VERIFICHE GEOTECNICHE SU CAMPIONI DI TERRENO DI

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VERIFICHE GEOTECNICHE SU CAMPIONI DI TERRENO DI
PROVINCIA DI VERONA
COMUNE DI SAN MARTINO BUON ALBERGO
ACCORDO PUBBLICO-PRIVATO N. 13
ART. 6 LR N.11/2004
FRATELLI DALLA BERNARDINA Srl
ZTO DT economico-produttiva turistico-ricettiva
VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ GEOLOGICA,
GEOMORFOLOGICA E IDROGEOLOGICA
ai sensi della L.R. 11/2009 art. 19
IL TECNICO INCARICATO
DOTT. GEOL. FRANCO GANDINI
Dott. Franco Gandini – geologo
PREMESSA
Di seguito si propone la VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ GEOLOGICA, GEOMORFOLOGICA ED
IDROGEOLOGICA
prevista dalla L.R. 11/2004 Art. 19, relativa al Progetto di espansione urbana
con indirizzo Economico-produttivo e Turistico-ricettiva di un’area posta al margine
occidentale del territorio comunale, in prossimità della ZAI , e più precisamente in località
Caselle.
Lo studio si propone di analizzare gli aspetti del territorio attinenti al comparto geologico,
geomorfologico ed idrogeologico che possano determinare o meno l’idoneità alla
realizzazione della proposta di accordo in progetto.
Per ottenere le informazioni riportate di seguito sono stati eseguiti:

ricerche bibliografiche e cartografiche relative all’area di intervento;

ricognizioni, sopralluoghi e rilievi di campagna;

consultazione accurata del P.A.I. (Piano Assetto Idraulico) – Autorità di Bacino
dell’Adige;

