Marketing Oggi - Regione Abruzzo

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Marketing Oggi - Regione Abruzzo
Anno 26 - Numero 272 - € 0,80
Mercoledì 16 Novembre 2016
Marketing
Oggi
È IN EDICOLA
A
Il pri
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r digitale
l
IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI
ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ
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Apre Decoded Fashion Milan. Da Farfetch,
fetch Zalando e MyTheresa
MyTheres evolve il linguaggio online
Digitale, nuova vita ai contenuti
Più prodotto e condivisione. Preferiti Instagram e Snapchat
DI
I
Pagina a cura
FRANCESCA SOTTILARO
l digitale e i suoi meccanismi per trasformare
in business le soluzioni
tecnologiche a servizio
delle aziende si arricchiscono
di nuovi spunti a partire dai
contenuti veicolati online dai
marchi.
A Decoded Fashion, l’evento di ePitti in corso a Milano
e dedicato alle tecnologie applicate alla moda (partner
Intesa SanPaolo, Splio, Ibm,
Salesforce), cade un mito dello
storytelling per determinati
siti e-commerce, come Farfetch
o Zalando: «Ci vuole più prodotto e meno storia. È questo
che interessa oggi i consumatori», dice Giorgio Belloli, cco
della piattaforma multimarca
Farfetch. «Quanto ai mezzi per
raccontarlo, oggi la conversion
rate migliore rispetto ai contenuti tradizionali si ha con Instagram o Snapchat, le app per
smartphone preferite anche
dalle giovani generazioni».
C’è anche una questione
strettamente economica. «I
brand hanno questa idea di
iniziare il rapporto con i consumatori dai contenuti editoriali senza contare che quando si
presenta una storia», racconta
Kasia Luczak, fashion director del sito Zalando, «poi la si
dovrebbe rendere acquistabile
in toto e questo richiede investimenti non sempre facili».
Ogni operatore vede il content con le sue lenti, ma il
mezzo comune per raccontare
è video, anche attraverso i filtri
come Hyperlapse, Boomerang
e Stories ricordati ieri da Julie Pellet, responsabile brand
development di Instagram per
il Sud Europa.
In generale, più in alto si
sale con l’e-commerce e più
cambia la prospettiva in un
mondo dove anche eBay ha
lanciato il servizio premium
«Valet» per assistere in tutto
i suoi clienti. Così Mytheresa.
com, sito nato dopo un primo
negozio multimarca di moda
di lusso a Monaco di Baviera
(Theresa, tutt’oggi esistente) e
dal 2014 di proprietà dell’americana Neiman Marcus, non
rinuncia a video aspirazionali
con le star del web come Alexa
Chung o le attrici invitate a
Venezia. «Emozionare e amare
il marchio è la condizione per
Smartphone durante
una silata e, a destra,
alcuni articoli della linea
chiaraferragni.com
to in atto è
Francesco
Bottigliero, ceo di
ePitti: «Lo
storytelling online si è dimostrato
meno efficace per i
far acquistare un brand»,
dice Michael Kliger, presidente di Mytheresa.
com. «I nostri clienti lo
sanno e quando parliamo di Facebook dicono:
non abbiamo tempo per
i social». Tra i servizi di
MyTheresa ai clienti è
stato lanciato anche il
see now buy now alle sfilate, realizzato per esempio con Burberry. «I risultati sono stati strepitosi, con
articoli andati sold out
dopo lo show», spiega
Kliger.
A ribadire il
cambiamen-
Francesco
Bottigliero
multimarca con un grande
assortimento di prodotti,
ma se sei uno specialty
store come anche Mr Porter
(Net-a-porter) non puoi prescindere da un certo tipo di
racconto, lo stesso che hanno
fatto proprio griffe come Gucci o Kenzo, mettendo i giovani
e l’arte al centro del loro percorso. E questo ha dato risultati incredibili anche grazie
ad Instagram, che è tuttora
perno di molte strategie dei
brand».
Non per tutti i marchi i
ritorni sui contenuti sono immediati. «Spesso ci si affida ai
web influencer senza effettive
garanzie sull’efficacia dell’investimento», spiega Claudio
Con Ibm arriva la moda intelligente
Ibm e Marchesa hanno sperimentato lo
scorso aprile alla serata di gala del Met di
New York, in cui i designer fanno a gara a
vestire le celebrities, la prima esperienza di
alta moda di tipo cognitivo. «In base all’umore dei
post sui social, il vestito
creato con la maison Machesa cambiava colore»,
ha spiegato ieri Keith Mercier, global retail leader di
Ibm Watson. Ma questo è
solo una delle applicazioni che l’azienda hi-tech
tramite Watson con team
operativo nella Silicon
Valley sta studiando per
il mondo del fashion.
Il sistema di intelligenza artificiale permette infatti di accelerare le conoscenze a
servizio dei brand e tradurle in expertise o
sistemi. «Per fare un parallelo dico sempre
che a un fisico per costruire le proprie conoscenze servivano trent’anni e poco dopo
veniva mandato in pensione», ha aggiunto
Mercier, «Oggi si parla di big data, l’80%
dei quali arriva da tweet e interazioni sui
social e cosa sappiamo? Che siamo in grado
di decifrare solo il 20% di questa mole di
informazioni. Watson è il nostro sistema
per accelerare e sfruttare questa conoscenza, capace di trasformare un trend in
personalizzazione o in miglioramento del
servizio al cliente». In
pratica Watson stravolge
l’approccio tradizionale
alle informazione su un
soggetto non solo su scala primaria, quello che si
vede da un consumatore
attraverso il suo aspetto o
i dati primari (età, proveKeith
nienza), ma unendo tutte
Mercier
le specifiche informazioni che ruotano intorno a
lui (i cosiddetti structure
data) e traducendo il linguaggio dell’utente in possibili soluzioni,
dalla medicina alla moda. Il colosso ha annunciato diverse partnership anche nella
Penisola ma i nomi sono ancora top secret.
Di certo c’è l’accordo con Yoox Net-a-porter
realizzata, tra l’altro, «per sviluppare una
piattaforma tecnologica unica e comune
agli online store affidabile e misurabile a
servizio dei brand» e la partnership con
Moncler.
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Agazzi di Bridge
Dgtx. L’azienda
con sede a Parma
e Londra ha lanciato Influmeter, una
app per misurare il
ritorno delle operazioni di marketing
online create insieme alle star del
web. Chi sono le più
profittevoli oggi?
