Capitolo 592 Anomalie congenite del sistema nervoso
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Capitolo 592 Anomalie congenite del sistema nervoso
Capitolo 592 al fallimento delle tecniche di indagine standard. I BAEP risultano anomali in diverse malattie neurodegenerative infantili e sono particolarmente utili nella valutazione di pazienti con sospetto tumore dell’angolo pontocerebrale. Contribuiscono inoltre alla valutazione della funzione troncoencefalica nei pazienti comatosi, perché le onde non sono alterate né dai farmaci né dal livello di coscienza. I BAEP non costituiscono un indice accurato nel predire il recupero neurologico e le sequele. I potenziali evocati somatosensoriali (SomatoSensory Evoked Potential, SSEP) sono ottenuti stimolando un nervo periferico (peroneale o mediano) e registrando la risposta elettrica sopra la regione cervicale e la corteccia parietale somatosensoriale controlaterale. Sono utili per valutare l’integrità funzionale del sistema lemniscale dorsale e per monitorare la funzione del midollo spinale durante procedure chirurgiche in caso di scoliosi, di riparazione della coartazione dell’aorta e di mielomeningocele. I SSEP risultano anomali in molti disturbi neurodegenerativi infantili e consentono una accurata previsione dell’esito di gravi insulti al SNC. Anomalie congenite del sistema nervoso centrale ■ 2505 Solco neurale Piega neurale Piatto neurale Ectoderma superficiale Processo Mesoderma intraembrionale notocordale Solco neurale Sacco vitellino A Neuroporo rostrale Solco neurale Metameri Cresta neurale Metamero B Ellis R: Lumbar cerebrospinal fluid opening pressure measured in a flexed lateral decubitus position in children. Pediatrics 1994;93:622–623. Gilman S: Imaging the brain. Parts I and II. N Engl J Med 1998;338:812–820, 889–896. Haslam RH: Role of computed tomography in the early management of bacterial meningitis. J Pediatr 1991;119:157–159. 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Kinsman e Michael V. Johnston 592.1 • DIFETTI DEL TUBO NEURALE (DISRAFISMO) I difetti del tubo neurale costituiscono l’anomalia congenita del sistema nervoso centrale più frequente e sono il risultato di una mancata chiusura del tubo neurale, che normalmente avviene spontaneamente tra la terza e quarta settimana dello sviluppo endouterino. La causa precisa di questi difetti non è nota, ma è ipotizzabile che i seguenti fattori infl uenzino negativamente lo sviluppo del SNC fin dal concepimento: ipertermia, assunzione di farmaci, malnutrizione, esposizione a sostanze chimiche, obesità o diabete materno, determinanti genetiche (come mutazioni delle vie folato-responsive o folato-dipendente). In alcuni casi, fattori nutrizionali o l’esposizione a radiazioni prima del concepimento possono aumentare la probabilità di una malformazione congenita del SNC. I principali difetti del tubo neurale includono: spina bifi da occulta, meningocele, mielomeningocele, encefalocele, anencefalia, sinus dermico, midollo ancorato (“tethered cord”: si tratta di una vera e propria sindrome costituita da un cono midollare ancorato in posizione estremamente bassa a causa di un fi lum terminale corto ed ispessito, di aderenze fibrose, o di un lipoma intradurale che fissa gli elementi neurali alla parte più 591-605ANA.indd 2505 Zona marginale E Figura 592-1. Illustrazione schematica dello sviluppo del sistema nervoso. A, Sezioni trasversali del piatto neurale durante la 3a settimana. B, Formazione del solco e della cresta neurale. C, Lo sviluppo del tubo neurale è completato. D, Immagine longitudinale che mostra la chiusura iniziale del tubo neurale nella regione centrale. E, Sezione trasversale del tubo neurale dell’embrione (midollo spinale primitivo). caudale del sacco durale, N.d.C.), siringomielia, diastematomielia e lipoma a livello del cono midollare e/o del filum terminale. Il sistema nervoso umano ha origine dall’ectoderma primitivo, da cui si sviluppa anche l’epidermide. Ectoderma, endoderma e mesoderma costituiscono i tre foglietti germinali che si sviluppano entro la terza settimana. L’endoderma, in particolare il piatto notocordale e il mesoderma intraembrionale, inducono l’ectoderma sovrastante a sviluppare il piatto neurale durante la terza settimana di gestazione (Fig. 592-1A). L’assenza di tale induzione è responsabile della maggior parte dei difetti del tubo neurale. La rapida proliferazione cellulare all’interno del piatto neurale causa una ulteriore invaginazione del solco neurale e la differenziazione di un conglomerato di cellule, la cresta neurale, che migra lateralmente sulla superficie del tubo neurale (Fig. 592-1B). Il 23-09-2008 15:00:55 2506 ■ PARTE XXVI ■ Il sistema nervoso processo notocordale si trasforma nella notocorda centrale, che costituisce il fondamento intorno al quale si sviluppa la colonna vertebrale. In seguito alla formazione della colonna vertebrale, la notocorda subisce un’involuzione e si trasforma nel nucleo polposo dei dischi intervertebrali. Le cellule della cresta neurale vanno incontro a differenziazione, per formare il sistema nervoso periferico, che include i gangli spinali e autonomi, nonché i gangli dei nervi cranici V, VII, VIII, IX e X. Le creste neurali formano anche le leptomeningi e le cellule di Schwann, responsabili della mielinizzazione del sistema nervoso periferico. Si ritiene che la dura madre origini dal mesoderma parassiale. Nella regione dell’embrione destinata a divenire la testa, si osserva un pattern analogo (la notocorda è sostituita dal mesoderma precordale). Durante la terza settimana dello sviluppo embrionale, l’invaginazione del solco neurale è completata e la separazione della sovrastante superfi cie ectodermica (Fig. 592-1C) determina la formazione del tubo neurale. L’iniziale chiusura del tubo neurale si realizza nell’area corrispondente alla futura giunzione tra spina dorsale e midollo; tale chiusura si completa rapidamente in direzione caudale e rostrale. Per un breve periodo, entrambe le estremità del tubo neurale rimangono aperte e il canale neurale comunica liberamente con la cavità amniotica (Fig. 592-1D). La mancata chiusura del tubo neurale consente l’escrezione nel liquido amniotico di sostanze fetali (␣-fetoproteina [AFP], acetilcolinesterasi), utilizzate come marker biochimici dei difetti del tubo neurale. Lo screening prenatale del siero materno per AFP tra la 16a e la 18a settimana di gestazione è un metodo efficace per l’identifi cazione delle gravidanze a rischio. Normalmente, l’estremo rostrale del tubo neurale si chiude durante il 23º giorno, mentre il neuroporo caudale si chiude mediante un processo di neurulazione secondaria entro il 27º giorno, quando la maggior parte delle donne non si è ancora accorta di essere incinta. 592.2 • SPINA BIFIDA OCCULTA Questa anomalia comune consiste in un difetto della linea mediana dei corpi vertebrali, senza protrusione del midollo spinale o delle meningi. La maggior parte degli individui è asintomatica e non presenta segni neurologici. La presenza di ciuffi di peli, lipomi, discolorazione della cute o di un sinus dermico sulla linea mediana della parte bassa della schiena suggerisce una malformazione del midollo spinale più grave (Fig. 592-2). Nei casi di spina bifida occulta semplice, la radiografia spinale mostra un difetto di chiusura degli archi e delle lamine vertebrali posteriori, che tipicamente coinvolge L5 e S1; non si riscontrano invece anomalie delle meningi, del midollo spinale e delle radici nervose. La spina bifida occulta è occasionalmente associata a più significative anomalie evolutive del midollo spinale, che includono siringomielia, distematomielia e “tethered cord”. La tecnica diagnostica di elezione per l’identificazione di tali difetti è la RM (Fig. 592-3). Alcuni utilizzano l’espressione spina bifida occulta per indicare semplicemente un difetto di fusione dei corpi vertebrali posteriori, non associato a una malformazione del midollo spinale. Le forme clinicamente più gravi sono definite, in maniera più corretta, disrafismo spinale occulto. Nella maggior parte dei casi, si tratta di manifestazioni cutanee come emangiomi, fossette, noduli o ciuffi di peli (vedi Fig. 592-2). Il sinus dermoide generalmente determina la formazione di una piccola apertura cutanea, collegata a un dotto, talvolta indicato da un ciuffo di peli o da un nevo vascolare. Tali seni dermoidi si sviluppano sulla linea mediana, nelle regioni lombosacrale e occipitale, dove possono comparire meningocele ed encefalocele. I tragitti dei seni dermoidi possono passare attraverso la dura madre, agendo come condotti per la diffusione di infezioni. Ri- A B C D Figura 592-2. Aspetto clinico di lesioni cutanee lombosacrali congenite, combinate o isolate. A, Emangioma ulcerato centrato sul sinus dermico e deviazione del solco gluteo. B, Macchia vinacea isolata. C, Coda umana. D, Coda di fauno. (Tratta da Guggisberg D, Hadj-Rabia S, Viney C, et al: Skin markers of occult spinal dysraphism. Arch Dermatol 2004;140:1109-1115.) 591-605ANA.indd 2506 23-09-2008 15:00:55 Capitolo 592 A D B ■ Anomalie congenite del sistema nervoso centrale ■ 2507 C E F G Figura 592-3. Caratteristiche cliniche (A-C) e corrispondente disrafismo spinale occulto evidenziate dalla RM sagittale e pesata in T1 del midollo spinale (D-G). A, Lipoma sacrale e deviazione del solco gluteo. B, Macchia vinacea lombare, lipoma, seno dermico e deviazione del solco gluteo. C, Amartomi dorsali e lombari non classificati. D, Lipoma del cono (freccia). E, Sinus dermico (freccia). F, Parte superiore del lipoma del filum terminale (freccia in alto) e fistola (freccia in basso). G, Lipomi multipli della colonna toracica (freccia in alto) e del cono posteriore (freccia in basso). (Tratta da Guggisberg D, Hadj-Rabia S, Viney C, et al: Skin markers of occult spinal dysraphism. Arch Dermatol 2004;140:1109-1115.) correnti meningiti di origine occulta suggeriscono di verificare accuratamente la presenza di un piccolo tragitto di seno nella regione mediana posteriore, compresa la nuca. I seni nella parte bassa della schiena si trovano solitamente al di sopra della piega glutea, in direzione cefalica. La sindrome del “tethered cord” può essere associata. 