Il Sassolino anno 1 numero 1

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Il Sassolino anno 1 numero 1
il Sassolino
Giornalino informativo di “Università Europea - Azione Universitaria”
Anno I Numero 1
In questo numero:
Da Wojtyla a Ratzinger ma
qualcuno non ha gradito
Acqua, bene, risorsa o diritto?
Stato giuridico dei docenti
ERSU’ dunque...
Giugno 2005
Editoriale
EDITORIALE
F
inalmente è in distribuzione il nostro nuovo giornalino; dopo tanti sforzi ce l'abbiamo fatta.
Conclusasi l'esperienza costruttiva di "Spigolo", purtroppo interrotta qualche anno fa per mancanza
di personale, ci vogliamo provare di nuovo, con qualche novità.
Innanzitutto il titolo: ne abbiamo cercato uno che riproponesse le stesse tematiche di spigoliana memoria
e la scelta è caduta sul nome "Il Sassolino", perfetto per incarnare quel senso di fastidio proprio di un
sassolino nella scarpa. Il giornalino si occuperà infatti anche di questioni spinose e di problemi mai risolti
nel nostro Ateneo (e sono veramente tanti). Il Sassolino anche perchè ci riaffacciamo timidamente sulla
scena giornalistica con una nuova redazione e con un diverso spirito. L'idea è infatti quella di creare un
giornalino plurale, aperto a qualsiasi collaborazione, nel quale ciascuno studente dell'Università Politecnica delle Marche possa identificarsi e soprattutto possa trovare articoli interessanti legati alla realtà del
territorio.
Gli articoli, ovviamente separati in categorie ben precise, saranno sempre orientati all'Università, ad Ancona e alle Marche, laddove possibile, o almeno tratteranno argomenti vicini alla gioventù universitaria.
Del resto per un giornalino completamente finanziato dall'Università Politecnica delle Marche, il minimo
da fare è allontanarsi da una certa faziosità politica alla quale siamo fin troppo abituati.
Noi crediamo di aver fatto un buon lavoro e in cuor nostro speriamo che il lettore resti soddisfatto, almeno quanto noi ci siamo divertiti nel realizzarlo.
La Redazione
SOMMARIO
Collabora con la nostra redazione
Pag 2
•
Editoriale
SOCIETA’
Pag 3
Da Wojtyla a Ratzinger ma alcuni
non hanno gradito
Pag 4
A chi serve la pirateria del software?
Pag 4
Acqua, bene , risorsa o diritto?
UNIVERSITA’
Pag 6
Stato giuridico dei docenti
Pag 8
Il nuovo assetto autobus
Pag 9
Via Ranieri, incrocio killer
Pag 10
ERSU’ dunque...
TEMPO LIBERO
Pag 11
Mezzavalle
Pag 11
Corsa che passione...
Pag 12
La via dell’Open Source !
Pag 13
Sudoku
RECENSIONI
Pag 14
La vendetta dei Sith
Pag 14
Coldplay - X&Y
Pag 15
Colin Meloy sings Morrissey
Pag 15
Josh Rouse - Nashville
Pag 2 “IL SASSOLINO”
Vuoi
•
•
entrare a far parte della redazione del
nostro giornalino?
scrivere un articolo su un argomento
che ti sta particolarmente a cuore?
semplicemente puntare il dito contro
una delle "storture" della nostra Università ?
Se ti piace scrivere e desideri che i tuoi articoli vengano pubblicati su "Il Sassolino"
vieni a trovarci in auletta a quota 150, vicino
alla biblioteca… la nostra redazione è aperta
a tutti, oppure scrivici a:
[email protected]
“IL SASSOLINO”
Anno I Numero 1
Completamente finanziato dall’Università
Politecnica delle Marche
In attesa di una redazione stabile, hanno collaborato alla realizzazione di questo numero de “il
Sassolino”:
Sandro Policella, Carlo Damiani, Simone
Marinelli, Richard Dernowski, Lorenzo Rossi,
Egidio Cardinale, Mauro Italiano, Road Runner.
Chiuso in redazione il 13/06/2005
In copertina Auguste Rodin, “Thinker”
ANNO 1 NUMERO 1
Società
"armi" della ragione, ed è proprio in nome di quella
ratio che invitava a considerare quale enorme errore
si commetteva nel lasciare fuori dai principi della
costituzione europea qualsiasi riferimento alle radici
cristiane: un'Europa che rinunciava alla sua
a vita e la storia a volte riservano
identità prima, alla sua cultura, a quello che
passaggi e percorsi di un fascino e
l'ha portata ad essere tale è un’Europa
una profondità sconcertanti; ecco allora
senza anima. La storia di tutte le grandi
che nella fine di un pontificato lungo e
civiltà, da quella egiziana a quella dell'imdenso di significato come quello di Karol
pero romano, ci insegna che quando una
Wojtyla ci si è trovati a vivere giornate
civiltà rinuncia alla sua anima e alle sue
diverse, fuori dal comune, si respiravano
radici è destinata a sparire per sempre.
sensazioni mai provate prima e un desiChe l'Europa non si possa creare con l'euderio indotto alla riflessione sul mondo,
ro dei mercanti è ormai chiaro (quasi a tutsu come Papa Giovanni Paolo II aveva
ti), peccato che a pochi sia chiaro su cosa
saputo modificarlo, su come la forza delsi fosse retta fino ad oggi, quali valori e trale sue idee aveva saputo raggiungere in
dizioni facessero da collante e facessero
modo straordinario le coscienze di tutti, Una immagine di Giovanni Paolo II
sentire europeo tanto un abitante di Lisbouomini di fede e non. E' strano come
na quanto uno di Varsavia o di Mosca, tanto chi vive
nonostante ci si rendesse conto di aver esaurito la
ad ovest come ad est, nonostante le distanze.
presenza di una figura cosi eccezionale, la sensaSempre avverso al relativismo morale Ratzinger si è
zione dominante non fosse di tristezza ma di consaespresso senza mezzi termini contro chi, in nome di
pevolezza che si fosse compiuto e realizzato qualuna "pluralità di ragioni" tutto fa passare e tutto procosa di grande. Il mondo intero riunito gli rendeva
muove senza riflettere sulle conseguenze. Ogni aomaggio, quel mondo che Wojtyla si era sforzato di
zione cosi trova legittimazione nel fatto stesso che
rendere più giusto e migliore.
come tale va rispettata ed accettata, senza vincoli di
Sinceramente ho nutrito un certo imbarazzo nel sensorta. Su questa "babele di ragioni", oggi in Spagna
tire le preoccupazioni che nei giorni a seguire si
si permette che il concetto stesso di famiglia, il conadombravano sulla persona del suo successore, il
cetto biologico di famiglia sia spazzato via; si perCardinale, ed ora Papa Benedetto XVI, Joseph Ramette per essere chiari che un bambino abbia due
tzinger.
papà o due mamme perché cosi si dà "ragione" alla
Una figura, quella di Ratzinger, che aveva saputo
felicità dei "genitori" (accezione mai usata più a
rispettare con un lungo e sentito silenzio la commosproposito). Sulla medesima linea si arriva al dibattizione della piazza duto sull'embrione (quando questo articolo sarà pubblirante i funerali, che si
cato, il referendum ne avrà gia sancito il destino),
era presentato da lì a
anche qui una semplice e acuta riflessione quella
poco come "semplice
del Ratzinger "teologo": l'uomo inventato dall'uomo,
ed umile servo nella
da se stesso prodotto, è un pericolo sempre in agvigna del Signore" e
guato; la scienza, richiamando in causa ancora una
che da sempre aveva
volta la storia, non produce etica, anzi troppe volte
rappresentato (anche
la scienza è uscita fuori dai binari dell'etica per essein vita) una naturale
re oggi legittimata a tracciarne da sola le coordinate.
prosecuzione ed eForse sono questi alcuni dei motivi per cui il Papa
stensione del pensiero
"tedesco" non è poi cosi simpatico ed amato da aldi Wojtyla, non poteva
cuni, anzi tutt'altro (in Inghilterra lo hanno definito
sortire dubbi, non porottweiler, in Italia dove sono poco più educati, pateva essere avvertito
store tedesco).
come un pericolo da
Forse un Papa troppo controcorrente nel suo essere
tanti che pure (benché
"conservatore" (quando di moda vanno i progressiall'ultimo) avevano
Il Nuovo Papa, Benedetto XVI con il nuovo
sti), nel suo non piegarsi alle logiche del comodo
stemma papale
elogiato l'operato di
(quando il comodo equivale ad avere consensi), nel
Giovanni Paolo II. Persuo porre dei freni ad una società che senza freni
ché allora tanta reticenza, tanto fastidio?
pensa meno e si illude di vivere meglio...
Forse perché quest'ultimo (da Cardinale a capo della Dottrina della Fede) parla spesso da filosofo e
Carlo Damiani
ancor meglio da teologo e meno da Papa riguardo
certi argomenti; o meglio, pur non prescindendo
mai dalla sua fede in Dio usa accanto alla fede le
Da Wojtyla a Ratzinger, ma
alcuni non hanno gradito.
