Ai neopatentati piace l`auto "verde"
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Ai neopatentati piace l`auto "verde"
Deloitte Consulting Spa Via Tortona 25 20144 Milano Tel: +39 02 83323111 www.deloitte.it Comunicato Stampa Barbara Lisei Ufficio Stampa Deloitte Tel: +39 02 83326268 Email: [email protected] Michele Di Branco Zigzag Tel.: +39 06 42016525 Email: [email protected] Ai neopatentati piace l’auto “verde” La crisi cambia i gusti dei giovani. Ecologia al primo posto nella scelte, ma aumentano fedeltà al “brand” e propensione all’acquisto dell’usato. Test drive determinanti, tornano a piacere i SUV. Roma, 5 aprile 2010 – La GEN Y, la generazione più numerosa dopo quella dei Baby Boomers, potrebbe essere il giusto gruppo sociale in grado di aiutare l’industria automobilistica a ripartire con slancio nel 2010. Forte di 75 milioni di membri fra i 18 e i 30 anni, che stanno progressivamente arrivando all’età giusta per gli acquisti importanti, questa generazione ha le potenzialità per ridisegnare tutto, compresa l’incerta industria automobilistica americana. E’ questo il risultato dell’indagine annuale di Deloitte “Connecting with Gen Y: Making Cars Cool Again”: un’analisi che punta le attitudini e le percezioni delle nuove generazioni riguardo al prodotto auto e all’industria automobilistica, con particolare riferimento a quella statunitense. Una delle differenze più importanti rispetto all’anno scorso che segnala un miglioramento nelle percezioni di questa generazione è il notevole spostamento delle risposte relative al lavorare nell’industria automobilistica. La ricerca dell’anno scorso registrava che il 70% dei rispondenti non trovava attraente lavorare nell’industria automobilistica, mentre secondo le risposte di quest’anno la percentuale è scesa al 50% (vedi graf. 1). “Uno spostamento di 20 punti percentuali da un anno con l’altro potrebbe davvero essere il segno di un cambiamento nella percezione del settore,” commenta Marco Martina, partner Deloitte Consulting esperto del settore automotive. “Probabilmente, in una situazione di crisi come quella attuale, un settore che, proprio come sta facendo quello automobilistico soprattutto per quel che riguarda lo sviluppo di nuove motorizzazioni verdi, si fa portatore di innovazione e si mette in discussione, diventa più attraente”. Un’altra possibile considerazione è il cambiamento e la velocità impressa da Fiat nella ristrutturazione di Chrysler, che non può non aver originato una percezione positiva dell’imprenditoria italiana e, pertanto, la concreta possibilità di una veloce ripresa del mercato dell’auto. Le sfide poste dalla situazione economica hanno scosso l’industria automobilistica per tutto il 2009 e l’impatto è facilmente rintracciabile nei conseguenti cambiamenti delle percezioni dei consumatori. Autonomia e convenienza sono emerse come le considerazioni più importanti per i rispondenti della GEN Y che hanno intenzione di acquistare un’auto. Anche in questo caso è notevole il cambiamento rispetto ai risultati della ricerca dell’anno scorso, quando la sicurezza risultava essere il fattore più importante nelle scelte di acquisto. Le case costruttrici, colpite dalla crisi economica, hanno certamente sentito gli effetti della contrazione delle spese in tutta la nazione, mentre le notizie delle bancarotte e degli aiuti governativi sono state annunciate a grandi titoli sui giornali per tutto il 2009. La risonanza di tutto questo ha lasciato una profonda impronta sulla GEN Y, dato che il 44% dichiara la propria preferenza per l’acquisto di un veicolo prodotto da un brand che non abbia usufruito dei fondi governativi. Allo stesso modo, il 36% ha dichiarato che prenderebbe in considerazione l’acquisto di un’auto di una casa automobilistica che sia o sia recentemente stata in fallimento. Un’altra traccia degli effetti della crisi economica è rintracciabile nella maggior propensione dei consumatori delle GEN Y a prendere in considerazione l’acquisto di un veicolo usato piuttosto che di uno nuovo, pesando attentamente il valore complessivo generato dalle due alternative di acquisto. Secondo la ricerca, più del 63% dei rispondenti ritiene che un veicolo usato generi per loro un maggior valore di uno nuovo e sono oltre 3 volte più propensi all’acquisto dell’usato contro il nuovo. “La GEN Y è un gruppo che tipicamente pensa “nuovo è meglio”, ma vista la lenta ripresa economica e la difficoltà nel trovare un lavoro, questa generazione potrebbe aiutare a riformare l’intero processo d’acquisto di un’auto,” dice Martina. Un altro importante aspetto che emerge dalla ricerca è che la GEN Y diventa particolarmente fedele quando si parla di auto: fedele al brand e alla propria nazione. La ricerca dimostra come l’etichetta “Made in USA” abbia ancora un peso notevole. Più del 52% degli intervistati afferma essere importante che un veicolo sia prodotto in una fabbrica americana, indipendentemente dal brand. In più, quasi la metà (42%) dei rispondenti si aspetta di guidare un’auto dello stesso brand dell’attuale nei prossimi cinque anni, contro il 27% dell’anno scorso. Fedeltà alla casa costruttrice non significa però anche fedeltà alla tipologia di veicolo desiderato. Secondo quanto risulta dalla ricerca, i SUV stanno tornando. La seppur lenta ripresa dell’economia e il costo del carburante inferiore rispetto al 2008 favoriscono la domanda