pantaleo corvino - Gruppo Valentini

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pantaleo corvino - Gruppo Valentini
NUMERO 17 Š GENNAIO 2013
CONSUMATORI
parla Giuseppe Zippo
SPETTACOLO
intervista a Luca Ward
TEATRO
Gene Gnocchi a Mesagne
PAROLE DI DONNA
Margherita Ricci
PANTALEO CORVINO
DAL SUO CILINDRO I MIGLIORI TALENTI DEL CALCIO
HANNO COLLABORATO
Anna Saponaro, Antonio Scoditti, Marcella Saponaro, Marco
De Vincenti, Ferdinando Sallustio, Valeria Morleo, Manuela
D’Amici, Donato Dell’Olio, Antonio Ligorio
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GENNAIO 2013 • anno VIII • N. 17
Periodico in distribuzione gratuita
Reg. Trib. di Brindisi n° 14/2005
Edito da: Ass. Cult. Deval, via Agrigento 27 • Mesagne (Br)
Direttore Responsabile: Anna Saponaro
Grafica ed Impaginazione: Gruppo Valentini
Stampa: Locopress Mesagne
Per la pubblicità su Demo Magazine 0831.776985
[email protected]
Per informazioni, segnalazioni e suggerimenti
[email protected]
Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni non si restituiscono anche se pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’Editore, ad eccezione di
brevi passaggi per recensioni. Gli autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dell’uso improprio delle
informazioni contenute.
SOMMARIO
8
Politica
12
Processo Vantaggiato
16
Adoc, intervista a Giuseppe Zippo
22
Parole di Donna, Margherita Ricci
28
Spettacolo, Luca Ward
30
Cinescript
34
Mons. Talucci, il ricordo di Brindisi
40
Teatro, Gene Gnocchi
46
Energie Alternative
48
Grandi esclusive, Pantaleo Corvino
61
Libere riflessioni
PUNTI DI DISTRIBUZIONE
S. Vito dei Normanni Edicola Lo Re Via Oberdan,3
S. Vito dei Normanni Edicola La Civetta Via Mesagne, 30
S. Vito dei Normanni Edicola Semeraro Via Mesagne, 84
S. Pietro V.co Edicola Caretto c/o Ospedale
S. Pietro V.co Edicola Stazione c/o Stazione
Oria Edicola Il Matitone Via Roma
Oria Edicola Rosario Via Torre
Oria Edicola Il Matitone Via Giacinto D’Oria
Oria Edicola Rosario Via Torre
Oria Edicola Via Latiano
Oria Edicola Marini Via Lama
Ostuni Edicola Francioso Via Sansone
Ostuni Edicola Via Pola
Ostuni Edicola Sallustio Via G. Di Vittorio, 49
Ostuni Edicola Fusco Piazza Libertà (Zona Palazzetto)
Latiano Edicola Piazza Bartolo Longo
Latiano Edicola Santoro Via Roma, 17
Latiano Edicola Rubino Piazza Umberto I
Carovigno Edicola Dealy News Corso Umberto I
Mesagne Edicola ciribì Via castello 34
Mesagne Edicola Cavaliere Generale Falcone
Mesagne Edicola Vitale Via Latiano
Mesagne Edit copy Via Marconi
Mesagne Edicola Mater Domini Via M.Materdona
Mesagne Tecno Copy Via Roma
Mesagne La carica dei 101 Via san donaci
Mesagne Edicola montanaro Via torre 135
Mesagne Edicola e non solo Via Basilicata
Mesagne Pattyidea Via Marconi
Mesagne Tabacchi gusmano Via N.Bixio
Mesagne Il Quadrifoglio c/o c.c. Auchan
Mesagne Box Accoglienza c/o c.c. Auchan
Brindisi Edicola chirico Via Sant’ Angelo
Brindisi Edicola Gorgone Viale Aldo moro
Brindisi Edicola Saponaro Corso Roma
Brindisi Salvemini Bastioni Carlo V
Brindisi Edicola Viale del lavoro
Brindisi Mancini Via cappuccini
Brindisi Edicola Scardicchio Piazza sapri
Brindisi Edicola Pinto Via appia
Brindisi Edicola stadio Fanuzzi Zona stadio
Brindisi La tua edicola Via brandi
(zona scuole superiori e università)
Brindisi Libreria Indipendenza Viale Indipendenza
Francavilla Fontana Edicola Della Corte Palazzo Imperiali
Francavilla Fontana Itta Edicola Piazza Umberto I
Francavilla Fontana Edicola Di Maggio Piazza Umberto I
Francavilla Fontana Edicola Carrassi Via Castro
Sandonaci Edicola Montagna Via Cellino, 70
Sandonaci Edicola Leo Via Cellino, 96
Sandonaci Edicola Beatrice Via Gramsci, 26
San Pancrazio S. Edicola Via San Pasquale
Erchie Non solo Edicola Via Principe di Napoli
Erchie Edicola Becci Via Roma
Torre S.S. Edicola Rosato Via Galasso
Ceglie Messapica Editel Via Roma
Ceglie Messapica Lo Scarabokkio Via San Lorenzo
Ceglie Messapica Punto Contabile Viale Aldo Moro, 1
Ceglie Messapica Edicola Machiavelli Via Mercodante
Ceglie Messapica Edicola Ligorio Piazza Plebiscito
Ceglie Messapica Municipio Casa Comunale
Cellino San Marco Edicola Lombardo Via V. Emanuele II, 5
EDITORIALE
di Anna Saponaro
“Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte
le donne l'accesso all'istruzione e alla leadership. È alle donne,
infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di
inventare e gestire la pace.”
Rita Levi Montalcini
È
SS. 7 Appia, Zona P.I.P. • 72023 Mesagne (Br)
Telefono 0831.717111
a lei che vogliamo dedicare il nostro editoriale. A queste
sue parole che sintetizzano il meglio che si possa pensare rispetto ad una umanità giusta e consapevole delle
proprie risorse. Il 2013 si è aperto con l’assenza pesante della
grande scienziata. Una ricercatrice che, nel suo campo e non
solo, ha contribuito a cambiare l’immagine dell’Italia. Insignita
del Premio Nobel per la medicina nel 1986 e nominata senatrice a vita nel 2001 dal presidente Carlo Azelio Ciampi. Sua la
scoperta del fattore di crescita nervoso noto come NGF con un
ruolo fondamentale nella differenziazione delle cellule nervose
sensoriali. Si è detto che è morta studiando e questa immagine di lei tenace e autorevole, innamorata della cultura ci piace
e ci rincuora. Ci rincuora perché regala la speranza che menti
eccellenti possano continuare il proprio percorso anche nell’Italia di oggi, dove tutto, o quasi, sembra rispondere alla logica
della confusione. E nel leggere le motivazioni del premio Nobel
un sorriso aggiusta le nostre giornate isteriche: “la scoperta del
NGF è un esempio affascinante di come un osservatore acuto
possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos.” Quindi forza
gente! L’esempio di una donna così deve guidare la quotidianità.
Dal caos (che non è apparente ma reale) può nascere l’ordine.
Come da una donna eccezionale è nata una cultura scientifica
che non ha pari. Una Donna! Risorsa fondamentale, capace di
grandi cose, portatrice di una intelligenza sana, pulita, lontana
da pregiudizi e preconcetti. Una Donna alla quale molte giovani
ragazze dovrebbero guardare come esempio di quanto la volontà
possa diventare prospettiva concreta.
Questo il nostro omaggio a Rita Levi Montalcini.
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ELEZIONI
POLITICHE
2013
Al via la campagna elettorale
di Valeria Morleo
E
fu così che arrivò il momento delle elezioni politiche. Dopo la parentesi del governo tecnico guidato
da Mario Monti, i prossimi 24-25 febbraio si torna
alle urne. Di certo l’attenzione di politologi, sondaggisti e
giornalisti si concentrerà sulle previsioni di affluenza. Un
dato sul quale è bene che la schiera di candidati inizi a
riflettere. Negli ultimi anni sono andati crescendo i dibattiti sull’inflazionato argomento dell’antipolitica. E allora,
primarie a parte, la prossima tornata elettorale sarà il banco di prova per un paese che negli ultimi mesi ha vissuto
come in una pentola al cui interno l’acqua bolliva rumorosamente. E il termine “malumore sociale” appare davvero
una carezza rispetto al disagio che si è scatenato nelle case
degli italiani alle prese con una incredibile pressione fiscale, con una disoccupazione galoppante e con una crisi economica senza precedenti. Ebbene chissà in quanti avranno
il fegato di varcare ancora una volta la soglia della cabina
elettorale! Posto che il voto resta un diritto-dovere del cittadino. Lo scenario nazionale, nell’ambito delle primarie,
ha visto trionfare per il centrosinistra Pierluigi Bersani
che adesso affila i coltelli e si è messo alla guida di una
coalizione che cavalca l’onda di una campagna elettorale
nella quale ha fatto di nuovo capolino, sul fronte opposto,
il Cavaliere Silvio Berlusconi.
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Tra i due poli Casini, Fini e Monti giocano la carta della credibilità. E come per l’albero di Natale, in attesa di sapere di
quale colore sarà la punta, dalla cima fino al fondo si vanno
posizionando le palline variopinte. Nella ridente provincia
adriatica le primarie del 30 dicembre (che hanno arricchito
di commenti il San Silvestro 2012) hanno portato una prima polemica in casa PD con il gruppo dirigente cittadino di
Brindisi che ha lamentato scarsa, se non addirittura assente,
rappresentanza del comune capoluogo. Il quadro è chiaro:
nessun partito ha espresso un candidato di Brindisi in posizione utile, ossia nelle posizioni che garantiscono l’elezione
sicura, se non nel caso dei “Moderati in Rivoluzione” che
hanno candidato come capolista in Puglia l’ex presidente di
Confesercenti Antonio D’Amore. Un’eccezione che però va
valutata anche considerando che per MIR si tratta della prima esperienza elettorale in assoluto. Diverso il caso di Nicola
Di Donna che si trova in terza posizione con “La Destra” di
Storace. Così come per Claudia Zezza di “Sviluppo e lavoro” candidata al quinto posto per il Senato. Il Pd in città non
esprime nessun nome e su questa vicenda è intervenuto il
coordinatore della segreteria provinciale del partito democratico Andrea Greco, con una nota indirizzata ai mezzi di
comunicazione. Parole dure nei confronti del gruppo dirigente cittadino. Un’analisi che parte dal confronto tra Brindisi e
Mesagne durante le primarie del 25 novembre. Il capoluogo,
in quell’occasione, ha registrato 2714 votanti, Mesagne 2705.
