La donazione di organi: che modello mentale è implicito? Proposta

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La donazione di organi: che modello mentale è implicito? Proposta
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UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE
DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA
Laboratorio di Psicologia Cognitiva
La donazione di organi: che modello mentale è implicito?
Proposta di uno strumento di rilevazione
Background
Un vasto corpo di ricerche ha messo in luce che buona parte dei nostri comportamenti dipende dal
modo in cui ci rappresentiamo la realtà, in particolare dai modelli mentali che elaboriamo rispetto
ad essa. I modelli mentali sono specie di micro-teorie che gli individui si costruiscono circa aspetti
del mondo in cui vivono. Si parla infatti al riguardo anche di “teorie ingenue” — perché affiorano in
modo spontaneo dall’esperienza personale, al di fuori della trasmissione culturale delle nozioni e
dell’expertise o di “teorie alternative” — in quanto costituiscono spiegazioni differenti, rispetto a
quelle “scientifiche”, dei fenomeni.
Un modello mentale è un’organizzazione cognitiva strutturata, un insieme integrato di elementi tra
loro altamente coesi, un’interpretazione a suo modo coerente della realtà cui facciamo riferimento
per comprendere la realtà e per compiere anticipazioni, avanzare ipotesi, risolvere problemi,
prendere decisioni. In genere un modello mentale riesce a “salvare i fenomeni”, ossia ci porta a
concepire i fenomeni in un modo che si accorda con le nostre esperienze, con i dati di cui
disponiamo e anche con i presupposti che usualmente condividiamo. Ciò spiega perché le persone
sono in genere riluttanti a rinunciare ai propri modelli mentali in favore di altri, anche se questi
ultimi vengono presentati come culturalmente più accreditati.
Si può ritenere che anche rispetto alla donazione di organi le scelte degli individui siano orientate
dal loro modello mentale. Le persone cioè potrebbero essere indotte ad astenersi dal sottoscrivere
l’adesione alla proposta di permette l’espianto di propri organi dopo la morte perché, al di là delle
informazioni che hanno recepito e al di là della propria sensibilità sociale o altruismo, hanno una
concezione del proprio corpo, della morte biologica e dell’espianto di organi che induce a percepire
la privazione di uno o più organi come una “violenza” alla propria identità. Diventa allora
importante cercare di comprendere qual è il modello mentale del processo in questione che le
persone elaborano, al fine di mirare meglio la comunicazione (sia attraverso i mass media che il
rapporto personale diretto) per aiutarle a mutare le proprie convinzioni e il proprio atteggiamento
rispetto alla donazione di organi. Lo strumento qui presentato ha proprio l’obiettivo di permettere di
identificare il modello mentale della donazione posseduto da chi lo compila e su questa base
giungere a una profilatura dei target della comunicazione per poterla diversificare.
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Descrizione dello strumento
Il questionario sulla donazione degli organi è stato messo a punto da alcuni studenti di Psicologia
Cognitiva Applicata (Stefano Cesana, Eliseo di Lecce, Elena Miani, Sofia Pergami Feroldi e
Desirèe Rega) con la supervisione del Prof. Alessandro Antonietti e della tutor Dott.ssa Valentina
Rita Andolfi.
Lo strumento si propone diversi obiettivi:
1. Far emergere gli assunti impliciti che intervengono nella non-donazione: molto spesso infatti
l’atteggiamento delle persone nei confronti di uno specifico argomento non è dovuto solamente a
motivazioni esplicite (ossia quelle di cui il soggetto è consapevole), ma può anche essere guidato da
pensieri inconsapevoli. Questi ultimi inoltre possono avere un peso pari, se non superiore, a quelli
espliciti nel determinare un atteggiamento. Per questa ragione, attraverso alcune affermazioni su cui
il soggetto doveva dare un grado di accordo da 1 (assolutamente no) a 5 (assolutamente sì), si è
cercato di fare emergere quali potessero essere quelli maggiormente implicati nella decisione di non
donare i propri organi. Tra quelli che sono stati individuati figurano:
- L’idea della sacralità del corpo.
- L’idea dell’unione inscindibile tra corpo e mente/anima/spirito.
- L’idea della personalità come risultante di corpo e mente.
- L’idea dell’unicità del proprio corpo data da ogni singola componente di esso.
- L’idea del corpo come “macchina” (o meno).
