VÄtâw|É XáÑÉá|àÉ - Provincia di Campobasso

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VÄtâw|É XáÑÉá|àÉ - Provincia di Campobasso
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… “chi è solo bello, resta bello all’occhio.
Ma chi ha valore sarà bello sempre” …
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ÂctáÖâtÄx TÄu|ÇÉÊ w| VtÅÑÉutááÉA
Saffo pura, dal dolce sorriso, dai capelli di viola …
Alceo “Frammenti”
faffo.
Cenni biografici.
Saffo (Σαπφώ in greco), poetessa greca nacque ad Ereso nell’ isola di
Lesbo intorno al 620/650 a.c. e quivi vi morì intorno al 550/580 a.c.
Poche sono le notizie certe sulla sua vita. Visse gran parte della sua
esistenza a Mitilene, principale città dell’ isola.
Della sua famiglia ci sono giunte solo notizie frammentarie. Sappiamo
quasi certamente che Saffo provenisse da una famiglia nobile di Lesbo,
in quanto uno dei fratelli, un certo Larico, svolgeva la funzione di
coppiere nel Pritaneo di Mitilene, un lavoro riservato soltanto ai giovani
di nascita nobile e di bell’aspetto. In giovane età si sposò con un certo
Cercilias, un uomo ricchissimo originario dell’ isola di Andros, da cui
ebbe una figlia di nome Cleis.
Ci è pervenuto solo un dato certo della sua vita. Tra il 603 e il 595 a.c.
attesta che Saffo fu costretta ad andare in esilio in Sicilia per cause
politiche.
L’attività di Saffo era quella di educare in un “tiaso” cioè una
comunità/collegio, giovani fanciulle nobili, a lezioni di danza, musica,
canto e poesia. Al centro di queste attività c’era il culto di Afrodite la
loro musa ispiratrice per eccellenza. Grazie ad Afrodite, la poetessa
Saffo gli dedicò gran parte delle sue rime confidandole in una sorte di
preghiera, le sue delusioni d’amore. Purtroppo nel corso dei secoli la
maggior parte dei suoi scritti sono andati perduti. Ci sono pervenuti più
di 200 frammenti. Alcuni sono completi.
Altri invece sono solo brevi frammenti e pensieri tutto ora ancora da
decifrare. La maggior parte delle sue poesie si concentrano
maggiormente sul tema dell’amore.
L’ amore, per Saffo, è un insieme di memorie, ricordi ed esperienze
passate che hanno spinto alla poetessa di impugnare la penna e
scrivere ciò che l’amore gli ha comunicato.
Secondo la leggenda, la poetessa Saffo, non corrisposta del suo amore
per il barcaiolo Faone a causa della sua giovane età, si sarebbe gettata
dalla bianca rupe di Leucade (leukòs significa “bianco”) in Acarnania,
dove vi sorgeva un santuario dedicato in onore del dio Apollo. Recenti
studi confermano che Saffo non si sarebbe suicidata.
Il suo presunto amore per il giovane Faone non è altro che una
invenzione da parte della poetessa Saffo. Questo lo dimostra in una
delle sue rime più famose dove la poetessa dedica per occasioni rituali,
una poesia in onore di Adone e non a Faone.
La leggenda del suo suicidio è stato oggetto di interpretazione di famose
opere pittoriche. E non solo.
Giacomo Leopardi, nell’”Ultimo canto di Saffo” (1822), descrive
l’angoscia della poetessa che a causa del suo corpo deforme e brutto e
di un amore non condiviso con il bel Faone, disperata si getta dalla
rupe di Léucade.
La data della morte di Saffo purtroppo è ancora sconosciuta.
Una conferma è certa che essa raggiunse probabilmente una età molto
avanzata.
Qui vi riportiamo una parte delle sue poesie più celebri che hanno reso
la figura di Saffo, la poetessa per eccellenza.
Claudio Esposito
“Virtù non luce in disadorno ammanto”
(“Ultimo canto di Saffo” di Giacomo Leopardi).
Bibliografia scelta.
Saffo, “Poesie”, traduzione e cura di Ilaria Dagnini, premessa di
Roberto Pazzi, Grandi Tascabili Economici Newton Poesia,
Roma 2010.
