la casta al mercato del cremlino

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la casta al mercato del cremlino
LA CASTA AL MERCATO DEL CREMLINO
Domenica 16 Marzo 2008 14:30
di Carlo Benedetti
MOSCA. Dopo la celebrazione elettorale del 2 scorso, Medvedev pensa di essere il nuovo
Presidente e Putin, dal canto suo, si esibisce nel ruolo di ex, pur sentendosi alla pari. Intanto la
stampa si dedica al tradizionale dopo-voto mostrando più intelligenza e vitalità. Perchè
l’atmosfera, oltre il perimetro del Cremlino, è più distesa dal momento che i grandi giochi sono
stati già fatti e c’è spazio per ipotesi ed analisi che non turbano il vertice. Nessun shock ed ampi
dibattiti socioeconomici. Con i titoli dei grandi media che rivelano le novità. E così l’attuale
situazione politico-istituzionale viene definita (in russo, dalla rivista “Kommersant”) come una
“Tandemocratia” e cioè una democrazia che corre con un tandem. Ma nello stesso tempo nelle
pagine di questa pubblicazione compare un titolo in inglese: “Who is mister Medvedev?”. E
segue poi una sequela di immagini che hanno come obiettivo quello di caratterizzare il “credo”
dei due: stesso tipo di saluto con la mano destra tesa, stesse immagini tra i militari, stesso
sguardo verso l’alto e, infine, stesso Dio perchè entrambi sono ripresi in chiesa ad accendere
candeline. Poi il paragone con Krusciov che nel 1956 si rivolse all’occidente dicendo (in senso
figurato) “vi seppelliremo” ed ora il nuovo capo del Cremlino che corregge con un “vi
compreremo”. Seguono titoli sul fatto che la politica - che dominerà il Paese - sarà una
riedizione di un passato visto allo specchio. E ancora: “Le elezioni dei giorni scorsi sono state
quelle dell’indifferenza”, “Nelle città militari si è votato a comando”, “Abbiamo un Putin in
versione light”. Tutto per finire con un titolo rompicapo - “Medvedev è il primo delle terze
presidenziali o il primo secondo?” - e con un disegno che va letto nei particolari. E’ quello
relativo ad una tradizionale matrioska che ha il volto ingessato di Putin e che, una volta
scoperchiata, vede uscire un Medvedev furbastro armato di una pompa di benzina e di una
valvola di gasdotto... Armi già note, ma che vengono rilanciate da tante voci che circolano a
Mosca e che dovrebbero riferirsi al futuro programma presidenziale che molti caratterizzano già
con questa definizione: “clicchi Putin, esce Medvedev”. Intanto nell’anticamera del nuovo
Presidente cominciano ad apparire vari volti - alcuni “storici” ed altri meno noti - che formeranno
la squadra operativa e manageriale della presidenza. E mentre Medvedev assesta la
compagine si libera il gabinetto del primo ministro Zubkov.
Il personaggio, come del resto è nelle regole della nomenklatura locale (ma si potrebbe fare
anche riferimento ad analogie italiane...), non va in pensione, ma passa direttamente al vertice
del Gasprom lasciato libero da Medvedev, trovando così una adeguata e ben retribuita
collocazione nell’ambito della casta. Quanto a Putin - che si appresta a traslocare in
quell’edificio della Casa Bianca noto per essere stato preso a cannonate da Eltsin nel 1993 - si
dà per certo che potrebbe portare con sé il vice capo dello staff del Cremlino Igor Secin (un
personaggio sempre impegnato nei grandi business statali con uno stage in Angola per conto
del Kgb) e i suoi consiglieri Viktor Ivanov e Igor Shuvalov, oltre al suo capo ufficio stampa
Alexei Gromov. Ma le vere novità potrebbero riguardare la composizione del nuovo governo
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C’è, in merito, una parvenza di consultazioni che non hanno, comunque, nessun aggancio con
la vita della società russa. Tutto resta ovattato nelle stanze del potere tranne che un “incontro”
con Grigorij Javlinskij, l’economista “enfant terrible” degli anni passati (con una parentesi
governativa nel 1990) al quale verrebbe offerta ora - a 56 anni - la poltrona di vice premier.
