Priapo o la genesi della creazione artistica
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Priapo o la genesi della creazione artistica
Priapo o la genesi della creazione artistica di Jacques Fux (Traduzione dal portoghese di Davide De Grandis) 1. ((ansia)) era martedì... 12 giugno... Giorno degli Innamorati 1 e... e mi sono svegliato con un erezione... ((sospiro)) mi sono svegliato... ho fatto il bagno... ho passato tutto il giorno nella normalità ancora con l’erezione... e giunta notte ho cominciato a preoccuparmi... ((tensione)) dovevo già preoccuparmene prima... non so perché... non mi era chiaro.... e ha cominciato anche a far male... così ho cominciato a cercare su Internet – quali erano i problemi... i rischi e via dicendo –... sono andato all’ospedale... non so.... devo averlo cercato durante il giorno – ma non ricordo bene – di cercare le conseguenze... ((sguardo sfuggente)) ma è stato più avanti che ho percepito... ((pietà)) cioè... all’inizio... tutto questo non era che una mezza barzelletta per me... non capivo molto bene ciò che stava succedendo... ((tormento)) sono arrivato all’ospedale dicendo che già ero lì da molte ore – già –... è con questo... che mi sono svegliato... non sapevo... forse una ventina di ore... ((respiro profonda)) non so... e il medico si SPAVENTÒ... ((sguardo luccicante)) guarda là... all’inizio tutti pensarono che avessi preso il Viagra... o qualche rimedio... o quel che sia... o un qualche tipo di droga per avere questo... NON è vero... mi portarono in fretta in una sala per tentare di fare questa procedura... ((tachicardia)) il medico che mi aspettava era abbastanza – era tipo – era agli inizi... era il più inesperto:...((respiro ansimante)) c’era un medico e un infermiere... – con questa storia dei due aghi... abbastanza dolore... e stringere per vedere se usciva il sangue... se il sangue andava in un altro luogo... – e dopo aver tentato per tanto tempo... – cose di questo genere –... molte cose sono successe... per esempio... nell’ora in cui lo stavano afferrando... CAZZO... un male infernale... lo stava afferrando... tirando assieme i peli pubici... cazzo... faceva molto MALE... e i medici parlottando... «NOSTRA:... guarda questo... non ha cambiato nemmeno colore... il gruppetto – tipo – prova ad averlo e non ce l’ha... tutto questo per molto tempo»... una montagna di storie parallele... arriva un dottore più esperto... io già stavo – tipo – facendo da un po’ alcune procedure... immagino... a quel punto lui parlò... «usiamo un’altra procedura... usiamo una procedura chirurgica» ((desolazione))... che era una procedura che dopo feci altre quattro volte... ((cambiamento di voce)) bene... sono rimasto in ospedale per quindici giorni e feci la procedura quattro volte... ((sconsolante)) e qualche tempo dopo tornava... ((voce molto bassa)) e... in questo tempo abbiamo fatto vari esami del sangue... vari esami per trovare una causa fisica per tutto questo... e nessuno di quegli esami giunse a una conclusione... NON c’è nessun tipo di anemia che può provocare questo ((disperazione))... – non ce n’è nessuna ( )... – e niente fu riscontrato... allora – tipo – proposero che era a causa dell’ansia... una causa psicologica... o qualcosa in questo senso... ((lacrimando))... è... bene... ora sto mezzo perso... in quello che è più importante dire... ((amarezza)) (...) bene... là nell’ospedale stavo come se tutto fosse un’enorme barzelletta... ((sorriso)) è... il personale mi chiamava e diceva... «quello è un affare duro... vedi» ((risata))... è... mia amica – tipo –... ho una mia amica che mi disse... «torni a casa venerdì?»... «ah:... io sto all’ospedale»... cioè... – tipo – «che succede?»