592.3 • MENINGOCELE Il meningocele si forma in seguito all’erniazione delle meningi dovuta a un difetto degli archi vertebrali posteriori. Il midollo spinale è solitamente normale e assume una posizione corretta nel canale spinale, benché sia possibile riscontrare tethering, siringomielia o diastematomielia. Una massa fl uttuante sulla linea mediana, transilluminabile, può svilupparsi lungo la colonna vertebrale, solitamente nella parte bassa della schiena. Nella maggior parte dei casi, il meningocele è ben coperto dalla cute e non costituisce una minaccia, ma un accurato esame neurologico è obbligatorio. Nei bambini asintomatici con reperti neurologici nella norma e spessore cutaneo adeguato, l’intervento chirurgico per la rimozione del meningocele può essere rimandato. Prima della correzione chirurgica del difetto, è opportuno sottoporre il paziente a un esame accurato, che includa una radiografia diretta, l’ecografia e la RM, per determinare l’estensione del coin- 591-605ANA.indd 2507 volgimento del tessuto neurale ed eventuali anomalie associate (come diastematomielia, tethered cord o lipoma). La valutazione urologica, che solitamente include il cistometrogramma (CMG), consente di identificare i pazienti con vescica neurogena a rischio di compromissione renale. In presenza di una perdita di liquido cerebrospinale o di insufficiente copertura cutanea, si raccomanda l’immediato intervento chirurgico, per scongiurare il rischio di meningite. Nei bambini con meningocele è opportuno eseguire una TC craniale, per verificare l’associazione con idrocefalo. Il meningocele anteriore si proietta nella pelvi attraverso un difetto del sacro. I sintomi di costipazione e di disfunzione vescicale si sviluppano in seguito all’aumento delle dimensioni della lesione. I pazienti di sesso femminile possono manifestare anomalie associate del tratto genitale, come una fistola rettovaginale o setto vaginale. Le radiografie dirette dimostrano la presenza di un difetto a livello del sacro, mentre la TC o la RM evidenziano l’estensione del meningocele. 592.4 • MIELOMENINGOCELE Il mielomeningocele, la più grave forma di disrafismo, coinvolge la colonna vertebrale e si verifica con un’incidenza di circa 1 su 4000 nati vivi. 23-09-2008 15:00:56 2508 ■ PARTE XXVI ■ Il sistema nervoso EZIOLOGIA. La causa del mielomeningocele è sconosciuta ma, come in tutti i difetti di chiusura del tubo neurale, si osserva una predisposizione genetica; se un fi glio presenta la malformazione, il rischio di ricorrenza aumenta fi no al 3-4%, mentre sale fino a circa il 10% dopo due gravidanze anomale. I dati epidemiologici e la presenza di una sostanziale aggregazione familiare di anencefalia, mielomeningocele e craniorachischisi suggeriscono il contributo determinante dell’ereditarietà (su base poligenica) nell’eziologia dei difetti del tubo neurale. Senza dubbio anche i fattori nutrizionali e ambientali svolgono un ruolo importante nell’eziologia del mielomeningocele. Il folato è coinvolto in maniera complessa nella prevenzione ed eziologia dei difetti del tubo neurale. Oltre a funzionare nelle reazioni di trasferimento di carbonio singolo, il folato esiste in diverse forme chimiche. L’acido folico (acido pteroilmonoglutarico), che costituisce la forma di folato più stabile e maggiormente ossidata, è presente raramente nei cibi, ma è contenuto in tutti i supplementi vitaminici e prodotti alimentari fortificati. I folati che si riscontrano più comunemente in natura (folati alimentari) sono i pteroilpoliglutammati, che contengono da una a sei molecole addizionali di glutammato, unite in un legame peptidico con il ␥-carbossil del glutammato. I coenzimi folato sono coinvolti nei seguenti processi: (1) sintesi dell’acido deossiribonucleico (DNA); (2) sintesi delle purine; (3) generazione del pool di formato; (4) interconversione degli amminoacidi, con la conversione dell’omocisteina in metionina, utilizzata per la sintesi di S-adenosil-metionina (un agente importante per la metilazione in vivo). Le mutazioni del gene che codifi ca per gli enzimi coinvolti nel metabolismo dell’omocisteina colpiscono la 5,10 metilenetetraidrofolato reduttasi (MTHFR), la cistationina -sintasi e la metionina sintasi. È probabile che in almeno il 15% dei casi di difetto del tubo neurale possa riscontrarsi un’associazione tra una variante termolabile di MTHFR e caratteristiche materne. La somministrazione periconcezionale di acido folico alle madri riduce di almeno il 50% l’incidenza del difetto del tubo neurale nelle gravidanze a rischio. Per essere effi cace, la supplementazione di acido folico deve essere avviata prima del concepimento e proseguita almeno fi no al completamento della neurulazione, durante la 12a settimana di gestazione. PREVENZIONE. L’U.S. Public Health Service raccomanda l’assunzione di 0,4 mg di acido folico al giorno a tutte le donne in età fertile. In caso di pianifi cazione di una gravidanza in una donna a elevato rischio (per la presenza del difetto in un precedente figlio), la terapia dovrebbe cominciare un mese prima del tentativo di concepimento, alla dose di 4 mg/die. La dieta attuale fornisce circa il 50% dell’apporto giornaliero necessario di acido folico. Per aumentarne l’assorbimento, in Canada e Stati Uniti è stata disposta nel 1988 l’aggiunta di 0,15 mg di acido folico per ogni 100 g di farina, pasta, riso e farina di mais. La quantità di acido folico aggiunto è insuffi ciente a massimizzare la prevenzione dei difetti del tubo neurale prevedibili. Pertanto, rimangono indispensabili programmi educativi diretti a tutte le donne che pianificano una gravidanza e possibilmente a tutte le donne in età fertile, per informarle sull’importanza di una dieta variata e sulla necessità di assumere supplementazioni di acido folico. Alcuni farmaci antagonisti dell’acido folico (come il trimetoprim e gli anticonvulsivanti carbamazepina, fenitoina, fenobarbital e primidone) aumentano il rischio di mielomeningocele. Se somministrato durante la gravidanza, l’anticonvulsivante acido valproico causa un difetto del tubo neurale in circa l’1-2% dei casi. Alcuni medici specialisti raccomandano la prescrizione di supplementi di acido folico a tutte le donne in età fertile che assumono regolarmente farmaci anticonvulsivanti. MANIFESTAZIONI CLINICHE. Oltre a danneggiare il sistema nervoso periferico e centrale, il difetto causa disfunzioni a carico di diversi organi e strutture, incluso lo scheletro, la cute e i tratti gastrointestinale e genito-urinario. Il mielomeningocele può svilupparsi a qualsiasi livello lungo il neurasse, ma almeno il 75% dei casi è localizzato nella regione lombosacrale. L’estensione e 591-605ANA.indd 2508 Figura 592-4. Mielomeningocele lombare coperto da un sottile strato cutaneo. il grado del deficit neurologico dipendono dalla localizzazione del mielomeningocele e delle lesioni associate. Una lesione nella regione sacrale inferiore causa incontinenza urinaria e fecale associata ad anestesia dell’area perineale, ma non compromette la funzione motoria. I neonati portatori di un difetto nella regione lombare centrale presentano tipicamente una struttura cistica a sacco, coperta da un sottile strato di tessuto parzialmente epitelializzato (Fig. 592-4). Residui di tessuto neurale sono visibili al di sotto della membrana, che tende a rompersi, provocando perdite di liquido cerebrospinale. L’esame del neonato rivela una paralisi flaccida degli arti inferiori, l’assenza dei riflessi tendinei profondi, una mancanza di risposta al tocco e al dolore e una elevata incidenza di deformità degli arti inferiori (piede equino, sublussazione dell’anca). Possono riscontrarsi anche una perdita urinaria continua e un rilassamento dello sfintere anale. Altri bambini non perdono urina e hanno una vescica con pressione elevata e dissinergia sfinterica. Dunque, un mielomeningocele nella regione lombare centrale tende a produrre segni a carico dei motoneuroni inferiori, dovuti ad anomalie del cono midollare. Tipicamente, il deficit neurologico si aggrava con l’estensione verso l’alto nella regione toracica del mielomeningocele. I pazienti con mielomeningocele nella parte superiore del torace o nella regione cervicale presentano solitamente un deficit neurologico minimo, nella maggior parte dei casi non associato a idrocefalo. L’idrocefalo in associazione a malformazione di Chiari di tipo II si sviluppa in almeno l’80% dei pazienti con mielomeningocele. Generalmente, più la deformità è collocata in basso lungo il neurasse (sacro), meno elevato è il rischio di idrocefalo. Tuttavia, a prescindere dal livello spinale, la possibilità che si sviluppi idrocefalo deve essere sempre presa in considerazione. La dilatazione ventricolare può risultare indolente e a progressione lenta, oppure può crescere rapidamente, causando un aumento della circonferenza cranica associato a fontanella anteriore sporgente, vene della volta cranica dilatate, occhi a sole calante, irritabilità e vomito. Circa il 15% dei lattanti con idrocefalo e malformazione di Chiari di tipo II sviluppa sintomi di disfunzione romboencefalica, come difficoltà di allattamento e deglutizione, stridore respiratorio, apnea, paralisi delle corde vocali, accumulo di secrezioni e spasticità degli arti superiori. Se non trattati, questi sintomi possono risultare fatali. La cosiddetta crisi di Chiari è dovuta all’erniazione verso il basso del midollo e delle tonsille cerebellari attraverso il forame magno. TRATTAMENTO. La gestione e supervisione di un bambino con mielomeningocele richiede un approccio multidisciplinare. Il pediatra si occupa solitamente della coordinazione degli interventi di un team composto da chirurghi, specialisti e terapisti della riabilitazione. La scoperta delle presenza nel neonato di una malattia devastante come il mielomeningocele causa nei genitori una reazione di disperazione e rabbia. Il medico deve informarli sull’handicap in un setting non minaccioso, dando loro il tempo di assorbire le informazioni sulla malattia, sulle complicanze associate e sulle varie procedure e programmi di trattamento. Se possibile, il con- 23-09-2008 15:00:56 Capitolo 592 fronto con altri genitori di bambini con difetti del tubo neurale