Allegati - Caritas Reggiana

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Allegati - Caritas Reggiana
ALLEGATO 1: canzone per lettera a Gesù bambino
Caro Gesù ti scrivo
(“Zecchino d’oro” 1997 - musica e testo: M. Piccoli)
Caro Gesù ti scrivo per chi non ti scrive mai,
per chi ha il cuore sordo bruciato dalla vanità,
per chi ti tradisce per quei sogni che non portano a niente,
per chi non capisce questa gioia di sentirti sempre amico e vicino.
Caro Gesù ti scrivo per chi una casa non ce l'ha,
per chi ha lasciato l'Africa lontana e cerca un po' di solidarietà,
per chi non sa riempire questa vita con l'amore e i fiori del perdono,
per chi crede che sia finita, per chi ha paura del mondo che c'è
e più non crede nell'uomo.
Gesù ti prego ancora:
vieni a illuminare i nostri cuori soli,
a dare un senso a questi giorni duri,
a camminare insieme a noi.
Vieni a colorare il cielo di ogni giorno,
a fare il vento più felice intorno,
ad aiutare chi non ce la fa...
Caro Gesù ti scrivo perché non ne posso più
di quelli che sanno tutto e in questo tutto non ci sei tu,
perché voglio che ci sia più amore per quei fratelli che non hanno niente,
e che la pace, come il grano al sole, cresca e poi diventi pane d'oro
di tutta la gente.
Gesù ti prego ancora:
vieni a illuminare i nostri cuori soli,
a dare un senso ai giorni vuoti e amari,
a camminare insieme a noi.
Vieni a colorare il cielo di ogni giorno,
a fare il vento più felice intorno,
ad aiutare chi non ce la fa...
Signore vieni! Signore vieni!
ALLEGATO 2: descrizione lavorazione carta “papier
antaimoro”
La carta da lettere che verrà donata ai vostri bambini è realizzata con Carta Antaimoro. La
carta Antaimoro, comunemente detta carta di riso sebbene di riso non abbia proprio nulla,
prende il suo nome da un gruppo etnico che vive sulla costa est del Madagascar. Questo
tipo di artigianato non è tipico del Madagascar ma proviene dal
popolo arabo approdato casualmente sulla costa est dell'isola.
Questo piccolo gruppo arabo spinto dalla necessità di
trascrivere i versetti del corano per poterli trasmettere, trova un
arbusto, l'avoha, con la cui corteccia si poteva ottenere una
carta simile alla pergamena.
La popolazione Antaimoro,
fortemente influenzata dalla popolazione araba, apprese l'arte
di fabbricare la carta che ora è diffusa in diverse zone del Madagascar. In particolare
furono poi i Betsileo (una delle etnie che popolano il Madagascar) che la svilupparono in
senso commerciale.
La lavorazione della carta Antaimoro si articola in diverse fasi.
Inizialmente la corteccia dell'avoha viene fatta bollire in grosse pentole, dopo
di che viene pestata con grossi martelli in legno oppure nei
mortai sempre di legno. Le grosse palle di impasto che si
ottengono vengono sciolte all'interno di una cornice-telaio
con un graticcio che galleggia in una vasca piena d'acqua.
L'acqua viene aggiunta finché la pasta non si è
completamente sciolta ed uniformemente distribuita sul
telaio. Il telaio con la carta ancora impregnata d'acqua, viene deposto sui
banchi di lavoro dove le donne la adornano con petali, foglie e
ramoscelli, avendo cura di continuare a bagnare la superficie con l'acqua
gommosa residuata, per fare aderire il tutto in un
foglio uniforme. Infine il telaio viene posto ad
asciugare al sole e al chiaro di luna, dopo di che il
foglio è pronto per essere staccato dal telaio ed
utilizzato. Al termine di queste operazioni la carta
ha un colore leggermente giallognolo, mentre i fiori conservano la
loro naturale lucentezza. A volte il lavoro termina qui, quando si
tratta ad esempio di bigliettini o di poster. In altri casi i fogli ottenuti vengono utilizzati per
produrre scatole di diversa dimensione, buste, bomboniere, album portafoto, quaderni,
cornici e qualunque altro prodotto venga elaborato dalla creatività dei produttori.
Attualmente i gruppi artigianali specializzati nella lavorazione del papier Antaimoro,
coinvolti nel progetto di sviluppo per l'artigianato (promosso da R.T.M. e Ravinala) e a cui
la cooperativa Ravinala assicura un lavoro annuale, sono 2 entrambi residenti nella
capitale, Antananarivo.
