N.L. Marzo 2015
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N.L. Marzo 2015
Anno 7 Numero 0 3 MARZO 2015 Business, Marketing, Management In t r a p r e n d e r e VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA PMI SOMMARIO eBay e l’E-Commerce alimentare per EXPO Pag. 2 La prima camera digitale che stampa e condivide Pag. 3 L’identikit dell’e-shopper italiano Pag.4 L’Angolo Tecnico Pag.5 Il futuro “punto vendita” Pag. 6 Start-up innovative Ammontano a 3179 le start-up innovative attive in Italia al 31 dicembre 2014, in pratica 549 in più rispetto a quelle conteggiate alla fine di settembre. Una cifra notevole che segnala come la penisola sia terreno fertile per lo sviluppo di questa tipologia di imprese, che complessivamente danno vita a un capitale sociale pari a 153 milioni di euro (circa 48 mila euro a impresa), dando lavoro a oltre 2600 addetti. Sono dati che possiamo ricavare attraverso il report diffuso da InfoCamere e relativo al quarto trimestre del 2014. Tra le regioni è la Lombardia a ospitare il maggior numero di start-up innovative (696, 466 solo a Milano), seguita dall’EmiliaRomagna con 360, dal Laz i o c o n 3 0 3 , dal Veneto con 247, dal Piemonte con 229. (MI—Mar 2015) EXPO 2015: oltre gli appalti e la corruzione c’è…... (di Rocco Trisolini) Nel corso degli anni di avvicinamento a EXPO 2015, che da maggio a ottobre si svolgerà a Milano (tanto importante per l’economia del nostro Paese, e non solo) si è messa in atto una diffusione di notizie ed informazioni al riguardo, che ha solo parzialmente delineato la portata di interesse e di influenza dell’evento sulla nostra vita. A ben vedere le n ot i z i e “gossippare” che hanno avuto più risalto sono state quelle relative a “mafia, appalti e corruzione” e che alla fine hanno determinato nella moltitudine della gente la convinzione più populistica e demagogica possibile. Notizie, che sono state diffuse in buona parte dal sistema dell’informazione giornalistica, ma che soprattutto non sono state smentite o meglio sur- classate da contenuti più esplicativi provenienti dai responsabili e gestori dell’intero apparato EXPO, i quali non hanno saputo comunicare e diffondere all’opinione pubblica il senso e l’importanza della manifestazione, e soprattutto del suo “lascito” quando sarà terminata, nei confronti del nostro Paese e del mondo intero. Tant’è che ancora la maggior parte degli italiani credono che l’EXPO sia solo una mega fiera, una sorta di sagra mondiale, dove si può andare a comprare qualsiasi tipologia di cibo tipico ed etnico di ogni Nazione, continuando a non capire di cosa si stia parlando. In realtà le ragioni che, nel 2007, hanno spinto l’Italia e Milano a proporsi come paese organizzatore con il tema “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, vanno ben oltre tutto questo. Oltre alle opportunità e ricadute economiche che un evento di tale portata riesce a produrre (legali ed illegali) l’EXPO darà occasione per un confronto vero su alcuni nodi cruciali della sfida alimentare globale che ci accompagnerà per i prossimi anni. Confronto che culminerà nella “Carta di Milano”, il documento che esprime la proposta dell’Italia sui temi dell’Esposizione Universale e che ha la pretesa di diventare per il cibo e per l’alimentazione ciò che il Protocollo di Kyoto ha rappresentato per l’ambiente. Speriamo di capirlo presto e...di esserne all’altezza. Google apre a Londra il primo Shop (Popai.it — Mar. 2015—) Nel negozio, oltre a poter acquistare le linee di smartphone e tablet con sistema operativo Android, i laptop Chromebook e i dispositivi Chromecast, si potrà utilizzare uno schermo che grazie a Google Earth permette di girare il mondo e ci si potrà divertire dipingendo su un muro la propria versione del logo di Google, per poi condividerla sui social media. Da Londra parte l’ambizioso progetto retail di Google, che negli anni aveva già testato il passaggio dall’online all’offline: già nel 2011, infatti,il colosso statunitense aveva aperto un pop up store a Londra, proprio nel quartiere tecnologico di Tottenham Court Road, dove per tre mesi aveva sondato il proprio successo ‘fisico’ durante il periodo natalizio. Ma il percorso ‘from click to bricks’, dai click ai mattoni, è già stato battuto da altri player del settore tra i quali eBay e Amazon, che nel recente passato hanno sperimentato canali fisici dedicati al fashion e al design. Pagina 2 Intraprendere E-Commerce alimentare: eBay punta sull’EXPO 2015 (PMI — Mar, 2015) Zero commissioni per le PMI che investono nell'eCommerce alimentare, accordo con il ministero a tutela della qualità del Made in Italy, i dati di mercato: sono le iniziative di eBay in vista di EXPO 2015. Una promozione per chi vuole vendere prodotti agroalimentari online, un accordo con il ministero per proteggere il Made in Italy, gli strumenti all’avanguardia per l’eCommerce alimentare: eBay mette a punto una strategia a 360 gradi per spingere sul “food” italiano in vista di EXPO 2015. Il ragionamento di base è il seguente: l’esposizione universale rappresenta un’occasione unica, l’agroalimentare in Italia vale circa il 17% del PIL ma a livello di eCommerce, pur con numeri in crescita, gli spazi di miglioramento sono notevoli, visto che il food nel 2014 ha costituito l’1% del commercio elettronico (contro il 13% del Regno Unito). Ed ecco la promozione eBay: dal prossimo 2 aprile, zero commissioni sulla compravendita dei prodotti alimentari sul marketplace digitale. Significa che le aziende che investono nell’eCommerce alimentare su eBay pagano solo i costi dell’inserzione oppure quelli del negozio online, con la formula prescelta: si va dai 17,35 euro al mese per il negozio base ai 33,91 del negozio premium (che offre una serie di benefici aggiuntivi come le inserzioni gratuite sui siti di Spagna, Francia, Belgio e Olanda, per le prime 200 inserzioni mensili sul sito dell’Astralia, per le prime 500 su e- Bay.com), ai 260 euro del negozio premum plus, uno strumento di vendita a forte vocazione internazionale, con inserzioni gratuite per tutta Europa, Australia e per 2500 inserzioni al mese in tutto il mondo. Normalmente, a queste tariffe bisogna aggiungere la commissione sul prezzo di vendita, pari all’8,7% sul prezzo del prodotto, mentre dal 2 aprile questo costo viene annullato. Le varie formule possono anche prevedere un costo aggiuntivo per le singole inserzioni, ma la promozione prevede che per i negozi premium, non si paghino nemmeno queste. In vista di EXPO, quindi, aprire un negozio su eBay per un rivenditore professionale del settore agroalimentare risulta più conveniente del solito. Questa iniziativa, spiega Claudio Raimondi, Country manager eBay in Italia: «È parte di una più ampia strategia finalizzata a supportare le aziende italiane, in particolare le PMI, fornendo loro una piattaforma di business unica, capace di sostenere i loro affari e le loro strategie d’internazionalizzazione a costi contenuti, in modo sicuro, completo e affidabile. EBay quindi vuole facilitare l’ingresso delle PMI alimentari in un mercato ancora ampiamente da popolare». E qui si inseriscono i dati sull’andamento dell’eCommerce alimentare. Le vendite 2014 dell’agroalimentare su eBay.it nel 2014 sono cresciute del 17%, con un prezzo medio di una certa rilevanza (31 euro). Il totale dei prodotti in vendita ha superato quota 265mila, e sulla piattaforma si registra un acquisto ogni 73 secondi. Cosa comprano i consumatori? Ecco alcuni dati sempre relativi al 2014: 2.792 prodotti nella sottocategoria “Dolci e Biscotti”, 25.733 in “Pasta e condimenti”, 8.146 prodotti in “Salumi e Formaggi”. Come detto, però, i margini di crescita sono notevoli, se si pensa a quell’1% di vendite eCommerce del food italiano paragonato al 13% britannico. Qui interviene Maria Letizia Gardoni, delegato nazionale Coldiretti Giovani Impresa, che sottolinea come