“Il problema – ha dichiarato – è non essere riusciti a contribuire, come capoluogo politico all’offerta politica provinciale. Scriveremo negli annali politici brindisini: Primarie
2012, nessun brindisino candidato.” Sul fronte provinciale
invece qualcosa si è mosso. A cominciare da Mesagne che
ha espresso la candidatura alla Camera di Tony Matarrelli, in posizione praticamente blindata. Il PD al Senato ha
candidato l’assessore Vincenzo Montanaro al dodicesimo
posto. Candidature di bandiera per il PDL che ha piazzato
Sabrina Di Donfrancesco, quarantesima nella lista per la
Camera. Luigi Indolfi è stato candidato con “La Destra di
Storace” in ventesima posizione. Nel resto della provincia
per il PD Nicola Latorre e Salvatore Tomaselli, rispettivamente al secondo e terzo posto nella lista per la Camera,
mentre Elisa Mariano occupa la quattordicesima posizione. Euprepio Curto compare nelle fila di FLI al terzo posto
per la Camera subito dopo Fini e Menia, insieme a Maristella Menga che si trova al settimo posto. Michele Saccomanno è al quarto posto nella lista Fratelli d’Italia. Per il
PDL Michele Iurlaro e Vittorio Zizza occupano l’ottava e
la nona posizione nella lista per il Senato, mentre Nicola
Ciracì è al decimo posto per la Camera. Ed è proprio sulle
candidature del PDL che si sono registrati i malumori più
forti. Luigi Vitali ha già sottolineato di non aver gradito i
metodi di “selezione” annunciando che subito dopo le elezioni rassegnerà le sue dimissioni. E di dimissioni si parla
anche per il vice coordinatore provinciale Livia Antonucci
che ha lamentato la mancanza di considerazione da parte
del PDL nazionale nei confronti dei parlamentari locali.
Il suo è un commento particolarmente pesante soprattutto
rispetto ai congressi che ha definito come “vuoti, inutili e ipocriti”. Tra i grandi esclusi compare poi anche l’ex
presidente della Provincia Massimo Ferrarese per il quale
in un primissimo momento sembrava certa la posizione
blindata nella lista dell’Udc. Il suo nome invece non compare e adesso la stampa locale da più parti parla di una sua
rinuncia in vista delle prossime elezioni regionali. Per lui
si sarebbe speso, nelle ribalte mediatiche, Angelo Sanza
dichiarando gli ottimi rapporti tra il partito e Ferrarese.
Quest’ultimo però non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali,
salvo commenti di ringraziamento per i suoi sostenitori
sul social network Facebook. Non è rimasto in silenzio,
invece, Domenico Tanzarella, su tutte le furie con il PD
e con i dirigenti regionali del PSI. Insomma alla fine si
è giunti alla composizione delle liste non senza strappi e
ferite da curare. E mentre andiamo in stampa (subito dopo
l’ufficializzazione dei nomi) parte una campagna elettorale rovente che non risparmierà, anche e soprattutto sul
piano locale, accese polemiche. Il tema della rappresentanza resta senza dubbio delicato. La provincia di Brindisi
ha bisogno, da questo punto di vista, di autorevolezza e di
sostegno per le sfide che il futuro inevitabilmente presenterà. Prima fra tutte la ripresa economica e la possibilità
di smettere i panni di un comodo vittimismo storico per
interpretare esigenze e volontà di un territorio già abbondantemente mortificato.
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PROCESSO
VANTAGGIATO
di Manuela D'Amici
T
re volte. Per ben tre volte il giudice ha chiesto a
Giovanni Vantaggiato se ammettesse la presenza di
telecamere e di macchine fotografiche in aula. La
risposta non l’ha sentita nessuno. Solo il suo avvocato che,
rivoltosi alla corte ha riferito “Ha detto no”. Non ha voluto
farsi vedere. Ha esercitato un suo diritto, se di diritto si può
parlare riferendosi a chi ha tolto la vita ad una ragazzina ed
ha compromesso quella di chi è sopravvissuto alla strage del
maggio scorso. La prima udienza del processo dell’attentato
alla scuola “Morvillo-Falcone” ha riacceso i riflettori su una
vicenda che ha toccato l’Italia intera. Presenti i genitori di
Melissa Bassi, insieme al proprio avvocato Fernando Orsini.
Presenti le ragazze scampate alla tragedia. Presenti, almeno
in modo ideale, gli studenti dell’istituto che dalle finestre
che corrispondono al Tribunale di Brindisi hanno gridato
la propria rabbia urlando “Vogliamo giustizia”. Testa bassa,
Vantaggiato ha voluto giocare la carta dell’infermità mentale, sollevando l’indignazione generale.
crede. Ma la premeditazione è evidente e circostanziata. Le prove fatte
per il confezionamento degli ordigni,
oltre alle decine e decine di filmati
passati al vaglio degli inquirenti. E su
questa ipotetica finzione si è espresso
anche il procuratore della Dda Cataldo Motta che interpreta tutto come un
tentativo di farsi dichiarare incapace
di intendere e di volere. Resta ancora in piedi la pista di un complice
anche se sembra perdere consistenza,
nonostante le parole di un testimone
che però, come ha sottolineato Motta,
potrebbe essersi sbagliato. La Corte,
nella prima udienza del processo, ha
anche dovuto procedere all’ammissione delle parti civili, riconoscendo
trentasette persone fisiche e sette enti.
Tra queste i genitori di Melissa, le ragazze sopravvissute, le loro famiglie,
la scuola “Morvillo-Falcone”, la Regione, il Comune di Mesagne, quello
di Brindisi e la Provincia. Nell’aula
“Metrangolo” del Tribunale alle 9.30
del 17 gennaio è iniziato il processo
probabilmente più atteso. A distanza
Il suo avvocato, Franco Orlando ha
parlato di una richiesta fatta non per
strategia ma per reale esigenza processuale. L’unica strada percorribile per
il legale, vista la solidità dell’impianto accusatorio. E viste anche le parole che lo stesso Vantaggiato avrebbe
pronunciato in carcere dinnanzi alla
moglie e puntualmente intercettate.
Un piano anche rispetto a questa richiesta: la volontà di digiunare e di apparire malconcio per dare a intendere
una pazzia rispetto alla quale nessuno
di otto mesi dall’attentato. A questo
punto la speranza di tutti è che i tempi della giustizia non confermino le
logoranti attese di altri processi. La
speranza è che possa essere accolto
il grido di giustizia degli studenti. La
speranza è che almeno questa volta la
ragione faccia il suo corso e restituisca la verità dei fatti. Una verità che
vuole una ragazzina sepolta nel fiore
dei suoi anni, altre nove lese nella loro
spensieratezza, insieme alle famiglie
lacerate per quanto accaduto nel luogo che dovrebbe garantire sicurezza ai
propri figli: la scuola. E francamente
la speranza è anche legata alla possibilità che questa terra non torni ad
essere facile bersaglio per la stampa
nazionale che ad ogni evenienza rispolvera lo schema interpretativo della mafia, quasi fosse applicabile a tutto
e a tutti. Non è così. Capita anche che
una mattina, un uomo venuto dal nulla decida di ammazzare. Le etichette
spesso non hanno valore. Ed anche
a questa verità si spera che giunga il
processo.
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ADOC
DALLA PARTE DEI
CONSUMATORI
Parla il presidente provinciale
Giuseppe Zippo
di Redazione
D
al nuovo sito dell’associazione
alla battaglia per sostenere i
cittadini rispetto agli accertamenti Tarsu. Dai problemi di ogni anno
nella stagione dei saldi all’attenzione
verso le tematiche ambientali. L’Adoc
di Brindisi continua il suo percorso di
supporto nei confronti dei consumatori. Abbiamo intervistato il presidente
provinciale Giuseppe Zippo che ha affrontato diverse tematiche di interesse
comunitario.
Da poco tempo avete "inaugurato" il
nuovo portale dell'Adoc di Brindisi.
Uno strumento in più per i consumatori? Quale la sua mission?
L'obiettivo che ci siamo prefissati con
l'attivazione del Blog dell'ADOC di
Brindisi è quello di fornire notizie utili
ai consumatori sia di carattere generale sia in riferimento a problematiche
locali. Le quasi 14.500 visite registrate in questi mesi denotano una certa
attenzione e un certo apprezzamento
per quello che facciamo sul territorio
cogliendo anche quelle che sono le segnalazioni dei cittadini a volte critiche
anche sul nostro operato.
Avete ottenuto un importante successo rispetto agli accertamenti Tarsu da parte del Comune. Da quali
considerazioni siete partiti?
Eravamo e siamo ancora convinti che
il "modus operandi" adottato per gli
accertamenti Tarsu non sia stato impeccabile. Dall'esame di alcuni avvisi posti
alla nostra attenzione da parte dei contribuenti abbiamo rilevato subito una
serie di criticità che avrebbero potuto
creare ancora più disagi per i cittadini
oltre a quelli tuttora registrati. Ci siamo
quindi adoperati mediando con l'amministrazione al fine di risolvere i problemi ottenendo una serie di risultati
che altrimenti sarebbero venuti meno.
Partiamo dall'ottenimento del potenziamento del front-office e dalla disponibilità di personale tecnico al fine di
porre rimedio ad eventuali errori che
possono aver determinato l'emissione
degli avvisi. Tutto questo attraverso un
filo diretto tra ABACO e Agenzia del
territorio. Un metodo che si sta rivelando utile per centinaia di contribuenti
che attraverso queste verifiche stanno
riscontrando anche errori nelle procedure di accatastamento e quindi possono porre rimedio. Accertate le violazioni, o per omessa denuncia Tarsu o
per infedele dichiarazione o per errore
derivante da una molteplicità di fattori, ci siamo posti il problema di come
le famiglie avrebbero fronteggiato
quest'ennesima richiesta di pagamento dopo le scadenze Imu di Dicembre
ed in prospettiva della Tares di Luglio,
oltre agli abituali pagamenti. Da qui la
richiesta di poter dilazionare i pagamenti senza l'applicazione di ulteriori
maggiorazioni per oneri ed interessi.
Ricordiamo che gli avvisi prevedevano originariamente il pagamento entro
sessanta giorni con oneri e sanzioni al
minimo. Oltre tale periodo sarebbero
stati applicati gli importi massimi. Un
beneficio economico quindi per quanti
dovranno mettersi in regola: parliamo
di quasi 8000 avvisi di cui 2200 già notificati per importi che vanno da poche
centinaia di euro a decine di migliaia
(18.000 euro in un caso esaminato).
Cifre in grado di mettere in ginocchio
una solida attività commerciale e/o
artigianale, figuriamoci una famiglia.