2. Indagare alcuni degli assunti espliciti che intervengono nella non donazione per capire quanto
peso abbiano. Tra questi ci sono:
- La sfiducia nelle istituzioni/ medici  pensare che dietro alla donazione ci sia un commercio
illegale di organi / che la donazione sia per i medici un mezzo per arricchirsi
- Le motivazioni politiche/ religiose  non voler donare un proprio organo pensando che potrebbe
riceverlo qualcuno con idee politiche/fede diversa dalla propria
- L’idea dell’iniquità dello scambio tra donatore e ricevente  non voler essere generosi senza
ricevere nulla in cambio
3. Indagare il livello di conoscenza dell’argomento sulla donazione per cercare di capire quanto
esso incida sulla disponibilità a donare (livello di expertise percepito)
4. Indagare se i seguenti assunti (che possono essere espliciti o impliciti per il soggetto) influenzano
la propensione a donare:
- La profondità del rapporto con l’organo  alcuni organi potrebbero essere maggiormente
percepiti come più “propri” rispetto ad altri, e per questo si potrebbe essere meno reticenti a donarli.
- il tipo di dichiarazione di morte  gli organi vitali possono sono tenuti in vita artificialmente
durante il trapianto e questo potrebbe portare il soggetto a pensare che la morte cerebrale sia meno
“morte” rispetto a quella cardiaca.
- La distanza temporale  se il soggetto potesse decidere di donare gli organi non immediatamente
dopo il decesso, ma a distanza di più tempo, potrebbe essere che questo gli darebbe la certezza di
essere morto “veramente”.
- Dimensione estetica del cadavere  una delle cause di resistenza potrebbe essere l’immagine del
proprio corpo “deturpato” in seguito all’intervento.
- Il coinvolgimento personale il coinvolgimento affettivo con il donatore potrebbe risultare una
forte spinta alla donazione.
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Il questionario
LE MIE IDEE
CIRCA LA DONAZIONI DI ORGANI
Il presente questionario, che ha come obiettivo quello di rilevare che cosa le persone pensano circa la donazione di
organi, è stato messo a punto dagli studenti del corso di Psicologia cognitiva applicata dell'Università Cattolica di
Milano (Stefano Cesana, Eliseo Di Lecce, Elena Miani, Sofia Pergami Feroldi e Desirèe Rega) con la supervisione del
docente (Prof. Alessandro Antonietti) e della tutor (Dott.ssa Valentina Rita Andolfi).
Il questionario è anonimo (sono richiesti solo alcuni dati socio-anagrafici). Le risposte raccolte saranno utili per avere
un quadro delle opinioni del pubblico italiano e per migliorare la comunicazione circa la donazione di organi.
Si ringrazia chi vorrà dedicare 10 minuti del proprio tempo per compilare il questionario.
PREMESSA: COME FUNZIONA IL PROCESSO DI DONAZIONE DEGLI ORGANI
Con "morte cerebrale" si intende la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello. Questo equivale alla
cessazione definitiva delle funzioni psicologiche coscienti e della regolazione di della respirazione, della circolazione
cardiaca e del metabolismo, senza le quali non è possibile vivere.
La "morte cardiaca" invece corrisponde all’arresto della circolazione del sangue e della respirazione.
Il trapianto degli organi dal donatore al ricevente viene effettuato solamente nel momento in cui sia accertata, con
opportune procedure, la morte celebrale. In questo caso, infatti, l’attività cardiaca e la circolazione sanguigna possono
essere mantenute artificialmente in vita e gli organi al di fuori del cervello restano momentaneamente vitali, in quanto
continuano a ricevere i necessari nutrimenti. Questa condizione non è duratura poiché la mancanza di coordinamento
cerebrale ne causa inevitabilmente il danno progressivo.
1. Età: *
o
14-18
o
18-25
o
25-35
o
35-50
o
50-65
o
maggiore di 65
2. Genere *
o
Maschio
o
Femmina
3. Luogo di nascita *
o
Nord
o
Centro
o
Sud
o
Altro:
4
4. Luogo di residenza attuale: *
o
Nord
o
Centro
o
Sud
o
Altro:
5. Da quanto tempo vive nel suo luogo di residenza attuale? *
6. Elenchi i luoghi dove ha vissuto e specifichi per quanto tempo ha vissuto in ognuno di essi*
7. Livello di istruzione *
o
Scuola elementare
o
Scuola media
o
Scuola superiore
o
Laurea
8. Orientamento religioso *
o
Cristiano
o
Musulmano
o
Ebreo
o
Buddista
o
Induista
o
Ateo
o
Altro:
9. Lei è praticante?
o
Sì
o
No
10. Professione *
o
Studente
o
Lavoratore dipendente (operaio,impiegato,insegnante,militare..)