L
ANNO 1 NUMERO 1
“IL SASSOLINO” PaG 3
Società’
A chi serve la pirateria
del software?
proprietarie e brevetti sugli algoritmi, sigillare la conoscenza
e toglierci la libertà di parola, magari aiutato dalla pirateria.
Allora facciamoci rispettare: usiamo software libero!
I
n questo articolo si vuole analizzare a chi effettivamente
giova la diffusione del software pirata e si cercherà di
farlo adducendo motivazioni quanto più obiettive possibile.
E' evidente che, se a fronte di software che può essere
liberamente copiato, viene "copiato sottobanco" (piratato)
software proprietario, si contribuisce alla sua diffusione e
si impedisce la conoscenza e lo sviluppo del software libero. E questo a tutto vantaggio del software proprietario. Nè
è possibile portare a difesa del "pirata" il fatto che farebbe
perdere denaro alle società produttrici di tale software,
quasi come fosse un "esproprio proletario", in quanto nessuno studente (o insegnante) sarebbe disposto ad acquistare un programma come MSOffice, quando sul mercato
ne esiste uno analogo, Open Office, gratuito e libero.
La copia pirata serve solo, in questo caso, a soffocare
l'alternativa libera. E così il pirata del software svolge,
grauitamente, il ruolo di "strillone" (una forma di pubblicità
anche se inconsapevole). A tutto questo si aggiunga che
legittima, accettandolo, non solo il software proprietario
stesso, ma anche i formati proprietari, una vera "palla al
piede" per la libera circolazione delle informazioni e delle
idee; in più il pirata (e la pirateria in generale) si pone in
una situazione di debolezza nella società in quanto costantemente minacciato dalle leggi contro la copia abusiva
del software proprietario. Non ha voce in capitolo, perde il
diritto di parola e non si fa rispettare. Infine il pirata del
software, con il suo operare, non educa alla cultura della
legalità non rispettando il principio del diritto d'autore, diritto sul quale si basa anche il software libero, che difende la
sua libertà attraverso licenze apposite (la più importante è
la GPL). Ne consegue che il pirata arreca un danno per
l'uso consapevole del software tra le persone che in questo modo ignorano la differenza tra i due tipi di software.
Perciò la pirateria è nei fatti contraria ala libertà del software e gioca un ruolo servile nei confronti del monopolio informatico. Prova ne sia che recentemente la Microsoft,
come criterio di scelta del software per le scuole, suggeriva la "diffusione nelle case" senza preoccuparsi se piratato
o meno (lettera di Microsoft alla Commissione VII del senato, http://www.interlex.it/pa/msoft.htm).
CONCLUSIONI: Chi piratando software crede di compiere
un'azione trasgressiva, antagonista, di libertà magari contro il monopolio, si sta ingannando, perchè agisce paradossalmente a vantaggio degli interessi del monopolio
informatico, che lo ripaga definendolo "volgare criminale" .
Nella scuola dobbiamo ribellarci alla pirateria del software
ed al software proprietario monopolistico riappropriandoci
dei nostri diriti nel settore delle nuove tecnologie. E' il software libero l'alternativa a chi vorrebbe, attraverso licenze
Pag 4 “IL SASSOLINO”
Egidio Cardinale
Acqua: bene, risorsa o diritto ?
A
rriva Maggio e con esso anche la voglia di tuffarsi
almeno una volta nell'azzurra e limpida acqua del
mare. Senza nemmeno accorgersene ecco poi che
arriva l'Estate, e quella voglia di mare diviene un desiderio impellente di gettarsi a capofitto tra le invitanti
onde che ti chiedono solo di immergerti e di farti cullare dalla loro carezza. Estate tempo di vacanze, voglia
di divertirsi e di rilassarsi, ci si immagina di stendersi al
sole o sotto l'ombra di un ombrellone, sorseggiando un
bel bicchiere d'acqua fresca, oppure, perché no? Una
bella passeggiata lungo un fiume a percorrere lunghe
e tortuose vie. Via all'avventura e all'esplorazione: dal
delta alla fonte, rinfrescati dalla delicata e placida ombra offerta dalle fronde degli alberi, con qualche tuffo
nei piccoli e cristallini laghetti che si formano sotto le
cascate... Arriva l'estate ma con essa arriva anche il
caldo, a volte afoso e che toglie il respiro, e quindi via,
per chi può, lontano dalla città, dalla routine e dalla
noia. Arriva anche la voglia di refrigerio, la voglia di
dissetarsi con una bibita ghiacciata, un dolce e delicato bagno in acque fresche che siano del mare, di un
fiume o di una umile ma dignitosa vasca, il desiderio di
Acqua è totale e incondizionato. Così senza nemmeno
pensarci troppo, ci troviamo a passeggiare lungo una
spiaggia e ad accorgerci che stranamente sembra più
piccola dell'anno scorso… ed anche più sporca, sulla
superficie dell'acqua poi galleggia di tutto e magari,
anche se la temperatura arriva a sfiorare i 40 gradi
all'ombra, arrivi sul bagnasciuga e la voglia di farti il
bagno va via via scemando ad ogni passo verso il mare. Scopri così che i posti che frequentavi solo pochi
anni fa non sono più gli stessi: l'erosione ha cancellato
la piccola spiaggia sulla quale prendevi il sole e giocavi a beach volley con gli amici, l'inquinamento ha coperto di una sostanza fangosa quel bel fondale roccioso, dove adoravi immergerti con maschera e pinne per
vedere il multicolore universo del fondale marino e che
i pochi pesci che ci sono galleggiano a pancia in su
insieme a buste di plastica e rifiuti di ogni genere. Ti
accorgi solo allora che i bambini nuotano tranquilli tra
una chiazza di nafta ed una di olio, schivando come
fosse un gioco, della buccia di melone che fa surf su di
un'onda come fosse una cosa normale. Certo per loro
forse lo è, loro con quel mare ci sono cresciuti e forse
è sempre stato così, ma per te che quel mare lo ricordi
limpido e pieno di vita e colori non è più la stessa gioia
andarci. Ti ritrovi così a sedere sugli scogli del porto a
guardare le onde che si frangono sotto i tuoi piedi, e
(Continua a pagina 5)
ANNO 1 NUMERO 1
ca. Anche al Pianeta blu le istituzioni hanno riservato
guardando le decine di navi che ti passano davanti
delle aree marine protette, e andando a vedere più
cominci a pensare, e a farti domande del tipo: "E i
nel particolare, per fortuna scopriamo che il nostro
grandi che fine hanno fatto? Dove sono quelli che
paese (anche se in ritardo) ha cominciato a difendere
dovevano difendere un mondo da lasciarci in eredile proprie coste e i suoi litorali con l'istituzione di partà?". Beh ora quei grandi siamo noi che siamo crechi e riserve. Ma cosa è un parco? Per descriverlo
sciuti, e se vogliamo che i nostri figli prima o poi scosommariamente, si potrebbe suddividerlo in 4 aree o
prano di nuovo che cosa significa potersi gettare in
zone più o meno accessibili alle diverse attività. Ma
acqua e scoprire un mondo di colori, o possano di
un parco è molto più di una mera suddivisione geonuovo correre dietro a una trota in un torrente senza
grafica, creare un parco significa anche difendere e
il rischio di contrarre qualche malattia, allora dobbiadiffondere la cultura e l'identità di un popolo che con
mo renderci conto che noi siamo entrati a far parte
il mare vive e si sostiene, tramite la pesca e gli indotti
dei guardiani di questo mondo ed ora siamo anche
diretti ed indiretti si difendono valori sociali ed econonoi che dobbiamo tutelarlo. Molti sono i posti ancora
mici. Nei parchi, tramite la ricerca è possibile imparanon contaminati dall'inquinamento che possono e
re e conoscere. Un parco significa anche ricchezza,
devono essere protetti. E per fare
sia economica che ecologica,
in modo che la variabilità genetica, Per approfondimenti:
una fucina di biodiversità in cui
quest'arcobaleno di biodiversità
gettarsi per dimenticare lo stress
torni a regnare nel proprio mondo, http://www.darwineide.it/
e la fretta di una città che non
facciamoci da parte e diventiamo http://www.marine-life.org/
dorme mai alla quale ci siamo
osservatori di quel mondo: non
abituati troppo velocemente, adobbiamo calpestarlo o pretendere http://www.delphismdc.org/
dattandola alle nostre esigenze
di cambiarlo, bastano piccoli gesti http://www.legambiente-marche.com/
dimenticandoci che anche l'amquotidiani, come chiudere bene il http://www.wwf.it/marche/
biente che ci circonda ha le sue.