può contribuire a chiarire i dubbi e le questioni più pressanti. Solitamente, il neonato è sottoposto a intervento chirurgico nei primi giorni di vita. In assenza di perdite di liquido cerebrospinale, l’intervento può essere ritardato di qualche giorno, in modo da concedere ai genitori il tempo di abituarsi allo shock e di prepararsi agli inevitabili problemi che saranno chiamati ad affrontare. La valutazione delle altre anomalie congenite e della funzione renale può essere cominciata prima dell’intervento. Nella maggior parte dei centri specialistici, il mielomeningocele è trattato aggressivamente. Dopo la riparazione chirurgica, molti lattanti richiedono l’applicazione di uno shunt per il trattamento dell’idrocefalo. Se compaiono sintomi e segni di disfunzione romboencefalica, è indicata la decompressione chirurgica di midollo allungato e cervicale. Il piede equino può richiedere un’ingessatura, mentre una lussazione dell’anca deve talvolta essere corretta chirurgicamente. La componente principale della valutazione consiste nell’attento esame del sistema genito-urinario. Per mantenere un volume residuo ridotto e una pressione vescicale che prevenga le infezioni del tratto urinario e il reflusso (con conseguente pielonefrite, idronefrosi e danno vescicale), è fondamentale insegnare ai genitori, e in seguito al bambino, a cateterizzare regolarmente una vescica neurogena. Per evitare lo sviluppo di allergie, è opportuno evitare l’uso di cateteri e guanti di lattice. Sulla base dei progressi del paziente e dei risultati dell’esame fi sico, si effettuano periodiche urinocolture e valutazioni della funzione renale, comprendendo elettroliti sierici e creatinina, cisturetrogramma (VCUG), ecografia e cistometrografia. Tale approccio preventivo ha enormemente ridotto la necessità di ricorrere a procedure di diversione urinaria e ha contribuito al calo della morbilità e mortalità associate alla malattia renale progressiva. In alcuni casi, l’incontinenza può essere corretta mediante impianto chirurgico di uno sfintere urinario artifi ciale oppure (in età più avanzata) mediante ampliamento della vescica. L’incontinenza fecale, malgrado ponga rilevanti difficoltà (soprattutto in età scolare), non rischia di danneggiare organi vitali come la disfunzione urinaria, ma occasionalmente può svilupparsi occlusione da feci e/o megacolon. Utilizzando clisteri e supposte, è possibile abituare i bambini a evacuare in orari prestabiliti una o due volte al giorno. Un’appendicostomia per clisteri anterogradi può pure essere utile (vedi anche il Capitolo 22.4). La possibilità di deambulazione funzionale, maggiore aspirazione di bambini e genitori, dipende dal livello della lesione e dall’integrità dei muscoli ileopsoas. Tale deambulazione è realizzabile nella quasi totalità dei pazienti con lesione sacrale o lombosacrale; circa il 50% dei bambini con difetti più alti deambulano con tutore. Con l’avvicinarsi dell’adolescenza e del conseguente aumento della massa corporea, la deambulazione diviene più difficile. In alcuni centri specializzati, è stata tentata con successo la correzione chirurgica di lesioni spinali in utero. Resoconti preliminari indicano la possibile preservazione della funzione motoria e una ridotta incidenza di anomalie romboencefaliche e idrocefalia. Questi dati suggeriscono la natura progressiva del difetto in utero, dimostrando che la chirurgia prenatale può prevenire la perdita di funzione. La diagnosi in utero è facilitata dallo screening della ␣-fetoproteina nel siero materno e dall’ecografia fetale (vedi Capitolo 96). PROGNOSI. Malgrado il trattamento aggressivo del mielomeningocele, il tasso di mortalità è di circa il 10-15%. Complicanze fatali possono insorgere a qualsiasi età, ma la maggior parte dei decessi si verifi ca prima dei 4 anni. In almeno il 70% dei sopravvissuti, si riscontra un livello intellettivo nella norma, ma i disturbi dell’apprendimento e i disturbi convulsivi sono più frequenti rispetto alla popolazione generale. Episodi di meningite o ventricolite incidono negativamente sul quoziente intellettivo defi nitivo. Poiché il mielomeningocele costituisce una patologia invalidante cronica, il paziente deve essere sottoposto per tutta la vita a periodici follow-up multidisciplinari. La disfunzione renale costituisce la principale causa di mortalità. 591-605ANA.indd 2509 ■ Anomalie congenite del sistema nervoso centrale ■ 2509 592.5 • ENCEFALOCELE Le due principali forme di disrafismo che colpiscono la volta cranica provocano una protrusione di tessuto attraverso un difetto osseo della linea mediana, chiamato cranio bifido. Il meningocele cranico è costituito da un sacco meningeo contenente liquido cerebrospinale, mentre l’encefalocele cranico contiene, oltre al sacco, corteccia cerebrale, cervelletto o porzioni del tronco encefalico. L’esame al microscopio del tessuto neurale all’interno dell’encefalocele rivela spesso la presenza di anomalie. Nella maggior parte dei casi, il difetto cranico è localizzato nella regione occipitale o al di sotto dell’inion, ma in alcuni Paesi l’encefalocele frontale o nasofrontale è il più comune. L’incidenza di questa anomalia è di un decimo rispetto a quella dei difetti di chiusura del tubo neurale che coinvolgono la colonna. L’eziologia è simile a quella dell’anencefalia e del mielomeningocele. Sono stati segnalati casi di presenza contemporanea di più di una delle patologie menzionate nella stessa famiglia. Nei lattanti con encefalocele cranico, aumenta il rischio di sviluppo di idrocefalo dovuto a stenosi dell’acquedotto, malformazione di Chiari o sindrome di Dandy-Walker. L’esame mostra un piccolo sacco dotato di un peduncolo o di una struttura cistica talmente voluminosa da eccedere le dimensioni del cranio. La lesione è completamente coperta da cute, ma possono riscontrarsi aree denudate, che richiedono l’intervento chirurgico urgente. La transilluminazione del sacco può indicare la presenza di tessuto neurale. La radiografia diretta della volta cranica e della colonna cervicale è indicata per definire l’anatomia delle vertebre. L’ecografia contribuisce a determinare il contenuto del sacco, mentre la RM o la TC consentono di definire lo spettro della lesione. La prognosi del meningocele cranico è in genere buona, mentre i pazienti con encefalocele rischiano di sviluppare disturbi visivi, microcefalia, ritardo mentale e convulsioni. In linea generale, i bambini con tessuto neurale all’interno del sacco e idrocefalo associato hanno la prognosi peggiore. La sindrome di MeckelGruber è una rara malattia autosomica recessiva caratterizzata da un encefalocele occipitale, labbra o palato fissurato, microcefalia, microftalmia, anomalie dei genitali, rene policistico e polidattilia. La diagnosi dell’encefalocele in utero è realizzabile mediante determinazione dei livelli della ␣-fetoproteina nel siero materno, misura del diametro biparietale utilizzando gli ultrasuoni, o identificazione dell’encefalocele stesso. 592.6 • ANENCEFALIA I bambini anencefalici presentano una facies caratteristica, con un evidente difetto di calvario, meningi e scalpo, associato a un cervello rudimentale, risultato della mancata chiusura del neuroporo rostrale, apertura anteriore del tubo neurale. Il cervello primitivo è costituito da porzioni di tessuto connettivo, vasi e neuroglia. Gli emisferi cerebrali e cerebellari sono solitamente assenti ed è possibile identificare soltanto un residuo di tronco encefalico. L’ipofisi è ipoplasica e non si riscontrano i tratti spinali piramidali, a causa dell’assenza di corteccia cerebrale. Anomalie supplementari includono malformazioni delle orecchie, palatoschisi e difetti cardiaci congeniti (dal 10 al 20% dei casi). Nella maggior parte dei casi, il decesso avviene entro qualche giorno dalla nascita. L’incidenza dell’anencefalia è di circa 1 su 1000 nati vivi; la frequenza maggiore di riscontra in Irlanda, Galles e nel nord della Cina. Il rischio di ricorrenza è di circa il 4%, ma aumenta fino al 10% nelle donne che hanno già avuto due figli affetti da tale patologia. Oltre ai fattori genetici, sono state ipotizzate diverse cause implicate nell’anencefalia, tra le quali un basso status socioeconomico, deficit vitaminici e carenze nutrizionali, nonché un’ampia gamma di fattori ambientali e tossici. È molto probabile che l’anencefalia sia il risultato dell’interazione tra una serie di stimoli nocivi, che agiscono su di un soggetto geneticamente predisposto. Negli ultimi vent’anni, la frequenza della patologia si è progressivamente ridotta. In circa il 50% dei casi si osserva l’associazione di polidramnios. Nelle madri che hanno 23-09-2008 15:00:56 2510 ■ PARTE XXVI ■ Il sistema nervoso già partorito un fi glio anencefalico, è opportuno un attento monitoraggio delle nuove gravidanze, che includa l’amniocentesi, la determinazione dei livelli di AFP e l’ecografi a tra la 14a e la 16a settimana di gestazione. Beeker T, Scheers M, Faber J, et al: Prediction of independence and intelligence at birth on meningomyelocele. Childs New Syst 2006;22:33–37. Berry RJ, Li Z, Erickson JD, et al for the China-U.S. Collaborative Project for Neural Tube Defect Prevention: Prevention of neural-tube defects with folic acid in China. N Engl J Med 1999;341:1485–1490. Fernandes ET, Reinberg Y, Vernier R, et al: Neurogenic bladder dysfunction in children: Review of pathophysiology and current management. J Pediatr 1994;124:1–7. Guggisberg D, Hadj-Rabia S, Viney C, et al: Skin markers of occult spinal dysraphism in children. Arch Dermatol 2004;140:1109–1115. 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RM pesata in T1 che dimostra la presenza di eterotopia a banda. Tra la banda di sostanza grigia eterotopica e la superficie corticale si osserva un sottile strato di sostanza bianca (freccia nera). La lissencefalia, con assenza di organizzazione corticale, è presente in entrambi i lobi frontali (freccia bianca). 