o
Artigiano,agricoltore
o
Commerciante,imprenditore,libero professionista
o
Né studente, né lavoratore (casalinga,disoccupato,pensionato)
o
Altro:
5
11. Ha già dichiarato la volontà di donare i suoi organi dopo la morte attraverso una delle modalità messe a
disposizione del Ministero della Salute (es. registrazione presso la propria ASL di riferimento, compilazione
di un tesserino di una delle associazioni che si occupano di donazione ecc.) ? *
o
Sì
o
No
12. Supponendo che le situazioni sotto descritte possano sempre permettere la donazione da un punto di
vista tecnico, indichi quanto è d’accordo con le affermazioni che seguono assegnando un punteggio
compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì). *
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Immagini che venga
dichiarata la sua morte
cardiaca. Se potesse decidere,
sarebbe disposto a donare un
suo organo a una persona che
ne ha bisogno?
Immagini che venga
dichiarata la sua morte
cerebrale. Se potesse
decidere, sarebbe disposto a
donare un suo organo a una
persona che ne ha bisogno?
Immagini che venga accertato
che ogni processo biologico
si è definitivamente arrestato
all’interno del suo corpo
(anche quelli che proseguono
dopo la morte, come la
crescita dei peli e dei capelli).
Se potesse decidere, sarebbe
disposto a donare un suo
organo a una persona che ne
ha bisogno?
13. Supponendo che le situazioni sotto descritte siano realizzabili da un punto di vista tecnico ed etico,
indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=
per niente; 5 = assolutamente sì). Immagini di essere gravemente malato; la situazione è cronica e non
esistono cure. Le resta ancora poco tempo da vivere.
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E' invitato a firmare un
documento per donare i suoi
organi una settimana dopo il
decesso. E' disposto a donare
l’organo a una persona che ne
ha bisogno?
E' invitato a firmare un
documento per donare i suoi
organi immediatamente dopo il
decesso. E' disposto a donare
l’organo a una persona che ne
ha bisogno?
E' invitato a firmare un
documento per donare i suoi
organi qualche mese dopo il
decesso. E' disposto a donare
l’organo a una persona che ne
ha bisogno?
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14. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5
(1=assolutamente no; 5=assolutamente sì). Immagini che *
1
un grave incidente stradale
abbia fortemente
compromesso la salute di un
noto attore che lei ama. Lei è
gravemente malato; la sua
situazione è cronica e non
esistono cure. Le resta ancora
poco tempo da vivere. E'
disponibile a donare, una
volta morto, un suo organo
per salvarlo?
un grave incidente stradale
abbia fortemente
compromesso la salute di una
persona che non conosce. Lei
è gravemente malato; la sua
situazione è cronica e non
esistono cure. Le resta ancora
poco tempo da vivere. E'
disponibile a donare, una
volta morto, un suo organo
per salvarlo?
un grave incidente stradale
abbia fortemente
compromesso la salute di un
suo amico. Lei è gravemente
malato; la sua situazione è
cronica e non esistono cure.
Le resta ancora poco tempo
da vivere. E' disponibile a
donare, una volta morto, un
suo organo per salvarlo?
un grave incidente stradale
abbia fortemente
compromesso la salute di un
suo congiunto (figlio,
genitore, coniuge). Lei è
gravemente malato; la sua
situazione è cronica e non
esistono cure. Le resta ancora
poco tempo da vivere. E'
disponibile a donare, una
volta morto, un suo organo
per salvarlo?
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15. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5
(1=assolutamente no; 5=assolutamente sì). Immagini di aver urgentemente bisogno di una donazione.