rubinetto in modo che non goccioli,
Allora perché non partire e scomagari comprare degli economici riduttori di flusso,
prire luoghi da sogno vicini e lontani, nei quali passanon gettare i rifiuti per terra e capire che tutte quelle
re un po’ di tempo in allegria, come il parco delle isopiccole e utili cose di cui gli ambientalisti ci bombarle Tremiti e il Gargano, Miramare a Trieste, il Parco
dano magari hanno un senso... magari servono ad
del Conero e del Piceno, oppure spostandosi verso
evitare proprio questo disastro ecologico e farci vivel'interno le oasi, quella di Ripa Bianca a Jesi o quella
re una vita migliore. Basta una passeggiata lungo il
sul lago di Polverina? Per chi invece, si sente più avfiume sotto casa, per capire molte cose che in riva al
venturoso ed ha un po’ di tempo in più da dedicare
mare non si comprendevano. T'incammini e scopri
alla natura, ecco che arrivano in soccorso i campi
che nei fiumi, le arterie dei mari, non scorre solo acestivi gestiti da associazioni ambientaliste diverse e
qua, ma anche pesticidi e detersivi. Ti accorgi di strasempre valide, con le quali è possibile ad esempio
ni individui che trovano più economico gettare nelle
divertirsi e nel frattempo partecipare a ricerche sui
fogne o direttamente nel fiume liquami in fusti non
cetacei ad Ischia e Ventotene con "Delphis", oppure
meglio identificati inquinando falde ed acquedotti.
con il "Marine Life Conservation", una piccola assoProprio in estate notiamo che l'acqua, quest'elemenciazione molto valida che offre i suoi campi studio
to semplice eppure fondamentale per la nostra vita,
nello splendido mare della Croazia proprio di fronte
sembra divenire più prezioso...eh si, perché è proprio
ad Ancona; oltre a garantire un mare limpido questa
ora che ci si chiede di bere di più (gli esperti consiassociazione offre diverse opportunità con i suoi
gliano circa 1,5 litri o 2 al giorno, non ghiacciati, semcampi di biologia marina e di ricerca nel parco delle
plicemente freschi), proprio ora che l'unica cosa di
isole Kornati con la possibilità di optare per un campo
cui abbiamo bisogno è una bella doccia fredda sotto
a bordo di una barca a vela. Molti sono i progetti volti
un sole a picco o un rilassante bagno nelle profondità
alla conoscenza ed alla tutela del mondo marino, uno
del mare, che l'emergenza acqua si fa sentire, le faldi essi che aiuterà a conoscere e proteggere gli ecode calano e l'acqua manca: dai rubinetti completasistemi marini è sicuramente "Darwineide", che gramente aperti nemmeno una goccia. E anche qui si
zie ad una serie di viaggi di esplorazione a carattere
scopre che la nostra rete idrica italiana perde circa il
scientifico e subacqueo nell'oceano pacifico, in colla27% in media (in alcune zone arriviamo al 45%) delborazione anche con l'Università Politecnica delle
l'acqua che trasporta a causa di una progettazione
Marche, esplorerà le isole Marshall e Galapagos e
poco accorta e della difficile e costosa manutenzione
molte altre ancora offrendo una occasione unica di
dei condotti. Fiumi e laghi sovrasfruttati da agricoltura
lavorare a fianco di professionisti del settore. Molto
ed industria risentono di continue sottrazioni e le falancora si deve fare se si vuole una mare pulito, bisode acquifere divengono anno dopo anno sempre più
gna pulire i fiumi che come arterie portano linfa vitale
basse, con sempre meno acqua. Per fortuna sempre
ad esso, e con piccoli sacrifici tutti noi possiamo dare
più esperti si stanno orientando verso un uso più soil nostro contributo. Ricordiamoci sempre che su questenibile delle acque e degli impianti esistenti piuttosto mondo siamo solo degli ospiti e cerchiamo di lasto che verso la costruzione di nuovi impianti di apsciarlo un po' più pulito di come lo troviamo.
provigionamento perché hanno capito che l'acqua
non è solo un bene ma un diritto. Nascono così i parRichard Dernowski
chi fluviali per il ripristino delle naturali condizioni di
bacini idrologici e il ripopolamento della fauna selvati(Continua da pagina 4)
ANNO 1 NUMERO 1
“IL SASSOLINO” PaG 5
Università
Stato Giuridico dei Docenti
Gli ultimi aggiornamenti
P
assato il clima elettorale della riforma dello stato
giuridico della docenza universitaria non si fa più
parola. Noi però vogliamo fare delle considerazioni
generali a mente lucida, senza lasciarci indirizzare
da cieche considerazioni politiche.
Attualmente il disegno di legge è in parcheggio, ed è
difficile che possa venire approvato entro la fine della
legislatura, anche se la fiducia parlamentare non è
del tutto esclusa. Più probabilmente il testo sarà riveduto in Senato e quindi costretto a ripetere l'iter della
Camera. Intanto segnaliamo che è appena passato
un emendamento che istituisce una "Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario", una
novità non prevista ma che potrebbe avere un'influenza positiva. In sostanza nascerebbe un'Autority
indipendente dal Ministero per una valutazione obiettiva del sistema università nel suo complesso.
L'Appello per l'Universita’
I
l 14 Maggio è apparso sul Corriere della Sera e sul
Riformista un "appello per l'Università", in cui si evidenziano la passione e l'amore per l'Università e in particolare in cui si precisa che l'Università è il "luogo dove
si trasmette e si elabora la cultura". I soggetti interessati, che hanno aderito all’appello, pagato di tasca propria dai firmatari, sono 1300 docenti: rettori, cattedratici, professori a contratto, associati e ricercatori, ormai
"stanchi di dire e di ascoltare solo dei no".
E' interessante notare che nel documento non si fa
menzione di riforme o di ordinamenti in particolare ma
si chiede una ventata di novità all'intero del sistema.
Noi siamo ben felici di riproporre il documento nella sua
interezza; una lettura potrebbe dischiudere la cortina di
nebbia che ormai da mesi aleggia attorno alla riforma
della Docenza, e magari potrebbe permettervi di farvene un'opinione più corretta.
PER L’UNIVERSITA’
S
iamo stanchi di dire e di ascoltare solo dei no: da più di trent’anni l’Università italiana non sa fare altro. O meglio: non l’Università,
ma quella piccola minoranza alla quale consentiamo da troppo tempo di parlare a nome di tutti, e di bloccare tutto. Da trent’anni,
infatti, questa minoranza che pretende di parlare a nome dell’intera Università si esprime regolarmente contro tutti i progetti, contro tutti i
tentativi di cambiare le cose. Intendiamoci: molti di questi tentativi sono stati e sono senz’altro discutibili o addirittura del tutto sbagliati,
ma è un fatto che non una volta ci è capitato insieme ai no di sentire da parte delle associazioni degli studenti o delle organizzazioni dei
docenti, cioè da parte di coloro che nell’Università realmente vivono, qualche proposta concreta, qualche suggerimento in positivo di
portata generale e destinata a durare. Al massimo la richiesta di provvedimenti specifici a favore di questa o quella categoria, o l’eterna
domanda di “più fondi”. Una richiesta sacrosanta, ma che ha qualcosa di paradossale e politicamente insostenibile quando i suddetti
fondi vengono invocati per una struttura che così com’è rischia il collasso.
Vogliamo cambiare questo stato di cose, cambiando innanzi tutto noi stessi e la parte che fin qui abbiamo avuto – o meglio non avuto –
nell’Università. Vogliamo cioè batterci contro i progetti sbagliati proposti dall’alto, ma batterci anche a favore di proposte in positivo.
Vogliamo riprenderci la parola, togliendola a quelli del no senza se e senza ma. Sappiamo per esperienza diretta che l’Università è
giunta a un punto limite: vogliamo cercare di migliorarla, di riformarla. Non ci interessa mettere alla gogna il ministro o il governo di turno, oggi quello di destra come domani quello di sinistra. Vogliamo, insomma, iniziare a cambiare il senso e il modo d’essere della presenza dei docenti e degli studenti dentro e fuori dagli Atenei. Vogliamo cercare un impegno politico di tipo nuovo, diverso dal passato.
Penseremo più tardi a scrivere programmi e documenti dettagliati, come si conviene. Qui ed ora vogliamo solo indicare quella che ci
sembra la premessa essenziale di questo nuovo impegno.
Per noi l’Università non può e non deve perdere il suo senso originario di luogo dove si trasmette e si elabora la cultura. Il luogo cioè
dove la nostra società acquista conoscenza e consapevolezza della sua storia, dei suoi valori, della situazione della nostra epoca, e
cerca su questa base, nella necessaria molteplicità dei punti di vista, di costruire pensieri e paradigmi intellettuali e prospettive di azione
in grado di accrescere e perfezionare la sua sostanza spirituale e umana. Se viene meno questa trama di fondo anche la formazione
delle competenze professionali si disarticola e si riduce a ben poca cosa. Senza la sua radice culturale e umanistica, senza il carattere
che è stato originariamente suo di libera comunità di studio e di saperi, l’Università non solo perde se stessa ma anche ogni vera funzione sociale.
Sulla base di questa premessa, ci rivolgiamo a tutto il mondo universitario convinto dell’urgenza di mettersi su una strada nuova perché
si impegni insieme a noi per far udire la propria voce, per affermare la propria volontà riformatrice in nome dell’interesse generale. Ma
se questa voce non sarà sufficientemente forte e non riuscirà ad esprimersi in un numero significativo di adesioni, allora la nostra iniziativa non avrà più ragione di continuare.