Per noi sarebbe stato facile annunciare
la richiesta di annullamento di tutti gli
avvisi, avremmo sicuramente dal punto di vista comunicativo assolto il ruolo
di associazione a difesa dei consumatori ma non avremmo portato niente di
concreto per migliaia di famiglie. Oggi
possiamo dire che la determinazione
con cui abbiamo chiesto una verifica
con argomentazioni valide ha dato risultati non trascurabili.
Un altro cavallo di battaglia resta
quello legato ai saldi di stagione. Passa il tempo ma sembra ogni anno necessario ricordare ai cittadini di fare
attenzione. Perché?
Quest'anno non ci siamo avventurati a
livello locale in previsioni di spesa o in
analisi economiche, ritenendo le cifre
sbandierate da più parti fuori da ogni
logica vista la crisi. Abbiamo però dato
assistenza a diversi consumatori alle
prese con i saldi, intervenendo nei confronti di alcuni commercianti quando
ce n'è stato bisogno e riscontrando piena disponibilità. Ritorniamo a dire che
è anacronistico parlare di saldi in un
periodo durante il quale le date vengono puntualmente disattese e predomina
il “fai da te”, falsando dati e previsioni
di spesa. Quest'anno abbiamo registrato per la prima volta un'attività di monitoraggio e di contrasto alle politiche
commerciali scorrette da parte della
Polizia Municipale di Brindisi con risultati che non vanno trascurati. Se
qualcuno pensa che sette attività san-
zionate su settanta controllate non sia
indice di allarmismo, riteniamo che l'analisi corretta vada fatta sul volume di
clientela che ogni esercente ha in quanto potrebbero essere migliaia i consumatori raggirati. Riteniamo che sia
interesse delle associazioni di categoria
intervenire a tutela dei propri associati
e questo lo si può fare non difendendo
a prescindere ma promuovendo azioni
coordinate tra enti locali, associazioni
di categoria e dei consumatori per garantire i commercianti onesti, i consumatori ma soprattutto l'economia e
l'immagine di un territorio.
Il vostro è il punto di vista più vicino
ai cittadini. Quali sono oggi le maggiori criticità che intercettate rispetto al territorio brindisino?
L'ADOC ma in generale chi opera a
contatto giornaliero con i cittadini rappresenta un osservatorio privilegiato
sul territorio. Le criticità riscontrate
sono legate alle sofferenze economiche
delle famiglie a cui si somma il venir
meno o il ridimensionamento dei servizi pubblici essenziali con contestuale
aumento dei costi per scuola, smaltimento rifiuti, trasporti, sanità, sicurezza. Anche un minimo contrattempo
come una fattura non prevista o non
dovuta rappresenta un tormento per
migliaia di cittadini. Il nostro compito
è di creare le condizioni per migliorare il territorio dando aiuto a chi ne
ha bisogno. Centinaia le conciliazioni
concluse positivamente in favore degli utenti con le società di telefonia o
erogatrici di servizi energia, gas, acqua.
Sul fronte trasporti abbiamo contatti
con la Società Trasporti Pubblici con
cui ci confrontiamo frequentemente sui collegamenti extraurbani sulla
mobilità cittadina e sulla qualità del
servizio. Nel settore scuola ed in particolare sull'edilizia scolastica siamo
stati promotori di diverse iniziative
con il coinvolgimento delle famiglie
(tra tutte il caso Cervellati e di recente
Marzabotto), ma non dimentichiamo
il monitoraggio costante effettuato sul
grado di conservazione degli edifici in
tutta la città.
Su quali progetti si sta concentrando
l'Adoc di Brindisi per il futuro?
Continuare a dare ascolto e voce ai
cittadini specie quelli in stato di bisogno. Abbiamo però un obiettivo fisso
da anni ed è quello di contribuire alla
salvaguardia dell'ambiente attraverso
una maggiore tutela del territorio. Pensiamo ai numerosi interventi e solleciti
effettuati in questi anni per il recupero delle zone costiere per renderle più
sicure e fruibili sino ad affrontare il
tema della raccolta rifiuti e del servizio
di raccolta differenziata che riteniamo
sia troppo trascurato. Anche in questi
mesi abbiamo diverse volte incontrato
l'amministrazione comunale per avanzare proposte di miglioramento del
servizio e per traguardare volumi di
raccolta maggiori con benefici ambientali ed economici per la collettività. Per
concludere un riferimento va alle produzioni locali su cui manteniamo alta
l'attenzione e verso le quali non faremo mai mancare un utile apporto per
lo sviluppo dell'economia territoriale e
per garantire qualità ed economicità ai
nostri consumatori.
DEMO MAGAZINE | 21
La dottoressa Saponaro è a vostra disposizione per
rispondere a domande specifiche che riguardano la
sua rubrica. È possibile contattarla all’indirizzo:
[email protected]
Dott.ssa Marcella Saponaro
GINECOLOGA, MEDICO PSICOSOMATICO, FLORITERAPEUTA ED AGOPUNTORE
ANORESSIA
quando il cibo è pericoloso…
S
e con la bulimia compulsiva si
cerca disperatamente di recuperare un affetto primordiale mancato, nell’atteggiamento anoressico lo
si rifiuta in modo rigido e categorico.
Come se il cibo, simbolo di un materno
pericoloso e asfissiante, potesse essere
dannoso per se stesse e il proprio corpo. In realtà questi due atteggiamenti
possono coesistere nella stessa donna,
creando fasi di fame ossessiva e fasi
di vomito coercitivo con diete ristrette. Rientra tutto nei cosiddetti disturbi
alimentari e riguarda personalità fragili, rigide, autodistruttive e con un
senso alterato del proprio corpo. E’ un
problema prevalentemente femminile
e questo la dice lunga su quel rapporto
complesso e conflittuale madre-figlia,
fatto a volte di rifiuto, competizione,
repressione, condizionamento. Su
questo tema così frequente (presente
anche in forme lievi-boderline), si è
già detto tanto e sicuramente non basterebbero poche righe per affrontarlo pienamente. Come ginecologa mi
trovo spesso di fronte a casi di questo
tipo, specie quando il dimagrimento
Crab Apple
eccessivo causa scomparsa delle mestruazioni per mesi. Naturalmente la
psicoterapia familiare resta un cardine
essenziale nel trattamento di questo
problema, anche se tra molte difficoltà. Ma nei casi lievi devo dire che la
medicina naturale può aiutare molto la
paziente e l’entourage familiare. Purtroppo la cultura imperante che impone modelli femminili magri ed esteticamente irraggiungibili non aiuta
per niente! Vorremmo essere Jennifer
Lopez e non chiamarci semplicemente
Maria… la realtà appare insignificante
e bisogna pagare un prezzo per entrare
nei canoni ufficiali. E a volte questo
prezzo si rivela altissimo e autodistruttivo! Accanto alla psicoterapia,
nei casi meno gravi si può affiancare
l’uso di rimedi floreali di Bach: Crab
Apple (per recuperare un’accettazione del proprio corpo), Manzanita (per
un’accoglienza migliore del cibo),
Mariposa Lily (per aiutare il rapporto
con la madre), Rock Water (per smussare la rigidità), Pine (sensi di colpa e
vomito coercitivo), She Oak (amenorrea da dimagrimento), Beech (rifiuto
Manzanita
del cibo). Le costellazioni familiari di
Bert Hellinger possono aiutare molto ad alleggerire condizionamenti e
conflitti familiari. Si tratta di incontri
psicoterapeutici dove la rappresentazione del quadro familiare può aiutare ad prendere coscienza dei nodi
più spinosi. I rimedi di nutripuntura
invece ottengono questi risultati senza un lavoro di analisi così doloroso, alleggerendo gradatamente i pesi
maggiori che condizionano (conflitti
con la madre, integrazione del corpo e dei suoi confini, nutrizione post
natale, riconoscimento della matrice
materna, smussamento delle rigidità,
aumento della polarità femminile...).
Può essere un percorso lungo e difficile, dove anche la presa di coscienza
dell’ambiente familiare ha una parte
importante. E così anche il rapporto
col medico, la cui capacità di ascolto e
di comprensione è fondamentale. Bisogna recuperare il “gusto” della vita
che è stato perduto, la capacità di accogliere, l’amore per se stesse. E’ una
sfida che non si gioca all’esterno ma
semplicemente con noi stesse…
Mariposa Lily
DEMO MAGAZINE | 23
MARGHERITA
RICCI
Presidente parlamento regionale
dei giovani
di Redazione
L
ei è la più giovane delle donne che abbiamo intervistato
per questa rubrica. Ma (senza
nulla togliere alle altre) le sue “parole di donna” per noi sono le più preziose. Perché ha diciotto anni ed una
padronanza di linguaggio incredibile.
Margherita Ricci, studentessa al Liceo Classico di Brindisi, originaria di
Mesagne, Presidente del Parlamento
Regionale Giovani Puglia. Le sue
idee sono chiare e la sua capacità di
esprimerle è di un certo livello. In
questa intervista ci racconta di se,
del confronto con i “politici”, delle
attività parlamentari e di come vede
il futuro.
Da dove nasce questo impegno per
la rappresentanza studentesca?
Il Parlamento Regionale dei Giovani
rappresenta per me il coronamento di
un progetto di rappresentanza studentesca che ho deciso di prendere come
incarico personale e di portare avanti
in maniera assidua e puntuale fin dal
quarto ginnasio. Se tra i tanti difetti
che ho, devo riconoscermi infatti un
qualche pregio, penso che questo afferisca principalmente alla mia capa-
cità di parlare facendomi portavoce
delle necessità e dei bisogni altrui. È
per questo che ho voluto rappresentare la mia classe in maniera continuativa per quattro anni ed è per questo
che ho deciso di provare l’esperienza
del Parlamento Regionale.
Il tuo ruolo impone, a questo punto, una grande capacità di sintesi
e di equilibrio tra le varie istanze.
Come ti stai approcciando a questo
importante incarico?
Sicuramente non è semplice farsi garante dell’ordine e della riuscita di
ogni incontro, soprattutto quando c’è
da discutere e decidere sui capisaldi
del percorso che intendiamo portare
avanti. Nel discorso che ho fatto per
l’elezione a Presidente non ho dato
grande spazio alla mera enumerazione delle mie idee o, peggio, dei
pregi che presumo di avere, ma ho
voluto mettere in evidenza ciò in cui
credo fermamente, cioè che l’unico
e il solo strumento che possediamo
per crescere è il confronto dialettico,
aperto e privo di pregiudizi. Tenendo
costantemente a mente questo principio, quasi fosse un comandamento,
cerco di approcciarmi con cautela e
curiosità nei confronti di ogni parere,
da quelli difesi strenuamente a quelli
oltremodo lontani dalla mia visione
delle cose. Ciò mi permette di dirigere ogni Assemblea Plenaria con una
certa dose di diplomazia, sì da non
imporre il mio punto di vista ma di
lavorare in vista di un’idea comune
da applicare poi in maniera concreta
e pragmatica.