di SUV. Circa un intervistato su 4 dichiara di vedersi alla guida di un SUV nei prossimi cinque anni, risultato notevolmente diverso dall’11% dell’anno scorso. In mezzo a tante preferenze che cambiano, rispetto all’anno scorso una cosa rimane stabile: la preferenza per veicoli verdi e la disponibilità a pagare un po’ di più per guidare un’auto environmentally friendly. “La maggioranza degli intervistati (64%) risponde che sarebbe disposto a pagare di più sia per un veicolo che sia ecologico che per un veicolo che consenta dei risparmi sul costo del carburante,” sottolinea Martina, “risultato tra l’altro confermato anche dai dati emersi durante l’Osservatorio sull’Auto Elettrica, nato in Italia da una nostra iniziativa lo scorso mese di Novembre”. Quasi i tre quarti degli intervistati ha dichiarato l’ambiente un fattore estremamente importante nella scelta di un veicolo, mentre la metà dei rispondenti afferma che il tipo di veicolo che guida faccia la differenza nell’affrontare le preoccupazioni legate all’ambiente, a livello tanto locale quanto globale (vedi graf. 2 e 3). Alcuni trend interessanti emergono anche dalle preferenze della GEN Y riguardo al processo di acquisto di un’auto. I social media e i blog sono certamente una delle vie di comunicazione preferenziale di questa generazione, ma non quando si tratta di decidere l’acquisto dell’auto. Secondo quanto emerge dalla ricerca, circa il 60% degli intervistati non cerca consigli o informazioni su blog o social network prima di acquistare un’auto. “Si parla spesso e volentieri del gap dell’Italia nell’utilizzo di Internet,” commenta Martina, “ma in questo caso gli americani stessi ci mostrano come social network e blog non siano determinanti nella costruzione dell’idea di un’auto”. Gli appartenenti alla GEN Y, di internet, tendono piuttosto ad utilizzare motori di ricerca e a fidarsi soprattutto delle informazioni che trovano sul sito web della casa costruttrice. “Anche in Italia,” aggiunge Martina, “internet è ad oggi molto importante per la raccolta di informazioni e documentazione relativa all’auto nuova, principalmente sul sito del costruttore. È inoltre largamente utilizzato quando si tratta di usato”. Quando poi si prende in considerazione il doversi fisicamente recare presso un concessionario, la GEN Y si dichiara largamente insoddisfatta dell’esperienza di contatto complessiva con il concessionario. Ad essere invisa a questa generazione è in particolar modo la negoziazione sul prezzo. La ricerca mostra che l’85% degli intervistati preferirebbe conoscere il prezzo dell’auto scevro di qualsiasi politica di sconto e/o incentivo, mentre il 60% dichiara che preferirebbe evitare le negoziazioni sul prezzo faccia a faccia con un venditore. In più, la maggioranza degli intervistati dichiara di sentirsi in ansia quando avvicinato da un venditore e preferirebbe che la vendita si concludesse via internet, senza alcuna interazione faccia a faccia. Al contrario, la prova su strada sembra essere molto importante per questa generazione, dal momento che quasi i tre quarti del campione si è dichiarato favorevole alla prova su strada prima di decidere l’acquisto di un veicolo. “Anche nella realtà italiana,” conclude Martina, “il test drive è un fattore molto importante. Dati dimostrano come il 70% dei clienti che prova un’auto, decida poi di comprarla.” Grafico 1 Grafico 2 Grafico 3 Deloitte Consulting Il Consulting di Deloitte, con un fatturato globale di oltre 6,5 miliardi di dollari, è la più grande realtà di consulenza manageriale privata e indipendente del mondo. In Italia Deloitte Consulting S.p.A. opera con uno staff di circa 500 professionisti attivi in cinque uffici e offre servizi che riguardano tutti gli aspetti della gestione direzionale e operativa. L’approccio proposto dal Consulting di Deloitte è quello dell’“Executable Strategy”, in grado di far conseguire ai propri clienti un valore tangibile, significativo e capace di durare nel tempo, finalizzato ad anticipare i cambiamenti e a sentirsi continuamente supportati nelle decisioni complesse. Deloitte è una tra le più grandi realtà nei servizi alle imprese in Italia, dove è presente dal 1923. Vanta radici antiche, coniugando tradizione di qualità con metodologie e tecnologie innovative. I servizi di audit, tax, consulting e financial advisory sono offerti da diverse società specializzate in singole aree professionali e tra loro separate e indipendenti, ma tutte facenti parte del network Deloitte. Le stesse oggi contano oltre 2.800 professionisti, i quali assistono i clienti nel raggiungimento di livelli d’eccellenza grazie alla fiducia nell'alta qualità del servizio, all’offerta multidisciplinare e alla presenza capillare sul territorio nazionale. Grazie ad un network di società presenti in 140 Paesi, Deloitte porta i propri clienti al successo grazie al suo know how di alta qualità e ad una profonda conoscenza dei singoli mercati in cui è presente. Obiettivo dei circa 169.000 professionisti di Deloitte è quello di mirare all’eccellenza dei servizi forniti. Il nome Deloitte si riferisce a una o più delle seguenti entità: Deloitte Touche Tohmatsu (una Verein svizzera), le member firm aderenti alla sua rete e le relative entità controllate e/o licenziatarie, ciascuna delle quali è un’entità giuridicamente separata ed indipendente. 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