzioni pubbliche e religiose
forniscono a questo proposito una mappa completa dei
servizi
presenti
nel
territorio
(pasti
caldi,
possibilità di una doccia, un riparo notturno per
qualche breve periodo, uno spazio per accoglienza
diurna ecc).
Tutte azioni benemerite, ma che – se esclusive o non
collocate in un processo di reinserimento sociale e di
uscita dalla povertà – rischiano di fare permanere
nello stato d’indigenza la persona, senza sollecitarne
le capacità e lo sviluppo di una propria autonomia
responsabile.
Nasce
da
qui
l’esigenza
di
focalizzarsi
sulla
centralità della singola persona in modo continuativo,
sotto l’aspetto umano, culturale, spirituale per una
vera integrazione sociale, al fine di orientare e
rafforzare le condizioni di autonomia e di supporto dei
destinatari.
Tutto ciò nel rispetto della dignità dell’uomo che vive
il disagio, per ripristinare l’immagine nella sua
interezza.
Il contesto
Il progressivo impoverimento della società e le
conseguenze della crisi economiche rischiano di pesare
ulteriormente su quelle persone che già vivono ai
margini. Per questa ragione, nel contesto attuale,
risulta necessario avviare progetti di attenzione
mirati su persone, altrimenti condannate a un ulteriore
appesantimento della loro condizione, se non a divenire
del tutto invisibili e dimenticate.
Nel 2011 l’Istat, in convenzione con il Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali, Caritas Italiana e
fio.PSD (Federazione Italiana degli Organismi per le
Persone Senza Dimora) ha condotto la prima ricerca
nazionale sulle Persone senza dimora, con metodo
campionario. Sono stati censiti i servizi rivolti alla
grave marginalità ed è stata fatta una stima sulle
persone senza dimora che, nei mesi di novembre-dicembre
2011, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o
accoglienza notturna nei 158 comuni italiani indagati
(di cui le 12 aree metropolitane, i comuni sopra i
100mila abitanti e tutti i capoluoghi di provincia).
Attualmente (2013-2014) si sta svolgendo il Follow up
della ricerca e l’aggiornamento dei dati.
Durante la rilevazione sono stati visitati 434 servizi
di accoglienza notturna, 190 servizi di mensa a pranzo
e 85 servizi di mensa a cena; sono state realizzate
4.696 interviste valide. Il 67% dei contatti è stato
realizzato in una mensa, il 33% nei servizi di
accoglienza notturna.
Da questi primi dati risulta che le persone senza
dimora che vivono in Italia sono 47.648 (circa lo 0,2%
della popolazione residente). Più della metà delle
persone senza dimora che usano servizi vive nel Nord
(il 38,8% nel Nord-ovest e il 19,7% nel Nord-est).
Le persone senza dimora hanno in media 42,2 anni; circa
un terzo (31,8%) ha meno di 35 anni e solo il 5,3% ne
ha più di 64.
Gli stranieri sono più giovani degli italiani (36,9
anni contro 49,9 anni).
Il 15% delle persone intervistate è senza dimora da più
di quattro anni, mentre il 7,5% dichiara di non aver
mai avuto una casa. Oltre un quarto (28%) lavora,
soprattutto occupazioni a termine o saltuarie.
Perdita del lavoro (61,9% dei casi) e separazione (il
59,5%) sono gli eventi più critici che conducono la
persona verso una situazione di grave marginalità.
Mission e Vision
La Caritas Diocesana, con il mese di ottobre 2014, ha
avviato una modalità nuova e integrata – rispetto a
esperienze già attive – di accoglienza immediata in
appartamento per uomini senza dimora, che prevede un
percorso di accompagnamento individuale a rinforzo
dell’intero progetto di integrazione sociale. In questo
modo si offre un indispensabile supporto logistico in
contesti compatibili agli itinerari di inserimento
sociale e lavorativo. Il tutto è finalizzato a dar vita
e speranza alle persone più vulnerabili e fragili, nel
rispetto della loro dignità e libertà.