Puoi spiegare ai nostri lettori di
cosa si occupa il Parlamento Regionale dei Giovani Puglia?
Il Parlamento Regionale degli Studenti si occupa di incoraggiare i giovani ad essere cittadini attivi nel sistema della democrazia partecipativa
proponendo soluzioni ai problemi del
territorio, facendoci inoltre provare
la vita all’interno di una Istituzione
di cui abbiamo la possibilità di conoscere luoghi e persone. La nostra sfida consiste nell’individuare un tema
di interesse regionale e lavorare tutti
insieme per presentare al Consiglio
regionale della Puglia la nostra visione sull’argomento mediante proposte
di legge. Svolgiamo tale compito gra-
zie ad Assemblee Plenarie mensili organizzate a Bari nell’Aula del Consiglio Regionale e ad incontri costanti
nell’aula virtuale a disposizione sul
sito del PRG.
Tra i vostri obiettivi c'è anche la
volontà di spingere i giovani ad
essere parte attiva nel "sistema comunità". Eppure si parla sempre
più spesso di sentimento dell'antipolitica e di giovani lontani da queste dinamiche. Cosa ne pensi?
Personalmente non credo all’immagine disfattista che ritrae noi giovani come degli “automi non pensanti” assoggettati da social network o
smartphone. Credo che questa sia
piuttosto l’analisi utilitaristica che
viene fatta da quella parte di società
in “doppio petto” troppo assuefatta
dalla ricerca del potere o dalle trame
di palazzo, per occuparsi realmente
di noi, delle nostre necessità e del potenziale umano, politico, monetario,
morale e civile che rappresentiamo.
Senza cadere nella banalità delle
generalizzazioni, credo che il sentimento di insofferenza che alcuni di
noi hanno nei confronti della politica
rappresenti la diretta conseguenza di
ciò che stiamo vivendo e della unilaterale perdita di probità da parte di
coloro che dovrebbero rappresentarci. Non siamo noi ad aver aborrito la
politica, che anzi dovrebbe essere e
rimanere la più alta delle scienze sociali, ma è una parte, si badi bene non
TUTTI ma una PARTE, di coloro che
hanno assurto a tale dovere morale
che hanno deciso di aborrire noi cittadini votanti!
Questa esperienza toglie molto alla
tua vita di studentessa diciottenne?
Avere diciotto anni, lavorare per l’Università, lavorare per il diploma,
per l’agognato 100 e andare al Liceo
Classico credo rappresenti già un’”unione letale” di fattori! Io però ho
scelto di sfidare me stessa con l’avventura del PRG, ho scelto di pedalare una bicicletta che fin dall’inizio
non è sembrata procedere attraverso
una strada in discesa. Per questo non
posso lamentarmi o vittimizzarmi per
la carica prestigiosa che ho l’onore
e l’onere di ricoprire. Cerco di fare
tutto al meglio, dormo poco, utilizzo
tutto il tempo a mio disposizione, mi
concedo poche distrazioni, organizzo
le mie giornate al minuto e lavoro
per realizzare tutti gli obiettivi con la
convinzione che il Parlamento, pur
detraendomi in termini di ore quantità di studio, mi permette di formarmi
in quanto Persona e Cittadina Attiva,
cosa che ritengo fondamentale per il
mio avvenire.
Cosa c'è nel futuro di Margherita
Ricci?
Non so esattamente cosa ci sia nel
mio futuro, ma so cosa c’è nel mio
presente e cioè tanti sogni e la costante volontà di fare bene per realizzare solide fondamenta su cui, forse
un giorno, essi possano adagiarsi.
Dopo il diploma ho ovviamente intenzione di continuare a studiare
andando all’Università, ci sono vari
ambiti che mi attirano e diverse Università che mi interessano ma prima
di pronunciarmi con certezza in merito, preferirei aspettare di affrontare
i primi test! Dopodiché penserò, in
maniera più coerente, a come trovare
il mio posto nel mondo…
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DEMO MAGAZINE | 27
L
“ADOTTA
UN ESORDIENTE”
Quando la cultura passa attraverso
le pagine di un libro
di Redazione
a lettura come crescita culturale.
Le giovani penne come speranza di
una società più preparata. La scuola
come spazio virtuoso all’interno del quale
formare le nuove generazioni, attraverso una
didattica che vada oltre le classiche lezioni in
aula. E’ questo il senso del progetto “Adotta un esordiente” giunto ormai alla seconda
edizione e organizzato dalla Taberna Libraria
di Latiano. Coinvolte quest’anno sei scuole
superiori di tutto il territorio provinciale: il
Liceo Classico “Lilla” e l’Istituto Tecnico
Economico “Calò” di Francavilla Fontana, Il Liceo Scientifico “Leo” di San Vito
dei Normanni, il Liceo Scientifico “Ferdinando” di Mesagne, il Liceo delle Scienze
Umane “Palumbo” di Brindisi e il Liceo delle Scienze Umane di Latiano. Pensate che
sono coinvolti in questa iniziativa ben 147
studenti. Tre i libri in concorso: “E la felicità, Prof?” di Giancarlo Visitilli, “La libreria
dell’armadillo” di Alberto Schiavone e “Mi
piace vederti felice” di Rossella Rasulo. Una
terna alla quale si è giunti dopo un’attenta
valutazione delle diverse proposte letterarie
del panorama nazionale contemporaneo. A
scegliere i tre titoli è stata la commissione
presieduta dal professore Alberico Balestra.
In sostanza questi libri stanno girando nelle
scuole partecipanti per essere letti dai 147
studenti coinvolti. Saranno loro stessi a valutare le singole opere. Avranno tempo fino
al 31 marzo, termine ultimo per compilare
una apposita scheda di valutazione in maniera anonima. La commissione di docenti,
successivamente, si riunirà per esaminare
le schede e stilare la classifica definitiva. A
maggio 2013 avrà luogo la proclamazione
del vincitore nel Teatro Olmi di Latiano. La
mission dell’iniziativa è di grande valore:
rendere il territorio brindisino punto di riferimento per la diffusione di libri scritti da
esordienti o alle prese con la seconda opera.
Il fatto che la giuria sia composta da studenti la dice lunga sulle opportunità formative
del progetto. Nell’era della digitalizzazione,
della rete come veicolo di informazioni, del
PC quale unico mezzo utilizzato dai ragazzi,
il ritorno ad una sana lettura rappresenta un
gesto utile per riappropriarsi di una dimensione più intimistica della cultura. Sfogliare
le pagine di un libro, sentirne tra le dita lo
spessore, vivere mondi lontani attraverso la
lettura: un’esperienza che va oggettivamente
oltre qualsiasi forma di comoda tecnologia.
In fondo si punta a sviluppare una coscienza
critica tra i ragazzi delle scuole superiori che,
subito dopo la maturità, saranno alle prese
con approcci sociali per i quali c’è bisogno
di uno spessore culturale e metodologico
ben strutturato. In questi mesi dunque i ragazzi saranno alle prese con le tre opere.
“E la felicità, Prof” racconta di un giovane
insegnante di Lettere che cerca di descrivere
la scuola di oggi. Il suo sguardo curioso tenta
di dare voce ai ragazzi. Adolescenti disillusi ma non arresi. Si tratta di un docente inconsueto che vuole soprattutto capire i suoi
studenti, attraverso il confronto quotidiano.
Il suo è un viaggio che spinge i ragazzi alla
ricerca della felicità.
“La libreria dell’armadillo” invece riporta
la vita di uno smemorato vecchietto che va
a comprare le sigarette e la tabaccaia, al posto del resto, gli offre un biglietto del superenalotto. L’uomo non segue l’estrazione e
mette il biglietto tra le pagine di un romanzo.
Fortuna vuole che quel volume capiti tra le
mani di un libraio che sta lottando per salvare il suo negozio dalla chiusura. Una serie
di eventi porteranno il libro ad essere rubato
e cercato con tenacia dal libraio. Una bella
storia, insomma, sull’amore per i libri, un
omaggio al potere della letteratura.
“Mi piace vederti felice” narra la storia di
Aura che, per la vacanza dei suoi diciotto
anni progetta un'estate al mare coi suoi migliori amici, Paola, Alessio e Lorenzo. La
meta è l'isola d'Elba, luogo in cui era solita
andare in vacanza con i suoi genitori. Nella
vecchia casa di famiglia ritrova il diario di
sua nonna che svela a poco a poco un segreto che le sconvolgerà la vita: la sua adozione.
a
c
Lu
ward
di Antonio Ligorio
C
hi non ricorda di aver sentito: “Al mio segnale scatenate l’inferno”. È la frase del film “Il
Gladiatore” che probabilmente ha consegnato a Luca Ward la massima popolarità. Attore, doppiatore di volti noti come appunto Russell Crowe, Samuel L. Jackson, Pierce Brosnan, Keanu Reeves. Un artista completo che è stato a Mesagne, presso le “OffiCine Teatro Ariston” nell’ambito della programmazione “Cinecronici” dell’associazione Cabiria, per presentare
il suo ultimo cortometraggio dal titolo “Amore Buio”. Lo ha intervistato per noi Antonio Ligorio.
Se dovesse classificare professionalmente la sua attività tra cinema, teatro, doppiaggio, che ordine sceglierebbe. Chi è Luca Ward?
Sicuramente un uomo fortunato, perché come diceva Marcello Mastroianni per fare questo mestiere ci vogliono tre cose: fortuna, fortuna, fortuna.
Nient’altro. Io lavoro dal 1963 ininterrottamente. Quindi sono quasi 50 anni.
Ho sempre lavorato, ho sempre fatto
questo mestiere tra doppiaggio, televisione, teatro, cinema. Non so classificarmi, questo bisognerebbe chiederlo
al pubblico, loro lo saprebbero meglio
di me.
Come si fa invece a gestire lo spazio,
il tempo dividendosi tra i numerosi
impegni?
E’ ovvio che non è semplice anche perché sono padre di tre figli. La famiglia
per me è al primo posto in assoluto, prima del lavoro. Conciliare tutto quanto
non è semplice. Ho una famiglia che
mi sostiene. Mia moglie, Giada Desideri, è una donna eccezionale che mi
aiuta e mi sostiene proprio nel mio correre da una parte all’altra. Ecco se non
avessi una famiglia importante dietro,
non potrei fare il mio mestiere. Mio padre diceva: “Per fare il mestiere degli
attori oltre ad essere atleti bisogna avere una famiglia importante alle spalle.”