591-605ANA.indd 2510 592-5]). Uno dei principali meccanismi del controllo della migrazione neuronale è il sistema delle fibre gliali radiali che indirizzano e guidano i neuroni alla sede corretta. Legati alle fibre gliali, i neuroni migrano verso siti predeterminati, dove sono liberati, per formare i sei strati della corteccia cerebrale. Nelle cavie, il prodotto di un gene, chiamato reelin, dirige il neurone verso la sua destinazione finale nel cervello. Un altro gene (mdab1), attivato da reelin, agisce come segnalatore. Mutazioni di questi geni causano rilevanti anomalie della migrazione neuronale. La gravità e l’estensione della patologia sono collegate a diversi fattori di natura genetica e ambientale, nonché all’epoca di insorgenza dell’insulto. Il tubo neurale è costituito da tre zone: la zona ventricolare, quella marginale e il mantello (vedi Fig. 592-1E). Lo strato ependimale è composto da cellule neuroepiteliali colonnari, pseudostratificate e pluripotenti. Specifiche cellule neuroepiteliali si differenziano in neuroni primitivi o neuroblasti, che formano lo strato del mantello. La zona marginale origina da cellule dello strato esterno del neuroepitelio, destinate a trasformarsi nella sostanza bianca. Anche i glioblasti, importanti cellule di supporto primitive del SNC, derivano dalle cellule neuroepiteliali della zona ependimale, che migrano verso le zone del mantello e marginale, trasformandosi in astrociti e oligodendrociti. È probabile che la microglia origini dalle cellule mesenchimali in uno stadio successivo dello sviluppo fetale, quando i vasi sanguigni cominciano a penetrare nel sistema nervoso in crescita. I continui progressi nella comprensione delle basi molecolari dello sviluppo corticale condurranno a nuove classificazioni delle malformazioni corticali. LISSENCEFALIA. La lissencefalia, o agiria, è una rara patologia caratterizzata dall’assenza di circonvoluzioni cerebrali e da una scissura silviana scarsamente sviluppata, tipica di un feto al terzo o quarto mese. Questa condizione patologica, solitamente associata ad allargamento dei ventricoli laterali ed eterotopia nella sostanza bianca, è probabilmente dovuta a un difetto nella migrazione dei neuroblasti durante le prime fasi dello sviluppo embrionale. In alcune forme, si riscontra una corteccia a 4 strati (invece di 6), con un sottile margine di sostanza bianca periventricolare ed eterotopie della sostanza grigia visibili al microscopio. I bambini con lissencefalia manifestano deficit staturo-ponderale, microcefalia, marcato ritardo dello sviluppo e gravi disturbi convulsivi. Le anomalie oculari sono comuni e includono ipoplasia del nervo Figura 592-6. RM di un neonato con lissencefalia. Notare l’assenza di solchi cerebrali e la malformazione della scissura silviana, associata a dilatazione ventricolare. 23-09-2008 15:00:56 Capitolo 592 ■ Anomalie congenite del sistema nervoso centrale ■ 2511 Figura 592-7. Schizencefalia unilaterale mostrata in RM assiale. Esempio di una schizencefalia a labbra chiuse con una fessura comunicante tra ventricolo e spazio extracranico (freccia nell’immagine a sinistra). Molte di queste fessure sono rivestite da sostanza grigia anomala (freccia nell’immagine a destra). ottico e microftalmia. In circa il 15% dei casi, la lissencefalia è associata alla sindrome di Miller-Diecker (Miller-Dieker Syndrome, MDS), che determina una facies caratteristica: fronte prominente, restringimento bitemporale, narici anteverse, labbro superiore prominente e micrognazia. In circa il 90% dei bambini con MDS si riscontrano delezioni cromosomiche di 17p13.3 (visibili o submicroscopiche). Tali delezioni coinvolgono il gene LIS-1 (lissencefalia 1), mappato nella regione 17p13.3. TC e RM mostrano tipicamente un cervello liscio privo di solchi (Fig. 592-6). SCHIZENCEFALIA. Questa patologia consiste nella presenza di fessure unilaterali o bilaterali all’interno degli emisferi cerebrali, dovute ad anomalie della morfogenesi (Fig. 592-7). Le fessure possono fondersi e, se ampie e unilaterali, sono facilmente confondibili con una cisti porencefalica. I bordi della fessura sono spesso circondati da tessuto cerebrale anomalo, in particolare microgiria. La TC consente di formulare la diagnosi, documentando le dimensioni e l’estensione della fessura. Il riconoscimento delle forme più lievi può richiedere la RM. Molti pazienti presentano ritardo mentale grave, convulsioni difficili da controllare e microcefalia (con tetraparesi spastica quando le fessure sono bilaterali). La schizencefalia unilaterale costituisce una causa frequente di emiparesi congenita. PORENCEFALIA. Consiste nella presenza di cisti e cavità all’interno del cervello, originate da difetti dello sviluppo o lesioni acquisite (come infarti del tessuto). Le cisti porencefaliche vere sono localizzate nella regione della scissura silviana e tipicamente comunicano con lo spazio subaracnoideo e/o il sistema ventricolare. Tali cisti costituiscono anomalie evolutive della migrazione cellulare e sono spesso associate ad altre malformazioni cerebrali, come microcefalia, pattern anomalo di giri adiacenti ed encefalocele. I bambini colpiti manifestano ritardo mentale, emi o tetraparesi spastica, atrofi a ottica e convulsioni. Le cisti pseudoporencefaliche si sviluppano tipicamente durante il periodo perinatale o postnatale e sono il risultato di anomalie della circolazione venosa o arteriosa (come infarti o emorragie). Tali cisti unilaterali non comunicano con una cavità piena di liquido, né sono associate ad anomalie della migrazione cellulare o a malformazioni del SNC. Le cisti pseudoporencefaliche si manifestano con emiparesi e convulsioni focali nel primo anno di vita. OLOPROSENCEFALIA. Questo disturbo dello sviluppo cerebrale è il risultato di un difettoso clivaggio del proencefalo e dell’inadeguata induzione delle strutture encefaliche anteriori. Le anomalie, 591-605ANA.indd 2511 Figura 592-8. Oloprosencefalia lobare. La RM pesata in T1 mostra l’assenza di separazione tra gli emisferi e la fusione ventricolare. di gravità variabile, sono classificate in tre gruppi: alobari, semilobari e lobari (Fig. 592-8). Un quarto tipo, detto sintelencefalia o fusione interemisferica mediana (Middle InterHemispheric Fusion, MIHF), coinvolge un’area segmentale di non clivaggio dei lobi frontale posteriore e parietale. Anomalie facciali come ciclopia, cebocefalia, dente incisivo centrale singolo e agenesia premascellare sono comuni nei casi più gravi, perché il mesoderma precordale che induce il prosencefalo ventrale è responsabile anche dell’induzione delle strutture facciali mediane. La oloprosencefalia lobare è caratterizzata da un ventricolo unico, assenza di falce e gangli basali fusi. Il riscontro di anomalie ventricolari non è sufficiente per la formulazione della diagnosi, che richiede la dimostrazione dell’assenza di clivaggio delle strutture cerebrali della linea mediana. 23-09-2008 15:00:57 2512 ■ PARTE XXVI ■ Il sistema nervoso Il tasso di mortalità è estremamente elevato, ma alcuni pazienti vivono per anni. Nelle forme lievi la morbilità è meno grave, ma è opportuno evitare qualsiasi prognosi. L’incidenza dell’oloprosencefalia è compresa tra 1 su 5000 e 1 su 16 000. La diagnosi prenatale può essere confermata mediante ecografia dopo la decima settimana di gestazione (nei casi più gravi). Solitamente non è possibile identificare la causa della patologia, ma è ipotizzabile un’associazione con il diabete materno. In circa il 50% dei casi, si riscontrano anomalie cromosomiche, come delezioni dei cromosomi 7q e 3p, 21q, 2p, 18p e13q, trisomia 13 e 18. È stato dimostrato che anche le mutazioni del gene “sonic hedgehog” a livello del cromosoma 7q causano oloprosencefalia. 592.8 • AGENESIA DEL CORPO CALLOSO L’agenesia del corpo calloso consiste in un eterogeneo gruppo di patologie con espressione variabile, dal grave ritardo mentale e deficit neurologico a soggetti asintomatici con livello intellettivo nella norma (Fig. 592-9). Il corpo calloso si sviluppa a partire dal piatto commissurale, che si trova in prossimità del neuroporo anteriore. Il danneggiamento di tale piatto durante le fasi precoci dell’embriogenesi provoca l’agenesia del corpo calloso. Se l’agenesia resta un fenomeno isolato, il paziente può risultare asintomatico. Gli individui che, oltre all’assenza del corpo calloso, presentano anomalie dovute a difetti della migrazione cellulare, come eterotopia, microgiria e pachigiria (circonvoluzioni aumentate e ampie), manifestano sintomi neurologici, tra cui ritardo mentale, microcefalia, emiparesi, diplegia e convulsioni. La TC e la RM consentono di evidenziare le caratteristiche anatomiche del disturbo, mostrando l’ampia separazione tra i corni anteriori e l’anomala posizione elevata del terzo ventricolo tra i ventricoli laterali. La RM delinea con precisione l’estensione del difetto del corpo calloso. L’assenza del corpo calloso può essere ereditata con modalità autosomica dominante. La patologia è talvolta associata a specifiche anomalie cromosomiche, in particolare la trisomia 8 e 18. La sindrome di Aicardi è una patologia complessa che colpisce diversi sistemi, tipicamente associata ad agenesia del corpo calloso. Il fatto che nella quasi totalità dei casi i pazienti siano di sesso femminile suggerisce un’anomalia genetica del cromosoma X (può essere letale nei feti maschi). Le convulsioni esordiscono durante i primi mesi di vita e non rispondono agli anticonvulsivanti. L’elettroencefalogramma (EEG) registra l’attività indipendente dei due emisferi, risultato dell’assenza del corpo calloso. Tutte le pazienti manifestano ritardo mentale grave e anomalie delle vertebre, fuse o solo parzialmente sviluppate (emivertebre). I reperti tipici della sindrome di Aicardi sono le anomalie retiniche, come lacune circoscritte e coloboma del disco ottico. 592.9 • AGENESIA DEI NERVI CRANICI L’assenza dei nervi cranici o dei corrispondenti nuclei centrali, descritta in diverse malattie, può coinvolgere i nervi ottico, trigemino e uditivo, e i nervi cranici IX, X, XI, e XII. I disturbi causati includono la ptosi congenita e il fenomeno di Marcus Gunn (movimenti di suzione della mandibola causano la simultanea chiusura delle palpebre; questa sincinesia congenita è dovuta a una anomala innervazione dei nervi trigemino e oculomotorio). La sindrome di Möbius è caratterizzata da debolezza facciale bilaterale, spesso associata a paralisi del nervo abducente. Sono stati segnalati casi di ipoplasia o agenesia dei nuclei troncoencefalici e di assenza o riduzione del numero di fibre muscolari. La malattia si presenta nel periodo neonatale con debolezza facciale e conseguenti difficoltà di allattamento. La facies immobile e inespressiva può erroneamente suggerire la presenza di ritardo mentale. La prognosi è eccellente in molti casi e lo sviluppo procede nella norma. L’aspetto del volto può essere migliorato chirurgicamente. 