Cassandra del liberalismo russo, a lungo seguito dai riformisti d'Europa, è il fondatore del
partito “La mela” (Jabloko) che è di orientamento democratico-liberale, ma che non è riuscito ad
inserirsi nella rosa dei concorrenti alla presidenza.
Sono poi in odore di promozione a vice premier, i ministri Dmitri Kozak, Tatiana Golikova,
Alexei Gordeiev. Mentre la guida dell’ex Kgb (che attualmente si chiama Fsb) sarebbe contesa
tra l'attuale direttore Nikolai Patrushev e il suo "nemico" Viktor Cerkesov, capo dell' antidroga. In
pole-position per eventuali posti di rilievo nel mercato generale ci sono anche Boris Grizlov (uno
yes-man di Putin), Serghiei Sobyanin, capo gabinetto del Cremlino e Vladislav Surkov lo
stratega al quale Putin deve gran parte delle idee che si riferiscono alla “democrazia sovrana”.
E cioè quella formula politica che intende dichiarare l'emancipazione della Russia da qualsiasi
forma di condizionamento esterno. Nel pensiero di Surkov, infatti, essa si contrappone alla
“democrazia guidata”, che, “imposta da alcuni centri di influenza globale e imposta a tutti i
popoli senza discernimento”, consiste in ultima analisi in “un modello stereotipato, imposto con
la forza e con furbizia, di regimi politici ed economici non efficaci, e conseguentemente diretti
dall'esterno”. Il consigliere di Putin non ha mai proposto, però, una reazione autarchica, ma di
“collaborare secondo regole giuste, e non di essere guidati dall'esterno”.
Ed è appunto in questa formula quasi tutta la sostanza della democrazia sovrana così come
viene vista dal Cremlino. Sovranità - per Putin e per il suo “ideologo” - è, quindi, un processo di
reale indipendenza: che significa possibilità giuridica di realizzare i propri fini e di determinare le
proprie azioni senza vincoli che non siano posti o scelti dallo stato stesso e, di conseguenza,
significa altresì disponibilità effettiva dei poteri dello stato da parte dei suoi organi. Altro
elemento sul quale si basa la nuova dottrina della sovranità “alla Putin” consiste nel considerare
che la supremazia dello stato si esercita sui soggetti all'interno dell'ordinamento senza alcuna
interferenza di altri enti: solo lo stato, quindi, può stabilire i limiti della sua competenza in ordine
a determinate materie e organizzare i singoli e le comunità per il perseguimento dei fini volta
per volta fissati. Tutto si chiarirà ulteriormente a maggio quando a Mosca si svolgerà
l’incoronazione di Medvedev. Il futuro reale inizierà in quel momento. Ed ora, per finire questa
carrellata post-elettorale, un po’ di gossip che anche a Mosca comincia a farsi sentire.
UN MONUMENTO PER PUTIN. C’è un “gruppo di iniziativa” che a Mosca sta raccogliendo
firme per dedicare a Putin un monumento. E si parla già del luogo dove dovrebbe essere
collocato: di fronte al teatro Bolscioi al posto di quello di Marx che fu inaugurato all’epoca del
XX congresso del Pcus...
LADY. Nell’album dei ricordi ci sono Nina Petrovna, il volto umano di una massaia al
Cremlino, e quello di Raissa Maximovna, donna ambiziosa ed ingombrante. Ecco, invece, le
prime donne attuali. La moglie di Medvedev si chiama Svetlana. Si sono conosciuti sui banchi di
scuola e si sono subito piaciuti. Poi il matrimonio nel 1989. Qualche anno dopo, nel 1996, è
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nato Ilya, figlio unico. Educato secondo la fede ortodossa. Dmitri e Svetlana Medvedev,
entrambi 42 anni, sono quello che si dice una coppia storica. Cognome da signorina: Linnik.