ALLEGATO 3: che cos’è la Ravinala
Cosa sono le Botteghe
Non è uno shopping center, non è un negozio normale. Prego, accostati alla vetrina, fai il tuo
primo passo ed ora puoi entrare in una bottega. Una bottega del Mondo ha un sapore antico
fatto di mestieri e di arti tramandate, dove gli oggetti hanno non solo un valore ma una
voce..ascoltali.. ti parleranno di viaggi, lingue lontane, musiche, colori e culture. Ogni Bottega,
un microcosmo in armonia. Non ci sono altri luoghi così in Italia, ogni bottega del Mondo ha un
suo carattere, un suo stile distintivo. Perché? Perché ogni negozio è diverso dall’altro, perché
dentro c’è il cuore di chi l’ha costituito e il cuore si sa è diverso per ogni essere vivente. E se ti
chiederai come poter riconoscere una Bottega del Mondo, ti consigliamo di chiedere a chi la
vive, saprà darti suggerimenti e spiegazioni forse non comprerai nulla ma uscendo avrai di
sicuro imparato qualcosa!
Progetti attivati
La Bottega del Mondo vive di progetti di artigianato e alimentari del Sud del Mondo.. I Progetti.
Un progetto di cooperazione internazionale per entrare nel circuito del commercio equo deve
rispondere ad un codice comportamentale, organizzativo, economico. Per progetto si intende
un cammino comune, che nel Sud del mondo significa lavoro pagato secondo il valore effettivo
(non sempre valore effettivo e valore di mercato coincidono nella nostro sistema economico),
rispetto dei lavoratori, accesso al credito. Il cammino comune al nord del mondo significa
consumo consapevole, informazione. La pianificazione Nord-Sud permette di creare un
continuo flusso di conoscenza, sotto l’egida della reciprocità e della crescita..
Cos’è il commercio equo-solidale?
Prezzo trasparente, riduzione dei passaggi di intermediazione commerciale, reinvestimento
dei profitti in progetti, logica della sostenibilità e continuità. Questi sono solo alcuni dei criteri
su cui si vigila per poter offrire al pubblico un progetto equo solidale doc. Il commercio equo è
un modo diverso di scambiare beni e servizi, una modalità in cui il denaro, che regola il
sistema, torna ad essere uno strumento, una modalità di pagamento ma non il vincolo per il
commercio stesso. Prima di chiedere: quanto costa? Ti chiederai..da dove viene? Come è
stato realizzato? . Infatti la vera essenza del commercio è il prodotto, in tutta la sua ricchezza
di significati, di storie.
La cooperativa sociale Ravinala
La cooperativa sociale Ravinala nasce nel 1987 da un gruppi di persone da anni impegnate in
progetti di volontariato internazionale. Facendo propri i principi del Commercio Equo e
Solidale, Ravinala vuole essere strumento di sensibilizzazione e informazione presso il
consumatore di un modo altro di costruire relazioni, dove a prevalere non è la logica del
profitto ma della giustizia. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito
www.ravinala.org
ALLEGATO 4: lettera figlio artigiano carta “papier
antaimoro”
Ciao Bambini
Mi chiamo Bao Theodille e ho 10 anni. Frequento la scuola primaria e sono la prima di 5
fratelli. Il più piccolo, Rakoto Francois ha soltanto 7 mesi. È bellissimo. Abito in
Madagascar, quella grande isola che nel mappamondo vedete di fianco all’Africa. Vivo
nella periferia di Antananarivo, la capitale, ma non pensate che la mia città sia come le
vostre. Le case del nostro quartiere sono quasi tutte capanne fatte di legno e lamiera,
nessuno ha l’acqua corrente e anche la luce c’è solo nella strada principale e in qualche
posto pubblico. Le nostre case sono sane e abbiamo anche un pozzo con l’acqua e un
gabinetto, e presto avremo anche la luce elettrica. Il mio papà e la mia mamma si
chiamano Jean Aimè e Rasoloa e sono artigiani. Producono il Papier Antaimoro. Nel loro
atelier, che è proprio dietro casa nostra, lavorano insieme anche tre dei miei zii e le loro
famiglie. Abitiamo tutti vicini. Questo per noi ragazzi è molto bello perché così siamo
sempre insieme e cresciamo da fratelli. In effetti nel mio paese i cugini si chiamano tutti
fratelli, e gli zii sono tutti come fossero genitori. Insomma le nostre famiglie sono un po’
diverse dalle vostre. Sono famiglie grandi, da voi si chiamano allargate. E’ molto bello però
e credo piacerebbe anche a voi. Significa avere sempre tanti “fratelli” con cui giocare,
“sorelle” che possono aiutarti a fare i compiti, c’è sempre qualcuno pronto a consolarti e a
darti una mano. Ci divertiamo molto insieme e abbiamo molto tempo per giocare. Noi
siamo fortunati. I nostri genitori lavorano per il commercio equo e solidale. La cooperativa
Ravinala e la ong Reggio Terzo Mondo, che credo conosciate anche voi perché sono
della vostra città, hanno fatto formazione ai nostri genitori, e li hanno aiutati a sviluppare
nuovi prodotti e così ora la nostra famiglia ha sempre abbastanza lavoro e tutti noi ragazzi
andiamo a scuola. A volte aiutiamo i nostri genitori a raccogliere i fiori con cui decorano il
papier, è divertente e qualche volta ci lasciano provare a fare qualche piccolo lavoro per
noi. E’ anche un modo per imparare il lavoro che fanno i nostri genitori. Io però credo che
da grande vorrei fare la maestra, nel mio quartiere ci sono tantissimi bambini che non
vanno a scuola, che non sanno né leggere né scrivere e se facessi la maestra potrei
insegnare a tutti. Leggere è una cosa bellissima, la mia maestra, che è una suora, mi ha
regalato un libro bellissimo con tante foto e racconti della Francia ( noi infatti studiamo
anche il francese) ma spero quando sarò più grande di imparare anche l’italiano. Il mio
papà un po’ lo sa perché è stato in Italia ospite della cooperativa Ravinala e mi ha portato
colori, quaderni e altre piccole cose del vostro paese. Dice che è molto bello, ma molto
diverso da qui….