consultazione delle Relazioni tecniche messe a disposizione dall’Ufficio Tecnico
comunale facenti parte integrante della documentazione allegata al progetto di accordo
pubblico-privato.
I risultati dello studio eseguito sono illustrati a seguire.
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Dott. Franco Gandini – geologo
Stralcio da Tavoletta I.G.M. (scala 1:25.000) con ubicata l’area di intervento.
Stralcio da C.T.R. (scala 1:5.000) con ubicata l’area di intervento
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Dott. Franco Gandini – geologo
1 – SITUAZIONE GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA
La zona appartiene alla pianura alluvionale del fiume Adige con quota media dei terreni di
circa 48 m s.l.m.
Il sottosuolo è formato da depositi prevalentemente ghiaiosi e sabbiosi ricoperti da un suolo
argillo-limoso di colore bruno rossastro di probabile origine lessinea.
La presenza di sedimenti a diversa granulometria è geneticamente da addebitarsi al
succedersi periodico di differenti fasi energetiche di erosione e trasporto che si instauravano
nel corso dell’attività fluvio-glaciale; la deposizione di materiali fini corrispondeva a situazioni
di bassa energia ed era localizzata in aree periferiche rispetto alla zona di maggiore attività
deposizionale del Fiume Adige, mentre in corrispondenza delle fasi di alta energia venivano
trasportati e sedimentati i materiali più grossolani.
Il rilievo proposto nella CARTA GEOLOGICA D’ITALIA – FOGLIO 49 VERONA (scala 1:100.000)
evidenzia, in corrispondenza dell’area di intervento, la presenza alluvioni fluvioglaciali e
fluviali da ciottolose a ghiaiose al limite con i depositi alluvionali prevalentemente sabbiosi.
sfondo giallo (fgR) alluvioni fluvioglaciali e fluviali da ciottolose a ghiaiose con
strato di alterazione superficiale argilloso, di ridotto spessore / sfondo bianco celeste (a2)=
alluvioni sabbioso-ghiaiose, terrazzate antiche / sfondo verde chiaro (fgW) = alluvioni
fluvioglaciali e fluviali prevalentemente sabbiose (Wurm).
Estratto da Carta Geologica di Italia – F. 49 Verona.
LEGENDA.
Si tratta di una zona sostanzialmente pianeggiante che termina a ridosso del margine
superiore del principale terrazzo alluvionale dell’Adige, elemento morfologico che separa il
conoide dal piano di divagazione
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Dott. Franco Gandini – geologo
La geomorfologia del territorio è stata condizionata principalmente dall’attività del fiume
Adige che dapprima ha deposto il conoide che forma l’alta e media pianura veronese, ed in
seguito lo ha parzialmente inciso dando origine ad un’area depressa limitata a Nord ed a
Sud da due estesi terrazzi fluviali convergenti nel vertice posto in corrispondenza della città
di Verona; l’area è posta sul margine superiore del terrazzo alluvionale.
L’evoluzione morfologica della zona è praticamente arrestata venendo a mancare gli agenti
naturali che la possono determinare; infatti anche il principale di essi, l’Adige, per l’attuale
regime idraulico e la posizione depressa ove scorre, non può esercitare alcuna azione sulla
zona di costruzione; essa è quindi al riparo sia da azioni erosive, sia da esondazioni del
fiume sia da altri fenomeni morfologici in evoluzione.
Di seguito si riporta uno stralcio della CARTA GEOMORFOLOGICA DI UNA PORZIONE DI PIANURA A
SUD-EST DI VERONA
(redatta dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona) che consente di
osservare i caratteri sopra descritti; a seguire si propone una sezione geologica relativa al
territorio sul quale insiste l’area di intervento assieme alla stratigrafia del sondaggio eseguito
nell’area di intervento e proposto nella Relazione Tecnica a firma del dott. Geol. Claudio
Leoncini presentata a corredo del progetto in esame.
CONOIDE ADIGE.
sfondo arancio = alluvioni prev. ghiaiose / sfondo verde = alluvioni prev.
sabbiose / aree rosa = aluvioni. prev. limose.
PIANO DI DIVAGAZIONE ADIGE. sfondo giallo = alluvioni prevalentemente ghiaiose / sfondo
verde = alluvioni prev. sabbiose / aree rosa = aluvioni. prev. limose.
Linea dentata rossa = orlo di terrazzo / pallino blu = pozzo e n. stratigrafia.
Stralcio da Carta Geomorfologica di una Porzione di Pianura a Sud-Est di Verona
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Stratigrafia media
intervallo
litologia
◄W
p.c. – 1,0 Terreno vegetale
1,0 – 10,0
SEZIONE GEOLOGICA
San Martino B/A
Ghiaia e ciottoli
in matrice
sabbiosa
E►
Ghiaia
Argilla
Sabbia
2 – SITUAZIONE IDROGEOLOGICA
Dal punto di vista idrogeologico la differenziazione granulometrica degli orizzonti stratigrafici
presenti nel substrato della Pianura Veronese determina strutture idrogeologiche non
omogenee e disuniformi, variabili soprattutto da monte verso valle; l’area di intervento si
trova in corrispondenza del potente materasso ghiaioso della fascia di alta pianura dove
esiste un unico grande acquifero indifferenziato.
Linee blu = isofreatica con quota in m s.l.m. (num. blu) / pallino blu = pozzo con quota
freatica max (num. rosso) / freccia blu = direzione di deflusso sotterraneo.
Estratto da Carta Idrogeologica dell’Alta Pianura dell’Adige.
Il precedente estratto cartografico ci mostra come la direzione principale di deflusso in
corrispondenza dell’area sia all’incirca NNW–SSE; considerata la quota topografica media
dei terreni di circa 48 m s.l.m., è possibile dedurre dalla stessa carta tematica una
soggiacenza media della falda di circa 7/8 m; anche la Carta Idrogeologica allegata al PAT
vi indica valori di soggiacenza della falda compresi tra 4 e 8 metri.
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L’idrografia di superficie è caratterizzata primariamente dal Torrente Rosella (500 m a Est)
ed il Torrente Fibbio (1 km a NE); il fiume Adige defluisce circa 3 km ad Ovest con alveo
incassato rispetto ai terreni circostanti; la rete idrografica è completata da numerosi scoline e
fossette appartenenti rete di fossalazione minore a servizio dei terreni coltivi; si segnala la
presenza dalla Fossa Zenobria che attraversa intubata l’area interessata.
3 – VINCOLI, SICUREZZA IDRAULICA
La Carta della pericolosità idraulica (vedi estratto a seguire) relativa al Piano Stralcio per la
Tutela del Rischio Idrogeologico, aggiornato dopo gli eventi occorsi dal 31 ottobre al
2 novembre 2010 (progetto di 2° variante) redatto a cura dell’Autorità Bacino dell’Adige –
Regione Veneto, indica che la porzione di territorio comunale interessata dall’intervento
non ricade in aree di pericolo idraulico né zone di attenzione.
MOLTO ELEVATA
CLASSI PERICOLOSITÀ IDRAULICA [Q30 – Q100-Q200][*]
ELEVATA
MEDIA
MODERATA
P4
P3
P2
P1
h30 >1 m
v30 > 1m/s
1m > h30 > 0.5 m
h100 >1 m
v100 > 1m/s
h100 > 0 m
h200 > 0 m
ZONA DI
ATTENZIONE
Estratto da Carta della Perimetrazione delle aeree a diverso grado di pericolosità idraulica
(Autorità di Bacino dell’Adige) con ubicata l’area di intervento.
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Dott. Franco Gandini – geologo
La Carta delle Fragilità relativa al PAT comunale indica che l’area di intervento non ricade in
aree soggette a rischio idrogeologico.
In termini di compatibilità geologica, l’area è inserita tra quelle idonee a condizione per la
vulnerabilità intrinseca all’inquinamento elevata o elevatissima segnalata (art. 12.3.3 –
P.A.T.) e ciò consegue alla mediamente buona permeabilità delle litologie di superficie.
Di seguito si riporta l’estratto della succitata carta tematica.
Estratto da Carta della Fragilità (P.A.T.) con ubicata l’area di intervento.
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Dott. Franco Gandini – geologo
CONCLUSIONI
Lo studio dei dati bibliografici e cartografici reperibili e/o disponibili per il territorio ha portato
alle seguenti conclusioni:

la presenza di depositi alluvionali principalmente ghiaiosi assieme all’assenza in
affioramento di materiali scadenti dal punto di vista geotecnico consentono di indicare
l’area come geologicamente compatibile ai fini edificatori; non si ravvisano infatti
elementi evidenti di rischio a carico degli interventi in progetto derivanti da instabilità
dei terreni di appoggio;

la topografia dell’area e l’assenza di evidenti discontinuità morfologiche indicano l’area
come geomorfologicamente compatibile ai fini edificatori; non sussistono rischi di
dissesto in atto o potenziali;

l’area non è caratterizzata da elementi di pericolo idraulico o condizioni preparatorie a
dissesti
o
condizioni
di
attenzione
idraulica
e
la
stessa
può
definirsi
idrogeologicamente compatibile ai fini edificatori.
Si precisa che in fase di esecuzione delle opere dovrà essere presentata una idonea
Relazione Geologica e Geotecnica ai sensi delle vigenti normative ossia in base alle Norme
Tecniche delle Costruzioni (D.M. 14.01.2008); in tale fase si dovranno prevedere le
adeguate indagini in sito (prove penetrometriche, sondaggi, scavi, ecc) in relazione all’entità
dell’intervento ed ai carichi di sollecitazione applicati ai terreni di fondazione.
Nel caso i materiali di scavo vengano riutilizzati nel sito di origine o non vogliano essere
gestiti come rifiuto, dovrà essere presentata un’idonea Relazione geologico, storico e
ambientale per la gestione delle “Terre e rocce da scavo” che caratterizzi la qualità dei
terreni in termini chimici.
Si ricorda che dovrà essere posta particolare attenzione alla gestione delle acque reflue
chiarificate.
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