Per riuscire a gestire bene tutto
quanto è importante anche avere
una famiglia del mestiere.
I miei nonni, mio padre, mia madre, i
miei fratelli: insomma siamo tutti dentro. Mia moglie è un’attrice quindi siamo tutti infilati in questo palcoscenico.
Però non è detto. Ci sono anche persone che fanno parte della mia famiglia
che non fanno questo mestiere, fanno
altri mestieri ma lo conoscono molto
bene. E’ fondamentale avere la spinta
propulsiva della famiglia che quando
devi partire ti sbatte fuori di casa perché tu non te ne vorresti andare. Però
poi ti riaccoglie con grande affetto e
grande entusiasmo quando torni.
Parlando dell’attività di doppiatore
quanto è difficile entrare in un personaggio e quanto è difficile uscirne?
Il mestiere del doppiaggio è un ibrido.
Perché tu senti Russell Crowe con la
mia voce. E’ strano. Sono andato in
Francia tempo fa, ero in albergo e in
televisione trasmettevano “Elisa di Rivombrosa” che fu un grande successo
italiano e io ero doppiato da un francese. Mi è preso un colpo. Ho detto “e
chi è questo”. Non mi riconoscevo e
quindi è chiaro che il doppiaggio è sicuramente un ibrido. Certamente noi lo
sappiamo fare molto meglio dei francesi, dei tedeschi, dei turchi, dei russi, dei
cinesi. Però rimane un ibrido: non si
entra e non si esce da un personaggio.
Diciamo che si cerca di fare un’operazione in modo da servire bene l’attore
e soprattutto avere a cuore le orecchie
del pubblico che poi ascolterà quello
che noi diciamo. Perché c’è poco da
fare: De Niro voi lo avete sentito con la
voce di Ferruccio Amendola, non con
la voce di De Niro.
Per assurdo ti piacerebbe dare voce
ad un italiano?
No ad un italiano no. Non ci penso minimamente. È una cosa sbagliatissima.
Gli attori si devono doppiare da soli.
Se poi non lo sanno fare è un problema loro. In Italia il doppiaggio c’è dal
1921. O impari a farlo o non lo impari.
Mi sarebbe piaciuto invece doppiare
il “Gesù” di Zeffirelli ma, quando mi
fecero il provino, ero troppo piccolo.
Però ho doppiato “Karol”, il film sul
Papa.
A Mesagne per presentare un progetto importante, su un tema purtroppo attuale: lo stalking. Ci vuoi
parlare di “Amore buio?”
Amore buio è una piccola produzione,
un corto che però fa capire cosa significa essere perseguitato. E questo vale
sia per un uomo che per una donna. In”
Amore buio” si vede come una donna
possa disintegrare la vita di un uomo
con la sua presenza così pericolosa e
massiccia. Certamente in Italia tutto
questo c’è, c’è sempre stato e purtroppo non viene denunciato.
Il ruolo della televisione e del cinema
che spesso vengono accusati di falsi
insegnamenti. Invece in questo caso,
con questo progetto, è il contrario.
Io dico sempre che la televisione ha un
ruolo importantissimo, ma c’è sempre
meno attenzione. Troppo facilmente
arrivano messaggi sbagliati, arrivano
notizie non vere. E invece la tv dovrebbe mantenere sempre un ruolo estremamente attento ed educativo perché
ne fruiscono soprattutto i nostri figli.
Purtroppo c’è questo monumento nelle
case degli italiani che si chiama televisore ed è sempre acceso, cosa secondo
me sbagliata. Per fortuna gli italiani
piano piano si stanno accorgendo di
questo. Il cinema potrebbe fare molto
di più ma purtroppo non lo fa.
Per chiudere, il tuo impegno con Radio Italia. Come vive la radio Luca
Ward.
La radio secondo me sarà il futuro
dell’uomo perché è l’immortalità, la
voce, la potenza della voce. Non so che
fine farà la televisione. Probabilmente
fra 50 anni non ci sarà più. Ma la radio
esisterà sempre.
DEMO MAGAZINE | 33
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MONSIGNORE
ROCCO TALUCCI
IL SUO RICORDO DELLA COMUNITÀ BRINDISINA
di Manuela D'Amici
P
romosso alla sede arcivescovile di Brindisi-Ostuni nel 2000.
Ha lasciato quest’ultimo incarico nel 2012 quando Papa Benedetto XVI ha accolto le sue dimissioni
presentate per raggiunti limiti di età,
così come prevede il Codice di Diritto Canonico. Un lungo percorso fatto, gomito a gomito, con la comunità.
Sempre in ascolto discreto, pronto al
sorriso per rincuorare e incoraggiare,
pacificante e saggio. Mons. Rocco
Talucci a Brindisi ha lasciato di se
tutto questo e molto altro. Oltre a rappresentare la guida spirituale di tutta
la comunità, ha sintetizzato anche
l’immagine del dialogo aperto con
ogni categoria, del confronto con il
mondo istituzionale, dell’attenzione
ai temi di maggiore attualità come la
disoccupazione, la crisi economica,
gli accadimenti della quotidianità. Su
tutto la possibilità di rilancio sociale,
civile, religioso, di immagine della
città di Brindisi in occasione della
visita del pontefice Benedetto XVI.
Una visita per la quale è stato lo stesso arcivescovo a spendersi in termini
organizzativi e non solo. Lo abbiamo
raggiunto, attraverso gli strumenti di
una tecnologia con la quale si è sempre voluto interfacciare. Un’intervista che ha il sapore della nostalgia ma
anche della forza di rapporti che, se
costruiti su solide basi, rappresentano
il valore aggiunto nella vita di ognuno. E il rapporto tra Mons. Talucci e
la comunità brindisina è senza dubbio
molto forte.
DEMO MAGAZINE | 37
Quale ricordo conserva nel suo
cuore della comunità brindisina?
Conservo il ricordo di una comunità
che ha saputo chiamare “padre” il suo
Arcivescovo, segno del bisogno di fiducia umanamente forte e di un punto
di riferimento che apre a Dio nella
fede. Ricordo una comunità che aspira a far emergere quanto sente dentro:
una comunità ricca di potenzialità
umane, impegnata per uno sviluppo
sociale e culturale a misura d’uomo.
Sarà ricordato sempre come il vescovo che ha portato il Papa a Brindisi. Qual'è l'immagine che le è più
cara di quel momento?
È l’immagine del cenacolo presieduto
da Pietro e aperto a tutto il popolo. Il
Papa ha fatto sentire la presenza del
Cristo che passa tra la folla proveniente da posti diversi. Il discorso ai
giovani ha rivelato lo sguardo di Gesù
fisso su di loro. Il discorso alla città
è risuonato come invito alla civiltà e
alla cultura della giustizia e dell’amore. Il discorso al popolo, aperto al Mediterraneo, ha presentato una Chiesa
anima e luce del mondo.
Ha rappresentato una guida spirituale per i cittadini, raccogliendone
i dolori e le angosce. Il momento è
particolarmente difficile. Pensa che
la comunità riuscirà ad affrontare
le sfide del futuro?
Sono stato e mi sono sentito guida
spirituale per amore e per passione
pastorale verso l’uomo. Ho sentito
mie le angosce e le speranze, incoraggiando al superamento delle difficoltà
e alla realizzazione delle aspirazioni. La comunità, se sostenuta da una
convinta e appassionata sinergia tra
le istituzioni, è nelle condizioni di
affrontare e risolvere le sfide del fu-
turo, specie quella educativa per la
formazione dei giovani e quella occupazionale per la promozione dello
sviluppo.
Qual’è il male peggiore della nostra
contemporaneità?
La consapevolezza della caduta di
tanti valori essenziali a cui non corrisponde la determinazione del recupero, soprattutto per dare certezze etiche e culturali alle nuove generazioni.
Il cedimento facile rischia di prendere
il posto della costruzione ideale, che
più si addice alla libertà, facoltà che
orienta al bene comune.
Un messaggio per tutti i brindisini
che stanno leggendo le sue parole
attraverso le pagine di Demo Magazine.
Negli anni del mio ministero a Brindisi non è mai mancato il dono del
messaggio. In forma conclusiva dico
ai brindisini: amate ogni uomo come
vostro fratello, così da far emergere il
rispetto e la giustizia; servite la società con una politica seria finalizzata al
bene comune; credete in Dio perché
solo la fede illumina la vostra esistenza oltre il contingente che passa.
Nel ricordo del 5° anniversario della
Visita del Papa, nell’Anno della Fede,
seguite il proposito di una vita veramente nuova, sia come singoli, che
come comunità.
DEMO MAGAZINE | 39
IN TOURNÉE
NEI TEATRI ITALIANI
GENE
GNOCCHI
S
ta portando in scena nei teatri
italiani il suo ultimo spettacolo
dal titolo “Cose che mi sono capitate… ancora”. Gene Gnocchi, uno
dei comici più apprezzati nel panorama nazionale. Pungente e divertente,
appassionato di calcio, sul palcoscenico si confronta con una storia che
fa riflettere: dopo un consulto medico
un anziano individuo scopre di godere
di ottima salute ma che nella sua vita
si è sempre tenuto tutto dentro. Non
ha mai esternato le sue emozioni. Rileggendo con il pubblico la lastra si
accorge però che quell’esame è stato
pagato da altri a sua insaputa. Lo abbiamo raggiunto nel camerino prima
dello spettacolo nel Teatro Comunale
di Mesagne. Una chiacchierata veloce
durante la quale non ha risparmiato
commenti di carattere politico e anche
un rimprovero sull’uso della “lingua
italiana”.
Per fare riferimento al titolo del suo
spettacolo cosa capita all'insaputa
di un uomo? E soprattutto pensa
che davvero nella vita possa esserci
qualcuno che ci guida a nostra insaputa?
Il mio spettacolo è una sorta di prova
rispetto a quello che poi saranno i miei
pezzi a Zelig. E’ uno spettacolo modulare. Mi accorgo subito di come il
pubblico accoglie le mie scelte che, se
ben accette, diventano parte costante
dello show. Questo è il bello del teatro: hai da subito le risposte...è tutto
in diretta come piace a me. Nello specifico lo spettacolo che porto in giro
per i teatri è un monologo basato su
fatti di vita quotidiana che si intrecciano con situazioni paradossali o a
dir poco strane. La mia performance
sottolinea inoltre un atteggiamento
anonimo, quasi impassibile con cui
l’uomo affronta la vita, convinto di
essere lui a scegliere ma inconsapevole che è solo pilotato verso delle
scelte di “comodo”.