Saffo, “Più oro dell’oro”, traduzione e cura di Rosita Copioli,
prefazione di Giuseppe Conte, Edizioni Medusa, Milano 2006.
Saffo, “Liriche e frammenti”, traduzioni di Salvatore Quasimodo e
Ezio Savino, cura di Ezio Savino, testo originale a fronte, I Classici
Universale Economica Feltrinelli, Milano 2008.
Saffo, “Frammenti d’amore”, a cura di Vincenzo Di Benedetto e
Franco Ferrari, Biblioteca Universale Rizzoli, I classici blu,
Milano 2005.
Giulio Guidorizzi, “Il mondo letterario greco”, Storia civiltà testi, L’età
arcaica, vol. I, Einaudi scuola, Milano 2000.
Alfio Siracusano, “Saffo. La dolce eresia di Eros”, Barbera Editore,
Lavis-Trento 2008.
Leopardi, “Canti”, a cura di Lucio Felici, Grandi Tascabili Economici
Newton Poesia, Roma 2010.
Poesia, “Saffo”, frammenti, a cura di Rossi M., Giunti Demetra
(Collana Acquerelli poesia), Firenze-Milano 2000.
Salvatore Quasimodo, “Lirici greci”, a cura di Niva Lorenzini e con tre
scritti di Luciano Anceschi, testo originale a fronte, Oscar classici
moderni, Mondadori, Milano 2004.
G. Aurelio Privitera – Roberto Pretagostini, “Storia e forme della
letteratura greca”, Età arcaica ed età classica, vol. I, Einaudi scuola,
Milano 1997.
Raffaele Cantarella, “Storia della letteratura greca”,
Nuova Accademia Editrice, Milano 1962.
cÉxá|x
fimile a un dio mi sembra quell’ uomo
che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza
e con incanto sorridi. E questo
fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
Se appena ti vedo, subito non posso
più parlare:
la lingua si spezza: un fuoco
leggero sotto la pelle mi corre:
nulla vedo con gli occhi e le orecchie
mi rombano:
un sudore freddo mi pervade: un tremore
tutta mi scuote: sono più verde
dell'erba; e poco lontana mi sento
dall'essere morta.
Ma tutto si può sopportare …
‹‹‹‹‹‹‹‹‹‹
‹‹‹‹‹‹‹‹‹‹
_e stelle intorno alla luna bella
nascondono di nuovo l'aspetto luminoso,
quando essa, piena, di più risplende
sulla terra …
…………………
`a tu morta giacerai, e nessun ricordo di te
ci sarà, neppure in futuro: tu non partecipi delle
rose
della Pieria. E di qui volata via, anche nella casa
di Ade, invisibile ti aggirerai con i morti
oscuri …
gramontata è la luna e le Pleiadi:
a mezzo è la notte: il tempo trascorre;
e io dormo sola.
… “ma non è facile ottenere …
ma invocare” …
X non vi era danza
né sacra festa...
da cui noi fossimo assenti
né bosco sacro...
Vome la mela dolce rosseggia sull'alto del ramo,
alta sul ramo più alto: la scordarono i coglitori.
No, certo non la scordarono: non poterono raggiungerla.
... “se ora ti sfugge, presto ti cercherà,
se non accetta i tuoi doni, lei stessa te ne offrirà,
se non ti ama, presto ti amerà, anche se non volesse” …
……………………
… “ricordate …
perché nella nostra giovinezza
noi questo facevamo” ….
… “perché coloro a cui io voglio bene,
sono proprio quelli che mi fanno il male peggiore,
… ma io ho in me la profonda convinzione” …
_e stelle intorno alla bella luna
celano il volto luminoso quando,
al suo colmo, più risplende sopra la terra … argentea ….
… “io desidero e bramo” …
… … … … “sul mio dolore …
chi mi biasima possano i venti portarselo via” …
… “ai piedi portava,
una calzatura lavorata finemente,
bella opera lidia”.
… “verso di voi, così belle, il mio pensiero non muterà mai”.
Xros ha sconvolto il mio cuore,
come un vento che si abbatte sulle querce sulla montagna.
… “perché chi è bello, non è bello che il tempo di guardarlo,
chi è nobile sarà subito anche bello”.