siano effettivamente poche le PMI che investono nel commercio elettronico. Non sono moltissimi i produttori agricoli con un sito web, il 35%, e sono ancora meno quelli che fanno eCommerce, il 13%. Il web rappresenta invece un’ottima opportunità per esportare su mercati internazionali, obiettivo a cui punta il 15% dei produttori che investono online. Del resto, stiamo parlando di un settore che in termini di export vale fra i 33 e i 34 miliardi di euro. Uno dei punti critici tradizionali è rappresentato dal cosiddetto italian sounding, ovvero il falso Made in Italy. Coldiretti è tradizionalmente impegnata nella sensibilizzazione e nella lotta alla contraffazione alimentare, e su questa strada si inserisce anche eBay, che nel 2014 ha siglato con il ministero per le Politiche Agricole un memorandum d’intesa, insieme all’AICIG (associazione italiana consorzi indicazioni geografiche), per la protezione dei prodotti DOP e IGP. Risultato: in dieci mesi, 150 prodotti sono stati ritirati da eBay perché non rispettavano le regole sulla tutela della qualità. Spiega Stefano Vaccari, Capo Dipartimento dell’ ICQRF (la struttura del Ministero per la tutela della qualità e repressione frodi): «Lavoriamo ora per allargare il campo di azione dell’accordo ad altri prodotti e proposte interessanti saranno illustrate il 19 marzo prossimo a Lodi, nel corso del Forum internazionale sulla tutela del “cibo vero”. Si tratta di un appuntamento importante verso EXPO 2015 e proprio al contrasto delle frodi sul web è dedicato un focus del Forum». Pagina 3 Intraprendere Si chiama Socialmetic la prima digitale che condivide e stampa (di Cristina Tinelli — ROTORA) Quella che vedete in foto è “Socialmetic” la fotocamera che è stata premiata tra le innovazioni dell’anno al CES di Las Vegas. Si tratta della prima macchina digitale con la quale è possibile non solo condividere file sui social network, ma stamparli davvero, in un attimo, in quel formato “Polaroid” che non vedevamo da anni. Socialmetic nasce in Campania grazie a due di quelle e-mail che come si sol dire cambiano la vita. L’idea viene ad un trentacinquenne Antonio De Rosa. di Cava dei Tirreni. Il colpo di genio gli è venuto quasi per gioco in un momento di profondo rosso bancario. Geometra per formazione, aveva lasciato gli studi di informatica per Scienze della comunicazione e poi un master in Direzione Creativa. Dopo un’importante esperienza come Direttore marketing per una società di information tec- nology, prova a mettersi in proprio, ma non è facile...i clienti non stavano al passo coi tempi. Passa più di un anno trascorso a lavorare a qualche progetto di design e poi, una sera di marzo del 2012, Antonio si ferma un attimo sull’icona di Instagram. Si mette al computer e prova a fare un esperimento dei suoi, a volte si diverte a disegnare improbabili prodotti Apple, che poi lancia in rete per vedere le reazioni. Questa volta è un successo, ne parlano migliaia di utenti. Lo citano anche alcune testate online specializzate, ma c’è un problema, il prodotto non esiste ma piace. Quindi De Rosa decide di fare sul serio apre una campagna di crowfunding su Indiagogo.com. Gli servono almeno 50 mila euro e però l’esito della campagna si rivela un disastro. Eppure molti gli scrivono chiedendogli dove poter acquistare questa nuova fotocamera che ha inventato. Tra le tante mail ricevute spicca una di un russo Arthen Shishakin disposto a fargli un bonifico di un milione di euro. Ben presto diventa il suo socio e nel 2013 nasce Socialmetic LLC (Limited Liabilitu Company), con sede in Nevada. Da quel momento parte il grande lavoro di ricerca di possibili produttori per le componenti del prodotto, i contatti con gli sviluppatori del software, la progettazione di un concept più solido ecc. L’obiettivo è quello di creare una fotocamera digitale che sappia anche stampare immagini fisiche. La filosofia, innovativa è “Scatta, Stampa e Condividi”, sul web e