Pag 6 “IL SASSOLINO”
ANNO 1 NUMERO 1
Le pecche dello stato attuale
della docenza
A
ttualmente non esiste uno Studente Universitario, un
Rettore, un Preside, che non riconosca l'assoluta incertezza normativa che determina le prestazioni lavorative dei
docenti.
Uno dei problemi attuali del sistema vigente è la sostanziale indivisibilità tra la ricerca e l'attività didattica, indivisibilità
che porta necessariamente ad un rendimento non massimizzato in ognuna delle due attività. In fondo i ricercatori
sono quelli che dovrebbero fare ricerca, e invece insegnano, mentre i professori sono quelli che insegnano, ma naturalmente fanno ricerca anche loro.
Occorre anche dire che attualmente la maggior parte del
carico didattico, dopo la riforma 3+2 Zecchino-Berlinguer,
viene effettivamente contratto dalla componente dei Ricercatori, ovviamente allontanati dalle attività alle quali dovrebbero essere preposti; cosa resa ancor più chiara dagli scioperi di ottobre 2004, che hanno bloccato le lezioni in molti
Atenei Italiani, a questi si aggiungono anche i Dottorandi,
che spesso e volentieri sostituiscono il Docente quando
impegnato altrove (e non percepiscono incentivazioni di
stipendio).
I Ricercatori dunque dovrebbero svolgere attività di ricerca
e invece fanno didattica.
Il disegno di legge originale non alterava minimamente la
vita dei ricercatori già registrati ma introduceva il tempo
definito solo per coloro che avessero voluto in futuro intra-
prendere una carriera da ricercatore. Le proteste messe
finora in atto dai ricercatori e dai sindacati erano quindi
puramente ideologiche perché in realtà nessuno correva il
rischio di perdere il posto o vedere il proprio contratto modificato.
Il concorso nazionale, indicato dal disegno di legge come lo
strumento per il reclutamento, sarebbe potuto diventare lo
strumento adatto per sconfiggere un certo localismo e certi
interessi di bottega ben presenti all'interno dell'Università e
ben noti anche a molti studenti. Diciamo sarebbe perché in
realtà avrebbe potuto alimentare degli interessi politici a
livello nazionale, con il personale docente reclutato appartenente (o gradito) alla sola parte politica governante. Ovviamente se le cose fossero fatte in regola il sistema di reclutamento così concepito potrebbe funzionare...il dubbio
però resta, anche alla luce della nuova stesura del ddl (vedi
sotto)
Riguardo alle perplessità sullo strumento della leggedelega in effetti possiamo pensare solo che questa modalità di attuazione era stata pensata esclusivamente per velocizzare dei tempi che sarebbero diventati incredibilmente
lunghi.
Gli scenari mostratici di ricercatori superbravi che dopo anni
e anni di onorato servizio vengono allontanati perché non
sono stati regolarmente assunti ci fanno un po' sorridere.
Dopo tutto per quale motivo l'Università dovrebbe privarsi di
un elemento validissimo preferendo invece un personaggio
mediocre? Forse perché è quello che succede attualmente? In questo caso comunque dovesse andare a finire gli
studenti ne sarebbero come sempre penalizzati.
Possibilita’ svanita?
I
l disegno di legge originario si fondava su alcuni capisaldi: il ritorno ad una selezione nazionale, la soppressione del
ruolo di Ricercatore (con l'introduzione di contratti quinquennali rinnovabili), l'apertura a contratti a tempo determinato
per l'insegnamento, la soppressione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito.
Ha prevalso putroppo un certo corporativismo di classe e la riforma è stata vista come un "gravissimo attacco all'Università Italiana", senza contare i benefici che questa riforma avrebbe introdotto.
Se l'indistinguibilità tra tempo pieno e tempo determinato poteva essere evitata, sicuramente il ritorno ad una selezione nazionale, e la temporaneità della fase di ingresso nel mondo della docenza con contratti a tempo ci riavvicinavano
a sistemi universitari molto ben collaudati in altri Paesi. Inoltre l'introduzione dei collegamenti esterni avrebbe saldato il
legame tra università e realtà produttive esterne.
La stesura originale del ddl è stata però stravolta per accogliere le proteste dei ricercatori, e adesso abbiamo un nuovo
ruolo, quello di professore aggiunto, nel quale potranno confluire i ricercatori, in sostanza si permette a molte persone
di usufruire di un avanzamento automatico di carriera.
Un ultimo scossone è arrivato dalla stesura finale. Nella regolamentazione del concorso nazionale avremo una prima
tornata di giudizi di idoneità a professore associato, "bandita senza limitazione numerica", inoltre i contratti nella fase di
ingresso avranno durata massima triennale e potranno essere rinnovati una sola volta (quindi al massimo 6 anni).
La beffa è l'istituzione della figura dell' aggregato per la ricerca, con accesso riservato, tramite selezione opportunamente bandita dai singoli atenei, ai contrattisti che hanno terminato il periodo di contratto. Ai ricercatori che abbiano
svolto attività di docenza per almeno due anni viene riconosciuto "a richiesta" il titolo di Professore aggregato, dopo
valutazione positiva di un'apposita commissione .
Insomma, tanto clamore per non cambiare nulla, questi meccanismi introdotti per placare gli animi dei rivoltosi hanno
di fatto snaturato la riforma e il meccanismo è tornato quello di sempre, la selezione (o non selezione) locale.
Adesso che tutti sono contenti insomma, se ne può anche non parlare…
“Università Europea - Azione Universitaria”
ANNO 1 NUMERO 1
“IL SASSOLINO” PaG 7
Università
Il nuovo assetto autobus
P
rima di tutto facciamo un po' di storia passata. Il
problema degli autobus è da sempre molto sentito
in particolare per gli studenti di Ingegneria, Scienze ed
Agraria, costretti prima a percorrere una lunga distanza e poi a fare un bel pezzo di strada a piedi. Finalmente qualche anno fa è arrivato il servizio del Pollicino, che evitava agli studenti una lunga scarpinata lungo Via Brecce Bianche. Da quest'anno è inoltre dosponibile anche la linea 46, che permette agli studenti
residenti in centro di arrivare con più semplicità (e in
meno tempo) al terminal di Tavernelle, e precisamente
vicino al nuovo parcheggio.
A novembre dello scorso anno “Università Europea –
Azione Universitaria” inviava ai responsabili della Conerobus una e-mail informativa nella quale richiedeva
che le corse del “Pollicino” venissero intensificate o
addirittura rese continue senza orari fissi. La cosa si
rendeva necessaria dal momento che la capienza del
“pollicino” stesso non era più adeguata al numero di
studenti che desideravano prenderlo per recarsi in
Facoltà e molto cortesemente la Conerobus ci aveva
risposto spiegandoci che era allo studio un nuovo assetto per i servizi di autobus che avrebbe interessato
proprio l'università.
Tale assetto però restava vincolato a delle precise
richieste già formulate all'Amministrazione comunale,
di cui riassumeremo solo gli aspetti direttamente legati
a ciò che ci interessa, così come espostici dai funzionari della Conerobus.
• Adeguamento della segnaletica orizzontale e verticale nell’area dell’incrocio attigua al Centro scambiatore di Brecce Bianche, per consentire l’accesso
all’interno del medesimo ai bus provenienti dalle
varie direzioni
• Riclassificazione di via Brecce Bianche con possibili-
•
•
•
•
tà di transito anche ai mezzi pubblici con peso superiore alle sei tonnellate,
Attivazione dei semafori a chiamata (davanti all’entrata principale dell’università e in via Ginelli) per
permettere, lungo la strettoia di via Brecce Bianche,
il transito in sicurezza dei mezzi pubblici.
Riasfaltatura dei tratti di via Brecce Bianche in forte
pendenza con asfalti antiscivolo.
Rifacimento della curva del Liceo Galilei, attualmente ad angolo retto ed in contropendenza.
Allargamento dell’incrocio con la Cameranense ,
con l’attivazione di un semaforo a chiamata a monte
che interrompa il flusso veicolare per agevolare la
svolta dei bus verso Tavernelle.
In una nostra recente e-mail al Sindaco Sturani, abbiamo chiesto lumi sui progressi relativamente alla
messa in opera di quelle strutture (semafori) che avrebbero permesso alle linee degli autobus di transitare lungo via Brecce Bianche, al fine di consentire alla
Conerobus di modificare i percorsi delle linee destinate all'Università. Ebbene, il mese scorso ci è stato risposto che entro giugno sarà attivato un impianto semaforico alternato nella strettoia di via Brecce Bianche
che permetterà il transito dei mezzi pubblici fino all'ingresso dell'Università.
Da ulteriori contatti con la Conerobus abbiamo verificato che oltre all'attivazione del preferenziamento
semaforico, sarà a breve anche autorizzato il transito
a mezzi con peso complessivo superiore alle 6 tonnellate, quest'ultimo pare sia il vincolo più importante da
superare.