Il progetto prende spunto dall’HOUSING FIRST e parte
dalla consapevolezza che le disuguaglianze sociali
costituiscono un potente fattore di disparità. In
quest’ottica Caritas diocesana risponde alla domanda di
alloggio – anche temporaneo – mettendo a disposizione
di uomini senza fissa dimora due appartamenti di
proprietà della parrocchia BMV Del Carmelo, Carmine in
Padova,
oltre
a
potenziare
e
aggiornare
nella
prospettiva
dell’Housing
First,
l’accoglienza
già
attiva in altri due appartamenti nelle parrocchia di
San Bellino e di Santissima Trinità (Padova).
In tutto quattro appartamenti, in tre zone della città,
per una capienza di quattro persone ciascuno (16 uomini
in tutto).
Per accedere al servizio è necessario un colloquio
preliminare allo “Sportello uomo” di Caritas diocesana,
in via Bonporti 8 a Padova (lunedì dalle 15 alle 17 e
mercoledì dalle 9 alle 11).
Le persone destinatarie di questi percorsi possono
essere:
- uomini italiani o stranieri senza dimora, con
un’esperienza prolungata di dormitorio, fruitori
del servizi destinati ai senza dimora, noti ai
servizi sociali del territorio (per condividere il
percorso di accompagnamento);
- oppure
uomini
che,
per
situazioni
oggettive,
rischiano di entrare nel circuito della strada (per
esempio padri separati).
E si impegnano a:
condividere un appartamento con altre persone
partecipare a una riunione settimanale sugli
obiettivi minimi
accettare un accompagnamento quotidiano nella
gestione della casa.
L’inserimento abitativo in appartamento prevede un
tempo medio di permanenza di sei mesi/un anno in base
ai singoli percorsi proposti dall’equipe che segue il
progetto. Entro questo periodo grazie al supporto di
una rete di volontari, della comunità parrocchiale e di
altre realtà del territorio, la persona dovrebbe
reinserirsi socialmente e sviluppare forme più autonome
di residenzialità.
Obiettivi
Questa nuova modalità di accoglienza immediata in
appartamento,
supportata
da
accompagnamento
individuale, si propone di:
o realizzare
interventi
di
accoglienza
e
di
accompagnamento sociale ed educativo, a carattere
temporaneo, rivolti a persone in difficoltà;
o promuovere
opportunità
di
reinserimento
sociolavorativo e abitativo per le persone destinatarie
delle
azioni,
finalizzate
al
raggiungimento
dell’autonomia
economica,
abitativa
e
sociale
misurabile sul medio/lungo termine;
o valorizzare le risorse e capacità dei volontari per
vivere momenti quotidiani di incontro e condivisione,
attraverso momenti insieme, lo scambio e la relazione
personale;
o valorizzare le risorse della vita di gruppo degli
ospiti attraverso le pulizie della casa, il farsi da
mangiare, la cura dell’igiene personale... Imparare a
condividere uno spazio con altre persone. Imparare ad
aiutare ed essere aiutati;
o valorizzare
l’inserimento
nella
comunità
locale
attraverso piccole forme di volontariato.
Formazione
Il progetto, ha previsto due percorsi formativi degli
“operatori”, il primo, grazie alla partecipazione di
Fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per Persone
Senza Dimora), ha coinvolto una trentina di volontari e
ha posto le basi per lo sviluppo di piani d’azione in
un’ottica di miglioramento continuo.
Il secondo vede la partecipazione di Caritas Diocesana
al
Network
Housing
First
Italia
www.housingfirstitalia.org in un percorso di formazione
della durata di due anni.
Risorse Umane
Il progetto coinvolge una ventina di volontari del
territorio parrocchiale in cui sono inseriti gli
appartamenti,
con
diverse
professionalità,
la
supervisione di alcuni psicologi dell’Università di
Padova e la figura di un educatore con il compito di
coordinare i volontari e accompagnare gli ospiti in
percorso individuale.
Risorse economiche
Il progetto è stato interamente finanziato dall’Otto
per Mille della Chiesa cattolica attraverso Caritas
Italiana.
Gli appartamenti sono stati messi a disposizione dalle
parrocchie di San Bellino, Santissima Trinità e
Carmine.
I due appartamenti della parrocchia del Carmine sono
stati arredati, gratuitamente, da IKEA Padova.
Monitoraggio dei risultati
A conclusione di un periodo annuale verranno monitorati
i risultati raggiunti in termini di inserimento
lavorativo,
superamento
del
disagio
e
autonomia
individuale.
Il progetto è supervisionato dall’Università di Padova
Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della
socializzazione.
Ottobre 2014