Gazzetta N. 7 07-12-15
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Gazzetta N. 7 07-12-15
[email protected] Redazione di Torino: c/o Villa San Giuseppe, corso G. Lanza, 3 Tutto il bianco Lunedì 07 Dicembre 2015 Anno X, numero 07 della Villa TORNEO BIRRA MORETTI LO SPECCHIO DEI TEMPI UNA NOTTE… ALTERNATIVA Sono da poco passate le 23:30 quando due ragazzi stanno percorrendo via Villa della Regina per rientrare in collegio. A metà strada si avvicina loro una Seicento rossa e il conducente dice: “Vi serve un passaggio?”. I due rispondono: “No Fratello, grazie, tanto cinque minuti e rientriamo”. Il Capo replica: “Voi stasera non tornate in Villa! Chiuderò ogni ingresso!”. E fa proprio così, appena arriva spranga ogni possibilità di accesso. Così i due quando tornano trovano tutto chiuso, non sanno dove andare e hanno la brillante idea di chiedere ad un taxista di portarli in un ostello economico dove passare la notte. Per questioni ancora non chiare, finiscono in un motel ad ore per prostitute. Rompi Villico Punirne uno per educarne cento; Colpire nel mucchio genera risentimento. Prima un convitto, ora un convento. E. Brezza A. Toso Pag. 1 Lunedì 07 Dicembre 2015 - La Gazzetta della Villa Birra Moretti: i protagonisti Fecchi , (Juventus)→ Il Narcisista “Nella prima partita ho provato ad imprimere il mio gioco ma dopo pochi minuti mi sono reso conto del futuro esito della partita e ho preferito risparmiare energie per la partita contro il Torino. Nella seconda partita siamo partiti molto bene: ho segnato subito un gol di buona fattura, ma anche in questo caso i minuti passavano e gli attacchi dei granata si facevano più insistenti. Quando Gaudenzi ha chiuso la partita, sul 3 a 1, ho iniziato a giocare male per mancanza di stimoli, ma soprattutto ho mollato perché le condizioni del campo erano pessime e non ho voluto rischiare l’infortunio che mi avrebbe portato a fallire l’obiettivo sportivo primario: il successo con Economia dopo anni di sconfitte immeritate. Più di tutti mi ha impressionato il mio capitano Stante: lo definirei un gerarca.” Gaudenzi (Torino)→ Il Critico “L’Inter è stata una squadra molto ordinata, che ha prediletto il gioco di squadra piuttosto che la giocata dei singoli: ha segnato molto e palleggiato molto, in una maniera che mi ha ricordato il Barcellona. Il Torino nella partita finale non è sceso in campo, ma si è accontentato del secondo posto, aspettando con ansia la birra del dopopartita. La Juventus, invece, ha puntato su Stante. Mi ha impressionato la sua duttilità: è stato prima in panchina, poi in porta, e per finire in attacco. Purtroppo però la sua ignoranza mi è sembrata indirettamente proporzionale alle sue qualità calcistiche e ciò deve aver fatto la differenza in negativo.” Mellino (Inter) → Lo Sportivo “Nella prima partita il capitano rivale (Stante, n.d.r.) non è riuscito a prendere in mano la squadra, forse per la poca esperienza. Fecchi e Palamara sono stati i più temibili, dal momento che hanno fatto gioco e creato svariate occasioni da rete. Rubino invece non ha avuto la possibilità di incidere per il troppo tempo trascorso in panchina. Nella seconda partita, nonostante il tasso tecnico un po’ più basso, gli avversari hanno cercato di fare ciò che potevano. Sono risultate belle azioni da parte di tutti i giocatori, specialmente Carli e Zolfo, che ha trovato più volte la rete. Il risultato finale era prevedibile, ma è stata dura.” M. Cuozzo Scienza in pillole HIV: sapere è potere! Martedì scorso, 01 dicembre, ha avuto luogo la giornata mondiale contro l’AIDS e, dato che la prevenzione si fonda su una corretta informazione, abbiamo deciso di dare anche noi un piccolo