(Continua a pagina 9)
G
lobalmente, l’obiettivo delle proposte della Conerobus si propone di rivedere le linee 22, 24, 44, 45,43, proponendo nuovi collegamenti che interscambino e che avvicinino più velocemente il centro.
Per quanto riguarda la zona universitaria di Montedago, la linea 45 sarà soppressa e sostituita da una serie di autobus che, viaggiando lungo la direttrice P.zza Ugo Bassi - Tavernelle - Università - Brecce Bianche - Via Maestri del Lavoro - Q2 , permetterà di
raggiungere il considerevole numero di 4 corse all'ora nei periodi di stanca con autobus degni di tal nome con capienza di 100 posti
circa, mentre nelle ore di punta un numero di corse decisamente superiore, con incredibili vantaggi per tutti.
Il progetto esisteva da diversi anni ma i problemi di assetto viabilistico quali la limitatezza della sezione stradale e il divieto di transito ai mezzi di peso superiore a sei tonnellate ne hanno sempre impedito una piena attuazione.
Per quanto riguarda la zona della Baraccola, che attualmente, nonostante la considerevole mole di corse in transito, non risulta
efficace per l’utenza a causa soprattutto della mancanza di attraversamenti pedonali tra le due arterie di traffico, la cui realizzazione, proposta più volte, sembra incontrare serie difficoltà, la Conerobus ha individuato una soluzione consistente nella realizzazione
di due aree d’interscambio per le linee in transito, rispettivamente l’una nell’area dove ha sede la pesa pubblica l’altra nell’area dove
era posto l’ultimo svincolo, ora non più utilizzato, prima della curva per Osimo. In questo modo si riuscirebbe a garantire all’utenza
proveniente da una delle due arterie di traffico la possibilità, tramite interscambio tra autobus, di raggiungere l’altro versante della
sede stradale, senza la necessità di istituire una linea ad hoc.
Pag 8 “IL SASSOLINO”
ANNO 1 NUMERO 1
(Continua da pagina 8)
La brutta notizia è che una volta che gli interventi richiesti siano messi in opera, tecnicamente il lavoro di
aggiornamento dei servizi richiederà qualche mese di
elaborazione, quindi nella migliore delle ipotesi la Conerobus stessa prevede una ipotesi di applicazione non
prima dell'inverno (2005).
Sandro Policella
Elezione dei Presidi
Lo scorso 8 giugno si è tenuta l’elezione dei Presidi delle Facoltà dell’Università Politecnica delle
Marche.
Salutiamo Professori eletti e rieletti.
Un augurio di buon lavoro da parte di
“Università Europea - Azione Universitaria”.
Via Ranieri: Incrocio Killer
Tutto ciò è inconcepibile
sia dal punto di vista di un
Ateneo, che si autoproclama "all'avanguardia" ma
che evidentemente non ha
a cuore l'incolumità dei
suoi stessi studenti, sia dal
punto di vista dell'Amministrazione Comunale, che
pur essendo da anni al corrente della situazione esplosiva di Via Ranieri, pure non ha fatto nulla per
risolvere la questione.
n questi giorni in cui tutta Ancona è un tripudio di
opere pubbliche tese a migliorare la situazione viaria della città, ci preme sottolineare un problema
grave che da anni affligge gli studenti del polo universitario di Monte Dago. Ci riferiamo principalmente
al percorso obbligato che tutti gli studenti delle Facoltà di Ingegneria, Biologia ed Agraria sono costretti a seguire per recarsi giornalmente a mensa.
La pietra dello scandalo è rappresentata dal tratto di
Via Ranieri che va dall'uscita secondaria del complesso universitario (Uscita di Agraria) a arriva all'incrocio con Via Pirandello passando per lo svincolo
dell'Asse Attrezzato di Tavernelle (vedi figure).
I
Il tratto di strada in questione risulta estremamente
pericoloso per gli studenti che devono fermarsi in
facoltà all'ora di pranzo per tutta una serie di motivi,
primo fra tutti l'assoluta mancanza di marciapiedi
(tranne che nell'ultimissimo tratto) e addirittura, in
alcuni punti, l'assenza di un "piano" asfaltato, cosa
che costringe gli studenti a procedere direttamente
sulle canaline di scolo poste ai lati della carreggiata.
Un ulteriore pericolo per gli studenti è il fatto che la
strada è estremamente stretta proprio nel tratto di
interesse, e per giunta è a doppio senso di marcia.
Inoltre sottolineiamo l'assoluta mancanza di strisce
pedonali in una strada dall'altissima densità di traffico.
Dopo il completamento dell'ultima rampa dell'Asse
stesso si è notato inoltre un considerevole incremento del traffico lungo Via Ranieri. In ultima aggiunta il nuovo terminal della linea n°46 non ha fatto
altro che aggravare la situazione, facendo aumentare considerevolmente il numero
degli studenti in
transito e costringendo questi ultimi ad un
attraversamento stradale azzardato.
Per la verità un
paio di anni fa
erano cominciati i lavori per
l'istallazione di
Una foto della strettoia senza marciapiede
marciapiedi,
tuttavia ciò che
è stato realizzato finora non ci sembra assolutamente una risposta valida , in quanto si tratta solamente
di un paio di metri di marciapiede utile, dal momento
che il resto del marciapiede non continua affatto in
direzione della mensa ma curva fino allo svincolo,
quindi è totalmente inutile.
ANNO 1 NUMERO 1
Dopo le nostre insistenti
richieste al Sindaco Sturani, all'Assessore al traffico
Emilio D'Alessio, all'assessore alla Polizia Municipale Antonio Gitto e dopo una lettera indirizzata a tutti i
Presidi interessati (Ingegneria, Agraria e Scienze)
nonché al Magnifico Rettore, abbiamo avuto le prime risposte positive da parte dell'Amministrazione
Comunale. Il mese scorso infatti il Sindaco ha risposto pubblicamente alle nostre domande sul sito del
Comune mettendoci al corrente delle innovazioni
previste (si spera) entro dicembre.
Il tragitto che gli studenti devono compiere
per arrivare alla mensa universitaria
Pare che l'Amministrazione Comunale abbia individuato una soluzione consistente nella realizzazione
entro il 2005, sia di un marciapiede tra l'accesso al
parcheggio e il bivio per la mensa, sia di un attraversamento pedonale… staremo a vedere.
Nel frattempo
ci sono pervenute delle
lettere di solidarietà
da
parte dei Residenti della
zona,
anch'essi favorevoli ad una
risistemazione del complesso di incroci.
Tutto ciò ci
esorta
ad
L’incrocio più pericoloso. Il terminal della linea 46 è dietro
l’angolo!
andare avanti
per
la
(sicura!) strada della protesta, anche con l'appoggio
dei residenti, favorevoli come noi ad una raccolta
firme che finalmente porti alla ribalta una situazione
da troppi anni ignorata. Nel frattempo attendiamo
(Continua a pagina 10)
“IL SASSOLINO” PaG 9
Università
(Continua da pagina 9)
qualche mese e fidiamoci della promessa del Sindaco ma se non vedremo almeno un inizio di lavori passeremo ai fatti!
Concludiamo con la speranza che il problema venga risolto una volta per tutte PRIMA che accada qualcosa di
irreparabile e non DOPO; si sappia però che in caso di disgrazie la responsabilità sarà da attribuire integralmente a chi, malgrado le ripetute segnalazioni, non ha voluto prendere provvedimenti tempestivi ed efficaci.
Sandro Policella
ERSU' dunque...
A
lcune novità nell'attribuzione e nel mantenimento delle borse di studio accoglieranno i
nuovi iscritti per l'anno accademico 2005/2006.
Alcune modifiche, invece, coinvolgeranno (e non
poco!) anche chi è già beneficiario dei sevizi ERSU e continuerà ad usufruirne negli anni a venire (come auguriamo a tutti!).
Se da una parte infatti sarà più "facile" dall'anno
prossimo risultare beneficiario di borsa di studio
(a causa dell'innalzamento dei limiti degli indicatori di situazione economica ISEE ed ISEU che
saliranno rispettivamente da 15500 € a 17000 €
e da 25000€ a 26000 €), dall'altro già si ventola
la possibilità dell'eliminazione dell'attribuzione di
borsa nel primo semestre fuoricorso e del reinserimento della media nei criteri di merito necessari alla riconferma della borsa stessa.
Sebbene l'ipotesi che tale provvedimento possa
divenire attivo nell'anno corrente sia alquanto
remota, sembra che già dal prossimo saremo
costretti a dover fare i conti con la famigerata
media, e potremmo trovarci in una situazione
paradossale, che determini un notevole incremento delle borse attribuite in principio, e contemporaneamente un crollo di quelle effettivamente mantenute a fine anno.
Una situazione paradossale che sarebbe figlia
dell'azione combinata di un sistema di valutazione non uniforme (quello attualmente in vigore
basato sul conseguimento dei 20 CFU) e del
reinserimento della media.
Il problema consiste da sempre a nostro avviso
nel trovare un sistema davvero uniforme, che
non sfavorisca borsisti di Facoltà in cui il raggiungimento di 20 crediti consista nel superamento di 4 esami (come avviene ad Ingegneria)
beneficiando i colleghi di altre a cui ne bastano
soltanto 2.