... «ah:.. mi sono svegliato con un’erezione – tipo – e non è finita... sto qui da cinque giorni...» lei... – tipo – pensando così... «SMETTI di prendermi in giro... – dai –... sto venendo lì e poi ci organizziamo per uscire»... cioè è stato una cosa del genere... mezzo spaventoso... ((tristezza)) che all’inizio non ne sapevo molto... e dopo stava passando... ((traversia)) (...) bene... stavo cominciando a frequentare una ragazza che già conoscevo... che era mia amica... – ci stavo abbastanza –... mi stava piacendo abbastanza... e le cose... – non so come funzionano nella mia testa –... – se io –... se un po’ di questa mia ansia era a causa sua o no... ma... alla fine... penso che in questo giorno 12... sono corso indietro per mandare... – il giorno prima... no... lunedì –... sono corso indietro per mandare un cesto con la colazione 2 per lei... perché lei abitava in una città e io stavo in un’altra... allora... lei stava sempre dalla mia parte lei mi stava ((angustia))... accompagnando sempre... ((tosse)) cercavamo di consolidare la parola frequentazione 1 In Brasile il giorno degli innamorati, da noi S.Valentino, si festeggia il 12 giugno. 2 È un cesto con all’interno vari prodotti alimentari. in questa epoca... bene... ma queste cose non sono molto chiare nella mia testa proprio no... ((disillusione)) 23. Priapo, nella mitologia greca, è il dio della fertilità. Considerato come il protettore del gregge e dei prodotti orticoli, e da sempre ritratto come un uomo con un grande fallo. Secondo alcuni studi, il mito sul grande pene di Priapo può essere spiegato partendo dalla sua genealogia. Priapo, a volte, viene presentato come il figlio di Afrodite e Zeus. Zeus, secondo questa variante, si sarebbe invaghito di Afrodite ingravidandola. Spunta Era, la guardiana implacabile degli amori legittimi che, presa dalla grande gelosia di Afrodite e temendo (o invidiando) che la stabilità degli immortali si sconvolgesse davanti alla nascita di un nuovo dio, nato con l’incredibile bellezza della madre e con il maestoso potere del padre. Così, ingelosita, Era avrebbe dato un pugno sul ventre della rivale, facendo in modo che il piccolo Priapo nascesse con una deformazione al pene totalmente sproporzionato rispetto al suo corpo. Afrodite, allora, molto timorosa che lei e suo figlio fossero ridicolizzati e disprezzati dagli altri dei, decide di abbandonare Priapo nei campi. Il bambino fragilizzato viene ritrovato da dei pastori che si occupano di allevarlo (Grimal, 1993). Tuttavia, nonostante l’esser nato con un attributo enorme, invidiato e desiderato da tutti, si crede che, a causa di quel pugno, il fallo non fosse funzionante. Un’altra possibilità è che questa impotenza fosse causa di un castigo, una punizione degli dei agli uomini. Così, per liberarsi da questo terribile e abominevole male, si cominciò il culto agli dei del fallo attraverso la festa pagana delle Falloforie. Il Priapismo «è una complicazione, relativamente frequente, della malattia falciforme» (anemia falciforme) (Vicari, 2007, p. 275). Consiste in un erezione peniana prolungata e dolorosa non necessariamente accompagnata dal desiderio o dallo stimolo sessuale, che solitamente persiste per più di quattro ore. Una conseguenza abbastanza comune, dovuta al trattamento inadeguato, è la disfunzione erettile o l’impotenza permanente. Il trattamento principale per questa complicazione non è stato ancora stabilito. Però, in caso di mancanza di rimedi tradizionali e medicamentosi, l’intervento chirurgico è necessario. Questa malattia fu inizialmente descritta da Diggs nel 1934 (Vicari, 2007). (In letteratura: Petronio, Ovidio, Rousseau, Platone, Poe, Montaigne, Dostoevskij, Lezama Lima4, Bartleby5, Bernardo Guimarães6, il Mal di Secolo francese7, Hemingway, Joyce, Borges, Agostinho8, Drummond, Pessoa, João do Rio9, Bartleby, Ziraldo10). 3. Ave, salve, viva, ó grande bastardo de Apolo Amante impotente e fogoso das nove musas e das graças Funicular do Olimpo até nós e de nós ao Olimpo11 3 BRANDÃO, Junito. Dicionário mítico-etimológico. Mitologia e religião romana. Brasília/Petrópolis: Ed. UnB/ Vozes, 1993; GRIMAL, P. Dicionário da mitologia grega e romana. Tradução de Victor Jabouille. 