Chissà se un giorno anche voi potrete vedere il mio paese e io il vostro. Se verrete qui
sappiate che vi aspetto. Ciao Bao
ALLEGATO 5: servizi caritas
DORMITORIO CARITAS
La Caritas Diocesana di Reggio Emilia – Guastalla, attraverso il suo Centro d’Ascolto delle Povertà,
durante tutto il corso dell’anno dà l’opportunità a chi è in difficoltà abitativa di poter avere una
accoglienza temporanea all’interno del proprio Dormitorio Diocesano, da quest’anno intitolato a
Don Luigi Guglielmi (1945 – 1996), prete della nostra diocesi, già direttore della Caritas Diocesana
e dell’Istituto di Musica e Liturgia. La struttura prevede la possibilità di n. 12 posti letto + n. 2 di
emergenza per consentire a uomini italiani e stranieri (comunitari ed extracomunitari), già inseriti nel
mondo del lavoro o in cerca di una prima occupazione, che hanno un disagio abitativo di poter essere
accolti per due mesi (eventualmente prorogabili ad un terzo mese). L’obiettivo è quello, attraverso
l’accoglienza, l’ascolto ed il lavoro di rete, di orientare e accompagnare le persone alla ricerca di una
stabilità abitativa il più possibile definitiva. Da sottolineare l’importante rapporto instaurato con i
servizi sociali territoriali del nostro comune e della provincia, quelli ospedalieri, l’AUSL ed il Centro
di Salute Mentale oltre al consolidare quello con i Centri d’Ascolto parrocchiali presenti in diocesi.
L’accoglienza serale viene seguita, attraverso il coordinamento e l’accompagnamento del Centro
d’Ascolto, dalla comunità Caritas di studenti universitari, ragazzi in servizio civile e volontari.
Settimanalmente, l’equipe del Centro d’Ascolto Diocesano ha condiviso una trentina di richieste di
accoglienza (arrivate anche a n. 40 nelle settimane più fredde e rigide dell’inverno) di persone in
difficoltà abitativa. Molti stranieri regolari ed in aumento le persone italiane di mezza età che, causa
crisi economica, hanno perso il lavoro. Si registrano inoltre situazioni di dipendenza da alcol e
disagio psicologico relazionale. Spesso le persone in difficoltà non hanno una dimora fissa (stazione,
macchina, …) vivono in situazioni precarie e inadeguate al limite della dignità (casolari abbandonati
…) o in coabitazioni precarie dove devono contribuire economicamente alle spese. Terminato il
periodo di accoglienza diverse persone trovano una collocazione da amici, qualcuno in autonomia
grazie all’inizio di una attività lavorativa, altri in strutture comunali; c’è anche chi preferisce non
comunicare il luogo di dimora successivo. In un paio di situazioni le persone accolte hanno maturato
l’esigenza di fare rientro in patria.
MENSA CARITAS
La Mensa è un’opera segno della Caritas diocesana, che mostra concretamente cosa significa
l’opera di misericordia: Dar da mangiare agli affamati. In accordo con la Mensa del Vescovo, la
Mensa Caritas è aperta quando quella del Vescovo è chiusa. In questo modo ogni giorno è garantito
un pasto caldo a chi ne ha necessità.