… “ma io non sono una persona che cova rancore
dentro di sé, perché ho un cuore gentile” …
… “ma, poiché mi sei amico, scegliti una compagna più giovane,
perché io non accetterò, io che sono più vecchia, di vivere con te” …
… “dormendo sul petto di una delicata compagna” …
… “vorrei dire qualcosa, ma me l’impedisce il pudore …
… se il tuo fosse un desiderio nobile e puro” …
… “e se la tua lingua non andasse masticando parole vergognose,
il pudore non velerebbe i tuoi occhi,
ma parleresti come è giusto”.
… “io dico che qualcuno si ricorderà di noi” …
… “quando il sonno che dura tutta la notte prende i loro occhi” …
… “scintilla di fiori la terra inghirlandata” …
ciena era apparsa la luna,
quando esse si posero intorno all’altare …
… “dall’alto …
qui, da Creta …
sacro, dove è un boschetto incantevole
di meli e vi sono altari che odorano
del fumo dell’ incenso;
l’ acqua mormora fresca tra i rami
dei meli, tutto il luogo è ombreggiato
di rose, e dalle foglie che stormiscono
scende il sopore;
là un prato dove pascolano cavalle è cosparso
di fiori di primavera, le brezze
alitano dolci.
Qui, dea Cipria, prendendo
nei calici d’ oro, con grazia
versando un nettare che si mescola
alla festa”.
… a te così bella; la tua veste
fa sussultare chi la guarda, io ne provo gioia
perché la stessa Cipride una volta …
………………………………
“ Andromeda … … … …
…………………
ti amo, Saffo, e onoro
la regina di Cipro e le Pieridi amabili.
Grande dono a te e a me lei fece.
A quanti la luce delle muse illumina
dovunque gloria arriderà, e oblio
da te anche nell’ Acheronte fuggirà lontano” … … …
iorrei veramente essere morta.
Essa lasciandomi piangendo forte,
mi disse : “quando ci è dato soffrire,
o Saffo: contro mia voglia
io devo abbandonarti”.
“Allontanati felice”, risposi
“ma ricorda che fui di te
sempre amorosa.
Ma se tu dimenticherai
(e tu dimentichi!) io voglio ricordare
i nostri celesti patimenti:
le molte ghirlande di viole e rose
che a me vicina, sul grembo
intrecciasti col timo;
i vezzi di leggiadre corolle
che mi chiudesti intorno
al delicato collo;
e l’ olio da re, forte di fiori,
che la tua mano lisciava
sulla lucida pelle;
e i molti letti
dove alle tenere fanciulle joniche
nasceva amore della tua bellezza.
………………………
Non un canto di coro,
né sacro, né inno nuziale
si levava senza le nostre voci;
…………………………
e non il bosco dove a primavera
il suono … “…
………………………
…………
ioi amate, ragazze, i bei doni delle Muse cinte di viola,
è la vostra ora, prendete la lira melodiosa per il canto,
a me la pelle che era così tenera la vecchiaia ha
devastato e da neri i capelli sono divenuti bianchi,
e greve si è fatto il cuore, e non reggono i ginocchi,
che volavano danzando come cerbiatti;
ora gemo sovente: ma cosa poteri fare?
Non invecchiare per l ‘uomo è impossibile;
così di Titone dicevano che Aurora braccia di rose
salì per amore sulla coppa del sole, portò ai confini della terra
lui, che era bello e giovane, eppure col tempo lo afferrò
la vecchiaia grigia, sebbene avesse la sposa immortale.
… “qualcuno crede
… conceda
ma io amo l’ eleganza e a me
splendore e bellezza ha dato in sorte
l’ amore per il sole” …
…………………
…………………………
… … … “degli dei beati … …
… … … anche questo … …
il dio dolente … …
certo non amasti … …
ora perché … …
ma il motivo né … …
per nulla” … … …
…………………………
croprio sorte pari agli dèi ha per me
quell’ uomo, che ti specchia rapito,
vicino, e la voce soave
ti assorbe
e il riso amoroso: e questo
mi atterrisce dentro il petto il cuore.
