Professione comandante italiano

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Professione comandante italiano
Equipaggi
Andrea Segato
Professione
comandante italiano
Pietro Angelini
Continua il mio viaggio nel mondo dei comandanti italiani, quelli che oggi sono solo il 5% dei
comandanti globali. Voglio capire cosa pensano e cosa sanno, come vedono il futuro e come
pensano di poter difendere la loro posizione con orgoglio. Ho intervistato molte persone in quasi
due anni di questa rubrica e continuerò a farlo, a incontrarli e conoscerli, da quelli che portano
le barche di 20 metri a quelli che portano navi oltre i 70 metri
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giugno 2013
U
na categoria
complessa,
corteggiata ma
spesso ostacolata
e di fronte a un grande
cambiamento derivato dal un
armatore nuovo (sempre più
charter), dall’aumento della
concorrenza internazionale,
da una società che di fatto
non li conosce. In questa
intervista, Andrea Segato
comandante diporto
megayacht a motore.
Perché oggi i comandanti
sono tutti inglesi?
Non penso siano tutti
inglesi, è una questione di
percentuali.
Quando parliamo di inglesi
sbagliamo, dire anglosassoni
forse rende di più l’idea,
tra britannici, australiani
neozelandesi e cosi via
ci rendiamo conto che
statisticamente parlando, non
siamo inferiori a loro. Questo
non vuol dire che dobbiamo
rilassarci e vivere sulle
percentuali, se tornassimo
indietro nel tempo rivivendo
i tempi della guerra franco
spagnola contro gli inglesi
a esempio, capiremmo che
l’Italia non ha mai avuto
un ruolo primario nella
storia marittima mondiale
ma secondario. Qualcuno
potrebbe obiettare quanto
dico ricordandomi i traffici
tra l’Italia e le Indie, vi
ricordo che era più una
posizione strategica che una
vena marittima a portarci
nei lunghi viaggi verso
l’Oriente.
Cosa piace del vostro
mestiere i giovani?
Il nostro lavoro in Italia
non viene praticamente
considerato, Provi a rifare
una carta d’Identità in
Comune, alla domanda
professione? La risposta è
ovviamente Comandante
del Diporto... Sa Cosa mi
hanno scritto l’ultima volta?
Libero professionista. Questo
per dire che se si facesse
un pochino di pubblicità
al Nostro settore potrei
rispondere a questa domanda
dicendole, Prestigio,
Benessere, viaggi nei posti
più belli del Mondo.
Cosa non piace?
Il limite della Nostra cultura
si esprime ai massimi livelli
parlando di lavoro all’estero
per tempi più o meno lunghi,
l’Italiano al confronto
dell’Anglosassone medio è
più restio ad allontanarsi
dai propri cari, magari fin
dai 18/20 anni. Un altro
punto è la precarietà del
Il Comandante Andrea Segato comandante diporto megayacht a motore
nostro lavoro, mi sono sempre
considerato al pari di un
calciatore (con le dovute
differenze), oggi su una barca
e tra un paio di anni... Chissá.
Devo dire che il nostro lavoro
è uno dei pochi dove la
meritocrazia funziona.
Cosa si dovrebbe fare per
avvicinarli?
Se ci fosse più pubblicità e
consapevolezza che non siamo
coloro che portano a spasso
gli evasori fiscali o i politici
di turno... Sarebbe già un
successo. Ricordo sempre che
prima di tutto mi sento un
marinaio dopodiché si evince
il mio ruolo a bordo. Marinaio
è il più bel complimento che
si possa fare a un marittimo,
storicamente parlando sono
coloro i quali hanno scoperto
oceani e terre e popoli.
Cosa si deve fare per
diventare comandanti?
Come dicevo, prima deve
nascere il seme del marinaio
che c’è dentro di noi dopo,
naturalmente verrà fuori
la vena del Comandante
piuttosto che marinaio o
direttore di macchina o
cuoco o chissà cos’altro.
Dopodiché la via più logica
passa dall’istituto nautico,
all’allievo di coperta ai vari
gradi di ufficiale per poi
approdare al comando di una
fare stage o docenze?