Televisione, teatro, calcio. In quale
di queste passioni riconosce lo strumento per esprimere al meglio le
sue emozioni?
Nell’ultimo periodo ho preso un po’
le distanze dalla tv. Diciamo che non
sono molto d’accordo sulle ultime
scelte televisive e sui format belli e
pronti come reality show o talent. Mi
vedrete come di consueto alla Domenica Sportiva e prossimamente a Zelig. Per lo sport è un discorso a parte
… qui gioco in casa. Appena posso mi
dedico nonostante non sia più un giovincello. Ad esempio prima del mio
spettacolo a Racale ho saputo che il
Lanciano era in ritiro a Galatina, na-
di Antonio Scoditti
turalmente li ho raggiunti sul campo
e ho fatto allenamento con loro. Sono
ancora in forma anzi se qualcuno
nel mercato di gennaio mi volesse in
squadra può contattare il mio procuratore, che poi sono io stesso!
La comicità oggi. Il suo stato di salute e la capacità del pubblico di divertirsi ancora nonostante tutto.
La comicità non soffre la crisi, perché
per me rappresenta un modo per vedere il mondo. Racconto come vorrei
vedere le cose o quello che vorrei che
mi accadesse. Anche se poi è pura
fantasia o qualcosa di surreale “chi se
ne frega”. A proposito “chissenefrega” ho visto che l’hai scritto staccato,
sbagli!!!!! Scrivilo unito è un neologismo!
Le prossime elezioni. Cosa consiglia
agli italiani?
Sei di sinistra vero? Posso parlare liberamente con te e sei un reietto di
Berlusconi?
Credo che i 20 anni di ripetute fandonie di Silvio siano abbondantemente
sufficienti e mezzo di inconfutabile
prova che bisogna cambiare registro.
Io spero vivamente che gli Italiani non
votino lui perché altrimenti dubiterei
realmente della loro integrità mentale.
Ma sono convinto che questo non accadrà, buoni si ma fessi no!!!
3
DEMO
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MAGAZINE
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NE | 43
di Marco De Vincenti
Consulente de “Il Tuo Viaggio”
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Per noi non è u
aldive, Polinesia, Seychelles, Mauritius, Kenya, Stati Uniti, Sri Lanka, Messico, Giappone, Thailandia, Australia, OVUNQUE! In qualsiasi luogo del nostro meraviglioso pianeta esiste una parte di noi stessi! Non siamo impazziti! È cosi. Tutto
sta nel trovare quella particolare essenza che ci rende parte di quel pezzetto di Mondo. Esattamente questo è ciò che noi
cerchiamo per voi e per il vostro Viaggio di Nozze. Quasi sempre ci capita di ritrovare in agenzia coppie rientrate da poco dal loro
Viaggio di Nozze che ci descrivono qualcosa di magico riportato a casa con sé. Ogni volta restiamo a bocca aperta quando ci spiegano
che si tratta di qualcosa che va al di là del viaggio in sé. Parlano di profumi, stati d’animo, emozioni, sensazioni interiori, attimi di
fascino sino ad allora sconosciuti. Per appassionati come noi del Viaggiare, queste emozioni non possono che essere considerate come
“l’essenza” del nostro impegno. Ciò che rimane nella mente, negli occhi e nel Cuore dei nostri viaggiatori è la nostra ricchezza più
grande. E’ così, e continuerà ad esserlo sin quando sentiremo la necessità di condividere con gli altri la nostra passione del Viaggiare.
DEMO MAGAZINE | 45
di Valeria Morleo
A
dare la misura di quanto stia accadendo sul piano
sportivo c’è la chiusura delle strutture provinciali
del CONI, operata a livello centrale. Una brutta tegola che ha danneggiato la rappresentanza locale e la capacità di intercettare esigenze e criticità di una fascia penalizzata
dal punto di vista strutturale. A questo punto bisognerà valutare in che modo il CONI regionale gestirà il problema che
non è solo di carattere burocratico. Valutazioni, almeno in
parte, confermate dall’attuale assessore regionale allo sport
Maria Campese che, non molto tempo addietro, dalle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno ha fatto un quadro della
situazione tra luci e ombre. La questione, probabilmente,
ruota tutta intorno alla cultura dello sport, alla possibilità di
intervenire dal basso per fare in modo che anche dalle stanze
della politica si operi per raggiungere l’obiettivo della pari
dignità tra tutte le discipline. Se il calcio e il basket monopolizzano l’attenzione, non solo mediatica, va ricordato che
i risultati sono arrivati, quest’anno, anche da altre direzioni.
Basti pensare alle ultime olimpiadi e alla vittoria esaltante
di Carlo Molfetta, campione di taekwondo, simbolo di una
disciplina che fa della pazienza e della tenacia la sua peculiarità. Eppure si tratta di uno sport che, probabilmente
come molti altri, soffre la condizione di disciplina minoritaria alle prese con fondi che non arrivano e strutture poco
adeguate. Paradossalmente, però, e aggiungiamo fortunatamente, si continua a registrare adesioni da parte dei giovani.
Segnale evidente che c’è sete di pratica e di agonismo. Gli
addetti ai lavori fanno continuo riferimento alla situazione
di grave crisi economica che sta coinvolgendo il paese. Di
contro i risultati in Puglia continuano ad arrivare sul fronte dell’eccellenza sportiva. E allora i conti non tornano. La
Campese dichiara che lo sport non è al centro dell’agenda
politica europea e nazionale e che adesso la competenza è in
capo alle regioni. Enti con le mani legate per i noti problemi
inerenti il patto di stabilità. Ma la notizia, da accogliere con
cauto ottimismo, riguarda il 2014 quando pare che lo sport
dovrebbe figurare tra gli assi di intervento della Comunità
Europea. C’è di più. L’assessore ha anche annunciato che è
sua intenzione concretizzare l’accordo con il Credito Sportivo per poter accedere a finanziamenti da destinare a enti
pubblici e a società private che, a loro volta, li metterebbero
a disposizione per la ristrutturazione degli impianti sportivi.
Si parla di circa 1,3 milioni di euro. Una boccata d’ossigeno
insomma. Certo è che per poter migliorare la prospettiva,
che non appare delle migliori, c’è bisogno di uno sforzo sinergico. Lo sforzo al quale fa riferimento, per esempio, il
presidente uscente del CONI Puglia Elio Sannicandro (peraltro ricandidato alle prossime elezioni del comitato regionale). Sannicandro parla di strategie di sviluppo sportivo, di
rinnovamento della mentalità. Il suo è un riferimento diretto
all’esperienza “Sport nelle scuole” come modello di vita,
ai famosi “Giochi della gioventù” dove tutti sono protagonisti e dove si rincorre un ideale di partecipazione e di sana
attività fisica, senza agonismi. E ancora richiama i metodi di gestione degli impianti concessi alle società private
come vera nuova frontiera. Insomma le idee ci sono, la programmazione regionale sembra aver avuto nuova linfa con
le novità che arrivano dalla Comunità Europea. Ma tanto
resta ancora da fare affinché tutti gli sport esistenti possano
avere la stessa considerazione di quelli considerati nazionalpopolari. Una battaglia che nel suo piccolo combatte anche
Demo Magazine visto lo spazio che da sempre ha riservato
ad ogni tipologia di disciplina, scovando talenti e garantendo visibilità a carriere che spesso restano ai margini.
CLIMA ED ENERGIE PER LO SVILUPPO: SCELTE ETICHE E NUOVE STRATEGIE
di Antonio Scoditti
C
i stiamo dirigendo ad alta velocità verso un punto
di non ritorno e non possiamo permetterci il lusso di progressi limitati! Nel numero precedente di
Demo abbiamo introdotto il “problema clima” . Nella vita
quotidiana abbiamo bisogno di rapidi progressi per fronteggiare i nuovi problemi che sono addebitabili alle mutazioni climatiche. L'energia è sempre stata alla base del nostro universo e il suo uso è strettamente legato agli equilibri
climatici. In particolare tutto è stato generato dal Sole che,
lavorando con pazienza per milioni di anni, ha preparato
un enorme patrimonio di risorse preziosissime, come il petrolio e l’energia elettrica ad esempio. Un’azione continua
e costante per facilitare lo sviluppo tecnologico donando
all’uomo (quando questo fosse diventato abbastanza maturo per usarle) la possibilità di usufruire di questo patrimo-
nio per qualche miliardo di anni. A condizione che l’utilizzo fosse intelligente e parsimonioso. I maggiori impianti di
produzione di energie primarie come centrali e fabbriche
basano il loro sviluppo su combustibili fossili, come il carbone. I combustibili fossili rappresentano oggi la principale fonte di energia per l’uomo. Perché? In sostanza, perché
hanno un alto rapporto energia/volume, sono facilmente
trasportabili e costano ancora relativamente poco. Allo
stesso tempo, però, si tratta di materiali con un altissimo
impatto atmosferico. Negli ultimi anni, specie nel nostro
Salento, il continuo sviluppo delle fonti rinnovabili, soprattutto quella Solare, si inserisce in un contesto che va in
controtendenza rispetto all’utilizzo dei combustibili fossili.
Convinciamoci che l'energia solare, eolica e idrica sono la
soluzione primaria del problema energetico dell'umanità.
Grazie al rinnovabile, ci sono chiare avvisaglie di un futuro
promettente anche se ancora lontano. L’energia Solare non
ha grossi limiti se non quelli dell’utilizzo dei pannelli solari e della costruzione di strutture il meno estese possibile,
per non occupare troppo spazio. L’iter usato nella scelta
delle aree per la creazione di impianti fotovoltaici non ha
seguito una linearità sulle aree a vincolo archeologico e
paesaggistico e a volte queste strutture sono state tirate su
senza rispetto per la natura trascurando la fatica dei nostri
nonni che piantarono gli ulivi poi sradicati in pochi giorni.
Nuove possibili strategie
Proporre un’idea per combinare il recupero di spazi agricoli incolti (quelli già occupati lasciamoli al loro posto)
che non alterino eccessivamente il paesaggio e che con-
temporaneamente producano grande quantità di energia?
La risposta a tutto ciò? Realizzare delle serre per l'agricoltura ma non con i consueti pannelli in silicio (che non darebbero la giusta luminosità). Si potrebbero utilizzare dei
pannelli fotovoltaici trasparenti. La produzione di energia
sarebbe enormemente superiore ai possibili consumi delle
operazioni da compiere in agricoltura per quel terreno, ottenendo un ambiente ideale per le più svariate coltivazioni
anche durante i peggiori periodi, grazie alla capacità delle
serre di mantenere l'umidità. Si tratta di pannelli trasparenti con una particolare vernice in silicio. Lasciando passare grandi quantità di luce potrebbero essere utilizzati per
coprire superfici vetrate come tetti e facciate, senza così
impiegare enormi spazi in orizzontale ma sviluppandosi in
verticale.