Oh, mi basta vederti, e di colpo di voce
non mi resta più nulla,
anzi a me la lingua s’ è franta, rapido
un fuoco sottile corre dentro la carne,
e con gli occhi non vedo più, e le orecchie
rombano,
e il sudore m’ inonda, e mi cattura
tutta il tremore, e sono più verde
dell’ erba, e mi sento di poco lontana
proprio dal morire.
…. … … … … … … … …
Ma tutto si può sopportare, giacché …
anche un poveruomo …
… … … … …. ….. ….
le vergini … …
tutta la notte vegliando … …
la tua bellezza cantavano e della sposa
dal seno color di viola.
Ma tu svegliati ora, ragazzo,
raggiungi i tuoi coetanei. Ché un sonno
come d’ uccello dalla voce acuta
veder vogliamo.
Yorse in Sardi
spesso con la memoria qui ritorna
nel tempo che fu nostro: quando
eri Afrodite per lei e al tuo canto
moltissimo godeva.
Ora fra le donne Lidie spicca
come, calato il sole,
la luna dai raggi rosa
vince tutti gli astri, e la sua luce
modula sull’ acque del mare
e i campi presi d’ erba:
e la rugiada illumina la rosa,
posa sul gracile timo e il trifoglio
simile a fiore.
Solitaria vagando, esita
a volte se pensa ad Attide:
di desiderio l’ anima trasale,
e il cuore è aspro.
E d’ improvviso : “ Venite! ” urla;
e questa voce non ignota
a noi per sillabe risuona
scorrendo sopra il mare.
Vome il giacinto che i pastori pestano
per i monti, e a terra il fiore purpureo
sanguina.
Tfrodite, trono adorno, immortale,
figlia di Zeus, che le reti intessi, ti prego:
l'animo non piegarmi, o signora,
con tormenti e affanni.
Vieni qui: come altre volte,
udendo la mia voce di lontano,
mi esaudisti; e lasciata la casa d'oro
del padre venisti,
aggiogato il carro. Belli e veloci
passeri ti conducevano, intorno alla terra nera,
con battito fitto di ali, dal cielo
attraverso l'aere.
E presto giunsero. Tu, beata,
sorridevi nel tuo volto immortale
e mi chiedevi del mio nuovo soffrire: perché
di nuovo ti invocavo:
cosa mai desideravo che avvenisse
al mio animo folle. "Chi di nuovo devo persuadere
a rispondere al tuo amore? Chi è ingiusto
verso te, Saffo?
Se ora fugge, presto ti inseguirà:
se non accetta doni, te ne offrirà:
se non ti ama, subito ti amerà
pur se non vuole."
Vieni da me anche ora: liberami dagli affanni
angosciosi: colma tutti i desideri dell'animo mio;
e proprio tu sii la mia alleata.
…. … … … … … … …
………………………
………
Vhe cosa brama ancora il tuo folle cuore?
Chi devo, Saffo, ancora persuadere
a darti ricompensa nell'amore?
Chi ti fa soffrire?
Se adesso fugge, poi ti cercherà;
se sdegna i tuoi doni, presto ne farà;
se non ti ama, presto ti amerà,
anche se non vuole ...
`a tu dèstati, avviati
con i tuoi giovani amici,
perché possiamo vedere
un sonno ancora più breve di quello
di un uccello dal canto sonoro.
fei giunta: hai fatto bene: io ti bramavo.
All'animo mio, che brucia di passione,
hai dato refrigerio.
………
… siede …
… ma su, compagne, …
… … … … perché è vicino il giorno.
fignore, lo giuro sulla dea beata:
non più voglio stare sulla terra,
desiderio di morte mi prende,
di vedere le sponde d'Acheronte
fiorite di loto ... …. …
… “simile a una dea, che ben si distingue,
ti (considerava), e godeva molto del tuo canto.
Tra le donne lidie, ora,
ella spicca, come la luna dita di rosa
quando il sole è tramontato
vince tutte le stelle. E la luce si posa
sul mare salato
e sui campi pieni di fiori;
e la rugiada bella è sparsa:
son germogliate le rose e i cerfogli
teneri e il meliloto fiorito.
Aggirandosi spesso, e ricordando
la bella Attis, ella opprime
per il desiderio l'animo sottile.