«Negin Mirsalehi,
Mariano di Vaio,
Chiara Ferragni»,
dicono da Decoded.
La case history di The Blond
Salad, in particolare, è stata
sotto i riflettori del talent
Garden Calabiana, sede della
manifestazione. Da social influencer Ferragni è diventata
imprenditrice con una doppia
piattaforma. «C’è The blond
salad per le collaborazioni
con i brand e poi il sito Chiara
Ferragni.com, marchio con cui
vendiamo scarpe e accessori e
che ha generato un venduto di
oltre 20 milioni di euro», racconta Andrea Loroni, ceo di
ChiaraFerragni.com, operativo tra Milano e Los Angeles
dove risiede anche la blogger.
«Nel 2017 apriremo il nostro
primo store a Milano e altre
25 insegne dirette in Cina. Il
primo mercato sono gli Stati
Uniti e proprio a Natale debutta un pop up store al centro commerciale The Grove di
Los Angeles».
Per capire quanto il linguaggio dei contenuti stia
evolvendo basta parlare con i
ragazzi di Photoslurp, piattaforma di marketing e visual
commerce con origini spagnole e attiva in 60 paesi. «Vede»,
dice il ceo Eulogi Bordas indicando le case history Castaner o gli orologi Cluse watches
dall’immancabile Macbook dello stand, «ci sono marchi che
fanno in Spagna la maggior
parte del loro fatturato online
e parliamo di un mercato, quello della moda e degli accessori
che da noi ha un unico protagonista: Zara copre infatti il 45%
delle vendite online. Per questo
i marchi si sono attrezzati: ci
sono contenuti fotografici e si
può acquistare direttamente
dallo storytelling. La conversion rate dei brand raddoppia
in presenza di social content»,
conclude il ceo e cofondatore
della società.
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Mercoledì 16 Novembre 2016
MARKETING
L’associazione delle agenzie di relazioni pubbliche
Rosato per Assorel
Nuovo presidente dopo Pavesi
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DI
MARCO LIVI
È
Filomena Rosato il
nuovo presidente di
Assorel, l’Associazione
italiana delle agenzie
di relazioni pubbliche. Ieri
(come anticipato da ItaliaOggi dell’8/11/2016) l’elezione da
parte dell’assemblea dei soci,
che era stata convocata dopo
le dimissioni di Alessandro
Pavesi lo scorso 12 ottobre. Rosato è presidente
e ceo di FiloComunicazione, società fondata
nel 1996, associata ad
Assorel dal 2004.
Laurea con lode
in germanistica all’Università
Orientale di Napoli
e master Isforp in
relazioni pubbliche
a Milano nel 1988,
Rosato è vicepresidente di
Assorel dal
2008. «Nella
nuova fase
che si apre
oggi lavoreremo con
più forza per la riconoscibilità
e lo sviluppo della cultura di
una comunicazione finalizzata alla crescita e alla qualità
del mercato», ha dichiarato il
nuovo presidente. «Auspico che
si possa generare un dialogo e
un sistema di alleanze con le
associazioni che condividono
questi obiettivi, che necessitano di un fronte comune
per aumentare
la rilevanza del
comparto ed
elevarne la
competitività verso
il mercato
nazionale
e internazionale».
Oggi
Assorel è
una delle
associa-
Filomena
Rosato
zioni che riuniscono le aziende di relazioni pubbliche, con
la Ferpi e Pr Hub. E il precedente presidente, Pavesi, era
stato nominato al vertice dopo
le dimissioni di Andrea Cornelli a marzo 2015, il quale
era poi uscito portando con sé
una decina di agenzie (tra cui
Havas, Ketchum, Mn, Noesis
ecc.) che, nell’aprile del 2015,
sarebbero confluite in Assocomunicazione per dare vita
a Pr Hub. Pavesi, invece, un
mese fa ha ritenuto di aver
raggiunto gli obiettivi che gli
erano stati affidati al momento della sua elezione e così ha
dato le dimissioni.
L’assemblea di Assorel ha
anche votato l’ampliamento
del consiglio direttivo a sette consiglieri. Ai confermati
Carolina Mailander (Mailander Progetti di comunicazione), Omer Pignatti
(Homina), e Massimo Tafi
(Mediatyche), si aggiungono
Anita Lissona (Lead communication), Anna Pelucchi (Soluzione group) e Saro
Trovato (Found!).
Nestlé, 115 mila opportunità per i giovani in
Europa, di cui 6.500
in Italia. Sono questi
i risultati raggiunti da
Alliance for YOUth, il
progetto promosso da Nestlé assieme ad oltre 200
aziende partner a favore
dell’occupazione giovanile
in Europa. Risultati oltre le
aspettative per un’iniziativa alla quale ha contribuito
anche l’Italia generando
6.500 opportunità, il 30%
in più dell’obiettivo iniziale
di 5.000. Ad allearsi con
Nestlé in Italia sono stati
14 partner.
Samsung, torna la Nba
Digital exhibition. Samsung e Nba presentano la
Nba Digital exhibition che
dopo il successo dello scorso anno torna al Samsung
district. Aperta al pubblico
da oggi al 4 dicembre con
ingresso libero, la mostra
digitale, a cura di Massimiliano Finazzer Flory,
raccoglie i video dell’archivio Nba che raccontano i
momenti più emozionanti,
le azioni più belle e i tiri più
sorprendenti della storia
dell’associazione.
Mobile media e trasformazione digitale
a l l ’ U p g ra d e m o b i l e
summit. Si svolgerà a
Milano venerdì prossimo la prima edizione di
Upgrade mobile summit,
convegno di informazione
e formazione dedicato alle
aziende italiane alle prese
con la rapida trasformazione che interessa il
mondo delle tecnologie di
comunicazione. L’evento
si terrà a partire dalle 9
a palazzo Mezzanotte, in
piazza Affari.
Carte fedeltà, vince la personalizzazione
DI
L’editoria in Piazza Affari
Chiusura
Var. %
Var. % 30/12/15
FTSE IT ALL SHARE 18.275,01
FTSE IT MEDIA
9.191,51
-0,08
-0,36
-21,35
-31,90
Titolo
Tim e Accademia di
Santa Cecilia, grande
musica in live streaming. Quarto e ultimo
appuntamento oggi con
PappanoinWeb 2016, l’iniziativa dell’Accademia
nazionale di Santa Cecilia
e Tim, che apre le porte
della musica classica al
grande pubblico della rete.