2a ed. Rio de Janeiro: DIFEL, 1993; OVID. “Amores”. In: The Love Poems. Oxford: Oxford University Press, 1999; RICHLIN, Am y . The Garden of Priapus. Oxford: Oxford University Press, 1992; VICARI, Perla. “Priapismo na doença falciforme”. Revista Brasileira de Hematologia. Número 29, edição 3. págs. 275-278, 2007; VIRGÍLIO. Bucólicas. Tradução e notas de Odorico Mendes. Cotia, SP: Ateliê Editorial; Campinas: Editora da Unicamp, 2008. 4 José Lezama Lima, poeta, scrittore cubano, considerato una delle figure più influenti della letteratura del suo paese. La sua opera Paradiso (Einaudi), «ha concentrato ideali letterari e sensibilità personale, ricordi e visioni, realismo ed erotismo». DaCesare Segre, «Corriere della Sera», 26 luglio 1995, p. 21. 5 Racconto di Herman Melville. 6 Bernardo Guimarães, autore di A Escrava Isaura (La schiava Isaura). 7 Sentimentalismo. 8 Sant’Agostino d’Ippona. 9 João do Rio, (pseudonimo di João Paulo Emílio Cristóvão dos Santos Coelho Barreto), giornalista cronista e critico teatrale, scrisse l’opera As Religiões no Rio 10 Ziraldo Alves Pinto, pittore, giornalista, scrittore, caricaturista brasiliano, creatore di personaggi infantili famosi, come il Menino Maluquinho. 11 Da Saudação a Walt Whitman. Fernando Pessoa (Trad: Ave, salve, viva, oh gran bastardo di Apollo Amante impotente e focoso delle nove muse e delle grazie, Funicolare dall'Olimpo a noi e da noi all'Olimpo) Ontem Até hoje perplexo ante o que murchou e não eram pétalas. De como este banco não reteve forma, cor ou lembrança. Nem esta árvore balança o galho que balançava. Tudo foi breve e definitivo. Eis está gravado não no ar, em mim, que por minha vez escrevo, dissipo.12 Carlos Drummond de Andrade (Trad: Ieri Fino ad oggi perplesso davanti a ciò che è appassito e non erano petali. Di come questa panca non ha mantenuto colore o ricordo. Né questo albero oscilla il ramo che oscillava. Tutto fu breve e definitivo. Qui è registrato in aria, in me, che a mia volta, scrivo, dissipo.) Jamais je n’oublierai cette nuit. Jamais je n’oublierai cela, même si j’étais condamné à vivre aussi longtemps que Dieu lui-même. Jamais13. Quella notte. Quella notte in cui mi svegliai verso una nuova vita non sarà mai dimenticata. In quella notte in cui ho dovuto reimparare nuove possibilità di piacere e dolore sempre sarà ricreata, rivissuta, risignificata in me. In tutti i miei momenti, creazioni, riflessioni. Rivivo il momento in cui sono stato realmente capace di comprendere la sofferenza e il dolore, fino ad allora presente solamente sulla lingua degli altri. In quel giorno mi svegliai uomo e andai a dormire, giorni dopo, nell’incerta perplessità di quello che sarei stato. Era il 12 giugno, Giorno degli Innamorati, e mi risvegliai eretto, sicuro di me e pronto a dare piacere; ma andai a dormire certo che questo piacere si sarebbe trasformato in tortura. Tutta la mia disgrazia, fino ad allora, era stata la disgrazia degli altri – memoria ereditata dalle parole e dalle storie che altri mi raccontavano, soprattutto dai ricordi di mio nonno. Leggevo, ricercavo e ascoltavo le innumerevoli tragedie del mio popolo, ma capisco che non ero capace di comprendere niente di questa agonia (immaginavo appena). Ora, in questo momento in cui il Sublime non mi abbandona, il dolore, che in quell’istante cominciava appena, si era tradotta in eruzione vivace sul mio corpo, sul mio fallo, trasformandomi in qualcosa di impotente. 12Da A Rosa do Povo. 13 Da La Notte, romanzo autobiografico di Eliezer Wiesel, scrittore statunitense di cultura ebraica e di lingua francese che racconta le esperienze di giovane ebreo ortodosso deportato nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald negli anni 1944-1945. Io non ero un uomo qualsiasi: voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici 14, ma ero un uomo lo stesso? Non so. Oggi non ho più ricordo di ciò che ero, di come ero, e di come affrontavo il mio stesso corpo. Quell’uomo che faceva poesia sul corpo delle donne sarebbe diventato lo stesso uomo che non è in grado di concretizzare poesia barbara dopo quella notte? Mi sarei trasformato o mi sarei riscoperto? E il mio io futuro, come affronterà questo problema? Con amore, humour, letteratura