contributo. L’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) è la malattia che si manifesta a seguito dell’infezione da parte del virus HIV, il quale colpisce prevalentemente i macrofagi e i linfociti T: ciò comporta una progressiva debilitazione del sistema immunitario, che non è più in grado di fronteggiare nessun tipo di infezione o trasformazione tumorale. Senza più difese, l’organismo soccombe, ma questa condizione si presenta, anche in assenza di cure, solo dopo mesi o addirittura anni dall’infezione; sebbene i sintomi si presentino così tardivamente, i sieropositivi sono però in grado, fin da subito, di trasmettere il virus. Esso si può contrarre essenzialmente in tre modi: attraverso contatto con sangue infetto, rapporti sessuali (di ogni tipo) non protetti oppure tra madre sieropositiva e figlio tramite l’assunzione di latte materno. Negli ultimi due casi, si può prevenire il contagio, rispettivamente, utilizzando il condom e ricorrendo al latte in polvere. I baci, il contatto cutaneo o l’utilizzo di oggetti comuni (quali posate, bicchieri, asciugamani ecc.) non comportano rischi per le persone sane. In caso si sospetti di essere entrati a contatto con il virus, è doveroso eseguire delle analisi del sangue specifiche (peraltro gratuite!), ad alcune settimane dall’evento sospetto, per accertartare l’infezione e, nel caso, iniziare le cure antiretrovirali: i farmaci di ultima generazione, se assunti precocemente, sebbene non riescano a debellare il virus, permettono di controllarne la replicazione e assicurano un’aspettativa e una qualità di vita pressoché normali. S.Pillon, E. Messina C’era una volta... Il 7 dicembre del 47 avanti Cristo moriva Marco Tullio Cicerone, vittima dei sicari di Marco Antonio, il triumviro che aveva compilato le liste di proscrizione per epurare Roma dai cesaricidi e dagli oppositori politici. Fu un avvocato, filosofo, politico, oratore e scrittore romano, che nell’immaginario comune è diventato quasi il simbolo dell’eloquenza, il simbolo del classicismo e dell’equilibrio romano, i medievali per primi ebbero quasi una venerazione per la sua figura, che venne ripresa come una guida dai nuovi politici ed intellettuali, uno per tutti Brunetto Latini, ma lo stesso Petrarca lo prese a maestro. Cicerone nacque ad Arpino, vicino a Roma, da una famiglia equestre, dopo una brillante carriera, che lo vide contrapporsi ad importanti personaggi, come Verre e sventare colpi di stato, fu questo infatti lo scopo la congiura di Catilina, si trovò invischiato nelle guerre civili, esiliato da Roma, inizialmente volle porsi come il pacificatore, colui che avrebbe riunito tutti gli strati sociali, ma la sua autorità era troppo labile per imporsi, soprattutto non era sostenuto da un esercito, così prima appoggiò Pompeo ed alla caduta di questi si rivolse a Cesare, che si stava dimostrando tollerante verso tutti coloro che tornavano a Roma, dopo aver abbandonato i pompeiani. Morto Cesare, Cicerone decise di schierarsi al fianco di Ottaviano, in cui vedeva un salvatore dei mos maiorum, contro il corrotto Marco Antonio. Tuttavia, una volta formato il triumvirato, Ottaviano non si oppose alla condanna dell’arpinate, che, con le sue “Filippiche”, si era inimicato Antonio. Una volta giustiziato, la sua testa venne esposta nel foro con uno spillo piantato nella lingua, un monito per tutti coloro che si arrischiavano ad opporsi ai triumviri. Rimane una tra le figure più rappresentative di Roma, che illumina con le sue parole e con le sue orazioni tutta la cultura. “Non nobis solum nati sumus.” U. Delmastro Pag. 2 Lunedì 07 Dicembre 2015 - La Gazzetta della Villa L’Onda Potremmo dare per scontato che, conoscendo la Storia , fenomeni drammatici quali il Nazismo