Il programma prevede,
dall’Auditorium Parco della Musica di Roma, il concerto da camera con brani
di Robert Schumann, interpretati dal pianista Alexander Lonquich e i solisti
dell’Accademia di Santa
Cecilia. Il concerto sarà
trasmesso integralmente
in diretta dalle 20.30 su
www.telecomitalia.com/
pappanoinweb.
© Riproduzione riservata
LA VIGNETTA DEL GIORNO
Indice
BREVI
Rif.
Var.
%
Var. %
30/12/15
Capitaliz.
(mln €)
Cairo Communication
3,6000
Caltagirone Editore
0,6700
-3,49
-21,23
483,9
-1,47
-33,00
Class Editori
83,8
0,2950
-1,21
-57,55
Espresso
27,8
0,7280
0,41
-28,06
300,0
Il Sole 24 Ore
0,3330
-2,86
-48,37
14,4
Italiaonline
2,2980
-0,52
-25,87
263,7
Mediaset
2,3500
0,51
-38,67
2.775,9
Mondadori
0,9420
-1,52
-9,34
246,3
Monrif
0,1934
-0,26
-26,77
29,0
Poligraici Editoriale
0,1596
-0,93
-37,14
21,1
Rcs Mediagroup
0,9200
-1,34
48,27
480,1
IRENE GREGUOLI VENINI
Agli italiani piace la carta fedeltà: il
74% è iscritto a un programma di fidelizzazione presso almeno un rivenditore (di più rispetto alla media europea e
mondiale del 66%), la maggior parte dei
consumatori preferisce acquistare in negozi che propongono queste iniziative e
ritiene che siano una buona ragione per
continuare a frequentare il punto vendita. Si tratta di uno strumento che può
essere quindi molto efficace, a patto che
venga utilizzato per personalizzare l’offerta, lanciando progetti coinvolgenti in
base agli interessi dei clienti.
A descrivere questo scenario è la
ricerca di Nielsen «Retailer Loyalty:
Card-carrying consumer perspectives
on retail loyalty-program participation
and perks», elaborata su un campione di
oltre 30 mila individui in 63 paesi, secondo cui il 44% degli italiani aderisce
a un numero di programmi compreso tra
2 e 5, mentre un consumatore su sei è
iscritto a più di sei.
«La personalizzazione dell’offerta costituisce il futuro dei programmi di fidelizzazione soprattutto in Italia, dove i
margini di crescita in questo senso sono
ancora molto ampi. Occorre costruire una
relazione personale per interagire in maniera diretta con il cliente, per esempio
attraverso i social media», spiega Giovanni Fantasia, a.d. di Nielsen Italia. Oggi la
carta fedeltà è uno strumento fondamentale per il punto vendita, sia fisico che
virtuale. Occorre quindi mettere in atto
azioni di marketing che differenzino i contenuti delle singole iniziative per non far
perdere la propria efficacia. Il compenso
in denaro non può più essere considerato
l’elemento differenziante. Si tratta quindi
di mettere in cantiere progetti altamente
coinvolgenti».
La ricerca rivela che la presenza di un
programma fedeltà ha un impatto su diversi aspetti: infatti, il 62% dichiara di
comperare preferibilmente presso negozi che offrono carte fedeltà, per il 60%
è la ragione per continuare ad andare
nel punto vendita e nel 55% dei casi si
spende di più, aumentando la frequenza
di acquisto.
In Italia, ma anche in Europa, la dimensione fisica vince rispetto a quella virtuale: la carta fisica è utilizzata dal 79%,
mentre il 19% del campione dichiara di
avere un account digitale e il 15% utilizza le app dei retailer sul proprio smartphone o tablet. Rispetto all’Europa, la
penisola risulta indietro nell’utilizzo dei
siti dell’e-commerce, ma comunque il 49%
degli intervistati si dichiara propenso a
partecipare a piani di fidelizzazione sul
digitale se i rivenditori online li rendessero disponibili.
Considerando quali sono i vantaggi che
i clienti cercano, per 58% si tratta della
possibilità di avere prodotti a prezzi scontati o un parziale rimborso della spesa
e buoni sconto (in linea con quello che
accade in Europa). Il 44% invece desidera
ricevere omaggi e il 25% sottolinea anche
la possibilità di beneficiare della spedizione gratuita per gli acquisti online.
Si rivelano vincenti la flessibilità e la
personalizzazione dell’offerta: per il 78%
l’opzione tra premi diversi è importante,
e per il 72% lo è la proposta di sconti
personalizzati o di promozioni basate
sugli acquisti precedenti. In generale
i consumatori chiedono un’esperienza
multicanale, come dimostra il fatto che
il 68% desidera un sistema integrato per
ottenere punti quando compra sia nel negozio, o sul web o attraverso una app. È
inoltre apprezzata dal 70% la sinergia tra
diversi rivenditori, in modo che lo stesso
programma possa valere in punti vendita
differenti.
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Mercoledì 16 Novembre 2016
MEDIA
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1
L’imprenditrice spiega come ha ottenuto fatturati in crescita, nonostante la crisi del settore
Salamon, Doxa ha cambiato pelle
Fuori dai sondaggi elettorali, investimenti sul digitale
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DI
I
Pagina a cura
CLAUDIO PLAZZOTTA
l gruppo Doxa, che il prossimo 22 novembre celebrerà
i suoi 70 anni, ha fatturati consolidati in costante
crescita dal 2008, chiuderà il
2016 a quota 41,1 milioni di
euro (+4% sul 2015, +41% dal
2011), con una ottima marginalità, buoni utili reinvestiti in
azienda e 246 dipendenti (erano 160 nel 2011). Controllato al
90% da Marina Salamon, il
gruppo specializzato in ricerche di mercato, che comprende
anche Doxa Duepuntozero (panel web), Doxapharma (indagini nel comparto farmaceutico
e medico-clinico) e Connexia
(agenzia di comunicazione
da 11 milioni di euro di fatturato), si prepara ora a una
fase espansiva che, nel medio
periodo, porterà a stringere
alleanze, fare acquisizioni e,
in prospettiva, magari pure a
quotare Doxa all’Aim.