o dolore? È strano: nonostante sia me stesso, non riesco a vedermi in quel passato né in uno dei vari e possibili futuri. Io stavo lì, il mio corpo stava esplodendo. Ricreando miti e storie che mai mi piacerebbe fossero tatuate sulla mia carne. Sul mio stesso fallo. Fino ad allora, non avevo mai sentito niente su Priapo e sul priapismo. Mi ricordo, spinto dal dolore del mio membro palpitante, di aver cercato su Internet quello che mi stava accadendo. Ero molto spaventato e cercavo una soluzione immediata al problema. Non prestai molta attenzione alle possibili conseguenze di questo. O, pensandoci bene, posso sì, aver letto le terribili conseguenze che mi aspettavano e, disperato, imbattutomi sull’impotenza, devo aver corso disperatamente all’ospedale. Confesso però di essere arrivato all’ospedale di buon umore. A chi mai piacerebbe avere un’erezione eterna? Un’erezione compromessa con altro, con il momento, con gli odori (contro i quali tanto abbiamo lottato per liberarcene), con l’ubriacatura e con l’ansia di avere e dare piacere? Mi sarei trasformato nella rappresentazione contemporanea di Priapo? Il responsabile della fertilità dei campi e degli animali? Questa forza fertilizzante della natura che viene sempre rappresentata da un fallo gigante? Che aveva sedotto i poeti e li aveva fatti comporre epigrammi a elogio di questa falloziosa benedizione? Versi che provocavano le donne che prima li ripudiavano? Tutta la letteratura e la poesia, così come la lettura e lo studio della sofferenza altrui, non sarebbero altro che un atto d’impotenza? Non so nulla, diffido, ricreo, ma mi ricordo di arrivare alla clinica ridendo, per esser stato motivo di scherno da parte di medici e infermieri malinformati. Ma, the secret source of humor itself is not joy but sorrow. There is no humor in heaven15. Ero pronto, eretto, entrando alle porte dell’Inferno, e abbandonando tutta la mia speranza già all’arrivo. L’entrata nei portoni, mi avrebbe fatto diventare, forse, tanto nobile quanto mio nonno e la storia del suo popolo. Il primo medico, ridicolo, non capiva molto di cosa mi stava succedendo. Immaginò che fossi un drogato, un disperso, un anemico, o qualcosa di questo tipo. Guarda là, questa prima impressione mi ha sempre spaventato. Mio nonno mi raccontava della sua fortuna nell’essere indirizzato verso la fila del “pollice in alto”. Ora vedo che l’ignoranza del primo medico può essere costata al mio corpo. Non ho sopportato la mia selezione. Rimedi conservatori e medicamenti potevano essere assunti prima di interventi dolorosi e ripetuti dei quali fui cavia. Sono stati i cinque giorni di maggiore angustia della mia vita. Esperimenti, speculazioni, interventi. Questi quindici giorni si trasformarono nel mio castigo, nella mia damnation, nell’implacabile vendetta di Era. Nell’impersonificazione di questo ricordo traumatico ereditato da mio nonno. Nella comprensione e edificazione del mio io. Ma io sono l’unico. E non sono il solo. Sono diventato qualcosa che già altri erano. Letteratura. Per Sant’Agostino16 la «grande caduta» adamica avrebbe causato il «dolore della lussuria». Adamo, aveva solamente erezioni controllate quando viveva nell’Eden. Dopo aver violato le regole di Dio, il nostro stesso corpo ci avrebbe poi disobbedito: «a volte, il desiderio ci controlla senza essere invitato. Già in altri momenti abbandona l’amante e, nonostante si bruci dal desiderio, il corpo diventa frigido». L’ «autonomia del pene» era una disgrazia che l’umanità doveva combattere. Concordo. Rousseau, nelle Confessioni, rivelò la sua impotenza in forma poetica e letteraria: «di colpo, anziché fiamme che mi divorassero il corpo, avvertii un gelo mortale serpeggiare nelle mie 14 Citazione da Primo Levi riportata in francese nel testo: vous qui vivez en toute quiétude bien au chaud dans vos maisons, vous que trouvez le soir en rentrant la table mise et des visages amis. 15 Citazione da Mark Twain. 