592.10 • MICROCEFALIA La microcefalia è definita come una circonferenza cranica che misura più di tre deviazioni standard al di sotto della media per sesso ed età. Questa condizione patologica è relativamente comune, in particolare nei bambini con ritardo dello sviluppo. Può essere causata da diversi fattori, ma in molti casi si riscontra un’anomalia della migrazione neuronale durante lo sviluppo fetale (come l’eterotopia delle cellule neuronali e le atipie citoarchitetturali). Esistono due forme principali: la microcefalia primaria (genetica) e la microcefalia secondaria (non genetica). La formulazione di una diagnosi precisa è fondamentale per il counseling genetico e per la previsione dei rischi in caso di gravidanze future. EZIOLOGIA. La microcefalia primaria comprende un gruppo di condizioni patologiche ereditate con modalità mendeliana, nelle quali non si riscontrano altre malformazioni, o associate a una specifica sindrome genetica. I neonati colpiti sono solitamente identificati alla nascita in seguito al riscontro di una circonferenza cranica inferiore alla media. I tipi più comuni includono la microcefalia familiare autosomica dominante e una serie di sindromi cromosomiche riassunte nella Tabella 592-1. La microcefalia secondaria è il risultato dell’esposizione a un’ampia gamma di agenti tossici che possono danneggiare il feto in utero o il lattante (in particolare nei periodi di rapida crescita cerebrale nei primi due anni di vita). Figura 592-9. Agenesia del corpo calloso mostrata dalla RM. La scansione sul piano sagittale (a sinistra) e coronale (a destra) mostra la totale assenza di una struttura mediosagittale di sostanza bianca (frecce nell’immagine a sinistra). L’immagine coronale (a destra) mostra, malgrado l’artefatto da movimento, l’assenza di una struttura di collegamento tra i due emisferi (area al di sotto della freccia). 591-605ANA.indd 2512 23-09-2008 15:00:57 Capitolo 592 ■ Anomalie congenite del sistema nervoso centrale ■ 2513 TABELLA 592-1. Cause della microcefalia CAUSE PRIMARIA (GENETICA) 1. Familiare (autosomica recessiva) 2. Autosomica dominante 3. Sindromi di Down (trisomia 21) di Edward (trisomia 18) Cri-du-chat (5p-) di Cornelia de Lange di Rubinstein-Taybi di Smith-Lemli-Opitz SECONDARIA (NON GENETICA) 1. Radiazioni 2. Infezioni congenite Cytomegalovirus Rosolia Toxoplasmosi 3. Farmaci e abuso di sostanze Sindrome feto-alcolica Sindrome fetale da idantoina 4. Meningite/encefalite 5. Malnutrizione 6. Malattie metaboliche 7. Ipertermia 8. Encefalopatia ipossica-ischemica REPERTI TIPICI • Incidenza 1 su 40 000 nascite • Facies tipica, con fronte obliqua, naso e orecchie prominenti; grave ritardo mentale e convulsioni; scarsa differenziazione delle circonvoluzioni e citoarchitettura disorganizzata • Assenza di una facies tipica, palpebre e fronte oblique, orecchie prominenti • Crescita lineare normale, convulsioni facilmente controllabili, ritardo mentale lieve o borderline • Incidenza 1 su 800 • Anomalo arrotondamento dei lobi frontale e occipitale, cervelletto piccolo; giro temporale superiore stretto, tendenza a sviluppare alterazioni neurofibrillari dell’Alzheimer, anomalie ultrastrutturali della corteccia cerebrale • Incidenza 1 su 6500 • Basso peso alla nascita, microstomia, micrognazia, orecchie a impianto basso, occipite prominente, piede rocker-bottom, deformità in flessione delle dita, cardiopatia congenita, aumento dei giri, eterotopia dei neuroni • Incidenza 1 su 50 000 • Volto ovale, epicanto prominente, orecchie a impianto basso, ipertelorismo e pianto caratteristico • Assenza di una specifica neuropatia • Ritardo di crescita pre e postnatale, sinofria, labbro superiore sottile e rivolto verso il basso • Pollice in posizione prossimale • Naso a becco, palpebre oblique e rivolte verso il basso, epicanto, bassa statura, pollici e alluci grandi • Ptosi, scafocefalia, epicanto, anteversione delle narici • Basso peso alla nascita, gravi disturbi dell’allattamento • Microcefalia e ritardo mentale, più grave se l’esposizione avviene nelle prime 15 settimane di gestazione • Piccole dimensioni rispetto alla media, eruzione petecchiale, epato-splenomegalia, corioretinite, sordità, ritardo mentale e convulsioni • Calcificazione del SNC e microgiria • Ritardo di crescita, porpora, trombocitopenia, epato-splenomegalia, cardiopatia congenita, corioretinite, cataratta e sordità • Aree perivascolari necrotiche, polimicrogiria, eterotopia, cavitazioni subependimali • Porpora, epato-splenomegalia, ittero, convulsioni, idrocefalo, corioretinite e calcificazione cerebrale • Ritardo di crescita, ptosi, assenza di filtro e labbro superiore ipoplastico, cardiopatia congenita, disturbi dell’allattamento, eterotopia della neuroglia, disorganizzazione neuronale • Ritardo di crescita, ipoplasia delle falangi distali, epicanto, radice nasale ampia e narici anteverse • Infarti cerebrali, cavitazione cistica, diffusa perdita neuronale • La causa di microcefalia è controversa • Diabete mellito materno e iperfenilalaninemia materna • Febbre elevata durante le prime 4-6 settimane può causare microcefalia, convulsioni e anomalie facciali • Studi anatomopatologici rivelano eterotopia neuronale • Altri studi non sono riusciti a stabilire alcun collegamento tra febbre materna e anomalie fetali • Edema cerebrale diffuso iniziale; atrofia cerebrale negli stadi avanzati MANIFESTAZIONI CLINICHE E DIAGNOSI. L’anamnesi dettagliata deve indagare in particolare la presenza di altri casi di microcefalia nella famiglia o di disturbi a carico del sistema nervoso. È importante misurare la circonferenza del paziente alla nascita. Una circonferenza molto ridotta implica infatti un processo iniziato precocemente durante lo sviluppo embrionale o fetale. Un insulto cerebrale più tardivo (in particolare dopo i due anni) determina raramente una grave microcefalia. Misure seriali sono più utili di una singola misurazione, soprattutto se l’anomalia è minima. È opportuno misurare anche la circonferenza cranica di genitori e fratelli. La scelta degli esami di laboratorio è determinata dall’anamnesi e dall’esame fisico. Se la causa della microcefalia non è nota, è utile determinare il livello sierico materno di fenilalanina. Una concentrazione elevata in una madre asintomatica può causare un grave danno cerebrale in un bambino non fenilchetonurico. Se si sospetta una sindrome cromosomica o in presenza di facies anomala, bassa statura o anomalie congenite addizionali è utile ottenere il cariotipo. La RM consente di identificare anomalie strutturali del cervello, mentre la TC è la tecnica ideale per evidenziare calcificazioni intracerebrali. Studi supplementari includono: il dosaggio degli amminoacidi nel plasma a digiuno e nelle urine; la determinazione dell’ammoniaca nel siero; esami del gruppo TORCH, per la ricerca di toxoplasmosi, rosolia, Cytomegalovirus, herpes simplex; esame HIV di madre e bambino; prelievo di un campione urinario per la coltura del Cytomegalovirus. 591-605ANA.indd 2513 TRATTAMENTO. Una volta stabilita la causa della microcefalia, è opportuno fornire alla famiglia un accurato counseling genetico e di supporto. Poiché la microcefalia è spesso associata a ritardo mentale, il medico è chiamato ad assistere i genitori nella scelta del programma più appropriato per favorire lo sviluppo del bambino (vedi Capitolo 38.2). Barkovich AJ, Kuzniecky RI, Jackson MD, et al: Classification system for malformations of cortical development. Neurology 2001;57:2168–2178. Barr M, Cohen MM: Holoprosencephaly survival and performance. Am J Med Genet 1999;89:116–120. Clark GD: The classification of cortical dysplasias through molecular genetics. Brain Dev 2004;26:351–362. Denis D, Chateil JF, Brun M, et al: Schizencephaly: Clinical and imaging features in 30 infantile cases. Brain Dev 2000;22:475–483. Donkelaar HJ, Lammens M, Wesseling P, et al: Development and developmental disorders of the human cerebellum. J Neurol 2003;250:1025–1036. d’Orsi G, Tinuper P, Bisulli F, et al: Clinical features and long term outcome of epilepsy in periventricular nodular heterotopia. Simple compared with plus forms. 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La quantità maggiore è prodotta nei ventricoli laterali, mentre il restante 25% circa origina da fonti extracoroidee, come l’endotelio capillare all’interno del parenchima cerebrale. L’innervazione adrenergica e colinergica del plesso coroideo garantisce il controllo neurogeno attivo della formazione di LCS. La stimolazione del sistema adrenergico riduce la produzione, mentre l’eccitazione dei nervi colinergici può raddoppiarla. Nel bambino normale, vengono prodotti circa 20 mL di LCS l’ora. Il volume totale di LCS è approssimativamente di 50 mL nel lattante e 150 mL nell’adulto. La maggior parte TABELLA 592-2. Cause di idrocefalo COMUNICANTE Acondroplasia Impronta basilare Allargamento benigno dello spazio subaracnoideo Papilloma del plesso coroideo Tumore meningeale maligno Meningite Emorragia NON COMUNICANTE Stenosi acqueduttale infettiva* correlata alla X Malformazione di Chiari Malformazione di Dandy-Walker Sindrome di Klippel-Feil Lesioni da massa ascesso ematoma tumori e disturbi neurocutanei malformazione della vena di Galeno sindrome di Walker-Warburg IDRANENCEFALIA Oloprosencefalia Idrocefalo Porencefalia * Toxoplasmosi, parotite, neurocisticercosi. Tratta da Fenichel GM: Clinical Pediatric Neurology, 5th ed. Philadelphia, Elsevier, 2005, p 354. 