Papà e mamma, miglior culla dell`identità umana

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Papà e mamma, miglior culla dell`identità umana
Papà e mamma, miglior culla dell’identità umana
in l’Eco di Bergamo Lunedì 15 febbraio 2016, prima pagina e pag. 9
di don RENZO CASERI (Consulente etico dei Consultori familiari della Fondazione
Angelo Custode Onlus)
“Si faccia una discussione seria e poi il Parlamento decida” ha detto Renzi a
riguardo del dibattito in corso sulle unioni civili. Ma stando a ciò che viene
riportato dai media è proprio questa “serietà” che sembra mancare. Mi riferisco
alla capacità dei nostri parlamentari di dialogare fornendo argomentazioni
ragionevoli che possano condurre a un accordo. Sta prevalendo invece il buttare
in faccia la propria idea aspettando il momento della conta dei voti.
Ora se la questione è approvare una legge che istituisca le unioni civili per
garantire in modo automatico dei diritti per le coppie omosessuali, su questo la
maggioranza degli italiani e dei parlamentari è d’accordo, se invece la questione è
approvare le unioni civili perché si possa poi rivendicare il diritto al figlio allora la
maggioranza degli italiani non è d’accordo. Forse perché si vanno a toccare le basi
dell’esistenza umana, della famiglia e della società. Di questo bisognerebbe
discutere.
Per esempio la questione dell’origine personale. E’ evidente che colui che è messo
al mondo è in relazione con coloro che lo hanno messo al mondo. Ma chi è
intervenuto nel mettere al mondo questa bambina o questo bambino fornendo
l’ovulo, il seme o l’utero, ha il dovere di essere in relazione con lei/lui o può
disinteressarsene? In altre parole c’è una responsabilità in chi partecipa alla
generazione di un bambino oppure si può bypassare questo dato oggettivo
utilizzando termini tecnici come “donatore di gameti” e “maternità surrogata”,
oppure introducendo nuove figure legali come “genitore biologico” , “coppia
committente” o “genitori affettivi”? Se si fa a pezzettini l’origine biologica di una
persona vuol dire privarla delle sue radici. Non è uguale a chi perde i genitori,
perché l’orfano può risalire alle sue origini, attraverso il racconto dei parenti per
esempio. Perché un bimbo non dovrebbe avere il diritto di sapere da chi ha preso
gli occhi verdi e i capelli castani? Solo perché noi riteniamo che sia più
importante l’amore della biologia? La prima domanda del medico quando un
bambino ha qualche disturbo è se c’è familiarità con qualcuno dei suoi parenti.
L’identità biologica incide in modo importante sulla propria storia personale.
Uguale importanza ha il sapere con certezza chi è la propria mamma e il proprio
papà. Con l’utero in affitto abbiamo invece la moltiplicazione delle figure
genitoriali. Ora qual è la condizione migliore per un bambino? Di certo quella
della continuità genitoriale cioè che i suoi genitori siano i medesimi che gli hanno
dato l’identità biologica e poi quella affettiva e sociale. Ogni discontinuità produce
traumi e crea confusione.
Si è anche detto che è meglio che un bambino cresca dentro una coppia
omosessuale che vive in armonia affettiva piuttosto che dentro una coppia
eterosessuale conflittuale. Posta così la questione è subdola e ingannevole. Perché
ci sia confronto ci devono essere parità di condizioni. E’ meglio allora che cresca
dentro una coppia omosessuale armonica o dentro una coppia eterosessuale
armonica?
A parità di condizioni a me sembra che la differenza sessuale sia un elemento di
ricchezza. Ovviamente da sola non basta perché ci sia un buon rapporto
educativo. Ma dire che la differenza sessuale è indifferente per la crescita
personale di un bambino è mistificare la realtà, oltre che contraddire quanto
insegna la moderna psicologia dello sviluppo.
Ci si potrebbe anche chiedere se il bambino che ha a che fare con persone di
sesso diverso non faccia un’esperienza relazionale tendenzialmente più ricca del
bambino che si relaziona prevalentemente con persone dello stesso sesso.
Altra questione interessante è quella sociale. La società deve garantirsi vitalità e
futuro facendo in modo che nascano figli e che all’interno di essa vi sia una
mappa genealogica chiara, perché laddove non è chiaro da dove si proviene,
possono nascere seri inconvenienti. Tanto è vero che alcune legislazioni, come
quella inglese, sono già intervenute perché a seguito della fecondazione eterologa
è possibile che un numero imprecisato di bambini abbiano lo stesso genitore
biologico. Questo in futuro potrebbe portare a rapporti incestuosi tra persone che
ignorano di avere lo stesso padre biologico. È un problema socialmente
consistente che rimanda ancora una volta al rapporto tra chi è generato e chi
genera.
A me pare che la famiglia concepita come uomo e donna, padre e madre dei loro
figli, possa essere ancora compresa come la migliore culla per il concepimento e lo
sviluppo dell’identità personale. E a chi si presenta al nostro mondo non si deve
forse offrire il meglio disponibile?
Purtroppo nel dibattito in corso questi aspetti non appaiono, mentre predomina la
rivendicazione del diritto al figlio, come diritto degli adulti, forse perché i piccoli di
queste unioni non hanno ancora la forza per rivendicare i loro diritti. Ma i diritti
dei minori sono “diritti minori”? Forse è solo questione di tempo.