Comunicato stampa

Transcript

Comunicato stampa
P
R
E
S
S
SOLDINI: PESANTI I DANNI CAUSATI DAL DUMPING CREATIVO
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani chiede
un intervento urgente del Governo sul tema della contraffazione per
l’applicazione della norma di salvaguardia nei confronti della Cina.
Per il settore calzaturiero si chiude un 2003 negativo e le prospettive
per il 2004 sono ancora orientate alla prudenza.
Nella consueta indagine di fine anno dell’Ufficio Studi di ANCI,
l’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, emerge un quadro
negativo per l’anno in corso durante il quale la produzione mostra
un’ulteriore battuta d’arresto, a causa dell’andamento decisamente
insoddisfacente della domanda su molti importanti mercati esteri e della
stagnazione dei consumi interni.
“Per i primi nove mesi dell’anno in corso – si legge in una nota ANCI i dati indicano un’ulteriore sensibile riduzione dei volumi prodotti (6,4%), limitatamente al campione di associati interpellati, accompagnata
da un calo (-4,4%) in termini di valore. Peraltro nel campione in analisi
l’82% delle imprese contattate ha segnalato una riduzione delle quantità
prodotte rispetto all’analogo periodo del 2002, mentre solamente il 9%
dei rispondenti ha invece dichiarato un andamento positivo dell’output:
in tal senso va osservato che il 7% ha sperimentato incrementi superiori
al 5%, evidenziando il fatto che i fenomeni di crescita sono veramente
concentrati in poche unità produttive ma, quando si realizzano, sono
abbastanza significativi come entità.”
In questo quadro la dinamica dei prezzi ha avuto un andamento riflessivo:
i prezzi interni sono saliti del 2,3% mentre quelli esteri meno del 2%,
segno che le imprese hanno dovuto calmierare i listini al fine di
mantenere quote di mercato altrimenti a rischio.
Notizie non migliori provengono dai mercati esteri: gli ultimi dati Istat
riferiti al periodo gennaio-agosto 2003 mostrano cali nell’export
dell’ordine del 7,5% in quantità e dell’8,3% in valore.
“Sono soprattutto i principali paesi europei, oltre agli Stati Uniti –
spiega Rossano Soldini, Presidente di ANCI a fornire le indicazioni
più negative: Germania (-4,9% in volume), Francia (-4,4%), USA (-5,6%) e
Regno Unito (-10%). Nella graduatoria dei primi dieci mercati di sbocco
solo Austria (+1,6% in quantità) e Spagna (+6,1%) evidenziano segni
positivi. Indicazioni positive provengono anche dalla Russia (+1,2% ma
con un decremento in valore del 6,4%) e il Giappone (+0,2%), paesi nei
quali si possono intravedere i primi segnali di ripresa del mercato.”
Sul mercato interno si rileva una situazione stagnante nella quale però,
a fronte di un calo delle quantità pari all’1%, i valori commerciati sono
aumentati dell’1,3% grazie ad un aumento dei prezzi comunque inferiore al
tasso di inflazione medio. Rimane invece ancora elevato il trend di
crescita delle importazioni che registrano un aumento del 19,8% in
quantità e del 9,5% in valore.
“La straordinaria crescita delle importazioni – continua Soldini - è
stata ottenuta con una riduzione dei prezzi medi superiore all’8%. Il
dato già di per sé risulta sospetto, perché è ovvio che i paesi
soprattutto asiatici stanno attuando politiche di dumping più o meno
________________________
Ufficio Stampa e Comunicazione
Diomedea - Via S. Ampellio, 5 - 20141 Milano – Tel. 02 89546251 – Fax 02 8466743 - E.mail: [email protected]
Segreteria Ufficio Stampa
A.N.C.I. Servizi S.r.l. – 20149 Milano – Via Monte Rosa, 21 – Telefono 02.43829.1 r.a. – Fax 02.48005833
Registro Imprese N. 229059 – Trib. Milano – R.E.A.N. 1147818 – Cap. Soc. € 10.400 i.v. – C.F./P. Iva 07199040150
E.mail: [email protected] - Sito internet: http://www.anci-calzature.com
P R E S S
evidenti. Continuiamo a ribadirlo, questa non è concorrenza leale e
l’invasione di importazioni non può essere semplicemente un fenomeno
congiunturale”.
P R E S S
L’import italiano dai Paesi del Far East è cresciuto nel complesso del
34,5% in volume (+14% in valore). Ancora più marcato l’import di
calzature cinesi: +47,2% in quantità. Complessivamente abbiamo importato
dalla Cina 74 milioni di paia, superando in 8 mesi i volumi importati
durante tutto l’anno 2002 (67,3 milioni di paia). I prezzi delle
importazioni provenienti dalla Cina sono scesi del 19% in assoluta
controtendenza rispetto agli altri paesi produttori non-asiatici (Romania
(+1,5%; Tunisia +10,6%).
“In considerazione di questi dati e del danno che ne riceve l’industria
italiana – continua il presidente di ANCI - chiediamo ufficialmente
l’applicazione dello STRUMENTO DI SALVAGUARDIA PROVVISORIO nei confronti della
Cina secondo la normativa europea approvata nel gennaio 2003 dal
Consiglio UE. Abbiamo proprio in questi giorni chiesto ai Ministri
competenti e sollecitato i politici interessati di farsi promotori di
questa istanza in sede europea.”