Quanto sarebbe disposto a ricevere un organo sapendo che è appartenuto a: *
1
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5
Un premio Nobel
Un criminale
Un politico di un
partito che detesta
Una persona povera e
senza fissa dimora
Un campione sportivo
Una persona con una
fede religiosa diversa
dalla sua
16. Supponendo che le situazioni sotto descritte possano sempre permettere da un punto di vista tecnico la
donazione una volta morto, indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un
punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *
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Sono disposto a donare
il naso
Sono disposto a donare
un labbro
Sono disposto a donare
il lobo dell’orecchio
Sono disposto a donare
le corde vocali
Sono disposto a donare
il condotto interno
dell’orecchio
Sono disposto a donare
la lingua
17. Immagini che ci sia la possibilità di esportare gli organi tramite una nuova tecnologia che permette di
evitare segni visibili sul corpo dopo l'operazione. Questo modificherebbe le sue risposte alla domanda
precedente? *
o
No
o
Sì, mi renderebbe più disponibile a donare
o
Sì, mi renderebbe meno disponibile a donare
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18. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5
(1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *
1
Donando un organo si dona
parte della propria personalità
Anima/mente/spirito, da un
lato, e corpo, dall'altro lato,
sono inseparabili
Non mi sembra giusto donare
senza ricevere nulla in cambio
Il corpo è fatto anche di
pensieri e sentimenti
Il mio corpo mi è stato donato
Mi fa piacere che un’altra
persona possa vivere grazie ad
un mio organo
Non esiste nessun corpo
uguale al mio
Dovrebbe donare chi nella vita
è stato aiutato dagli altri
Il corpo continua ad avere la
mia impronta anche dopo la
morte
Il corpo è inviolabile sempre,
anche dopo la morte
Io sono me stesso in ogni parte
del mio corpo
Non tutte le persone sono
degne di ricevere un mio
organo
Ricevendo un organo da un
altro prenderei in parte la sua
personalità
Il corpo è solo una macchina
Nella sfortuna della morte
donare è un modo per rendere
fortunato qualcun altro
Togliendogli un organo,
l’individuo, anche morto, non
è più il medesimo
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19. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5
(1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *
1
I miei organi, una volta
donati, sono sempre
dati alla persona che ne
ha più bisogno
I medici hanno
interesse a trapiantare
gli organi perché ci
guadagnano
C'è la possibilità di
risvegliarsi anche dopo
la diagnosi di morte
I miei organi, una volta
donati, possono essere
impiegati per un
commercio illegale
I medici possono
dichiararmi morto
quando non lo sono
ancora davvero
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20. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5
(1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *
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Ho riflettuto riguardo
all'argomento della
donazione
Ho affrontato in
famiglia il discorso
sulla donazione
Il tema della donazione
è un tipo di argomento
a cui non voglio
pensare
Ho affrontato
l'argomento della
donazione con i miei
amici
Ho affrontato il tema
della donazione a
scuola
Mi imbarazza parlare
della donazione
Ho informazioni
riguardo il tema della
donazione
2
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Risultati dell’applicazione-pilota
Il questionario precedentemente riportato è stato reso compilabile online tramite Google Drive nel
periodo settembre-dicembre 2013 dandone diffusione tramite contatti personali.
Sono state raccolte le risposte di un campione-pilota, qui analizzate al fine di comprendere le
potenzialità dello strumento.
Alcune possibili indicazioni per l’intervento che paiono scaturire dai dati sono evidenziate in rosso
nei riquadri.
Campione
Il questionario è stato compilato da 93 soggetti (60 femmine e 33 maschi) di età compresa tra i 18 e
i 65 anni. La maggior parte dei rispondenti (72%) si colloca nella fascia di età 18-25 anni ed è
studente.
La quasi totalità del campione è nata (86%) e risiede (97%) in Italia settentrionale.
Il 57% dei rispondenti è in possesso di diploma di scuola superiore e il 42% è laureato.
Il 37% si dichiara cristiano e il 15% ateo. I restanti soggetti non dichiarano la propria professione
religiosa. Coloro che si dichiarano praticanti sono il 17% del campione.
Soltanto l’8,5% ha ufficialmente espresso la propria volontà di donare organi dopo la propria morte.
In sintesi, il campione è composto prevalentemente da giovani studenti settentrionali, di genere
femminile e con formazione – pregressa o in corso – a livello universitario. Il campione mostra
un’appartenenza religiosa “debole” ed è riluttante a donare.
Occasioni di informazione e riflessione
Soltanto il 32% del campione riferisce di essere adeguatamente informato (scelta dei valori 4 e 5
della scala di risposta nelle corrispondenti domande) circa la donazione di organi, anche se è solo il
2% a dichiararsi imbarazzato dal tema e il 65% riconosce di avervi riflettuto.
I luoghi/occasioni in cui l’argomento è stato affrontato sono, nell’ordine, la famiglia (42%), la
conversazione con gli amici (33%) e la scuola (24%).