E andare li” …
…. …. …. …. …. ….
ienite al tempio sacro delle vergini
dove più grato è il bosco e sulle are
fuma l’ incenso.
Qui fresca l’ acqua mormora tra i rami
dei meli: il luogo è all’ ombra di roseti,
dallo stormire delle foglie nasce
profonda quiete.
Qui il prato ove meriggiano i cavalli
è tutto fiori della primavera
e gli aneti vi odorano soavi.
E qui con impeto, dominatrice,
versa Afrodite nelle tazze d’ oro
chiaro vino celeste con la gioia.
… per le mie compagne
ora intonerò questo canto melodioso ……
… perché non è concesso innalzare il lamento funebre
nella casa delle ministre delle Muse … questo a noi
non converrebbe …. … …
… là fu riempito un cratere di ambrosia
Ermes prese un’ anfora e versò il vino agli dei
ed essi tutti stringevano fra le mani grandi coppe
e offrivano una libagione: auguravano allo sposo
tutta la felicità ….
… non mi sembra di toccare il cielo … … … …
……………………
… chè anche tu fanciulla un tempo
fosti e cantare amavi. E adesso ancora
di queste cose parlaci, a noi i tuoi favori
largamente dona.
Perché a nozze andiamo, ed anche questo
bene tu sai. Anzi al più presto
fanciulle invia, e nulla gli dei
abbiano a ridire.
………………………
La via del grande Olimpo all’ uomo
difficile è … … … … … …
………………………
………………………
………………………
_o guardo, il giovane che ti siede accanto:
un dio
mi sembra.
Lui sereno
e tu che parli dolce,
e amabile sorridi.
A me nel petto
il cuore scoppia, tutte le volte.
Ti vedo e
subito ammutolisco.
La lingua a pezzi rotola e fuoco
sottile sento sotto
la pelle e gli occhi
ciechi sono e sorde
rombano le orecchie sudore
freddo scivola addosso
tremore
mi scuote tutta.
Dell’ erba
verde sono più verde.
………………………
A morire
mi manca poco.
………………………
Questo il destino … … … …
………………………
………………………
………………………
………………………
………………………
iienimi accanto Era
veneranda, che bella i re
Atridi invocarono.
Superate prima prove
innumerevoli a Troia
sbarcarono,
ma tornarne
non poterono prima avere
Zeus e il figlio di Tiona
invocato,
come sempre è stato.
Dovrò
fare le stesse cose
per avere
l’ amore di quella bella ragazza?
………………………
fogno, tu che nella notte nera
ti aggiri quando il sonno mi avvolge,
dolce dio, con terribili affanni mi esorti a tenermi
lontana dalla potenza degli dei.
Ma la mia speranza non è di avere parte
delle cose dei beati. Non questo io spero.
Così sciocca non sarei, infatti.
Io solo piccole cose,
e belle,
trastulli desidero.
………………………
………………………
Questo mi tocchi … … … … … … … … …
………………………
………………………
dual è la cosa più bella sulla
terra nera? Una schiera di
cavalieri? Di fanti?
Di navi? Ciò che tu ami,
io dico.
La prova? La più bella
di tutte le donne
lasciò il marito,
nobilissimo lui, Elena
lei. Si mise
in mare e fuggì
a Troia. Credi che alla figlia
abbia pensato?
Ai genitori?
Amava,
e si affidò a Cipride.
………………………
………………………
… … … … … e io a chi
penso ora, se non ad … …
Anattoria? Lontana?
E’ splendido il suo
modo di camminare, lampi
di fuoco nel suo
sguardo.
Altro che
carri di Lidi, o schiere
di fanti in armi.
………………………
………………………
………………………
………………………
………………………
eapita
nello specchio dei tuoi occhi
respiro
il tuo respiro.
E vivo … … …
b mia Gòngila, ti prego:
metti la tunica bianchissima
e vieni a me davanti: intorno a te
vola desiderio d'amore.
Così adorna, fai tremare chi guarda;
e io ne godo, perchè la tua bellezza
rimprovera Afrodite.
aon so dove volgermi: la mia mente si divide in due ... … …
hsignolo amabile voce
messaggero di primavera...
fei giunta, ti desideravo,
hai dato ristoro alla mia anima ardente ... …
…………………………………
Wi ghiaccio divenne il loro cuore e le ali si chiusero.