non potrebbero più ripetersi, ritenendoci una civiltà moderna; su questa considerazione si basa e si sviluppa “L’Onda”, un romanzo di Todd Strasser, cui segue il film omonimo diretto da Dennis Gansel nel 2008. Un professore, rimanendo colpito dalla sicurezza dei suoi alunni, mette in atto un esperimento sociale per dimostrare loro come il bisogno di appartenere ad un gruppo forte ed unito possa annullare la coscienza individuale e come il senso di sicurezza e di benessere ci renda ciechi. La nascita di una nuova dittatura non è una possibilità così remota; quando uno Stato ottiene il controllo dell’informazione, può ingannare e tenere ignorante la popolazione; la paura ed il bisogno di sicurezza faranno il resto. A. Mandorino Maschera Riflesso distorto. Cubista. Sono io? Sono forse io? Immagine surreale. Ombre vivide, cupe luci, dipinte sul volto. Io, maschera pirandelliana. M. Piombo Il genio più grande Chi annoverereste nella lista dei più grandi artisti musicali della Storia? Bob Dylan? Elvis Presley? Bob Marley? Andate indietro nel tempo: sono esistiti artisti, nel XVII secolo, che ancora oggi vengono ascoltati ed emulati, uno dei quali era famoso già da bambino: il suo nome è Wolfgang Amadeus Mozart (se state pensando che anche Justin Bieber è un bambino famoso nel mondo della musica, scontratevi con l’amara verità: ha 21 anni e le case discografiche producono musica e testi per lui). Ebbene, il Genio austriaco suonava il clavicembalo già a 4 anni, componeva a 5, a 13 iniziò la sua “Tournèe” in Europa, dove la sua fama lo precedeva. Con il suo talento e la sua notorietà avrebbe potuto vivere agiatamente per tutta la vita alle dipendenze dell’Arcivescovo di Salisburgo, ma il suo carattere testardo e anticonformista lo spinse, ad appena 18 anni, a rifiutare qualsiasi condizione di sudditanza rispetto ad un’associazione religiosa o nobiliare. Si precluse, con questa sua scelta, ogni tipo di lavoro a tempo indeterminato, ovvero tutto ciò a cui ambivano i musicisti dell’epoca: una reddito sicuro proveniente dai nobili, gli unici a potersi permettere la “cultura musicale”. Divenne il primo, vero, libero artista della storia della musica: produsse opere teatrali e altre composizioni in primis per se stesso (o per le ragazze che… conosceva), poi se ci fosse stata possibilità di guadagno, tanto meglio, anche se sperperava gli utili in vino e gioco d’azzardo. Si sposò, ebbe dei figli, continuò a produrre opere straordinarie e di altissimo livello, condite anche di critica contro la borghesia (come ne Le Nozze di Figaro). Purtroppo la sua carriera si interruppe già a 35 anni. Morì il 5 dicembre del 1691 a causa di quella che fu definita da medici dell’epoca “febbre miliare”. La sua ultima opera, sebbene incompiuta, fu il Requiem, che gli fu richiesto da un committente anonimo, presentatosi di notte e col volto coperto, ordinando che l’opera venisse completata in quattro settimane. Mozart tentò di scoprire l’identità del committente, senza riuscirci: già malato, iniziò a pensare che fosse un emissario dell’aldilà e che il Requiem lo stesse scrivendo per se stesso, perciò procrastinava il lavoro. Ne abbiamo un esempio nel Lacrimosa, il passaggio più triste e drammatico del Requiem, che attraverso le note ascendenti del coro sembra simuli un pianto strozzato, un singhiozzo: le ultime parole in assoluto scritte da Mozart per quest’opera appartengono proprio a questo brano e recitano “Judicandus homo reus”. Che si sia riconosciuto? Morì poco dopo la scadenza della commissione, con l’opera ancora incompiuta (fu completata in seguito da un suo allievo, poiché Mozart era solito comporre l’opera scrivendo inizialmente i temi e le armonie principali), che