Però va detto in tutta franchezza che da oltre vent’anni
il brand Doxa era completamente sparito dai riflettori dei
media, soprattutto abbandonando il comparto dei sondaggi elettorali nel quale era
stato pioniere, nel 1972, con le
prime proiezioni in Italia.
Domanda: Presidente
Salamon, perché questa
fuga?
Risposta. Ho rilevato
l’azienda nel 1991, 25 anni fa.
E proprio negli anni 90 ho deciso di uscire al volo e con decisione dal mercato dei sondaggi elettorali. Un mercato che
in quegli anni, con il cambio
di legge elettorale e la discesa
in campo di Silvio Berlusconi,
era completamente nuovo.
D. Cosa non la convinceva?
Vilma Scarpino e Marina Salamon
R. In quel comparto un flusso regolare di lavoro poteva
essere commissionato solo dai
quotidiani. Che però non pagano molto. E in tv, al di là dei
dati di ricerca più o meno buoni, avevano e hanno bisogno
soprattutto di facce, di personaggi. Insomma, un business
che non mi interessava…
D. Tanta immagine, poca
ciccia?
R. È un comparto rimasto
piccolissimo, dove le società
di ricerche hanno ricavi marginali. Insomma, tanti grandi cuochi che vanno in tv ma
che poi, alla fin fine, rimangono col loro piccolo ristorante
in provincia. Doxa, quindi, è
uscita da lì: noi, con la nostra
reputazione e indipendenza,
non spendiamo energie in
quella direzione. E ci siamo
concentrati sulla reputation,
lavorando più di tutti, ma per
le aziende, i brand e i perso-
naggi.
D. Chi sono i vostri concorrenti in Italia?
R. Possono essere Ipsos o
Gfk Eurisko, multinazionali che lavorano in Italia. Ma
l’Italia è un mercato che, agli
occhi di una multinazionale,
conta pochissimo, un mero
mercato di sbocco. Doxa, invece, è rimasta italiana. E
l’Italia, per Doxa, è un luogo
in cui sviluppare e ricercare.
E abbiamo iniziato un trend
di crescita fortissimo proprio
dal 2008-2009, gli anni della
crisi dei budget.
D. E come avete fatto?
Proprio dal 2008 nel settore delle ricerche di mercato sono crollati i budget
che le aziende dedicavano
alle ricerche e i compensi
ai ricercatori…
R. Non perché siamo più
bravi, ma perché siamo italiani e lavoriamo col cuore e
al meglio sul mercato italiano.
Da subito abbiamo investito
tantissimo sul digitale, integrando big data, analytics,
social media, e dal 2009 aggiungendo Connexia (relazioni pubbliche, digital pr, ndr),
offrendo così ai clienti una
consulenza strategica con un
progetto integrato.
D. Doxa è scomparsa dai
programmi televisivi elettorali, ma ha anche comunicato pochissimo negli
ultimi vent’anni…
R. Sì, è vero. Abbiamo fatto le
cose prima di spiegarle, zitti, in
un processo di grande trasformazione, mollando la tv. Doxa
non si schiera politicamente,
non costruisce personaggi da
mandare in tv. Siamo rigorosi
e seri, creiamo posti di lavoro
intelligenti in Italia, rispetto
ad attività fatte quasi esclusivamente di immagine televisiva che non creano né fatturati
né posti di lavoro. Siamo stati
fermi e silenziosi su tutto. Ora
è tempo di raccontare la nostra
storia, seria e vera. Anche perché, nel medio e lungo termine,
ci sono intenzioni di allargare
il perimetro, stringere alleanze, fare acquisizioni e, in prospettiva, magari pure quotare
Doxa all’Aim.
D. Ma in Italia c’è spazio
per crescere nel mondo
delle ricerche?
R. Se parliamo di ricerche di
mercato alla vecchia maniera,
sarà molto dura. Bisogna diventare una cosa molto più
ampia e integrata: o Prada o
Zara, non c’è spazio per attività
intermedie. In Italia c’è stata
una imprenditoria eccellente
nel manifatturiero. Credo che
sia tempo che quei livelli di eccellenza si raggiungano pure
in quello che un tempo si chiamava terziario avanzato, nei
servizi, con gli stessi criteri di
rigore, di investimenti, di creazione di valore. Noi di Doxa
abbiamo integrato ormai da
tempo le ricerche con i big data,
l’analytics, il marketing e la comunicazione. Non ragioniamo
con le logiche del «cresci e poi
vendi», non inseriamo membri
della famiglia in azienda, non
abbiamo un management «toccata e fuga». Vilma Scarpino,
ceo del gruppo Doxa e socia al
10%, l’ho presa che stava finendo la tesi all’università, ed
è ancora qui.
D. L’analisi e l’elaborazione dei big data e dell’attività sui social network
rendono meno centrali la
vecchia indagine telefonica o i focus group?
R. No. I big data e il mondo
social, da soli, non bastano.
Necessario integrare le fonti
di ricerca. Doxa ha i call center di proprietà, con dipendenti diretti. E abbiamo un nostro
panel, patrimonio esclusivo,
sul web con 50 mila individui
che stanno salendo a 80 mila.
Queste persone partecipano
alle nostre indagini ricevendo, in cambio, o la possibilità
di fare donazioni benefiche, e
le fanno in molti, o ricariche al
cellulare. Poi è necessario fare
anche interviste personali o
telefoniche, e i focus group fisici o online. Altrimenti, solo col
web, rischi di avere universi
di riferimento troppo giovani
e meno rappresentativi.
D. Come festeggerete i 70
anni di Doxa?
R. Molto semplicemente:
il 22 novembre invitiamo i
clienti e tutte le persone che
lavorano con noi al piano terra
della nostra sede, a Milano in
via Panizza 7. Con il catering
a cura di Cuochi a colori.
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I grandi sondaggisti tv tra alti e bassi. E i fatturati languono
Fare il sondaggista, fino a qualche
anno fa, era un mestiere che dava
immagine e, magari, consentiva
poi di sviluppare fatturati in altri
ambiti di ricerca. Ora, invece, si fa
molta fatica a trovare riflessi positivi di reputazione nell’esercizio
di quella professione (si spara al
sondaggista un po’ a prescindere,
e va detto che negli ultimi tempi,
soprattutto nella pratica degli exit
poll, le società di sondaggi ne han
fatte più di Bertoldo). Di sicuro, i
fatturati languono.