Vosa c’è
in fondo ai tuoi occhi
dietro il cristallino
oltre l’ apparenza?
Dove il tempo
d’ improvviso
si ferma
e
la mia anima
sulle tue labbra
resta
sospesa?
\ sottili lacci di fumo
che si dipanano dalle tue pupille
disegnano nell’ aria azzurre spirali.
Sfiorando la mia pelle
mi …….
iieni.
Inseguimi tra i cunicoli della mia mente
tastando al buio gli spigoli acuti delle mie paure.
Trovami nell’angolo più …….
Vorrendo
lungo le scale
mi fermai
e voltai la testa.
Lui era lì,
avvolto da una sfera di nebbia,
e intonava in … … …
fe il tarlo che divora la mia ragione
uno spillo acuminato nel cuore
una piuma che solletica il dolore ….
gutto il mio essere ruota
frenetico
attorno ad una solitaria stella danzante
che irradia
la sua sardonica ……
hn Icaro in volo
con ali di sogni.
Un turbine d’aria
sulla faccia …..
nel cuore.
Un tuffo nel cielo
l’abbraccio col ….
fono qui.
Nell’anticamera del Paradiso
vestita di solo desiderio.
Chiudo gli occhi.
Un passo verso di te.
L’Inferno.
Le …….
Tssetata d’amore
sporgo le labbra
verso il tuo calice.
Le gocce d’ambrosia
che lasci cadere … scivolano tra le crepe …….
fono l’aura che avvolge il tuo cuore
quando hai bisogno di calore.
Sono l’acqua scrosciante e pura
che delle tue ……..
………………………
………………………
\l mio cuore
ora
è una lastra di ghiaccio.
Lì dove tu
hai conficcato il tuo vessillo ….
miliardi di piccole crepe ……
………………………
………………………
`i guardi e non comprendi
i tuoi occhi scivolano
sui miei versi
con leggera diffidenza.
Le mie parole si confondo …..
………………………
………………………
\o vorrei, Afrodite coronata d’ oro,
poter ottenere questa sorte … …. ….
… da Cipro …
l’araldo giunse …
Ideo … veloce messagge
e di tutto il resto dell’Asia … la gloria immortale:
“Ettore e i compagni conducono a Tebe sacra, da
Plakia
che scorre eterna, una fanciulla dagli occhi
scintillanti,
la delicata Andromaca, sulle loro navi, sopra il mare
salato:
portano bracciali d’oro in gran numero e vesti di
porpora
profumate, preziosi ornamenti variopinti, vasi
innumerevoli
… … … d’argento e d’avorio.
Così disse; si levò in piedi d’un balzo il padre
amato d’Ettore,
la notizia corse agli amici attraversando la città dai
larghi spazi.
Subito i discendenti di Ilio aggiogavano le mule ai
carri
dalle belle ruote, sopra vi saliva la moltitudine delle
donne
e delle fanciulle … (dalle belle caviglie)
a parte le figlie di Priamo (salivano sui carri)
gli uomini legavano ai cocchi i cavalli
e (tutti) i giovani … …
………………
(Ettore e Andromaca) simili agli dei
… sacro …
…. … … … … … … … … …
…………………………
…. … … … … … … … … …
…………………………
si dirige … verso Ilio
la dolce voce del flauto … si mescola
e lo strepito dei crotali … e insieme le fanciulle
intonavano un canto solenne, alta si levava fino al
cielo
l’eco divina …
per le vie …
i crateri, le coppe …
e la mirra, la cassia e l’ incenso si mescolavano
le donne più anziane levavano un grido di gioia,
con voce alta gli uomini tutti innalzavano un forte
peana
invocando Apollo saettante, dalla lira armoniosa,
celebravano Ettore e Andromaca simili agli dei … …
…. … … … … … … … … …
…………………………
…. … … … … … … … … …
…………………………
…. … … … … … … … … …
…………………………
…. … … … … … … … … …
…………………………
…. … … … … … … … … …
…………………………
…. … … … … … … … … …
…………………………
fcuote amore il mio cuore
come il vento sul monte
si abbatte sulle querce.