591-605ANA.indd 2514 dell’LCS è extraventricolare. La sua produzione da parte dei plessi coroidei avviene in diversi stadi; attraverso una complessa serie di intricati passaggi, il plasma ultrafiltrato è processato in una secrezione, l’LCS. Il flusso dell’LCS è il risultato del gradiente pressorio tra il sistema ventricolare e i canali venosi. In condizioni normali, la pressione intraventricolare può salire fino a 180 mmH2O, mentre la pressione nel seno sagittale superiore si colloca intorno a 90 mmH2O. L’LSC scorre dai ventricoli laterali al terzo ventricolo, passando per il forame di Monro. Attraversa poi l’acquedotto del Silvio (lungo circa 3 mm e largo 2 mm nel bambino) ed entra nel 4º ventricolo. Attraverso i forami laterali di Luschka e il forame centrale di Magendie, l’LCS lascia il 4º ventricolo ed entra nelle cisterne alla base del cervello. L’idrocefalo causato dal un’ostruzione nell’ambito del sistema ventricolare è definito idrocefalo ostruttivo o non comunicante. Dalle cisterne basali, l’LCS fluisce posteriormente, attraverso il sistema delle cisterne e al di sopra delle convessità degli emisferi cerebrali. È assorbito prevalentemente dai villi aracnoidei, attraverso le giunzioni strette del loro endotelio, grazie ai gradienti pressori descritti in precedenza. In grado minore, l’LCS è assorbito anche dai canali linfatici diretti ai seni paranasali, lungo il rivestimento delle radici nervose, e dai plessi coroidei stessi. L’idrocefalo risultato dell’obliterazione delle cisterne subaracnoidee o del malfunzionamento dei villi aracnoidi è definito idrocefalo non ostruttivo o comunicante. FISIOPATOLOGIA ED EZIOLOGIA. Nei bambini, l’idrocefalo ostruttivo o non comunicante si sviluppa prevalentemente a causa di una anomalia dell’acquedotto o di una lesione a carico del 4º ventricolo. La stenosi acqueduttale è il risultato di un anomalo restringimento dell’acquedotto del Silvio, spesso associato a ramificazione o biforcazione. In una piccola percentuale di casi, la stenosi è ereditata come tratto recessivo legato al sesso. Occasionalmente, tali pazienti presentano un difetto minore della chiusura del tubo neurale, inclusa la spina bifida occulta. In rari casi, la stenosi acqueduttale è associata a neurofibromatosi. Anche la gliosi acqueduttale può dare origine a idrocefalo. In seguito a meningite neonatale o emorragia subaracnoidea in un neonato prematuro, il rivestimento ependimale dell’acquedotto è interrotto e la conseguente risposta gliale determina una completa ostruzione. Sono stati segnalati casi di infezioni virali intrauterine responsabili di stesosi acqueduttale seguita da idrocefalo (e un caso di meningoencefalite parotitica). La malformazione della vena di Galeno, con conseguente espansione, può determinare un’ostruzione del flusso di LCS, a causa della sua posizione centrale. Lesioni o malformazioni della fossa cerebrale posteriore (come tumori, malformazione di Chiari e sindrome di Dandy-Walker) costituiscono un’altra rilevante causa di idrocefalo. Nella maggior parte dei casi, l’idrocefalo non ostruttivo o comunicante è il risultato di un’emorragia subaracnoidea, solitamente conseguenza di una emorragia intraventricolare in un neonato prematuro. La presenza di sangue negli spazi subaracnoidei può causare obliterazione delle cisterne o dei villi aracnoidei o ostruzione del flusso di LCS. La meningite tubercolotica o pneumococcica tende a produrre un essudato denso e tenace, che ostruisce le cisterne basali. Anche le infezioni intrauterine possono distruggere le vie di scorrimento dell’LCS. Infine, la presenza di infiltrati leucemici nello spazio subaracnoideo rischia di produrre idrocefalo comunicante. MANIFESTAZIONI CLINICHE. La presentazione clinica dell’idrocefalo è estremamente variabile e dipende da molti fattori, inclusa l’età di esordio, la natura delle lesione responsabile dell’ostruzione, la durata e l’entità dell’aumento della pressione intracranica (IntraCranial Pressure, ICP). Nel lattante, il segno principale è costituito da un accelerato aumento delle dimensioni del cranio. La fontanella anteriore appare rilevata e ampia, e le vene della volta cranica risultano dilatate. La fronte è ampia e gli occhi tendono a deviare verso il basso a causa della pressione eserci- 23-09-2008 15:00:57 Capitolo 592 tata dal recesso soprapineale dilatato sul tectum, che determina i caratteristici occhi a sole calante. Lo stiramento e la lesione delle fi bre corticospinali della corteccia motoria determina segni delle vie lunghe, come iperrefl essia tendinea, spasticità, clono (in particolare a livello degli arti inferiori) e segno di Babinski. Nel bambino più grande, le suture craniche sono parzialmente chiuse, perciò i segni di idrocefalo risultano più sfumati e includono: irritabilità, letargia, scarso appetito, vomito e mal di testa. Una graduale modifi ca della personalità e un deterioramento delle prestazioni scolastiche suggeriscono una forma di idrocefalo a lenta progressione. Misure seriali della circonferenza cranica indicano l’incremento della velocità di crescita. La percussione del cranio produce un tipico suono di “pentola fessa” (segno di Macewen), che indica la separazione delle suture. Un accorciamento dell’occipite suggerisce la malformazione di Chiari, mentre un occipite pronunciato suggerisce la malformazione di DandyWalker. Nella maggior parte dei casi si osservano papilledema, paralisi del nervo abducente e segni piramidali, più evidenti a livello degli arti inferiori. Le malformazioni di Chiari sono classifi cate in due sottogruppi principali. Il tipo I, che produce tipicamente sintomi durante l’adolescenza e l’età adulta, solitamente non è associato a idrocefalo. I pazienti lamentano cefalee ricorrenti, cervicalgia, minzione frequente e progressiva spasticità degli arti inferiori. La deformità consiste nello spostamento delle tonsille cerebellari nel canale cervicale (Fig. 592-10). La patogenesi è sconosciuta, ma la teoria prevalente suggerisce un’ostruzione della porzione caudale del 4º ventricolo durante lo sviluppo fetale. È stato ipotizzato anche un cord tethering o anomalie addizionali (siringe). La malformazione di Chiari di tipo II è caratterizzata da idrocefalo progressivo associato a mielomeningocele. La lesione è il risultato di un’anomalia romboencefalica, probabilmente dovuta alla mancata formazione della curvatura pontina durante l’embriogenesi, con conseguente allungamento del 4º ventricolo e deformazione del tronco (spostamento di verme inferiore, ponte e midollo allungato nel canale cervicale; Fig. 592-11). In circa il 10% dei casi, la malformazione determina sintomi durante l’infanzia, che includono stridore re- Figura 592-10. La RM sagittale di un paziente con malformazione di Chiari di tipo I. Le tonsille cerebellari risultano spostate attraverso il forame magno (linea bianca) nell’aspetto inferiore di C2. L'ingombro del forame è evidente. È visibile una cavità siringomielica, che si estende da C3 a T2. (Tratta da Yassari R, Frim D: Evaluation and management of the Chiari malformation type 1 for the primary care pediatrician. Pediatr Clin North Am 2004;51:477-490.) 591-605ANA.indd 2515 ■ Anomalie congenite del sistema nervoso centrale ■ 2515 Figura 592-11. La RM mediosagittale pesata in T1 di un paziente con malformazione di Chiari. Le tonsille cerebellari (freccia bianca) sono discese al di sotto del forame magno (freccia nera). Notare l’aspetto del 4º, che appare come una piccola fessura verticale. spiratorio, pianto debole e apnea (alleviabile mediante shunt o decompressione della fossa posteriore). Una forma più indolente causa anomalie della deambulazione, spasticità e progressiva perdita della coordinazione durante l’infanzia. Le radiografie dirette mostrano una fossa posteriore piccola e un allargamento del canale cervicale. La TC con mezzo di contrasto e la RM mostrano la protrusione verso il canale cervicale delle tonsille cerebellari e le anomalie romboencefaliche. La malformazione è trattata mediante decompressione chirurgica. La malformazione di Dandy-Walker consiste in un’espansione cistica del 4º ventricolo nella fossa posteriore e in un’ipoplasia cerebellare della linea mediana, conseguenza del mancato sviluppo del tetto del 4º ventricolo durante l’embriogenesi (Fig. 592-12). Circa il 90% dei pazienti ha idrocefalo e un numero significativo di bambini presenta anomalie associate, come agenesia del verme cerebellare posteriore e del corpo calloso. Nel lattante, la Figura 592-12. Cisti di Dandy-Walker. A, Immagine TC assiale (preoperatoria) che mostra un’ampia cisti nella fossa posteriore (cisti di Dandy-Walker, freccia grande) e la dilatazione dei ventricoli laterali (frecce piccole), una complicazione secondaria all’ostruzione dei canali dell’LCS all’uscita del 4º ventricolo. B, Nello stesso paziente, un’immagine TC assiale più bassa mostra la distensione degli emisferi cerebellari dovuta alla dilatazione del 4º ventricolo (cisti di Dandy-Walker). I ventricoli dilatati prossimali al 4º ventricolo mostrano l’ostruzione del flusso di LCS dovuta alla cisti di Dandy-Walker. C, RM dello stesso paziente, che mostra la riduzione delle dimensioni della cisti di DandyWalker e dei corni temporali (frecce) in seguito all’impianto di uno shunt. Il verme incompleto (freccia piccola) è ora riconoscibile. 