PANTALEO
CORVINO
si racconta
di Valeria Morleo
DEMO MAGAZINE | 51
D
opo averlo a lungo rincorso, siamo finalmente riusciti a intervistare Pantaleo Corvino. Un uomo della
nostra terra che ha ottenuto, in termini professionali, un successo straordinario. La sua è una brillante carriera,
difficile da sinterizzare in poche parole. Dopo una lunga
gavetta come Direttore Sportivo, che lo ha portato a militare in tutte le realtà dilettantistiche dalla Terza Categoria
all’Interregionale, approda nel Calcio professionistico come
Direttore Sportivo del Casarano (Serie C1) con il quale, in
dieci anni, vince lo Scudetto Beretti e lancia alcuni giovani
talenti come Fabrizio Miccoli, Vincenzo Mazzeo, Cosimo
Francioso, ecc. Nel 1998 si trasferisce al Lecce portando
alla ribalta nazionale ed internazionale giovani cresciuti nel
vivaio giallorosso o scovati in campionati esteri come Bojinov, Vucinic, Ledesma, Chevanton, Lucarelli, Pellè e tanti
altri. Con il Lecce ha vinto 7 titoli nazionali giovanili (due
Scudetti Primavera, due Coppa Italia, due Supercoppe Pri-
mavera, uno Scudetto Giovanissimi). Nell’Estate 2005 passa ad occupare il ruolo di Responsabile Area Tecnica della
ACF Fiorentina, dove è diventato ben presto beniamino dei
tifosi. Negli anni alla Fiorentina ha conquistato quattro qualificazioni consecutive in Champions League, una Semifinale di Coppa Uefa, una Semifinale di Coppa Italia ed un
Ottavo di Champions League, oltre ai 4 titoli nazionali vinti
con il settore giovanile. Tra gli acquisti importanti di questi anni ci sono campioni come Riccardo Montolivo, Luca
Toni, Alberto Gilardino, Felipe Melo e tanti altri. Veri e propri capolavori gli acquisti di Stevan Jovetic, preso giovanissimo con un investimento irrisorio e oggi valutato circa 40
milioni di euro, e Matja Nastasic anche lui prelevato a soli
17 anni e ceduto dalla Fiorentina al Manchester City nella
scorsa Estate per 25 milioni di euro. Quello di Corvino è
un racconto appassionato e avvincente. Risposte che aprono
una finestra sul mondo del calcio che conta.
Dopo 35 anni di straordinaria carriera la scelta per la
stagione in corso di prendersi un anno sabbatico, nonostante le numerose offerte. Perché questa scelta e soprattutto vive già l’astinenza da campo?
Sono stati 35 anni che ho vissuto con grande passione dando tutto me stesso. Gli ultimi 7 anni, quelli alla Fiorentina, sono stati duri, intensi e professionalmente pieni di
soddisfazione, durante i quali abbiamo conseguito risultati
di grande prestigio. Ovviamente sono stati anche anni di
grande lavoro che mi hanno indotto a staccare la spina per
un anno, nonostante alcune proposte interessanti ricevute.
Questo lo dovevo a me stesso e soprattutto a mia moglie
e alla mia famiglia. Diciamo che sto godendo, dopo ben
35 anni, di momenti e sensazioni molto piacevoli che, per
adesso, non mi stanno facendo sentire molto la mancanza
del campo.
Nel nostro calcio da qualche tempo si propone di dare
spazio ai giovani, per la verità sembra una scelta più
dettata dalla crisi economica che da una reale consapevolezza. Lei che fa calcio da sempre cosa ne pensa?
In tutta la mia carriera ho sempre creduto che la carta
d’identità non fosse una discriminante per costruire una
squadra. I giovani sono il presente e il futuro e da loro
non si può prescindere sia per un discorso tecnico che di
compatibilità economica, senza dimenticare, però, che è
necessario che ci sia sempre un giusto mix con giocatori
d’esperienza. Comunque formare giovani campioni partendo dal settore giovanile non è affatto semplice e non è
sufficiente solo investire milioni di euro, è necessario un
metodo e un gruppo di lavoro affiatato e competente.
Miccoli, Jovetic, Nastasic, Vucinic, Orlandoni, Sesa,
Passoni, Ledesma e potremmo continuare all’infinito..
sono solo alcuni dei Top Player scoperti e lanciati nel
grande calcio. Uno in particolare al quale è maggiormente legato?
Non posso rispondere con un solo nome perché sono legato a tutti loro, e le dirò di più: spesso ho avuto molto di più
da coloro ai quali ho dato un po’ meno.
La sua carriera è stata segnata da tre grandi personaggi e famiglie: Casarano con il compianto Cav. Filograna, Lecce con la famiglia Semeraro, la Fiorentina con i
fratelli Della Valle… che ricordo conserva di ognuno di
loro e delle relative esperienze fatte?
Parliamo di tre famiglie che hanno contribuito a formarmi
come uomo e come professionista e dalle quali ho avuto tanto. Ognuna di loro rappresenta un pezzo unico della
mia storia alle quali è legata una parte differente della mia
esperienza professionale. Il Cav. Filograna è stato colui
che mi ha dato l’opportunità di entrare nel calcio professionistico, la famiglia Semeraro mi ha dato la possibilità
di costruire un modello di calcio nel Salento che poi è diventato un riferimento per tutto il resto d’Italia. Infine la
famiglia Della Valle mi ha consentito di confrontarmi con
il calcio mondiale.
DEMO MAGAZINE | 53
Alla Corvino Soccer Academy sarà presto affiancata la
Corvino Foundation Onlus, sappiamo che è una realtà a
cui tiene moltissimo…
Il progetto confluirà in una Fondazione, la Corvino Foundation Onlus, in grado di creare importanti opportunità per i
giovani calciatori del territorio. Le risorse prodotte dall’Accademia, infatti, avranno lo scopo di finanziare il percorso
sportivo dei giovani calciatori di talento oltre quello di sostenere le famiglie dei meno fortunati.
Inoltre, attiveremo Corsi sportivi per diversamente abili avvalendoci di personale tecnico e medico specializzato, ispirandosi ad un modello, già realizzato a Firenze e riconosciuto dalla UEFA, che prevede l’organizzazione di campionati
e competizioni calcistiche dedicate a molteplici fasce di
disabilità.
Per concludere, lei con orgoglio vanta nel suo curriculum il fatto di essere stato DS dalla Terza Categoria alla
Champions League, di aver lanciato decine di straordinari talenti nel calcio dei grandi, di essere l’unico Direttore ad aver vinto 12 titoli nazionali giovanili… c’è
nel cuore e nella mente di Pantaleo Corvino ancora un
sogno nel cassetto?
Un sogno nel cassetto ce l’ho ma per scaramanzia non lo
dico perché ho intenzione di realizzarlo…
Dallo scorso mese di Settembre ha aderito con entusiasmo
alla nascita del progetto Corvino Soccer Academy, un suo
concreto contributo al territorio. Come sta vivendo questa
nuova esperienza?
Corvino Soccer Academy è il frutto di un’idea e di una programmazione nata nel 2009, con lo scopo di implementare l’attività calcistica nel Salento. Per questo motivo ho risposto con
entusiasmo all’invito rivoltomi da alcuni operatori del Settore
e nonostante i miei numerosi impegni sto seguendo personalmente l’andamento di tutte le attività dell’Academy.
La mission prevede la formazione non solo di atleti, ma anche
di personale tecnico e manageriale attraverso il costante fluire
di informazioni tecnico-scientifiche e aggiornamenti continui.
L’Accademia si ispira al Modello “Corvino - Vergine” che, applicato in diverse parti d’Italia e del mondo (corsi di formazione
negli USA in collaborazione con NorCal Soccer Academy che
vanta oramai oltre 200 Società di calcio ispirate al Modello), ci
ha dato risultati straordinari, testimoniati dai 12 titoli nazionali
vinti con Casarano, Lecce e Fiorentina e il lancio nel grande
calcio di innumerevoli campioni Top Level.
Per i giovani atleti della Corvino Soccer Academy, e non
solo, l’approdo nel calcio professionistico è il sogno di una
vita…ma il percorso è irto di ostacoli e difficoltà. Cosa si
sente di consigliare loro?
La Corvino Soccer Academy nasce per rispondere alle ataviche
esigenze del nostro territorio, il quale richiede con forza la nascita di una realtà che rappresenti un Modello ai più alti livelli, per formare Atleti, Tecnici e Dirigenti. L’attività, attraverso
una visione globale del bambino, prevede una programmazione
pluriennale delle attività da svolgere per la crescita del giovane
calciatore. All’interno di questa visione, tutti gli aspetti sono
coinvolti: tecnico – tattici, fisico – atletici ed etico – morali e saranno portati avanti in sinergia con la stessa cura ed attenzione.
I sogni è giusto che ci siano perché servono per avere sempre
un ideale da seguire. La passione che anima questi bambini va
alimentata senza far perdere loro mai di vista la formazione scolastica. Come amo spesso dire calciatori lo si è per un periodo
limitato della vita, uomini lo si è per sempre.
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BASKET
FINAL EIGHT:
BRINDISI TRA LE
OTTO GRANDI!
CALCIO BRINDISI
TRA POLEMICHE SOCIETARIE
E AMARCORD
di Donato Dell’Olio
di Redazione
D
C
alcio giocato e calcio parlato. Da una parte il Brindisi che si aggiudica brillantemente il derby con
il Nardò per 2-1 e si ripete la domenica successiva. Dall’altra le polemiche e le questioni di carattere societario. Prima fra tutte quella che vede Enzo Carbonella
intervenire sulla vicenda “stipendi arretrati”. Il direttore
generale del Brindisi ha infatti tenuto a sottolineare che la
sua è una tra “le società che stanno meglio sul piano degli
stipendi”. Ha ricordato a questo proposito che i calciatori
avanzerebbero solo la mensilità di dicembre ed ha parlato
anche del passaggio di quote societarie dichiarando che la
società ha ricevuto le “raccomandazioni dei soci uscenti”
che avrebbero indicato un nuovo acquirente. Ma Carbonella ha anche espresso la sua speranza sul fatto che questo
passaggio non si concretizzi perché sarebbe portatore di
altri problemi. “Ci sono quindici giorni di tempo” ha dichiarato “perché Galluzzo eserciti il diritto di prelazione
ma Roma e De Finis devono specificare che non pretendono nulla dei crediti vantati”. Il tecnico Salvatore Ciullo ha
più volte manifestato soddisfazione per le prestazioni dei
suoi giocatori. “Dobbiamo cercare di dare sempre il massimo, solo così possiamo salvarci” ha dichiarato, aggiungendo di schierare chi merita, non solo gli under: “Siamo
un gruppo importante. Tra problemi societari e risultati
sportivi, in occasione delle gara con il Nardò si è registrato
un significativo momento di emozione e nostalgia invece per una vecchia conoscenza, Roberto Taurino che oggi
indossa la maglia del Nardò: “Il Brindisi è nel mio cuore
e nessuno può impedirmi di amare questa maglia che è la
mia vita.” A fine gara ha indossato una maglia con su scritto il numero “297” a testimoniare le sue presenze con il
Brindisi. “Ho provato una emozione particolare a giocare
nel Fanuzzi da avversario. Qui ho vissuto i dieci anni più
importanti della mia vita”.