su carta”. Il lavoro procede a ritmo serrato. Ma anche questa volta arriva una mail inaspettata che cambia la storia di Socialmetic. La mail questa volta proviene dai legali di Polaroid che contestano a De Rosa la violazione di due brevetti: la sua fotocamera ha una fascia con i classici colori “ad arcobaleno” di Polaroid e ha gli angoli stondati. Antonio De Rosa decide di rispondere a tono: “Gli scrissi che per il brevetto sull’arcobaleno dovevano rivolgersi a qualcuno molto più in alto di me e che per gli angoli stondati che...beh, a casa avevo un tavolino con gli angoli stondati sul quale non c’èra alcun cenno a Polaroid”. Questa risposta così sfrontata si rivela vincente: Polaroid che ha smesso di produrre macchine fotografiche nel 2007 ed è fallita per la seconda volta nel 2008 chiede a De Rosa di raggiungerli nella loro sede di New York per parlare del progetto. Dopo qualche mese di lavoro nasce la Socialmetic che oggi, è possibile comprare su Amazon. Alla fine, dopo tanto lavoro e una causa milionaria evitata per miracolo, Socialmetic è finita per diventare qualcosa di molto simile al concept iniziale disegnato in una notte di marzo. Chi l’ha creata l’ha chiamata “la prima “instant digital smart camera”. Sarà una scommessa azzardata? La verità è che l’idea di una fotocamera (con un social network proprio), che in un mondo digitale, vuole preservare un ricordo fisico dello scatto sta piacendo tantissimo, tanto da ricevere importanti premi internazionali e anche le vendite stanno riportando grandi successi, tanto che i primi 30mila esemplari sono stati venduti in pochissimi giorni. Pagina 4 Intraprendere L’e-shopper italiano è un “flex shopper”: l’identikit di Ups e coreScore (Fashionmagazine.it Mar.2015) L’ e-shopper italiano ha 40 anni, un impiego a tempo indeterminato (che gli fornisce uno stipendio medio-alto), utilizza i social media per prendere decisioni di acquisto e online compra soprattutto intrattenimento, abbigliamento e scarpe. È quanto emerge dalla seconda edizione dello studio Ups Pulse of the Online Shopper. Si tratta di un’analisi condotta a livello europeo, interpellando 6.200 acquirenti online abituali in sei Paesi, tra cui l’Italia, dove gli intervistati sono stati mille. Ups, tra i leader globali nella logistica e nei servizi di trasporto, e comScore, tra le più affermate società nelle misurazioni del mondo digitale, con questa indagine hanno voluto analizzare la figura dell’e-shopper, i suoi bisogni e i fattori che lo guidano nel processo di acquisto. La ricerca ha visto delinearsi il profilo del “flex shopper”: un acquirente estremamente esigente, in grado di passare da un canale all’altro, così come da un device all’altro, per soddisfare le proprie necessità e ricercare la massima convenienza. L’italiano che compra abitualmente su Internet ha una media di 40 anni (l’età media in Europa è di 43 anni), ha un lavoro a tempo indeterminato, che gli garantisce un reddito tra i 15 e 30mila euro l’anno. Vive per lo più in città (58%) e in nuclei famigliari costituiti da tre/quattro persone (61%). Gli e-shopper della Penisola sono quelli che utilizzano di più in Europa i social media come supporto per le decisioni di acquisto, con una percentuale del 50%. Facebook è il primo strumento utilizzato quando si cercano consigli per comprare online (31%). Seguono Google+ e Twitter. Sia gli acquirenti soddisfatti che quelli insoddisfatti dichiarano di voler esprimere sui social media la propria opinione in merito all’esperienza online. I prodotti legati all’intrattenimento (libri, musica e film) guidano la classifica delle merceologie più comprate dai nostri connazionali sul web, seguiti dall’abbigliamento e dalle scarpe. Il 71% degli italiani acquista su siti locali, contro l’80% degli europei e il 91% dei tedeschi. Se non finalizzano su siti del nostro Paese, lo fanno per il 12% su siti Usa e per il 17% su quelli di altri Stati. In caso di retailer