La nuova first lady russa ha smosso mezzo mondo pur di far arrivare il suo uomo ai vertici del
paese. Ha stabilito i rapporti giusti al momento giusto ed è molto gelosa. Come vicino di casa i
Medvedev hanno il Patriarca Alessio II e non è un caso se nel 1988, quando la Russia
festeggiava il suo millennio nel cristianesimo, il giovane Medvedev aderiva alla Chiesa
ortodossa facendosi battezzare… E non è un caso se Svetlana diriga oggi un centro
cultural-religioso.
La signora è proprietaria di una vecchia Golf immatricolata nel 1999 e ha un circolo di amicizie
ristretto e scintillante: la famiglia del regista Nikita Michalkov, lo stilista Valentin Yudashkin, la
cantante Alla Pugaciova, regina del kitsch artistico. E ancora Irina Vinger, moglie del finanziere
del Gazprom, il miliardario Alisher Usmanov, re dell’acciaio e dell’Arsenal.
Particolare da non trascurare: moda e Italia per Svetlana Vladimirovna sono un binomio
inscindibile. Con una vera mania per lo stile e il made in Italy. Assieme a Tatiana Michalkova
(moglie del regista) ha partecipato nel maggio 2007 a una serata di beneficienza presso la
residenza dell'ambasciatore italiano a Mosca Vittorio Surdo, dedicata al marchio Stefanel e
destinata a raccogliere 10.000 euro. E a ottobre con un'omologa iniziativa in suo onore sponsorizzata da Eni, Enel e Finmeccanica - furono raccolti 90.000 euro. E l'Italia è un tema
ricorrente da tempo. Sin da quando Medvedev lavorava nella squadra del sindaco di San
Pietroburgo Anatolij Sobchak. Negli ultimi due anni la futura first lady ha curato e organizzato i
programmi di partnership che legano Milano e Venezia all’antica capitale degli zar.
Liudmila, invece, è la moglie di Putin. Ed anche lei come tratto caratteristico ha quello della
gelosia. E non ne fa mistero. Tanto che lo scorso 14 febbraio, giorno di San Valentino, quando
si pensava di organizzare la consegna pubblica di un mazzo di fiori al futuro presidente,
qualcuno dell'entourage ci ha ripensato per non alimentare le voci di simpatie che Vladimir
Vladimirovic mostra per due cantanti locali: Valerya quanto a musica leggera e la soprano Anna
Nietrebko. Dice Putin: “Liudmila ha i suoi interessi, è filologa, ha la sua vita professionale. La
mia presidenza è stata per lei causa di limitazioni più che di lustro. Non ha mai protestato, ma
non credo che le dispiaccia la mia uscita dal Cremlino”.
RITRATTO AD OLIO. Una tipografia di Piatigorsk (Caucaso) che lavora per il Cremlino sta
stampando i ritratti del nuovo presidente. I formati sono vari e adatti alle stanze del potere
ufficiale. Intanto alcuni pittori hanno già ricevuto ordinazioni per “olii” da riprodurre a grande
tiratura.”Non ho bisogno di questi quadri - dice l’economista Evgenij Jasin che dirige la scuola
del management - perché ho sempre preferito opere d’autore”. Ma Tigran Keosajan, regista, fa
sapere che resta con il quadro di Putin perchè “ha un posto nel mio cuore”.
PALESTRA E PISCINA. Nell’edificio del governo russo - che tra poco ospiterà Putin in qualità
di premier - si sta approntando una intera area dei sotterranei dedicata ai suoi esercizi fisici dal
momento che preferisce judo e nuoto, mentre in vacanza pratica volentieri lo sci, le corse a
cavallo e la pesca sportiva. Sin qui i “pettegolezzi”. Ora la parola passerà alla Piazza Rossa
dove per l’8 maggio torneranno a sfilare, dopo tanti anni, i mezzi corazzati e i missili della
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Russia. Sarà una parata di forza con un esercito più che mai attrezzato. E accanto alla bandiera
con l’aquila bicipite della vecchia Russia ci sarà quella rossa dell’Armata dei tempi sovietici che
fu portata sino alla cupola del Reichstag.
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