I sondaggi elettorali, e quindi i sondaggisti, sono esplosi sostanzialmente con l’introduzione del sistema di elezione diretta dei sindaci
(1993) e la discesa in campo di Silvio Berlusconi (1994). Va ricordato
Gianni Pilo, fedelissimo di Marcello
Dell’Utri, che però non durò molto
(ferali le sue previsioni errate con
tanto di bandierine al Tg4 di Emilio
Fede per le amministrative 1995),
e che passò il testimone alla Data-
media di Luigi Crespi. Pure il corpulento sondaggista (inventore del
contratto con gli italiani, firmato a
Porta a Porta dal Cavaliere) , però,
fu costretto a tornare nell’ombra
dopo una serie di problemi con la
giustizia e il crac del suo gruppo.
Dalla scuola di Crespi, comunque,
emerse Alessandra Ghisleri, che con
la sua Euromedia research è tuttora
una delle ricercatrici più apprezzate
in tv e che ha mantenuto un legame
esclusivo col mondo di Forza Italia
e di Berlusconi. La Ghialmedia srl,
che controlla le attività di Euromedia research, ha tuttavia (dati 2015)
un patrimonio netto di appena 106
mila euro, ricavi per 792 mila euro
e ha chiuso l’esercizio 2015 con una
perdita di 28 mila euro, dopo il rosso
di 76 mila euro nel 2014.
Un altro grande studioso di lungo
corso e appassionato di sondaggi
elettorali è il professor Nicola Piepoli. Pure lui, con la sua società
Cirm, rimase parzialmente impanta-
nato nel caos provocato dal gruppo
Hdc di Crespi. Ha però continuato a
darsi da fare. E il suo Istituto Piepoli
è sempre su piazza. Partecipa spesso
a programmi televisivi, insieme col
socio Alessandro Amadori. L’Istituto
Piepoli (dati 2015) ha un patrimonio
netto di 387 mila euro, ricavi per 2,2
mln (erano 3,5 mln nel 2014) e perdite per 94 mila euro (rosso di 432
mila nel 2014).
C’era anche Renato Mannheimer
con il suo istituto Ispo, utilizzatissimo da Porta a Porta e dal Corriere
della Sera. Istituto poi costretto a
chiudere i battenti nel 2015 per le
difficoltà economiche del professor
Mannheimer, che ora sta provando
a rilanciarsi con la nuova società
Eumetra Monterosa.
Tra i volti che di recente si sono più
affermati nel piccolo schermo come
sondaggisti elettorali ecco Fabrizio
Masia (della società Emg, gruppo
Acqua) e Antonio Noto (Ipr marketing). Trattasi, però, di realtà di
piccole dimensioni. La Emg di Masia
(il sondaggista preferito da Enrico
Mentana su La7) ha un patrimonio
netto di 69 mila euro (dati 2015),
ricavi per 1,3 milioni e un utile risibile di 1.400 euro (4 mila euro nel
2014). La Ipr Marketing di Noto, invece, non ha ancora pubblicato il
bilancio 2015: nel 2014 il patrimonio netto era di 277 mila euro, per
1,5 milioni di ricavi e un utile di 10
mila euro.
Insomma, coi sondaggi elettorali si
fan pochi soldi per un mercato molto piccolo nel quale però si rischiano spesso delle figuracce cosmiche.
Rimane affezionato al tema elettorale Nando Pagnoncelli di Ipsos. Ma
più per passione personale, poiché
il business di Ipsos, di cui Pagnoncelli è presidente, va da tutt’altra
parte e non si consolida certo con
i contratti per ricerche elettorali
commissionate dal mondo politico
o dei programmi tv.
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Mercoledì 16 Novembre 2016
MEDIA
TELE-VISIONI
Arrivederci ai Medici, gli ideatori lavorano al sequel
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DI
GIORGIO PONZIANO
Frank Spotnitz, co-ideatore e co-produttore
dei Medici (Rai1), sta incominciando a mettere
le mani sulla sceneggiatura del sequel, nuove
puntate richiestegli a colpi di audience. L’ultima
serata della fiction ha totalizzato oltre 6 milioni
d’ascolto. Perciò il finale è stato costruito come
un arrivederci alla nuova serie,
con la confidenza di Lucrezia Tornabuoni alla suocera Contessina
De’ Bardi, di essere finalmente in
attesa di un bambino, che sarà
poi Lorenzo il Magnifico. Quindi
le nuove puntate incominceranno con un blasonato parto.
Marco Giallini festeggia il successo (3,6 milioni di telespettatori, 14,4% di share) di Rocco
Schiavone (Rai2), la fiction con protagonista il
vicequestore anticonformista. Ma rischia di incappare negli strali della Commissione di vigilanza. Infatti tre senatori del centrodestra hanno
protestato perché Schiavone fuma cannabis, un
messaggio negativo secondo i parlamentari, per
lo più proposto dall’emittente
pubblica.
manifesto della nostra Rai. È soltanto una delle
voci che la compongono». Il titolo dell’ultimo libro scritto da Vespa (che puntualmente arriva
prima di Natale) è C’eravamo tanto amati. Chissà se ne ha mandato una copia al dg. Il quale
mette nel mirino anche Gianluca Semprini,
che doveva essere il nuovo volto dei talk e invece
sta naufragando col suo Politics (Rai3, tra il 2
e il 4% di share): «Gli ascolti bassi di Politics?»,
dice Campo Dall’Orto. «A un certo punto dovremo setacciare».
Simona Ventura è in attesa
del debutto (il 21 novembre) col
Valeria Marini: Grande Fratello Vip (Canuovo programma (prodotto da
nale5) e grandi guadagni. Le indiscrezioni le
Maria De Filippi) Selfie-Le cose
assegnano infatti un compenso di 45 mila euro
cambiano (Canale5) e non mana puntata, ovvero un totale di 135 mila euro.
ca la polemica di rito. Accusa
Ovvio che abbia accettato senza fiatare di esMara Venier di essere invidioAntonio Ricci ci riprova. Forsere ripresa priva di fondotinta oppure con la
sa e riceve una piccata risposta
te del successo di Striscia la Notipancetta sotto la doccia. Inferiori ma cospicui
sui social: «Non voglio lanciare
zia (Canale5) ha convinto Media(con un minimo di 15 mila euro a puntata) gli
messaggi alla C’è posta per te, ingaggi degli altri concorrenti, da Pamela Prati
set a riprendere un programma,
sono una donna troppo diretta
Cultura Moderna, che andò in
a Elenoire Casalengo, da Laura Freddi a
per affrontare le polemiche tra
onda per un anno nel 2007 su
Stefano Bettarini.