Per rendere il processo di globalizzazione dell’economia graduale e meno
traumatico, il protocollo di accesso all’OMC ratificato dalla Cina
prevede un periodo di 12 anni durante il quale i Paesi membri dell’OMC
possono, nel corso del processo di liberalizzazione verso i prodotti
cinesi, adottare misure di salvaguardia transitorie per difendere
specifici settori dell’economia che possano entrare in grave crisi a
seguito dell’improvvisa apertura alla concorrenza cinese. Tale strumento
consente di difendere le imprese comunitarie attraverso l’introduzione di
dazi di salvaguardia e quote ovvero attraverso altri tipi di soluzioni
negoziate con la Cina, quali per esempio restrizioni volontarie alle
esportazioni.
I PREZZI DEI PRODOTTI DEI
PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE
(gennaio-agosto 2003)
Prezzo medio
Euro
Prezzo medio.
Var.% 03/02
2,68
12,52
8,60
11,03
9,60
7,23
27,23
8,97
5,24
35,30
2,88
-19,06
+1,46
-9,14
+10,61
-1,06
-17,34
-5,99
-18,63
-6,44
+28,33
-4,92
24,98
+7,48
8,85
TOTALE IMPORT (media)
Fonte: elab. Anci su dati ISTAT
-8,59
1) Cina
2) Romania
3) Vietnam
4) Tunisia
5) Bulgaria
6) Indonesia
7) Belgio
8) India
9) Ucraina
10) Paesi Bassi
11) Tailandia
...
Unione Europea (media)
“Mi chiedo – continua il presidente di ANCI - come sia possibile
contrastare produttori in grado di competere non soltanto con costi
inferiori di manodopera, ma anche attraverso pratiche totalmente
scorrette. Tutti i paesi del Far East, ed in particolare Cina e Vietnam,
competono attraverso pratiche scorrette, mettendo in atto il dumping
valutario, perché le loro monete sono chiaramente svalutate, il dumping
P R E S S
sociale, perché non garantiscono nessun diritto ai loro lavoratori e
utilizzano spesso lavoro minorile, e il dumping ambientale perché possono
liberamente scaricare i rifiuti industriali senza alcuna precauzione
ambientale.
P R E S S
A questo va aggiunto il forte sussidio all’export che il governo cinese
offre alle imprese che esportano. In queste condizioni è evidente che i
loro prezzi sono imbattibili. Proprio per combattere queste pratiche
abbiamo proposto l’obbligatorietà del certificato di importazione, una
certificazione da parte di una istituzione nazionale che offra garanzie
sul rispetto di norme sociali e ambientali nella produzione di calzature
di uno specifico produttore/esportatore extra-UE.”
“C’è però – spiega Rossano Soldini - un ulteriore elemento sul quale
occorre reagire con forza. Si tratta della contraffazione dei marchi, dei
prodotti
e
del
made-in-Italy
che
ha
ormai
raggiunto
livelli
insopportabili. L’Ocse ha calcolato che la quota di vendite di merci
contraffatte è tra il 7% e il 9% dell’intero commercio mondiale, pari a
oltre USD 450 miliardi, ma nel settore moda si arriva anche al 20%. Circa
il 70% della produzione mondiale di contraffazioni proviene dal Sud-Est
asiatico. La destinazione è per il 60% l’Unione Europea, per il 40% il
resto del mondo. I leader di questa classifica dell’illecito sono la
Cina, la Tailandia, la Corea, Taiwan.”
ANCI ha già avanzato diverse proposte al Governo ed in particolare
l’obbligo, come negli USA, di apposizione del marchio di origine, la
ricerca di una vera reciprocità almeno sui dazi doganali con tutti i
paesi, un controllo più stretto delle dogane e un inasprimento delle
sanzioni, sanzioni che abbiano il potere di deterrente verso chi commette
pratiche illecite (ad es. un inasprimento delle multe e l’interruzione
temporanea dell’attività aziendale).
“Abbiamo formulato proposte concrete e ricevuto dal Governo indicazioni
positive - continua Soldini - ma si può fare di più e meglio. Inoltre la
contraffazione dei marchi, dei prodotti e del made-in-Italy si configura
oggi solo come un illecito della singola impresa. Occorre però porre le
basi per una punibilità del paese di provenienza per DUMPING CREATIVO. I
paesi che permettono alle aziende di copiare i prodotti e i marchi sono
in grado di esportare sottocosto. Il prezzo infatti non incorpora i costi
della ricerca di design, del marketing e della comunicazione, della
distribuzione in negozi di primo livello, costi che sono elevatissimi e
hanno un peso significativo sul prezzo finale del prodotto. Chiediamo che
venga perseguita la pratica del DUMPING CREATIVO perché, se i paesi fossero
puniti, avrebbero interesse a bloccare le esportazioni alla fonte. La
contraffazione ci toglie la più importante leva competitiva che è il
design, lo stile made-in-Italy e il marchio aziendale.”
Una recente indagine di ANCI, ha messo in evidenza che ben il 73% delle
imprese considera il fenomeno della contraffazione dei marchi, dei
prodotti e del made-in-Italy come significativo nel determinare l’attuale
congiuntura economica. Di queste imprese il 23% lo ritiene rilevante,
mentre l’11% lo ritiene un fattore molto rilevante. Solo il 4% ritiene
invece la contraffazione un fattore non significativo per la congiuntura.
“E’ necessario – conclude Soldini - combattere il DUMPING CREATIVO perché
si tratta di una legittima difesa. Ci pare sconcertante tuttavia che il
Governo rinunci alla strategia di attacco, ovvero alla promozione del
made-in-Italy.
Il
taglio
previsto
ai
fondi
per
la
promozione
straordinaria del made-in-Italy rappresenta di fatto l’impossibilità di
avviare promozioni efficaci, proprio mentre le imprese dell’ANCI, a costo
di enormi sacrifici, hanno promosso una campagna di sensibilizzazione del
consumatore sulla calzatura italiana”.
Milano, 18 dicembre 2003
anci\press\2003\cs_07_calzature_cong_9m_2003_def.doc