Necessità di maggiore informazione, soprattutto a scuola.
“Pregiudizi”
Rispetto alle false convinzioni riguardo la donazione di organi, appaiono avere poco credito il
sospetto che i medici ne traggano vantaggi (3%) e che vi sia un commercio illegale di organi (6%).
Sussiste invece il dubbio che l’organo donato non venga destinato a chi più ne ha bisogno (73%).
Sono scarsamente condivisi timori legati al fatto che l’espianto avvenga quando non si è “ancora
veramente morti” (11%) o che ci si possa risvegliare dopo la morte dichiarata (10%).
Maggiore trasparenza circa i criteri di assegnazione dell’organo donato.
Modello mentale dell’identità personale corporea
Sono sotto riportate le percentuali di convinto endorsement (scelta dei valori 4 e 5 della scala di
risposta) della serie di affermazioni riguardanti la visione del corpo in relazione all’identità
personale incluse nel questionario.
Il corpo è solo una macchina = 19%
Il corpo è fatto anche di pensieri e sentimenti = 25%
Anima/mente/spirito, da un lato, e corpo, dall'altro lato, sono inseparabili = 13%
Il corpo è inviolabile sempre, anche dopo la morte = 6%
Non esiste nessun corpo uguale al mio = 56%
Io sono me stesso in ogni parte del mio corpo = 39%
Il corpo continua ad avere la mia impronta anche dopo la morte = 14%
Togliendogli un organo, l’individuo, anche morto, non è più il medesimo = 4%
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Donando un organo si dona parte della propria personalità = 9%
Ricevendo un organo da un altro prenderei in parte la sua personalità = 3%
Il mio corpo mi è stato donato = 34%
Mi fa piacere che un’altra persona possa vivere grazie ad un mio organo = 92%
Nella sfortuna della morte donare è un modo per rendere fortunato qualcun altro = 85%
Non mi sembra giusto donare senza ricevere nulla in cambio = 3%
Dovrebbe donare chi nella vita è stato aiutato dagli altri = 8%
Non tutte le persone sono degne di ricevere un mio organo = 4%
Circa la visione “ontologica” che si ha del rapporto corpo-mente, il campione mostra di rifuggire sia
da una visione meccanicista (riconoscendo in certa misura che il corpo è portatore di stati psichici),
sia da una olistica-panpsichistica.
Non appare condivisa l’idea della “sacralità” del corpo.
Il corpo è percepito come collegato all’identità personale, ma questo legame si rompe dopo la
morte.
Ciò è coerente con la collegata idea secondo cui la donazione post-mortem di un organo non
implica una “trasmigrazione” di elementi personali.
Con più preciso riferimento agli aspetti socio-morali della donazione, i rispondenti paiono collocare
quest’ultima nella sfera della gratuità, sottraendola alle regole dello scambio sociale.
Come era da aspettarsi, i soggetti hanno, rispetto alla visione del rapporto mente-corpo, posizioni
differenziate e collocabili in uno spazio intermedio tra teorie antropologiche estremizzate. Hanno
invece una rappresentazione discretamente precisa riguardo al rapporto tra identità personale e
corpo: tale rapporto esiste in vita ma cessa dopo la morte.
Questo non dovrebbe creare resistenze alla donazione, che infatti è vista come atto gratuito a
beneficio dell’altro senza che siano necessarie garanzie di reciprocità e di merito.
Non insistere, nella comunicazione circa la donazione di organi, su aspetti di “prolungamento/trasmissione” dell’ego e
sull’equità sociale. Stressare gli aspetti di dono gratuito.
Modello mentale della morte biologica
Passando agli item del questionario che indagano gli aspetti impliciti della rappresentazione
mentale, ossia quelli che propongono non delle affermazioni in cui riconoscersi ma delle situazioni
concrete in cui prendere una decisione, appare che alcuni aspetti prima emersi vengano di fatto poi
negati.
Per esempio, quanto maggiore è il grado di certezza riguardo alla cessazione delle attività vitali
(item 12), maggiore è la disponibilità alla donazione: a seguito della dichiarazione di morte cardiaca
è disponibile il 75% dei rispondenti e questa percentuale sale all’85% nel caso della morte cerebrale
e al 90% a seguito della sicurezza che ogni processo biologico si è arrestato nel corpo. Quindi,
l’idea che un corpo comunque destinato alla morte definitiva non sia ancora “disponibile” alla
donazione poiché alcune funzioni sono ancora attive sembra annidarsi nella mente delle persone.