Wi me ti sei scordata, e non è me
che tu ami.
E’ un altro.
Tnnego
nel torbido
di immonde fantasie
carezzando il contorno
delle mie malinconie
librata
in un limbo
tra subdole chimere
ripiego le ali
e
mi
lascio
cadere.
\l tempo ... e
la mia età ...
Hanno offerto al mio corpo ...
Mille rughe ...
E l' Eros non ha fretta,
di volare in me ...
e regalarmi ...
il suo "dolore"...
Per gentilezza cantami ...
inni di dolce aroma
di fiori d'amore ...
...................
_' Eros mi paralizza il corpo ...
mi ha sempre impressionata …
questo dolceamaro ...
invincibile serpente ...
mi porta sempre in crisi...
........................
[o avuto dalla vita,
la maggiore ricchezza,
la gioia di essere amata...
E sono sempre convinta
di non essere dimenticata....
Mai ...
.....................
aon si può rompere mai un cuore testardo … … …
iorrei fare a tutti chiaro,
vorrei dire solo questo,
per me la bellezza dell' anima,
e quella del corpo,
sono gioielli del Sole.
Per questo non mi nasconderò
nel mio nido ... mai ...
fino al ultimo istante mio,
ma continuerò
di amare ...
e di essere amata!
Vipri e Nereidi,
concedete che salvo
il fratello qui ritorni
e che quanto nel suo cuore egli desidera si realizzi,
tutto si compia,
e degli errori che ha commesso in passato sia liberato
ed egli sia gioia agli amici
dolore ai nemici,
e più nessuno per noi
sia ragione di amarezza
e voglia che sia reso alla sorella
l’ onore che le è dovuto,
e dell’ angoscia cupa
… da cui un tempo era afflitto … …
…………………
…………………
… … per te, Cleis,
io non ho una fascia variopinta,
dove me la procurerò?
… una fascia;
… ma per chi vive a Mitilene … …
ftella della sera,
che riconduci tutte le creature che l’ Aurora
luminosa ha disperso,
riconduci la capra,
riconduci la pecora,
riconduci il figlio alla madre … … …
gu, o Dice, sulle belle chiome metti ghirlande,
dalle tenere mani intrecciate con steli di aneto,
perché le Càriti felici accolgono
chi si orna di fiori: fuggono chi è senza ghirlande.
_a ricchezza senza il valore è un vicino non innocuo;
ma l’unione di entrambi è il culmine della fortuna.
\o ho una bella figlia che nell’aspetto somiglia a fiori d’oro,
la mia Cleis diletta, in cambio della quale io non darei né tutta la
Lidia né l’incantevole (Lesbo?).
…
… la pelle ormai la vecchiaia (raggrinzisce)
… (e l’ansia) stringe (la mente)
…………………………
… prendendo
… a noi canta
…………………………
dal petto di viole … … … … …
…
Wolce madre, non riesco a far correre la navetta,
vinta dal desiderio di un giovane, per opera di
Afrodite sottile … … … … … … … … …
_a cosa più bella è quel che uno ama.
… … … santa Alba … … …
… … … con che occhi? … … …
… … … mio pensiero fisso, tu …
… … … chiama il bimbo … … …
… quello a sé pare …
… dicono che un giorno Leda trovò un uovo,
color giacinto, ben nascosto …
… … … oh, mio Adone … … …
… doni di dolore …
… miele della voce
perché me, o Pandionide, o Irene, rondine … ?
Claudio Esposito.
Nato a Campobasso il 30 di ottobre 1979.
Nel 1998 si diploma presso il Liceo Artistico Statale
“Giacomo Manzù” di Campobasso.
Dopo gli studi scolastici, ha approfondito e conseguito qualifiche
informatiche con le quali ha collaborato professionalmente con diverse
aziende nel settore per poi, con la sua vena artistica, in una prestigiosa
e affermata azienda della moda italiana.
Da sempre appassionato di arte e di antica letteratura greca, ha
trascritto i versi più coincisi, ove la poetessa Saffo ha racchiuso tutto il
suo verbo.
Ringraziamenti.
Desidero ringraziare la Biblioteca provinciale “Pasquale Albino” di
Campobasso, per la realizzazione dell’opera.
Grazie.