multicanale, gli e-shopper italiani abituali preferisco- no acquistare online (61%) che in store (36%). Le ragioni sono i prezzi più competitivi e una migliore selezione dei prodotti. I device più utilizzati per effettuare ricerche, ma soprattutto per fare shopping online, restano computer e laptop e in questo gli italiani sono in linea con la media europea (60% contro 62% per le ricerche e 51% contro 50% per gli acquisti). Tuttavia, se il retailer offre applicazioni mobile, i consumatori della Penisola sono quelli che le utilizzano di più (47% contro una media europea del 40%). Promo personalizzate nella Gdo (www.foodweb.it—Mar 2015) Le insegne commerciali sono consapevoli che l’appeal delle promo prezzo si è ridotto, che l’eccesso di offerta è superfluo e che il consumatore richiede chiarezza, differenziazione dell’offerta e una certa autonomia nella gestione del risparmio. La possibilità di scegliere il prodotto da scontare e la percentuale di sconto da applicarvi, di tagliare quindi sulla misura delle proprie esigenze di spesa la promozione è, per il consumatore, sinonimo d‘“indipendenza dallo sconto”; significa non sentirsi “costretto” ad acquistare un prodotto solo perché in offerta e scegliere, piuttosto che lo sconto, il prodotto. I fedeli Esselunga, Coop e adesso anche Carrefour sanno cosa vuol dire; le tre insegne, infatti, hanno avviato un processo di personalizzazione della promozione che si basa sulla scelta del prodotto da scontare. “Scegli il tuo sconto” di Esselunga permette di scontare, tutti i giorni, fino a sei prodotti pl e idm dell’assortimento. I buoni (dal 10% al 40%) sono reperibili sull’app Esselunga, in negozio al chiosco dedicato e sul sito ufficiale. Ad esempio sul sito Esselunga, nell’area Promozioni, è possibile ricercare il prodotto da inserire nella propria lista della spesa: di fianco a ogni prodotto, è indicata la percentuale di sconto che Esselunga concede. “Scegli tu” di Coop è una promozione mensile. La modalità con la quale si raccolgono e si spendono i buoni cambia da cooperativa a cooperativa e di mese in mese: ad esempio, si possono raccogliere i buoni nelle prime due settimane del mese e spenderli nelle ultime due su un tot di prodotti Idm o Pl; oppure di possono utilizzare di mercoldì e/o di venerdì per ogni 100€ di spesa solo sui prodotti a marchio di determinate categorie, ecc. Ogni buono dà diritto a una % di sconto compresa, in genere, tra il 20% e il 30%. “Sconti su misura” di Carrefour permette di raccogliere, in un determinato periodo del mese, i coupon da spendere – presso gli ipermercati aderenti – in un’unica spesa, in un arco di tempo limitato (3 giorni) per un massimo di circa 10/12 prodotti di marca o a marchio. Pagina 5 L’Angolo Tecnico di Laura Putignano Si è conclusa al 31 dicembre 2014 la fase transitoria per il controllo della “mono committenza”; ossia la valutazione delle presunzioni introdotte dalla “Legge Fornero” per le persone fisiche titolari di partita Iva che svolgono attività di impresa individuale di servizi e attività di lavoro autonomo. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha chiarito nella Circolare n.32/12 che la ratio della disposizione introdotta nasce dall’esigenza di contrastare fenomeni distorsivi che nascondono, con lo strumento della partita Iva, prestazioni inquadrabili nell’ambito delle collaborazioni a progetto o, addi- Intraprendere Legge Ferrero: controlli su false partite IVA a partire dal 1° gennaio 2015 rittura, del lavoro subordinato. Secondo quanto disposto dalla Legge Fornero, è scattata il 1° gennaio 2015 la presunzione di subordinazione delle collaborazioni a partita Iva se si realizzano almeno due delle seguenti tre condizioni, salvo che sia fornita prova contraria da parte del committente: 1. collaborazione con il medesimo committente di durata complessiva superiore a 8 mesi annui per due anni consecutivi; il periodo minimo di durata complessiva della collaborazione deve essere di almeno 241 giorni, anche non consecutivi. La condizione può concretamente realizzarsi solamente a partire dal 1° gennaio 2013, quindi per il biennio 2013/2014. 