Purtroppo un criterio comune ed omogeneo che
consenta di equiparare l'effettivo carico didattico
ai crediti formativi conseguiti da aspiranti ingegneri, economisti etc., andrebbe concertato tra
le diverse Facoltà dell'Ateneo, in modo da gaPag 10 “IL SASSOLINO”
rantire a tutti i borsisti, indipendentemente dalla
Facoltà scelta, le stesse possibilità.
Promettiamo comunque di tenervi aggiornati in
caso di eventuali sviluppi.
Ma le novità non finiscono qui: ci attendono infatti anche un aumento del prezzo del pasto
completo (che sale da 3,80 € a 3,90 €) e del
prezzo del posto letto a pagamento (che da 131
€ arriva a 134,75 €, rimanendo comunque il
prezzo più basso in Italia), una maggiorazione di
20 € sulla tassa regionale per il diritto allo studio
(che quest'anno ha consentito l'erogazione di
numerose borse di studio in seconda attribuzione), e una crescita della quota totale della singola borsa che
da 4100 € va
a 4203 €, incrementi tutti
calcolati sulla
base dei dati
statistici
sul
costo
della
vita forniti annualmente
dall'ISTAT.
E' inoltre in
La mensa di Via Pirandello a Montedago
fase di studio
la possibilità di istituire un servizio catering che
coinvolgerebbe le tre mense ERSU di Ancona
consentendo agli studenti di portare a casa cibi
e bevande, qualora preferissero consumarli a
casa.
Non sono dunque poche, e comunque tutte di
grande rilevanza, le modifiche che troveremo sul
bando di concorso relativo all'attribuzione e alla
riconferma delle borse dell'ERSU che dovremmo
poter consultare entro i primi di Luglio, molte delle quali operative già dal prossimo anno.
In ogni caso, prima di tormentarci con la riconferma delle borse con o senza media, preoccupiamoci di raggiungere la fatidica quota dei 20
CFU! Ersù dunque…
Mauro Italiano
ANNO 1 NUMERO 1
Tempo libero
ne di quest'importante area così cara agli anconetani. Il comitato insieme al WWF della
sezione di Ancona si batte affinché questo
ià nel Medioevo, il Conero era uno dei
piccolo paradiso abbia uno sviluppo armoniluoghi di eremitaggio delle comunità
co con quello che rappresenta. Essi s'impemonastiche, infatti, i monaci viaggiavano per
gnano quindi perché non vengano concesse
ritirarsi lì dove il litorale adriatico, tra insenaautorizzazioni a costruire
ture e spiagge ghiaiose regalanuovi impianti, chiedendo
va i suoi tratti più incontaminati
invece che siano potenziati
e selvaggi. Oggi non ci sono
quelli che già vi sono come i
più frati che s'inerpicano sui
servizi igienici e quelli per la
ripidi sentieri di questo monte e
raccolta di acque nere, la
la meta del pellegrinaggio si è
creazione di un solo pontile
leggermente spostata in un anmobile per mezzi di soccorgolo ancora incontaminato dal
so e sbarco natanti, nonché
grande turismo di massa. L'ala messa in sicurezza dei
gognata Mezzavalle diviene
sentieri
già
esistenti
allora luogo d'odierno pellegri- Uno scorcio della spiaggia di Mezzavalle
(effettivamente molto ripidi e
naggio di tutti quei turisti che
difficilmente accessibili per chi ha difficoltà a
vogliono fuggire dalla chiassosissima spiagcamminare), piuttosto che la creazione di
gia: salsa sparata a tutto volume, frenetico
nuovi che andrebbero solamente a dannegacquagym e ossessiva animazione (per non
giare quella tipica flora mediterranea che acparlare dello smog prodotto dalle molte auto
compagna il turista che scende fino alla
e moto che rombando sfrecciano a pochi
spiaggia circondandolo di un verde lussuregmetri dal proprio ombrellone); molti per un
giante. Piacerebbe sperare insomma un futupo' di pace rinunciano a queste comodità.
ro in cui, questo piccolo luogo di pellegrinagAnche Ancona quindi, nel suo piccolo, può
gio resti legato a quel tipo di turismo a basso
vantare un piccolo paradiso naturale, Mezzaimpatto ambientale che come un tempo facevalle è, infatti, un rifugio sicuro per chi ama la
vano i monaci, sappia tutelarlo senza mettetranquillità, l'aria pura ed un mare pulito imre a rischio un patrimonio naturale che apmerso in una cornice verde di bassa macpartiene a tutti e che a tutti deve essere conchia mediterranea. Così come ogni cosa belsentito goderne.
la però, anche Mezzavalle vede affacciarsi
l'ombra della sua Nemesi: i servizi commerPer saperne di più visita www.mezzavalle.net o
ciali a pagamento disseminati lungo tutta la
scrivi alla redazione ........
spiaggia e l'arrivo di un più ingente numero
di turisti e barconi che questo tipo d'ambiente
Richard Dernowski
non riuscirebbe a sopportare. Nasce così il
comitato "Mezzavalle libera" per la protezio-
Mezzavalle
G
Corsa ...che passione
stagione è finalmente iniziata quindi perchè anche voi non provate a divertirvi nel tempo libero e magari
Lzioniadopobella
una giornata di studio in Facoltà con una bella corsa? In queste pagine potrete trovare alcune utili informasu come cominciare e come organizzare i vostri allenamenti con un po' di metodo, nonchè suggerimenti nella
scelta dell'attrezzatura. Ovviamente i nostri sono solo consigli e se volete avere qualche ragguaglio tecnico più specifico troverete nell'apposito riquadro degli indirizzi utili che sapranno consigliarvi al meglio.
Correre non fa solo bene, ma ci fa sentire bene, inoltre è l'attività sportiva meno costosa e quindi adattissima a noi
studenti squattrinati. Questa sensazione di benessere trova la sua spiegazione in molteplici effetti che una pratica
regolare induce sul corpo e anche sulla mente. Ovviamente come in tutte le cose non bisogna esagerare.
E’ ormai ampiamente dimostrato che correre regolarmente fa bene alla salute, abbassa la quantità di zuccheri nel
sangue, aiuta la circolazione, fa perdere peso e stimola il buon umore.
La corsa infatti riduce la frequenza cardiaca a riposo, aumenta la capacità vitale dei polmoni e il massimo volume
respiratorio; con la corsa è possibile regolarizzare inoltre tutte le funzioni dell'apparato digerente e aumentare l'appetito senza dar luogo a eccessi.
Lo stress, l’ansia e tutti i disturbi conseguenti migliorano quando si pratica sport, questo è particolarmente vero con
(Continua a pagina 12)
ANNO 1 NUMERO 1
“IL SASSOLINO” PaG 11
Tempo Libero
(Continua da pagina 11)
la corsa, quindi se avete difficoltà a prendere sonno in
prossimità di un esame, il consiglio è quello di scaricare lo stress con una bella sgambettata.
Altro effetto benefico della corsa è quello di ridurre gli
zuccheri circolanti nel sangue.
Chi corre inoltre perde peso più facilmente rispetto ai
sedentari, per cui se volete arrivare in spiaggia senza
problemi, dedicare un paio di ore alla settimana alla
corsa potrebbe evitarvi inutili frustrazioni.
L'attrezzatura
L'equipaggiamento del perfetto corridore è praticamente ridotto all'osso, unici elementi indispensabili sono le
scarpe e un abbigliamento adatto alla stagione.
Per correre preferite scarpe "da corsa", infatti qualsiasi
adattamento di scarpe da tennis o calcetto o basket
potrebbe provocarvi fastidiosi dolori; anche le scarpe
multisport andrebbero evitate per gli stessi motivi.
Spendete qualche euro in più per una scarpa comoda
e abbastanza morbida (dopotutto non dobbiamo iscriverci ad una maratona o praticare agonismo). Altro
elemento fondamentale sono i calzini: sceglieteli morbidi e di cotone, in modo da
prevenire la formazione di
vesciche, inoltre cercate di
acquistare dei prodotti specializzati o almeno di qualità, altrimenti dovrete gettarli via dopo il primo allenamento.
In questo periodo mancano solo una maglietta di
Il Campo di atletica Italo Conti
cotone (o una canottiera
se fa veramente caldo) e un paio di pantaloncini non
troppo larghi (meglio se aderenti e di lycra) e sarete
pronti per la vostra corsa.
Se siete dei veri principianti, cominciate con il non affaticarvi troppo, magari iniziate camminando a ritmi sostenuti. Tenete un ritmo che vi permetta di parlare con
un po' di fatica con un amico, iniziate con corse brevi di
15 minuti al massimo e poi negli allenamenti successivi
cercate di aumentare la durata dell'allenamento.
Prima di entrare in pista e dopo esservi riscaldati un
po', dedicate qualche minuto anche agli allungamenti
specifici e ad un po' di stretching generico, qualche
minuto dedicato alla preparazione evita fastidiosi dolori
il giorno dopo. Al termine dell'allenamento ripetete di
nuovo gli esercizi.