Anche gli aspetti temporali (item 13) rivestono un ruolo: la disponibilità alla donazione a distanza
di una settimana (90%) o un mese (89%) dalla morte è maggiore che subito dopo (82%), come se il
tempo trascorso dal decesso garantisse la definitività dell’interruzione della vita.
Insistere, nella comunicazione, sulla nozione che i processi biologici del corpo dopo la morte cardiaca non hanno
rilevanza.
Modello mentale della donazione
La gratuità incondizionata della donazione entra in conflitto con i pattern di risposta rilevati quando
si chiede di immaginare concretamente il beneficiario della donazione.
La disponibilità a donare è maggiore se il beneficiario è un congiunto (97%) o un amico (92%)
rispetto ad un estraneo (82%) (item 14) e se il beneficiario è persona di prestigio con un potenziale
ruolo sociale da svolgere (Premio Nobel: 96%, campione sportivo: 94%) rispetto a chi è emarginato
13
(84%) o reietto (73%) (item 15).
L’appartenenza politica sembra influire sulla disponibilità alla donazione (81% donerebbe un
organo a un avversario politico), mentre non influisce l’appartenenza religiosa (95% donerebbe a un
beneficiario di religione diversa dalla propria) (item 15). L’ultimo dato è verosimile in un campione
“religiosamente tiepido”.
Sfruttare meccanismi persuasivi basati sulla vicinanza affettiva ed empatica.
Infine, la visibilità dell’amputazione incide: la disponibilità a donare parti del corpo nascoste
(orecchio interno: 89%; lingua: 84%) o parzialmente occultate/bili (lobo dell’orecchio: 87%) è
maggiore rispetto a parti più esposte (naso: 76%; labbro: 77%) (item 16), anche se, direttamente
interrogati su questo punto (item 17), soltanto il 18% dei soggetti dichiara che accorgimenti volti a
salvaguardare l’aspetto esteriore del cadavere aumenterebbero la disponibilità a donare (item 17).
Tenere presenti gli aspetti estetici.
Conclusioni
Sul piano scientifico la micro-ricerca compiuta ha messo in luce che, rispetto alla donazione di
organi, esiste, come per altri temi, una parziale scissione tra le convinzioni esplicitate dai soggetti e
i latenti modelli mentali. Mentre quando si tratta di riconoscersi in affermazioni generali ed astratte
i rispondenti hanno messo in luce una visione sostanzialmente “razionale” del corpo (corpo privo di
elementi “psicologici”/spirituali e personali dopo la morte), della morte (“quando si è morti si è
morti”) e della donazione (dono di cui tutti devono beneficiare), quando sono chiamati a
confrontarsi con casi particolari e concreti emergono aspetti di “irrazionalità”: la disponibilità alla
donazione richiede una certezza ulteriore, rispetto a quella dichiarata dagli esperti, circa l’effettiva
cessazione della vita; la vicinanza, l’affinità e il valore del beneficiario aumentano la disponibilità
alla donazione; gli aspetti “estetici” hanno la loro importanza. E’ interessare rilevare che questa
discrepanza si sia manifestata in soggetti acculturati e poco esposti (per luogo di residenza e nonappartenenza religiosa) a influenzamenti “mistici”.
Sul piano metodologico la rilevazione ha messo in luce l’adeguatezza dello strumento, provata dalla
dissociazione prima commentata tra il piano implicito ed esplicito delle convinzioni, dalla coerenza
delle risposte entro il medesimo piano e dalle distribuzioni delle risposte, che tranne in pochi casi, si
sono distribuite lungo tutta la gamma dei valori possibili senza addensamenti esclusivi verso uno
dei due poli del continuum di risposta.
Sul piano dell’intervento lo strumento si segnala per la possibile applicazione in due direzioni: a)
per rilevare le rappresentazioni dominanti in una popolazione; b) per individuare dei profili di
rispondenti. Nel primo caso ciò potrebbe essere utile per calibrare gli obiettivi e i contenuti delle
campagne di comunicazione sociale, nel secondo caso per avere una preliminare caratterizzazione
dell’interlocutore cui rivolgersi per indurlo alla donazione di organi (sapendo preliminarmente qual
è la sua rappresentazione, nell’interazione con lui/lei insisterò su certi punti ecc.).