16Sant’Agostino d’Ippona. vene, le gambe mi tremano, e sul punto di sentirmi male, mi siedo e piango come un bambino». Platone si lagnava di non riuscire a controllare il suo povero Platino: «disobbediente e testardo, come una creatura mancante di ragione». Montaigne reclamava la ribellione del suo petit: «C'è da notare la licenza e la disobbedienza di quel membro, che inopportunamente viene meno quando ne abbiamo più bisogno»17. Il mio caso, molto più importante della storia degli atri, sarebbe accaduto per stregoneria, ansia, incomprensione, somatizzazione o per cosa? So che ho amato molto la ragazza in quella fatidica notte. Amavo anche chi ero. E non ero decisamente poeta di parole, ma di azioni. Mi ricordo che vivevo ansioso di amare. Voglia di concretizzare l’atto con quella mia innamorata. La gente giocava d’amore, ma, tanto lei quanto io, ancora eravamo bloccati. E quel 12 di giugno sarebbe stato il giorno speciale. Il giorno dell’incontro tra i nostri corpi e le nostre anime. Non sapevo come farlo. Mi svegliai ansioso e pronto. Anche troppo. E ho dormito, giorni dopo, metamorfizzato. Impotente. Disarmato. Avevo ricreato in me il mal du siècle? Ho scrutato in cerca di similitudini. Per cosa? Perché la vita è così, e come lei è meramente immaginata. Invenzioni. Armance, di Stendhal, narrava le disavventure e lo scomodo “segreto” del melanconico Octave de Malivert. Forse il grande problema di Octave sarebbe in realtà la sua impotenza di fronte alla cugina, Armance Zohilloff, della quale il giovane si innamora. Il mio caso? Lui riusciva ad avere relazioni con prostitute, ma non con l’idolatrata Armance. Io no. Anche in De l’amour, Stendhal raccontava discretamente alcuni dei suoi fiaschi: «Tout l’empire amoureux est rempli d’histoires tragiques. (…) Nous avions tous fait fiasco la première fois avec nos maitresses le plus célèbre». Eccesso d’amore, pensare all’amante morta in guerra, il nervosismo della prima volta, tutto contribuiva alla celebre impotenza francese. Flaubert, nel classico Educazione Sessuale, ha raccontato la più bella storia sull’impotenza. Baudelaire, vivendo una profonda malinconia e spleen, venerava l’arte e incentivava l’amore non realizzato. «Plus l’homme cultive les arts, moins il bande. Il se fait un divorce de plus en plus sensible entre l’esprit et la brute. La brute seule bande bien, et la fouterie est le lyrisme du peuple»18. Mi sto trasformando in un poeta caduco dopo quella notte? Già Verlaine vincolava la decadenza all’impotenza e è arrivato a discutere la questione dell’omosessualità e del sadismo come responsabili dell’impotenza in amore. Chauteaubriand, Musset e anche altri seguirono questa linea. Mi ero trasmutato in un francese collaborazionista del male, e del mal du siècle? Non volevo, ma era questa la sofferenza che mi legava a mio nonno? I nostri corpi sarebbero stati finalmente uniti e tatuati dal dolore. E io dovevo, e devo, seguitare a vivere e a scrivere. Ma il tempo passa, la barbarie torna e la volontà di potere risorge. Anni dopo quella notte, dalla mia paura, dal mio panico per il futuro, ho ottenuto an approximate erection. (Sono diventato un quasi-uomo o un vero scrittore?) Sì. Trovo che la mia volontà, la mia determinazione e la mia fede nella scienza, mi hanno permesso di uscire da quei portoni che mio nonno non è mai riuscito a lasciare. Sono diventato Leopold Bloom, con la sua approximate erection: a solicitous adversion: a gradual elevation: a tentative revelation: a silent contemplation19, risignificata desiderio/mancanza, volontà/debolezza, erezione/impotenza, storia/memoria. Mi sono reinventato. Ho ricreato la mia storia, il mio trauma, le mie invenzioni. Ho vissuto e vivo nel mondo letterario e tragico della propria realtà presente del corpo. A silent contemplation: a tentative velation: a gradual abasement: a solicitous aversion: a proximate erection 20. E vivo immerso nelle testimonianze e nella memoria del mio popolo, di mio nonno, del mio stesso dolore reinventato. Priapo. Impotenza. Innocenza. 17Da I Saggi, p. 21. 18 Charles Baudelaire, Mon Coeur Mis à Nu. 19 Dall’Ulisse di Joyce. 20Ibidem.