Uomini e donne, però ho sentito
Canale5 con alterna fortuna. Si
che avrei tolto il saluto a qualcutratta di un game show, dove i
Rocco Pietrantonio dovrà cercare di resuno perché gelosa di programmi
partecipanti devono indovinare il
scitare La Fazenda, brutta copia del Grande
altrui prodotti da Maria. Per mia
nome di un celebre personaggio
Fratello (Canale5) e di La Fattoria (Italia1 e poi
fortuna ho una vita troppo piena
misterioso, nascosto dentro una
Canale5), scomparso dai palinsesti dopo un’ediAntonio Ricci
di lavoro, soddisfazioni e Amici
cabina da spiaggia, per vincere
zione su Sky. Ad ospitare il revival sarà Canale
per patire i traguardi degli altri. E grazie al cielo
un premio. La sfida partirà il 28 novembre alle
Italia da metà gennaio. A fianco di Pietrantonio
penso alla mia felicità e a quella di chi mi sta
20,20 su Italia1. La conduzione è stata affidata a
vi sarà Giusy Seiello, ex velina. All’interno delTeo Mammucari (che lo condusse anche allora), intorno...». Convenevoli tra primedonne.
la fazenda i «rinchiusi» oltre a superare prove
affiancato da Laura Forgia (ex Eredità su Rai1)
di resistenza e abilità dovranno provvedere alla
Francesca Falcioni e Veronica Maya: è la
e l’esordiente comico siciliano Carlo Kaneba.
cura di 700 animali di varie specie.
staffetta che cercherà di portare al successo la
Il bello è che i due programmi di Ricci avranno
nuova edizione dello Zecchino d’oro, che questa
anche un periodo di sovrapposizione ma essendo
Giuseppe Cruciani (La Zanzara, Radio24)
volta Rai1 spalmerà ogni sabato pomeriggio dal
totalmente differenti non dovrebbero cannibaterrà fede alla sua promessa? Aveva dichia19 novembre al 10 dicembre. La
lizzarsi.
rato che si sarebbe convertito
all’astinenza sessuale se DoFalcioni, affiancata
nald Trump fosse stato eletda Giovanni Cacto. E adesso? Dice: «Per me è
camo, vincitore di
un problema serio, molto serio.
Sanremo Giovani
Certo, due mesi senza sesso
2015, condurrà i 4
possono fare bene, a me in parappuntamenti setticolare. Mi sembrava talmente
timanali per passaimpossibile che ho preso l’impere il testimone alla
gno a mettermi questa camicia
Maya che animerà
È Franco Moscetti il nuovo amministratore delegato
di forza. Dovrete fidarvi della
due speciali, il podel Sole 24 Ore. Lo ha nominato ieri il cda del gruppo
mia parola. Due mesi senza gomeriggio della vigipresieduto da Giorgio Fossa dopo averlo cooptato in
dere. Da oggi fino all’8 gennaio.
consiglio in sostituzione di Francesca Di Girolamo,
lia e la mattina di
C’è di mezzo pure Capodanno.
Natale. La Rai ha
che si era dimessa lunedì. Il cda ha inoltre nominaVabbè». Ma Cruciani parla di
to Carlo Robiglio vicepresidente e ha deliberato la
deciso di puntare
sesso anche con un’ospite della
convocazione dell’assemblea dei soci per giovedì 22
forte sul concorso,
sua trasmissione, la parlamendicembre. L’assemblea dovrà prendere i provveditrasmesso dagli stutare bolognese Pd, Francesca
menti previsti nel caso di riduzione di oltre un terdi tv bolognesi dei
Puglisi, che vuole multare i
zo del capitale
frati dell’Antoniano,
clienti delle prostitute «perché
sociale (articolo
dopo il mezzo flop
Fabio Fazio
così si salvano le donne dai fe2446 del codice
dello scorso anno
nomeni della tratta». Il conduttore domanda:
civile), dal moche aveva indispettito i religiosi. Al«E se un uomo vuole fare sesso ma non c’è altro
mento che il patro programma con protagonisti non
trimonio netto
bambini ma giovanissimi ballerini, modo?». L’onorevole risposta è: «Allora si fa una
pugnetta, come si dice a Bologna».
della capogrupmusicisti e cantanti sarà Prodigi-La
po è sceso a 18,2
musica è viva, serata-evento su Rai1
Bruno Pizzul (ultimo impegno lo scorso anno
milioni di euro a
il 19 novembre dedicata all’Unicef:
da opinionista alla Domenica Sportiva, Rai2) e
fronte di un ca12 ragazzi si sfideranno per poter
Costantino della Gherardesca (Pechino Adpitale sociale di
ottenere una borsa di studio nella
35,1 milioni.
propria disciplina. Alla conduzione, dicted, Rai4) voteranno sì al referendum costituzionale. Dice Pizzul: «Se non passa il sì chissà
Per quanto riVanessa Incontrada, insieme a
quanti anni dovremo aspettare perché ci sia un
guarda Moscetti,
Lino Banfi, entrambi sono ambafermento di novità». Aggiunge della Gherardeclasse 1951, prisciatori Unicef. Ricorda Banfi: «Io
sca: «Bisogna vivere l’innovazione». Una presa di
ma dell’approdo
sono un po’ come i ragazzi di Proposizione che costerà a entrambi l’oscuramento
al Sole 24 Ore
digi. Quando c’erano le migrazioni
dagli schermi Rai fino al 4 dicembre?
