Milano, in coda per assistere all`esecuzione di un manichino Il

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Milano, in coda per assistere all`esecuzione di un manichino Il
Milano, in coda per assistere all'esecuzione di un manichino
Il fantoccio si agita, inizia a friggere e infine resta immobile
La sedia elettrica a un euro
attrazione choc al luna park
Il giostraio: "La gente ne va matta, ho già recuperato l'investimento"
di FRANCO VANNI
MILANO - Un euro per vedere la morte. È scritto su un cartello di fianco alla sedia: "Inserire la
moneta per vedere l'esecuzione". Un euro per un minuto di spettacolo: i tre colpi di sirena che
danno il via al boia, la scarica elettrica che per 15 secondi scuote il manichino in una nube di fumo,
il corpo di lattice immobile, piegato in avanti. Finito, si ricomincia: altro euro, altra esecuzione.
La sedia elettrica a gettoni è la massima attrazione del Luna park dell'Idroscalo, Est milanese. A
ogni moneta, a ogni botta di corrente, lo stesso commento: "Sembra vero". La frase viene ripetuta
con identico entusiasmo da centinaia di persone ogni sera. La folla è continua e varia: bambini
accompagnati da papà, donne che fingono paura e ridendo si stringono al braccio del fidanzato,
ragazzini che si lanciano in commenti entusiasti: "Guarda come frigge", "La testa gli balla di
brutto", "Era più figo se dopo che moriva si risvegliava ancora un attimo".
È come al juke box: uno paga, gli altri si divertono a scrocco. Telefonini in mano, per scattare
fotografie e girare video da mettere in Internet, su You Tube. Il primo lo ha caricato in rete tale
"Silvio 60", nick-name a cui corrisponde la fotografia di un ragazzino, 18 anni al massimo. Ai 55
secondi di clip si accompagna una descrizione: "Divertente simulazione di uomo sulla sedia
elettrica". Le urla del condannato, sparate da due amplificatori da chitarra, sono coperte dalle risate
del pubblico.
La sedia, con manichino già imbullonato, è arrivata dieci giorni fa in una cassa di legno,
direttamente da Las Vegas. La produce la ditta Distortions, cinquemila euro, compreso il trasporto
in aereo. "È la prima in Italia, la fanno solo in America" - assicura Renzo Biancato, 47 anni,
giostraio. L'ha comprata su Internet, l'ha vista sulla rivista statunitense Haunted World, specializzata
in gadget dell'orrore. Un affare: "Ho ottenuto uno sconto - dice Renzo - ne ho ordinata una uguale
per mio fratello, giostraio anche lui. Quando è arrivata ero emozionato". Aperta la cassa, Renzo si è
messo a studiare le istruzioni: la macchina del fumo da portare a temperatura, il volume delle urla
da regolare, quel poco di manutenzione che richiede un sacco in lattice in cui si agita avanti e
indietro un braccio meccanico.
Pochi, pochissimi, resistono alla tentazione di assistere all'orrore. La macchina non passa
inosservata: è in mezzo a uno dei vialetti del parco, di fianco al "trenino dei fantasmi", attrazione
per bambini. "Mio figlio non si stacca più, è lì davanti da mezz'ora, è come rapito" - dice la madre
di un ragazzino di 12 anni. "Sono contenta - continua - non mi preoccupo, almeno so dov'è". Madri
che quando il bambino si copre gli occhi gli danno del "fifone". Padri che spronano i piccoli: "Fa
ridere, guarda". L'eccezione: Mara Colombo, 37 anni, accompagna al Lunapark Andrea, 11 anni.
Lei non sta nel gruppo delle mamme entusiaste, ferme davanti al corpo di gomma che si contorce.
Mara ha paura: "Non mi spaventa il gioco di per sé - dice - è una scemenza, un pupazzo da film
dell'orrore, è ovvio che piaccia ai bambini. Semmai ho paura dei miei coetanei.
Il primo a stupirsi dell'entusiasmo suscitato dalla macchina è il giostraio. "All'inizio temevo che
qualcuno si lamentasse, che le madri avrebbero protestato, invece tutti ne vanno matti". Poi fa i
conti: "Ogni sera la macchina rende 50 euro, 150 la domenica". Per Yuri Trebino, 32 anni, che
assieme al fratello Simone gestisce il luna park, "Quell'attrazione è una macchina da soldi come le
altre, tutto qui". Yuri al condannato elettrico, dopo dieci giorni, è già affezionato: "È costato
pochissimo e piace a tutti. Visto il successo ce lo copieranno, ma per ora è nostro e basta. Ce
l'abbiamo solo noi, la gente per vederlo deve venire qui".
(23 luglio 2008)
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