Ci stiamo muovendo in
Sono attuali i programmi dei questo senso, vogliamo che
i nostri figli, i nostri nipoti
nostri istituti nautici?
possano avere il miglior
No. Io non ho fatto l’istituto
contatto possibile con
nautico purtroppo ma lo
scientifico sento però colleghi l’arte marinara. Durante
l’inverno saremmo disposti
che hanno figli al nautico
e disponibili nel rispondere
e si continua a parlare di
alle mille domande di Presidi,
strumenti oramai obsoleti,
docenti, alunni. Non solo del
neanche più in commercio
da anni. Mi domando perché nautico, sarebbe riduttivo. Io
sono nato a Milano, se non
nessuno mai abbia chiesto a
fosse stato per la passione nei
dei marittimi cosa o come si
possa migliorare i programmi. confronti del sole del mare e
dei bei posti da visitare dei
Non mordiamo e sono sicuro
miei genitori difficilmente
che i miei colleghi sarebbero
più che felici di aiutare istituti adesso farei questo lavoro.
Trovo curioso che nessuno
nautici a migliorare.
mai ci abbia contattato per
chiederci cosa vuol dire
Servono i simulatori?
comandare, navigare, vivere a
Si, sicuramente si ma
bordo ecc. Molto curioso.
hanno un costo veramente
insostenibile al giorno d’oggi.
Minorenni possono fare
La conoscenza virtuali è
stage a bordo?
propedeutica all’attivitá
marittima. Con le conoscenze La legge lo prevede con i dovuti
tecnologiche si potrebbe
limiti però, limitate guardie in
riprodurre il 99% della
plancia e solo di giorno ecc. navigazione con tutte le
problematiche annesse.
Che dicono le leggi in
proposito?
Ci sarebbe disponibilità da
La legge, a oggi, non prevede
parte dei comandanti nel
che un allievo del nautico
possa «fare anzianità»
a bordo di uno yacht.
Questo dovrebbe cambiare
immediatamente, non
abbiamo un indirizzo del
diporto nel nautico e forse
a Roma non sanno neanche
cosa voglia dire.
Quale è il rapporto con i
cantieri per l formazione
dei ragazzi a bordo?
Per ora è molto limitata
per non dire zero. A fine
dicembre ho avuto un
colloquio con un CEO di
una grande azienda nautica
italiana, abbiamo condiviso
l’esigenza di far scoprire
il nostro mondo ai più
giovani. Abbiamo iniziato
con alcuni colleghi un.
Percorso che speriamo possa
portare a qualcosa. Siamo
consapevoli dei lunghissimi
tempi burocratici che
questo comporta. La
rotta è stata decisa e gli
ormeggi sono stati mollati
adesso tocca tenere la
barra dritta nonostante le
intemperie burocratiche che
incontreremo.
Incidono i registri navali
Esteri per la scelta degli
equipaggi?
In parte si, esempio pratico
il nostro ufficiale del diporto
ha l’abilitazione al comando
fino a 24 metri.
Servono anni di esperienza a
bordo oltre agli studi. Il titolo
yachtmaster inglese abilita
al comando di navi fino a
200 GT con un esame di 2
settimane. Cosa pesa per la scelta
degli equipaggi?
La nazionalità degli armatori.
La conoscenza della lingua
inglese, altro grande
problema italiano.
Dove la barca staziona, gli
inglesi hanno invaso la
cittadina di Antibes in
costa azzurra.
Per Quel mestiere a bordo
sono famosi gli italiani?
Il nostro stile, noi siamo
romantici, ci piace il bello
e questo si sposa molto
con il livello di attenzione
e di professionalità che
si incontra sulle navi da
diporto.
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Quali i punti migliori nel
mondo dove formarsi?
Indubbiamente la scuola
anglosassone è di riferimento
a tutti gli altri stati che hanno
scuole per marittimi. Nel nostro caso dovremmo
snellire e aggiornare i nostri
programmi di insegnamento.
Questo però è un problema
che non riguarda solo gli
istituti nautici in Italia. Ci
vorrebbe una netta riforma
al riguardo. Basterebbe
affacciarsi alla finestra e
prender quanto di buono
stanno facendo i nostri cugini
Europei.
giugno 2013
nave da diporto. La carriera
è lunga e come ogni lavoro
dove devi puntare su te stesso
per andare avanti sarà anche
difficile.