è stato amminidi noi ragazzi del Sud al Nord, era
stratore unico di
facile perdersi: avevamo 17, 18 anni,
Fabio Fazio ospita a Che tempo che fa (Rai3) i
Axel Glocal Busici mettevano in stanzoni con 30, 40
ness, la società di
persone con una tenda sudicia a diColdplay ma è Matteo Renzi a regalargli l’exconsulenza alle
viderci. Dovevi pagare prima, sennò
ploit: 3,5 milioni di telespettatori (13,6% di share)
imprese da lui
non entravi. Spesso dormivamo in
con picchi di 7,6 milioni per il premier contro i 3,1
stesso fondata, e
stazione a Milano, gli altri si dispemilioni (12,6%) del gruppo inglese (punte di 5,1
componente del
ravano: io invece avevo il paraocchi, milioni). Fazio può così consolarsi dello scarso seFranco Moscetti
consiglio di ampensavo che un domani ce l’avrei fatguito del suo Rischiatutto (sempre su Rai3) fermo
ministrazione di Fideuram Investimenti Sgr, Diasota e andavo avanti: è questo che mi
a 2,6 milioni (10,6%). Mentre Massimo Giletti
rin, Zignago Vetro e della Capital For Progress I. Dal
ha salvato, crederci».
con l’Arena (Rai1) rimane l’acchiappatutto deldicembre 2004 sino all’ottobre 2015 è stato direttore
la domenica pomeriggio raggiungendo il 25% di
generale e amministratore delegato del Gruppo AmBruno Vespa maltrattato. Non
share (3,5 milioni). Infine la sfida tra Barbara
plifon, mentre dal 1989 al novembre 2004 ha avuto
solo il dg Rai,Antonio Campo
D’Urso (Domenica Live, Canale5) e Pippo Bauincarichi di rilievo (president-directeur general in
Dall’Orto, gli ha tolto una serata, do (Domenica In, Rai1) è vinta dalla prima: 2,8
Francia e contemporaneamente amministratore desbandierando l’esigenza di più flesmilioni contro 2,2 milioni.
legato in Italia e direttore della divisione sanità a
sibilità nei palinsesti, ma in un’inTwitter: @gponziano
livello internazionale) nel gruppo Air Liquide.
tervista afferma: «Vespa? Non è un
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Sole 24 Ore, Franco Moscetti
nominato nuovo a.d.
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Mercoledì 16 Novembre 2016
MEDIA
La pay di Mediaset fra accordi con telco e produttori di televisori
Premium cerca la ripresa
Ma Medusa concede la prima esclusiva a Sky
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DI
CLAUDIO PLAZZOTTA
L
a dura strada per cercare
di dare, o ridare un senso
al business di Mediaset
Premium, che si appresta a chiudere il 2016 con un
deficit vicino ai 200 milioni
di euro, passa soprattutto da
accordi non esclusivi ma molto stretti con grossi operatori
delle telecomunicazioni, con
grandi costruttori di apparecchi tv e affini, e con colossi della
distribuzione.
Ad esempio Tim ha intese, non
esclusive, per contratti congiunti telefonia+internet+contenuti
pay sia con Netflix, sia con Sky,
sia con Premium. Ma negli ultimi tempi sta spingendo moltissimo le offerte Premium (e
qui ci potrebbero essere anche
interessi superiori che coinvolgono Telecom e il suo azionista
Vivendi). D’altronde, è difficile
pensare che in Italia vi sia ancora molto spazio di manovra
per allargare il mercato di chi
è interessato solo alla pay tv.
Quel target è già stato raggiunto da Sky e da Premium,
vale meno di 7 milioni di
famiglie e da lì è difficile
schiodarsi.
Meglio, allora, provare
a espandersi usando il
contenuto pay come leva
di marketing per abbinamenti
più complessi che coinvolgano
Tim, o Fastweb (come fa Sky),
o costruttori come Samsung
per la diffusione dell’Ultra HD
e del 4K, e importanti catene
della distribuzione.
Proprio sul fronte dei contenuti è arrivata ieri la notizia
che Medusa, la casa di produzione di Mediaset, ha concesso
a Sky l’esclusiva pay dei propri
film. Questo significa che pellicole come Quo Vado di Checco
Zalone o Perfetti sconosciuti
passeranno prima
sulla pay tv
satellitare e
successivamente su
Canale 5.
In passato,
invece, i
titoli Medusa erano
trasmessi
sia da Sky sia
da Premium.
Sarà quindi
da vedere
Franco
Ricci
cosa significa per il Biscione
questa scelta che sembra preferire Sky, ovvero se si tratta
semplicemente di avere un
tornaconto economico maggiore
rispetto al passato oppure se sia
segnale di un disimpegno dalla
propria pay tv. Per ora, film di
Medusa a parte, sembra che
Premium, oltre che sugli accordi di cui si è parlato prima, voglia anche battere le strade dei
contenuti più o meno esclusivi,
della tecnologia o di nuove offerte commerciali natalizie. Uno
spettro di strategie che verrà presentato oggi a Cologno Monzese dai vertici
operativi di Premium
(l’a.d. Franco Ricci,
il direttore contenuti
Yves Confalonieri,
il direttore commerciale Marco Rosini).
Ci saranno più cinema,
più serie tv, più innovazione tecnologica (e si
punta a colmare presto
il gap con Sky, lanciando
una sorta di My Sky pure
per Premium).
Inoltre bisogna iniziare
a pensare alle gare per
i diritti tv della Serie A e della
Champions
league di
calcio per
il triennio 2018-2021. Ora
Premium non è più in interim
management, può tornare a
operare anche su iniziative
ad alto budget senza chiedere
autorizzazioni all’ex azionista
entrante Vivendi (la questione verrà decisa nelle aule dei
tribunali), e quindi si tratta di
stabilire se e come partecipare
alle aste.
La Serie A sembra fondamentale per il futuro di Premium, ma sarà interessante
vedere come la Lega e l’advisor
Infront divideranno i pacchetti
proposti, con una molteplicità
di esclusive maggiore rispetto
al passato, offerte riservate alla
tv in chiaro ecc.
Per la Champions, sulla
quale nessuno sarà disposto a
fare i sacrifici dell’ultimo triennio (oltre 210 milioni di euro
all’anno versati da Premium
per i tre anni 2015-2018),
l’asta 2017 sarà fissata probabilmente più in là rispetto
al tradizionale appuntamento
di febbraio, poiché la formula
della competizione cambia (ci
saranno più club con tradizione calcistica ammessi di diritto) e si deve lasciare più tempo
all’Uefa, alle società di calcio e
ai broadcaster tv per valutare
l’impatto delle novità.
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2
CHESSIDICE
Rcs, Gros-Pietro: Intesa
Sanpaolo uscirà entro
2017. Intesa Sanpaolo uscirà «certamente» dal capitale
di Rcs «entro il 2017». Lo
ha assicurato ieri il presidente della banca Gian
Maria Gros-Pietro a Roma
a margine di un convegno
all’accademia dei Lincei.