Road Runner
Dove correre ad Ancona
Ancona è una città meravigliosa per quanto riguarda la corsa.
Difatti esistono almeno tre luoghi principe per divertirsi correndo,
inoltre l'alto numero di parchetti comunali permette a chiunque
di tenersi in forma senza spostarsi dalla zona di residenza.
Il campo di atletica
E' il luogo perfetto per allenarsi, a tutti i livelli. Per accedervi è
necessaria la tessera di una qualsiasi società sportiva che versi
i contributi al Comune (per noi universitari basta la tessera del
C.U.S. con l'apposizione gratuita del timbro "atletica", in questo
modo potremo usufruire anche degli spogliatoi e delle docce). In
ogni caso i controlli sono veramente blandi e attualmente sono
più i corridori "illegali" che quelli regolari.
La spiaggia di Torrette
Con i suoi quattro chilometri e mezzo calcolando anche il territorio di Falconara, permette corse di più di un'ora e un terreno
abbastanza pianeggiante e morbido. Unica avvertenza è quella
di andare a correre dopo le 19, sia per evitare i numerosi bagnanti, sia per evitare colpi di sole. In ogni caso lungo il percorso sono ubicate numerose fontanelle, quindi non c'è pericolo di
disidratazione.
La Montagnola
Con i suoi prati verdi e percorsi ombreggiati è veramente un
paradiso. E' anche possibile effettuare allenamenti più duri dal
momento che i percorsi non sono proprio pianeggianti, visto che
salite e discese si alternano continuamente. Unico neo è che
diventa pressochè impraticabile dopo un acquazzone a causa
delle pozze di fango che si creano nei tratti alberati.
La via dell' openSource
Parte prima Estate 1973: "Gli albori"
N
ell'ultima settimana di ottobre del 1998, nello stato di Washington, a Redmond, alcuni dirigenti della Microsoft
si lasciano "sfuggire" una nota interna nella quale si ostentano le preoccupazioni di molti riguardo la crescente diffusione del free-software e della comunità openSource con particolare riguardo al sistema operativo "UNIX
Like" Linux.
Per capire bene le motivazioni delle preoccupazioni dei dipendenti Microsoft dobbiamo partire dalla nascita di UNIX stesso, dagli albori dell'informatica, dai mitici laboratori della AT&T, dai laboratori "Bell" dove non solo è nato
UNIX così come è conosciuto oggi, ma dove sono state inventate e brevettate decine e decine di oggetti, oggi di
uso comune (es. transistor, tubo a raggi catodici).
Sul finire degli anni sessanta, i ricercatori della AT&T cercarono di sviluppare una valida alternativa al pesante e
poco prestante MULTICS (sistema operativo a quei tempi in uso); così Ken Thompson avviò ufficiosamente la realizzazione di un OS (Operative System) capace di mantenere le migliori caratteristiche di MULTICS e poter apportare migliorie sul piano del supporto multiutente.
(Continua a pagina 13)
Pag 12 “IL SASSOLINO”
ANNO 1 NUMERO 1
(Continua da pagina 12)
Inizialmente UNIX venne scritto in linguaggio
ASSEMBLER. L'assembler è poco più del linguaggio
macchina (diciamo molto più comprensibile alla macchina che all'uomo) quindi scrivere un sistema operativo in questo modo era difficoltoso e poco performante. Thompson decise di realizzare un nuovo linguaggio di programmazione in modo da permettergli di creare programmi più strutturati; il nome datogli dal ricercatore fu "B". Il collega Dennis Ritchie aggiunse ulteriori migliorie e nel 1972 venne definitivamente coniato un nuovo linguaggio di programmazione, il "C". L'adozione di C da
parte di UNIX costituisce in gran
parte il motivo di trent'anni di indiscusso successo.
Finalmente nel 1973 UNIX venne
riscritto e ricompilato completamente in C; è questo anno che decreta
la nascita di UNIX come lo conosciamo oggi. Il C venne utilizzato
anche in ambito accademico, perLinus Torvalds, l’inventore
di Linux
mettendo quindi agli studenti che
avevano l'opportunità di studiarlo,
anche di modificare e migliorare il nuovo sistema ope-
rativo. In breve tempo moltissime aziende ed università fecero richiesta a Thompson di poter avere una copia del celebre
sistema operativo, copia che
(non essendoci vincoli di
copyright) veniva spedita su
nastro magnetico in pochi giorni. A questo punto la DARPA Il simpatico pinguinsimbolo di Linux
(Defense Advanced Research
Projects Agency) ente governativo statunitense, decise di aggiornare i propri computer con sistemi operativo UNIX. ARPANet la rete di interconnessione di tutti
i computer della DARPA, e precursore di internet, prese in considerazione la possibilità di integrare i protocolli di comunicazione fra computer nel sistema operativo stesso. Sovvenzionò quindi un progetto portato
avanti dall'università di Berkeley che, nel 1980 implementò la struttura del TCP/IP. Gli sviluppi successivi
al 1980 saranno trattati nei prossimi articoli; vedremo
la nascita di Microsoft, lo sviluppo di BSD ed i primi
movimenti openSource.
Alla prossima puntata...
Lorenzo Rossi
Svago
SUDOKU
n nuovo tipo di cruciverba (o meglio di puzzle logico) sta imperversando nel mondo; si tratta del sudoku, un gioco
U
di origine orientale (da su=numero e doku=singolo) da risolvere con carta e penna alla stregua di un normale
cruciverba ma con la fondamentale differenza che in questo caso non serve avere nessuna conoscenza o cultura
particolare.
Le scopo del gioco è quello di completare lo schema badando bene ad alcune semplicissime regole:
• si usano i numeri da 1 a 9
• non si devono avere numeri ripetuti nelle colonne
• non si devono avere numeri ripetuti nelle righe
• non si devono avere numeri ripetuti all'interno di ciascun box 3x3
Ovviamente è necessaria una certa pazienza. Noi vi proponiamo due sudoku, il primo è più semplice, il secondo è
un po' più difficile, contrariamente a quanto si possa pensare. Se siete in difficoltà andate a guardare le soluzioni a
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“IL SASSOLINO” PaG 13
Recensioni
Cinema
Star Wars 3: La vendetta dei Sith
l cerchio si è chiuso.
Il'anello
Dopo aver aspettato a lungo, finalmente è arrivato,
mancante, l'episodio che conclude la prima tri-
logia di star wars e che ci illumina sugli avvenimenti
seguenti.
Star Wars III: La vendetta dei Sith diretto e prodotto da
George Lucas è la storia di come un giovane dai grandi
poteri, dalle grandi potenzialità e dai grandi ideali, fa
scelte sbagliate perchè è solo. Tutti gli Jedi che lo accompagnano nelle sue vicissitudini, si pongono come
estranei, persino il suo maestro Obi-Wan, dopo aver
menomato, ma non ucciso il suo discepolo, si dispera
del tradimento di Anakin, prima perchè quest'ultimo
avrebbe dovuto combattere i Sith e poi perchè aveva
tradito la sua fiducia.
Vogliate pensarla come volete ma gli Jedi sono tutto
tranne che umani, si affidano all'istinto mentre cercano
di eliminare le "passioni" perchè portano al lato oscuro.
Loro si sentono superiori agli altri, è vero! Peccano di
superbia, tanto che decidono di porsi a capo della repubblica se la cattura o l'uccisione del cancelliere Palpatine fosse andata a buon fine.
Al contrario, chi ha visto tutti i film può notare come il
"sentimento" renda più forti. Basti vedere Obi-Wan che
sconfigge nel primo episodio il Sith, dopo la perdita del
suo maestro Qui-Gon, oppure nel sesto episodio quando Luke sconfigge il padre dopo che veniva menzionata la principessa Leila. La vera differenza tra padre e
figlio risiede nelle persone che li circondano: Luke ha
degli amici su cui può contare, al contrario Anakin non
ha nessuno, Padme gli resta vicino e cerca di confortarlo, mentre i "colleghi" Jedi invece lo lasciano a se
stesso. Yoda, il più grande tra gli Jedi, dice ad Anakin
di distaccarsi da Padme ed essere "indifferente" di fronte alla morte della sua amata, e lo stesso accade nel
quinto episodio quando consiglia Luke di sacrificare gli
amici per prepararsi allo scontro con il padre. Ora voi
che considerazione avreste di un maestro che vi dice:
"lascia morire la tua donna", sicuramente vi affidereste
più volentieri ad una persona che vi da la possibilità di
salvarla, anche se è il "male". Anakin aveva solo Padme, senza di lei la sua vita non sarebbe valsa la pena
di essere vissuta.
Quindi Anakin ha portato equilibrio nella forza, perchè
l'ha resa più umana. Obi-Wan, Yoda, e gli altri Jedi dovrebbero prendersela con loro stessi, poichè non sono
stati in grado di guidare Anakin nella giusta direzione,
loro non hanno insegnato, hanno indottrinato il giovane
prescelto. In fondo Anakin lottava per la libertà, la giustizia, basti guardare la
scena di Wace contro il
consigliere Palpatine,
Anakin sapeva che la
cosa giusta era processare il consigliere e
non ucciderlo, non era
dello stesso avviso
Wace; chi era nel giusto in quel momento?