23-09-2008 15:00:58 2516 ■ PARTE XXVI ■ Il sistema nervoso malformazione si presenta con un rapido aumento della circonferenza del cranio e occipite prominente. La transilluminazione della volta cranica può risultare positiva. La maggior parte dei pazienti presenta segni delle vie lunghe, atassia cerebellare e ritardo nelle acquisizione motorie e cognitive, probabilmente dovuti alle anomalie strutturali associate. In presenza di idrocefalo, il trattamento prevede l’impianto di uno shunt nella cavità cistica (e occasionalmente anche nei ventricoli). DIAGNOSI E DIAGNOSI DIFFERENZIALE. L’esame di un bambino con idrocefalo comincia con la raccolta dell’anamnesi. Il riscontro di una storia familiare positiva suggerisce un idrocefalo legato all’X secondario a stenosi acqueduttale. È importante verificare la presenza di una storia clinica di prematurità con emorragia intracranica, meningite o encefalite parotitica. Chiazze caffellatte multiple e altre caratteristiche cliniche della neurofibromatosi sono suggestive di un idrocefalo da stenosi acqueduttale. L’esame include una accurata ispezione, palpazione e auscultazione della volta cranica e della colonna. La circonferenza occipitofrontale è registrata e paragonata a misurazioni precedenti. Si osservano le dimensioni e la confi gurazione della fontanella anteriore. Il dorso deve venire ispezionato, per verifi care la presenza di lesioni cutanee della linea mediana, come ciuffi di peli, lipomi o angiomi, che suggeriscono disrafi smo spinale. La presenza di una fonte prominente o di anomalie della forma dell’occipite contribuiscono a chiarire la patogenesi dell’idrocefalo. La malformazione della vena di Galeno causa spesso un rumore cranico auscultabile. La transilluminazione del cranio è positiva in caso di rilevante dilatazione del sistema ventricolare o nella sindrome di Dandy-Walker. L’esame del fondo oculare è indispensabile, perché il riscontro di corioretinite suggerisce la responsabilità di un’infezione intrauterina, come la toxoplasmosi, nella genesi dell’idrocefalo. Il papilledema è osservato nei bambini più grandi, ma è raramente presente nei lattanti, perché l’incremento della pressione determina una separazione delle suture. Le radiografie dirette mostrano tipicamente separazione delle suture, erosioni dei processi clinoidei posteriori nel bambino più grande e un allargamento dei solchi delle circonvoluzioni (“segno dell’argento battuto”) se l’aumento dell’ICP si protrae a lungo. La TC e/o la RM e l’ecografi a costituiscono le tecniche di elezione per identifi care le cause specifi che dell’idrocefalo nel neonato e per valutarne la gravità. L’aumento della circonferenza cranica può essere confuso con l’idrocefalo secondario all’ispessimento cranico dovuto a anemia cronica, rachitismo, osteogenesi imperfetta e displasia epifisaria. Raccolte subdurali croniche possono causare una prominenza parietale ossea bilaterale. Vari disturbi metabolici e degenerativi del SNC determinano encefalomegalia, dovuta all’anomalo accumulo di sostanze all’interno del parenchima cerebrale. Questi disturbi includono malattie lisosomiali (Tay-Sachs, gangliosidosi e mucopolisaccaridosi), aminoacidurie (malattia delle urine a sciroppo d’acero) e leucodistrofi e (metacromatica, malattie di Alexander e Canavan). Anche la neurofibromatosi e il gigantismo cerebrale sono caratterizzati da un aumento della massa cerebrale. L’encefalomegalia familiare, ereditata con modalità autosomica dominante, è caratterizzata da un ritardo nelle acquisizioni motorie, ma il livello intellettivo è solitamente nella norma o lievemente inferiore. Per formulare la diagnosi è necessario procedere alla misura della circonferenza cranica dei genitori. L’idranencefalia può essere confusa con idrocefalo. Gli emisferi cerebrali sono assenti o costituiti da un sacco membranoso che contiene residui di corteccia frontale, temporale o occipitale, dispersi sulla membrana. Il mesencefalo e il tronco sono relativamente integri (Fig. 592-13). La causa dell’idranencefalia è sconosciuta, ma l’occlusione bilaterale delle arterie carotidi interne durante le fasi precoci dello sviluppo fetale spiegherebbe gran parte delle anomalie. Nei lattanti colpiti, la circonferenza cranica, normale o aumentata alla nascita, aumenta troppo rapidamente nel postnatale. La transilluminazione rivela l’assenza degli emisferi cerebrali. Il bambino è irritabile, manifesta disturbi 591-605ANA.indd 2516 Figura 592-13. Idranencefalia. RM che mostra il tronco e il midollo spinale con residui di cervelletto e corteccia cerebrale. Il resto del cranio è riempito con LCS. dell’allattamento e sviluppa convulsioni e tetraparesi spastica. Lo sviluppo cognitivo è minimo o del tutto assente. L’impianto di uno shunt ventricolo-peritoneale impedisce un allargamento incontrollato del cranio. TRATTAMENTO. La terapia dell’idrocefalo dipende dalla causa. La somministrazione di acetazolamide e furosemide può fornire un sollievo temporaneo, riducendo la produzione di LCS, ma i risultati a lungo termine di questa terapia si sono rivelati deludenti. La maggior dei casi di idrocefalo richiede l’impianto di uno shunt extracranico, in particolare ventricolo-peritoneale (ma talvolta è sufficiente la ventricolostomia). Le principali complicanze dell’applicazione di shunt sono l’occlusione (con mal di testa, papilledema, emesi e alterazioni dello stato mentale) e le infezioni batteriche (con febbre, mal di testa e meningismo), solitamente dovute a Staphylococcus epidermidis (vedi Capitolo 180). Grazie a una meticolosa preparazione, il tasso di infezioni da shunt può essere ridotto fino a ⬍5%. La correzione chirurgica intrauterina dell’idrocefalo fetale non ha ottenuto risultati incoraggianti, forse a causa dell’elevato tasso di malformazioni cerebrali associate. PROGNOSI. La prognosi dipende dalla causa della dilazione ventricolare e non dalle dimensioni del mantello corticale all’epoca dell’intervento, fatta eccezione per i casi di grave compressione o stiramento del mantello. I bambini con idrocefalo presentano un rischio più elevato di presentare varie disabilità dello sviluppo. Il quoziente intellettivo medio è più basso rispetto alla popolazione generale, in particolare nelle abilità di performance (mentre nelle abilità verbali il ritardo è meno marcato). Si riscontrano spesso anomalie della funzione mnemonica. Sono comuni anche i disturbi visivi, come strabismo, anomalie visuospaziali, difetti del campo visivo e atrofia ottica, con riduzione dell’acuità visiva secondaria all’aumento dell’ICP. Le latenze dei potenziali evocati visivi sono ritardate e continuano a esserlo per un certo periodo anche dopo la correzione chirurgica dell’idrocefalo. Alcuni pazienti manifestano un comportamento aggressivo e delinquenziale. Nei soggetti con idrocefalo corretto da shunt o mielomeningocele, si riscontra spesso un’accelerazione dello sviluppo puberale, forse causata dall’aumento della secrezione di gonadotropina in risposta all’incremento della ICP. È indispensabile sottoporre i bambini con idrocefalo a follow-up multidisciplinare a lungo termine. 23-09-2008 15:00:58 Capitolo 592 Chumas P, Tyagi A, Livingston J: Hydrocephalus—What’s new? Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed 2001;85:F149–F154. Cochrane DD, Myles ST, Nimrod C, et al: Intrauterine hydrocephalus and ventriculomegaly: Associated abnormalities and fetal outcome. Can J Neurol Sci 1985;12:51–59. Fitzsimmons JS: Laryngeal stridor and respiratory obstruction in association with myelomeningocele. 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La craniosinostosi secondaria, che non verrà discussa in questa sede, è il risultato di un disturbo della crescita e dell’espansione cerebrale. L’incidenza della craniosinostosi è di circa 1 su 2000 nascite. Nella maggior parte dei casi, la causa è sconosciuta, ma nel 10-20% si ipotizza un’origine genetica. SVILUPPO ED EZIOLOGIA. Durante le fasi precoci dello sviluppo, il cervello è avvolto da una guaina mesenchimale. Entro il 2º mese, nella porzione di mesenchima corrispondente al cranio comincia a evidenziarsi il tessuto osseo, mentre alla base del cranio si forma tessuto cartilagineo. Entro il 5º mese di gestazione, le ossa craniche (frontali, parietali, temporali e occipitali) appaiono ben sviluppate e separate da suture e fontanelle. Il cervello cresce rapidamente nei primi anni di vita e, in condizioni normali, tale sviluppo non incontra ostacoli grazie all’equivalente crescita lungo le linee di sutura. La causa della craniosinostosi non è nota, ma l’ipotesi prevalente suggerisce che uno sviluppo anomalo della base del cranio determini una pressione eccessiva sulla dura madre, alterando il normale sviluppo delle suture. Sono stati identificati fattori genetici in alcune cause isolate e in molte cause sindromiche di craniosinostosi (Tab. 592-3). ■ Anomalie congenite del sistema nervoso centrale ■ 2517 TABELLA 592.3. Classificazioni clinico-genetiche delle craniosinostosi usate comunemente CATERGORIA DIAGNOSTICA Craniosinostosi isolata NOME DELLA SINDROME Sulla base della morfologia Craniosinostosi sindromica Sindrome di Antler-Bixler Sindrome di Apert Sindrome di Baere-Stevenson Sindrome di Bailler-Gerold Sindrome di Carpenter Displasia craniofrontale Sindrome di Crouzon Sindrome di Crouzon mesodermo-scheletrica CAUSA Sconosciuta, costrizione uterina o mutazione di FGFR3 Sconosciuta Solitamente una delle due mutazioni di FGFR2 Mutazione di GFGR2 o FGFR3 Mutazione eterogenea di TWIST Sconosciuta Gene sconosciuto in Xp22 Numerose mutazioni di FGFR2 Mutazione di FGFR3 Tratta da Ridgway EB, Weiner HL: Skull deformities. Pediatr Clin North Am 2004;51:359-387. MANIFESTAZIONI CLINICHE E TRATTAMENTO. La maggior parte dei casi di craniosinostosi è evidente già alla nascita ed è caratterizzata dalla deformità del cranio, diretta conseguenza della prematura fusione delle suture. La palpazione delle suture rivela un margine osseo prominente. La fusione delle suture può essere confermata dalla radiografia diretta del cranio o da scansione ossea nei casi dubbi (Tab. 592-4). La chiusura prematura della sutura sagittale produce un cranio stretto e allungato (scafocefalia), che costituisce la forma più comune di craniosinostosi. La scafocefalia è associata a occipite prominente, fronte larga e fontanella anteriore piccola o assente. Questa malformazione è sporadica, più comune nei maschi e spesso causa difficoltà durante il travaglio, a causa della sproporzione cefalopelvica. La scafocefalia non determina né un aumento dell’ICP né idrocefalo. I risultati degli esami neurologici sono nella norma. La plagiocefalia frontale è la seconda più comune forma di craniosinostosi. È caratterizzata da un appiattimento unilaterale della fronte, un’elevazione dell’orbita omolaterale e del sopracciglio e orecchio prominente sul lato opposto. La malformazione, più comune nelle femmine, è il risultato della prematura fusione della sutura coronale e sfenofrontale. L’intervento di chirurgia plastica consente di ottenere un buon risultato estetico. La plagiocefalia occipitale ha spesso un’origine posturale ed è più comune nei bambini con handicap grave o incapaci di muoversi. Ma anche la fusione o sclerosi della sutura lamdoidea può causare appiattimento occipitale unilaterale associata a prominenza frontale omolaterale. La trigonocefalia è una rara forma di craniosinostosi dovuta alla prematura fusione