DEMO MAGAZINE | 57
i certo a Brindisi nessuno se lo sarebbe mai immaginato… Brindisi, matricola in serie A, tra le otto
grandi nel massimo campionato di basket italiano al
giro di boa. La squadra diretta dal bolognese Piero Bucchi ha
ottenuto al termine del girone di andata otto vittorie e sette
sconfitte accedendo, con una giornata d’anticipo, alle Final
Eight di Coppa Italia, in programma dal 7 al 10 febbraio.
Teatro della competizione il Mediolanum Forum di Milano.
Continua così la striscia vincente del sodalizio di Contrada
Masseriola capitanato da Massimo Ferrarese e presieduto, da
poco, dal brindisino Nando Marino. Brindisi, dopo la retrocessione di due anni fa ha inanellato un filotto di successi
non indifferente. La squadra, affidata a Bucchi, dopo la gestione Perdichizzi-Bechi, ha conquistato la Coppa Italia di
Lega Due, poi ha vinto i play off ritornando nel massimo
campionato soltanto dodici mesi dopo. Ha vantato la presenza di due suoi giocatori, Gibson e Robinson, nell’ultimo All
Star Game di Biella ed infine l’accesso alle Final Eight. Un
bottino che ha fatto schizzare le quotazioni della compagine brindisina, oggi temuta da molti club di spessore. Bucchi
ha potuto dalla sua togliersi grosse soddisfazioni battendo
squadre del calibro di Sassari, Bologna in trasferta, ha fatto
vedere i sorci verdi a grossi blasoni come Milano, Cantù,
Varese e Roma, ma soprattutto la storica vittoria conseguita
ai danni della corazzata Mps Siena dopo ventinove anni. Perciò, il popolo di fede biancazzurra può essere fiero dei nove
giocatori a disposizione di coach Bucchi. Le stelle Gibson,
Viggiano, Reynolds, Robinson, Simmons, Grent, Ndoja, Zerini e Formenti hanno ora il dovere di credere fino in fondo
nel progetto dell’Enel Basket Brindisi e cercare qualcosa in
più di una semplice salvezza. E non è escluso che a Brindisi possa arrivare qualche rinforzo che possa permettere di
fare quel salto di qualità che consentirebbe di conquistare
un posto di tutto rispetto nella griglia finale dei play off di
fine stagione. Ma non bisogna dimenticare, nel contempo,
che questo roster è stato messo su dai dirigenti biancazzurri
per ottenere una comoda salvezza in serie A.
DEMO MAGAZINE | 59
ASSI BASKET OSTUNI
SI PUNTA ALLE POSIZIONI UTILI
IN CHIAVE PLAY-OFF
di Antonio Scoditti
L
’Assi Basket Ostuni rispetto alla squadra di partenza
ha subìto un profondo cambiamento. Prima Fossati,
poi Moruzzi e in ultimo Mei hanno lasciato la squadra
della Città Bianca. In particolare per il caso di Mei la società
ha deciso di non trattenere il giocatore che ha ricevuto una
richiesta importante dal Perugia che milita nel campionato
DNA. Nonostante questa emorragia di atleti, la squadra ha tenuto bene nelle ultime gare, reagendo anche alla sconfitta con
Roseto, che in ogni caso occupa la seconda posizione in classifica. Subito dopo c’è stata la partita con Roma in trasferta
e gli uomini di coach Romano hanno dato una grande prova
di orgoglio, portando a casa la gara, vinta di soli due punti.
Un successo sul campo che ha ridato coraggio all’Ostuni. Un
coraggio che ha dato buoni frutti anche nella gara interna con
Agropoli, squadra che ha l’obiettivo (come l’Ostuni) di correre per le otto posizioni di accesso ai play-off. La squadra
della città bianca si è dunque aggiudicato lo scontro diretto,
importantissimo in chiave classifica. Vittoria, però, offuscata
dalla sonora scoppola subita dall'Amatori Pescara di coach
Tony Trullo. Altra nota stonata l’infortunio a Birindelli. Al
momento non fortunatissimo rispetto al gruppo di giocatori si affianca comunque una “situazione risultati” che porta
complessivamente ad un cauto ottimismo. Lo stesso coach
Romano ha dichiarato che la tipologia di squadra è completamente cambiata rispetto alle caratteristiche tecniche di inizio
campionato. “Abbiamo un ottimo roster” ha dichiarato “E’
composto da giovani interessanti che finalmente stanno trovando il giusto spazio, grazie a prestazioni vincenti. A disposizione sempre i nostri uomini di esperienza, primo tra tutti
capitan Morena. Il quadro è dunque quello di una squadra
compatta e considerando la difficoltà del campionato, questo
è già un ottimo punto di inizio. Continueremo a combattere
per le posizioni di accesso ai play-off.
di Ferdinando Sallustio
PAROLE
DI GRANDI POLITICI
DEL PASSATO
C
oraggio, la festa della democrazia sta per finire: è
vero, vorreste che andassero tutti a zappare, così la
parola “campagna” elettorale avrebbe finalmente
un senso. Questo dovrebbe essere il momento in cui i candidati alla guida del Paese (alla guida del Paese!) tirano fuori
il meglio delle loro proposte, per ottenere in cambio qualcosa di preziosissimo: il nostro voto. Invece, non si vede
l’ora che passi. Tutti avevano detto che volevano cambiare
l’attuale legge elettorale. Il suo ideatore, Roberto Calderoli,
così si espresse in TV prima ancora che venisse usata per la
prima volta: “Un po' meno orgoglioso sono della legge elettorale che si dovrà riscrivere; glielo dico francamente, l'ho
scritta io ma è una porcata. Una porcata fatta volutamente
per mettere in difficoltà una destra e una sinistra che devono
fare i conti col popolo che vota”. Le proposte di cambiamento effettivo, tuttavia, sono state nebulose e contraddittorie, e lasciavano capire che la tendenza della classe politica
ad “auto replicarsi”, imponendo i candidati è davvero fortissima. Allora, per nostalgia, e per non perdere l’amore per la
politica, quella vera, ripercorriamo un po’ di citazioni elettorali di grandi politici, che oggi (ahimè) ci mancano. Alcide
De Gasperi così sosteneva: “La differenza tra un politico ed
uno statista sta nel fatto che il politico pensa alle prossime
elezioni, lo statista alle prossime generazioni”. Il suo primario collaboratore Giulio Andreotti, al quale sono attribuiti
anche “Il potere logora… chi non ce l’ha” e “A pensar male
si fa peccato ma si indovina”, ha sintetizzato il suo pensiero
nella frase “In politica i tempi del sole e della pioggia sono
rapidamente cangianti”. Enrico Berlinguer ribatteva: “Noi
siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere,
della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova
che può riempire degnamente una vita”. Tutti dovremmo
ricordare le parole di Aldo Moro: “Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera,
se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”. Il buon
Nikita Kruscev, che abbatté il mito di Stalin (ma solo tre
anni dopo la morte dell’”Uomo d’acciaio” sovietico), disse:
“Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono
di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi”. Winston
Churchill ebbe una disputa parlamentare con Lady Astor,
prima donna deputata in Gran Bretagna: “Se fossi sua moglie le servirei del tè avvelenato” gli disse l’avversaria al
culmine dell’ira. “Se fossi suo marito - replicò Churchill - lo
berrei con piacere”.
Alcide De Gasperi
Giulio Andreotti
Aldo Moro
Enrico Berlinguer
Nikita Kruscev
Winston Churchill
Il grande leader, sconfitto a sorpresa
nelle elezioni tenutesi immediatamente dopo la fine della II Guerra Mondiale, apprese la notizia nella vasca da
bagno e dichiarò soltanto: “I grandi
popoli hanno diritto all’ingratitudine”. Finita (ma poi ritornò al potere) l’esperienza di Primo Ministro,
Churchill tornò a fare il giornalista e
punzecchiò così il suo successore, il
laburista Attlee: “Si è fermata davanti
a Downing Street un’automobile vuota. E’ ne è sceso Clement Attlee”. Se
mai voleste candidarvi, ecco un bel
discorso elettorale: “Ribadendo che
la nostra missione è caratterizzata da
libertà di pensiero, pluralità di voci e
Libero Bovio
temi, autorevolezza, responsabilità e
affidabilità, riaffermiamo l'esigenza di
favorire la formazione di un'opinione
pubblica informata e di allestire un
metodo unitario di rilevazione statistica, prevedendo azioni concrete e
valorizzando le nuove competenze,
finalizzando la spesa per incentivi alle
imprese non a difendere l'esistente,
ma ad accompagnare la transizione
del sistema produttivo verso un assetto, per soggetti e prodotti, in grado di
realizzare una competizione "alta" e
giungendo quindi a creare un circuito
virtuoso tra sviluppo economico e sviluppo sociale”. L’ho scritto io, a caso,
usando il “generatore automatico di
Totò
discorsi elettorali” dello scomparso
psichiatra Pierluigi Morosini, che potete trovare su Internet. E le citazioni
politiche non appartengono soltanto ai
politici: il letterato Libero Bovio, oltre
a scrivere “Chisto è ‘o paese d’o sole”,
affermò: “La politica, se non è arte, è
mestiere”. Totò, memorabile candidato numero 47 ne “Gli onorevoli”, in
“Fifa e arena” diceva: “A proposito di
politica, non ci sarebbe qualche cosa
da mangiare?”, mentre l’attuale presidente UEFA Michel Platini, che la sapeva lunga anche da calciatore, scrive:
“La politica è come la nazionale: dovrebbero scendere in campo soltanto i
migliori”. Buon voto a tutti!
Michel Platini
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