2. corrispettivo derivante dalla collaborazione, anche se fatturato a più soggetti riconducibili al medesimo centro di imputazione di interessi, che costituisce più dell’80% dei corrispettivi annui percepiti dal collaboratore nell’arco di 2 anni solari consecutivi; rileva- no i soli corrispettivi derivanti da prestazioni autonome f a t t u r a te (anche se non incassate, non rilevando eventuali somme percepite quali lavoro subordinato, lavoro accessorio o redditi di altra natura). 3. presenza di una postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente; la postazione può anche non essere ad uso esclusivo. Sono previste normativamente delle esclusioni oggettive all’operatività della presunzione qualora siano verificate congiuntamente tali condizioni: • la prestazione del collaboratore sia connotata da competenze teoriche di grado elevato acquisite attraverso significativi percorsi formativi, ovvero da capacità tecnico pratiche acquisite attraverso rilevanti esperienze maturate nell’esercizio concreto di attività; • la prestazione del collaboratore sia svolta da soggetto titolare di un reddito annuo da lavoro autonomo non inferiore al minimale imponibile ai fini del versamento dei contributi previdenziali moltiplicato per 1,25; per il 2015 il reddito annuo minimo ammonta ad euro 19.435. Le prestazioni lavorative svolte nell’esercizio di attività professionali per le quali l’ordinamento richiede l’iscrizione ad un ordine professionale, ovvero ad appositi registri, albi ruoli o elenchi professionali qualificati, sono in ogni caso escluse dalla applicabilità della presunzione di mono committenza. In caso di mancato rispetto degli indici di mono committenza (almeno 2 su 3) gli ispettori possono ascrivere la collaborazione con partita Iva nell’alveo delle collaborazioni coordinate e continuative e, in caso di inesistenza di un progetto, convertirle in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto. Si tratta di una presunzione “semplice”, che comporta l’inversione dell’onere della prova a carico del committente. 6 nuovi domini per promuovere il cibo Made in Italy (PMI.it — Mar. 2015—Filippo Mendrame) La gastronomia ed il buon cibo sono da sempre un fiore all’occhiello della tradizione italiana e quest’anno faranno anche da baricentro della prima Esposizione Universale mai realizzata sul tema alimentazione e nutrizione. Inoltre, a sostegno della sempre più basta community culinaria arrivano 6 nuovi domini dedicati al cibo: .coffee, .kitchen, .pizza, .recipes, .restaurant e .catering che rendono i siti di operatori della ristorazione, chef e food blogger fortemente riconoscibili e rintracciabili. La disponibilità di nuovi dominio dedicati alla gastronomia rappresenta una grande possibilità per coloro che operano in questo mercato all’estero e in Italia, ed un’occasione strategica per far evolvere il cibo Made in Italy attraverso il digitale, abbattendo le barriere nazionali, grazie all’internazionalizzazione del nome, e riducendo le distanze con i food lovers. I nuovi domini consentono infatti di trovare velocemente la soluzione a ciò che le persone cercano negli ambiti più disparati che ruotano attorno alla passione per il cibo. Inoltre, grazie alla crescente digitalizzazione del cibo, è possibile per aziende e professionisti del mondo del food avere un’identità digitale originale ed esclusiva, e distinguersi tra gli innumerevoli siti e blog culinari, comunicando immediatamente il contenuto del proprio portale. I 6 nuovi domini rilasciati offrono dunque numerose possibilità per le realtà italiane di trovare il nome che più rappresenta il loro business. Pagina 6 Intraprendere Toshiba disegna il punto vendita del futuro (ICT4 Executive — Mar 2015) via Della Resistenza 10/B 70015 - Noci (BA) Tel.: +39 - 080 4949240 Fax: +39 - 080 4949037 E-mail: [email protected] “Far si che le cose avvengano, monitorare quello che avviene, crescere…. analizzando quello che è accaduto” Contattateci ! www.rotora.it Intraprendere è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’azienda. La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA che hanno formulato richiesta alla sua consultazione e/o alla sua ricezione nella propria casella di posta elettronica, in ottemperanza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). L’eventuale inoltro a destinatari terzi è consentito, solo nella sua interezza senza alcuna modifica ed omissione, esclusivamente da parte di soggetti da questi autorizzati. Per tutte le informazioni riportate nella newsletter è citata la fonte, interna o esterna all’azienda, che ne è direttamente responsabile. La newsletter non può essere pubblicata su siti web e blog senza un previo accordo con ROTORA. Tutti i diritti sono riservati. Web e Mobile hanno radicalmente trasformato il settore retail e le abitudini di acquisto dei consumatori. La omnicanalità è ormai una realtà: recarsi in un negozio fisico o acquistare online, magari dallo smartphone, sono per il cliente esperienze analoghe, sempre più integrate, con il diffondersi di modelli come l’eCommerce con ilritiro in store. Anche in Italia le esperienze innovative non mancano: in un periodo di riduzione dei consumi, i retailer sono alla ricerca di modalità innovative per ingaggiare il consumatore, che vuole essere considerato come persona, con specifici gusti e abitudini, e che desidera interagire a 360 gradi, tramite più punti di contatto, nel processo di acquisto e nella relazione con il brand. «Il consumatore deve trovare la stessa logica promozionale e la stessa meccanica di interazione in tutti i punti di contatto con lo store, dal web al negozio fisico, - spiegaRoberto Rocchi, Direttore Commerciale di Toshiba Global Commerce Solutions (TGCS) Italia, fra i leader a livello globale delle soluzioni innovative per il retail, nata dall’acquisizione da parte di Toshiba della divisione di IBM dedicata a questo settore. Serve un approccio congruente mentre finora il mercato si è mosso con soluzioni non integrate fra di loro. Proponiamo soluzioni disegnate a partire dai requisiti di business, pensando al punto vendita del futuro, cercando di anticipare le tendenze». L’offerta, modulare e integrabile con i sistemi preesistenti, copre tutte le esigenze del retailer, dal front end al back end, fino alla gestione delle relazioni con il mondo esterno, come l’industria, le telco e gli attori del mercato. Comprende dunque sistemi, software e applicazioni, come self scanning, chioschi, casse evolute, sistemi per la gestione delle carte fedeltà, soluzioni per il Mobile marketing, couponing e via dicendo. «Ingaggiare il consumatore significa mettere a disposizione offerte e promozioni personalizzate, in modo dinamico - specifica Rocchi -. Toshiba sta effettuando forti investimenti nelle aree più innovative, come le soluzioni per l’interazione fra punto cassa e il mobile, o le piattaforme collaborative per il service. Cerchiamo anche di fare da collante tra il mondo retail, l’industria e le Telco in particolare per il digital couponing per i Mobile wallet». Tra i progetti realizzati grazie alle soluzioni Toshiba c’è quello di Coop Nordest. Nei punti vendita dell’insegna sono stati installati sistemi di self checkout e self scanning, per permettere ai clienti di leggere i codici a barre e pagare la spesa in autonomia, e chioschi che forniscono informazioni. È anche possibile pagare in cassa bollettini e usufruire di altri servizi come le prenotazioni. È stato inoltre implementato un sistema di mobile couponing e promotion, che fornisce molteplici servizi attraverso lo smartphone. Il progetto ha previsto l’integrazione di dati provenienti da sistemi diversi, dentro e fuori dal punto vendita.