Relazione sulla Impress

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Relazione sulla Impress
Relazione sulla Impress- ex Capolo
Martina, Jonathan, Luca Grossi, Alice, Francesca Cavatorti, Chiara Aleotti
3C
2 Ottobre 2010
Siamo andati alla sede della Impress per festeggiare i cento anni dall’inaugurazione
della Casa del Popolo. Infatti il 2 ottobre 1910 Don Attilio ALai, Don Giulio Iori, Don
Adelmo Morsiani, Don Alfredo Castagnetti e altri 14 laici hanno firmato l’atto di
costituzione e hanno così fondato la fabbrica più importante nella storia di Montecchio
Emilia. Alla festa hanno proposto delle attività: tiro al barattolo, basket, bowling e
calcetto. Dopo aver mangiato al buffet abbiamo assistito alla premiazione dei vincitori
dei giochi. Una settimana dopo è venuto Franco Boni, un esperto di storia locale, a
parlarci dell’azienda dalle sue origini fino ad oggi.
Che cos’era la Casa del Popolo?
Era un’istituzione polifunzionale che si proponeva di dare lavoro ai disoccupati e ai
ragazzi di ogni ceto sociale e di creare un fondo pensionistico.
Che cosa producevano? E ora?
Nei primi anni iniziarono a fabbricare cassette di legno per i pomodori, perché nelle
vicinanze c’era un’azienda agricola che li coltivava. In seguito, dall’idea del lattoniere
Silvio Minardi, iniziarono a realizzare barattoli e scatolette. Osservando un barattolo di
tanti anni fa e uno dei giorni nostri si notano alcune differenze: ad esempio adesso su
gran parte dei barattoli c’è l’easy open, cioè l’apertura facilitata per non utilizzare
l’apriscatole; inoltre al giorno d’oggi la lamiera è zigrinata per impedire deformazioni.
Per realizzare i barattoli prima vengono stampati i fogli di lamiera, poi vengono tagliati
e arrotolati, vengono saldate le estremità e viene aggraffato il coperchio.
Infine, dopo aver riempito il barattolo, viene aggiunto il fondello, cioè la parte di sotto.
Qual è la storia della fabbrica?
Dopo solo cinque anni la Casa del Popolo fu vittima della prima guerra mondiale. Anche
se riuscì a sopravvivere a questa scossa, fu per essa un grosso colpo che la indebolì. Nel
1928 trasferì la sede che era situata nel centro della città nell’attuale locazione della
scuola media di Montecchio. Durante la seconda guerra mondiale fu costretta a
cambiare nome a causa delle idee fasciste che non accettavano le cooperative.
Dall’idea di Giuseppe Mori, il nome “Casa del Popolo” venne sostituito da “Capolo”,
abbreviazione già usata nei telegrammi.
Confezione
Articoli
Policromati
Oggetti
Latta
Operati
Nel periodo della guerra rivestì un ruolo vitale per la popolazione, infatti diventò una
fabbrica “clandestina” che nascondeva al suo interno beni di persone che potevano
essere deportate e fabbricava mappe e carte geografiche per aiutare i partigiani.
Nel 1970 la Capolo si trasferisce in Via dell’Industria, dove si trova tutt’ora; nel 1991
viene acquistata dalla Ilva.
Al giorno d’oggi, la Impress rappresenta un punto saldo della città di Montecchio Emilia.
Tra operai, impiegati e l’indotto dà lavoro a molte persone.
Per noi è stato importante ricordarne il centenario, perché è una delle fabbriche che
hanno costruito la storia della nostra città. E, se Montecchio è quella che è oggi,
dobbiamo tutto al nostro passato.