della sutura metopica, che causa ipotelorismo e una fronte stretta e appuntita. TABELLA 592-4. Epidemiologia e caratteristiche cliniche delle più comuni craniosinostosi TIPO Sagittale Coronale Lambdoide Metopica Multiple EPIDEMIOLOGIA Forma più comune che coinvolge una sola sutura, 80% maschi 18% delle craniosinostosi, più comune nelle femmine Associata a sindrome di Apert (con sindattilia) e con la sindrome di Crouzon (anomalie ossa sfenoidi, orbitali e facciali) 10-20% delle craniosinostosi; rapporto M:F 4:1 DEFORMTÀ DEL CRANIO Dolicocefalia o scafocefalia Associazione con anomalie del cromosoma 19p Trigoncefalia Appiattimento unilaterale dell’occipite, indentazione lungo la sutura sinostotica, protrusione della fronte omolaterale che determina cranio romboide, orecchio omolaterale in posizione anteriore e inferiore Bilaterale: brachicefalia con spostamento in posizione anteriore e inferiore delle orecchie Fronte a punta e sporgente lungo la linea mediana, ipotelorismo Ossicefalia Turricefalia con seni poco sviluppati e orbite poco profonde, elevata ICP Unilaterale: plagiocefalia Bilaterale: brachicefalia, acrocefalia Plagiocefalia lambdoide/occipitale; lato destro colpito nel 70% dei casi PRESENTAZIONE CLINICA Protuberanze frontali, occipite prominente, margine della sutura metopica palpabile, OFC normale e diametro biparietale ridotto Unilaterale: appiattimento della fronte sul lato colpito, guance piatte, deviazione del naso verso il lato normale, margine sopraorbitale più alto che determina il segno di Arlecchino nelle radiografie, rotazione verso l’esterno dell’orbita, che può causare ambliopia Bilaterale: fronte ampia e schiacciata. Sindattilia in presenza di sindrome di Apert, ipoplasia della parte centrale del volto e proptosi progressiva nella sindrome di Crouzon OFC, Occipital-Frontal Circumference (circonferenza occipitale-frontale). Tratta da Ridgway EB, Weiner HL: Skull deformities. Pediatr Clin North Am 2004;51:359-387. 591-605ANA.indd 2517 23-09-2008 15:00:58 2518 ■ PARTE XXVI ■ Il sistema nervoso I pazienti presentano un elevato rischio di sviluppare anomalie evolutive del proencefalo. La turricefalia è caratterizzata da un cranio a cono, causato dalla prematura fusione della sutura coronale e spesso anche delle suture sfenofrontale e frontoetmoidale. La deformità Kleeblattschädel determina un cranio a forma di trifoglio, con le ossa temporali molto prominenti e il resto del cranio compresso. L’idrocefalo è una complicanza comune. La prematura fusione di una sola sutura causa raramente un deficit neurologico. In tali casi, l’unica indicazione per l’intervento chirurgico è di tipo estetico. La prognosi dipende dalla sutura coinvolta e dalla gravità della deformazione. Le probabilità di insorgenza di complicanze neurologiche, incluso l’idrocefalo e l’aumento della ICP, è più elevata in caso di fusione prematura di due o più suture. In tali casi l’intervento chirurgico è essenziale. I principali disturbi genetici associati alla craniosinostosi includono le sindromi di Crouzon, Apert, Carpenter, Chotzen e Pfeiffer. La sindrome di Crouzon è caratterizzata da craniosinostosi prematura e si trasmette con modalità autosomica dominante. La forma della testa dipende dall’epoca e dall’ordine della fusione delle suture, ma la maggior parte dei bambini presenta una compressione in direzione retro-frontale del diametro del cranio o brachicefalia dovuta alla chiusura bilaterale delle suture coronali. Le orbite sono poco sviluppate e la proptosi oculare è prominente. L’ipoplasia mascellare e l’ipertelorismo orbitale completano la facies tipica. La sindrome di Apert presenta molte caratteristiche in comune con la sindrome di Crouzon. Si tratta solitamente di una condizione sporadica, ma può riscontrarsi anche un’ereditarietà di tipo autosomico dominante. È associata alla prematura fusione di molteplici suture, tra cui la coronale, la sagittale, la squamosa e la lambdoidea. La facies tende a essere asimmetrica e la proptosi oculare è meno marcata rispetto alla sindrome di Crouzon. La sindrome di Apert è caratterizzata da sindattilia del 2º, 3º e 4º dito, che possono essere fuse al pollice e al 5º dito. Anomalie analoghe si riscontrano anche nel piede. Tutti i pazienti vanno incontro a una progressiva calcifi cazione e fusione delle ossa di mani, piedi e colonna cervicale. La sindrome di Carpenter è una malattia a trasmissione autosomica recessiva determinata dalla fusione di varie suture, che tende a produrre la deformità del cranio a forma di trifoglio. La sindattilia del tessuto molle di mani e piedi è sempre presente e anche il ritardo mentale è comune. Anomalie meno comuni includono la cardiopatia congenita, opacità corneali, coxa valga e genu valgum. La sindrome di Chotzen è caratterizzata da craniosinostosi asimmetrica e plagiocefalia. Si tratta della sindrome genetica più frequente, ereditata con modalità autosomica dominante. È associata ad asimmetria facciale, ptosi palpebrale, accorciamento delle dita e sindattilia del tessuto molle del 2º e 3º dito. La sindrome di Pfeiffer è spesso associata a turricefalia. Gli occhi sono prominenti e distanziati, pollice e alluce sono corti e larghi. Può evidenziarsi una parziale sindattilia del tessuto molle. La maggior parte dei casi sembra sporadica, ma è stata segnalata una modalità di trasmissione autosomica dominante. È stata dimostrata l’associazione tra mutazioni della famiglia genetica del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti (Fibroblast Growth Factor Receptor, FGFR) e specifici fenotipi della craniosinostosi. Mutazioni del gene FGFR1 localizzato sul cromosoma 8 causano la sindrome di Pfeiffer; una mutazione simile del gene FGFR2 causa la sindrome di Apert. Mutazioni identiche del gene FGFR2 possono determinare sia il fenotipo di Pfeiffer sia quello di Crouzon. In tutte le sindromi genetiche si riscontra un elevato rischio di insorgenza di anomalie associate, incluso idrocefalo, aumento dell’ICP, papilledema, atrofi a ottica dovuta a anomalie del forame ottico, problemi respiratori secondari a deviazioni del setto nasale o atresia delle coane, disturbi del linguaggio e sordità. Il trattamento dell’aumento dell’IPC richiede una craniectomia. La gestione a lungo termine dei pazienti prevede regolari follow-up multidisciplinari. La correzione chirurgica della craniosinostosi consente di ottenere buoni risultati, con una morbilità e mortalità minime, in particolare nei neonati non sindromici. 591-605ANA.indd 2518 Losee JE, Mason AC: Deformational plagiocephaly: Diagnosis, prevention, and treatment. Clin Plast Surg 2005;32:53–64. Ridgway EB, Weiner HL: Skull deformities. Pediatr Clin North Am 2004;51:359–387. Rutland P, Pulleyn LJ, Reardon W, et al: Identical mutations in the FGFR2 gene cause both Pfeiffer and Crouzon syndrome phenotypes. Nat Genet 1995;9:173–176. Sloan GM, Wells KC, Raffel C, et al: Surgical treatment of craniosynostosis: Outcome analysis of 250 consecutive patients. Pediatrics 1997;100:E2. Speltz ML, Kapp-Simon KA, Cunningham M, et al: Single-suture craniosynostosis: A review of neurobehavioral research and theory. J Pediatr Psychol 2004;29(8):651–668. Yassari R, Frim D: Evaluation and management of the Chiari malformation type 1 for the primary care pediatrician. Pediatr Clin North Am 2004;51: 477–490. Capitolo 593 ■ Convulsioni nell’infanzia Michael V. Johnston Le convulsioni, o crisi epilettiche, sono definite come un cambiamento parossistico limitato nel tempo dell’attività motoria e/o comportamentale, risultato di un’attività elettrica cerebrale anomala. In età pediatrica le convulsioni sono comuni e si riscontrano il circa il 10% dei bambini. Nella maggior parte dei casi, sono provocate da disturbi somatici originati all’esterno del cervello, come febbre molto alta, infezioni, sincope, trauma cranico, ipossia, tossine o aritmia cardiaca. Spasmi affettivi e reflusso gastroesofageo possono causare eventi che simulano le convulsioni (vedi Capitolo 594). Alcuni bambini manifestano pseudoconvulsioni di natura psichiatrica. Meno di un terzo delle convulsioni in età pediatrica è causato dall’epilessia, una condizione patologica caratterizzata da convulsioni ricorrenti originate all’interno del cervello. In base alla classificazione epidemiologica, si pone diagnosi di epilessia in presenza di due o più attacchi convulsivi non provocati, a distanza di più di 24 ore. La prevalenza cumulativa dell’epilessia è del 3%; mentre in oltre il 50% dei casi la malattia esordisce nell’infanzia. L’incidenza annuale è inferiore (0,5-0,8%) perché molti bambini crescendo guariscono. La prognosi delle convulsioni sintomatiche o associate all’epilessia è generalmente buona, ma in alcuni casi tale sintomo segnala una grave malattia sistemica o a carico del SNC, che richiede ulteriori approfondimenti diagnostici. Il 10-20% dei bambini con epilessia presenta convulsioni ricorrenti refrattarie al trattamento farmacologico. Tali casi costituiscono spesso una sfida diagnostica e terapeutica. VALUTAZIONE DEL PRIMO ATTACCO. La valutazione iniziale del lattante o bambino durante o poco dopo un sospetto episodio convulsivo deve includere una valutazione delle vie respiratorie, della ventilazione e della funzione cardiaca, nonché la misura di temperatura, pressione sanguigna e glicemia. In seguito al primo episodio, è importante escludere la presenza di malattie potenzialmente fatali responsabili di convulsioni, come meningite, sepsi, trauma cranico intenzionale e non, ingestione di farmaci o abuso di sostanze tossiche. Nell’anamnesi è opportuno tentare di definire i fattori che possono aver provocato l’attacco, fornendo anche una dettagliata descrizione del tipo di convulsione e dello stato postictale. Solitamente i genitori ricordano nei minimi particolari il primo attacco del figlio e sono in grado di fornire un resoconto accurato. Il primo passo della valutazione consiste nel determinare se la convulsione ha un esordio focale o è invece piuttosto generalizzata. Le convulsioni focali sono caratterizzate da sintomi motori o sensoriali, che includono la rotazione forzata verso un lato di occhi e testa, movimenti clonici unilaterali che partono dal volto 23-09-2008 15:00:58