sarebbe forse divenuta la più emozionante mai composta. D. Carli In Città ... In giro per To... - Matisse e il suo tempo Curata da Cécile Debray (conservatore presso il Musée national d’art moderne-Centre Pompidou) la mostra “Matisse e il suo tempo”, dal 12 dicembre al 15 maggio 2016 a Palazzo Chiablese, per mezzo di confronti visivi rende possibile cogliere non solo le sottili influenze reciproche o le fonti comuni di ispirazione tra le opere di Matisse e quelle di artisti suoi contemporanei, ma anche una sorta di “spirito del tempo”, che unisce Matisse e gli altri artisti e che coinvolge momenti finora poco studiati, come il modernismo degli anni Quaranta e Cinquanta. In totale si parla di ben cinquanta opere dello stesso Matisse, ed ulteriori capolavori (ben quarantasette) di Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Mirò, Derain... Il percorso espositivo sarà articolato in ben dieci sezioni, organizzate secondo un percorso cronologico, che permetterà di scoprire un Matisse dagli esordi fino ai suoi ultimi momenti, senza però dimenticare i suoi amici e le figure che incontrò durante la sua brillante carriera di artista. G. Barbieri Pag. 3 Lunedì 07 Dicembre 2015 - La Gazzetta della Villa Il cantastorie di palestina Questa settimana vi voglio proporre un tema di scottante attualità: la perdita di beni culturali in ogni parte del mondo. In questo caso il pezzo di cultura messo in discussione si trova a Gerusalemme. Si tratta del Al Hakawati ovvero il cantastorie, il Teatro Nazionale Palestinese. Secondo AnsaMed due settimane fa la Corte dei Conti israeliana ha sequestrato il conto del teatro e consegnato la notifica sul sequestro dell’edificio. Solo la settimana scorsa, secondo la versione del Teatro, è stata ricevuta una chiamata per confermare la volontà di confisca del teatro. Il Teatro, nato nel 1984, è stato riconosciuto internazionalmente per le sue prestazioni e le sue attività formative per i giovani attori nel cuore di Gerusalemme sul confine tra la Palestina e Israele. Al Kawati riceve finanziamenti principalmente da sostenitori esteri e collabora con gruppi provenienti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Nell’intervista rilasciata ad arabpress.eu Amer Khalil afferma: “Siamo l’unico teatro professionale a Gerusalemme Est”. Aveva già subito ben 35 chiusure stando al management del Teatro, per esempio in occasione di “Gerusalemme, città araba della cultura 2009” in cui la polizia israeliana intervenne per bloccare l’evento. Questo secondo Abir Kopty, blogger palestinese che frequenta l’Università di Berlino, è la dimostrazione di quanto sia povero il finanziamento alla politica palestinese e quanto sia fruttuoso attuare un colonialismo in Israele se chi lo finanzia sono i coloni stessi. Grazie all’intervento del direttore e regista Amer Khalil che ha subito lanciato una raccolta fondi e di Abir si è creata una catena di condivisione che ha generato un crowdfunding in favore del Teatro. Come sostiene il blogger bisogna però stare attenti: questa non è che una soluzione temporanea a cui bisogna pensare di porre rimedio efficacemente. E. Arecco TROVA LE DIFFERENZE A. Toso La Gazzetta della Villa Testata di proprietà de “La Gazzetta della Villa s.r.l.” - Corso G. Lanza, 3 - 10131 Torino Tipografia da “Olimpia” Presidente: P. Zolfo Direttore: G. Della Sala Capo Redazione: C. Arata Impaginazione & Grafica: G. Careglio, M. Cova Pubblicitari: VSG Video Foto: VSG Photò Rompi... Villico: E. Brezza In giro per TO: G. Barbieri Trova le differenze: A. Toso Scienza in pillole: S. Pillon, E. Messina Lo specchio dei tempi: A. Toso Redazione: E. Arecco, U. Delmastro, D. Carli, M. Piombo, A. Mandorino, M. Cuozzo Pag. 4