Quanti accedono alla Mensa vengono accolti ed ascoltati dal Centro d’Ascolto (diocesano o
parrocchiale) e ciò avviene attraverso un ascolto, un colloquio,un incontro personale da parte di
operatori dedicati. Perché alla base di qualsiasi opera segno deve essere non tanto “l’erogazione di
un servizio”, ma l’incontro, la presa in carico dell’altro in modo complessivo, con accoglienza e
disponibilità. La Mensa è completamente gestita da volontari. Il responsabile, Licinio Paterlini, con
alcuni volontari fissi animano e incontrano le comunità parrocchiali, alcune scuole, gruppi di
volontariato che, a rotazione, danno la loro disponibilità a portare avanti i vari servizi necessari. Ad
ogni apertura sono presenti almeno 10/12 volontari per la preparazione del pasto e per il servizio.
Gli inizi di questa splendida avventura vanno collocati in via del Carbone, in centro a Reggio
Emilia, dove, su iniziativa di Don Luigi Guglielmi, allora direttore della Caritas diocesana, ebbe
inizio una distribuzione del pranzo domenicale ai più bisognosi. Era il febbraio del 1994.L'idea
portante di questa iniziativa era quella di coinvolgere i parrocchiani nello spirito della carità
cristiana. Per questo l’apertura era prevista alla domenica, Perché la Messa festiva diventasse
l’apertura alla carità, nella disponibilità al servizio. La Messa è finita? Non è finito proprio niente, è
ora di cominciare, di tradurre l’Eucaristia nel servizio ai poveri. Si è partiti dall’Eucaristia. E’
l’Eucaristia che ci convoca per vivere la carità.Fin dalle origini, il necessario per sfamare i
bisognosi era fornito direttamente dai parrocchiani incaricati del servizio, arrivando a distribuire
oltre 300 pasti; anche se nel tempo si assiste ad un progressivo calo nell'apporto delle parrocchie nel
fornire persone disponibili e vettovaglie. Si vede che i frequentatori chiedono ben altro che la
minestra: di essere conosciuti, ascoltati, di avere una ragione di vita, una speranza.Per questo
dall’esperienza della Mensa nasce l’idea di trovarsi una sera la settimana per leggere la Scrittura e
bere il caffèlatte. Si cerca di creare uno “spazio” per far parlare la Parola, per ascoltare chi vuol
parlare, per dare spazio allo Spirito. Ognuno può pregare nella sua lingua, nei suoi modi… Era bello
avere la Mensa in centro storico, era un mettere al centro della città i poveri, un’opera segno che
vuole essere segno di vicinanza, premura, di presa di responsabilità, di animazione sul territorio.Ma
crescono le esigenze, la necessità di spazi più idonei per il servizio. Ed ecco il trasferimento da Via
del Carbone a Via dell’Aeronautica, nel 2003.La disponibilità nella nuova sede di spazi ed
attrezzature più che idonee comporta anche una sostanziale modifica organizzativa delle persone
impegnate nel servizio.Si passa dall’iniziale pranzo domenicale (quindi impegno per 52 pranzi )
all'attuale conferimento di pasti per circa 230 giorni (fornendo sia i pranzi, serviti, che le cene,
consegnate in sacchetti a chi ne fa richiesta).La disponibilità delle parrocchie a fornire cibo e
volontari, già in calo nell'ultimo periodo in via del Carbone, si è ulteriormente manifestata in questo
nuovo scenario.I responsabili del servizio decidono quindi di promuovere un allargamento a singoli
e gruppi non strettamente parrocchiali. Ogni anno la Mensa coinvolge ed ospita circa 4.000
volontari, di ogni età e provenienza.Nel tempo si consolidano alcuni gruppi di volontari che si
alternano per raccogliere/selezionare/surgelare/ precucinare…
ALLEGATO 6: scheda di prenotazione
INIZIATIVA CARITAS PER L’AVVENTO
Scheda per la prenotazione della carta da lettere e dell’album del Madagascar
Parrocchia
Paese
Telefono
Referente
N° carta da lettere richieste
N° album richiesti
Ritiro previsto per il giorno
LE ADESIONI AL PROGETTO DEVONO PERVENIRE ENTRO E NON OLTRE:
VENERDI’ 23 NOVEMBRE 2012
Le somme di denaro potranno essere
• consegnate direttamente ai nostri incaricati presso gli uffici della Caritas
• versate tramite bonifico sul conto corrente IBAN IT 59 K 07058 12800 000000027543
intestata a Compagnia del SS. Sacramento – Caritas reggiana, via dell’aeronautica, 4 42100
Reggio Emilia, presso Banca Reggiana – Agenzia 1 di Reggio Emilia, specificando nella
causale “Avvento 2012, progetto carta da lettere, parrocchia di……………………..”
Per informazioni e prenotazioni:
Matteo Gandini
[email protected]
c/o CARITAS di Reggio Emilia
via dell’Aeronautica, 4
42114 Reggio Emilia
tel 0522 922520
fax 0522 922552