Eppure i maestri Jedi
non si fidavano del gio-
Pag 14 “IL SASSOLINO”
vane prescelto e questo li
ha portati alla
rovina.
Questo
è
quello che ho
visto nel terzo episodio di
star
wars,
oltre naturalmente
alle
scene digitali che hanno impressionato tutti, però a mio
avviso alcune non necessarie (vedi l'atterraggio dell'incrociatore senza motori che per di più ha centrato la
pista in maniera perfetta), oppure di altre che sono state inserite forzatamente, come l'ultima frase di Padme.
Sicuramente sarebbe stato meglio ridurre gli effetti speciali per dare più spazio al vero momento culmine della
storia, quando Anakin si sottomette al consigliere Palpatine, scena descritta in modo molto superficiale: in
pochi attimi Anakin si è trovato a giurare fedeltà al lato
oscuro della forza e ad uccidere bambini...mah!
Un consiglio a chi volesse intraprendere la visione di
tutta l'esalogia: non fate l'errore di partire dal primo episodio per poi arrivare al sesto, seguite la cronologia
cinematografica, altrimenti sarebbe impossibile cogliere
il significato dell'intera saga.
Simone Marinelli
Musica
Coldplay
X&Y
Etichetta: EMI
Anno:2005
hiariamo subito che queC
sto è il miglior album dei
Coldplay e lo è per almeno
tre sostanziali ragioni: non ripropone i suoni dei
precedenti, presenta un'architettura ritmica più ricca che si apre in accensioni liriche e traiettorie progressive di straordinaria intensità, e da ultimo non
fa mistero di attingere ad illuminati artisti come
New Order, Brian Eno e per motivi diversi Johnny
Cash e Kraftwerk (per la loro maniacale attenzione
al particolare). Tracciate le coordinate non resta
che condirle con quella naturale semplicità delle
cose, che da sempre contraddistingue Chris Martin
e co., quella semplicità che emerge nei momenti
più lenti e riflessivi, in quel senso di rarefazione
assoluta che aleggia nella lennoniana "What if" in
"X&Y" e nella "Hidden Track" scritta per la voce
dell'amico Johnny Cash e divenuta per cause di
forza maggiore il loro tributo all'artista scomparso.
Una riga sopra le altre si erge "Fix you", di una de(Continua a pagina 15)
ANNO 1 NUMERO 1
(Continua da pagina 14)
licatezza stupenda, nella voce di Martin che appena sussurrata si intreccia all'organo prima, al piano
e chitarra poi, in un crescendo di pura emotività; a
chiudere il cerchio "Sound of speed" che è anche il
singolo e che fa da collante tra il passato di "A
rush of blood to the head" e il presente di "X&Y" in
pieno stile "Clocks". L'enigmatico titolo "X&Y" altro
non riflette se non il dualismo del quotidiano, il codice degli estremi, quella disparità dei cromosomi
che sta alla base della vita e la rende possibile; un
messaggio positivo per illuminare; un album quello
dei Coldplay che come sempre sa toccare i cuori.
Sono attualmente la migliore band inglese? La risposta è Si.
Tracklist :
1
Square one
2
What if
3
White shadows
4
Fix you
5
Talk
6
X&Y
7
Speed of sound
8
A message
9
Low
10
The hardest part
11
Swallowed in the sea
12
Twisted logic
13
Til kingdom come (Hidden Track)
Colin Meloy
Sings Morrissey EP
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2005
apita di rado, che per
C
qualche strano destino
si decida di autoprodursi un
disco, in questo caso un
e.p., non destinato in alcun
modo nè alle classifiche, nè
alle vendite, ma soltanto per
il gusto di farlo e di venderlo
nei concerti a pochi intimi (tiratura 1000 copie).
Siamo contenti che il personaggio in questione sia
proprio Colin Meloy, eclettico e teatrale song-writer
dei Decemberists che già ci aveva abituato ad estreme peripezie artistiche con composizioni che si
avvalevano di ogni sorta di strumentazione immaginabile. Oggi quanto mai spiazzati lo ritroviamo
come un fanciullo qualunque a strimpellare sei
omaggi a quel Morrissey che da Smiths e non, rimane per lui punto di riferimento assoluto. Sei
cover si diceva con solo chitarra, voce e un
recorder a quattro piste per renderci partecipi dell'opera. Minimalista quanto si vuole nella forma,
ma non nel risultato, bastano pochi istanti di
"Everyday is like sunday" per capire che ancora
una volta il tempo si è arrestato. Imperdibile.
Tracklist:
1
I know very well how I got my name
2
Pregnant for the last time
ANNO 1 NUMERO 1
3
4
5
6
Jack the ripper
I've changed my plea to guilty
Sister I'm a poet
Everyday is like sunday
Josh Rouse
Nashville
Etichetta: Rykodisc
Anno:2005
P
er il sig. Rouse doveva essere l'album della
verità. Dopo l'ottima impressione destata da
"1972", si attendeva come si dice in questi casi
l'album della maturità e se a
questo si aggiunge che
"Nashville" coincide anche con
la cartolina di addio verso la
città che lo ha ospitato per ben
dieci anni, se ne può ancora di
più apprezzare la qualità. Nashville da sempre capitale della musica country, non coincide in questo album con la
"Nashville" di Rouse dove al contrario non se ne
intravede quasi traccia, e dove invece trova posto
un folk-pop raffinato fatto spesso da chitarre acustiche da spazi dilatati, di una musica in movimento continuo. "Winter in the Hamptons" la perfetta
song da viaggio con quelle armonie semplici e
quegli arpeggi che sembrano stregati per come si
fissano in mente, sulla stessa scia la danzante
"Carolina", e "Middle school frown" con quella voce
roca che ricorda tanto il classic-folk di stampo dylaniano. Ottima la prova anche dove si scende su
toni più posati e riflessivi "Saturday" e sugli onirici
violini di "Streetlights". Il voto più alto lo merita la
malinconica quanto sontuosa "Sad eyes", ballata
dove ad un incipit tutto voce e pianoforte si fa largo un'inattesa e solare sinfonia di violini e cori; sig.
Rouse complimenti, ancora una volta.
Tracklist:
1
It's the nighttime
2
Winter in the Hamptons
3
Streetlights
4
Carolina
5
Middle school frown
6
My love has gone
7
Saturday
8
Sad eyes
9
Why won't you tell me what?
10
Life
Carlo Damiani
Le soluzioni dei due Sudoku a pag. 13.
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“IL SASSOLINO” PaG 15
il Sassolino
Giornalino informativo di
“Università Europea - Azione Universitaria”
CHI SIAMO?
Siamo la Destra studentesca che torna nell'Università di
Ancona.
Siamo studenti che affrontano quotidianamente i soliti
problemi della vita universitaria.
Siamo quelli che vogliono un'Università libera, moderna,
viva, all'altezza della sua missione nella società, un'Università che sia il motore per il recupero di un'identità e che esprima valori ed idee forti: desiderio di essere protagonisti del cambiamento, senso della modernità,
difesa della tradizione, rifiuto del materialismo storico, primato della politica sull'economia, visione organica, comunitaria e solidale della società.
Siamo quelli che non vogliono più un'Italia divisa secondo schematismi arcaici, ma ne vogliono una forte, giusta,
politicamente libera e rinnovata, dotata di una memoria
comune, plurale ma condivisa, consapevole della propria
storia, orgogliosa della propria civiltà, cosciente del
proprio ruolo, in Europa, nel Mediterraneo, nel Mondo.
Siamo convinti che, in un'epoca in cui emerge chiaramente
il senso di appartenenza europeo, cioè appartenenza ad
un'identità ulteriore e comprensiva di quella nazionale,
sia ingiusto ed anacronistico che popoli del mondo vedano
calpestato il proprio diritto ad avere una Patria.
Siamo quelli che si commuovono al ricordo di Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino, eroi del nostro tempo, in
guerra, con i loro colleghi e gli agenti delle loro scorte, contro una piaga che offende e sfida la Nazione intera
Siamo quelli che si onorano di avere tra i propri connazionali migliaia di civili e militari impegnati a portare
pace e solidarietà concreta in territori sconvolti da decenni di violenza; tra questi, non dimenticheremo mai i
martiri di Nassiriya e tutti i caduti nella lotta contro
la barbarie terrorista, a volte squallidamente sbeffeggiati da chi ritiene più giusto e nobile fare il teppista
gratis che non il soldato a pagamento.
Siamo quelli che amano confrontarsi con ogni idea, ogni
tema, ogni visione del mondo, senza discriminazioni, con
la volontà di apprezzare il giusto ovunque si trovi, convinti che la cultura sia stata troppo a lungo prigioniera
di faziosità intollerabili; siamo quelli che difendono
l'ambiente perché amano la propria terra; quelli che combattono la legalizzazione delle droghe.