«Non ci sentiamo», ha detto
Gros-Pietro, «di dare un
contributo a un’azienda
editoriale. Quindi in coerenza con il nostro piano usciremo da Rcs». E ha aggiunto:
«Valutiamo molto positivamente quanto fatto dal
nuovo azionista (Urbano
Cairo, ndr) e siamo contenti
del netto miglioramento
del conto economico della
società. Ci auguriamo che
il miglioramento prosegua
e che il giornale cresca».
Torna in Sicilia OrizzonteSud. Il Corriere del
Mezzogiorno presenterà domani a Noto, in provincia di
Siracusa, il nuovo numero
di OrizzonteSud, la testata
che punta a raccontare il
«Meridione che ce la fa»,
con una serie di inchieste
e incontri sul territorio,
rendendo protagonisti gli
attori positivi dei diversi
settori produttivi, sociali e
istituzionali. OrizzonteSud
sarà in edicola domani con
il Corriere della Sera in
Sicilia, e con il Corriere del
Mezzogiorno in Campania
e Puglia.
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LO STOP CHIESTO DAL GOVERNO TURCO. SCOPPIA LA POLEMICA POLITICA, MA IL NODO È ANCHE GIURIDICO
Eutelsat ha spento il segnale di due televisioni curde
da Parigi
GIUSEPPE CORSENTINO
Il premier Recep Erdogan, si è fatto
sentire il 27 ottobre con una lettera
della Rtük, l’autorità amministrativa indipendente (ma l’aggettivo, oggi,
andrebbe rivisto) che regola il mercato
radiotelevisivo turco, inviata a Eutelsat, la società francese (controllata
dallo stato attraverso
Bpifrance, la banca
d’investimento della
Cassa depositi e prestiti, che ha la partecipazione più rilevante,
il 26,4%) che con una
flotta di 38 satelliti,
tra cui il più noto Hot
Bird, trasmette in tutRecep
to il mondo i segnali
di 6.300 network te- Erdogan
levisivi.
Il messaggio di Istanbul era chiaro: sospendete immediatamente l’emissione del
segnale di Med Nuçe Tv; si tratta di
un canale tv legato al Pkk, il partito comunista curdo che il governo di
Istanbul considera, e non da ora, né
più né meno che una pericolosa organizzazione terroristica.
E il direttore generale di Eutelsat,
Rodolphe Belmer, un esperto di
marketing che ha lavorato a Canal+
e che ha contribuito a preparare il piano strategico di Delphine Ernotte
appena arrivata alla presidenza di
France Télévisions, come a dire un
manager ben inserito nel coté televisivo francese, non se l’è fatto ripetere
due volte. Il segnale di Med Nuçe Tv
ma anche quello di Nweroz Tv, altra
emittente curda, sono stati bloccati.
Scatenando una valanga di polemiche
con lo scrittore Patrick Franceschi,
premio Goncourt 2015 con il romanzo
Prémier personne du singulier, eroe
di guerra durante il conflitto afghano contro i sovietici,
amico personale del
mitico comandante
Massud, che scende
in campo contro il
presidente Hollande
per denunciare l’ipocrisia e il doppio gioco
dell’Eliseo (a febbraio
il presidente aveva
ricevuto una delegazione curda e promesso il sostegno della
Francia) e il direttore
dell’Istituto di cultura
curda di Parigi, Kendal Nezan, che
si dice semplicemente scandalizzato
della decisione di Eutelsat, presa dopo
la chiusura in Turchia di 131 testate
e l’arresto di 2 mila tra giornalisti e
addetti alla comunicazione.
Il caso è finito davanti al tribunale civile di Parigi perché, oltre che
politico, è anche giuridico e pure abbastanza intricato. Infatti, la richiesta di
sospendere l’emissione di Med Nuçe
Tv (che in curdo vuol dire: Notiziario
dal Medio Oriente) è stata inoltrata a
Eutelsat sulla base delle norme che regolano la messa in onda le tv transfontaliere che aderiscono alla Convention
européenne sur la télévision transfontière (Cett) con l’argomentazione che i
contenuti della tv violavano la dignità
della persona e diritti fondamentali
della libera informazione (testuale).
Senza entrare nel merito delle accuse di Istanbul, Eutesalt ha spento il
satellite e oscurato il
canale, dimenticando
però un particolare:
secondo la Cett la
competenza, il potere di accendere e
spegnere il segnale,
spetta al paese in cui
«la chaine opère». Ora
Med Nuçe ha la sede
Rodolphe
legale in Italia (con
Belmer
regolare licenza rilasciata dalla nostra
AgCom) e gli studi a
Denderleueuw, una
cittadina belga, e il Belgio è tra quei
paesi che non hanno firmato la Cett, la
Convenzione per le tv transfrontaliere
e quindi la competenza finale dovrebbe essere proprio del regolatore belga,
anzi del suo ufficio fiammingo, la Vrm,
Vlaamse regulator voor de media.
Se il regolatore del paese che ospita gli
studi tv non si pronuncia (e in effetti,
non s’è ancora pronunciato) la competenza dovrebbe passare al paese dove
ha sede la società emittente, cioè Eutelsat, e quindi la Francia. Da qui il
ricorso al tribunale di Parigi.
Ma al di là di quello che i media francesi hanno definito «un
envraisembable imbroglio juridique
européen», un incredibile groviglio
giuridico, resta lo scandalo politico
di una società pubblica francese che
prende per buone le motivazioni del
regime di Istanbul per chiudere due
televisioni curde negli stessi giorni
i cui i curdi combattono contro l’Isis
in Siria e in Iraq.
«À una manovra di
Erdogan», spiega da
Tolosa, la sua città,
lo scrittore Patrick
Franceschi, «vuole
liquidare l’informazione curda e fare in
modo che restino solo
le tv filoislamiche.
Davvero, un bel risultato a un anno dalla
strage di Parigi».
Nezan dell’Istituto di
cultura curda è ancora più duro: «L’Eliseo è sensibile
alle pressioni della lobby industriale
turca. Se davvero Med Nuçe era una
tv terroristica, legata al terrorismo,
allora avrebbe dovuto essere chiusa
da tempo». E poi conclude con amarezza: «Come andrebbero chiuse
certe emittenti finanziate dal Qatar
e dalle petromonarchie del Golfo».
Che, però, in Francia hanno investito miliardi di euro. Forse anche
in Eutelsat.
@pippocorsentino
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