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Real Estate Centri commerciali, l'Italia non è il paese più complesso d'Europa Roberto
Pacifico / 2 marzo 2015 /
Secondo Mario Malocchi, Confimprese, in Italia i retailer chiedono contratti di
minore durata e con più flessibilità in uscita, e canoni di locazione meno onerosi e
più parametrati sulle reali condizioni di mercato L'Italia dei centri commerciali
non esce poi così male dal confronto con i principali paesi europei su terni come
durata dei contratti, possibilità di "way out" unilaterali, canoni e concorrenza. "In
Italia, come negli altri Paesi europei, manca una cornice legale che fornisca idonea
tutela ai retailer - precisa Mario Malocchi, coordinatore comitato real estate
Confimprese -. Anche all'estero si registrano alcune inefficienze relative sia alla
durata dei contratti e alla possibilità di way-out per i retailer sia all'onerosità dei
canoni e alla concorrenza. Sarebbe interessante per il nostro Paese mutuare alcune
prassi virtuose. Per esempio: componente variabile del canone in funzione anche
del vacancy rate (sfitto) del centro commerciale (Spagna); possibilità di ottenere
incentivi in fase di avvio dell'attività (UK); e-commerce sviluppato a livello di
centro commerciale (Germania), e possibilità di way out per il retailer ogni tre
anni (Francia)". Contesto europeo Attualmente in Europa i centri commerciali
occupano complessivamente 123 milioni di mq con una media di 425 mq per i.ooo
abitanti. In alcuni Paesi densità e superficie complessiva degli shopping center
sono nettamente inferiori a causa di preferenze
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storielle culturali per altri canali di vendita: per esempio in Belgio, la complessità
burocratico-procedurale non è inferiore a quella italiana e costringe gli operatori a
tempistiche molto più lunghe e onerose. Londra, Amburgo, Manchester,
Birmingham e Istanbul son le città con maggiori prospettive di crescita futura.
Quanto agli affitti, stando ai dati della società Reno, nel primo semestre 2014 sono
calati per effetto della crisi, mentre nella seconda parte del 2014 sono risaliti del
10% circa. Il range della media europea è compreso tra 500 e 800/900 mq annui,
con oscillazioni nei diversi Paesi a seconda delle zone. Il dinamismo della Spagna
La Spagna si segnala come il mercato più dinamico: 140 centri commerciali, 359
mq di superficie commerciale per i.ooo abitanti (arriverà a 362 mq nel
2015-2016), durata dei contratti libera da vincoli normativi (in media 5 anni),
way-out per il conduttore rimessa all'autonomia delle parti, canone liberamente
pattuito. Prevista per legge, anche se derogabile dalle parti, l'indennità
compensativa per il retailer se il locatore non rinnova il contratto alla scadenza.
Interessante inoltre la modalità di determinazione del canone, che spesso
ricomprende alcune spese di gestione e per la sua componente variabile è legato
non solo al fatturato del retailer ma anche al "vacancy rate" del centro
commerciale. Sono comuni le clausole di esclusività all'interno del centro
commerciale, a vantaggio dei retailer, ma anche di non concorrenza, a vantaggio
dei centri commerciali: per esempio il divieto per il retailer di aprire punti di
vendita nei pressi del centro commerciale. Gli affitti sono ponderati alla media
europea. La pipeline per il biennio 2015-2016 prevede 16 aperture di nuovi centri
commerciali a Madrid, Barcellona, Palma di Maiorca, Siviglia, Valenza e altre
città minori. UK: il retailer è meno protetto La penisola iberica è seguita dalla
Gran Bretagna con 130 centri commerciali. Sui contratti la legge non impone
nessuna durata minima né la possibilità di way-out per il retailer. Per quanto
riguarda il canone sono scarse le possibilità di negoziazione. Se, da un lato, è
soggetto ad attualizzazione e indicizzazione nonché ad aumento ogni 5 anni (in
base al valore di mercato dell'immobile o alla media dei canoni applicati nel
centro commerciale per superfici simili), dall'altro è possibile ottenere incentivi in
fase di avvio dell'attività. Un fattore deterrente è rappresentato dalla scarsa tutela
per i i retailer in termini di concorrenza: spesso ai tenant è vietato vendere prodotti
di determinati marchi, magari
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già presenti nel centro commerciale, aprire negozi per la stessa merceologia entro
una certa distanza dal centro commerciale e pubblicizzare la vendita on line nei
propri punti di vendita all'interno del centro. Germania La Germania è un Paese in
forte crescita anche per l'attenzione dei retailer internazionali a questo mercato. I
centri commerciali sono oltre 280, cui si aggiungono 50 power center e oltre 100
outlet. I centri commerciali sono aperti da lunedì a venerdì (rarissime le aperture
domenicali: tra le 6 e le 8 l'anno), mentre non ci sono limiti al numero di ore
d'apertura nella singola giornata. Eppure, lo scontrino medio dei 5 giorni lavorativi
in un centro commerciale è maggiore del 50% rispetto all'Italia. La durata media
del contratto è di io anni, con possibilità di contratti temporanei fino a 12 mesi per
testare la performance del brand. Interessante il caso del Metzingen Outlet City,
che da un paio d'anni ha implementato una piattaforma di e-commerce per conto
dei propri affittuari. Francia In Francia ci sono circa 290 centri commerciali, con
altri 11 in apertura nel 2015.1 contratti di affitto prevedono una durata minima di
9 anni (di fatto 10-12 anni), con possibilità di way out per il conduttore ogni tre
anni. Il contratto diventa a tempo determinato se alla sua naturale scadenza
nessuna delle parti si attiva. Oltre ad assicurarsi il recesso triennale, il conduttore
può cercare di inserire in contratto delle way-out al verificarsi di casi concreti,
quali per esempio il ritardo nella consegna del punto di vendita, la chiusura di esso
per lavori del locatore o per un fatturato inferiore a un determinato ammontare. Il
canone, liberamente pattuito tra le parti, è strutturato, come in Italia, su una
componente fissa più una quota variabile. Si possono negoziare sconti sul canone
per i primi anni ed è possibile anche pattuire un periodo di free-rent. Come in
Gran Bretagna anche in Francia i retailer sono scarsamente tutelati rispetto ai
centri commerciali nella loro interezze. Gli affitti sono ponderati alla media
europea.
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